Nov 25, 2015 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Taung forma un’unica diocesi con Kimberley, famosa per la sua antica e non più attiva miniera di diamanti. Visitatori di tutto il mondo scelgono Kimberley per ammirare il suo Big Hole, l’enorme ‘buco’ rimasto dopo gli scavi, nel quale, vincendo scoscesi dirupi, i più coraggiosi si immergono per un bagno d’eccezione. Ma anche Taung vanta un suo primato. Nel 1924, proprio lì è stato ritrovato un fossile di un cranio infantile risalente a 2,3 milioni di anni fa, una scoperta importantissima per studiosi e ricercatori, nota come il Bambino di Taung. Il 24 ottobre, però, la festa non era di carattere geologico-culturale.Da città e villaggi sono giunti a Taung in 4.000, per festeggiare il 120° anniversario dell’arrivo della chiesa cattolica tra il popolo Tswana del Sud Africa. Il superiore degli Oblati e il vescovo locale hanno fatto gli onori di casa. C’era anche il vescovo di Klerksdorp e una cinquantina fra sacerdoti e religiosi. In rappresentanza del governo è intervenuto il ministro della cultura della provincia. Era presente anche il Kgosi, il capo tradizionale che rappresenta il popolo Tswana – circa 300 mila persone – che vive nei villaggi di Taung. Nella celebrazione è stato dato ampio rilievo alle attività della missione, specialmente quelle portate avanti dai tre membri che vivono nella comunità del Focolare: il camerunese Dominic, Chris che è tedesco e Moris venuto dal Kenya. Ognuno di essi ha un ruolo chiave nella missione. Dominic, che è sacerdote, svolge la funzione di viceparroco. Essendo lì da non molto tempo, la lingua Tswana è ancora una sfida per lui, così, al momento dell’omelia, si fa aiutare da Rapelang, un papà di famiglia che ha fatto propria la spiritualità del Focolare e ben volentieri si presta a dare voce al suo pensiero completandolo poi con proprie esperienze di vangelo vissuto.
Chris ha affidato la scuola professionale che dura un biennio e che abilita di volta in volta una trentina di bravi e promettenti falegnami. Si tratta di giovani che per vari motivi hanno dovuto lasciare la scuola pubblica e ai quali viene offerta una seconda chance con una professione.
Moris è preside della scuola primaria che conta 550 alunni. È impressionante, al mattino, vedere questa moltitudine di bambini e adolescenti mettersi in fila per l’ispezione, a cura degli stessi alunni preposti, di volta in volta, a verificarne l’igiene e l’uniforme. È una scuola che oltre a formare professionalmente offre una preparazione spirituale e morale per la vita. Per i suoi programmi innovativi e per lo stile d’insegnamento incentrato sui valori, è considerata una scuola di eccellenza, frequentata non soltanto dai figli di cattolici, ma anche da quelli di famiglie protestanti (che rappresentano ca. il 30% della popolazione sudafricana), con le quali il dialogo ecumenico è sempre aperto e costruttivo. Dalle scuole cattoliche della Missione, nei 100 anni di attività, sono usciti donne e uomini di alta statura umana e professionale che si sono impegnati in posti chiave della società. (altro…)
Nov 24, 2015 | Centro internazionale, Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sull’isola di Heybeliada (Halki), nel mare di Marmara davanti a Istanbul, inizia il 25 novembre il 34º Convegno di vescovi di varie Chiese promosso dal Movimento dei Focolari, nel Monastero che fu già sede della prestigiosa Accademia teologica greco-ortodossa. Il gruppo di 50 partecipanti provenienti da 19 Paesi, è atteso da Sua Santità Bartolomeo I, che in una recente intervista, a margine della consegna del dottorato h.c. in Cultura dell’Unità dall’Istituto universitario Sophia, affermava: «Ad Halki avremo l’occasione di ricordare tutti insieme Chiara Lubich e pregare per il riposo della sua anima. Potremo esprimere la nostra volontà di lavorare per l’unità delle Chiese. Noi come Chiesa di Costantinopoli siamo felici e pronti ad accogliere questi cardinali e vescovi, a scambiare le nostre esperienze e ricambiare il bacio della pace tra Oriente e Occidente». «Insieme per la casa comune» è il tema del Convegno, incentrato sull’unità a servizio della famiglia umana nella diversità dei doni. Le relazioni fondamentali affidate al Patriarca Bartolomeo I e a Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. Moderatore del Convegno il cardinale Francis Kriengsak, arcivescovo