Movimento dei Focolari
Istituto Sophia: buddismo e fraternità

Argentina: la Mariapoli Lia si rinnova sul web

Con sezioni dinamiche ed un disegno agile, il nuovo sito web della Mariapoli Lia, la cittadella del Movimento dei Focolari immersa nella Pampa argentina, si presenta completamente rinnovato. La nuova veste digitale permette all’internauta  di essere informato su quanto succede nella cittadella, dei suoi programmi e delle varie attività. La  galleria fotografica costantemente attualizzata, consente di visitare virtualmente i diversi luoghi della Mariapoli. Attraverso il menù di navigazione, si possono conoscere le origini della cittadella, le diverse scuole che ospitano coloro che vengono per sperimentare la vita del Vangelo 24 su 24 ore, ma anche i laboratori di lavoro, gli alloggi e il progetto di Economia di Comunione che si sviluppa nel Polo antistante “Solidaridad”. Una rubrica è dedicata ai numerosi gruppi che passano durante l’anno, con foto, testimonianze ed impressioni rilasciate dopo aver vissuto, nei giorni trascorsi insieme ai suoi abitanti, la legge dell’amore reciproco.  Nell’aprile scorso, un’equipe audiovisiva dei Focolari (Centro Santa Chiara) ha realizzato un video documentario della cittadella in cui si mostrano lo sviluppo e le numerose attività della Mariapoli Lia. È ricco di interviste agli abitanti, tra cui tanti giovani di paesi diversi che vi trascorrono dei periodi più o meno lunghi. Completano il documentario un depliant fotografico ed un opuscolo dove si spiega in modo approfondito questo “miracolo fiorito in piena pampa argentina”. (altro…)

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Loppiano: in corsa con Giacomo

Il suo biglietto da visita è ancora vivo nella memoria di tanti: una vecchia Piaggio “Ape”, su cui viaggiava insieme a Dina, sua moglie, sfrecciando per le vie di Loppiano. Solare, energico, con la battuta sempre pronta e la profondità d’animo dei vecchi saggi, Giacomo Mignani ha coniugato l’età avanzata con un’umanità sempre più raffinata perché è cresciuta, ha vissuto e infine è morta con la semplicità e l’ardore di un bambino. Quindi sempre giovane, anche a 91 anni! Nato nel Dicembre 1913 in provincia di Bergamo, nel Nord Italia, Giacomo vive i drammi della guerra che toccano profondamente la sua famiglia con la morte di un fratello. Il matrimonio con Dina, celebrato nel 1947, mostra invece alcune crepe, come lui stesso raccontava: «Quando mi sono sposato ero impreparato e non troppo giovane; Dopo due mesi il mio matrimonio era già in crisi. Con Dina non litigavamo mai: non ci parlavamo,  stavo anche due o tre mesi senza dirle nemmeno un ciao!  Uscivo sempre col mio cane che era tutto per me. Ero cristiano solo la domenica, ma nel periodo della caccia per mesi non andavo a Messa». Nel 1964 Dina conosce i Focolari, durante una Mariapoli a Merano, e Giacomo nota alcune piccole e grandi attenzioni  che Dina gli riserva e che mai ha avuto, nei suoi confronti, fino a quel giorno… «Prima che partisse per un ritiro a Roma, mi ha invitato a partecipare ad un incontro a Milano che si sarebbe tenuto in quegli stessi giorni. Se da Merano era tornata più buona, da Roma sarebbe tornata una “santa” – ho pensato – e il vantaggio sarebbe stato solo mio. Sono voluto andare  a Milano per capire cosa avevano fatto a mia moglie». E’ durante quella domenica che nella vita di Giacomo avviene la svolta: sente parlare di un Dio che è Amore e che non è un giudice cattivo, come ha sempre pensato. «Lui (Dio) mi ama,  mi dà una mano. Ad un certo punto ho visto come il video della mia vita: io, a mia moglie, non volevo bene, la maltrattavo, e la colpa era mia (…). Il nodo che sentivo si è sciolto come neve al sole e mi è entrato un desiderio di vedere mia moglie così forte che mi pareva un’eternità aspettare fino al giorno dopo. Lunedì, a mezzogiorno, ho preso la bicicletta e, avendo fatto il bersagliere, ho fatto una volata ad andare a casa. Arrivo, metto la bicicletta in giardino, vado alla porta e mia moglie la apre. L’ho baciata e così, dopo diciotto anni, è cominciato il nostro matrimonio». Nella loro casa, prima sempre chiusa, vengono spalancate porte e finestre e Giacomo è sempre pronto anche a correre per aiutare chi ha bisogno, impegnandosi in tanti lavoretti. Fino al trasferimento a Loppiano, nel 1976, vissuto come una logica conseguenza del loro aver voluto mettere Dio al primo posto mettendosi a disposizione degli altri: «Io e mia moglie abbiamo avuto tre grazie. La prima è aver scoperto che Dio è Amore; la seconda è aver salvato il nostro matrimonio; e la terza è quella di essere a Loppiano». Instancabile lavoratore, ha vissuto per la Cooperativa di Loppiano come per la sua famiglia: migliaia sono i visitatori che lo ricorderanno nella vecchia tavernetta, appoggiato a una delle botti a raccontare la sua storia e degli ultimi sviluppi dell’azienda, ma anche a incoraggiare una persona per una situazione difficile, a dare quel sorriso che ha cambiato a molta gente non solo la giornata, ma una vita intera. Il 21 ottobre 2004, proprio nello stesso giorno in cui 13 anni prima è morta Dina, Dio lo prende con Sé, con delicatezza, mentre si addormenta sul divano di casa. I piedi sul tavolino, l’immancabile pipa ancora tra le mani. Giacomo è partito così e, c’è da scommetterci, sarà arrivato Lassù di corsa con quell’Ape carica dei volti di tutte le persone che ha amato e sostenuto. L’offerta dei frutti più preziosi proprio come ha sempre fatto in quell’antica taverna. Paolo Balduzzi   (altro…)

