6 Lug 2016 | Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Divine Liturgy at the Patriarchal and Stavropegial Monastery of Gonia. PHOTO: © POLISH ORTHODOX CHURCH/JAROSLAW CHARKIEWICZ.
Enormi erano le attese su questo appuntamento, in preparazione dal 1961 (da quando cioè si riunì la prima conferenza pan-ortodossa indetta dal patriarca Atenagora). Il titolo è già abbastanza significativo: “He called all to unity” Li ha chiamati tutti all’unità, dall’inno di Pentecoste nel rito bizantino. Le varie chiese ortodosse, infatti, condividevano il desiderio di incamminarsi verso una più esplicita sinodalità e condivisione e di ribadire l’unità della Chiesa ortodossa, spinte anche dal bisogno di confrontarsi insieme sulle nuove sfide del millennio. E quest’assise segna il passo di nuove aperture: nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso, alle scoperte scientifiche e tecnologiche; spende energie per la questione ecologica, e per il dramma delle migrazioni e dei cristiani perseguitati in Medio Oriente; apre “l’orizzonte sull’attuale mondo multiforme”. Convocato su decisione sinodale presa all’unanimità dai capi delle 14 Chiese ortodosse, durante la loro riunione a Chambesy del gennaio scorso, è stato segnato fin dall’inizio da un grande dolore: l’assenza fisica di 4 delle 14 Chiese. La Chiesa ortodossa russa non si è ancora espressa a riguardo, e attende la riunione del Sacro Sinodo di luglio per esprimere una valutazione sull’evento appena trascorso. Al Sinodo erano presenti anche 15 osservatori, delegati di varie Chiese cristiane, che hanno potuto partecipare alla sessione inaugurale e conclusiva del Concilio. E cristiani non ortodossi, in tutto il mondo, hanno accompagnato con la preghiera questo importante evento della Chiesa ortodossa: «Preghiamo tutti, anche per il Concilio pan-ortodosso, ve lo affido come se fosse il Concilio della mia Chiesa, perché è la mia Chiesa in questo momento», aveva detto la presidente dei Focolari Maria Voce ad un gruppo di focolarini di varie Chiese riuniti a Rocca di Papa a fine maggio. Ciò che viene sottolineato da più parti è non tanto l’aspetto delle deliberazioni finali, dei sei documenti firmati dai patriarchi [sulla missione nel mondo contemporaneo, sull’importanza del digiuno, sulla relazione della Chiesa ortodossa col resto del mondo cristiano, sul matrimonio, sulla diaspora Ortodossa e sull’autonomia delle Chiese], quanto piuttosto l’essenza stessa del Sinodo, cioè il fatto che si sia svolto,e che questa occasione di incontro ci sia finalmente stata. Nella prospettiva che questo Sinodo non sia un evento isolato, ma possa ripetersi come prassi nel cammino della chiesa. Al ritorno dal viaggio in Armenia, al giornalista che gli chiede un giudizio sul sinodo pan ortodosso appena concluso, papa Francesco risponde: «Un giudizio positivo! È stato fatto un passo avanti: non con il cento per cento, ma un passo avanti. Le cose che hanno giustificato, fra virgolette, [le assenze] sono sincere per loro, sono cose che con il tempo si possono risolvere». «Il solo fatto che queste Chiese autocefale si siano riunite, in nome dell’Ortodossia, (…) è positivissimo. Io ringrazio il Signore. Al prossimo saranno di più. Benedetto sia il Signore!». E parlando alla delegazione ortodossa presente per la festività dei Santi Pietro e Paolo, Francesco cita il Concilio Panortodosso, per auspicare “abbondanti frutti per il bene della Chiesa”. Enciclica del Grande e Santo Sinodo Messaggio del Grande e Santo Sinodo Maria Chiara De Lorenzo (altro…)
5 Lug 2016 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

(c) MfE, Foto: Grill
«“L’unità è possibile” è un’affermazione assurda oggi in una Europa segnata dal terrorismo globale, dal moltiplicarsi di guerre, da migrazioni di dimensioni bibliche, da crescente intolleranza? Parliamo di un sogno, di un’utopia? No. Parliamo di un’esperienza che vari Movimenti e comunità cristiane d’Europa vivono già da oltre 15 anni, testimoniando che l’unità è possibile. Abbiamo fatto l’esperienza che c’è qualcosa di intramontabile, indistruttibile, che ci lega: è l’Amore, è Dio Amore. Quest’Amore ha spalancato i nostri occhi e il nostro cuore per abbracciare le paure, le lacrime, le speranze di questo continente. In tutto il negativo, che sembra sovrastarci, riconosciamo il dolore che Dio, fatto uomo, ha sofferto sulla croce, dimostrandoci così il suo amore senza misura e aprendoci la speranza della risurrezione.
