Mar 30, 2018 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità
«Maria è sola. Sola col suo figlio-Dio morto. Un abisso incolmabile di angoscia, uno strazio infinito? Sì, ma Ella sta ritta in piedi, divenendo un esempio eccelso, un monumento di tutte le virtù. Lei spera, lei crede: le parole di Gesù che durante la vita annunziavano la sua morte, ma anche la sua risurrezione, se altri le hanno scordate, Lei non le ha mai dimenticate: conservava queste, con altre, nel suo cuore e le meditava (cf Lc 2, 51). Perciò non soccombe al dolore: attende». Fonte: Chiara Lubich in collegamento telefonico. Castel Gandolfo, Roma, 20 aprile 2000. (altro…)
Mar 29, 2018 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità
«Ho scritto un libro su di Lui in questi giorni intitolato Il grido (1). L’ho dedicato a Lui con l’intenzione di scriverlo anche a nome vostro, a nome di tutta l’Opera di Maria “come – questa è la dedica – una lettera d’amore a Gesù abbandonato“. In esso si parla di Lui che, nell’unica vita data a noi da Dio, un giorno, un preciso giorno, diverso per ciascuno di noi, ci ha chiamati a seguirlo, a donarci a Lui. E si capisce – lo dichiaro lì – come tutto ciò che voglio dire in quelle pagine, non può essere un tema, pur familiare, caldo, intimo, sentito; ma vuol essere un canto, un inno di gioia e soprattutto di gratitudine verso di Lui. Aveva dato tutto: una vita accanto a Maria nei disagi e nell’obbedienza. Tre anni di predicazione, tre ore di croce, dalla quale invoca il perdono per i carnefici, apre il Paradiso al ladrone, dona a noi la Madre. Gli rimaneva la divinità. La sua unione col Padre, la dolcissima e ineffabile unione con Lui, che l’aveva fatto tanto potente in terra, quale figlio di Dio, e tanto regale in croce, questo sentimento della presenza di Dio doveva scendere nel fondo della sua anima, non farsi più sentire, disunirlo in qualche modo da Colui col quale Egli aveva detto di essere uno, e grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27, 46)». Fonte: Chiara Lubich in collegamento telefonico. Castel Gandolfo, Roma, 20 aprile 2000. (1) C.LUBICH, Il grido, Roma 20036. (altro…)
Mar 28, 2018 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Spiritualità
Oggi, dunque, Amore. Il Giovedì santo, giorno nel quale, durante gli anni, abbiamo sperimentato spesso la dolcezza di una particolare intimità con Dio, ci ricorda quella profusione di amore che il Cielo ha riversato sulla terra. Amore innanzitutto l’Eucaristia, donataci in questo giorno. Amore il sacerdozio che è servizio d’amore e ci dà, fra il resto, la possibilità dell’Eucaristia. Amore l’unità, effetto dell’amore, che Gesù, come oggi, ha implorato dal Padre: “Che tutti siano uno come io e te” (cf Gv 17, 21). Amore il comandamento nuovo che Egli ha rivelato in questo giorno prima di morire: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 34-35). Comando che ci permette qui in terra una vita sul modello della Santissima Trinità. (Chiara Lubich in collegamento telefonico. Castel Gandolfo, Roma, 20 aprile 2000) (altro…)
Mar 26, 2018 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
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Mar 22, 2018 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità

Jonathan Michelon
Jonathan, come si svolgono i lavori? «Ci sono sessioni in plenaria e di gruppo. I gruppi sono una ventina, divisi per lingua: inglese, francese, spagnolo e italiano. Ogni gruppo ha un redattore e un facilitatore. I partecipanti devono rispondere insieme alle 15 domande proposte dal documento del Sinodo. Alla fine, sarà prodotto un documento che verrà poi consegnato ai Padri Sinodali». Di cosa trattano le domande? «La prima parte è dedicata alle sfide e alle opportunità delle giovani generazioni nel mondo di oggi. Quindi, la formazione della personalità, la relazione con gli altri popoli, le sfide interreligiose, le differenze viste come opportunità, i giovani e il futuro, i loro sogni, il rapporto con la tecnologia, la ricerca del significato della vita, la relazione tra vita quotidiano e il sacro». E la seconda parte delle domande? «Si è parlato della fede, della vocazione, il senso della specifica missione del giovane nel mondo, del discernimento e dell’accompagnamento vocazionale. Poi, il loro rapporto con Gesù, come è percepita dai giovani la figura di Gesù nel terzo millennio. Un’ultima parte era dedicata alle attività formative e pastorali della Chiesa, il rapporto dei giovani con la Chiesa e le loro esperienze».
