Set 26, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Con gli economisti Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Leonardo Becchetti; Carlo Petrini, fondatore di Slow food; i giornalisti Antonio Maria Mira (Avvenire) e Giuseppe Frangi (Vita); la cooperativa La Paranza di Napoli; il senatore Steni di Piazza; Angelo Moretti, direttore Consorzio Sale della Terra; Claudio Vanni,Unicoop Firenze; Jean Renè Bilongo; Osservatorio Placido Rizzotto Flai Cgil; il magistrato della DDA di Bari Giuseppe Gatti. La nona edizione di LoppianoLab dal titolo: Dal sogno all’impegno. Educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal ‘68 si apre sabato mattina con il focus “Perché il lavoro non finirà”. Il lavoro e le straordinarie trasformazioni che lo hanno investito, tra innovazione tecnologica, globalizzazione con la circolazione senza limiti di capitali e merci, disoccupazione e precariato sarà al centro del confronto tra Carlo Petrini, fondatore e anima portante di Slowfood, l’economista Alessandra Smerilli, e alcuni rappresentanti della Cooperativa sociale La Paranza, impegnata a creare lavoro nel Rione Sanità di Napoli. In un periodo particolarmente buio per la forte crisi del mondo del lavoro, con la ricomparsa del fenomeno inaccettabile del lavoro servile, occorre ascoltare persone capaci di inventare e di narrare storie nuove, positive, in grado di tessere e di rafforzare legami sociali. I LABORATORI ECONOMICI DI LOPPIANOLAB: A seguire, un variegato programma di nove laboratori: in un dialogo partecipato tra esperti, cittadini, imprenditori, giovani, politici e giornalisti si parlerà di lavoro e delle tante questioni ad esso connesse: reddito di cittadinanza, legalità e caporalato, alternanza scuola-lavoro, consumo responsabile, democrazia economica, conciliazione lavoro-famiglia. Si metteranno a fuoco idee, iniziative, buone pratiche e progetti per rilanciare il Paese, alimentare la speranza e salvaguardare la coesione sociale: Sabato 29 settembre 10.45 – 11.15 Prophetic Economy a cura di Luigino Bruni, coordinatore internazionale progetto EdC 11.15 – 12.45 Lavoro, giovani, Centri per l’impiego e reddito di inclusione/di cittadinanza Con Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’unità; senatore Steni di Piazza; on. Stefano Lepri; Marco Revelli, sociologo; Alessandra Smerilli, economista; Livio Bertola, presidente AIPEC Alternanza scuola-lavoro. Beatrice Cerrino, docente; Giuseppe Pintus, consulente del lavoro; Pietro Comper, imprenditore Laboratorio sui talenti. a cura della Costituente EdC Giovani 10.45 – 12.45 Spezzare le catene del lavoro servile. Alle radici dell’impegno per la dignità umana. La filiera da bonificare in agricoltura per sconfiggere il fenomeno del caporalato. Dall’azione sui campi al sistema della grande distribuzione organizzata. Con Antonio Maria Mira, capo redattore e inviato speciale del quotidiano Avvenire; Angelo Moretti, direttore generale Consorzio Sale della terra Benevento, autore con Nicola De Blasio e Gabriella Giorgione del libro “L’Italia che non ti aspetti” (Città Nuova); Jean Renè Bilongo, Osservatorio Placido Rizzotto Flai Cgil; Giuseppe Gatti, magistrato, sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, autore con Gianni Bianco del libro di Città Nuova “Alle mafie diciamo NOi”, Claudio Vanni di Unicoop Firenze. Coordina Carlo Cefaloni giornalista Città Nuova 16.30 – 17.30 L’Italia può diventare un Paese a misura dei giovani? Le promesse del ‘68 e le paure del presente con Stefano Zamagni, economista 17.45 – 20.00 Consumo responsabile e democrazia economica Coop.fi di Figline Valdarno a cura della Costituente EdC Giovani Domenica 30 settembre 10.30 – 11.30 Famiglia come palestra di un’economia nuova con Emma Ciccarelli, vice presidente Forum associazioni familiari Incontro sul mestiere dell’economista di comunione/civile con gli economisti Luigino Bruni, Vittorio Pelligra 11.30 – 12.30 plenaria: Il lavoro di domani sarà bello con Johnny Dotti, pedagogista e imprenditore sociale. Modera Francesca Giglio, imprenditrice e Costituente EdC Giovani. Ufficio stampa LoppianoLab: Elena Cardinali – 347.4554043 – 339.7127072 – ufficiostampa@cittanuova.it Tamara Pastorelli – 338.5658244 – 335.6165404 – ufficio.comunicazione@loppiano.it Web: www.loppianolab.it – Facebook: www.facebook.com/loppianolab – Twitter: @LoppianoLab
