Il 18 marzo 2025 ci ha lasciati Luciana Scalacci, una donna straordinaria, testimonianza viva di impegno concreto e fattivo nel dialogo a 360ยฐ. Luciana, sposata con Nicola, entrambi di convinzioni non religiose, hanno sempre sentito che il dialogo รจ un aspetto fondamentale nella societร contemporanea caratterizzata da tante forme di divisioni e conflitto. โIo e mio marito siamo non credenti โ ha raccontato qualche anno fa Luciana durante un incontro dei Focolari -, o meglio, non credenti in Dio, perchรฉ noi crediamo nellโuomo e nelle sue potenzialitร โ.
Luciana era nata ad Abbadia San Salvatore, un paese italiano in provincia di Siena. Si รจ sempre spesa, fin da bambina, per gli ultimi, i piรน deboli, trasmettendo a chiunque valori di onestร , integrazione, uguaglianza. Con il marito si sono impegnati in campo politico e sindacale in una militanza di sinistra incentrata sempre sui valori della giustizia, del dialogo, della libertร . Lโincontro con il Movimento dei Focolari รจ avvenuto grazie alla figlia Mascia.
โUn giorno – racconta Luciana โ nostra figlia ci scrive una lettera, dove ci dice in sintesi: โcari genitori ho trovato un posto dove mettere in pratica i valori che voi mi avete sempre trasmessoโ. Aveva conosciuto il Movimento dei Focolariโ. Cosรฌ, per capire meglio la decisione della figlia, Luciana e Nicola decidono di partecipare ad una giornata organizzata dai Focolari. โEra un incontro tra persone di convinzioni diverse, ma noi non lo sapevamo. Pertanto per non creare equivoci, tenemmo subito a precisare la nostra posizione politica e religiosa. La risposta fu: โe chi vi ha chiesto nulla!โ. Avemmo cosรฌ subito lโimpressione di trovarci in un ambiente dove cโera rispetto per le idee degli altri, trovammo unโapertura che non avevamo mai incontrato in altre associazioni o movimenti religiosiโ.
Da quel momento e negli anni a venire, il contributo di Luciana Scalacci per il Movimento dei Focolari รจ stato essenziale. Era il 1995 quando incontrรฒ per la prima volta Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Accanto a lei si รจ sempre spesa per far nascere e approfondire il dialogo con persone di convinzioni non religiose, che ha preso forza proprio grazie anche allโintelligenza illuminata di Luciana.
Dal 2000 ha fatto parte della Commissione internazionale del dialogo con persone di convinzioni non religiose contribuendo cosรฌ allโorganizzazione di convegni come In dialogo per la pace, Coscienza e povertร , Donne e uomini verso una societร solidale e tanti altri. Luciana aveva trovato una sintonia piena con lโIdeale dellโunitร , nellโincontro personale con Chiara e con la comunitร dei Focolari. Raccontava ad unโamica: โQuesto dialogo (tra persone di diverse convinzioni) รจ nato non per convertire i non credenti, ma perchรฉ con Chiara avevamo capito che il mondo unito si fa con tutti. Che tutti siano uno. Se ne escludiamo anche solo uno, non siamo piรน tuttiโ.
Il 26 settembre 2014 durante una udienza concessa ai Focolari, saluta Papa Francesco. โIn quella giornata straordinaria, ho avuto il privilegio di scambiare con Lei alcune parole che non dimenticherรฒ maiโ ha raccontato questโanno in una lettera che ha indirizzato al Papa mentre lui era ricoverato al Policlinico Gemelli. โOra, caro papa Francesco, Lei รจ in un letto di ospedale, e anche io sono nella stessa condizione. Entrambi davanti alla fragilitร della nostra umanitร . Volevo assicurarle che non smetto di pensarla e pregare laicamente per Lei. Lei preghi cristianamente per meโ.
