Movimento dei Focolari
Sulla stessa barca: un viaggio verso la pace

Sulla stessa barca: un viaggio verso la pace

Qualche settimana fa, ho preso parte al progetto MED25, una nave-scuola per la pace. Eravamo 20 giovani provenienti da tutto il Mediterraneo โ€” Nord, Sud, Est e Ovest โ€” a bordo di una barca chiamata โ€œBel Espoirโ€. Siamo partiti da Barcellona, e il meteo non era come previsto, quindi ci siamo fermati a Ibiza prima di raggiungere Ceuta, e da lรฌ abbiamo viaggiato via terra fino a Tetouan, per poi tornare a Malaga. Non รจ stato solo un viaggio โ€” รจ stato un percorso dentro le vite, le menti e le culture degli altri.

Vivere su una barca con cosรฌ tante persone diverse รจ stato bellissimo, ma non sempre facile. Ogni giorno abbiamo dovuto dividerci i compiti: cucinare, servire i pasti, pulire, lavare i piatti. Ci alternavamo in squadre, cosรฌ ognuno ha sperimentato il ritmo completo della vita a bordo. Abbiamo anche imparato a navigare โ€” cosa che allโ€™inizio รจ stata un poโ€™ folle. Vorrei poter dire che alla fine รจ diventato tutto naturale, ma in realtร  รจ stato piรน difficile del previsto. Si inizia a capire quanto lavoro di squadra serva, realmente, per andare avanti.

Ma non eravamo lรฌ solo per cucinare e navigare. Eravamo lรฌ per parlare โ€” per parlare davvero. Abbiamo affrontato otto grandi temi: cultura, educazione, ruolo delle donne, religione, ambiente, migrazione, tradizioni cristiane e, naturalmente, la pace. Non erano discussioni teoriche. Erano tematiche profondamente personali. Abbiamo condiviso i nostri punti di vista e a volte ci siamo scontrati. A volte le discussioni si accendevano. Ci sono stati momenti di frustrazione. Alcune conversazioni si sono trasformate in veri e propri litigi.

Ma ecco la veritร  โ€” su una barca non puoi semplicemente andartene. Non puoi tornare a casa e dormirci su. Vivi insieme. Mangi insieme. Navighi insieme. Sei letteralmente sulla stessa barca. Questo cambia tutto. Rende impossibile restare arrabbiati a lungo. Dovevamo parlarne. Dovevamo ascoltarci, e a volte dovevamo ammettere di avere torto.

Questa, per me, รจ stata la parte piรน potente di questa esperienza. Ho capito che la maggior parte dei conflitti โ€” tra persone o tra Paesi โ€” non nasce dallโ€™odio. Nasce dalla mancanza di conoscenza, dagli stereotipi, dalla disinformazione. E proprio come noi abbiamo avuto la possibilitร  di conoscerci su quella barca, anche il mondo puรฒ farlo. Se noi siamo riusciti a superare anni di incomprensioni in sole due settimane insieme, immaginate cosa sarebbe possibile se le persone fossero davvero disposte ad ascoltarsi.

Ho anche scoperto tante cose inaspettate. Come il fatto che la Quaresima venga celebrata in modo diverso in Europa rispetto al Medio Oriente. O come la religione giochi un ruolo completamente diverso nella politica e nella vita pubblica, a seconda di dove ci si trova. In Europa, spesso รจ una questione privata, mentre in molti Paesi mediorientali, la religione plasma le leggi, le politiche e la vita quotidiana. Non erano solo nozioni โ€” ho sentito la differenza attraverso le persone con cui ho vissuto.

Ciรฒ che mi ha colpito di piรน รจ stato che, nonostante tutte le nostre differenze, avevamo cosรฌ tanto in comune. Abbiamo riso tanto. Abbiamo ballato. Abbiamo avuto il mal di mare insieme. Abbiamo anche avuto lโ€™occasione di digiunare insieme, visto che eravamo nel periodo della Quaresima e del Ramadan. Abbiamo fatto arte, letto libri, scherzato, pregato in tante lingue diverse allo stesso tempo, scoperto religioni come il Cristianesimo, lโ€™Islam, lโ€™Induismo, lโ€™Ebraismo, dormito sotto il cielo aperto, e condiviso momenti silenziosi e sacri. E attraverso tutto questo, ho capito che la pace non รจ qualcosa di lontano o irraggiungibile. รˆ qualcosa di molto umano. รˆ caotica, e richiede impegno. Ma รจ possibile.

