Argentina: Cantiere “Uomo Mondo”

L’attesa dei ragazzi latino americani

Dal Paraguay: si presenta il cantiere Uomo Mondo in una radio
L’attesa dei ragazzi latino americani
Dal Paraguay: si presenta il cantiere Uomo Mondo in una radio
Barcelona, capitale della Catalogna che pulsa di sperimentazione e innovazione, è stata il contenitore ideale per esplorare nuovi campi e nuove frontiere dell’Architettura nel workshop internazionale ArquitecturaLimite, che si è svolto dal 15 al 18 giugno. Vi hanno partecipato in 30 tra giovani architetti, docenti, studenti di architettura provenienti dalla Spagna, dall’Italia, dalla Colombia, e con il contributo di docenti del Politecnico di Barcelona –EPSEB-UPC, di ‘Università Senza Frontiere’, dell’Università di ‘La Salle’ di Barcelona, di studi professionali e scuole tecniche di bio-architettura (ad esempio costruzione di mattoni con soli materiali ecologici).
Il programma ha permesso di analizzare tematiche e tecniche low cost per affrontare soluzioni progettuali in contesti estremi. Si è approfondito il concetto di limite, le tecniche low tech (tecnologie semplici) la gestione dei processi partecipativi e di cooperazione. Grande la risposta a più livelli, sia di docenti che di studenti, che esprimeva l’esigenza di mantenersi in rete, rimettendo in discussione in questi tempi di forti cambiamenti della società, quelle che sono le certezze della disciplina. Cosa ti porti nello zaino e dove andiamo adesso? Sono le due domande a cui i partecipanti hanno risposto in lavori di gruppo: «L’architettura deve essere per la gente e costruita insieme alla gente in modo condiviso: è un cambiamento culturale». «Mi porto via un senso etico profondo: non sto costruendo scuole, ma educazione; non un centro di salute, ma sanità». E ancora: «Sostituire la parola: ‘lavorare’ per i paesi in via di sviluppo, con ‘andiamo a condividere’». Ciascuno è partito con un carico di esperienze, di valori, di sogni. Si sono evidenziati e disegnati alcuni scenari possibili per interventi in alcuni progetti di Cooperazione Internazionale da concretizzarsi nel 2015, in collaborazione con l’Ong Azione per un Mondo Unito (AMU). Si pensa ad Haiti, Madagascar, Filippine. Il prossimo appuntamento di Dialoghi in Architettura, promotore dell’evento spagnolo, è il workshop interdisciplinare nazionale «I ‘Varchi’», una settimana per musicisti, architetti, cineasti, letterati, in Italia, a Montefalcone Appennino, dal 27 luglio al 2 agosto.
Diretta streaming da Loppiano, sabato 21 giugno alle 15,30: http://live.focolare.org/loppiano
“Grazie Eletto!”: un viaggio tra storia e prospettive nella vita di Eletto Folonari, negli sviluppi della cittadella di Loppiano che a partire dall’ottobre prossimo festeggerà i suoi primi 50 anni di vita, e del Movimento Gen di cui ha accompagnato i primissimi passi. In una lettera a Chiara Lubich, Eletto scriveva: “Ho scelto Dio per sempre e solo Lui! Nessunissima altra cosa!”. Le comunica quindi di voler dare al Movimento dei Focolari tutti i beni avuti in eredità – tra cui gli 80 ettari su cui oggi sorge la cittadella di Loppiano ( Firenze)- aggiungendo: “Non avevo nessun merito per possederli, perché ricevuti gratis”. Una delle caratteristiche di Eletto, poi, era il suo rapporto con i bambini ed i ragazzi del Movimento che Chiara stessa gli aveva affidato nei primi anni ‘60. “Perché vogliamo dire grazie ad Eletto?” – spiegano i gen che stanno organizzando l’appuntamento del 21 giugno prossimo a Loppiano – “Innanzi tutto per quel suo Sì a Dio, incondizionato che è all’origine di quanto poi l’Eterno Padre ha operato attraverso di lui, cioè la nascita della prima delle 33 cittadelle dei Focolari e del Movimento Gen oggi sparso in tutto il mondo”. Sì, perché è stato questo il suo merito fondamentale: Eletto ha saputo mettersi completamente al servizio dell’azione divina come ha bene espresso Igino Giordani, che ne è stato il primo biografo. Nella conclusione al volume del 1965 che porta come titolo proprio “Vincenzo Folonari”, scrive che la sua caratteristica più nota fu l’umiltà e che lui: «… resta il tipo di quell’apostolato dei laici moderni (…). È in fondo la santità quale è richiesta oggi in una società democratica, di tipo comunitario, globalmente dissacrata: evangelizzazione dall’interno, senza apparati, mossa da solo amore (…)». Il pomeriggio (con inizio alle 15.30 in diretta streaming) offre un viaggio tra storia e prospettive nella vita di Eletto. Presenti i famigliari e alcuni dei “primi popetti”, come venivano chiamati i bambini in dialetto trentino, che partecipavano alle prime Mariapoli di Fiera di Primiero (Dolomiti) e che Eletto seguiva e amava. Non mancheranno poi musica e danze da diversi Paesi e la presenza di tanti gen, testimoni delle azioni e della diffusione del Movimento Gen dagli anni ’60 ad oggi, nei cinque continenti. (altro…)