Set 25, 2018 | Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Una giornata nuvolosa e umida. Nel cuore una sensazione di vuoto. Solo il giorno prima avevo festeggiato il mio compleanno formulando un proposito ambizioso: fare in modo che tutto quel nuovo anno brillasse come non mai, mettendo amore in ogni cosa. Sapevo che avrei dovuto ricominciare mille volte, ma volevo dare il massimo. Era un segno di gratitudine a Gesù per il dono della vita. Non un dono isolato, ma un proposito valido per tutto l’anno. Lui stesso mi avrebbe aiutato. Eppure, mentre mi recavo ad un appuntamento, avvertivo che quel cielo nuvoloso era anche dentro me. Avevo consentito, silenziosamente, che si insinuasse nel mio cuore un giudizio verso un fratello, che ancora una volta mi aveva deluso. Poco importava che avessi ragione oppure no. Dentro di me, la carità era venuta meno. Lo avvertivo con dolore, e mi chiedevo come fosse stato possibile arrivare fino a quel punto. Incontro un ragazzo, che incrocio spesso. Sporco, maleodorante, con la solita bottiglia in mano. Era a piedi scalzi e tremava dal freddo. Lui mi guarda, senza dirmi nulla. Lo saluto cordialmente, pensando in questo modo di fare tutto quello che posso, e procedo. In quel momento mi attraversa la mente la Parabola del buon samaritano. “Sono anch’io come uno di quei farisei? O mi lascio sfidare da questo volto di abbandono?”. Mi sfilo il pullover e torno indietro. “Hai freddo?”. “Sì, molto”, mi risponde. “Prova il mio pullover, vediamo se ti va”. Il suo smarrimento è totale, quasi non osa toccarlo, del resto le sue mani avrebbero proprio bisogno di una buona pulita. “Coraggio, provalo”. La misura è perfetta e il suo viso sembra quello di un bambino la notte di Natale. Lo saluto e continuo per la mia strada, certamente ho un po’ di freddo, ma sono felice. Mentre aspetto di incontrare il mio amico con cui avevo appuntamento, una voce sottile parla dentro di me. “Bello quello che hai fatto, ma come la mettiamo con quel giudizio sospeso?”. “Però, Gesù – gli rispondo – forse quella persona non se n’è nemmeno accorta….”. “Ma io sì, ero dentro di lei”. Le argomentazioni e le scuse che mi passano in testa cadono una a una. Tornato a casa decido di chiamarlo. Una conversazione tranquilla, senza alcun rancore da parte sua. L’unità piena è ristabilita, anche se a dire la verità si era rotta solo dentro di me. Una grande, inconfondibile pace mi invade. Due ore dopo suona il campanello. È una mia cara amica che di ritorno dalla sua città mi ha portato un regalo per il mio compleanno: un pullover! Era Gesù, che mi diceva: “Alza la posta in gioco!”. Da “La vida se hace camino”, Urs Kerber, Ciudad Nueva Ed., Buenos Aires 2016, pp 41-42 (altro…)
Set 18, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
«Guardarsi intorno, riconoscere il positivo che c’è e veicolarlo, grazie all’amore reciproco, verso tutti, specie verso le periferie, andando incontro ai più poveri. Questo era il desiderio della comunità dei Focolari di questa città. E di poveri ne abbiamo visti ed ascoltati tanti. Il primo giorno cinquanta bambini, radunati dal parroco, fra Michele Floriano, nella parrocchia di S. Giuseppe, ci aspettavano. Un “assedio” gioioso che abbiamo affrontato abbandonandoci con fiducia ai piani di Dio». Nocera Inferiore è una città antichissima, martoriata, negli anni ’70, dalla criminalità e da uno sviluppo edilizio incontrollato. Nell’80, un violento terremoto ha colpito tutta la provincia, spazzando via interi paesi e causando anche qui vittime e crolli. Da quasi quarant’anni, intere famiglie del rione Vescovado vivono in edifici prefabbricati e malsani, aspettando ancora un alloggio dignitoso, promesso e sempre rinviato.