Sono tornata cambiata. Non perchรฉ credo che ora abbiamo risolto tutti i nostri problemi, ma perchรฉ ora credo che la pace non sia un sogno โ€” รจ una scelta. Una scelta che inizia davvero con il vedere e ascoltare lโ€™altro.

E se 20 sconosciuti sono riusciti a farlo su una barca in mezzo al mare, allora cโ€™รจ speranza anche per il resto del mondo.

Bertha El Hajj, giovane ambasciatrice di pace.

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A cura di Maria Grazia Berretta

Vangelo vissuto: far nuove tutte le cose

Vangelo vissuto: far nuove tutte le cose

Accettare il cambiamento

Come โ€œdistributrice di incarichiโ€, in dieci anni ero riuscita, in collaborazione con il nostro parroco, a formare il Consiglio pastorale parrocchiale e il gruppo dei sagrestani. Con il passare del tempo, mi sono resa conto che il mio ruolo si stava ridimensionando. Molte persone, prima meno attive, si sono proposte per svolgere vari incarichi, e io ho scelto di farmi da parte per lasciare loro spazio. Inizialmente ho accettato con serenitร  il mio ruolo piรน defilato. In seguito, perรฒ, sentendomi esclusa, ho capito quanto sia facile legarsi ai propri ruoli, ma anche quanto sia importante saper lasciare andare. A volte, il Signore ci invita a fare un passo indietro per prepararci a qualcosa di nuovo. Non รจ facile, perchรฉ implica accettare il cambiamento e fidarsi. Oggi, pur sentendomi un poโ€™ ai margini, rimango disponibile a dare il mio contributo se e quando mi verrร  richiesto. Sono convinta che ogni servizio, anche il piรน piccolo, abbia un valore e che ogni fase della vita sia unโ€™opportunitร  per crescere nella fede e nellโ€™amore verso gli altri.

(Luciana โ€“ Italia)

Dio mi vede

Mi capitava a volte, quando abitavo a Bruxelles, di andare a messa nella chiesa del Collegio di St. Michel. Per arrivarci, si dovevano percorrere lunghi corridoi con ai due lati una serie infinita di classi. Sopra la porta di ciascuna, un cartello con la scritta: Dio ti vede. Era un mettere in guardia i ragazzi che rifletteva un pensiero del tempo passato, espresso al negativo: โ€œNon fare peccati perchรฉ, anche se gli uomini non ti vedono, Dio ti vedeโ€. Invece a me, forse perchรฉ nato in unโ€™altra epoca o perchรฉ credo nel suo amore, risuonava in maniera positiva: โ€œNon devo fare cose buone davanti agli uomini affinchรฉ mi vedano, per sentirmi dire bravo o essere ringraziato, ma vivere alla presenza di Dioโ€. Nel Vangelo di Matteo 23,1-12 Gesรน, parlando a degli scribi e a dei farisei che amano mettersi in mostra, li invita a non farsi chiamare โ€œmaestriโ€, ad avere unโ€™unica preoccupazione: agire sotto lo sguardo di Dio che legge nei cuori. Ecco, questo mi piace: Dio mi vede, come dicono i cartelli nel collegio; Dio legge nei cuori e questo mi deve bastare.

(G.F.- Belgio)

Fare il primo passo

Per una questione di ereditร  tra mia madre e sua sorella era caduto il silenzio. Non si frequentavano piรน da tempo, e la spaccatura venuta a crearsi non faceva che allargarsi, tanto piรน che noi abitavamo in cittร  e la zia in un paesino di montagna piuttosto distante. Questo stato di cose si รจ protratto fino al giorno in cui ho preso il coraggio a due mani, provocata dalla Parola di Gesรน: ยซSe tu stai per presentare la tua offerta allโ€™altare, e lรฌ ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lรฌ la tua offerta davanti allโ€™altare e vaโ€™ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offertaยป. Cercando il momento adatto, ho affrontato lโ€™argomento con la mamma e sono riuscita a convincerla ad accompagnarmi dalla zia. Durante il viaggio eravamo piuttosto silenziose; io poi non facevo che pregare perchรฉ tutto andasse bene. In effetti le cose si sono svolte nel modo piรน semplice: colta di sorpresa, la zia ci ha accolte a braccia aperte. Ma era stato necessario fare noi il primo passo.

