Dic 19, 1999 | Ecumenismo
Da Amman alla Terra Santa
A pochi giorni dalla VII Assemblea della Conferenza Mondiale delle Religioni per la Pace (WCRP) che ha riunito ad Amman leaders e rappresentanti delle grandi religioni mondiali, avrà luogo un altro incontro internazionale, questa volta sul fronte ecumenico. E’ il 18° Convegno di vescovi appartenenti a varie Chiese cristiane, amici del Movimento dei Focolari, che si svolgerà dal 3 al 10 dicembre 1999. Inizierà e si concluderà nella capitale giordana. L’8 e il 9 dicembre i vescovi si recheranno in pellegrinaggio in Terra Santa, nello spirito di quell’unità che Gesù ha invocato per i suoi. Titolo e obiettivo del Convegno: “Promuovere la Presenza di Cristo fra i cristiani e tra le Chiese – via alla piena comunione” . Saranno una trentina i vescovi, rappresentanti della Chiesa ortodossa, siro-ortodossa, anglicana, evangelico-luterana e cattolico-romana provenienti dai cinque Continenti. Si incontreranno per una intensa settimana di comunione e di vita fraterna.
Una spiritualità ecumenica a molteplici effetti
Il convegno intende approfondire uno dei cardini della spiritualità dell’unità, spiccatamente ecumenica: la presenza del Risorto tra “due o più riuniti nel suo nome” e gli effetti di rinnovamento e di comunione che ne derivano fra le Chiese. Si susseguiranno interventi di vescovi ortodossi, anglicani e evangelico-luterani, di Chiara Lubich e di laici delle varie Chiese, esperienze di vita cristiana e di irradiazione evangelica. In programma anche i più recenti sviluppi dei dialoghi dottrinali, come la Dichiarazione congiunta cattolico-luterana sulla Dottrina della Giustificazione firmata di recente ad Augsburg. Il convegno si aprirà poi agli orizzonti del dialogo interreligioso, con l’aggiornamento sull’Assemblea della Conferenza mondiale delle religioni per la pace appena conclusa nella stessa Amman e degli ultimi sviluppi del dialogo del Movimento con le altre religioni.
Un’iniziativa per promuovere la vita d’unità tra i leaders di diverse Chiese
Questi incontri, che rivestono carattere informale, ebbero inizio nel 1982 quando il Papa Giovanni Paolo II ricevette un gruppo di vescovi cattolici amici del Movimento dei Focolari e li invitò ad estendere la loro esperienza di fraterna comunione anche a leaders di altre Chiese. Promossi dall’allora vescovo di Aachen, mons. Klaus Hemmerle, questi convegni si svolgono sin da allora annualmente, con l’approvazione dei responsabili delle rispettive Chiese. Luogo dell’incontro sono stati in passato Roma, Istanbul, Londra, Trento e la cittadella ecumenica di Ottmaring nei pressi di Augsburg in Germania. A partire dal 1994, dopo la morte del Vescovo Hemmerle, l’Arcivescovo di Praga, Card. Miloslav Vlk, ha assunto il coordinamento di queste riunioni. Frutto principale di quest’iniziativa è la profonda comunione spirituale che si instaura, all’insegna del comandamento nuovo di Gesù “Amatevi gli uni gli altri”, fra leaders delle diverse Chiese. Viene così in rilievo non tanto quello che ancora divide le Chiese ma soprattutto il molto che già le unisce. E si prende coscienza come le varie sensibilità e le ricchezze delle differenti tradizioni cristiane possano diventare un dono per tutta la cristianità. (06-12-1999) (altro…)
Ott 31, 1999 | Ecumenismo
Il giorno successivo alla Firma sulla Dichiarazione Congiunta, il Presidente della Federazione Luterana Mondiale, il vescovo Christian Krause, ha accolto, sempre ad Augsburg, Chiara Lubich all’incontro annuale del comitato esecutivo della Federazione. “Niente è più urgente nel mondo di una potente corrente d’amore” affermava Chiara Lubich, tratteggiando i cardini di una spiritualità ecumenica già in atto in vari punti della cristianità, incentrata su questo amore che si fa reciproco tra cristiani e tra le Chiese. “Laddove i cristiani vivono così – aveva continuato – cresce la coscienza di formare sin d’ora, al di là di qualsiasi barriera confessionale, un unico popolo cristiano. E questo dialogo del popolo sarebbe necessario per accogliere e far sì che il dialogo teologico porti frutto“. Parole accolte “come incoraggiamento, particolarmente in questo momento della storia, in questo luogo storico, Augsburg“, dal vescovo Krause, che ha espresso “la certezza che ora il terreno è pronto per far sì che possiamo scoprirci come dono gli uni per gli altri“. “Penso – ha aggiunto – che la giornata di ieri ha confermato quanto da lei sottolineato: se fosse stata solo un accordo tra teologi che non incidesse sul popolo, non succederebbe niente“. Augsburg – 1° novembre 1999 (altro…)
