Movimento dei Focolari

Loppiano (Firenze): L’Italia dell’economia civile

L’Italia dell’Economia civile è il titolo del primo convegno nazionale promosso dalla Scuola di Economia Civile (SEC), che ha sede al Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti (Burchio – Figline e Incisa Valdarno –FI). Obiettivo del convegno che si terrà dall’11 al 13 giugno prossimi è la misurazione del valore, o meglio, dei valori civili dell’impresa, intesa come attore di prim’ordine nella costruzione del bene comune, luogo di relazioni autentiche che generano benessere sociale, spazio che pone al centro la persona con i suoi talenti, le potenzialità al servizio della comunità, del Paese. Il 13 giugno sarà presente il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, che interverrà sul ruolo dell’impresa nella costruzione di un welfare a misura della persona e della società civile. Tra i relatori ci saranno gli economisti Stefano Zamagni (Università di Bologna), Luigino Bruni (LUMSA), Enrico Giovannini e Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata), Pier Luigi Sacco (UIAV Venezia), Elena Granata, docente in Tecnica e pianificazione urbanistica ( Politecnico Milano), Helen Alford, preside della facoltà di Scienze sociali (Pontificia Università San Tommaso d’Aquino – Angelicum di Roma), Aldo Bonomi (fondatore del Consorzio AAster, Consorzio Agenti di Sviluppo del Territorio) e i dirigenti Cesare Vitali (Banca Etica), Claudia Benedetti (Federcasse) e Luca Raffaele (Grandi imprese e PMI). “Come riconoscere e misurare tali valori? – si domanda Silvia Vacca, imprenditrice e presidente SEC. – Oggi l’economia ma anche la nostra quotidianità, sono regolati dal PIL e dagli indicatori del bilancio. Indicatori parziali che raccontano solo una parte molto limitata dell’azione dell’impresa sul territorio che di fatto si traduce anche in posti di lavoro, ricaduta produttiva, indotto, sostenibilità ambientale, ecc. . Tutto questo come lo misuriamo? In questo convegno vogliamo approfondire il grande tema della responsabilità d’impresa e inquadrare quegli indicatori che stabiliscono in quale misura un’impresa può dirsi “civile”, in quanto produttrice di valori quali bene comune, civiltà, rispetto dell’ambiente, della persona, qualità della vita”. Il convegno, che d’ora in avanti avrà cadenza annuale, giunge a due anni dall’inizio dei corsi, durante i quali la Scuola di Economia civile ha formato oltre un centinaio tra dirigenti d’impresa, di banche, di organizzazioni, docenti, liberi professionisti, dipendenti, studenti universitari, alla prassi e alla promozione di una cultura d’impresa e di mercato civile e civilizzante, che pone al centro dell’agire economico la persona, i suoi bisogni, le sue aspirazioni e contribuisce alla sua “fioritura” e al suo sviluppo umano integrale. Il convegno è aperto a tutti gli interessati.  Programma Per informazioni e prenotazioni: Tel. 055/8330400 – segreteria@scuoladieconomiacivile.it – www.scuoladieconomiacivile.it Ufficio stampa: Stefania Tanesini – Mob.: +39 3385658244 www.scuoladieconomiacivile.it http://www.pololionellobonfanti.it

Italia: Dedicata a Chiara Lubich una rotonda

Italia: Dedicata a Chiara Lubich una rotonda

324x180-rimini-rotonda-chiara-lubich-1Con una cerimonia tenutasi sabato 30 maggio, è stata intitolata a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari e cittadina onoraria di Rimini, la rotatoria posta tra via Savonarola, viale Giacomo Matteotti e via dei Mille, prospiciente il complesso universitario “Navigare Necesse”. “Atto d’attenzione a una figura importante legata alla nostra città – ha detto l’assessore ai Servizi Generali del Comune di Rimini Irina Imola che ha aperto la cerimonia -. Ringrazio per questo tutte le autorità presenti e i tanti che dall’opera di Chiara Lubich hanno tratto insegnamento e conforto.” Nel 1997 la Municipalità di Rimini volle conferire a Chiara Lubich la Cittadinanza onoraria “per la sua opera di costruzione – si legge tra le motivazioni espresse dal Consiglio Comunale della città – di una civiltà dell’amore, della tolleranza e della solidarietà tra i popoli.” Fonte: Altarimini online (altro…)