(A.G. โ€“ Italia)

A cura di Maria Grazia Berretta

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Cittร  Nuova, anno Xโ€“ n.1ยฐ marzo-aprile 2025)

ยฉFoto: Gerson Rodriguez – Pixabay

Papa Francesco: la Chiesa รจ il Vangeloโ€ฏย 

Papa Francesco: la Chiesa รจ il Vangeloโ€ฏย 

Un Papa che ha sognato e ci ha fatto sognareโ€ฆche cosa? che – lo ha detto una volta lui stesso – โ€œla Chiesa รจ il Vangeloโ€. Non nel senso che il Vangelo รจ proprietร  esclusiva della Chiesa. Ma nel senso che Gesรน di Nazaret, colui che รจ stato crocifisso fuori dallโ€™accampamento come fosse un maledetto e che Dio Abbร  ha invece risuscitato dai morti come Figlio primogenito tra molti fratelli e sorelle, continua qui ed ora, attraverso coloro che si riconoscono nel suo nome, a portare la buona notizia che il Regno di Dio รจ venuto e sta venendoโ€ฆ per tutti, a cominciare dagli โ€œultimiโ€ che dal Vangelo sono raggiunti per ciรฒ che sono agli occhi di Dio: i โ€œprimiโ€. Davvero, e non per modo di dire. Ecco il Vangelo che la Chiesa annuncia e contribuisce a fare storia, quanto piรน dal Vangelo si fa trasformare. Come accadde, sin dal principio, a Pietro e Giovanni quando, salendo al tempio, incontrarono alla porta detta โ€œBellaโ€ lโ€™uomo che era storpio dalla nascita. Fissarono insieme lo sguardo su di lui, che a sua volta li guardรฒ negli occhi. E Pietro gli disse: โ€œnon possiedo nรฉ argento nรฉ oro, ma quello che ho te lo dรณ: nel nome di Gesรน Cristo, il Nazareno, cammina!โ€.  

Il Vangelo di Gesรน e la missione della Chiesa. Spendersi perchรฉ ci si alzi in piedi e si cammini. Cosรฌ il Padre ci pensa, ci vuole e ci accompagna. Jorge Maria Bergoglio – con tutta la forza e la fragilitร  della sua umanitร , che ce lโ€™ha fatto sentire fratello – รจ per questo che ha speso la sua vita e il suo servizio come Vescovo di Roma. Da quella  prima apparizione dalla loggia di San Pietro, quando si รจ inchinato chiedendo che il Popolo di Dio invocasse per lui la benedizione, allโ€™ultima, il giorno di Pasqua, quando con voce flebile ha impartito la benedizione del Cristo risorto scendendo poi nella piazza per incrociare il suo sguardo con lo sguardo della gente. Il suo sogno รจ stato quello di una Chiesa โ€œpovera e dei poveriโ€. Nello spirito del Vaticano II che ha richiamato la Chiesa al suo unico modello, Gesรน: che โ€œha spogliato se stesso, facendosi servoโ€. 

Il nome di Francesco che ha scelto dice lโ€™anima di ciรฒ che ha voluto fare, e prima essere: testimone del Vangelo โ€œsine glossaโ€, e cioรจ senza commenti e senza accomodamenti. Perchรฉ il Vangelo non รจ nรฉ un orpello, nรฉ un tappabuchi, nรฉ  un analgesico: รจ annuncio di veritร  e di vita, di gioia, di giustizia, di pace e fraternitร . Ecco il programma di riforma della Chiesa nella Evangelii gaudium, ed ecco i manifesti di un nuovo umanesimo planetario nella Laudato sรฌ e nella Fratelli tutti. Ecco il Giubileo della misericordia ed ecco il Giubileo della speranza. Ecco il documento sulla fratellanza universale siglato ad Abu Dhabi col grande Iman di Al Ahzar ed ecco le innumerevoli occasioni dโ€™ incontro vissute con i membri delle diverse fedi e convinzioni. Ecco lโ€™opera instancabile a difesa degli scartati, dei migranti, delle vittime di abusi. Ecco il rifiuto categorico della guerra. 

