Ott 12, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’Auditorium di Loppiano era affollato, lo scorso 3 ottobre, in un clima di grande interesse. In programma, una serata di dialogo su “Agostino d’Ippona: una eredità, una risorsa”, inserita nella cornice della quinta edizione di LoppianoLab, promossa dall’Istituto Universitario Sophia (IUS) e da Città Nuova Editrice; moderata da Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, il maggior quotidiano cattolico italiano. Sul palco, due “tra i massimi esponenti del pensiero creativo italiano”, secondo Michele Zanzucchi direttore di Città Nuova: il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti e il preside dello IUS, teologo e filosofo Piero Coda. Si è trattato di una “lezione straordinaria” offerta in una prospettiva dialogica e arricchita dalle stimolanti domande degli studenti, che hanno posto questioni rispetto all’attualità del pensiero di questo “gigante” della Chiesa e dalla filosofia. Nonostante le differenti fisionomie dei due ospiti principali e la spiccata diversità di alcune loro valutazioni in relazioni all’opera del vescovo di Ippona, non si è assistito ad un duello retorico né ad un confronto astratto e lontano dalla vita, quanto piuttosto all’esito appassionante che l’arte del dialogo è in grado di produrre, quando conoscenza e condivisione si intrecciano in un esercizio trasparente, aperto all’intelligenza della verità. Il filosofo Galimberti ha attribuito al vescovo di Ippona la responsabilità di avere introdotto nella cultura occidentale un’impostazione individualista sottolineando il dualismo anima/corpo, e di averlo fatto partendo da una religione, come quella cristiana, che attribuisce un valore centrale nella propria riflessione proprio alla corporeità («E il Verbo si fece carne», scrive Giovanni nel prologo al suo Vangelo). Piero Coda, d’altro canto, ha evidenziato come Agostino sia “lo scopritore dell’interiorità” in ambito cristiano. Un’interiorità intesa come luogo in cui avviene l’incontro dell’uomo con Dio, ove l’uomo raggiunge la propria realizzazione piena come essere corporeo e spirituale nel contempo. Il “torna in te stesso… trascendi anche te stesso”, da cui inizia la grande riflessione agostiniana, significa dunque ritornare in sè senza che ciò significhi chiudersi in una cieca introspezione, ma per cogliere il senso che è anche fuori da noi stessi. L’interiorità di Agostino è abitata da Cristo e quindi dal rapporto con l’altro: è qui che il dibattito affronta il concetto di “relazione”, giacché Dio rivela Gesù Cristo, il quale a sua volta parla di Dio come padre e fa appello al legame universale della fraternità. Terzo concetto emerso nitidamente è stato quello di “città” dal momento che è stato proprio Agostino a scrivere il “De Civitate Dei”, un’opera che tratta dell’immagine di una città che abbraccia persone di ogni appartenenza, aperta alla ricerca del bene comune che ha radice in quel Sommo Bene che è Dio, attraverso la vita del Vangelo. Tre sguardi, dunque, che offrono nuove ragioni di senso in grado di orientare anche la società di oggi verso una integrazione sempre più piena. Uomo insoddisfatto delle certezze consolanti, instancabile ricercatore della verità, Agostino dunque si è rivelato anche in questa occasione un personaggio capace di superare i secoli e di parlare a giovani e adulti di tutte le latitudini. Un punto di riferimento al quale guardare per cercare le radici della “persona”, di un popolo, per capire meglio il presente e ideare proposte anche per il futuro. Fonte: IUS online (altro…)
Ott 11, 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo
«Lavoro in una scuola a rischio. Un’esperienza che ho fatto alla fine dell’anno è stata per me una conferma di come ognuno di noi possa essere costruttore di unità nel proprio ambiente. Si è verificato infatti un brutto episodio che vedeva coinvolto un professore contro la preside e altri colleghi. C’è stato un momento molto difficile durante un consiglio di classe in cui io verbalizzavo. Sono arrivati i carabinieri, l’autoambulanza, ecc; il clima era incandescente. Sono, poi, partite lettere d’ingiunzione, minacce di querele, denunce… È stato un momento molto negativo, vedevo i colleghi schierarsi con l’uno o con l’altro, mettere a volte ancora più zizzania e poi farsi ognuno i fatti propri. Stavo male, il verbale che dovevo fare era impegnativo, ho cercato di scrivere solo i fatti. Cercavo di ascoltare tutti senza pregiudizi. Sentivo che dovevo fare qualcosa per ricostruire i rapporti. Le varie parti si fidavano di me per come avevo lavorato durante l’anno, per il mio rapporto con gli alunni, le famiglie, i colleghi. Ero in questo stato, aspettando un’occasione, quando mi chiama la preside chiedendomi di fare qualcosa per riappacificare gli animi. A questo punto mi sono messa davanti a Gesù Eucarestia chiedendogli di farmi essere un suo canale, perché sapevo di non essere capace di risolvere quella situazione con le mie sole forze. Allora, con tanto batticuore, ho chiamato il collega coinvolto e ora a rischio di licenziamento. Un idealista con un grande senso della giustizia e, a mio parere, molto onesto; non credente ma in ricerca, con cui durante l’anno avevo istaurato un rapporto profondo basato su principi comuni. Lui, appena ha visto il mio interesse verso la sua situazione si è subito sciolto. Abbiamo parlato della sua vita, delle sue motivazioni e si è detto pronto a tornare sui suoi passi, a chiedere scusa per alcuni atteggiamenti avuti, non certo per i principi che difendeva”. Sono andata poi dalla Preside; anche lì ascolto e condivisione. Alla fine si sono incontrati e chiariti, dissipando i tanti malintesi che altri avevano generato. Dopo altri incontri la situazione si è sistemata. Per tutti è stato un sollievo, un poter ricominciare e guardare avanti. Il mio collega mi ha detto: “Ti ringrazio soprattutto perché mi sono liberato dal rancore ed ho perdonato, in modo laico, cioè sono riuscito ad andare oltre”. Io, invece, sapevo che dovevo ringraziare Dio per il suo amore e la sua misericordia». (G. B. – Italia) (altro…)
Ott 10, 2014 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«In Olanda non ci sono le guerre, non c’è la povertà come in altri paesi del mondo, non abbiamo i disastri naturali né la persecuzione dei cristiani o di altri popoli. Viviamo in un paese libero in cui possiamo fare e dire quello che vogliamo. E forse questa libertà era in quel momento il mio nemico più grande». Comincia così il racconto di Laura, una giovane olandese che ha partecipato attivamente alla realizzazione della 35ª Giornata nazionale per i giovani cattolici dell’Olanda. Un festival con musica dal vivo, stand, condivisione di esperienze: quest’anno, per la prima volta, i giorni sono stati 2, e sono stati ospitati dalla cittadella dei Focolari a Marienkroon (Nieuwkuijk), in un paesaggio suggestivo tra i boschi. Erano 700 i giovani arrivati lì nel weekend del 28 e 29 giugno. «È stato un festival proprio bello, pieno di gioia e sole, molto informale – continua Laura – Le band suonavano, qualcuno mangiava zucchero filato o partecipava ad un workshop, c’era sempre qualcosa da fare o sperimentare». Durante la preparazione, la tv nazionale Talpa, contatta gli organizzatori. Si tratta di partecipare a un reality in cui un attore e un cantante visitano diversi gruppi in Olanda che condividono una passione o uno stile di vita. Trascorrono un po’ di tempo con loro, interviste e una cena per dire grazie. Quando hanno sentito parlare di questo festival per i giovani cattolici, hanno chiesto di passare il fine settimana con loro. «In questo periodo di grande critica nei confronti della