Il Papa: cristiani e musulmani, avanti con coraggio nel dialogo
https://vimeo.com/148880588 Servizio di Radio Vaticana: http://www.news.va/it/news/il-papa-cristiani-e-musulmani-avanti-con-coraggio (altro…)
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Domenica 29 novembre, gli autori di Campus Italia hanno dedicato uno dei tre servizi della seconda puntata del loro magazine… proprio a Sophia! Il filmato di 8 minuti circa, girato nel corso di due giornate di vita universitaria, sottolinea in particolare il profilo interculturale e interdisciplinare della proposta accademica dello IUS.
L’indizione di un Giubileo ad essa dedicato ha portato alla ribalta, ben al di là della cinta vaticana, la parola misericordia, che alle orecchie del laico suona sorpassata e densa di significato specificamente religioso. Il non-credente tende a non accettare a-priori i significati mistici dei quali la parola è solitamente investita, specialmente ora che si innalza a inquietante e mondana centralità, e nella sua mente si alternano i vari sinonimi, o presunti tali, che gli consentirebbero di portarla oltre la frontiera della cristianità: pietà, compassione, empatia, e via dicendo, in un crescendo di confusione che i dizionari on-line non contribuiscono a diradare. Viene subito l’impulso di identificarla proprio con la pietà, il sentimento di chi ha compassione, di chi percepisce emozionalmente le sofferenze altrui come proprie e desidererebbe alleviarle (fra l’altro proprio con il cristianesimo il significato del termine pietà si è avvicinato a quello di misericordia). Ma allora perché non empatia, che non è un sentimento, ma una capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, di mettersi negli altrui panni, specialmente dopo le scoperte delle neuroscienze sui neuroni-specchio che tendono a confermare che l’empatia non origina da sforzi intellettuali ma è parte del codice genetico della specie? Le parole pietà-misericordia-compassione poi, come quasi tutte le parole che si rispettano, avranno la loro duplice accezione positiva e negativa: basterà pensare alla caratterizzazione dispregiativa in espressioni del tipo “fai pietà”, “fai compassione” equivalenti a “fai pena” e “fai schifo”, oppure all’uso quattro-seicentesco di chiamare “misericordia” la corta daga con la quale si infliggeva la morte al nemico ferito (colpo di grazia?). Si dirà che la misericordia è sì compassione, ma compassione attiva, che si sostanzia in atti, in opere. E sarà pure che essa rappresenta un concetto fondamentale, chiave della vita cristiana, come sottolineato dal dotto cardinal W. Kasper. Ma allora bisognerà distinguere una misericordia cristiana e una misericordia laica, fondata quest’ultima su valori umanitari che, pur camminando insieme ed intrecciandosi, appartengono comunque a due ordini diversi, che vanno rispettati nella loro natura. Non si tratta dunque di contrapporre le opere buone laiche a quelle cristiane, ma «di ricercare quell’armonia nascosta che reca sollievo al mondo»; e un’armonia – come il dialogo – «non si dà nella omogeneità, ma vive nella diversità…». Mario Frontini (altro…)
Abbiamo ancora negli occhi le immagini giunte dalla sofferta Bangui, capitale della Repubblica Centro Africana, dove papa Francesco, dimostrando grande coraggio, ha voluto aprire la prima “Porta della Misericordia”. In quel 29 novembre, così si esprimeva: «Oggi Bangui diviene la capitale spirituale del mondo. L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa terra. Ma in questa terra sofferente ci sono anche tutti i Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra. Bangui diviene la capitale spirituale della preghiera per la misericordia del Padre». E in riferimento alla data scelta dell’8 dicembre, il Papa spiega nella Bolla che «Questa festa liturgica indica il modo dell’agire di Dio fin dai primordi della nostra storia. Dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio non ha voluto lasciare l’umanità sola e in balia del male. Per questo ha pensato e voluto Maria santa e immacolata nell’amore (cfr Ef 1,4), perché diventasse la Madre del Redentore dell’uomo. Dinanzi alla gravità del peccato, Dio risponde con la pienezza del perdono. La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato, e nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona». «Nella festa dell’Immacolata Concezione – continua Francesco – avrò la gioia di aprire la Porta Santa. Sarà in questa occasione una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza». Ma non c’è solo la sorprendente novità di aprire la prima “porta santa” nella lontana Bangui, perché Francesco desidera che se ne aprano tante, in tutto il mondo, per dare a tutti i cristiani la possibilità di attraversarla con gli stessi effetti di rinnovamento interiore di chi lo farà a Roma, centro della cristianità. Infatti il Papa prosegue nella “Bolla” indicando che «la domenica successiva, la Terza di Avvento, si aprirà la Porta Santa nella Cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente, si aprirà la Porta Santa nelle altre Basiliche Papali. Nella stessa domenica stabilisco che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia». La vorrebbe anche nei Santuari, nelle mete di tanti pellegrini, e in tutti quei «luoghi sacri che spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e che trovano la via della conversione». Ogni Paese, quindi, sarà direttamente coinvolto «a vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale». Il Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma «così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa». Leggi il testo completo: Bolla (altro…)