Ott 9, 2015 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Cari Padri sinodali, cari fratelli e sorelle, nel riprendere questa mattina i lavori della Congregazione generale vorrei invitarvi a dedicare la preghiera dell’Ora Terza all’intenzione della riconciliazione e della pace in Medio Oriente. Siamo dolorosamente colpiti e seguiamo con profonda preoccupazione quanto sta avvenendo in Siria, in Iraq, a Gerusalemme e in Cisgiordania, dove assistiamo ad una escalation della violenza che coinvolge civili innocenti e continua ad alimentare una crisi umanitaria di enormi proporzioni. La guerra porta distruzione e moltiplica le sofferenze delle popolazioni. Speranza e progresso vengono solo da scelte di pace. Uniamoci, dunque, in una intensa e fiduciosa preghiera al Signore, una preghiera che intende essere al tempo stesso espressione di vicinanza ai fratelli Patriarchi e Vescovi qui presenti, che provengono da quelle regioni, ai loro sacerdoti e fedeli, come pure a tutti coloro che la abitano. Nello stesso tempo rivolgo, insieme al Sinodo, un accorato appello alla comunità internazionale, perché trovi il modo di aiutare efficacemente le parti interessate, ad allargare i propri orizzonti al di là degli interessi immediati e ad usare gli strumenti del diritto internazionale, della diplomazia, per risolvere i conflitti in corso. Desidero infine che estendiamo la nostra preghiera anche a quelle zone del continente africano che stanno vivendo analoghe situazioni di conflitto. Per tutti interceda Maria, Regina della pace e amorosa Madre dei suoi figli». Fonte: Vatican.va (altro…)
Ott 9, 2015 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Difficile quantificare le cifre – fonti Misna riferiscono 60 morti e 300 feriti – e descrivere il susseguirsi dei fatti in un Paese che da marzo 2013, quando un gruppo di ribelli ha rovesciato il presidente in carica, è sprofondato in una grave crisi politica che periodicamente mostra una recrudescenza. Come in questi giorni. «La situazione socio-politica è peggiorata – scrive Geneviève Sanzé, originaria della Repubblica Centro Africana – Famiglie cristiane vivono tra la casa e il bosco, per non farsi trovare in casa (si rischia la vita). Un sacerdote, che vive nel nord dove la situazione è molto tesa, ospita 12.000 rifugiati nella sua parrocchia, al riparo dai proiettili che fioccano da ogni dove. Non sa come curarli e dare loro da mangiare. Nella regione non c’è più nessuna autorità amministrativa, politica o militare e c’è anche il rischio di bombe nei posti affollati». E dal Focolare di Bangui scrivono: «Ci stavamo preparando a fare qualcosa di concreto per la mobilitazione per la pace di cui anche il nostro Paese ha tanto bisogno: una competizione sportiva con squadre miste composte da cristiani e musulmani insieme; una marcia per la riconciliazione, fatta da tutti i gruppi, di etnie, confessioni e religioni diverse; un concerto con vari gruppi musicali, tra cui il nostro, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esigenza e la necessità della pace per il bene di tutti; proseguire le visite ai rifugiati qui a Bangui, e nella prigione. A queste azioni ad altre ancora, avevamo invitato i nostri amici musulmani, e di varie chiese cristiane per realizzarle insieme ed avevano aderito con entusiasmo». «Il primo appuntamento, fissato per il 26 settembre, non c’è stato, perché quel giorno qui a Bangui è scoppiato un massacro – racconta Bernardine, che lavora in Nunziatura -. Tutto è cominciato con la scoperta di un corpo senza vita di un giovane musulmano in un quartiere abitato dai cristiani. Ma finora non si sa chi l’ha ucciso, in quali condizioni. Nel giro di qualche ora, le case dei non musulmani sono state assalite e molte persone uccise». Morti, saccheggi, distruzione di case, chiese, scuole, uffici degli organismi internazionali, e tanti sfollati, tra i quali alcuni della comunità dei Focolari. C’è chi ha perso parenti vicini. «Ci incoraggiamo a vicenda – scrivono – a continuare ad amare, ognuno dove si trova, pronti a “morire per la nostra gente”. Pregate anche voi con noi, per noi e per tutti quelli che vivono nelle situazioni simili». Per giorni la città è sembrata morta. «Non si andava al lavoro – scrive ancora Bernardine – i negozi chiusi, le uniche macchine sulla strada, quelle delle nazione unite e dei militari francesi. La popolazione ha organizzato una manifestazione richiamando tutti alla disobbedienza civile, chiedendo il ripristino di un’armata nazionale che difenda la popolazione. Durante la manifestazione sono morte altre persone e si è fermato tutto. In questi giorni la situazione è migliorata un po’, abbiamo ripreso le attività, anche se le scuole sono ancora chiuse. Siamo nelle mani di Dio e crediamo sempre al Suo amore, presto o tardi ci sarà la pace anche nella RCA». E questa speranza è sostenuta dall’attesa della visita del Papa alla fine di novembre: «Tutta la popolazione infatti – racconta Fidelia, del focolare di Bangui – senza distinzione di etnie, religioni, aspetta con gioia la sua venuta. Si sente nell’aria che la gente lo attende come portatore di speranza. Tutti si stanno preparando materialmente e spiritualmente per avere il cuore disposto ad accogliere tutte le grazie che la visita di Francesco porterà». (altro…)
Ott 7, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

© Focolari-Alain Boudre
Le settimane sociali francesi hanno una grande tradizione: nate nel 1904, da sempre il loro scopo è far conoscere il pensiero sociale cristiano e portarne la luce sulle questioni della società: in esse quindi la dottrina sociale della Chiesa viene applicata ai problemi del tempo. Il titolo di questa edizione, alla quale hanno partecipato quasi 2000 persone, era: “Religioni e culture, risorse per immaginare il mondo”. I temi più presenti, come si può immaginare vista la loro attualità, i migranti e l’ambiente, riportato con forza al centro dell’attenzione del mondo dalla recente enciclica di Papa Francesco Laudato Sì.