Francesco ha avuto ben chiaro che il Vangelo non basta farlo tornare a parlare, con tutta la sua carica sovversiva, nellโ€™areopago complesso e persino contraddittorio del nostro tempo. Occorre qualcosa di piรน: perchรฉ non ci troviamo solo in unโ€™epoca di cambiamenti, ma siamo in mezzo al guado di un cambiamento dโ€™epoca. Occorre guardare con uno sguardo nuovo. Quello con cui ci ha guardato e ci guarda, dal Padre, Gesรน. Lo sguardo che, con accenti teneri e accorati, รจ descritto nel suo testamento spirituale e teologico, lโ€™enciclica Dilexit nos. รˆ lo sguardo – semplice e radicale – dellโ€™amare il prossimo come sรฉ e dellโ€™amarsi gli uni gli altri in una reciprocitร  libera, gratuita, ospitale, aperta a tutti, tutti, tutti. Il processo sinodale in cui la Chiesa cattolica – e, per la loro parte, tutte le altre Chiese – รจ stata convocata indica la strada da percorrere in questo nostro terzo millennio: al di lร  di una figura di Chiesa clericale, gerarchica, al maschile… Una strada nuova perchรฉ antica come il Vangelo. Una strada non facile, costosa e irta di ostacoli. Ma una grande profezia, affidata alla nostra creativa e tenace responsabilitร . 

Grazie Francesco! Il tuo corpo ora riposerร  accanto a Colei che ti ha accompagnato passo passo, come madre, nel tuo santo viaggio. Tu, con lei, accompagna ora tutti noi, dal grembo di Dio, nel cammino che ci attende.  

Piero Coda

Foto: ยฉ CSC Audiovisivi

 

Giubileo: giovani, famiglie e santitร 

Giubileo: giovani, famiglie e santitร 

Da 30 maggio al 1ยฐ giugno secondo il calendario dei grandi eventi del Giubileo della Speranza 2025, รจ previsto il Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani; e dal 28 luglio al 3 agosto il Giubileo dei giovani. Saranno due grandi eventi che porteranno a Roma migliaia di persone da tutto il mondo.

Il Movimento dei Focolari per lโ€™occasione propone alcuni itinerari per approfondire la spiritualitร  dellโ€™unitร  e la vita di alcuni testimoni di speranza. In particolare per i giovani รจ stato realizzato un percorso a tappe in giro per lโ€™Italia dal titolo Giovani e Santitร . Per avere maggiori dettagli abbiamo intervistato Paola Torelli e Lais Alexandre Pessoa dei Centri giovanili del Movimento.

Partiamo dal Giubileo dei giovani: come nasce lโ€™idea del percorso โ€œGiovani e Santitร โ€?

Il Giubileo dei giovani รจ un’opportunitร  unica per mettersi in cammino, sia fisicamente a Roma che in altri luoghi giubilari nel mondo. Questo percorso non รจ solo un viaggio attraverso luoghi, ma soprattutto unโ€™esperienza di incontro con Dio e con tanti testimoni di speranza, la cui vita puรฒ aiutarci a crescere nella fede e nella speranza. Da qui nasce lโ€™idea di Giovani e Santitร , per tutti i giovani che parteciperanno al Giubileo dei giovani a fine luglio, offrendo un cammino accompagnato da testimoni di speranza.  

Quali sono le proposte del Movimento dei Focolari?

Si propongono alcune tappe in giro per lโ€™Italia

  • Genova per approfondire la conoscenza dei due amici Alberto Michelotti e Carlo Grisolia, oggi servi di Dio (info@albertoecarlo.it)
  • Loppiano (Firenze) nella cittadella internazionale dei Focolari, per incontrare testimoni di speranza di oggi.(accoglienza@loppiano.it)
  • Assisi per scoprire la testimonianza di vita di S. Carlo Acutis, che sarร  canonizzato il 27 aprile 2025 nel contesto del Giubileo degli adolescenti. (Programma ospitalitร  giovani)
  • Roma per un cammino a tappe basato su quattro parole chiave del Giubileo: Pellegrinaggio e Professione della Fede, Porta Santa, Speranza, Riconciliazione. Il percorso si svolgerร  lungo lโ€™itinerario delle Sette Chiese, accompagnato da un itinerario spirituale.
  • 4 agosto, visita al Centro Internazionale dei Focolari (Rocca di Papa). Sarร  possibile partecipare a una visita guidata per un incontro piรน approfondito del carisma dellโ€™unitร  e la storia di vita della fondatrice Chiara Lubich, il cui corpo รจ sepolto lรฌ. (accoglienza@focolare.org)

Si puรฒ scegliere solo una tappa o รจ un unico cammino che comprende tutte le tappe citate?