Chiesa cattolica in Olanda, ci sembrava che questa poteva essere un’opportunità grande per mostrare a tutta la nazione una chiesa giovane, vivace e piena di forza e coraggio. Allo stesso tempo avevamo un po’ di timore, non sapendo come le interviste sarebbero state modificate per la trasmissione finale». Vengono scelti tre giovani da intervistare durante il festival, tra questi anche Laura: «Durante le conversazioni precedenti all’intervista finale, ho capito che volevano creare un’immagine di un giovane cattolico secondo un preciso stereotipo: noioso e con una visione limitata sul mondo. Domande sui rapporti pre-matrimoniali, su vivere e predicare il Vangelo, sui pregiudizi che esistono nella Chiesa oggi e le scelte che stavo facendo nella vita in quel momento. Ci ho dovuto pensare qualche giorno prima di accettare l’invito. Tanti pensieri mi giravano in testa: ‘Non si sa chi guarderà questo programma. Forse i miei amici dell’università, i vicini di casa, professori, persone che non mi accettano a causa della mia fede’. Ero sicura che con questa intervista avrei trasmesso una certa immagine di me a tutto il Paese, l’immagine di una ragazza che dedica la sua vita alla Chiesa e alla costruzione di un mondo unito. E questo non mi lasciava tranquilla. Ho dovuto fare un passo grandissimo per superare questa paura di rivelare la mia anima, i miei ideali, davanti ad un pubblico di un milione e mezzo di persone. Alla fine ho detto di sì. L’intervista è andata molto bene. Ci saranno le persone che vedranno l’intervista e faranno commenti negativi o non vorranno più rimanere in contatto con me. Però l’Amore intenso e infinito che sento dentro di me per essere rimasta fedele a Dio e al suo piano su di me come giovane cattolica mi dà una grandissima gioia. Non avrei potuto dare una testimonianza più grande della mia fede e della mia passione per un mondo unito». (altro…)
Ott 9, 2014 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Un falò con le maschere di un carnevale fuori stagione. È il gesto simbolico con cui si conclude la festa dei giovani alla Mariapoli Lia lo scorso 28 settembre. Una giornata attesa da tempo e preparata con cura dai giovani che vivono un’esperienza di fraternità nella cittadella argentina dei Focolari. “Vediamo molti problemi nel nostro mondo, e qualcuno aspetta che siano gli altri a cercare soluzioni. Qui siamo 90 giovani di 20 Paesi che hanno deciso di non aspettare più. Vogliamo essere i protagonisti di questo cambiamento, e abbiamo scoperto la ricetta: lavorare per costruire l’unità della famiglia umana”. Esordiscono così, dal palco della festa, i giovani organizzatori, rivolgendosi ai 1000 giovani che hanno raccolto il loro invito. Provengono dall’Argentina, Paraguay, Uruguay e Brasile. I 400 che vengono dalle città più lontane arrivano già dal giorno prima: approfondiscono lo stile di vita della cittadella con varie attività: visite guidate nei vari posti di lavoro, le piccole aziende dove ciascuno si impegna mettendo a frutto i propri talenti. E la sera, la prima proposta shock: una notte senza alcol, ma con musica, ballo, coreografie nel miglior stile giovane, e… la risposta è entusiasta!
La mattina presto arriva un saluto inatteso, col quale l’impegno di ciascuno risulta potenziato da un appoggio di dimensione mondiale. Al Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Italia) l’Assemblea dei Focolari volge al termine e la presidente Maria Voce saluta le persone sparse in tutto il mondo durante una diretta internet: «Permettetemi che oggi faccia un saluto speciale. Mi riferisco ai giovani della Mariapoli Lia, in Argentina, che stanno per cominciare la Festa dei giovani. Siamo tutti con loro, perché possano esprimere la loro gioia e coinvolgere coloro che parteciperanno, nel tema che hanno scelto: “Vivamos esta locura”, viviamo questa pazzia».