© Focolari-Alain Boudre
Tutta la prima giornata è stata incentrata sulla situazione di oggi riferita a questi temi. Il secondo giorno è stata dedicato completamente al contributo che le religioni possono dare a queste emergenze. L’ultima giornata è stata infine incentrata tutta sull’Enciclica Laudato Sì, che è stata commentata da diversi punti di vista.Luigino Bruni è intervenuto nella seconda giornata, sabato 3 ottobre, nell’ambito della tavola rotonda dal titolo: “Rinnovare la visione della mondializzazione con le religioni”. L’idea era quella di riflettere su come immaginare insieme un mondo “finito” e comune in un mondo con culture diverse e livelli di sviluppo molto disuguali. Tre religioni, cristiana, mussulmana e buddista sono entrate in dialogo a partire dai rispettivi testi legati alla creazione.A dialogare con Luigino Bruni Cheikh Khaled Bentounes, mussulmano, guida spirituale della confraternità soufi Alâwiyya (fondatore degli scouts mussulmani e fra i promotori del festival interreligioso “Vivre Ensemble à Cannes” ) e Philippe Cornu, buddista, presidente dell’Institut d’Études Bouddhiques.

© Focolari-Alain Boudre
A Anouk Grevin, che traduceva Luigino in simultanea, chiediamo di raccontarci qualcosa di quell’ora davvero particolare: “Ciascuno nel suo intervento ha citato un testo sulla creazione della propria tradizione religiosa, commentandolo, e traendo spunti davvero molto profondi, con un’ascolto in sala attentissimo e molto intenso. Alla fine, in maniera un po’ inaspettata, Luigino ha posto alcune domande ai suoi interlocutori e questo ha dato origine ad un dialogo molto profondo e fraterno: decisamente una bella testimonianza di dialogo interreligioso in cui emergeva stima reciproca e venivano in luce tanti punti in comune delle rispettive visioni. Il dialogo si è concluso con un abbraccio fraterno dei tre, con scoppio di applausi in tutta la sala.” L’intervento di Luigino Bruni, “Una riflessione antropologica ed economica a partire dai primi capitoli della Genesi”, ha toccato i temi della creazione, della terra, della fraternità; di Adam e Caino; di Noè e della Torre di Babele, riportandoli all’oggi. Luigino ha concluso così il suo intervento: “Fuori dall’Eden, nel giardino della storia, la nuova lingua dell’Adam non la troveremo tornando indietro o fermando la storia dentro torri di simili; la potremo ritrovare solo camminando inseguendo una voce, un arcobaleno, una stella, un arameo errante. Oggi in Europa, nei tempi dei diluvi finanziari e sociali, sta tornando forte la tentazione di Babele. Ma si stanno anche moltiplicando i Noè, che combattono le barche della morte e i loro trafficanti dando vita a arche di salvezza, a tutti i livelli. Dobbiamo continuare ad abbattere le alte torri, e a costruire arche per salvare e salvarci dai vecchi e nuovi diluvi. Ma soprattutto dobbiamo salvare i figli, i figli nostri e le figlie e i figli di tutti. È per loro la terra promessa. ”Intervento completo di Luigino Bruni Fonte: EdC online
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Ott 7, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Avevamo qualche timore nell’intraprendere un viaggio tanto impegnativo, ma fin dall’invito giuntoci da Mons. Anthony Chirayath, vescovo della diocesi di Sagar (quella in cui si trova la nuova chiesa dedicata a Chiara Luce) ci è sembrato di capire che nostra figlia ne fosse felice e che ci spingesse a partire. Era un’altra occasione – questa davvero inaspettata – che Chiara ci offriva per cooperare a diffondere il suo messaggio, tanto più in un luogo così lontano e in contesti tanto diversi».