Tre parole-chiave caratterizzano questa nostra manifestazione: incontro – riconciliazione – futuro. Possiamo incontrarci perché Dio è venuto incontro a noi incarnandosi. Possiamo riconciliarci perché Gesù sulla croce ci ha riconciliati con Dio e tra noi. Possiamo camminare sicuri verso il futuro perché Lui, che ha vinto la morte, cammina in mezzo a noi e ci conduce verso l’unità dell’Europa e del mondo, fino alla realizzazione della sua preghiera “Che tutti siano uno” (Gv 17, 21). Per un fine così alto vale senz’altro la pena di impegnare la propria esistenza. Vogliamo insieme chiedere perdono delle divisioni del passato che hanno innescato guerre e morte in Europa. Vogliamo insieme testimoniare oggi la nostra unità nel rispetto e nella bellezza delle diversità delle nostre Chiese e comunità. Vogliamo insieme metterci a servizio di una novità che oggi serve per poter riprendere il cammino europeo. Ciò che noi possiamo offrire – impegnando la nostra vita – è la novità del Vangelo. Gesù prima di morire ha pregato: “Padre, che tutti siano uno”. Ha mostrato che tutti siamo fratelli, che un’unica “famiglia umana” è possibile, che l’unità è possibile, che l’unità è il nostro destino. Oggi noi qui ci impegniamo ad essere strumenti di questa svolta, strumenti di una nuova visione dell’Europa, strumenti di una accelerazione nel cammino verso l’unità, aprendo con tutti e per tutti gli uomini e donne del nostro pianeta un dialogo profondo. Dialogo possibile per la cosiddetta “regola d’oro”, che dice: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” (cfr. Lc 6,31). In fondo vuol dire: ama. E, se l’amore diventa reciproco, fa fiorire fra tutti la fraternità. È precisamente nella fraternità universale che l’Europa può riscoprire la propria vocazione. Scriveva Chiara Lubich ancora negli anni ’50: “Se un giorno i popoli sapranno posporre loro stessi, l’idea che essi hanno della propria patria (…), per quell’amore reciproco fra gli Stati che Dio domanda come domanda l’amore reciproco fra i fratelli, quel giorno sarà l’inizio di una nuova era”. Viviamo dunque per questa nuova era! L’unità è possibile!». Maria Voce Manifestazione Insieme per l’Europa Monaco di Baviera, 2 luglio 2016 (altro…)
3 Lug 2016 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo
https://www.youtube.com/watch?v=N1Xkpmj7IVw&feature=youtu.be (altro…)
3 Lug 2016 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo
https://www.youtube.com/watch?v=wGQTu05SrgE&feature=youtu.be (altro…)
3 Lug 2016 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

(c) MfE, Foto: Brehm
«Cari amici di Insieme per l’Europa, vi so riuniti a Monaco di Baviera in tanti Movimenti e Gruppi, provenienti da varie Chiese e Comunità. Avete ragione. È ora di mettersi insieme, per affrontare con vero spirito europeo le problematiche del nostro tempo». Inizia così il denso videomessaggio che papa Francesco ha indirizzato ai partecipanti di Insieme per l’Europa radunati oggi alla Karlsplatz (Stachus) di Monaco, Germania. E dopo avere evidenziato le sfide aperte in Europa, papa Bergoglio incoraggia i partecipanti a «portare alla luce testimonianze di una società civile che lavora in rete per l’accoglienza e la solidarietà verso i più deboli e svantaggiati, per costruire ponti, per superare i conflitti dichiarati o latenti». E poi conclude: «Mantenete la freschezza dei vostri carismi; tenete vivo il vostro “Insieme”, e allargatelo! Fate che le vostre case, comunità e città siano laboratori di comunione, di amicizia e di fraternità, capaci di integrare, aperti al mondo intero». 
