Lug 15, 2014 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Come mai ci viene chiesto questo contributo? La prima reazione della mia gente è stata la sorpresa, racconta Patience Lobe del Camerun. Ma poi si è messa in moto questa dimensione della nostra cultura: quando è la comunità che chiede, bisogna dare una risposta, affrontando le questioni prima di tutto in famiglia. Così le risposte inviate alla commissione erano frutto di una riflessione comune, non tanto espressioni dell’individuo». Patience è uno dei 20 membri della commissione che ha raccolto e ordinato riflessioni, analisi e bilanci delle comunità dei Focolari nel mondo. Sono 3050 gli interventi arrivati, e oltre 600 quelli confluiti nel documento dei giovani dei Focolari. Rappresentano un tesoro prezioso e mostrano il vasto coinvolgimento e partecipazione al processo di preparazione dell’Assemblea generale che viene convocata ogni 6 anni. Ne è emersa una “fotografia” dei Focolari nelle diverse espressioni vocazionali, geografiche e generazionali, con le sue sfide, speranze, criticità, gratitudine, gioia per il cammino fatto e con aspirazioni e proposte alla luce del carisma dell’unità. «All’inizio di questo lavoro, pensavamo all’Assemblea come il momento per eleggere i nuovi responsabili del Movimento», spiega Bill Neu, degli Stati Uniti. «Ma poi ne abbiamo colto l’importanza per accogliere le istanze che arrivano da tutto il Movimento e affrontarle».
Per Padre Egidio Canil, francescano conventuale di Assisi, inoltre, «avendo esperienza di altri capitoli, assemblee, sinodi ecclesiali, religiosi, posso dire che il “metodo” di Gesù in mezzo [Mt 18,20 “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”] è un metodo originale e nuovo, nuovissimo, nella Chiesa e anche nella società. Cioè: porre Gesù presente fra i membri di un’assemblea prima di procedere. In modo che poi sia Dio, presente tra loro, uniti nel nome di Gesù, che rende presente lo Spirito Santo, a guidare i lavori e anche a produrre per tutta l’Opera frutti all’altezza del progetto di Dio. Questo dell’unità è il carisma su cui poggia il Movimento dei Focolari, che diversamente non potrebbe operare». E Giuliana, focolarina in India: «Per questo lavoro ci siamo trovati con le varie comunità e c’è stata subito una grande adesione nel dire la propria idea. Ho constatato l’amore che c’è per quest’Opera, un richiamo di autenticità per vivere meglio – con un richiamo alle radici -, per il fine per il quale è nata, per il mondo». Pablo Loyola, volontario dell’Argentina, confida: «C’erano tanti dubbi, all’inizio su come procedere. Come questo lavoro sarebbe stato percepito? Facendo una sintesi, vediamo che il risultato va aldilà delle aspettative. Posso dire che si ascoltano tutte le voci. Io cerco di portare la voce dell’Ispano America, che rappresento. La sfida adesso è che questo lavoro di coinvolgimento continui». Obiettivo e augurio per chi parteciperà ai lavori: porsi in ascolto di quanto emerso per comprendere insieme come proseguire il cammino del “popolo dei Focolari” nei prossimi anni. E intanto, all’approssimarsi della Assemblea, il 7 luglio scorso la presidente Maria Voce in una lettera ha scritto: «Mentre rimetto il mandato completamente allo Spirito Santo, in attesa di scoprire quanto Lui vorrà indicarci, voglio condividere con voi i tre sentimenti che dominano in questo momento nella mia anima: gratitudine, gioia, nuovo slancio». Una “comunione” profonda col desiderio dichiarato di «moltiplicare tali sentimenti di gratitudine, gioia e impegno e farci ripartire, tutti insieme e nessuno escluso, in questa straordinaria avventura». (altro…)
Lug 14, 2014 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Montet, Svizzera, 15 agosto 2001. Chiara Lubich è attorniata da 50 giovani tra i 20 e i 30 anni che stanno per dar vita, insieme ai professori del Centro studi dei Focolari, la Scuola Abba, ai prodromi del futuro Istituto Universitario Sophia. Il desiderio di Chiara è trasmettere loro, direttamente dal suo cuore, l’esperienza particolare che vede protagonisti lei e il deputato italiano Igino Giordani, attratto dalla nascente spiritualità, e che sta alla base del Movimento dei Focolari. Si tratta del “Patto di unità”, sulla base dell’Eucaristia. Era il 16 luglio 1949, Chiara aveva appena 29 anni. http://vimeo.com/100116616 Il “Patto” del 16 luglio 1949 è oggetto di studio del volume “Il Patto del ’49 nell’esperienza di Chiara Lubich”. (altro…)
Lug 13, 2014 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Spiritualità
