
Lo squalo Simone

Simone Barlaam
Simone Barlaam
L’unità del mondo. Carissimi giovani, siamo noi così disattenti agli avvenimenti in cui ci troviamo immersi giorno dopo giorno, da non vedere come la nostra epoca è segnata da tensioni, da guerre, da guerriglie, dal pericolo addirittura d’una conflagrazione nucleare, da disunità di tutti i generi, da fenomeni di terrorismo, da rapimenti, dai mali più diversi, generati proprio dalla mancanza di amore e concordia fra gli uomini, da non vedere che parlare oggi d’unità è quasi un’utopia? […] Ma, grazie a Dio, non è solo questo che caratterizza la nostra epoca, non sta tutto qui quello che può essere sottoposto alla nostra attenta osservazione […] Il mondo tende senz’altro all’unità: è il suo destino o meglio: è il disegno di Dio su di esso. […] Alle vostre domande daremo le risposte non solo a voce, ma con la vita dopo questo Genfest, incamminandoci decisamente per le diverse vie che portano rimedio al mondo diviso unificandolo. Esse – solo per esemplificarne alcune – sono: la via dell’unità tra le generazioni, le razze, i gruppi etnici, fra i diversi popoli, fra l’est e l’ovest, fra il nord e il sud; fra i cristiani delle varie denominazioni, fra i fedeli delle religioni più diverse; la via dell’unità tra i ricchi e poveri per una comunione di beni; fra Paesi in guerra per la pace; la via dell’unità anche tra l’uomo e la natura; la via dell’unità con gli indifferenti, i soli, con chi soffre in qualsiasi modo; la via dello sviluppo, del progresso; la via dell’unità fra i vari Movimenti spirituali, fra le associazioni laiche; fra persone di diverse ideologie, di varie culture, ecc. E, come potete costatare, alcune fra queste sono vie che i giovani già battono, perché a loro congeniali. […] Essi vogliono camminare per le vie più diverse, ma ponendosi nella Via per eccellenza […] quella Via che è Cristo. Egli ha detto di sé: “Io sono la via” (Gv 14,6). E cosa dobbiamo fare per essere ben inseriti in questa Via e camminare così con frutto in tutte le altre vie? Essere Lui, altri Lui. Vivendo la Parola tutta la vita cristiana seminata in noi dal battesimo, rifiorirà pienamente. E a questa Parola potranno agganciarsi i giovani di tutte le Chiese o comunità cristiane. Essa – in molte sue espressioni – è accettata anche dai giovani di altre religioni e da chi in buona fede si pensa ateo. La Parola farà un blocco di tutti voi, rendendovi forti e infrangibili […] E allora – se sarete fedeli, se vi spargerete nel mondo come altrettanti Gesù – il programma: “Che tutti siano uno” non sarà una chimera, ma una realtà, che si avvicinerà sempre di più, anche per opera vostra. Fiorirà una primavera nel mondo. Vedremo miracoli. Potrà adempiersi nei vostri riguardi l’affermazione di Cristo: “Chi crede in me, farà a sua volta le opere che faccio io; anzi ne farà di più grandi” (Gv 14,12). (Brani dell’intervento di Chiara Lubich al Genfest. Roma (Palaeur), 29 maggio 1985) (altro…)
«La mia è una famiglia cristiana e rifiuta l’idea di uccidere o di portare le armi». A parlare così è George, giovane siriano di Homs. Siamo a Loppiano, la cittadella dei Focolari vicino Firenze, dove da decenni il 1° maggio giovani da tutta Italia e non solo, si ritrovano per un meeting che è insieme un’occasione di testimonianza, di condivisione e di festa. Quest’anno il consueto appuntamento si collega idealmente ad un grande evento internazionale che avrà luogo a Manila il prossimo mese di luglio, il Genfest. Quella svoltasi martedì scorso, 1° maggio, ne è stata la tappa italiana. 3700 i giovani partecipanti per una giornata in cui è andata in scena la fraternità che passa dalla condivisione di progetti, di azioni di impegno sociale, di esperienze personali a tu per tu con il dolore personale e i drammi dell’umanità. Come nel caso di George e Michael che lasciano senza fiato i presenti, con il racconto crudo di quello che si vive da anni nella loro bella e martoriata Siria. «Abbiamo visto tanti morire – continua George –. Per un periodo anche io ho cominciato a portare un coltello per sicurezza, per difendermi in caso di pericolo. Anni di odio, di morte, senza dignità, hanno svuotato il mio cuore e ho cominciato a credere che l’amore non esiste. Quest’idea me l’ha potuta togliere solo la Mariapoli (alcuni giorni vissuti alla luce dei valori del Vangelo, esperienza tipica dei Focolari ndr). Dopo quell’incontro non ho più portato un coltello e ho deciso di cominciare a rispondere all’odio con l’amore». L’invito finale rivolto a tutti i giovani trova un’accoglienza sentita: «Non lamentatevi per la vostra vita. È bella, ma non ve ne accorgete».
