Giu 30, 2011 | Parola di Vita
“Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. Queste parole – lette alla luce delle circostanze in cui sono state pronunciate – prima ancora che una raccomandazione rivolta da Gesù ai discepoli, occorre vederle come un riflesso del suo stato d’animo, cioè del modo con cui Egli si prepara alla prova. Di fronte alla passione imminente, Egli prega, con tutte le forze del suo spirito, lotta contro la paura e l’orrore della morte, si getta nell’amore del Padre per essere fedele fino in fondo alla sua volontà ed aiuta i suoi apostoli a fare altrettanto. Gesù qui ci appare come il modello per chi deve affrontare la prova e, nello stesso tempo, il fratello che si mette al nostro fianco in quel difficile momento. “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. L’esortazione alla vigilanza ricorre spesso sulle labbra di Gesù. Vigilare per Lui vuol dire non lasciarsi mai vincere dal sonno spirituale, tenersi sempre pronti ad andare incontro alla volontà di Dio, saperne cogliere i segni nella vita di ogni giorno, soprattutto saper leggere le difficoltà e le sofferenze alla luce dell’amore di Dio. E la vigilanza è inseparabile dalla preghiera, perché la preghiera è indispensabile per vincere la prova. La fragilità connaturale all’uomo (“la debolezza della carne”) può essere superata mediante quella forza che viene dallo Spirito. “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. Come vivere allora la Parola di vita di questo mese? Anche noi dobbiamo mettere in programma l’incontrop con la prova: piccole, grandi prove che s’incontrano ogni giorno. Prove normali, prove classiche in cui chi è cristiano non può un giorno o l’altro non imbattersi. Ora, la prima condizione per superare la prova, ogni prova – ci avverte Gesù – è la vigilanza. Si tratta di saper discernere, di rendersi conto che sono prove permesse da Dio non già perché ci scoraggiamo, ma perché, superandole, maturiamo spiritualmente. E contemporaneamente dobbiamo pregare. E’ necessaria la preghiera perché due sono le tentazioni a cui siamo maggiormente esposti in questi momenti: da un lato la presunzione di cavarcela da soli; dall’altro il sentimento opposto, cioè il timore di non farcela, quasicché la prova sia superiore alle nostre forze. Gesù, invece, ci assicura che il Padre celeste non ci lascerà mancare la forza dello Spirito Santo, se vigiliamo e glielo chiediamo con fede. Chiara Lubich Parola di vita, aprile 1990, pubblicata in Città Nuova, 1990/6, p. 9.
Giu 30, 2011 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Riscoprire i disegni di Dio oggi” è stato il tema conduttore dei tre convegni internazionali dei Vescovi amici del Movimento dei focolari nel mese di maggio e giugno. Comune l’argomento centrale, il desiderio di vivere la comunione fraterna fra Vescovi, l’approfondimento della spiritualità e della vita di comunione; diverse le caratteristiche in ogni Paese e le sfumature che ogni appuntamento ha evidenziato. A Nairobi, nella cittadella di testimonianza dei Focolari in Kenya, chiamata anche “Mariapoli Piero”, dal 23 al 27 maggio, si sono riuniti sedici Vescovi cattolici, provenienti dal Sud Africa, Angola, Tanzania, Uganda, Burundi e Kenya. Vari sono stati i momenti di scambio di esperienze, da quelle personali a quelle pastorali, con uno sguardo ad alcune sfide che il continente africano sta affrontando. Per un approfondimento sul convegno keniota leggi Nairobi: convegno di vescovi amici dei Focolari.