«Ad Ascoli Piceno, città del Centro Italia, i Focolari sono presenti in numerose parrocchie della città, in molti organismi ecclesiali, oltre che in tanti ambienti della vita professionale e civica. Tanti nostri concittadini hanno conosciuto l’Ideale dell’unità, infatti, negli incontri proposti dal Movimento diocesano dei Focolari. Sogniamo la nostra come una città fraterna, guardiamo innanzitutto alle relazioni che la animano, al bene che vi circola, all’impegno profuso da tanti in diversi settori e ne restiamo meravigliati. Cerchiamo di tessere una rete di relazioni tra persone, tra istituzioni laiche e religiose, associazioni, movimenti, mettendone in luce il loro specifico al fine di realizzare il bene comune. La città diventa laboratorio di fraternità. A questo scopo abbiamo costituito una associazione che già nel titolo dice il nostro obiettivo “Amolamiacittà” onlus. Intorno ad essa si costituisce un consenso “trasversale” tra associazioni e movimenti della società civile che iniziano con noi a lavorare per la fraternità. Anche le istituzioni pubbliche iniziano a collaborare con noi attraverso questo nuovo strumento di cui ci siamo dotati. Numerose sono le iniziative che prendono vita, coinvolgendo le diverse realtà ecclesiali presenti in città, insieme agli appartenenti al Movimento e tanti cittadini. Come la “Settimana Mondo Unito” dei giovani, le “Fiere primavera” dei ragazzi, le “Festa della fantasia”, durante il periodo del Carnevale, la “Settimana della famiglia”, “Città sul palco”, con il coinvolgimento delle scuole delle diverse arti presenti in città, le vacanze sulla neve “Inscieme è meglio”, la “Stanza delle meraviglie”, nella quale la bellezza profondamente condivisa, diviene “luogo” di conoscenza delle meraviglie del mondo. Il progetto “E per scuola… la città”, le campagne contro il gioco d’azzardo, il “Capodanno di tutti”, forse una vera icona di tutto il progetto “Amo-la-mia-città”. Nel Capodanno, infatti, vediamo la città fraterna che vorremmo, caratterizzata dal senso di famiglia che rende vicine le distanze, lontane le paure e belle le diversità. Un frutto di tutta questa vita che inonda la città lo viviamo nel 2009 quando il premio “Chiara Lubich per la fraternità” viene conferito ad Ascoli Piceno per il progetto “Amo-la-mia-città”. Il Consiglio comunale, negli interventi esprime il desiderio che il conferimento del premio segni un nuovo modo di lavorare per la città, una “compromissione” delle posizioni personali e di partito in vista del bene comune. La città di Ascoli è conosciuta anche per il prezioso pizzo a tombolo, che si costruisce intrecciando insieme tanti fili sottili da mani esperte che a volte diventano veri capolavori. Sentiamo che legati dall’amore reciproco possiamo tessere tanti legami di fraternità con tutti e contribuire ad aprire la nostra città al mondo unito». (R.C. Ascoli Piceno) (altro…)
«Eccoci a Qum, la capitale religiosa dell’Islam sciita iraniano. Una città che si descrive con alcune cifre: poco meno di un milione di abitanti, centinaia di università, istituzioni accademiche, seminari religiosi, fra cui spicca quello femminile che arriva a 12 mila studentesse. Ci sono circa quarantamila studenti di Corano e di altri aspetti dell’Islam. La prima mattinata in questa “città santa”, si conclude con un momento di grande spiritualità ed intenso coinvolgimento emotivo proprio in questo luogo. Ci avviamo ad entrare in quello che tutti considerano uno dei luoghi più visitati della tradizione sciita nel mondo: il santuario intitolato a Fatima Masumah, donna morta molto giovane, non ancora trentenne e, neanche ancora sposata. Fatima era la sorella dell’Imam Ali ibn Musa Rida (l’ottavo imam, secondo la tradizione sciita) e la figlia del settimo Imam (Musa al Kdhim). La tradizione di questa parte dell’Islam considera spesso le donne come sante, soprattutto quanto sono parenti di uno degli imam. Qui le nostre guide, gentilissime e che si esprimono in perfetto