Ott 30, 1999 | Ecumenismo
Ha segnato un avvenimento storico
la firma il 31 ottobre ad Augsburg (Germania), nella Chiesa di s. Anna, della Dichiarazione congiunta tra la Chiesa cattolica e la Federazione Luterana Mondiale sulla Dottrina della Giustificazione. E’ caduto così un pilastro teologico portante della divisione tra le due Chiese. La questione della giustificazione aveva scatenato – 450 anni fa – una polemica che portò a condanne reciproche, giunte sino ad oggi. Fu questa una delle cause fondamentali della separazione. Dopo 30 anni di lavoro della Commissione teologica internazionale luterano-cattolica, grazie alle preghiere e all’impegno di molti, è stato possibile superare anche gli ultimi ostacoli. La Dichiarazione congiunta afferma, tra l’altro, l’esistenza “di un consenso tra luterani e cattolici su verità fondamentali di tale dottrina”. Si considerano così decadute le reciproche condanne del passato sulla giustificazione. “Il documento – afferma il Card. Ratzinger – dice che le scomuniche del Concilio di Trento in questo settore non toccano la dottrina così come è esposta oggi” (Intervista a “30 Giorni”, giugno ’99). “Non vi è stato nessun rinnegamento del passato, – precisa un comunicato del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani (21.6.99) – ma piuttosto un comune passo in avanti nella comprensione del mistero della salvezza in Cristo, reso possibile dal clima di fiducia reciproca”. Non si tratta di una disputa teologica del XVI secolo che oggi non ha più interesse. La giustificazione è una questione attualissima che risponde a domande vitali dell’uomo: Che cos’è che rende il cristiano giusto davanti a Dio? Chi lo salva e dà piena realizzazione alla sua vita? L’essere giusti è frutto della sola nostra buona volontà? Qual è la salvezza che la fede cristiana promette? La firma verrà apposta su:
la “Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione (1997)”
la “Dichiarazione ufficiale comune della Federazione Luterana Mondiale e della Chiesa cattolica”, e l’ “Allegato” (11 giugno 99) La solenne cerimonia della firma dell’avvenuto consenso sarà preceduta, sabato 30 ottobre, da varie iniziative collaterali, tra cui una manifestazione promossa dal Centro Ecumenico di Ottmaring (Movimento dei Focolari e Bruderschaft von Gemeinsamen Leben, fraternità evangelica) nella chiesa luterana di St. Ulrich ad Augsburg. Alcune personalità daranno la loro testimonianza su quanto significa nella loro vita il fatto di essere “giustificati da Dio”. Parleranno il Vescovo emerito evangelico-luterano di Lübech, Ulrich Wilckens, Frère Richard di Taizé, Chiara Lubich, Andrea Riccardi. La firma è stata apposta da parte cattolica dal Card. E.I. Cassidy e dal Vescovo W. Kasper, Presidente e Segretario del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani e, da parte luterana, dal Vescovo Ch. Krause e dal Dott. I. Noko, Presidente e Segretario Generale della Federazione Luterana Mondiale, oltre che da sei Vice-presidenti della Federazione, su:
la “Dichiarazione congiunta sulla Dottrina della Giustificazione (1997)”
la “Dichiarazione ufficiale comune della Federazione Luterana Mondiale e della Chiesa cattolica”, e l’ “Allegato” (11 giugno 99) Per saperne di più: www.rechtfertigung.de in tedesco e inglese www.justification.org (altro…)
Ott 29, 1999 | Ecumenismo
