Movimento dei Focolari
Un ponte con il Congo

Un ponte con il Congo

Kinshasa, Centro medico “Moyi Mwa Ntongo (in lingua locale “Alba del mattino”), una delle opere sociali del Movimento dei Focolari nella capitale della Repubblica Democratica del Congo. È il destinatario di una interessante iniziativa promossa da una ditta ottica locale in collaborazione con AMU: “Fai un gesto per loro”, rivolta ai cittadini di Grottaferrata (RM). Obiettivo: raccogliere occhiali (spesso lasciati inutilizzati in fondo a qualche cassetto), che il centro ottico di Grottaferrata avrebbe ripulito e disinfettato, classificato ed imballato, per poi spedire tutto a Kinshasa. Presso il centro sanitario congolese, infatti, oltre ai servizi di medicina generale ed interna, ginecologia, pediatria e dermatologia, è attivo un centro oftalmologico, con un programma di prevenzione alla cecità, oltre alle normali cure e diagnosi in questo campo, grazie ad apparecchiature di prim’ordine frutto di precedenti donazioni. I principali beneficiari di queste cure sono gli oltre 1.200 bambini che sono seguiti dal programma di assistenza scolastica e nutrizionale “Petite Flamme”, sia a Kinshasa che in altre città del Paese. Gli operatori del centro sanitario sono stati formati ad eseguire test oculari sui bambini ed offrire formazione per la prevenzione ai loro familiari e agli educatori; i bambini che necessitano di cure, occhiali, oppure interventi chirurgici vengono presentati al Centro e quando necessario, curati gratuitamente. Ma la collaborazione tra i popoli del Nord-Sud del nostro pianeta dovrebbe far parte di una cultura della reciprocità che riscopre, anche nei piccoli gesti quotidiani, la fraternità. La campagna “Fai un gesto per loro” è stata accolta dalla popolazione con entusiasmo, tanto che in numerosi luoghi sparsi nella cittadina dei Castelli Romani, scuole, chiese, uffici, ecc… , si sono riempiti subito i contenitori per la raccolta. Si può affermare che l’esito sia stato ben al di sopra delle attese: la sera del 5 dicembre, nella sala della Biblioteca Comunale di Grottaferrata, erano esposte decine di scatole contenenti occhiali, lenti ed astucci, ben imballati ed etichettati, pronti per essere portati a destinazione. È stato presentato il risultato di questa campagna ed alcuni amici congolesi hanno presentato il loro Paese e raccontato ed illustrato le attività svolte presso il Centro Sanitario. Al loro rientro a Kinshasa, i bagagli erano … decisamente più pesanti e ora si sta organizzando una spedizione per inviare il resto dell’abbondante materiale. A cura di Stefano Comazzi Settore progetti – AMU  Tratto da Newsletter Amu – Formazione Gennaio 2013 – Anno 4 ° N. 5 (altro…)

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La guerra: un omicidio in grande

“La guerra è un omicidio in grande”. “Come la peste serve ad appestare, la fame ad affamare, così la guerra serve ad ammazzare”. “Se vuoi la pace, prepara la pace” . “Solo i matti e gl’incurabili desiderano la morte. E morte è la guerra”. “Non credo che ci sia mai capo di Stato, il quale abbia ammesso di far la guerra a scopo di rapina; ha sempre dichiarato di farla per fini uno più nobile, uno più altruista, più ideale dell’altro. E – puerilità dell’odio – sempre la rapacità è assegnata al nemico e l’idealità all’amico”. “I nemici si amano: questa è la posizione del cristianesimo. Se si iniziasse una politica della carità, si scoprirebbe che questa coincide con la più illuminata razionalità, e si palesa, anche economicamente e socialmente, un affare”. “Per meritarsi il nome di figli di Dio i cristiani devono lavorare per la pace”. “Noi dobbiamo organizzare la pace così come altri hanno organizzato la guerra”. “L’opera pacificatrice comincia da me e da te…” Igino Giordani, L’inutilità della guerra, edito da Città Nuova, Roma 2003 (altro…)

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Camerun, onestà versus corruzione

«Lavoro nell’Amministrazione delle Dogane e sono quasi alla fine della mia carriera. Un percorso lungo 29 anni! Fatto di gioie e dolori ma, soprattutto, di scelte a volte difficili. Fin dai primi anni della mia carriera, come donna e in più cristiana, ho avuto problemi di coscienza; come fare per ascoltare la voce di Dio e seguirla in un ambiente di facili guadagni e di compromessi a volte inevitabili? La risposta mi è arrivata nel 1984. A quell’epoca ho conosciuto il Movimento dei Focolari e mi ha colpito la vita di queste persone semplici e felici. Avevano una gioia, una libertà, che io non sperimentavo. Ho voluto saperne di più. Il segreto era l’amore verso Dio e verso gli altri. Questo incontro ha trasformato la mia vita. Prendevo coscienza che nella vita la cosa più importante è amare. Non importa il mestiere che uno svolge, il compito che ci è affidato è una grande occasione per amare Dio e i fratelli. Questo cambiava tutto! Il collega, il cliente, non erano più un ostacolo, una barriera, ma diventavano dei partner per costruire l’unità. Lo sforzo continuo per oltrepassare i miei limiti e quelli degli altri, per andare contro-corrente è stato accompagnato sempre dalla gioia che si prova dopo ogni servizio reso; da un sentimento di libertà ogni volta che sono stata capace di rinunciare ai miei interessi ed a facili guadagni . Nel 1999 mi hanno assegnato il premio eccellenza dall’Associazione delle Donne Dirigenti della Dogana Camerunese in collaborazione con gli utenti del servizio. La Parola di vita di quel mese diceva: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,14-16). Con questo riconoscimento ufficiale mi sono sentita interpellata in prima persona: “Tieni duro, non cedere ai dubbi e allo scoraggiamento, migliora ogni giorno”. Alla fine della mia carriera sperimento che nessuna professione è l’anticamera dell’inferno! Che la nostra funzione specifica come cristiani nella società è di fare ogni cosa con uno spirito nuovo, con totale adesione alla volontà di Dio. Lui ci ha accompagnato sempre con la Sua grazia». (Jeanne – Camerun) (altro…)

