Apr 10, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Maria lavora come infermiera in una scuola di Brooklyn: alcuni suoi colleghi sono attirati dal suo impegno a costruire l’unità nella loro scuola. Dopo tre anni di lavoro insieme, questo gruppo ha proposto un approccio interdisciplinare per la risoluzione dei conflitti tra i membri del personale, incoraggiandoli ad ascoltarsi di più e a rispettare le idee dell’altro. La proposta è stata accettata dal direttore e condivisa con tutto il personale della scuola. Carol lavora per il comune in un quartiere della sua città. Il sindaco aveva lanciato il progetto “The Art of Caring” (l’arte del prendersi cura). Carol ha condiviso questa idea con i suoi vicini di casa. Il progetto aiutava tutti a fare il primo passo verso gli altri, a condividere le loro storie e costruire rapporti positivi. Le iniziative erano le più varie – dall’aiutare a ripulire il cortile di un anziano fino a trovare l’alloggio per chi ne aveva bisogno. Questo programma è stato un tale successo che altre città si stanno chiedendo come replicarlo. Stephen ha realizzato uno dei suoi sogni appena finita la scuola superiore: partire per le Filippine per un anno di volontariato a Bukas Palad (“Mani aperte” in Tagallo), un progetto sociale situato a Manila. Quando è tornato, Stephen ed i suoi amici hanno lanciato una raccolta fondi: “Siamo coscienti di essere un’unica famiglia”, ha detto. Queste tre storie non sono ipotetiche. Sono esempi di vita reale che dimostrano come la spiritualità dell’unità dei Focolari abbia avuto un impatto sulla vita delle persone e negli ambienti attorno a loro.
La “Expo 2013”, che si terrà a Chicago (USA), il 27 e 28 aprile, sarà una presentazione del “risultato” prodotto da persone che vivono quotidianamente per l’unità nei loro diversi campi. L’approccio basato sul principio della Regola d’Oro (“Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te”) e fondata sulla dignità individuale e il rispetto reciproco. Le iniziative risultanti sono tentativi di rispondere alle esigenze più profonde di ogni situazione e per costruire un senso di rinnovata umanità per tutti. I casi di studio interattivi daranno via ad un dialogo costruttivo su come l’arte di amare potrebbe migliorare la qualità dei rapporti. Il tema “Costruire un’umanità rinnovata” aiuterà i partecipanti ad approfondire i cambiamenti nelle proprie aree d’interesse. 8 workshop spazieranno su: salute e sport, diritto ed etica, educazione, dialogo interreligioso, arte, media e comunicazione, impegno civile, economia e impresa. “La Expo 2013 sarà una sorta di laboratorio per un cambiamento positivo e non solamente un insieme di lezioni e discussioni”, spiega Tom Masters, che presiede il workshop sull’educazione. L’idea per l’EXPO è nata nel 2011, quando la presidente dei Focolari, Maria Voce, ha visitato Stati Uniti e Canada. In quell’occasione ha visto che molti semi erano stati piantati e stavano crescendo. Da lì la proposta di un evento che mettesse in risalto i progetti e desse alle persone la possibilità di riunirsi e vedere come far crescere questi semi attraverso lo scambio d’idee e una maggiore collaborazione. Fonte: Living City Magazine Per informazioni visitare www.expo2013.us (altro…)
Apr 9, 2013 | Chiara Lubich, Famiglie, Focolari nel Mondo
“Ci siamo sposati per amore e la nostra vita coniugale ha avuto un iter normale tra alti e bassi. Con la conoscenza della spiritualità dell’unità, sembrava che il nostro rapporto avesse raggiunto l’apice dell’intesa. Invece, quattro anni fa è arrivata la crisi che mai avremmo immaginato”, racconta Silvia, sposata da trent’anni con Stefano. Lei insegnante di scuola elementare, lui imprenditore. Due figli. “Pensavamo di aver costruito un rapporto saldo, eppure a poco a poco siamo arrivati a non capirci più – spiega –. Tra di noi non c’era più alcuna forma di dialogo, le giornate trascorrevano nello squallore più totale tra lavoro e impegni vari, schiacciati dai tanti problemi di famiglia. Eravamo diventati indifferenti l’uno verso l’altra, forse perché avevamo dato per scontato il nostro amore”. “Da parte mia – interviene Stefano –, mi ero lasciato prendere da tante preoccupazioni del lavoro, le avevo coltivate troppo. Silvia cercava di farmi comprendere le sue difficoltà, ma