Interventi di: Chiara Lubich, Andrea Riccardi, e del Vescovo emerito luterano Wilckens, presente l’arcivescovo Kasper, allora segretario del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani (Augsburg – 30 ottobre 1999) Una preoccupazione comune, espressa da tanti – dal card. Ratzinger ai vescovi Krause e Kasper, segretario del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani – è come spiegare alla gente di oggi, soprattutto ai giovani, la Giustificazione. Una prima risposta è stata data alla vigilia stessa dell’avvenimento, nella Chiesa luterana di St. Ulrich ad Ausgburg. Erano circa 1700 i giovani, riuniti per iniziativa del Centro Ecumenico di Ottmaring, presente anche il Vescovo Kasper. “Un pomeriggio così variopinto mi ha presentato un volto del tutto nuovo della Chiesa” l’impressione a caldo di una giovane signora, medico, che si era allontanata dalla fede. E tutto in quella chiesa parlava con il linguaggio dei giovani: “Sopra la balaustra campeggiavano un arcobaleno di palloncini. Trampolieri con uno striscione hanno dato il benvenuto ai giovani. Ritmi rock e brani di musical invece che le note dell’organo” – osserva il quotidiano Augsburger Allgemeine – “La chiesa evangelica gremita fino all’ultimo posto ospita un forum delle diverse tradizioni cristiane. Un incontro che lascia un’impressione duratura nei presenti. Un incontro intenso, aperto schietto“. Alla luce del documento di consenso di Augsburg sulla Giustificazione, la domanda centrale è: “Che cosa rende preziosa la tua vita?”. Scroscianti applausi dopo l’appello appassionato di Chiara Lubich: “Se noi ci amiamo a vicenda, cristiani cattolici e evangelici, allora ad Augsburg inizia la rivoluzione cristiana.” La fondatrice dei Focolari, aveva testimoniato con passione Dio amore, facendo vedere la bellezza, la forza, la coerenza di una vita immersa nel Suo Amore che ci libera e salva da ogni baratro piccolo o grande in cui possiamo essere caduti. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’ Egidio, aveva fatto un esempio efficace: “Immaginate dei carcerati nel braccio della morte. E’ l’ora della condanna. Arriva un poliziotto: ‘Non sarai condannato!’. Tutti salvi, tutti liberi, tutti graziati. Anche noi siamo prigionieri dell’angoscia, dell’egoismo, della ricchezza e della solitudine. Anche noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica: ‘Siamo liberi, amati, giustificati’”. Un esempio personale è portato dal vescovo luterano di Lubecca, Ulrich Wilckens: diciassettenne, negli ultimi giorni della guerra del ’45, doveva difendere la patria. Da solo si trovava in una trincea con una “paura folle”. Paura superata “come per un miracolo” per merito della fede, riconfermata dalla Sacra Scrittura che, in formato tascabile, portava con sé. E’ festa. Festa – come Wilckens ha definito questo momento storico – per “il ricongiungersi di una famiglia dove i genitori erano divorziati e si ritrovano“. E proprio i giovani sono forse i più sensibili a questa riconciliazione. Dopo questi avvenimenti, simbolicamente fissati dall’abbraccio del pastore Noko e del vescovo cattolico Kasper al momento della storica firma che ha suscitato grande emozione in tutti, l’impressione a caldo di una giovane evangelica esprime la certezza che “sì, un pezzo di muro tra le Chiese è crollato, d’ora in poi si accelereranno i tempi per l’unità.” (altro…)
Dic 8, 1998 | Ecumenismo
Al centro di Berlino – come in un’isola – si trova la Chiesa luterana “della memoria”, della quale è rimasta la vecchia torre, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Accanto, la nuova chiesa moderna, a forma di ottagono, senza finestre ma con i muri quasi interamente di vetro di colore azzurro/indaco. All’interno un’atmosfera di profonda pace e raccoglimento. La zona dell’altare è dominata da un grandioso Cristo Risorto colore oro con le braccia aperte che danno alla figura la forma del crocifisso. Quando inizia la cerimonia la chiesa è gremita da oltre 1.000 persone, appartenenti a 26 chiese. Nell’indirizzo di benvenuto il Cardinale Sterzinsky sin dalle prime battute parla della missione di Chiara e del Movimento in cui vede l’aspetto carismatico della Chiesa, aspetto però – aggiunge – che “si è sempre sottomesso al ministero ecclesiale per essere verificato e approvato”. Poi mette in rilievo quanto lo spirito del Movimento sia genuinamente evangelico. Esprime la sua speranza in questa spiritualità ecumenica, speranza che è stata il motivo dell’invito a Chiara da parte dell’intero Consiglio Ecumenico della città. Dopo la preghiera della Sig.ra Sylvia von Kekulé, pastore della chiesa, la lettura di parte della I lettera di Giovanni. Poi prende la parola Martin Kruse, vescovo evangelico emerito di Berlino, da anni amico dei Focolari. Parla del suo primo