Tante le lacrime di gratitudine e profondissime le parole di ringraziamento nel giorno del suo funerale. Una fra tutte, Vita Zanolini, focolarina e amica di Luciana e Nicola. โLuciana: amica, sorella, compagna nelle frontiere del nuovo, ma nel rispetto della storia e delle radici, maestra di vita e molto altro. โ ha detto Vita ricordandola -. Pensando a lei, alla sua libertร , vengono in mente cieli luminosi e tersi, di colore intenso; una sorgente limpida che nel dolce e silenzioso scorrere, si fa anche cascata tumultuosa. Un camino acceso in una casa accogliente che dice un cuore sempre aperto. Ma anche un menรน raffinato e ricco con ricette buonissime e sempre creative. Resilienza, rispetto, ascolto, tenacia in tutte le sfumatureโ.
โAnni fa – continua Vita – in uno dei convegni sul dialogo qualcuno ha posto una domanda, un po’ originale: โQual รจ la differenza tra un credente e un non credente?โ E la risposta di Luciana, forse inaspettata per molti: โI credenti credono in Dio, i non credentiโฆ Dio crede in loroโ. E penso possiamo dire che Luciana non ha deluso o disatteso questa fede di Dio in lei!โ
Gli ultimi giorni di vita terrena Luciana li ha trascorsi in un hospice dovโera ricoverata. Era sempre vigilissima e attiva nel comunicare quanto aveva in cuore, con una forza straordinaria che contrastava con il poco fiato, ha fatto le sue raccomandazioni (anche minacciando scherzosamente) intercalate al racconto e ricordo di tante esperienze vissute insieme. โEra come se ci passasse il testimone – racconta ancora Vita -. Prima di salutarci lโabbraccio รจ stato struggente e nello stesso tempo molto sereno, con il sapore dellโeternitร โ.
Il 13 giugno 2025 si รจ svolto al centro internazionale un incontro dedicato a Luciana. Attraverso numerose testimonianze da vari Paesi si รจ messa in luce, come diceva il titolo, โLโereditร di Lucianaโ cioรจ il prezioso e determinante contributo che lei ha saputo imprimere al percorso di dialogo portato avanti dal Movimento dei Focolari, in particolare con e tra persone di convinzioni non religiose. Di seguito il video dell’evento.
Qualche settimana fa, ho preso parte al progetto MED25, una nave-scuola per la pace. Eravamo 20 giovani provenienti da tutto il Mediterraneo โ Nord, Sud, Est e Ovest โ a bordo di una barca chiamata โBel Espoirโ. Siamo partiti da Barcellona, e il meteo non era come previsto, quindi ci siamo fermati a Ibiza prima di raggiungere Ceuta, e da lรฌ abbiamo viaggiato via terra fino a Tetouan, per poi tornare a Malaga. Non รจ stato solo un viaggio โ รจ stato un percorso dentro le vite, le menti e le culture degli altri.
Vivere su una barca con cosรฌ tante persone diverse รจ stato bellissimo, ma non sempre facile. Ogni giorno abbiamo dovuto dividerci i compiti: cucinare, servire i pasti, pulire, lavare i piatti. Ci alternavamo in squadre, cosรฌ ognuno ha sperimentato il ritmo completo della vita a bordo. Abbiamo anche imparato a navigare โ cosa che allโinizio รจ stata un poโ folle. Vorrei poter dire che alla fine รจ diventato tutto naturale, ma in realtร รจ stato piรน difficile del previsto. Si inizia a capire quanto lavoro di squadra serva, realmente, per andare avanti.
Ma non eravamo lรฌ solo per cucinare e navigare. Eravamo lรฌ per parlare โ per parlare davvero. Abbiamo affrontato otto grandi temi: cultura, educazione, ruolo delle donne, religione, ambiente, migrazione, tradizioni cristiane e, naturalmente, la pace. Non erano discussioni teoriche. Erano tematiche profondamente personali. Abbiamo condiviso i nostri punti di vista e a volte ci siamo scontrati. A volte le discussioni si accendevano. Ci sono stati momenti di frustrazione. Alcune conversazioni si sono trasformate in veri e propri litigi.
Ma ecco la veritร โ su una barca non puoi semplicemente andartene. Non puoi tornare a casa e dormirci su. Vivi insieme. Mangi insieme. Navighi insieme. Sei letteralmente sulla stessa barca. Questo cambia tutto. Rende impossibile restare arrabbiati a lungo. Dovevamo parlarne. Dovevamo ascoltarci, e a volte dovevamo ammettere di avere torto.