di Bangkok. Nel corso del programma riflessioni di alcuni vescovi di varie Chiese. Il copresidente dei Focolari Jesús Morán offrirà una riflessione su «Il carisma dell’unità davanti alle sfide dell’umanità di oggi». Interverrà anche Gerhard Pross, evangelico dell’YMCA Germania, a nome della rete ecumenica di movimenti e comunità «Insieme per l’Europa». Il cardinale Kurt Koch, presente a Istanbul quale capo della delegazione della Santa Sede al Fanar per la festa di S. Andrea, rifletterà su: «Papa Francesco e la causa dell’unità dei cristiani». In una chiesa di tradizione armeno apostolica dell’antica Calcedonia, luogo dell’omonimo Concilio ecumenico del 451, i vescovi formuleranno un patto di amore reciproco al di sopra delle divisioni, secondo l’invito di Gesù: «Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15,12), nell’impegno di «amare la Chiesa dell’altro come la propria». Il 29 e 30 novembre, su invito del Patriarca Bartolomeo, i vescovi parteciperanno al Fanar alle celebrazioni in occasione della solennità di S. Andrea, patrono del Patriarcato di Costantinopoli. Questi convegni di vescovi di varie Chiese promossi dai Focolari si svolgono annualmente dal 1982, quando Giovanni Paolo II invitò un gruppo di vescovi cattolici amici del Movimento a rendere partecipi della loro esperienza di comunione «effettiva e affettiva» anche a vescovi di altre Chiese. Essi hanno l’obiettivo di offrire spazi di comunione e condivisione fraterna alla luce della spiritualità dell’unità. La sede di questi Convegni è itinerante in luoghi significativi per le diverse confessioni cristiane. Il prossimo Convegno nel 2016 avrà luogo a Ottmaring (Augsburg – Germania). (altro…)
Nov 23, 2015 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«La chiave di lettura di questo viaggio è da scoprire nel programma e nella scelta delle attività che il Papa svolgerà», scrive Liliane Mugombozi, direttrice di New City, la rivista del Movimento dei Focolari in Kenya. Con lei ripercorriamo le direttrici di un viaggio che si preannuncia importantissimo. «Papa Francesco ha scelto tre Paesi con una grande comunità cattolica, afflitti da varie tensioni: desidera con ciò entrare a far parte, come pastore del popolo, nella scrittura di una nuova pagina della storia dell’Africa oggi nel contesto mondiale, e mettersi in cammino, insieme, alla ricerca di soluzioni ai problemi che stanno a cuore a queste popolazioni». «Chiedo a tutti voi di pregare per questo viaggio – ha chiesto papa Francesco all’Angelus del 22 novembre – affinché sia per tutti questi cari fratelli, e anche per me, un segno di vicinanza e d’amore. Chiediamo insieme alla Madonna di benedire queste care terre, affinché ci sia in esse la pace e la prosperità». Quali le attese? «Ci si aspetta dal suo messaggio una risonanza in tutti i settori della vita, dalla governance, alla gestione dei beni, dalla politica, all’educazione, alla sanità, al dialogo e ai rapporti interreligiosi…». E a chi obietta che Papa Francesco conosce poco l’Africa, l’Arcivescovo di Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, card. Monsengwo, risponde: «È vero. Ma ciò che è veramente favoloso è che lui va dove si soffre. Se non fosse stato per l’epidemia di Ebola, ci sarebbe già andato molto prima». Dal 19 ottobre scorso, quando il Vaticano ha confermato le date del viaggio, innumerevoli analisi hanno accompagnato questo annuncio: «In Kenya – scrive Lili Mugombozi – la lotta contro Al-shabab, responsabile di violenti attacchi negli ultimi anni, è una delle sfide politiche maggiori. «Durante la nostra visita ad limina a Roma, ci aveva fatto delle domande sulla strage di Garissa e ha detto che sarebbe venuto a confortare il popolo del Kenya», afferma Mons. Rotich, presidente della segreteria che si sta occupando della visita. In Uganda, Papa Francesco visiterà i santuari anglicani e cattolici per onorare la memoria dei giovani martiri: 23 anglicani e 22 cattolici uccisi per la loro fede. «Per tanti Ugandesi – spiega ancora Liliane – questo gesto di Francesco, è un ricordo gioioso del lontano 1969, – quando Paolo VI, primo Papa a metter piede sul suolo africano, ha canonizzato i primi santi africani – ma anche un nuovo impegno per il dialogo tra le chiese». «In questo anniversario – scrivono dai Focolari dell’Uganda – ci sentiamo particolarmente interpellati a vivere la santità di popolo».