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Cuba, la dignità di un popolo

«L’Avana, 5 novembre 2012. Sono tornato ieri da Santiago, Palma Soriano e Banes. È stata un’esperienza molto dolorosa e, allo stesso tempo, edificante. Siamo partiti con un autobus stracarico di alimenti e vestiti: un granellino di sabbia paragonato alla necessità della gente! Siamo arrivati proprio nel momento in cui erano finite le risorse di cibo per tante famiglie. I giovani e i ragazzi del Movimento ci aspettavano per scaricare e distribuire quanto portavamo. È stato uno shock vedere la città distrutta: macerie dappertutto, la maggior parte delle vie bloccate, 80% degli alberi caduti, molte case crollate e migliaia danneggiate e senza tetto. Un panorama da guerra. Nonostante il dolore, impressionava la dignità della gente che ringraziava Dio per essere viva; e, soprattutto, colpiva la disponibilità ad aiutare gli altri ricostruendo, per esempio, il tetto del vicino. “Sulla mia casa – racconta David, 15 anni – è caduto un albero molto grosso ma il tetto di cemento ha resistito. Invece la casa dello zio è crollata e loro sono venuti da noi. La zia e la loro bambina di 5 mesi sono state salvate sfondando una finestra della casa del vicino. In seguito sono arrivati anche altri bambini del vicinato. Non essendoci elettricità, alla luce di una candela, con mia sorella ci siamo messi a preparare la cena per i piccoli e a cercare delle coperte per proteggerli dal freddo. Venuti a sapere che la Chiesa era crollata, sono uscito di corsa per aiutare il parroco. A lui non era successo niente, ma l’edificio era distrutto; solo un muro era rimasto in piedi, dove c’era il Crocefisso e Gesù Eucaristia. Con altri gen ed amici della parrocchia abbiamo tolto le macerie, pulito la casa del sacerdote e recuperato i pochi banchi e il materiale rimasto. Poi, abbiamo organizzato dei turni per la vigilanza notturna della parrocchia. Poichè anche la casa delle suore era stata colpita,  la mattina, dopo il turno  andavo da loro per aiutare, senza dormire”. Siamo, poi, partiti da Santiago per Palma Soriano (a 42km da Santiago). Le case non avevano subito gravi danni, mancava il cibo. Siamo arrivati giusto in tempo per portarlo. Ho proseguito, poi, per Banes (300km da Santiago). Un fatto mi ha fatto scoprire la generosità di questa gente meravigliosa. Con uno dei gen3 abbiamo girato alcuni negozi per acquistare cibo e vestiario di miglior qualità e miglior prezzo, per poterne portare la maggior quantità possibile. Ad un certo punto mi sono accorto di non avere i soldi necessari perché ne avevo già spesi la metà a Santiago. Non avrei potuto portare quanto occorreva: riso, zucchero ed altro ancora. Il mio amico gen3 mi consegna 10 dollari: sono sorpreso e commosso perché era tutto quello che aveva, rimanendo solo con i soldi necessari per tornare a casa. Arrivando in un’altra città, un altro gen3 mi consegna 25 dollari che aveva ricevuto per acquistare vestiti e cibo. Così, ho potuto portare dei sacchi di 50kg di riso, zucchero, grano e farina di mais. Arrivato a Banes, il sacerdote del posto mi ha abbracciato e pianto perché quello che portavo a nome del Movimento, frutto della comunione di tanti, arrivava giusto nel momento in cui erano finiti tutti gli aiuti che il vescovo era riuscito ad inviare. In questa calamità naturale sono venute molto in evidenza la dignità, la forza, la fede, la bravura e l’eroicità di questi giovani, ragazzi e ragazze ( anche adulti) che sono andati oltre le proprie necessità e i propri problemi per pensare alle necessità dell’altro e lanciarsi senza misura ad amare e a servire». A. C. ______________________________________ Per saperne di più o per sostenere il progetto: AMU – http://www.amu-it.eu Associazione Azione per un Mondo Unito presso Banca Popolare Etica, filiale di Roma. Codice IBAN: IT16G0501803200000000120434 Codice SWIFT/BIC CCRTIT2184D Causale: Progetto: La mia casa è la tua casa (altro…)