Questa, per me, รจ stata la parte piรน potente di questa esperienza. Ho capito che la maggior parte dei conflitti โ tra persone o tra Paesi โ non nasce dallโodio. Nasce dalla mancanza di conoscenza, dagli stereotipi, dalla disinformazione. E proprio come noi abbiamo avuto la possibilitร di conoscerci su quella barca, anche il mondo puรฒ farlo. Se noi siamo riusciti a superare anni di incomprensioni in sole due settimane insieme, immaginate cosa sarebbe possibile se le persone fossero davvero disposte ad ascoltarsi.
Ho anche scoperto tante cose inaspettate. Come il fatto che la Quaresima venga celebrata in modo diverso in Europa rispetto al Medio Oriente. O come la religione giochi un ruolo completamente diverso nella politica e nella vita pubblica, a seconda di dove ci si trova. In Europa, spesso รจ una questione privata, mentre in molti Paesi mediorientali, la religione plasma le leggi, le politiche e la vita quotidiana. Non erano solo nozioni โ ho sentito la differenza attraverso le persone con cui ho vissuto.
Ciรฒ che mi ha colpito di piรน รจ stato che, nonostante tutte le nostre differenze, avevamo cosรฌ tanto in comune. Abbiamo riso tanto. Abbiamo ballato. Abbiamo avuto il mal di mare insieme. Abbiamo anche avuto lโoccasione di digiunare insieme, visto che eravamo nel periodo della Quaresima e del Ramadan. Abbiamo fatto arte, letto libri, scherzato, pregato in tante lingue diverse allo stesso tempo, scoperto religioni come il Cristianesimo, lโIslam, lโInduismo, lโEbraismo, dormito sotto il cielo aperto, e condiviso momenti silenziosi e sacri. E attraverso tutto questo, ho capito che la pace non รจ qualcosa di lontano o irraggiungibile. ร qualcosa di molto umano. ร caotica, e richiede impegno. Ma รจ possibile.
Sono tornata cambiata. Non perchรฉ credo che ora abbiamo risolto tutti i nostri problemi, ma perchรฉ ora credo che la pace non sia un sogno โ รจ una scelta. Una scelta che inizia davvero con il vedere e ascoltare lโaltro.
E se 20 sconosciuti sono riusciti a farlo su una barca in mezzo al mare, allora cโรจ speranza anche per il resto del mondo.
Bertha El Hajj, giovane ambasciatrice di pace.
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Come โdistributrice di incarichiโ, in dieci anni ero riuscita, in collaborazione con il nostro parroco, a formare il Consiglio pastorale parrocchiale e il gruppo dei sagrestani. Con il passare del tempo, mi sono resa conto che il mio ruolo si stava ridimensionando. Molte persone, prima meno attive, si sono proposte per svolgere vari incarichi, e io ho scelto di farmi da parte per lasciare loro spazio. Inizialmente ho accettato con serenitร il mio ruolo piรน defilato. In seguito, perรฒ, sentendomi esclusa, ho capito quanto sia facile legarsi ai propri ruoli, ma anche quanto sia importante saper lasciare andare. A volte, il Signore ci invita a fare un passo indietro per prepararci a qualcosa di nuovo. Non รจ facile, perchรฉ implica accettare il cambiamento e fidarsi. Oggi, pur sentendomi un poโ ai margini, rimango disponibile a dare il mio contributo se e quando mi verrร richiesto. Sono convinta che ogni servizio, anche il piรน piccolo, abbia un valore e che ogni fase della vita sia unโopportunitร per crescere nella fede e nellโamore verso gli altri.