A Moramanga, Madagascar, (dal 31 maggio al 3 giugno), l’appuntamento con nove Vescovi venuti da ogni parte dell’Isola, la quarta più grande isola del mondo. Tra loro Mons. Antonio Scopelliti, arrivato come giovane missionario e da molti anni Vescovo di Ambatondrazaka e promotore della comunione fra Vescovi, con preti e laici, ma anche vari Vescovi originari del Madagascar, come Mons. Michel Malo (Arcivescovo di Antsiranana) e il Nunzio Apostolico Mons. Eugene Martin Nugent. Ultimo appuntamento in Camerun: cominciato a Bamenda il 7 giugno e conclusosi l’11 giugno, nella cittadella di Fontem. Ad accogliere i Vescovi c’erano il prefetto e due “Chiefs” della tribù dei Bangwa, che hanno espresso la loro gioia di ricevere questi visitatori illustri su una terra che testimonia la “nuova evangelizzazione”, avviata per l’esperienza di unità tra i loro popoli e i Focolari. Con la visita all’ospedale, al collegio e alla falegnameria i vescovi hanno potuto rendersi conto della vita evangelica di ogni giorno, apprezzando soprattutto “l’amore con cui si portano avanti tutte le attività”. Vivo tra loro il ricordo di Mons. Paul Verdzekov, deceduto lo scorso anno, che nella sua vita diede una forte testimonianza, con radici nella spiritualità focolarina. “E’ stato un padre per tutti noi” commentava Mons. Ntep, vescovo di Edéa (Cameroun). Nella cattedrale, dopo aver visitato la sua tomba, hanno celebrato la santa Messa con la partecipazione di tanti cristiani per i quali la sua memoria è sempre presente. I Vescovi hanno approfittato di questi giorni per approfondire argomenti di grande interesse per loro: gli effetti, in Africa, dell’Economia di Comunione; la formazione dei formatori; l’Esortazione Apostolica “Verbum Domini”. Importante anche il tema dell’Inculturazione. A riguardo, Mons. Ntalou, vescovo di Garoua (Cameroun) ha detto: “Così come ci vuole lo sforzo di conoscere i ‘semi del Verbo’ nelle nostre culture, altrettanto ci vuole l’impegno di conoscere la luce del Vangelo, perché é in Gesù e in Lui solo che troviamo la pienezza della salvezza”.
Nel saluto finale Mons. Bushu, vescovo di Buéa (Cameroun) sembrava esprimere il pensiero di tutti: “Ringrazio Dio per questa settimana, per aver vissuto alla Sua presenza…”. “La santità é un dono, non un’attività” – ha concluso il Card. Vlk, sottolineando come tutto è un dono di Dio: “La nostra identità é vivere in armonia col dono ricevuto”. In tutti e tre i Convegni momento culmine è stato il “Patto d’amore reciproco”, concluso tra i Vescovi presenti durante la concelebrazione eucaristica. (altro…)
Giu 28, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Ecco alcune linee di programma, con i principali appuntamenti comuni, e i 4 appuntamenti curati dai giovani dei Focolari, che parteciperanno alla GMG con le Diocesi di appartenenza. GMG/WYD 2011 – Madrid
- Martedì 16 agosto 20:00 Inaugurazione della GMG – Messa a Piazza Cibeles di Madrid 22:00 Gen Rosso in Concert “DIMENSIONE INDELEBILE”. Auditorium Pilar García Peña (Parque Pinar del Rey) – *
- Mercoledì 17 agosto 10:00 Catechesi dei Vescovi 22:00 Musical “LIFE, LOVE, LIGHT” Una di noi. Una vita realizzata. Chiara Luce Badano, beatificata il 25.09.10 da Benedetto XVI. Auditorium Pilar García Peña (Parque Pinar del Rey) – *
- Giovedì 18 agosto 10:00 Catechesi dei Vescovi 12:00 Arrivo del Papa all’aeroporto di Barajas. Cerimonia di benvenuto. 12:40 Entrata del Papa a Madrid. Arrivo alla Nunziatura. 16:00 Benvenuto al Papa. Cerimonia di ricevimento del Santo Padre. 19:30 Atto di benvenuto dei giovani nella Piazza Cibeles. 22:00 Gen Rosso in Concert “DIMENSIONE INDELEBILE”. Auditorium Pilar García Peña (Parque Pinar del Rey) – *