ero come attanagliato dal mio vortice lavorativo e calcolavo tutto in maniera superficiale. Tra me e lei si era alzato un muro talmente alto che lo avvertivano anche i nostri figli. Fu proprio a quel punto che mi sono reso conto del male che stavo provocando a noi due e alle persone vicine. Durante un incontro di Famiglie Nuove, abbiamo sentito di comunicare questo nostro problema. Abbiamo avuto una totale accoglienza, apprezzandoci per la nostra sincerità”. “Poi abbiamo saputo del ‘Corso per rafforzare l’unità di coppia’, a Loppiano – la cittadella internazionale dei Focolari, in Italia –, rivolto proprio a chi vive un periodo di crisi. Siamo andati con il desiderio di ricominciare. Condividere insieme ad altre coppie che avevano i nostri stessi problemi ci ha molto aiutato: non eravamo soli ad affrontare questa situazione che all’inizio ci vergognavamo perfino di palesare. Quella settimana è stata per noi come una luce che si è riaccesa. Ci siamo resi conto che dobbiamo dare spazio all’altro e abbiamo ritrovato l’armonia tra noi. I nostri figli sono i primi a beneficiare della serenità riconquistata”. Nel ‘Corso per rafforzare l’unità di coppia’, si affrontano i temi della conoscenza di sé, della diversità, del conflitto, dell’accoglienza, con momenti frontali, altri di dialogo, esercitazioni pratiche, alternate a momenti di svago vissuti insieme ed escursioni sul territorio. L’affiatamento tra le persone che vi partecipano aiuta a proseguire il percorso di avvicinamento nella coppia. Spesso i due rifioriscono e vanno avanti da soli, a volte si individua proprio quella ferita particolare che richiede di essere affrontata, anche con un eventuale adeguato supporto psicologico. Se il percorso è irto di difficoltà, si dà la possibilità alle coppie di tornare durante uno step invernale e uno primaverile. In questi weekend, spesso le famiglie degli anni precedenti vogliono tornare per collaborare perché sono i primi ad aver provato beneficio da chi ha fatto il percorso prima di loro. (altro…)
Apr 8, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Nella Settimana Santa si sono trovati a Sassello (SV), paese della Beata Chiara Luce Badano, una quindicina di ragazzi dalla Germania per fare un’esperienza di cristianesimo vissuto sulla scia di Chiara Luce. Leitmotiv dell’incontro: essere cristiani. L’appuntamento si è svolto nel nascente centro giovanile dedicato a Chiara Luce, a 3 km dal piccolo paese di Sassello. Un centro che si vorrebbe avviare verso un funzionamento più stabile durante l’estate aperto a tutti, giovani e adulti, religiosi e laici. Messo a disposizione dai Padri Orionini, potrà essere un luogo privilegiato per chi vorrà approfondire la conoscenza di Chiara Luce e fare un’esperienza all’insegna della sua breve ma ricchissima vita. Presenti in contemporanea anche alcune famiglie per trascorrere la Settimana Santa a Sassello. L’ispirazione di fondo è stata l’esperienza di cristiana autentica che Chiara Luce ha vissuto sia con i suoi amici che con i suoi genitori: amare Dio come creatore e cogliere il disegno d’amore per la propria vita; entrare in una sempre più profonda amicizia con Gesù; riconoscere Gesù nel suo abbandono in ogni dolore grande o piccolo che sia; ringraziare Dio per ogni rapporto vissuto alla luce del suo insegnamento. L’insieme dei diversi momenti del programma, dalla liturgia al cucinare insieme, dal dialogo tra tutti all’incontro con i testimoni che hanno conosciuto Chiara Luce, hanno fatto sì che i giorni trascorsi a Sassello fossero un’esperienza preziosa per tutti. (altro…)
Apr 8, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
La Plata, 54 km da Buenos Aires, 750.000 abitanti. Tra il 2 ed il 3 aprile scorso sono caduti 400 millimetri d’acqua provocando un’inondazione massiva mai vista prima. Più della metà della città è sotto l’acqua, che in certi posti ha superato i 2 metri. Il giorno precedente era successo qualcosa di simile, su scala minore, a Buenos Aires e alcune città attorno. Il totale di 59 morti (6 nella Capitale Federale, 2 nelle città attorno e 51 nella città di La Plata) fino a questo momento è inquietante, e la prospettiva, desolante. Nonostante questo, la solidarietà ancora una volta si è fatta presente per sollevare le urgenti necessità dei sinistrati.