(C) MfE – Foto Brehm
Anche il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I ha voluto essere presente attraverso un messaggio personale, dove tra altro dice: «Anche quando la tentazione ci suggerisce di non stare insieme, i cristiani in particolare sono chiamati a dimostrare il principio fondamentale della Chiesa, che è comunione (koinonia). È solo quando condividiamo i doni così generosamente e liberamente elargiti da Dio che siamo in grado di farne piena esperienza». La manifestazione, che conclude la 4° edizione di Insieme per l’Europa, ha come titolo “500 anni di divisione bastano – l’unità è possibile!”, richiamando i 500 anni di separazione tra la Chiesa cattolica e le Chiese della Riforma protestante. Sul tema dell’unità è intervenuta Maria Voce, presidente dei Focolari: «Ciò che noi possiamo offrire – impegnando la nostra vita – è la novità del Vangelo. Gesù prima di morire ha pregato: “Padre, che tutti siano uno”. Ha mostrato che tutti siamo fratelli, che un’unica “famiglia umana” è possibile, che l’unità è possibile, che l’unità è il nostro destino. Oggi noi qui ci impegniamo ad essere strumenti di questa svolta, strumenti di una nuova visione dell’Europa, strumenti di una accelerazione nel cammino verso l’unità, aprendo con tutti e per tutti gli uomini e donne del nostro pianeta un dialogo profondo». 
(C) MfE – Foto Brehm
Altri interventi sono stati quelli di Gerhard Pross (CVJM Esslingen): “Unità in una diversità riconciliata” e di Andrea Riccardi (Comunità di Sant’Egidio): “Niente più muri!”. Su “La riconciliazione apre al futuro – 500 anni di divisione sono abbastanza” hanno parlato insieme dal palco il cardinale Kurt Koch (Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani), il vescovo Frank Otfried July (Federazione Luterana mondiale), il metropolita Serafim Joanta (Metropolita rumeno-ortodosso per la Germania e Centro-Nord Europa) ed il Segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese rev. Olav Fykse Tveit. Un’intervista su “Missione e futuro” ha permesso un interessante dialogo tra il vescovo evangelico Heinrich Bedford-Strohm ed il cardinale Reinhard Marx. Il messaggio finale, letto da esponenti del Comitato di orientamento e distribuito in migliaia di copie fra i presenti, oltre ad affermare «la visione di un insieme in Europa che è più forte di ogni paura ed egoismo», ha manifestato l’impegno comune di quanti aderiscono a Insieme per l’Europa a «percorrere la via della riconciliazione», a «vivere uniti nella diversità», ad «andare incontro a persone di convinzioni e religioni diverse con rispetto e cercando il dialogo», a promuovere nel mondo «umanità e pace». 