Pazzia che fa da sfondo a tutta la manifestazione. Maschere e colori da tutte le provenienze e un sole splendente creano il clima ideale per l’inizio della festa. All’improvviso irrompe una murga (gruppi teatrali caratteristici dell’Uruguay) che invade la scena, e da lì escono i vari personaggi che danno vita a canzoni, danze o pezzi teatrali. Alcuni portano le proprie testimonianze sull’essere autentici nelle desisioni prese, su come vivere il momento presente e fare una scelta decisa di Gesù come Ideale della vita. E continuano: “Da pazzi quali siamo, viviamo qui, nella Mariapoli Lia, e cominciamo un cammino che ci porta alla fraternità, dedicando un anno della nostra vita per vivere, nel concreto, l’amore di cui parla il Vangelo, un amore pronto a dare la vita fino alla fine”. “È esattamente questa “pazzia dell’amore” che si può donare quando si cerca di accogliersi così come siamo, togliendo le maschere che ci fanno essere solo “uno in più” in una moltitudine senza forma”. Dopo questa proposta audace si va avanti con momenti di preghiera, giochi, workshop per concludere dando fuoco alle maschere che ciascuno aveva ricevuto all’arrivo. Un invito a portare nei posti dove ciascuno vive, studia, lavora, la “locura”: la pazzia sperimentata in questo giorno di festa. (altro…)
Ott 8, 2014 | Centro internazionale, Chiesa, Cultura, Famiglie, Focolari nel Mondo
La situazione della famiglia nel mondo: tra tanti problemi aperti, quali note di speranza? Il primo motivo di speranza è il Sinodo stesso. L’ha voluto papa Francesco, segno che la famiglia è una priorità anche per lui. Nella gente è cresciuta la fiducia nella Chiesa come istituzione, riconoscendovi un appiglio cui la famiglia può ancorarsi. Altro segno di speranza è l’enorme potenziale delle tante famiglie che vivono la fedeltà coniugale, l’apertura alla vita, che si fanno carico dei problemi di altre famiglie segnate dalla separazione. Sono famiglie per così dire “risorsa”, capaci di condividere i pesi e di accompagnare gli altri perché non si sentano esclusi dalla Chiesa o, peggio, dall’amore di Dio. Si sottolinea la necessità di rivolgersi alle difficoltà delle famiglie con uno sguardo di rinnovata misericordia. Sarà questo l’atteggiamento prevalente al Sinodo? Mi sembra illusorio attendersi soluzioni straordinarie e universali. Speriamo piuttosto che emerga quel potenziale della famiglia di cui parlavo prima, e non solo le criticità. Non si può ridurre comunque il problema alla questione sacramentale. I sacramenti sono segni efficaci della grazia. Possono essercene anche degli altri. Mi ha scritto recentemente una donna, profondamente cristiana, sposata civilmente con un divorziato, che, nel disagio per la sua condizione, non si è mai sentita fuori dalla Chiesa. Al momento della distribuzione dell’Eucaristia anche lei si mette in fila e la benedizione che riceve dal sacerdote rafforza in lei la presenza di Gesù. “Sto facendo un cammino”, dice. Un cammino di fede, al di là dei sacramenti, che può portarla alla santità. Uno dei punti su cui le Chiese locali insistono, è la difficoltà a comprendere il messaggio della Chiesa su matrimonio e famiglia. Contenuti da rivedere o linguaggio da riadattare? Sui contenuti dei documenti del magistero ci possono essere obiezioni da parte di chi vorrebbe conformare alla propria misura il disegno di Dio sull’uomo e la donna. Sul linguaggio invece ci sarebbe qualcosa da suggerire, specie per documenti che implicano questioni morali. C’è bisogno di maggior chiarezza, semplicità e sintesi. La famiglia media vive sollecitata da mille incombenze e stress e non ha tempo per leggere. I documenti del magistero dovrebbero presentarsi agili, capaci di comprendere le fatiche di chi, pur mettendocela tutta, si sente vulnerabile. Nel confronto con le giovani coppie la Chiesa si trova di fronte a un problema di ri-evangelizzazione che è, allo stesso tempo, un problema educativo. Quali spazi di manovra? Alla recente udienza concessa ai Focolari papa Francesco ha ricordato, fra l’altro, il dovere di “fare scuola” e di riversare su tutti i doni ricevuti. Questa suggestione a noi è molto cara. I Focolari, infatti, promuovono – e siamo impegnati a renderla sempre più adeguata – una formazione permanente dai bambini ai lavoratori, dai fidanzati agli anziani, dai giovani alle persone separate, e così via. Va detto però che nel campo della famiglia, e delle giovani famiglie, giocano molto i mezzi di comunicazione, in positivo ma di più in senso negativo. Si assiste a spettacoli che insinuano stili di vita trasgressivi e propongono modelli di uomo e di donna privi di riferimenti valoriali. Sono tuttavia convinta