La voce e l’azione della gente si è sentita e vista come mai… o come sempre, quando succedono questo tipo di tragedie. Attraverso la Caritas, Red Solidaria, Croce Rossa, diverse ONG, comitati di quartiere, parrocchie, ecc., si sono organizzati spontaneamente e in poche ore più di 500 punti di raccolta di ogni tipo di articoli imprescindibili per questo momento: vestiti, materassi, acqua minerale, candeggina, pannolini, cibo, coperte. Sabato 6 c’era una fila di persone lunga 400 mt per lasciare il proprio contributo davanti al Duomo di Buenos Aires da dove partivano camion pieni (quel giorno sono stati 19) verso le parrocchie dei posti più colpiti.

A questi fatti evidenti, si aggiungono una lunga catena di piccoli o grandi gesti che si conoscono poco a poco. Persone che hanno dato la vita (in senso letterario) per salvare altre persone, gente che chiama per offrire braccia e tempo per collaborare con chiunque, dappertutto, pronti a qualsiasi bisogno. Una tragedia che non ha fatto discriminazioni tra quartieri più agiati e settori umili. I giovani, instancabili, sono la “forza d’attacco” nel lavoro solidale per classificare tutte le donazioni che arrivano, distribuirle, aiutare a pulire le case, raccogliere le tonnellate di detriti ed immondizia che si accumulano sulle strade.

Le reti sociali ancora una volta sono il veicolo per una comunicazione immediata. Per esempio, nel gruppo Facebook “Focolares La Plata”, dal primo momento sono apparsi messaggi con richieste d’aiuti, con notizie su ognuno della comunità: chi aveva la casa piena d’acqua, chi metteva la sua a disposizione, chi si offriva a portare i bambini a scuola (sono moltissime le macchine inondate)… una vera corrente di solidarietà e amore reciproco. Papa Francesco, a conoscenza della situazione ha telefonato al governatore provinciale, che ha stanziato 50mila dollari per i sinistrati.

Sono gesti della solidarietà che scorre nelle vene quando si vede soffrire l’altro. Quella solidarietà che non si stanca e che dà sollievo, soprattutto quando succedono queste tragedie che sembrano aver spazzato via tutto. Adesso bisognerà essere vigilanti alle necessità dei più poveri quando sia passato questo momento di forte impegno di tutti. A cura di Carlos Mana, dall’Argentina (altro…)
Apr 7, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
“Andate avanti senza farvi rubare la speranza”, questo il messaggio con cui Papa Francesco ha salutato i giovani detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo di Roma al termine della celebrazione eucaristica del Giovedì Santo. Durante la liturgia il Papa ha lavato i piedi a 12 giovani detenuti di nazionalità e confessioni diverse. Tra loro due ragazze, una italiana di religione cattolica e una serba di fede musulmana. Papa Bergoglio ci sta abituando ogni giorno a gesti forti, inconsueti e spesso rivoluzionari. In particolare questo gesto ci colpisce, per il luogo in cui si è svolto e per il fatto che il papa abbia allontanato le telecamere. Carlo Tedde, imprenditore sociale dell’Economia di comunione (EdC) e presidente di un consorzio di cooperative sociali in Sardegna, il Consorzio Solidarietà, oltre che rappresentante di Confcooperative Sardegna ha al suo attivo anche anni di lavoro con la Cooperativa Elan che gestisce la lavanderia del carcere minorile di Cagliari. Carlo, che impressione ti ha fatto questo gesto del papa? «Mi sembra che esprima la radicalità del Cristianesimo: oggi, in un mondo in cui sembra che conti solo l’apparenza, questo non è un atto fatto “per apparire”. È un gesto fortissimo ma semplice, fatto con gioia da un papa che lo fa perché ci crede. Un gesto che ci fa tornare alla purezza del messaggio di Gesù e ci aiuta a restare nel percorso più vero del cristianesimo».