Le tappe proposte sono indipendenti, ogni gruppo o persona puรฒ scegliere quelle a cui partecipare o, se possibile, fare lโ€™intero percorso. Per ogni tappa sono disponibili contatti di riferimento per il programma e per le visite.

Ci sono anche altre proposte per i giovani?

A Roma ogni mese presso il Focolare Meeting Point cโ€™รจ un appuntamento dal titolo Chiamati ad una sola speranza – Giovani in cammino. Con vari Movimenti e Associazioni che hanno accolto lโ€™invito, offriamo la possibilitร  di nutrire e irrobustire โ€œla speranzaโ€ con scambi di testimonianze, riflessioni, silenzio, preghiera. รˆ unโ€™esperienza di conoscenza reciproca. Preparare questi appuntamenti insieme agli altri Movimenti e Associazioni ci fa crescere ed essere sempre piรน Chiesa.

Passiamo ora al Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani di fine maggio: cosa propongono i Focolari?

Ci saranno due eventi previsti per venerdรฌ 30 maggio. Sono dei percorsi interattivi per approfondire il Giubileo della Speranza per famiglie con bambini e ragazzi fino a 12 anni, con riflessioni e giochi adatti a quella fascia dโ€™etร . Il primo si svolgerร  al Centro Internazionale dei Focolari in cui si potranno visitare anche diversi posti significativi, tra i quali, come la casa nella quale ha vissuto Chiara Lubich e la cappella dovโ€™รจ sepolta insieme ai cofondatori del Movimento. Il secondo evento si svolgerร  a Roma in diverse chiese e luoghi significativi, partendo dal Focolare Meeting Point.

Per maggiori info cliccate qui o scrivere a: sgmu@focolare.org.

Lorenzo Russo

Foto: Cittร  di Sassello (Italia) ยฉDavide Papalini

Igino Giordani e lโ€™attualitร  del suo messaggio di pace

Igino Giordani e lโ€™attualitร  del suo messaggio di pace

Guerre, stragi e massacri, forti polarizzazioni, dove anche il pacifismo puรฒ diventare divisivo: questa lโ€™attualitร  in cui siamo immersi.

La figura di Igino Giordani (1894-1980), uomo di pace perchรฉ uomo giusto e coerente, ci dร  oggi qualche spunto per alzare lo sguardo e sperare ancora, tentando un dialogo lร  dove sembra impossibile, per sgretolare ideologie  cristallizzate e assolutismi, per costruire una societร  inclusiva, per rifondare la pace sullโ€™unitร .

Tra i piรน vivi testimoni della cultura della pace del ventesimo secolo, il suo pacifismo attinge direttamente dal Vangelo: uccidere un altro uomo significa assassinare lโ€™essere fatto a immagine e somiglianza di Dio. Giordani anela dunque alla pace, si spende in tutti i modi, dialoga con chiunque per la pace, non si tira indietro nemmeno quando cโ€™รจ da sostenere la ratifica del Patto Atlantico e provvedere alla sicurezza e alla difesa dellโ€™Europa e dellโ€™Italiaโ€ฆ Possiamo dire che il suo รจ un pacifismo a 360ยฐ, senza esclusione di colpi.

Scorriamo qualche suo scritto.