Da dove provengono i giovani del tuo gruppo? «Dall’Europa (Slovenia, Germania, Grecia, Polonia) ma anche dai continenti, addirittura dalle isole Samoa americane, nell’oceano Pacifico. Un giovane sikh ha condiviso la sua esperienza di fede e il rapporto con i sacerdoti del loro tempio, che sono sempre pronti a dare a tutti una parola di pace. C’è anche una giovane anglicana dello Zimbabwe e che studia per diventare sacerdote. C’è molta saggezza, e il confronto è arricchente». Ci sono esperienze che ti hanno colpito? «Una, in particolare, è quella di un giovane medico polacco, legato al cammino neocatecumenale che, con la moglie, ha fondato un’associazione che si occupa della cura dei moribondi. Stimolato dalla meditazione del primo giorno, sul senso profondo del dolore, basata sull’esperienza di Chiara Luce Badano, ha raccontato quello che vivono. Con gli altri dell’associazione vanno dai malati, li assistono e li invitano ad offrire il loro dolore per tutti. Così, queste persone lasciano la terra “pieni di vita” perché, come lui dice, “la morte è il più bel periodo della vita, perché ci avviciniamo a Dio, a Chi amiamo di più”». Ai giovani dei Focolari è stata affidata l’animazione della messa e le meditazioni quotidiane… «Sì, alcuni giovani della Scuola Gen di Loppiano e dei Centri Gen a Roma hanno formato un coro, il quale sta ora diventando un gruppo inclusivo: invitano chi ha i talenti a partecipare all’animazione della messa. Ieri, si è unito un violinista. Davvero una bella esperienza». Quindi, i giovani sono felici di questa esperienza? «Ci stiamo rendendo conto che stiamo vivendo un momento storico nella Chiesa cattolica. È la prima volta, in 2000 anni, che si fa un sinodo per i giovani con i giovani! Ma per loro è naturale contribuire così alla Chiesa. La Chiesa è loro. Si comportano con il Cardinale e anche con Papa Francesco come con i loro migliori amici: danno loro la mano, li abbracciano… È molto bello». E per te? «Per me è un’esperienza unica, ti rendi conto della vastità della Chiesa e della sua incidenza nel mondo. Qui, hai il mondo, l’universalità della Chiesa». Fonte: Loppiano online
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Mar 9, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo
Dopo l’inaugurazione solenne della Cattedra Ecumenica Internazionale Patriarca Athenagoras-Chiara Lubich avvenuta lo scorso 14 dicembre all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, con i messaggi di augurio e di sprone di papa Francesco e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, i lavori entrano ora nel vivo con un ciclo di lezioni dal 5 al 27 marzo su “L’ecclesiologia della Chiesa Ortodossa”. Sono co-titolari S.E. Maximos Vgenopoulos, Metropolita di Selyvria, e il Prof. Piero Coda. La Cattedra, un unicum nel panorama accademico e culturale internazionale, vede la luce a 50 anni dal primo incontro tra il Patriarca Athenagoras I e Chiara Lubich. Vuole rivisitare e attualizzare l’eredità di quell’incontro, secondo quanto il Patriarca allora confidò a Chiara: «È una gran cosa conoscersi; siamo vissuti isolati, senza avere fratelli, senza avere sorelle, per molti secoli, come orfani! I primi dieci secoli del cristianesimo sono stati per i dogmi e per l’organizzazione della Chiesa. Nei dieci secoli seguenti abbiamo avuto gli scismi, la divisione. La terza epoca, questa, è quella dell’amore». Nel saluto di apertura pronunciato il 5 marzo scorso Piero Coda, Preside di Sophia, richiamandosi alla metodologia specifica del cammino di studio e di vita dell’Istituto, basata sull’impegno a vivere l’amore reciproco secondo il comandamento nuovo di Gesù, ha affermato: «Vogliamo prepararci con competenza e con stupore a essere servitori e testimoni di un ecumenismo che scaturisce dall’amore della Santissima Trinità, principio, forma e meta di ogni unità nella ricchezza e bellezza della diversità. Solo così possiamo ricevere scambievolmente i doni che gli uni offrono agli altri, attingendo ai tesori inestimabili di grazia custoditi dalle Tradizioni delle nostre Chiese. Solo così possiamo colmare con l’amore le distanze che ancora ci separano. Solo così possiamo arricchirci vicendevolmente. Solo così possiamo giungere con la grazia di Dio alla piena e visibile unità». Sullo sfondo della crisi degli equilibri politici, sociali e religiosi sia nel Vicino e Medio Oriente sia tra le due sponde del Mediterraneo, l’istituzione della Cattedra assume una rilevanza culturale e sociale sul piano internazionale, proponendo l’attivazione di laboratori di studio e di ricerca per le nuove generazioni. Suoi obiettivi specifici sono studiare il significato culturale, rivisitare le tappe storiche e sviscerare le implicazioni esistenziali e sociali del cammino ecumenico verso la piena unità delle Chiese, nello scambio delle ricchezze spirituali, teologiche e culturali dell’Oriente e dell’Occidente cristiani. Inoltre, offrire un luogo e percorsi di formazione accademicamente qualificati a coloro che vogliano prepararsi per offrire il proprio contributo di pensiero, dialogo e vita alla promozione dell’unità tra la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattolica a servizio dell’incontro tra i popoli e le culture. In allegato il programma (altro…)