Come leggi il fatto che papa Bergoglio abbia scelto proprio un carcere minorile per celebrare il Giovedì Santo? «Per me è un fatto molto importante. Ho una esperienza personale su questo: sono stato in un momento molto difficile della mia vita in un carcere minorile in Inghilterra, dopo aver toccato tutti i fondi possibili. Quello che avevo dentro di me era una energia fortissima, quella di un ragazzo con tutta la vita davanti, una energia che andava rimessa nella direzione della speranza. In quel momento, quando anche la mia famiglia si era stufata delle mie malefatte, in quella struttura ho trovato persone che hanno avuto fiducia in me e questo mi ha dato lo slancio che mi ha permesso di ripartire. Ieri il papa decidendo di lavare i piedi “ai più piccoli” e scegliendo un tipo di struttura che spesso, anche per la burocrazia soffocante, non riesce a fare quello che dovrebbe, ha voluto dare speranza; il suo gesto rappresenta davvero il punto di forza di una fede che riparte dalle cose più semplici, dagli ultimi; degli “ultimi” che, però, a ben pensarci, sono anche “i primi”, i nostri ragazzi. La speranza è contagiosa, dare speranza a loro significa dare speranza a tutti». di Antonella Ferrucci Fonte: EdC online (altro…)
Apr 5, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Tutto è cominciato da una domanda: Cosa possiamo fare per la nostra città, Jànoshalma? “ Il primo passo è stato fare un Patto tra noi – ricorda M. C. –: ci siamo promessi di mettere in pratica il comandamento nuovo di Gesù: Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati. (Gv 15, 12) condividendo le gioie, i dolori, i beni, le esperienze. E, nello steso tempo, ci siamo impegnati ad avere questa misura d’amore anche con la nostra città. Un patto d’amore reciproco che ha richiesto tempo, energie e sacrifici. Tante volte abbiamo dovuto ricominciare. Insieme abbiamo dato vita all'”Associazione per Jànoshalma” che adesso ha 25 soci. Tante le idee che sono nate: aiutare i poveri, realizzare con i giovani programmi per i loro coetanei, fare mostre per valorizzare le tradizioni. Nelle nostre attività abbiamo anche stabilito una stretta collaborazione con alcuni istituti. Attraverso queste azioni oltre cento persone sono venute in contatto con noi.
Tra le attività che desideravamo attuare c’era la ristrutturazione di un parco cittadino, molto rovinato. Coscienti che né nella nostra Associazione né in Comune c’erano i soldi necessari, ci è venuta l’idea di una raccolta di carta. Ci siamo messi in contatto con i negozi, ma il ricavato dell’azione è stato poco e ci è venuto allora in mente di organizzare un ballo di beneficenza nel centro della città. Questa volta il ricavato ha superato ogni attesa. Abbiamo contattato il Comune e la nostra proposta di usare quel denaro per la ristrutturazione del parco è stata accolta. Poco tempo dopo c’è stata l’inaugurazione e, poiché il parco non aveva ancora un nome, ci è venuta l’idea di promuovere un concorso per scuole e asili. Oltre 100 bambini hanno partecipato. In occasione della proclamazione del vincitore abbiamo preparato una festa e invitato i bambini. Per due anni abbiamo anche collaborato al programma di “abbellimento della città”, adesso il Comune ha delle persone che si occupano di questo aspetto. Abbiamo continuato invece il lavoro per i poveri, del quale c’è estremo bisogno, che ha portato alla nascita di una rete sociale. Poco tempo fa, vedendo la difficile situazione della sicurezza pubblica, abbiamo organizzato un’altra festa per raccogliere fondi. Molti non capivano il motivo del nostro sforzo, pensando che la sicurezza fosse di competenza dello Stato. In tanti, comunque, sono intervenuti appoggiando l’iniziativa con notevoli contributi. “Sono venuto a questa festa – diceva uno dei presenti – perchè so che quello che promettete poi lo realizzate”». M. C. – Ungheria (altro…)