(Luciana โ Italia)
Dio mi vede
Mi capitava a volte, quando abitavo a Bruxelles, di andare a messa nella chiesa del Collegio di St. Michel. Per arrivarci, si dovevano percorrere lunghi corridoi con ai due lati una serie infinita di classi. Sopra la porta di ciascuna, un cartello con la scritta: Dio ti vede. Era un mettere in guardia i ragazzi che rifletteva un pensiero del tempo passato, espresso al negativo: โNon fare peccati perchรฉ, anche se gli uomini non ti vedono, Dio ti vedeโ. Invece a me, forse perchรฉ nato in unโaltra epoca o perchรฉ credo nel suo amore, risuonava in maniera positiva: โNon devo fare cose buone davanti agli uomini affinchรฉ mi vedano, per sentirmi dire bravo o essere ringraziato, ma vivere alla presenza di Dioโ. Nel Vangelo di Matteo 23,1-12 Gesรน, parlando a degli scribi e a dei farisei che amano mettersi in mostra, li invita a non farsi chiamare โmaestriโ, ad avere unโunica preoccupazione: agire sotto lo sguardo di Dio che legge nei cuori. Ecco, questo mi piace: Dio mi vede, come dicono i cartelli nel collegio; Dio legge nei cuori e questo mi deve bastare.
(G.F.- Belgio)
Fare il primo passo
Per una questione di ereditร tra mia madre e sua sorella era caduto il silenzio. Non si frequentavano piรน da tempo, e la spaccatura venuta a crearsi non faceva che allargarsi, tanto piรน che noi abitavamo in cittร e la zia in un paesino di montagna piuttosto distante. Questo stato di cose si รจ protratto fino al giorno in cui ho preso il coraggio a due mani, provocata dalla Parola di Gesรน: ยซSe tu stai per presentare la tua offerta allโaltare, e lรฌ ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lรฌ la tua offerta davanti allโaltare e vaโ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offertaยป. Cercando il momento adatto, ho affrontato lโargomento con la mamma e sono riuscita a convincerla ad accompagnarmi dalla zia. Durante il viaggio eravamo piuttosto silenziose; io poi non facevo che pregare perchรฉ tutto andasse bene. In effetti le cose si sono svolte nel modo piรน semplice: colta di sorpresa, la zia ci ha accolte a braccia aperte. Ma era stato necessario fare noi il primo passo.
(A.G. โ Italia)
A cura di Maria Grazia Berretta
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Cittร Nuova, anno Xโ n.1ยฐ marzo-aprile 2025)
Un Papa che ha sognato e ci ha fatto sognareโฆche cosa? che – lo ha detto una volta lui stesso – โla Chiesa รจ il Vangeloโ. Non nel senso che il Vangelo รจ proprietร esclusiva della Chiesa. Ma nel senso che Gesรน di Nazaret, colui che รจ stato crocifisso fuori dallโaccampamento come fosse un maledetto e che Dio Abbร ha invece risuscitato dai morti come Figlio primogenito tra molti fratelli e sorelle, continua qui ed ora, attraverso coloro che si riconoscono nel suo nome, a portare la buona notizia che il Regno di Dio รจ venuto e sta venendoโฆ per tutti, a cominciare dagli โultimiโ che dal Vangelo sono raggiunti per ciรฒ che sono agli occhi di Dio: i โprimiโ. Davvero, e non per modo di dire. Ecco il Vangelo che la Chiesa annuncia e contribuisce a fare storia, quanto piรน dal Vangelo si fa trasformare. Come accadde, sin dal principio, a Pietro e Giovanni quando, salendo al tempio, incontrarono alla porta detta โBellaโ lโuomo che era storpio dalla nascita. Fissarono insieme lo sguardo su di lui, che a sua volta li guardรฒ negli occhi. E Pietro gli disse: โnon possiedo nรฉ argento nรฉ oro, ma quello che ho te lo dรณ: nel nome di Gesรน Cristo, il Nazareno, cammina!โ.
Il Vangelo di Gesรน e la missione della Chiesa. Spendersi perchรฉ ci si alzi in piedi e si cammini. Cosรฌ il Padre ci pensa, ci vuole e ci accompagna. Jorge Maria Bergoglio – con tutta la forza e la fragilitร della sua umanitร , che ce lโha fatto sentire fratello – รจ per questo che ha speso la sua vita e il suo servizio come Vescovo di Roma. Da quella prima apparizione dalla loggia di San Pietro, quando si รจ inchinato chiedendo che il Popolo di Dio invocasse per lui la benedizione, allโultima, il giorno di Pasqua, quando con voce flebile ha impartito la benedizione del Cristo risorto scendendo poi nella piazza per incrociare il suo sguardo con lo sguardo della gente. Il suo sogno รจ stato quello di una Chiesa โpovera e dei poveriโ. Nello spirito del Vaticano II che ha richiamato la Chiesa al suo unico modello, Gesรน: che โha spogliato se stesso, facendosi servoโ.