Nella Repubblica Centrafricana, in un contesto politico teso che suscita preoccupazione, Francesco «per manifestare la vicinanza di tutta la Chiesa a questa Nazione così afflitta ed esortare tutti i centroafricani ad essere sempre più testimoni di misericordia e di riconciliazione» il 29 novembre aprirà la porta santa della cattedrale di Bangui, anticipando simbolicamente l’inizio del Giubileo della Misericordia, e darà un segnale molto forte con il discorso nella Moschea centrale. «In ognuno di questi Paesi – continua la direttrice di New City – il Papa incontrerà i capi di Stato, si rivolgerà al corpo diplomatico, celebrerà una Messa pubblica dove si aspettano migliaia di fedeli e terrà vari incontri con i leader religiosi e con migliaia di giovani. E i poveri, i sofferenti non possono mancare all’appuntamento con lui: incontrerà chi vive nella baraccopoli di Kangemi, alle periferie di Nairobi, i disabili di una casa a Nalukolongo, sobborgo di Kampala in Uganda, e in uno dei campi profughi nella Repubblica Centrafricana». Anche il Movimento dei Focolari accompagna con la preghiera e con la preparazione concreta il viaggio di Francesco in Africa. In Kenya sono presenti nei posti più vari: tra i 10.000 volontari della sicurezza; nelle delegazioni di università, college e parrocchie. La giovane Mary Mutungi dirigerà il coro di 600 universitari durante la Messa con i giovani. Tra i canti proposti, c’è anche “We can find a way to live in Peace“, scritta da una band filippina in occasione del Genfest. In Uganda i membri dei Focolari sono impegnati nei preparativi attraverso le parrocchie. Alcuni hanno la responsabilità del coordinamento per la Diocesi. Geneviève Sanzè, del Centro internazionale dei Focolari, originaria della Repubblica Centrafricana e membro del Pontificio Consiglio per i Laici, sarà presente nell’ultima tappa del viaggio papale. Fidelia, da Bangui, afferma: «C’è tanta speranza nel nostro popolo che la venuta del Papa ci aiuterà a convertirci veramente, e a tendere alla riconciliazione per un pace duratura». Video messaggio di papa Francesco alla vigilia del viaggio in Kenya e Uganda Video messaggio di papa Francesco alla vigilia del viaggio nella Repubblica Centrafricana (altro…)
Nov 18, 2015 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La casa dei luterani a Roma, la Christuskirche, domenica 15 novembre ha accolto papa Francesco: prima di lui vi hanno messo piede Giovanni Paolo II, nel 1983, primo Pontefice ad entrare in una Chiesa luterana e Benedetto XVI nel 2010. «Siamo una comunità relativamente piccola, con 500 membri, protagonisti in prima linea nel campo ecumenico: come parrocchia siamo presenti nelle varie realtà della città, ma anche nella propria famiglia, con i colleghi di lavoro, con i vicini di casa o come me che vivo da più di trent’anni in una comunità del Movimento dei Focolari», racconta Heike Vesper, che domenica era tra i presenti, insieme alle focolarine cattoliche che spesso l’accompagnano alla liturgia della domenica. «Un Papa “evangelico”», lo definisce Heike, «un pastore – il vescovo di Roma – che ha centrato il messaggio di oggi sulla comune testimonianza di Gesù Cristo “sia in lingua luterana che in lingua cattolica”, sull’importanza della vita e non tanto dell’interpretazione. E a cuore aperto ci ha confidato ciò che a lui piace: incontrare i malati, visitare i carcerati … L’incontro e la preghiera con il Papa è stato nuovo nel suo genere, si potrebbe dire che è stata una lezione su cosa è importante fra cristiani di varie tradizioni: il dialogo, l’ascolto profondo, fiducia reciproca, risposte sincere nella verità, pregare insieme ascoltando il Vangelo». Il Pastore della chiesa evangelica luterana, Jens-Martin Kruse ha dato un caloroso benvenuto, ricordando le vittime degli attentati di Parigi: “Confidiamo che Gesù ha vinto il mondo e perciò non ci facciamo condizionare dalla paura”, ha affermato. “Mio fratello pastore ha nominato Parigi – ha detto il Papa – cuori chiusi. Anche il nome di Dio viene usato per chiudere i cuori”.
