Movimento dei Focolari

Giovanni Paolo I, il “Papa del sorriso”

Set 28, 2016

Il 28 settembre 1978, dopo solo 33 giorni di pontificato, il mondo veniva sorpreso dalla notizia della morte di Albino Luciani, papa Giovanni Paolo I. Il nostro ricordo del “Papa del sorriso”.

GiovanniPaoloIA seguito della morte di Paolo VI, «20 giorni dopo, il 26 agosto, sale alla Cattedra di Pietro il “Papa del sorriso”, Giovanni Paolo I. Ma, se il suo brevissimo pontificato dura solo un mese, egli ha tempo per fare un sorriso pure a noi con parole benedicenti». Così scrive Chiara Lubich nel libro “Il grido” (1), dove mette in evidenza il rapporto ininterrotto avuto con i successori di Pietro. Anche con Albino Luciani, pur nel brevissimo tempo del suo pontificato. «Il nuovo papa ha il dono di farsi capire immediatamente da tutti – scrive Guglielmo Boselli (2), allora direttore di Città Nuova –, anche dai bambini. Ha il linguaggio normale, immediato che usava Gesù, la sapienza del cuore che rende capace di comunicare subito un rapporto spontaneo: il dono meraviglioso di chi viene da una lunga esperienza pastorale, sempre a contatto con la gente, e non ha bisogno di discorsi difficili da addetti ai lavori. È un uomo con una vasta cultura umanistica e teologica, che ha superato la fase in cui si trovano coloro che ancora studiano il cristianesimo in laboratorio: le sue parole sono immediatamente quelle che devono essere. Basta che apra bocca e già l’intesa c’è, comunicativa, vera». La sua elezione si era svolta dopo un breve conclave durato solo ventisei ore. Era stato scelto “un apostolo del Concilio”, come si disse. All’udienza con i cardinali, il 30 agosto, infatti, in riferimento alla Lumen gentium 22 toccava uno dei punti chiave dell’ecclesiologia del Vaticano II. «I vescovi – disse a braccio – devono pensare anche alla Chiesa universale… dietro voi vedo i vostri vescovi, le Conferenze, che nel clima instaurato dal Concilio devono dare forte appoggio al Papa… Ecco, questo è vero, però oggi c’è un gran bisogno che il mondo ci veda uniti… Abbiate pietà del povero Papa nuovo, che veramente non aspettava di salire a questo posto. Cercate di aiutarlo e cerchiamo insieme di dare al mondo spettacolo di unità, anche sacrificando qualche cosa alle volte; ma noi avremmo tutto da perdere se il mondo non ci vede saldamente uniti». Dopo soli 33 giorni, il 28 settembre, la notizia sconcertante della sua morte. «Giovanni Paolo I – scrive ancora Guglielmo Boselli (3) – ha avuto il compito, forse, di abbattere le ultime apparenze esterne di ogni “distanza” fra il papa, fra il vescovo di Roma “presidente della carità” e il popolo, che ancora potevano resistere: per fare un dialogo da uomo fra uomini in una chiesa, nella quale tutto è credibile, autentico. Papa Luciani ha fatto la sua parte: forse non doveva, e non poteva, fare di più». Non si fa fatica a riconoscere una chiara continuità con papa Francesco.   (1) Chiara Lubich, Il grido, Città Nuova ed., pag 107 (2) Città Nuova, 17/1978, pag. 8 (3) Ibid. 19/1978, pag. 9

___

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

A che serve la guerra?

A che serve la guerra?

Riportiamo uno stralcio del celebre volume scritto da Igino Giordani nel 1953 e ripubblicato nel 2003: L’inutilità della guerra. “Se vuoi la pace, prepara la pace”: l’insegnamento politico che ci offre in questo suo volume può riassumersi in questo aforisma.

La rivoluzione del “dono”

La rivoluzione del “dono”

Quotidianamente siamo bombardati dalle immagini della società dell’apparenza. In tutte le nazioni la globalizzazione impone un modello in cui la ricchezza, il potere e la bellezza fisica sembrano essere gli unici valori. Eppure basta fermarsi a osservare le persone...