Il nome di Francesco che ha scelto dice lโanima di ciรฒ che ha voluto fare, e prima essere: testimone del Vangelo โsine glossaโ, e cioรจ senza commenti e senza accomodamenti. Perchรฉ il Vangelo non รจ nรฉ un orpello, nรฉ un tappabuchi, nรฉ un analgesico: รจ annuncio di veritร e di vita, di gioia, di giustizia, di pace e fraternitร . Ecco il programma di riforma della Chiesa nella Evangelii gaudium, ed ecco i manifesti di un nuovo umanesimo planetario nella Laudato sรฌ e nella Fratelli tutti. Ecco il Giubileo della misericordia ed ecco il Giubileo della speranza. Ecco il documento sulla fratellanza universale siglato ad Abu Dhabi col grande Iman di Al Ahzar ed ecco le innumerevoli occasioni dโ incontro vissute con i membri delle diverse fedi e convinzioni. Ecco lโopera instancabile a difesa degli scartati, dei migranti, delle vittime di abusi. Ecco il rifiuto categorico della guerra.
Francesco ha avuto ben chiaro che il Vangelo non basta farlo tornare a parlare, con tutta la sua carica sovversiva, nellโareopago complesso e persino contraddittorio del nostro tempo. Occorre qualcosa di piรน: perchรฉ non ci troviamo solo in unโepoca di cambiamenti, ma siamo in mezzo al guado di un cambiamento dโepoca. Occorre guardare con uno sguardo nuovo. Quello con cui ci ha guardato e ci guarda, dal Padre, Gesรน. Lo sguardo che, con accenti teneri e accorati, รจ descritto nel suo testamento spirituale e teologico, lโenciclica Dilexit nos. ร lo sguardo – semplice e radicale – dellโamare il prossimo come sรฉ e dellโamarsi gli uni gli altri in una reciprocitร libera, gratuita, ospitale, aperta a tutti, tutti, tutti. Il processo sinodale in cui la Chiesa cattolica – e, per la loro parte, tutte le altre Chiese – รจ stata convocata indica la strada da percorrere in questo nostro terzo millennio: al di lร di una figura di Chiesa clericale, gerarchica, al maschile… Una strada nuova perchรฉ antica come il Vangelo. Una strada non facile, costosa e irta di ostacoli. Ma una grande profezia, affidata alla nostra creativa e tenace responsabilitร .
Grazie Francesco! Il tuo corpo ora riposerร accanto a Colei che ti ha accompagnato passo passo, come madre, nel tuo santo viaggio. Tu, con lei, accompagna ora tutti noi, dal grembo di Dio, nel cammino che ci attende.
Da 30 maggio al 1ยฐ giugno secondo il calendario dei grandi eventi del Giubileo della Speranza 2025, รจ previsto il Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani; e dal 28 luglio al 3 agosto il Giubileo dei giovani. Saranno due grandi eventi che porteranno a Roma migliaia di persone da tutto il mondo.
Il Movimento dei Focolari per lโoccasione propone alcuni itinerari per approfondire la spiritualitร dellโunitร e la vita di alcuni testimoni di speranza. In particolare per i giovani รจ stato realizzato un percorso a tappe in giro per lโItalia dal titolo Giovani e Santitร . Per avere maggiori dettagli abbiamo intervistato Paola Torelli e Lais Alexandre Pessoa dei Centri giovanili del Movimento.
Partiamo dal Giubileo dei giovani: come nasce lโidea del percorso โGiovani e Santitร โ?
Il Giubileo dei giovani รจ un’opportunitร unica per mettersi in cammino, sia fisicamente a Roma che in altri luoghi giubilari nel mondo. Questo percorso non รจ solo un viaggio attraverso luoghi, ma soprattutto unโesperienza di incontro con Dio e con tanti testimoni di speranza, la cui vita puรฒ aiutarci a crescere nella fede e nella speranza. Da qui nasce lโidea di Giovani e Santitร , per tutti i giovani che parteciperanno al Giubileo dei giovani a fine luglio, offrendo un cammino accompagnato da testimoni di speranza.