L’autore ripercorre i punti essenziali della concezione cristiana di Dio sottolineando il fatto che essa comporta anche una nuova comprensione che l’uomo può avere di sé. Comprensione che si traduce in novità di vita, non solo personale ma anche sociale. Gesù – ricorda Don Foresi – è esplicito su questo punto: l’amore che egli ci chiede riguarda sia Dio sia ogni prossimo. La spiritualità dell’unità, poi, sottolinea e “ripropone” con forza un aspetto essenziale di questo amore: quello della reciprocità, come a dire che se l’amore vuole essere veramente come Dio lo ha pensato, deve essere reciproco. […] «Quando Gesù, ormai prossimo alla morte, volle riassumere l’intero insegnamento che aveva dato durante la sua vita, disse le più semplici parole che mai pensatore poteva formulare: “Amatevi gli uni gli altri” (Gv 15,12). Sono parole che tutti capiscono, la persona meno colta come il più grande scienziato e letterato; sono parole traducibili in ogni lingua, penetrabili in ogni cultura, dell’Oriente come dell’Occidente. Ed è così perché l’amore è il mistero dell’origine della vita tra gli uomini. È, infatti, dall’amore di due persone – marito e moglie – che i figli ricevono la vita e nasce quella cellula fondamentale della società che è la famiglia. È inoltre l’amore vicendevole tra genitori e figli che ne consente lo sviluppo umano, fisico e psicologico. Ed è ancora l’amore che permette la convivenza armonica nel mondo civile. Per tale ragione, quelle parole possono essere subito colte e afferrate da tutti. Molte volte, però, meditandole, non si entra in tutta la loro profondità. Quelle parole racchiudono il segreto profondo del mistero dell’essere. Se, infatti, tutti gli uomini, […] di qualunque condizione, possono capire subito quelle parole, se esse hanno, di fatto, un valore reale nella vita delle famiglie e dei popoli, è perché racchiudono una realtà profonda, che concerne l’essere stesso di Dio. È infatti nell’amore vicendevole che si rivela, per noi cristiani, la realtà intima ed essenziale di Dio, il suo essere Trinità, il suo essere amore reciproco tra Padre, Figlio e Spirito Santo, ciascuno dei quali è l’Unico Dio. Ed è perciò nel comandamento dell’amore reciproco che l’umanità viene chiamata a vivere sul modello della vita della Trinità. Questo è, in sintesi, il significato della parola “agape”». Pasquale Foresi, Luce che si incarna. Commento ai 12 punti della spiritualità dell’unità, Città Nuova editrice, 2014 pp. 46-47 [stralcio dal discorso al Simposio buddhista-cristiano, aprile 2004, Castelgandolfo, Roma] (altro…)
Lug 12, 2014 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Una scia nel cielo. È il titolo della docu-fiction che racconta l’appassionante storia di Vincenzo “Eletto” Folonari, giovane rampollo di una ricca famiglia italiana, che lascia tutto per seguire Gesù. “Ho scelto Dio e nessunissima altra cosa” è una delle sue frasi celebri. http://vimeo.com/100491503 Dalla presentazione:
«Era giovane. Ricco. Bello. Aveva tutto quello che alla sua età si può desiderare. Ma Vincenzo guardava lontano, voleva di più dalla sua vita. Conobbe lo spirito dei Focolari, lasciò ogni cosa per un ideale: la fraternità universale. Sparì in un giorno d’estate, tra le onde del lago di Bracciano. Ma la sua morte non fu vana. Fu la spinta per la nascita del Movimento Gen. Giovani, ragazzi, bambini presenti oggi in 182 Paesi del mondo. Era quello il suo sogno. Si chiamava Vincenzo. Ma per tutti era Eletto». Per l’acquisto del dvd (disponibile in varie lingue): http://editrice.cittanuova.it/s/38125/Una_scia_nel_cielo.html (altro…)
Lug 11, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Avviare l’attività produttiva non è stato facile. Difficoltà economiche che non permettono di lasciare un reddito sicuro, finché arriva il momento giusto, e Donatella Paolini Baldi ce la fa: «Il numero delle famiglie di api e il quantitativo di miele prodotto è aumentato – racconta – al punto da permettermi di chiedere la partita Iva, fare le varie iscrizioni, costituire una vera e propria aziendina, lasciare l’altro lavoro e avere un piccolo reddito come apicoltrice». “Miele di spiaggia” profumato e aromatico è il prodotto forte della sua piccola impresa, realizzato con l’aiuto dell’Ente di un parco naturale regionale toscano: una qualità particolare che ha anche ricevuto dei premi. Inserita nei Gruppi di acquisto come fornitore di miele, fa parte anche del “distretto di economia solidale”: un patto tra organizzazioni, gruppi di acquisto, produttori e cittadini (consumatori) che mira a rendere sostenibile produzione e consumo. Si tratta di una rete di aziende con finalità simili, che guardano sempre più alle produzioni locali con pochi intermediari, alle energie rinnovabili, alle coltivazioni biologiche, e propone una serie di servizi e prodotti ad alto contenuto sociale ed etico.