che lo spazio per far breccia c’è. Individualismo e crisi anche economica. Quali le iniziative dei Focolari per contrastare questa mentalità? È importante la rete di famiglie capaci di farsi prossime a quelle in difficoltà, con un accompagnamento discreto che supporti la riconciliazione. Per coppie poi che attraversano gravi difficoltà coniugali, abbiamo creato percorsi residenziali nelle cittadelle del Movimento. Mediante tecniche relazionali a cura di esperti, ma soprattutto a contatto con la spiritualità dell’unità, riescono a ritrovare se stesse con la speranza di un futuro insieme. Allacciamo rapporti e avviamo percorsi con chi si è separato, o è stato lasciato, per abbracciare la loro solitudine e rafforzare il loro impegno di fedeltà al sacramento. Si tengono iniziative per coppie in nuova unione, condividendo l’esperienza educativa dei figli e nel desiderio di far sperimentare che la chiesa, e prima ancora l’amore di Dio, li accoglie. Ultimamente abbiamo intensificato l’impegno nell’ottica della prevenzione, sia nel “lavorare” di più per le giovani famiglie, sia nel ridare ai giovani l’incanto del “per sempre”. Fonte: Avvenire online (altro…)
Ott 6, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Economia, gender, educazione, famiglia, immigrazione e intercultura, gioco d’azzardo, riforme e partecipazione politica; imprese che “prediligono” i poveri al profitto: sono tra i temi toccati nei 15 laboratori di LoppianoLab, dal 3 al 5 ottobre. Sulla questione del gender, si è dato spazio non solo alla riflessione sulla scottante problematica, ma soprattutto alla condivisione di storie, dolori, esperienze, nello sforzo di stimolare il dialogo tra le diverse sensibilità. Riguardo al gioco d’azzardo, si è parlato delle oltre 60 città raggiunte dal Movimento Slotmob, in sostegno agli esercenti di bar e luoghi pubblici che hanno rifiutato le slot machine, numerose le iniziative sociali e culturali per il risanamento di persone, luoghi e comunità da questa piaga. Sul fronte economico, la Virtual Expo e la Convention di Economia di Comunione hanno permesso di disegnare una vera e propria mappa nazionale delle aziende che aderiscono al progetto EdC. Inoltre, al Polo Lionello Bonfanti, è in partenza il progetto “La Toscana verso Expo 2015” in collaborazione con la Regione Toscana: una serie di eventi preparatori sui temi del bene comune, della biodiversità e forme d’impresa, dell’economia civile e della felicità pubblica.
Una Workshop School di EdC, un Seminario delle Scuole di Formazione Politica promosse dal Movimento Politico per l’Unità, e le proposte dell’Istituto Universitario Sophia, hanno sottolineato l’impegno dei numerosi giovani presenti a LoppianoLab a costruire reti trasversali sul territorio non solo con le istituzioni e la politica, ma anche con il mondo imprenditoriale e del lavoro. «Solo una società in cui tornare a fidarsi l’uno dell’altro può definirsi correttamente civile; solo allora potremo dirci l’un l’altro: ‘non importa da dove vieni, purché si possa andare avanti insieme’», ha affermato Luca Gentile, direttore editoriale di Città Nuova.
Una partecipazione inattesa nei 3 giorni di LoppianoLab: 3.000 sono, infatti, le presenze registrate. Tra queste, il premier Matteo Renzi, che ha fatto tappa nella cittadella dei Focolari nel corso della festa per il 50° per «portare la stima, l’amicizia, la vicinanza di tutte le istituzioni italiane». Il Presidente del Consiglio ha riportato l’attenzione su tre tematiche: l’unità, prima di tutto, che definisce «scelta politica con la “P” maiuscola», «una grande sfida politica che nasce da una straordinaria intuizione». Il Polo imprenditoriale e la scommessa dell’Economia di Comunione, che costituiscono «un nuovo modello per l’economia, un paradigma economico per il nostro tempo», in cui «c’è bisogno di riflettere su come la crisi ha cambiato il nostro sistema produttivo e occupazionale». Infine, ricordando la definizione di Loppiano dello scienziato Ugo Amaldi («Città della fiducia»), Renzi ha sottolineato quanto oggi ci sia bisogno di fiducia: «Fiducia venuta meno ormai non solo nelle relazioni interpersonali, ma soprattutto nel futuro». Mentre accoglienza, dialogo e cura dell’istruzione per generare il bene comune – non solo dell’Italia, ma dell’umanità – sono i punti emersi nel video messaggio di papa Francesco, vera sorpresa per gli abitanti della cittadella e tutti i partecipanti a LoppianoLab, con il suo augurio a «guardare avanti e puntare in alto con fiducia, coraggio e fantasia».
Foto su Flickr: www.flickr.com/photos/sif_loppiano/15436576965/ Rivedi la diretta http://vimeo.com/album/2594769/video/108039234 (altro…)