Maria nell’esperienza del Movimento dei Focolari: prime intuizioni

 «Signori cardinali e Signori vescovi, il punto cardine della nostra spiritualità che sono stata invitata a presentare quest’anno è Maria. Non mi accingerò certamente a parlare di Lei come converrebbe per la creatura più eccelsa del mondo: questo è compito così vasto e così impegnativo che solo la Chiesa può svolgere attraverso i secoli. Dovrò solo esporre brevemente quel tanto che, con lo spirito del Movimento, noi abbiamo compreso di Maria, delle sue ricchezze venute maggiormente in evidenza durante la nostra storia. Tratterò perciò il tema: “Maria nell’esperienza del Movimento dei Focolari“. Maria è stata presente a noi fin dagli albori del Movimento e anche prima che esso iniziasse ufficialmente ad esistere.  Molti di loro sanno come la prima intuizione di ciò che doveva nascere – era allora il lontano 1939 – si ebbe nella casa della Madonna, a Loreto in Italia. È stato lì che compresi come il Signore aveva preparato una via nuova – quella da noi chiamata la “quarta strada” – per una nuova famiglia spirituale nella Chiesa: i focolarini. È stato in quel luogo che ebbi l’intuizione che una schiera di vergini avrebbe seguito questa strada. Sì, Maria era lì fin da Loreto con la sua silenziosa presenza ad attendere tutti quelli che l’avrebbero seguita nell’Opera sua. (altro…)

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Accogliere la malattia in famiglia