Quali sono le proposte del Movimento dei Focolari?
Si propongono alcune tappe in giro per lโItalia
Sassello (Genova) per incontrare la testimonianza della Beata Chiara Luce Badano. (fondazione@chiarabadano.org)
Genova perapprofondire la conoscenza dei due amici Alberto Michelotti e Carlo Grisolia, oggi servi di Dio (info@albertoecarlo.it)
Loppiano (Firenze) nella cittadella internazionale dei Focolari, per incontrare testimoni di speranza di oggi.(accoglienza@loppiano.it)
Assisi per scoprire la testimonianza di vita di S. Carlo Acutis, che sarร canonizzato il 27 aprile 2025 nel contesto del Giubileo degli adolescenti. (Programma ospitalitร giovani)
Roma per un cammino a tappe basato su quattro parole chiave del Giubileo: Pellegrinaggio e Professione della Fede, Porta Santa, Speranza, Riconciliazione. Il percorso si svolgerร lungo lโitinerario delle Sette Chiese, accompagnato da un itinerario spirituale.
4 agosto, visita al Centro Internazionale dei Focolari (Rocca di Papa). Sarร possibile partecipare a una visita guidata per un incontro piรน approfondito del carisma dellโunitร e la storia di vita della fondatrice Chiara Lubich, il cui corpo รจ sepolto lรฌ. (accoglienza@focolare.org)
Si puรฒ scegliere solo una tappa o รจ un unico cammino che comprende tutte le tappe citate?
Le tappe proposte sono indipendenti, ogni gruppo o persona puรฒ scegliere quelle a cui partecipare o, se possibile, fare lโintero percorso. Per ogni tappa sono disponibili contatti di riferimento per il programma e per le visite.
Ci sono anche altre proposte per i giovani?
A Roma ogni mese presso il Focolare Meeting Point cโรจ un appuntamento dal titolo Chiamati ad una sola speranza – Giovani in cammino. Con vari Movimenti e Associazioni che hanno accolto lโinvito, offriamo la possibilitร di nutrire e irrobustire โla speranzaโ con scambi di testimonianze, riflessioni, silenzio, preghiera. ร unโesperienza di conoscenza reciproca. Preparare questi appuntamenti insieme agli altri Movimenti e Associazioni ci fa crescere ed essere sempre piรน Chiesa.
Passiamo ora al Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani di fine maggio: cosa propongono i Focolari?
Ci saranno due eventi previsti per venerdรฌ 30 maggio. Sono dei percorsi interattivi per approfondire il Giubileo della Speranza per famiglie con bambini e ragazzi fino a 12 anni, con riflessioni e giochi adatti a quella fascia dโetร . Il primo si svolgerร al Centro Internazionale dei Focolari in cui si potranno visitare anche diversi posti significativi, tra i quali, come la casa nella quale ha vissuto Chiara Lubich e la cappella dovโรจ sepolta insieme ai cofondatori del Movimento. Il secondo evento si svolgerร a Roma in diverse chiese e luoghi significativi, partendo dal Focolare Meeting Point.
Guerre, stragi e massacri, forti polarizzazioni, dove anche il pacifismo puรฒ diventare divisivo: questa lโattualitร in cui siamo immersi.
La figura di Igino Giordani (1894-1980), uomo di pace perchรฉ uomo giusto e coerente, ci dร oggi qualche spunto per alzare lo sguardo e sperare ancora, tentando un dialogo lร dove sembra impossibile, per sgretolare ideologie cristallizzate e assolutismi, per costruire una societร inclusiva, per rifondare la pace sullโunitร .
Tra i piรน vivi testimoni della cultura della pace del ventesimo secolo, il suo pacifismo attinge direttamente dal Vangelo: uccidere un altro uomo significa assassinare lโessere fatto a immagine e somiglianza di Dio. Giordani anela dunque alla pace, si spende in tutti i modi, dialoga con chiunque per la pace, non si tira indietro nemmeno quando cโรจ da sostenere la ratifica del Patto Atlantico e provvedere alla sicurezza e alla difesa dellโEuropa e dellโItaliaโฆ Possiamo dire che il suo รจ un pacifismo a 360ยฐ, senza esclusione di colpi.