«Commovente la sincerità e la libertà di Francesco – scrive ancora Heike –. Ha risposto come uno che si mette in cammino con gli ascoltatori. Ha sottolineato l’importanza di seguire la coscienza, dell’essere per il prossimo; e che con la fede e il servizio – cioè con l’amore – cadranno tutti i muri». Un dialogo a braccio ha creato un clima di famiglia «sempre più profondo e incoraggiante». Tre le domande rivolte a Francesco: cosa significa essere Papa, come deve essere l’impegno cristiano verso i bisognosi e cosa fare per poter celebrare insieme l’Eucaristia, la Cena del Signore, quando marito e moglie sono di chiese diverse. «Quelli che si trovano in questa situazione – spiega Heike – soffrono di più la divisione. Non è facile per il Papa rispondere, infatti, nonostante i tanti passi fatti rimangono aperte questioni teologiche sul magistero, sulla visone di chiesa, che impediscono ancora una celebrazione insieme. Il Papa indica qualche possibile via per condividere la cena del Signore. Fa riferimento al Vangelo, a San Paolo: “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.” (Ef 4:5). Invita ad ascoltare la propria coscienza, a dare più peso alla vita, al cammino insieme, più che alle varie interpretazioni. Le sue parole trasmettono pace e speranza. Anche il dono che ha portato ha una dimensione profetica: il calice e la patena per la celebrazione eucaristica». «Il Vangelo è quello del giudizio finale (Mt 23) che ricorda che saremo giudicati dall’amore per i poveri e i bisognosi. E il Papa ha ricordato, a chi dice che “i nostri libri dogmatici dicono una cosa e i vostri dicono l’altra”, le parole di un esponente luterano: “C’è l’ora della diversità riconciliata”. E ha concluso: “Chiediamo oggi la grazia di questa diversità riconciliata nel Signore, di quel Dio che è venuto tra noi per servire e non per essere servito». (altro…)
Nov 16, 2015 | Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

© Thomas Mandl
Dal 12 al 14 novembre si sono radunati in Olanda un centinaio di rappresentanti e dirigenti della rete “Insieme per l’Europa”. A conclusione e come risposta agli attentati terroristi a Parigi, hanno pubblicato la seguente dichiarazione: «Con orrore abbiamo appreso notizia dei drammatici attentati a Parigi. Eravamo riuniti a Marienkroon, in Olanda, più di 100 rappresentanti di Movimenti e Comunità cristiane di diverse Chiese e confessioni, provenienti da 13 Paesi europei. L’Europa è per noi il continente in cui persone di culture e religioni diverse sono benvenute e possono vivere unite nella libertà e nella pace. Abbiamo interrotto il nostro lavoro per un momento di silenzio e per pregare insieme. Gli avvenimenti ci stimolano a impegnarci ancora più intensamente per i valori dell’Europa. A questo ci chiama e ci impegna anche la nostra fede cristiana. Siamo vicini alle famiglie delle vittime e siamo solidali con i politici che in questi giorni devono prendere decisioni difficili. Viviamo in Europa come amici e sperimentiamo in queste ore un profondo legame con tutti i francesi. Ci impegniamo più che mai a pregare per la pace, a viverla e a diffonderla là dove siamo. Vogliamo vivere ancora di più e più profondamente l’amore reciproco e la fiducia, e trarne forza. Attraverso un volto umano e la fedeltà ai suoi valori, l’Europa continuerà a sperare e a condividere un futuro comune».