ยซโ€ฆ scoppiรฒย la Prima Guerraย mondiale. [โ€ฆ] Ed esplosero comizi guerยญrafondai in piazza, ai quali io andavo per protestare contro la guerra; tanto che una volta un personaggio da me stimato, ascoltando le mie grida mi ammonรฌ: โ€“ Ma lei vuol farsi amยญmazzare!โ€ฆ

[โ€ฆ] Nel ยซmaggio radiosoยป 1915, fui chiamato alle armi. [โ€ฆ]

La trincea! In essa, dalla scuola entrai nella vita, tra le braccia della morte con le salve dei cannoni. Fango, freddo, sporcizia, attutirono la scoperta amara: che i soldati erano tutti contrari allโ€™omicidio detto guerra, per il fatto che lโ€™omicidio era uccisione dellโ€™uomo: tutti la detestavanoโ€ฆ [โ€ฆ] Stavamo a Oslavia, presso dei ruderi chiamati Pri-Fabrisu: il ricordo dellโ€™agonia (da agone) sofferta in quei luoghi lo raccolsi, piรน tardi, durante la triennale degenza dโ€™ospedale, in un poemetto intitolato I volti dei morti. Rammento lโ€™ultimo verso che diceva: โ€œQuesta malediยญzione della guerraโ€
[2]ยป.

Giordani fu ferito gravemente e, tornato dalla trincea, rimase tre anni nellโ€™ospedale militare di Milano, con danni irreversibili ad una gamba. Il suo dunque รจ un pacifismo che poggia sulla vita vissuta. Impegnato poi nella vita politica, puntรฒ sempre al dialogo con tutti, anche con chi era di un pensiero opposto al suo, convinto che lโ€™uomo รจ sempre da accogliere e comprendere. Non si arroccรฒ mai su posizioni assolute. Cosรฌ racconta il suo intervento in Parlamento a favore del Patto atlantico:

ยซAlla Camera, ricordo un discorso da me tenuto il 16 marzo 1949, [โ€ฆ] sul Patto Atlantico, che da troppi era presentato solo nellโ€™aspetto dโ€™anticomunismo, e cioรจ di allestimento bellico antirusso. [โ€ฆ] Dissi che ogni guerra รจ un fallimento dei cristiani. โ€œSe il mondo fosse cristiano, non ci dovrebbero essere guerreโ€ฆ [โ€ฆ] La guerra โ€“ aggiunsi โ€“ รจ un omicidio, un deicidio (uccisione di Dio in effigie: e cioรจ nellโ€™uomo che รจ sua immagine) e un suicidioโ€[3]ยป.

Il discorso di Giordani venne applaudito da destra e da sinistra: paziente tessitore di rapporti, mise in evidenza la valenza positiva di una scelta da parte dellโ€™Italia che poteva essere interpretata a favore della guerra. Giordani era ben convinto che per la pace bisogna tentare qualsiasi strada, al di lร  degli schieramenti strategici, e si augurava che la politica cristiana fosse in grado di districarsi fra le polarizzazioni in atto per ergersi a forza di pace.

Scrive nel 1953:

ยซLa guerra รจ un omicidio in grande, rivestito di una specie di culto sacro [โ€ฆ]. Essa sta allโ€™umanitร , come la malattia alla salute, come il peccato allโ€™anima: รจ distruzione e scempio e investe anima e corpo, i singoli e la collettivitร .

ย [โ€ฆ] Il fine puรฒ essere la giustizia, la libertร , lโ€™onore, il pane: ma i mezzi producono tale distruzione di pane, dโ€™onore, di libertร  e di giustizia, oltre che di vite umane, tra cui quelle di donne, bambini, vecchi, innocenti dโ€™ogni sorta, che annullano tragicamente il fine stesso propostosi.

In sostanza, la guerra non serve a niente, allโ€™infuori di distruggere vite e ricchezze
[4]ยป.

Giordani ci ricorda dunque che la pace รจ il risultato di un progetto: un progetto di fraternitร  fra i popoli, di solidarietร  con i piรน deboli, di rispetto reciproco. Cosรฌ si costruisce un mondo piรน giusto, anche oggi.

Elena Merli
(Centro Igino Giordani)

Foto ยฉ Archivio CSC Audiovisivi


[1] Igino Giordani, Lโ€™inutilitร  della guerra, Cittร  Nuova, Roma, 2003, (terza edizione), p. 57
[2] Igino Giordani,ย Memorie di un cristiano ingenuo, Cittร  Nuova, Roma 1994, pp.47-51
[3] Idem, p.111
[4] Igino Giordani, Lโ€™inutilitร  della guerra, Cittร  Nuova, Roma, 2003, (terza edizione), p. 3