Scorriamo qualche suo scritto.
ยซโฆ scoppiรฒย la Prima Guerraย mondiale. [โฆ] Ed esplosero comizi guerยญrafondai in piazza, ai quali io andavo per protestare contro la guerra; tanto che una volta un personaggio da me stimato, ascoltando le mie grida mi ammonรฌ: โ Ma lei vuol farsi amยญmazzare!โฆ
[โฆ] Nel ยซmaggio radiosoยป 1915, fui chiamato alle armi. [โฆ]
La trincea! In essa, dalla scuola entrai nella vita, tra le braccia della morte con le salve dei cannoni. Fango, freddo, sporcizia, attutirono la scoperta amara: che i soldati erano tutti contrari allโomicidio detto guerra, per il fatto che lโomicidio era uccisione dellโuomo: tutti la detestavanoโฆ [โฆ] Stavamo a Oslavia, presso dei ruderi chiamati Pri-Fabrisu: il ricordo dellโagonia (da agone) sofferta in quei luoghi lo raccolsi, piรน tardi, durante la triennale degenza dโospedale, in un poemetto intitolato I volti dei morti. Rammento lโultimo verso che diceva: โQuesta malediยญzione della guerraโ[2]ยป.
Giordani fu ferito gravemente e, tornato dalla trincea, rimase tre anni nellโospedale militare di Milano, con danni irreversibili ad una gamba. Il suo dunque รจ un pacifismo che poggia sulla vita vissuta. Impegnato poi nella vita politica, puntรฒ sempre al dialogo con tutti, anche con chi era di un pensiero opposto al suo, convinto che lโuomo รจ sempre da accogliere e comprendere. Non si arroccรฒ mai su posizioni assolute. Cosรฌ racconta il suo intervento in Parlamento a favore del Patto atlantico:
ยซAlla Camera, ricordo un discorso da me tenuto il 16 marzo 1949, [โฆ] sul Patto Atlantico, che da troppi era presentato solo nellโaspetto dโanticomunismo, e cioรจ di allestimento bellico antirusso. [โฆ] Dissi che ogni guerra รจ un fallimento dei cristiani. โSe il mondo fosse cristiano, non ci dovrebbero essere guerreโฆ [โฆ] La guerra โ aggiunsi โ รจ un omicidio, un deicidio (uccisione di Dio in effigie: e cioรจ nellโuomo che รจ sua immagine) e un suicidioโ[3]ยป.
Il discorso di Giordani venne applaudito da destra e da sinistra: paziente tessitore di rapporti, mise in evidenza la valenza positiva di una scelta da parte dellโItalia che poteva essere interpretata a favore della guerra. Giordani era ben convinto che per la pace bisogna tentare qualsiasi strada, al di lร degli schieramenti strategici, e si augurava che la politica cristiana fosse in grado di districarsi fra le polarizzazioni in atto per ergersi a forza di pace.
Scrive nel 1953:
ยซLa guerra รจ un omicidio in grande, rivestito di una specie di culto sacro [โฆ]. Essa sta allโumanitร , come la malattia alla salute, come il peccato allโanima: รจ distruzione e scempio e investe anima e corpo, i singoli e la collettivitร .
ย [โฆ] Il fine puรฒ essere la giustizia, la libertร , lโonore, il pane: ma i mezzi producono tale distruzione di pane, dโonore, di libertร e di giustizia, oltre che di vite umane, tra cui quelle di donne, bambini, vecchi, innocenti dโogni sorta, che annullano tragicamente il fine stesso propostosi.
In sostanza, la guerra non serve a niente, allโinfuori di distruggere vite e ricchezze[4]ยป.
Giordani ci ricorda dunque che la pace รจ il risultato di un progetto: un progetto di fraternitร fra i popoli, di solidarietร con i piรน deboli, di rispetto reciproco. Cosรฌ si costruisce un mondo piรน giusto, anche oggi.