“Insieme per l‘Europa” è una rete internazionale di oltre 300 Movimenti e Comunità cristiane di tutta l’Europa. Ha il suo inizio nel 1999 e ne fanno parte cristiani evangelici, cattolici, anglicani, ortodossi come pure membri di chiese libere e di nuove comunità. 70 Movimenti / Comunità costituiscono il gruppo degli “Amici di Insieme per l‘Europa”.
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Ott 31, 2015 | Cultura, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
È nello spirito di un fecondo lavoro ecumenico che si è svolto nella cittadina tedesca di Zwochau lo scorso 12 settembre, un incontro a cui hanno partecipato circa 80 cristiani di diverse denominazioni.
Già nella sua visita a Zwochau nel 2013 la presidente del Movimento dei Focolari, Maria Voce, aveva espresso il desiderio di conoscere meglio Martin Lutero e i fedeli luterani; e più di recente, dallo scambio di lettere del maggio scorso tra il cardinale Marx – presidente della conferenza episcopale della chiesa cattolica in Germania – e il vescovo Bedford Strohm – responsabile del consiglio della chiesa evangelica in Germania -, era stata avanzata la proposta di portare avanti iniziative congiunte in vista dei 500 anni dalla Riforma di cui si farà memoria nel 2017. Due i filoni di riflessione pensati per la giornata. Il primo, guidato dal teologo luterano Florian Zobel, ha avuto al centro la figura di Lutero e la sua vita, evidenziandone anche diversi aspetti poco noti e concludendo con le parole di Papa Benedetto XVI, secondo cui “Per Lutero la teologia non era una questione accademica, ma la lotta interiore con se stesso. […] La domanda: Qual è la posizione di Dio nei miei confronti, come mi trovo io davanti a Dio? […] Penso che questo sia il primo appello che dovremmo sentire nell’incontro con Martin Lutero”. Il secondo, tenuto dal teologo cattolico e ricercatore su Lutero Hubertus Blaumeiser, è stato incentrato sulla spiritualità del monaco riformatore e, in particolare, sulla “teologia della croce” e il significato di “Riforma” che ne consegue: “Non solamente una trasformazione, un cambiamento o miglioramento secondo i propri piani personali – ha affermato –, ma un nuovo inizio, partendo dalle radici. Vale a dire il ritorno alla Scrittura, […] cioè al vangelo della grazia di Dio e alla nuova scelta di una vita con e per Cristo Crocifisso”. Nel pomeriggio si è poi tenuta una tavola rotonda moderata da Hermann Schweers, con il pastore luterano Axel Meissner di Schkeuditz e con il vescovo emerito Joachim Reinelt di Dresda: numerosi e sentiti sono stati gli interventi del pubblico, toccando temi quali l’importanza del lavoro ecumenico in una società non credente e il significato di Riforma oggi. La giornata si è poi conclusa con una celebrazione ecumenica.

Il Pastore Jens-Martin Kruse. Foto: Harald Krille
Anche in Italia, comunque, il cammino ecumenico non è certo fermo: papa Francesco visiterà la Chiesa di Cristo – “casa” dei luterani di Roma – il prossimo 15 novembre, accolto dal pastore Jens-Martin Kruse, che in un’intervista all’agenzia Sir ha definito il papa: “Il nostro vescovo. Non in senso giuridico ma in senso simbolico. Noi luterani di Roma abbiamo sempre avuto un rapporto molto vicino con i Papi. Anche in questo momento, molto difficile per il mondo, secondo me il Papa è il portavoce dei cristiani”. (altro…)