inglese, ci dicono che si arriva a 15 milioni di pellegrini all’anno. Quello che più colpisce in questo ambiente è la fede, la spiritualità e la profondità del senso del sacro. Vivere una giornata in questo ambiente, significa immergersi nel mondo della mistica e dello spirito al di là delle parole e di quanto si vede e si tocca: lo si sperimenta! Serenità e pace: l’Iran che non ti aspetteresti. È serena la vita austera e impegnata di Qum, dove l’impegno a conoscere, a studiare, a seguire la via della sapienza islamica e delle sue leggi, occupa mente e cuore delle persone con evidenti riflessi sociali. È impressionante il numero di biblioteche, ma anche di librerie. La gente le affolla! Ripercorro con il pensiero quanto i media in Europa ci propinano di questo popolo, gli stereotipi, gli sguardi truci dei loro leader. È tutto possibile, certo, ma sperimentare la vita qui è ben altra cosa. Il contatto ti sbriciola questi stereotipi. Sinceramente, raramente ho trovato questa pace e serenità. Capisco perché la mistica sufi (ndr, da “sufismo”, ovvero la dimensione misticadell’Islam) ha trovato fra gli antenati di questa gente la sua radice (ndr: tanti grandi poeti mistici dell’Islam sunnita sono persiani). Al termine della giornata, nel caldo sole di Qum che in estate porterà la temperatura fino a 45-50 gradi, c’è nel cuore la coscienza che la mistica e la spiritualità salvano davvero l’umanità e rappresentano la possibilità di incontro fra le diverse tradizioni religiose». Fonte: blog di Roberto Catalano (altro…)
Un altro passo avanti per Slot Mob, campagna contro il gioco d’azzardo sostenuta da numerose associazioni e media, anche grazie ai ragazzi: è successo a Catania, dove il Comune si è impegnato sul fronte delle slot machines, approvando un emendamento all’interno della delibera sull’imposta unica comunale su casa e rifiuti (IUC), che riduce del 50% la tassa sui rifiuti a quegli esercenti che le toglieranno dal proprio negozio. Si tratta di una riduzione per due anni complessivi, con l’impegno a non installare nessun altro strumento per il gioco d’azzardo per 10 anni. La manifestazione per promuovere gli esercizi pubblici che non tengono slot machines e videopoker è arrivata a Catania lo scorso 22 febbraio. In quell’occasione i Ragazzi per l’Unità nella loro pubblicazione Grafoteens – foglio di informazione dei Ragazzi di Sicilia, Calabria e Malta – si erano interrogati su «un’etica che viene meno per il mondo del gioco d’azzardo in genere, che colpisce sempre di più le fasce povere della città» – minori compresi, a dispetto dei divieti – e per converso su «un’etica che emerge forte invece nell’uso dei beni confiscati alla mafia, e che in Calabria la ‘ndrangheta continua ad attaccare». Da qui si capisce il senso del sommario dell’articolo, «Ma lo Stato da che parte sta?». Una precisa richiesta dunque alle istituzioni di prendere una posizione decisa, per sostenere quell’etica che nonostante tutto è viva. E la risposta è arrivata a giugno, con la delibera del Comune. Comprensibile la «grande soddisfazione» non solo del comitato «Mettiamoci in gioco», che aveva promosso Slot Mob, ma anche dei Ragazzi per l’Unità stessi, che si erano a loro volta impegnati a portarne avanti le istanze. «È un segnale di distacco dalle logiche clientelari e delle lobby molto forti dei gestori delle slot machines – scrive Giancarlo Morello nell’editoriale del numero di giugno di Grafoteens – . Infine, apprezziamo l’impegno e il mantenimento della promessa che alcuni consiglieri comunali avevano fatto nei giorni di realizzazione dello Slot Mob, che si sarebbero impegnati nella logica di premiare chi avrebbe tolto queste macchinette. Un primo segnale per realizzare l’obiettivo del “Comitato Mettiamoci in Gioco” e anche nostro di Grafoteens, di una “Città senza slot”». La città di Catania è, inoltre, al lavoro su un regolamento comunale per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo patologico. Come Catania, sono tante i comuni dove la lotta al gioco d’azzardo, con la mobilitazione civile, ha preso le forme più diverse attraverso la campagna Slot Mob. L’iniziativa è sostenuta, tra gli altri, anche dalla rivista Città Nuova e da Economia di Comunione. Per saperne di più o per organizzare uno Slot Mob nella tua città: http://www.nexteconomia.org/le-attivita/slot-mob http://www.edc-online.org/it/home-it/slotmob.html http://vimeo.com/98152196 (altro…)