incontro col Movimento attraverso Klaus Hemmerle, già vescovo di Aquisgrana, dell’impressione per l’ immediatezza con cui si accoglie la Parola di Dio, la si mette in vita e se ne sperimentano i frutti. E continua: “Oggi, tutte le Chiese hanno bisogno di riimparare l’alfabeto del Vangelo.” Poi parla Chiara, sotto il grande Crocifisso-Risorto. Dipinge con alcuni tocchi il quadro della nostra società: materialista, edonista, sempre più priva di valori. E mentre aumenta la necessità di un dialogo con persone di altre religioni, spesso ormai nostre concittadine, sembra ancora lontana la piena comunione tra i cristiani. Il rimedio? C’è. Chiara non lascia nessun dubbio: i cristiani, sia come singoli che come Chiese, devono riscoprire Dio come Amore e mettere Lui al primo posto. Come ad Aachen e a Muenster, anche a Berlino Chiara parla dell’”arte di amare“. Con forza e convinzione si rivolge ad ognuno personalmente. Ma, a differenza delle altre volte, qui si rivolge anche alle Chiese. Anche per intere comunità vale l’amare tutti, l’amare per primi, vedere in Gesù, che sulla croce per noi sperimenta persino l’abbandono del Padre, la misura dell’amore. Più volte incoraggia i presenti: “Provatelo! Provatelo subito, adesso, qui!” Non si accontenta di un discorso, vuole suscitare una risposta che coinvolge la vita. Parla del dialogo del popolo, di un unico popolo di Dio, dell’esperienza vissuta a Londra nel novembre ’96: la presenza del Risorto tra cattolici, anglicani e membri della altre chiese uniti dall’amore scambievole, le aveva dato l’impressione che niente e nessuno potrà mai dividerci se Lui è in mezzo a noi. Poi mette da parte le carte e fa una domanda a tutti: “Perché non anche qui e adesso?”. “Stasera – continua – siamo entrati come Chiese diverse. Dovremmo uscire come un unico popolo cristiano”. E’ questo il momento culmine, che tocca i cuori, che commuove, che fa scoppiare l’applauso. In una grande sala accanto segue un ricevimento. Chiara parla della sua predilezione per la Germania segnata da una doppia croce: la divisione politica e quella religiosa, di cui quella politica ormai è abbastanza risolta. Poi comunica un desiderio: “Quando verrò la prossima volta in Germania vorrei vedere anche un bel passo in avanti per quanto riguarda la seconda croce, la divisione tra le Chiese”. Un epilogo che sembrava superare il discorso tenuto in chiesa. Segue però un’altra finale, perché prima di accomiatarsi Chiara torna al microfono: “Perché non chiediamo ai due vescovi presenti (Sterzinsky e Kruse) di mostrare qui, adesso, davanti a tutti questo impegno?” La risposta è un fragoroso applauso. Con una stretta di mano viene espresso l’impegno di costruire quest’unico popolo di Dio. Ad essi si aggiunge anche il pastore battista Dietmar Luetz. Una nuova pagina si apre. (altro…)
Dic 3, 1998 | Ecumenismo
“Abbiamo sperimentato uno spostamento d’accento nella nostra visione dell’ecumenismo”. Così l’Oberkirchenrat emerito Johannes Merz, evangelico luterano, ha espresso in estrema sintesi le intense giornate vissute a fine novembre nella cittadella ecumenica di Ottmaring da 34 vescovi amici del Movimento dei Focolari di 7 Chiese, ortodossa, siro-ortodossa, anglicana, evangelico-luterana, vetero-cattolica, cattolica e Chiesa del Sud-India, provenienti da 12 Paesi. Tema-guida del Convegno è stato ‘L’amore cristiano come stile di vita ecumenico’. Con lo sguardo rivolto non a ciò che ci divide, ma alla grande ricchezza che i cristiani possono condividere e vivere insieme sin d’ora, si è aperto il convegno di quest’anno, il 17°, anche perché l’incontro era immerso nella vita pulsante della cittadella, in cui da più di 30 anni vivono sia cattolici del Movimento dei Focolari che la fraternità evangelico-luterana della Bruderschaft vom gemeinsamen Leben (Comunità di vita comune). Un “dialogo di popolo” quello che si è respirato sin dal primo momento, quando il convegno si è aperto con i vespri evangelici nella cappella gremita del Centro di incontri, e ogni volta che i vescovi si ritrovavano con gli abitanti della cittadella per assistere insieme alla liturgia di una delle Chiese presenti: momenti di profonda preghiera che hanno fatto assaporare le ricchezze delle Chiese d’Oriente e di