Questa testimonianza di accoglienza è stata raccontata a Brescia lo scorso 25 novembre, nella giornata “Percorsi comuni per la famiglia  che ha visto un migliaio di famiglie musulmane e cristiane del Nord Italia. Marisa:«Avevo intenzione di riprendere il lavoro appena i bambini (1 e 3 anni) me lo avrebbero permesso, quando mia mamma, una donna dolce, attivissima,  a 60 anni, si ammala di Alzheimer. E, molto presto, non è più autosufficiente. Con il papà decidiamo di curarla a casa, senza sapere a cosa si va incontro. Anche Francesco, mio marito, non si tira indietro. Ma, da subito, i risvolti della malattia  mettono a dura prova il nostro rapporto e tutto l’equilibrio familiare». Francesco:«Da ragazzo ho dovuto dividere l’affetto della mamma con il suo lavoro e i nonni che vivevano con noi. Così, quando mi sono sposato con Marisa,  mi sembrava logico che lei sarebbe stata tutta per me e che mi avrebbe coperto di attenzioni. In realtà mi sono ritrovato con molti problemi da affrontare. Quando poi, ha iniziato a prendersi cura anche della sua famiglia, il nostro matrimonio è entrato in una crisi profonda. Avevo voglia di scappare e, visto che, per lavoro, dovevo andare da clienti lontani, dormivo spesso fuori casa, lasciando a Marisa tutto il peso di due famiglie». Marisa:«Non è stato facile accettare di vedere cambiare così velocemente la persona che era il tuo punto fermo; vedere che in alcuni momenti non ti riconosce più e anche tu fai fatica a riconoscerla. Quando il papà è crollato psicologicamente e fisicamente, anche il rapporto con Francesco è sembrato vacillare.  Ho trovato aiuto nel Vangelo: “A quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Ma dovevo continuamente superarmi. Proprio in quel periodo una coppia di amici  ci ha invitati ad una giornata organizzata dai Focolari. Restiamo conquistati dall’amore che vediamo vissuto e intraprendiamo un cammino insieme ad altre famiglie  impegnate a viverne la Spiritualità». Francesco:«Improvvisamente vengo ricoverato per una grave malattia. Ce l’avevo con il mondo intero! Poi, mi sono tornate alla mente queste parole di Chiara Lubich: “La nostra salute, “essere una sola famiglia”… Vi sono tra voi coloro che soffrono fisicamente? … Patite con loro”. Provo a metterle in pratica con il vicino di letto, con quella signora anziana che tutti trascurano… Pian piano comprendo il modo di amare di Marisa che, nonostante i bambini e la mamma da accudire, trovava il tempo di venirmi a trovare due volte al giorno. Mi rappacifico con lei e con la mia vita. E da allora condivido con lei ogni scelta, soprattutto quelle che più costano. Ora, la malattia non mi faceva più paura ma ero sereno. Dopo sei mesi la malattia scompare». Marisa:«Sentiamo che ogni malattia è un’occasione che ci viene data per crescere come persone, crescendo nell’amore. Amavo mia madre, ma ora occorreva amarla in modo nuovo: saper dare significato e dignità ad ogni gesto, ad ogni parola. Farla sentire amata da Dio. E l’amore risana. Anche quando a tutti appariva quasi un vegetale incapace di interagire, un gesto d’amore di maggiore intensità suscitava in lei sguardi di presenza, parole di riconoscenza, lacrime liberatorie che diventavano anche le mie. E questo mi dava una tale forza e gioia che nulla e nessuno può cancellare. Così per 10 anni». Francesco:«Questo impegno non ci ha impedito di aprirci agli altri come, per esempio, dare ospitalità a un parente di un ammalato, condividendone le ansie e il dolore. Così anche aprire la nostra casa a gruppi familiari o di fidanzati per una formazione di coppia. Da tre anni, ospitiamo a casa nostra il papà di Marisa che quest’anno compie 93 anni. A volte ci sfiora l’idea di trovare soluzioni differenti per una nostra maggiore autonomia ma sappiamo che lui ne soffrirebbe molto e siamo convinti che la sua vita e la sua dignità siano più importanti». (altro…)