(c) MfE, Foto: Fischer
Nei due giorni precedenti si è tenuto un congresso al Circus-Krone-Bau, articolato in 36 forum e tavole rotonde, con 1.700 responsabili e collaboratori delle oltre 300 Comunità e Movimenti che aderiscono a Insieme per l’Europa. «Riconciliazione sarà la nostra parola chiave», ha affermato Martin Wagner (CVJM Monaco) in apertura, «L’abbiamo già sperimentata e questo è il nostro futuro. Vogliamo condividere, lavorare insieme per l’unità e soprattutto contribuire, come cristiani, a sostenere le sfide dell’Europa oggi». Tavole rotonde e forum sono stati incentrati su integrazione e riconciliazione, solidarietà con i più deboli, sostenibilità e tutela ambientale, ecumenismo, cristiani e musulmani in dialogo, matrimonio e famiglia, economia. Condivisione di esperienze, idee e progetti, ma anche testimonianza di fede. All’affollato forum “Il prezzo e il premio dell’unità”, il cardinale Walter Kasper ha affermato che «la fatica di un’autentica riconciliazione costituisce uno dei maggiori inciampi al movimento ecumenico. Occorre perdono per proseguire il cammino insieme». La tavola rotonda “Cristiani e musulmani in dialogo” ha esplicitato la necessità di conoscersi, incontrarsi e lavorare insieme, coscienti, come ha sottolineato Pasquale Ferrara, neo ambasciatore italiano ad Algeri, che «il dialogo non lo fanno le culture o le religioni, ma le persone». Il dibattito sui cambiamenti climatici e le sfide ecologiche “Verso una sostenibilità in Europa” nel dialogo tra scienze e religioni, è stato sostenuto insieme dal cardinale Peter Turkson, dall’ingegnere ambientale Daniele Renzi e altri esperti. Alla tavola rotonda che si domandava “Che anima per l’Europa?”, Jesús Morán, copresidente dei Focolari, ha evidenziato che «la prospettiva che l’Europa può e deve ancora, e più che mai, dare al mondo è quella di formare una cultura di unità nella diversità a tutti i livelli, dal livello personale e quotidiano a quello istituzionale». Testi e foto degli interventi sono disponibili su www.together4europe.org/live È già calato il sole quando sul palco alla Karlsplatz si legge il messaggio finale di Insieme per l’Europa 2016. Il programma, animato da band musicali e dall’entusiasmo creativo dei giovani, prosegue con un concerto rock. Fonte: Comunicato stampa SIF – 2 luglio 2016 (altro…)
2 Lug 2016 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo
Insieme per l‘Europa Incontro. Riconciliazione. Futuro. Monaco (Baviera), 2 luglio 2016
All’insieme non esiste alternativa. “Uniti nella diversità”. Questa speranza europea è oggi più attuale che mai. L’Europa non deve diventare una roccaforte ed alzare nuove frontiere. All’insieme non esiste alternativa. Un insieme in una diversità riconciliata è possibile. Il Vangelo – una fonte di speranza Gesù Cristo ha pregato per l’unità e dato la sua vita per questo. Questo ci dice il Vangelo, che da quasi 2000 anni è una forza determinante per la cultura in Europa. Gesù Cristo ci insegna l’amore senza limiti per tutte le persone. Lui ci indica la strada della misericordia e della riconciliazione: possiamo chiedere perdono e perdonarci a vicenda. Il Vangelo di Gesù Cristo è una fonte potente, dalla quale possiamo attingere speranza per il futuro. L’Europa – una cultura del rispetto e della stima Le terribili esperienze delle Guerre mondiali ci hanno insegnato che la pace è un dono prezioso che dobbiamo conservare. Il nostro futuro deve essere caratterizzato da una cultura del rispetto e della stima dell’altro, anche dello straniero. L’unità è possibile – Superare divisioni Chiediamo a tutti i cristiani, specialmente ai responsabili delle Chiese, di superare le divisioni. Esse hanno causato sofferenza, violenza, ingiustizia ed hanno minato la credibilità del Vangelo. Come cristiani vogliamo vivere insieme riconciliati ed in piena comunione. Il nostro impegno Viviamo il Vangelo di Gesù Cristo e lo testimoniamo a parole e coi fatti. Percorriamo la via della riconciliazione e facciamo in modo che le nostre comunità, Chiese, popoli e culture possano vivere “uniti nella diversità”. Andiamo incontro a persone di convinzioni e religioni diverse con rispetto e cerchiamo il dialogo con loro. Ci impegniamo affinché nel mondo crescano umanità e pace. Abbiamo la visione di un insieme in Europa che è più forte di ogni paura ed egoismo. Poniamo la nostra fiducia nello Spirito Santo che rinnova e vivifica continuamente il mondo. Messaggio finale di Insieme per l’Europa 2016 (altro…)