Economia di Comunione in Africa: una impresa non basta

Economia di Comunione in Africa: una impresa non basta

EdC_05Per guardare al futuro, l’ultima mattinata ha visto il Congresso rivolgere lo sguardo particolarissimo alle nuove generazioni. Dalle prime battute, Anouk Grevin – Docente di Management presso l’Università di Nantes e membro della Commissione internazionale EdC – coinvolge i presenti: “Quando nasce un bambino, tutta la comunità ne prende cura, il figlio che nasce è di tutti”, scoppia un applauso perché questa affermazione rappresenta uno dei valori più cari ai popoli africani (“per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” ndr). Poi spiega: “Con i giovani  che hanno frequentato la International EoC School, abbiamo vissuto dei sogni meravigliosi”. Con tanto entusiasmo Anouk fa il giro della sala; le pareti sono tappezzate dai progetti dei giovani, i loro sogni, e Anouk li legge. Con una creatività singolare e con una passione difficilmente descrivibile, questi giovani presentano i loro progetti: alcuni sono già in via di realizzazione, altri sono ancora soltanto “sogni”, ma per loro non importa! Alla sua domanda: “Vogliamo lasciarli soli?”. La risposta dalla sala è immediata, altrettanto appassionata e coinvolgente: alcuni imprenditori si succedono al microfono per esprimere il desiderio e l’impegno nel farsi primi sostenitori di questi sogni. John Mundell lancia un appello ai suoi amici:aprire le proprie aziende per introdurre le nuove generazioni al mondo di lavoro: “L’esperienza nelle imprese EdC fa sperimentare la ricchezza dei rapporti veri oltre la professionalità!EdC_02Le vicende di vita vissuta di imprenditori -soprattutto giovani- da varie parti del mondo fanno intravedere un futuro migliore: dall’Italia, all’Argentina, al Paraguay, fino alla presentazione di una tesi sull’EdC di una giovane brasiliana che sta per concludere gli studi all’Istituto Sophia. Se oggi, lo sguardo è rivolto al futuro-presente, è anche un momento importante di impegni forti e vincolanti: “Dobbiamo prometterci di non tornare mai più indietro – è l’augurio di Luigino Bruni – In questi giorni abbiamo vissuto dei miracoli, le nostre storie di vita vanno annunciate a tutti. L’Edc non è un bene di consumo, ci sono tante persone nel mondo che aspettano. Dobbiamo continuare ad essere dei “produttori” di comunione e non solo dei suoi consumatori”. Il documento finale è un richiamo forte. La promessa di spendere la propria vita per una economia di comunione.  A questo punto gli imprenditori vogliono lasciare un segno del loro impegno personale che si materializza in un “patto”, che, liberamente, chi se la sente sigilla con una firma.

EoC_10A “chiudere” il Congresso è Genéviève Sanzé: “Si dice che le cose belle finiscono, ma penso che dobbiamo cambiare questa frase. Abbiamo vissuto un Congresso così fraterno, così gioioso, non può finire, ora incomincia veramente la nostra corsa, è il momento di uscire, ed andare verso il mondo”.

Una impresa non basta, in analogia con“una città non basta”, uno degli scritti più noti di Chiara Lubich, nutre la riflessione finale di questi cinque ricchissimi giorni, e accende la passione per vivere un grande sogno, vedere il mondo “invaso” delle imprese EdC. “Con un Dio che ti visita ogni mattina, se lo si desideri, una città è troppo poco … punta più lontano: al tuo paese, al mondo. Che ogni tuo respiro sia per questo; per questo ogni tua azione…”. Fonte: edc-online.org (altro…)