Lo raccontano Maria Teresa e Ruggero Badano, genitori della beata Chiara Luce, al loro rientro dall’India. «Ancora adesso – continuano – non riusciamo a renderci ben conto della grandezza di quanto è accaduto: a due genitori è stata data la grazia di presenziare all’inaugurazione di una parrocchia, e per di più in una diocesi di 40.000 chilometri quadrati, dove i cristiani sono 0,01%!». «La nostra Chiara non finisce di sorprenderci. Ogni giorno ringraziamo Dio per averci dato una figlia così e Gli chiediamo di renderci degni di questo Suo grandissimo dono».
La chiesa di Sironi è stata intitolata alla Beata per espressa volontà di mons. Chirayath, che ha appreso della vita di Chiara Luce durante uno dei suoi viaggi in Italia – riporta l’agenzia Asia News. Avendo in mente la numerosa popolazione giovanile che risiede nella cittadina indiana, il vescovo di Sagar ha intuito che la vita della ragazza potesse fungere da “esempio e ispirazione” per i molti giovani. E per i genitori questa è stata «l’ennesima prova che Chiara è davvero un modello, un’ispirazione, una sorella per tutti, a prescindere dalle loro fedi, dalle culture e dalle latitudini». Leggi anche: India: una chiesa dedicata a Chiara Luce Badano, “esempio e ispirazione” per i giovani (altro…)
Ott 5, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Abbiamo lavorato sodo. Per tre anni ci siamo messe in ascolto delle migliaia di persone, soprattutto giovani, che abbiamo incontrato a casa nostra o nei nostri tour. Abbiamo composto musica, scritto testi, ma soprattutto abbiamo cercato di “vivere” nel senso letterale del termine: mettendoci in gioco, rischiando, accogliendo il bello e il brutto dell’umanità. Non vediamo l’ora di partire per la Gran Bretagna: andiamo per accogliere e condividere, ma anche per dare». A parlare è Sally McAllister, manager del Gen Verde, irlandese di nascita e inglese d’adozione: «Ho vissuto a Londra per più di 30 anni e ho imparato a conoscere e amare la gente. Quindi è con grande gioia che rispondiamo all’invito di tornare lì». I Focolari sono presenti in Gran Bretagna dal 1963 in parecchie città del Regno Unito e i suoi membri sono cattolici, anglicani, fedeli delle Chiese Libere. Ci sono anche musulmani e sikhs che, nel loro piccolo, sono una vera testimonianza di unità vissuta, sofferta e realizzata nel quotidiano. «Perché’ ci hanno chiamati? – continua Sally – Sono state le comunità dei Focolari ad organizzare l’intero tour. Una ventina di gruppi di giovani e adulti, famiglie, sparsi nel Regno Unito. Lo abbiamo sognato e organizzato insieme a tutti. Ci hanno detto di voler aprire di più e meglio mani e cuore, ricomporre rapporti, sconfiggere odio e diffidenza; incontrare la gente e comunicare il dono della comunione nella diversità». «Ci è voluto coraggio e posso dire che questa gente ne ha da vendere!. Faremo 12 date per un totale di 7 spettacoli “Start Now” e cinque concerti acustici, accanto a diversi altri appuntamenti». Ascoltando Sally si comprende che i concerti non sono altro che la punta dell’iceberg del tour, se così si può dire e che il viaggio musicale del Gen Verde nel Regno Unito può toccare le corde della gente. «Ci esibiremo in città complesse come Londra, Birmingham, Glasgow, Oxford, Liverpool, Portsmouth e Cardiff – spiega Sally – con un tessuto sociale e culturale che è stato definito post-cristiano, disgregato, ma dove anche le dimensioni ecumenica e interreligiosa sono tuttora forti. Attraverso la musica, le parole e le coreografie racconteremo la vita che c’è tra noi e in tante parti del mondo: una vita fatta di comunione, fraternità, sacrificio e reciprocità. Vogliamo far emergere il ‘molto di più’ che c’è ma non si racconta della società britannica, quella che si spende per gli altri ma che rischia di rimanere nascosta dietro i titoli dei media che spesso gridano esclusione, difesa, paura». A Londra il Gen Verde incontrerà anche i giovani del Centro Islamico, su invito dell’imam dr. Mohammad Ali Shomali. Un appuntamento per nulla scontato di questi tempi. «Puntiamo sui valori che ci uniscono e vogliamo lavorare insieme». Dalla passione che Sally ci mette, è evidente che proprio i giovani avranno un posto privilegiato in questo tour: «Sono il termometro della società, ne vivono spesso gli abissi più oscuri e non è un mistero che anche in Gran Bretagna, come in altri Paesi europei, violenza e suicidi sono in forte ascesa tra gli under 30». Nel nuovo show che andrà in scena in Gran Bretagna ci saranno anche i pezzi nuovi di “On The Other Side”, l’album ora in uscita . «È dedicato proprio ai giovani e i temi sono universali. Si tratta di un viaggio in quattro tappe: si parte con le sfide, quelle profonde, che ti fanno guardare dentro; poi arriva la domanda: è possibile superarle? e infine l’invito ad uscire da sé per costruire il presente e il futuro insieme e che abbiamo voluto chiamare “No frontiers”, senza frontiere, perché insieme possiamo fare la differenza». (altro…)