quelle d’Occidente. Lo si è avvertito fortemente pure quando, in apertura di ogni giornata, dopo una meditazione biblica sul tema dell’amore cristiano proposta di giorno in giorno da un vescovo di una Chiesa diversa, giovani e famiglie di varie Chiese hanno raccontato esperienze di Vangelo vissuto e si è potuta cogliere in tutti una stessa vita ed una profonda comunione: la realtà di un unico popolo, quello di Cristo. E ancora quando si sono approfonditi gli effetti della spiritualità dell’unità nella Chiesa evangelico-luterana, anglicana e nelle Chiese d’Oriente: presentazioni incisive che hanno messo in luce come questa spiritualità non cancelli affatto i tesori che custodiscono le diverse tradizioni cristiane, ma anzi li illumini e li metta in rilievo. Ma il momento culmine è stato segnato dalla Preghiera ecumenica di inizio d’Avvento nella chiesa evangelico-luterana di Sant’Anna ad Augsburg. Nell’attiguo convento carmelitano Lutero aveva soggiornato nel 1518 durante i suoi colloqui con il cardinale Cajetano, ritenuti determinanti per i rapporti fra Lutero e Roma. In quel luogo carico di storia 900 persone sono convenute con i vescovi. Pezzi eseguiti con gli Ottoni e inni dei due cori della chiesa, il Madrigalchor ed il Posaunenchor, ben esprimevano la tradizione evangelica. Dopo alcune parole introduttive del decano dott. Rudolf Freudenberger e la lettura della preghiera di Gesù per l’unità – “Che siano uno, Padre, come io e te” – è intervenuta Chiara Lubich. In questo momento in cui persistono ostacoli sul cammino ecumenico, le sue parole sono scese in profondità. Non ha taciuto le difficoltà, ma ha dato loro un volto e un nome, quello di Gesù che sulla croce giunge a gridare l’abbandono del Padre “per riportare così gli uomini in seno al Padre e nel reciproco abbraccio”. “Non sarà difficile – ha detto – vedere proprio in Gesù abbandonato la stella più luminosa che deve illuminare il cammino ecumenico. In Lui la luce e la forza per non fermarsi nel trauma, nello spacco della divisione, ma per andare sempre al di là e trovarvi rimedio, tutto il rimedio possibile”. “L’amore reciproco con questa misura – ha ancora spiegato – porta ad attuare l’unità. Ed effetto dell’unità è la presenza viva di Gesù fra più persone nella comunità, come da lui promesso a due o più uniti nel suo nome. Gesù fra un cattolico e un evangelico che si amano, fra anglicani e ortodossi, fra un’armena e una riformata… Quanta pace sin d’ora, quanta luce per un retto cammino ecumenico. Avvertiremo di formare sin d’ora in certo modo, un solo popolo cristiano che potrà essere un lievito per la piena comunione tra le Chiese”. Parole che non solo hanno suscitato immediata adesione tra i presenti, ma che in quella chiesa erano un’esperienza viva, visibile. Piena la sintonia con il messaggio del card. Cassidy, Presidente del Pontifico Consiglio per l’unità dei cristiani, il quale, nella sua lettera ai vescovi, ha definito il Convegno “realtà e simbolo di koinonia (comunione)” ed ha invitato tutti a non dimenticare mai, tra le luci e ombre del cammino ecumenico “l’aiuto potente dello Spirito e la sua saggezza che ci infonde coraggio, determinazione, speranza”. E significativa la coincidenza con quanto il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I aveva espresso nel messaggio inviato ai vescovi, sottolineando l’urgenza di mostrare al mondo “in un modo tangibile e significativo che apparteniamo ad un’unica famiglia nella quale tutti i membri sono tra loro profondamente legati”. Se rimaniamo lontani gli uni dagli altri – aveva ribadito -“rafforziamo il senso di alienazione che investe la società umana contemporanea”. Il dialogo di popolo dunque, come via che apre nuove speranze, sigillata dal patto di amore vicendevole che i vescovi hanno stretto nella cappella del Centro di Ottmaring, rinnovando insieme le loro promesse battesimali. Ben esprimono l’esperienza e la speranza vissuta in quei giorni le parole del Patriarca Athenagoras citate dal metropolita rumeno-ortodosso Serafim nel suo intervento al Convegno: “Se uno si disarma, se si espropria, se si apre al Dio Uomo che fa nuove tutte le cose, allora, Lui cancella il passato e ci dona un tempo nuovo in cui tutto è possibile”. (altro…)