Per tre giorni, dal 21 al 23 giugno scorso, il cantiere “Hombre mundo” (come altri simili realizzati in tanti Paesi, deve il suo nome al lavoro di chi sogna un mondo più giusto e unito) è stato per i volontari che si sono messi in gioco, giovani e adulti, una vera esperienza di “Chiesa in uscita”, secondo l’invito di Papa Francesco. Diverse anche le persone attive nelle retrovie, ovvero a casa propria, preparando pranzi e cene. «Il rione Calenda, limitrofo a Vescovado, e facente parte della stessa parrocchia – scrivono Felice e Romilda della vicina cittadina di Angri – ha mobilitato il proprio “ Circolo di amici”. Per il cantiere, inoltre, si sono attivate diverse associazioni, offrendo ognuna il proprio contributo. “Hombre mundo”, quindi, è stato il frutto di una rete, e il risultato è stato un evento che ha superato tutti. Da queste parti, l’emarginazione rischia di far dimenticare persino la propria identità. Lo abbiamo capito quando abbiamo chiesto a una bambina: “Dove abiti?” e la risposta è stata “Lotto 3”». “Quartiere Vescovado peggio di Scampia” campeggia a caratteri cubitali su un tetro prefabbricato pesante. Una gara al ribasso, con riferimento al quartiere di Napoli tristemente noto per la delinquenza e il traffico di droga. Davanti all’edificio, un ampio spazio scoperto, dove vengono organizzati i giochi per i bambini. «Le mamme, e talvolta anche le nonne e qualche bisnonna, scendevano a sorvegliare e si intrattenevano con noi, “alleggerendosi” delle proprie angosce». «Al mattino, dopo un momento di preghiera e meditazione dopo il lancio del “dado dell’amore”, i bambini avevano a disposizione l’area antistante la parrocchia. I giovani, invece, sotto la guida di persone esperte, erano impegnati in laboratori artistici, musicali, in attività ecologiche e visite al reparto pediatrico di un vicino ospedale. In più occasioni abbiamo toccato con mano l’intervento puntuale di Dio che ci sosteneva, facendoci arrivare al momento giusto le persone che ci potevano aiutare. Un esempio. Il terzo giorno eravamo in difficoltà per organizzare i giochi, quando è arrivata una telefonata: era una persona esperta nell’intrattenimento dei bambini, e dava la sua immediata disponibilità. Tutti hanno dato un contributo, anche i ragazzi, che si sono occupati dei più piccoli, hanno ripulito il quartiere dalle erbacce e piantato fiori, per lasciare un tocco di bellezza e di amore in un ambiente degradato. Toccante per i giovani è stata la testimonianza di Roberto, 49 anni, reduce da una lunga e dolorosa degenza in ospedale, vissuta come esperienza di “dolore trasformato in amore”». “Hombre Mundo” è terminato al rione Calenda, dove il Circolo ha preparato per tutti una cena all’aperto, all’insegna della fraternità e dell’amicizia, con spettacolo finale dei partecipanti al laboratorio musicale. (altro…)
Set 17, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Nell’emisfero dove l’estate sta lasciando il passo all’autunno, di colpo molte città hanno cambiato ritmo, dovendosi in parte uniformare ai tempi di apertura e chiusura delle scuole, causa di traffico mattutino, ingorghi, o del formarsi di capannelli di persone all’uscita degli edifici scolastici. Ma se rientrare in classe con uno zainetto in spalla, trovare gli insegnanti, i compagni, un banco e una sedia sono cose scontate per tantissimi bambini e ragazzi, in altre parti del mondo, colpite da dolorose situazioni di guerra o povertà, andare a scuola, mantenersi agli studi o fare i compiti a casa è impresa ardua. Di questi problemi si occupa dal 1986 l’AMU, Azione per un Mondo Unito – Onlus, Organizzazione Non Governativa di Sviluppo che, ispirandosi alla spiritualità di Chiara Lubich, opera per diffondere una cultura del dialogo e dell’unità tra i popoli attraverso progetti di sviluppo in diverse parti del mondo.
Così in Siria, ad esempio. Oggi, finiti gli scontri armati più duri, ma non l’emergenza, il Paese si trova a fare i conti con la distruzione di molte infrastrutture ed edifici scolatici, la migrazione di capitali verso l’estero, l’embargo economico. A Homs, lo spostamento di moltissime persone da alcuni quartieri bombardati verso altri considerati “sicuri” e la diminuzione del numero di professori, emigrati all’estero, ha portato a un sovraffollamento delle scuole e quindi alla mancanza di un accompagnamento adeguato per ogni studente. D’altra parte, la spesa per frequentare una scuola privata è diventata per i più un onere insostenibile. L’impegno dell’AMU è quello di offrire una maggiore cura e attenzione ai bambini sfollati, accompagnandoli con un sostegno educativo e scolastico. A Damasco, invece, nell’antico quartiere di Tabbale, il sostegno è rivolto al centro “Bayt al Atfal” che accoglie, per quattro giorni a settimana, 120 bambini tra i 6 e i 10 anni. Alcuni di loro vivono con la famiglia in una sola stanza e non hanno un luogo dove studiare, altri hanno difficoltà di apprendimento o sindromi come la dislessia, oppure semplicemente non possono contare sull’aiuto di nessuno per lo studio, per l’assenza o l’analfabetismo dei genitori. Ad Aleppo, AMU sostiene un centro per bambini sordi, che nel Paese non vengono ammessi nelle scuole pubbliche o private. La Scuola “EHIS” ospita oggi 75 bambini e offre lavoro a 30 persone, tra professori, assistenti e operai. Sempre ad Aleppo, il progetto di apprendimento “Impara e produci”, organizzato dal Centro Artigianato Siriano e sostenuto da AMU, porta avanti un corso di formazione, rivolto a 20 adolescenti, che imparano a lavorare e vendere prodotti di artigianato locale, come il sapone a base di alloro, oggetti in rame e ricami.