- Venerdì 19 agosto 10:00 Catechesi dei Vescovi 11:30 Incontro del Papa al Monastero de El Escorial con giovani religiose. Ore 12:00 Incontro del Papa al Monastero de El Escorial con 1.000 giovani professori universitari nella Basilica. 19:30 Via Crucis 22:00 “Adorazione – Get together”, Giovani per un Mondo Unito del Movimento dei Focolari. Chiesa PP Carmelitani: Via Ayala, 35 (Madrid) Metro Velázquez – linea 4 (15 minuti a piedi dal luogo dove si terrà la Via Crucis)
- Sabato 20 agosto 16:00 Momento di preparazione a Cuatro Vientos. I giovani arriveranno a poco a poco all’aerodromo e occuperanno i vari posti. Sul palco avranno luogo diverse attività (testimonianze di giovani, musica, preghiere, etc.). 19:40 Visita alla Fondazione Istituto San José. 20:30 Veglia con il Papa nell’aerodromo di Cuatro Vientos. 23:00 Notte a Cuatro Vientos
- Domenica 21 agosto 09:00 Arrivo del Papa a Cuatro Vientos 09:30 Messa di invio della GMG 17:30 Incontro del Papa con i volontari 18:30 Saluto del Papa
(*) Come arrivare all’Auditorium Pilar García Peña (Parque Pinar del Rey) Via: López de Hoyos c/v carretera de Canillas (Madrid) Metro: Pinar del Rey- linea 8 – Bus: 9, 72, 73 (altro…)
Giu 28, 2011 | Centro internazionale, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«La politica è fatta per il popolo e non il popolo per la politica. Essa è un mezzo, non è un fine. Prima la morale, prima l’uomo, prima la collettività, poi il partito, poi le tavole del programma, poi le teorie di governo. La politica è – nel più dignitoso senso cristiano – una ancella, e non deve diventare padrona: non farsi abuso, né dominio e neppure dogma. Qui è la sua funzione e la sua dignità: d’essere servizio sociale, carità in atto: la prima forma della carità di patria. […] Ai giornali arriva l’eco del diffuso sentimento di disistima pei partiti e per la politica. Ne sappiamo qualcosa anche noi sentendo quel che ci dicono e leggendo quel che ci scrivono. Pare a molti che la politica sia un’attività inferiore, ed equivoca, da lasciarsi ai maneggioni: e non capiscono che se dalla politica si allontanano gli onesti, il suo campo è invaso dai disonesti: e la politica tira con sé tutta la nostra vita, da quella fisica a quella morale; e una politica fatta da disonesti porta alla guerra, ai dissesti finanziari, alla rovina della ricchezza pubblica e privata, al malcostume, al disprezzo della religione, alla manomissione delle famiglie… Se la politica è sporca, insomma, va ripulita: non disertata. […] Ora dal traffico di carne umana, conseguente al traffico della dignità umana, non ci si libera se ciascuno di noi non riprenda coscienza del suo valore – del suo sterminato valore – e stia con esso in politica, deciso a non lasciarsi né trafficare né assorbire, ma ad operare con la propria testa, con la propria personalità, difendendo le proprie ragioni morali. Difendendo queste, poi, difende anche le sue ragioni professionali, le stesse ragioni fiscali: ché il fiscalismo esoso nasce dove non si vede più l’uomo da aiutare ma il mammifero da smungere. S’ha da stare nella politica, da cittadini, e non da servi. Da tale posizione nasce la democrazia. Quella coscienza dei propri valori potrebbe tramutarsi in superbia, e cioè ritorcersi a stimolo antisociale di sfruttamento e di dominio: potrebbe capovolgersi. Ma perciò tra quei valori, primissimo, ha da porsi la carità, che è il sentimento degli obblighi di servizio dei propri fratelli. Senza di essa, ogni valore si svaluta; ogni conquista si capovolge in servaggio: e si spreca tempo». Igino Giordani da: La rivolta morale, 1945, pp.19, 24, 42-43. www.iginogiordani.info (altro…)
Giu 27, 2011 | Cultura
Per superare le piccole e grandi avversità di ogni giorno
«Questo libricino parla del ridere, una delle energie più misteriose e importanti della vita. Ridere è esporsi, scoprirsi, lasciarsi spiazzare, aprirsi alla relazione, non voler tenere tutto sotto controllo. È trasformare una giornata storta in una riuscita. È un modo per rimanere piccoli, guardare le cose da un’altra angolatura, uscire da una strettoia e ritrovare la strada maestra».