Lo stile dell’Economia di Comunione permea tutta l’attività della piccola azienda produttrice di miele: autotassandosi quando – nonostante la buona produzione – non è stato possibile pagare entrambi gli stipendi (il proprio e quello di Pietro, un giovane collaboratore). O resistendo al “canto delle sirene” quando alle porte di un bando regionale per i contributi all’apicoltura, le viene proposto un escamotage per ottenere maggiori vantaggi. «Ho molto sofferto pensando al materiale che potevo avere gratis – racconta Donatella – o meglio a spese della comunità e immaginato la derisione dei miei colleghi, ma ho detto un no sofferto, ma no! Parlare di correttezza è facile, ma andare contro-corrente è “duretta”. L’azienda è poi risultata idonea al contributo ed è stata interamente finanziata, contenta che questo mio comportamento abbia reso finanziabili apicoltori (ignari) inseriti dopo di me in graduatoria». Nella “mieleria” di cui si avvale per l’estrazione del miele, l’imprenditrice viene a contatto con G., un operaio che sta finendo di scontare lì la sua pena. «Pur rassicurata dal responsabile della struttura, dall’assistente sociale e dall’avvocato, mi era molto difficile accettare di passare insieme a lui da sola molte ore di lavoro. Prima di conoscerlo mi avevano infatti raccontato con dovizia di particolari i suoi trascorsi di pluriomicida… Quando me lo sono trovato davanti, alto e robusto, gentile e servizievole, questo muro continuava ad essere presente tra me e lui». Finché un giorno G. ascolta una telefonata. «Stavo parlando con un amica che si sfogava con me cercando comprensione e aiuto. Cercando di sostenere in lei alcuni comportamenti: vederci nuovi tutte le mattine, vedere il positivo l’uno nell’altro. G. aveva afferrato bene il senso delle mie parole tanto che mi ha ringraziata. Il suo grazie mi è stato di luce…». E ancora, puntuali interventi provvidenziali, letti come azione del “socio nascosto”, Dio, al quale Donatella e il suo collaboratore Pietro si affidano continuamente. «Un anno particolarmente difficile per il freddo e l’intensa pioggia ha compromesso le fioriture e quindi la produzione di miele. Tra gli apicoltori c’è un tam tam di telefonate. In questo clima, S. apicoltore che con il suo lavoro mantiene la famiglia, mi telefona piangendo. Non sa cosa fare, è disperato. Cerca una fioritura importante come quella del girasole, ma non sa dove poterla trovare. Gli dico di stare tranquillo e di avere fiducia. Sfido la ritrosia, cerco e trovo dei campi che… confinano con 10 ettari di girasole. Possiamo mettere le casette delle api nel suo terreno poi loro voleranno sul girasole del vicino, contento di collaborare. Non so se avremo abbondante produzione di miele, ma il chiedere e il dare hanno proprio la stessa valenza». (altro…)
Lug 9, 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
http://vimeo.com/album/2915095/video/98153073 L’imprenditore è uno che insegue un’idea produttiva. Quella di John Mundell, di Indianapolis (USA), è piuttosto originale. L’azienda di questo ingegnere civile, nella quale lavorano 19 collaboratori, aderisce al progetto dell’Economia di Comunione (EdC). Nel mondo ci sono circa un migliaio di aziende che aderiscono a questo modo di agire evangelico nell’ambito economico, con una forte presenza in Europa e con una notevole crescita nelle regioni dell’America Latina e dell’Africa. La semplice ma vincente idea lanciata da Mundell si chiama “The Company Cube” (Dado per le aziende). Si tratta di un simpatico strumento che aiuta a vivere in modo pratico lo stile di vita proprio dell’Economia di Comunione. The Company Cube, è un modo pratico per ricordare i valori che creano un ambiente di lavoro fondato sul mutuo rispetto, sull’impegno e la responsabilità condivisa. Non solo, punta più in alto, e cioè si propone come un quotidiano “modus operandi” per attuare dei cambiamenti sociali mediante decisioni centrate sulla persona. E come funziona? “Prendi il dado e… gettalo – spiega John Mundell –. Leggi la faccia che esce e prova a viverlo nel tuo posto di lavoro. A fine giornata pensa a come è cambiato il tuo agire e condividi la tua esperienza: Gettalo, Leggilo, Vivilo, Condividilo. Sperimenta i risultati sorprendenti!”. Ma cosa c’è scritto sulle facce del dado? Costruisci (rapporti ogni giorno!), Aiuta (con azioni, non solo parole!), Condividi (conoscenze, tempo, te stesso!), Valorizza (ogni persona, ogni idea!), Sii Primo (ad aiutare gli altri!), Controcorrente (possono essere amici!). A proposito di “Controcorrente”, una collega racconta: “Quando ho scoperto che una mia concorrente aveva vinto un progetto per il quale tutti e due avevamo mandato una proposta, l’ho chiamata per complimentarmi con lei. È stata molto sorpresa della telefonata. Durante la conversazione mi ha spiegato quello che aveva preparato, fornendomi così un utile suggerimento per un mio nuovo progetto”. Nell’agosto del 2013, durante un congresso internazionale dell’EdC svolto a Città del Messico, dal titolo “Persona e comunione, per una rifondazione dell’Economia”, John Mundell ha lanciato “The Company Cube” nella sua versione in spagnolo: “El cubo de la Compañía”. Per saperne di più: The Company Cube (altro…)