Ott 2, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Ospitare nell’ordinario lo straordinario, esercitando l’occhio a vedere l’albero che cresce: se mancassero i profeti la vita sarebbe luogo di pessimismo e non della speranza che ci unisce». È possibile riassumere in queste parole dell’economista Luigino Bruni la Convention nazionale delle reti di Economia di Comunione, nell’ambito della sesta edizione di LoppianoLab che ha registrato più di duemila arrivi da tutto il Paese e non solo. Economia di Comunione, modello per ripartire. «Solo rigenerando le relazioni si vince la paura e riparte l’economia: mentre oggi sfiducia e pessimismo frenano la ripresa in Europa e in Occidente, abbiamo osato guardare l’economia con gli occhi dei giovani africani – ha esordito Bruni. Se vogliamo contribuire alla rinascita dell’economia, occorre rigenerare i territori, le famiglie, i rapporti, riscoprire e praticare le virtù civili». “Oltre la paura. Cultura del dialogo, cittadinanza attiva, economia civile” è stato non a caso il titolo scelto per l’edizione LoppianoLab 2015, promossa dal Gruppo editoriale Città Nuova, Polo Lionello Bonfanti–Economia di Comunione (EdC), Istituto Universitario Sophia (IUS) e Centro internazionale di Loppiano (FI). Ovviamente pressante il richiamo al settore economico, nell’ambito del quale in Italia sono circa 200 le aziende, 800 nel mondo, che aderiscono e mettono al centro dell’agire economico l’uomo e la dimensione relazionale, aderendo all’Economia di comunione.
Sognando l’Africa. Frequenti i richiami al congresso internazionale EdC svoltosi nel maggio scorso a Nairobi, a proposito del quale Geneviéve Sanze, economista centrafricana, ha raccontato la “vitalità”. Nel suo continente, ad oggi sono circa una trentina le aziende che hanno aderito al progetto ed è nata una rete di sostegno ai giovani da parte degli imprenditori EdC. «L’Economia è una scienza della ricchezza, vorrebbero farci pensare: si pensa che bisogna andare nelle grandi metropoli per praticarla, ma con l’EdC è diventata scienza di comunione – ha affermato. Scambio, dialogo, fraternità: abbiamo capito a Nairobi che ogni persona porta ricchezza nella sua comprensione e nella sua unicità, così come l’imprenditore con creatività cerca di arricchire il suo luogo, il suo territorio senza omologarsi a standard lontani dall’attenzione alle periferie bisognose. Parlare di economia a livello internazionale partendo dall’Africa è veramente un processo nuovo, ma lo è ancora di più quando si parla del contributo che l’Africa può dare, più che ricevere, dando così fiducia e nuovo slancio agli stessi africani per accrescere le loro possibilità nei loro paesi». L’Africa è un continente giovane, hanno testimoniato due studenti africani impegnati all’Istituto Universitario Sophia a Loppiano, Gloria e Melchiot: «Fare sognare i giovani in Africa significa evitare il fenomeno dell’immigrazione: perché non pensare ad aprire imprese in Africa, fare trovare loro lavoro lì?». Due progetti EdC. «A Nairobi sono partiti due progetti economici ed è stata annunciata la nascita di un corso di laurea in Economia di Comunione all’università CUIB (Catholic University Institute of Buea) in Camerun – spiega Anouk Grevin, economista (Università di Nantes e Istituto Universitario Sophia) –: dal 2017 prenderà il via l’incubatore “Siobhan” a sostegno della nascita di nuove aziende in Africa. Il secondo progetto, intitolato a François Neveux, pioniere francese dell’EdC, metterà in contatto imprenditori di tutto il mondo, dando vita ad una rete di accompagnamento economico e progettuale, indirizzata soprattutto ai giovani imprenditori». fonte: Città Nuova (altro…)