«Abbiamo lavorato sodo. Per tre anni ci siamo messe in ascolto delle migliaia di persone, soprattutto giovani, che abbiamo incontrato a casa nostra o nei nostri tour. Abbiamo composto musica, scritto testi, ma soprattutto abbiamo cercato di “vivere” nel senso letterale del termine: mettendoci in gioco, rischiando, accogliendo il bello e il brutto dell’umanità. Non vediamo l’ora di partire per la Gran Bretagna: andiamo per accogliere e condividere, ma anche per dare». A parlare è Sally McAllister, manager del Gen Verde, irlandese di nascita e inglese d’adozione: «Ho vissuto a Londra per più di 30 anni e ho imparato a conoscere e amare la gente. Quindi è con grande gioia che rispondiamo all’invito di tornare lì». I Focolari sono presenti in Gran Bretagna dal 1963 in parecchie città del Regno Unito e i suoi membri sono cattolici, anglicani, fedeli delle Chiese Libere. Ci sono anche musulmani e sikhs che, nel loro piccolo, sono una vera testimonianza di unità vissuta, sofferta e realizzata nel quotidiano. «Perché’ ci hanno chiamati? – continua Sally – Sono state le comunità dei Focolari ad organizzare l’intero tour. Una ventina di gruppi di giovani e adulti, famiglie, sparsi nel Regno Unito. Lo abbiamo sognato e organizzato insieme a tutti. Ci hanno detto di voler aprire di più e meglio mani e cuore, ricomporre rapporti, sconfiggere odio e diffidenza; incontrare la gente e comunicare il dono della comunione nella diversità». «Ci è voluto coraggio e posso dire che questa gente ne ha da vendere!. Faremo 12 date per un totale di 7 spettacoli “Start Now” e cinque concerti acustici, accanto a diversi altri appuntamenti». Ascoltando Sally si comprende che i concerti non sono altro che la punta dell’iceberg del tour, se così si può dire e che il viaggio musicale del Gen Verde nel Regno Unito può toccare le corde della gente. «Ci esibiremo in città complesse come Londra, Birmingham, Glasgow, Oxford, Liverpool, Portsmouth e Cardiff – spiega Sally – con un tessuto sociale e culturale che è stato definito post-cristiano, disgregato, ma dove anche le dimensioni ecumenica e interreligiosa sono tuttora forti. Attraverso la musica, le parole e le coreografie racconteremo la vita che c’è tra noi e in tante parti del mondo: una vita fatta di comunione, fraternità, sacrificio e reciprocità. Vogliamo far emergere il ‘molto di più’ che c’è ma non si racconta della società britannica, quella che si spende per gli altri ma che rischia di rimanere nascosta dietro i titoli dei media che spesso gridano esclusione, difesa, paura». A Londra il Gen Verde incontrerà anche i giovani del Centro Islamico, su invito dell’imam dr. Mohammad Ali Shomali. Un appuntamento per nulla scontato di questi tempi. «Puntiamo sui valori che ci uniscono e vogliamo lavorare insieme». Dalla passione che Sally ci mette, è evidente che proprio i giovani avranno un posto privilegiato in questo tour: «Sono il termometro della società, ne vivono spesso gli abissi più oscuri e non è un mistero che anche in Gran Bretagna, come in altri Paesi europei, violenza e suicidi sono in forte ascesa tra gli under 30». Nel nuovo show che andrà in scena in Gran Bretagna ci saranno anche i pezzi nuovi di “On The Other Side”, l’album ora in uscita . «È dedicato proprio ai giovani e i temi sono universali. Si tratta di un viaggio in quattro tappe: si parte con le sfide, quelle profonde, che ti fanno guardare dentro; poi arriva la domanda: è possibile superarle? e infine l’invito ad uscire da sé per costruire il presente e il futuro insieme e che abbiamo voluto chiamare “No frontiers”, senza frontiere, perché insieme possiamo fare la differenza».
Portare i pesi degli altri
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