Il filo conduttore della manifestazione, da cui il titolo “Beyond me”, era la voglia di andare oltre i propri limiti e confini per operare un cambiamento personale e soprattutto sociale, e trasformare l’ambiente attorno a sé. Lo testimoniano Roberto Spuri ed Elena Sofia Ferri, raccontando l’esperienza del terremoto del centro Italia; Alessio Lanfaloni e Maria Chiara Cefaloni, con l’impegno per un’economia disarmata; Alessandra Leanza, con un’esperienza di volontariato con i bambini Rom in Sardegna. E ancora Marco Voleri, tenore di fama internazionale e fondatore di “Sintomi di Felicità” che sensibilizza il pubblico sul tema della sclerosi multipla; Simone Barlaam, campione paraolimpico di nuoto ai mondiali del Messico. Michele Tranquilli, autore del libro Una buona idea e promotore del ponte con l’Africa YouAid; Sara Fabris, pittrice.
Progetti adottabili. Ogni storia raccontata al Genfest Italia è portavoce di un’esperienza concreta, un’associazione, un’azione sociale, che ciascuno dei partecipanti potrà poi “adottare” durante l’anno. È la call to action lanciata alla fine dell’evento, con l’invito a scegliere ciascuno un’azione da replicare in tutta Italia. Per agevolare i ragazzi, sul sito di United world project, sono presenti, suddivise per regione, le associazioni attivamente impegnate nelle diverse città italiane, da conoscere e contattare. A chiudere il Genfest Italia è la scenografia di una città che “vola”, una città composta nella coreografia finale sulle parole del testo di Chiara Lubich “Una città non basta”: «Con Dio, una città è troppo poco. Egli è colui che ha fatto le stelle, che guida i destini dei secoli e con Lui si può mirare più lontano, alla patria di tutti, al mondo. Alla fine della vita facciamo in modo di non doverci pentire di aver amato troppo poco». La cittadella dei Focolari si prepara ora ad accogliere il prossimo 10 maggio papa Francesco. Non a caso sono presenti al Genfest e portano il loro saluto alcuni giovani di Nomadelfia, comunità che il papa visiterà nello stesso giorno e con la quale, in questo periodo di preparazione, si sono intensificati i rapporti di amicizia. Fonte: www.cittanuova.it Foto su Flickr (altro…)
Il 5 maggio a Tor Vergata (Roma) Papa Francesco incontrerà i membri del Cammino neocatecumenale. L’occasione dell’incontro internazionale è data dai 50 anni della sua presenza a Roma. 150mila i partecipanti attesi da 134 nazioni. Il Papa invierà 36 nuove “missio ad gentes”: gruppi che porteranno il Vangelo in zone secolarizzate o con una piccola presenza cristiana. Francesco benedirà anche 20 comunità delle parrocchie di Roma che hanno già concluso questa forma di iniziazione cristiana. L’incontro, che si concluderà con il canto del “Te Deum”, sarà guidato dall’équipe internazionale del Cammino neocatecumenale, composta da Kiko Argüello, padre Mario Pezzi e Ascensión Romero. (altro…)
“Il percorso di una profezia”. Nel decennale della morte della Fondatrice dei Focolari, un convegno promosso dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, il 3 maggio, insieme al Sovrano Militare Ordine di Malta e in collaborazione con il Movimento dei Focolari, è stato l’occasione per una riflessione sull’Economia alla luce del carisma dell’unità. Vi hanno partecipato Mons. Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, Luigino Bruni, professore di Economia all’Università LUMSA di Roma, Leonardo Becchetti, professore di Economia all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, e Simona Rizzi, presidente del Consorzio Tassano Servizi Territoriali. Nel suo intervento, Maria Voce ha affermato che il Movimento dei Focolari «non raggiungerebbe la propria vocazione se non attuasse la prima pagina della dottrina sociale cristiana, il canto del Magnificat, dove fra il resto sta scritto: “Ricolmò di beni gli affamati e rimandò a mani vuote i ricchi”». L’Economia di Comunione, nata da un’ispirazione di Chiara Lubich, ha dato vita ad un movimento di pensiero e azione solidale e sociale, in dialogo con la cultura contemporanea e con l’economia civile, a livello locale ed internazionale. (altro…)