In Egitto, al Cairo, la dispersione scolastica e l’accesso per le donne a percorsi educativi e professionali, per riuscire a sviluppare le proprie capacità professionali sono temi “caldi”. “Change For Tomorrow” della Fondazione Koz Kazah, nella comunità di Shubra, uno dei quartieri più popolosi della grande capitale sul Nilo, sostiene un gruppo di donne nell’avviare attività come la lavorazione del vimini, la cucina, la stampa ecologica. In Italia, AMU (Ente accreditato MIUR con DM n. 170/2016) propone a docenti ed educatori un percorso formativo dal titolo “Living peace: la pace come progetto di scuola”. Alle scuole e a gruppi di ragazzi, invece, è dedicato “Basta conoscersi”. È possibile sostenere i progetti AMU di educazione e assistenza allo studio. In questo modo, per molti più bambini e ragazzi settembre potrà diventare tempo di ritorno in classe. Chiara Favotti (altro…)
Set 13, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
https://vimeo.com/279279408 (altro…)
Set 12, 2018 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Con una lettera indirizzata «alla stimata Presidente Maria Voce», Asabaton Fontem Njifua, la massima autorità tradizionale del luogo dove sorge una cittadella dei Focolari (sud-ovest del Camerun), scrive: «Non ho nulla da dire in particolare – si legge nella missiva inviata il 28 agosto dal Palais d’Azi – se non quello di esprimere la mia più profonda e sincera gratitudine ai membri dell’intero Movimento dei Focolari e soprattutto a coloro che lavorano a Fontem». «Sei ormai al corrente – scrive rivolgendosi a Maria Voce – della crisi sociopolitica che ha colpito il nostro Paese, in particolare le regioni anglofone. Fontem è uno dei villaggi in cui l’impatto della crisi era ed è molto forte». Ricordando l’appellativo attribuito a Chiara Lubich da un suo predecessore, nel 2000, quale “regina inviata da Dio”, il Fon usa parole amare per descrivere la situazione attuale: «Come esseri umani, abbiamo tentato in diversi modi di ripristinare la pace che esisteva una volta e a portare la gente a vivere la vita che Mama Chiara – Mafua Ndem ci ha insegnato, ma la maggior parte, se non tutti i nostri sforzi si sono rivelati inutili. Molti del mio popolo e persino membri del Movimento sono stati vittime della crisi. Mi viene da pensare che proprio le persone che hanno portato a Fontem la vita, la speranza, l’amore, l’unità e la luce di Dio sono sottoposte ora a un trattamento inumano. Il mio cuore piange quando penso che gli sforzi di sviluppo e le infrastrutture portate dal Movimento dei Focolari sono stati distrutti, e non possiamo fare molto per salvarli. Questo e molte altre cose mi spingono a esprimere una sincera gratitudine a tutti i membri del Movimento residenti a Fontem, che hanno resistito alla prova del tempo e sono rimasti fedeli alla causa dell’unità, della pace e dell’amore».
«Nell’attuale crisi – spiega il sovrano – migliaia di persone che sono fuggite dalle loro case hanno trovato rifugio al Centro Mariapoli di Fontem. La mia gratitudine è ancora più grande per il fatto che i focolarini hanno scelto di restare con la mia gente, nonostante il fatto che molti siano scappati dal Paese. Una ricompensa attende ciascuno di loro in Paradiso. In tutto ciò, ho imparato una grande lezione – indicata in maiuscolo dal Fon – quella di VIVERE INSIEME COME UNA FAMIGLIA. Loro sono davvero una famiglia leale. Non ci hanno abbandonato e prego che non ci abbandonino. Il Movimento dei Focolari è come la spina dorsale di Fontem, senza la quale non siamo nulla». Dopo aver chiesto con parole accorate di pregare il Padre per il suo popolo, e perché ritorni la pace nel Camerun, il Fon conclude: «Il nostro più grande desiderio è quello di vivere le parole di Mama Chiara “CHE TUTTI SIANO UNO”. Ricordatevi di noi nella preghiera perché è l’unica cosa di cui abbiamo bisogno ora. L’uomo ha fallito ma Dio non può fallire». A cura di Chiara Favotti Leggi la lettera (in inglese) (altro…)