Giu 25, 2011 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Sei giorni, in una bellissima località a Tlemcen, capitale della cultura islamica 2011, hanno aiutato a scoprire che è possibile vivere in armonia tra credenti di diverse religioni. In un clima di unità vissuta circa quaranta persone provenienti dall’Europa e dal Medio Oriente si sono incontrate dal 2 al 7 giugno 2011, con la comunità musulmana dei Focolari in Algeria che da più di 45 anni vive lo spirito dell’unità. Gli interventi video registrati di Chiara Lubich e quelli in diretta dei diversi esperti musulmani presenti, hanno chiarito e dato risposte a molte domande su come vivere secondo il carisma di Chiara Lubich. Le varie testimonianze che si sono succedute, hanno arricchito gli scambi nei gruppi dove i partecipanti si sono espressi con grande libertà e apertura sugli argomenti trattati, sperimentando ancor di più di essere parte della grande famiglia dei Focolari. Il programma ha previsto anche la visita alle città di Tlemcen e Orano, offrendo in questo modo la possibilità di scoprire il ricchissimo patrimonio culturale e religioso che esse custodiscono, e che le rendono uniche nel loro genere. A conclusione dell’incontro un’impressione fra tutte: “E’ solo l’inizio di una nuova tappa della nostra vita verso una unità sempre più profonda.” (altro…)
Giu 23, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Sociale, Spiritualità
Essere “costruttori di città nuove” è stato l’augurio di Maria Voce, presidente dei Focolari, per l’appuntamento del 20 giugno scorso, a Napoli, a ricordo della nascita del Movimento politico per l’unità (Mppu). “Nel contesto di una generale disillusione dei cittadini verso la “cosa pubblica”, – si augura Maria Voce nel suo messaggio – le realizzazioni presentate dal Mppu, magari piccole, ma significative, “fanno sperare nella stagione di una “politica nuova”, fatta di dialogo e di accoglienza reciproca”. Le radici. Il 2 maggio 1996, a Napoli, un gruppo di politici pone a Chiara Lubich una domanda cruciale: come sia possibile, per quanti militano in partiti diversi e su fronti opposti, “vivere quella fraternità che lei propone alla vita politica?”. La sua risposta chiede una nuova determinazione: l’unità attorno a valori fondamentali condivisi deve precedere le legittime appartenenze partitiche; il bene comune non può che raggiungersi con il contributo di tutti. Su queste idee-forza, che suscitano l’adesione convinta dei politici presenti, prende vita il Mppu. Dopo quindici anni, il 20 giugno 2011, ancora a Napoli, il convegno “La fraternità: una sfida per la politica”, che si svolge presso l’Auditorium della Giunta regionale, vuole dare riconoscimento anzitutto all’irruzione del carisma di Chiara Lubich nella storia civile. Sono presenti più di 150 persone; tra loro, parlamentari e amministratori convenuti anche da altre regioni. La prima relazione è affidata a Eli Folonari, per 50 anni a fianco di Chiara e oggi responsabile del ‘Centro Chiara Lubich’, che tratteggia l’excursus di questo percorso: dall’amore interpersonale all’amore sociale verso la polis. Oggi il Mppu opera in tutte le regioni italiane, in varie nazioni dell’Europa, dell’America latina, dell’Asia. Vi convergono le diverse esperienze politiche che si sono sviluppate negli anni dall’humus della spiritualità dell’unità, a partire da quella paradigmatica di Igino Giordani. Le linee fondamentali del Mppu vengono presentate da Marco Fatuzzo, presidente del Centro internazionale, a partire da una definizione offerta da Chiara Lubich stessa: “un laboratorio internazionale di lavoro politico comune, tra cittadini, funzionari, studiosi, politici impegnati a vari livelli, di ispirazioni e partiti diversi, che mettono la fraternità a base della loro vita”. In questa cornice, sono seguite alcune testimonianze significative: i laboratori di dialogo e di progettazione politica che il Mppu anima nei Parlamenti di alcuni Paesi – in Italia, come in Brasile, Argentina, Corea del Sud – la rete internazionale delle Scuole di formazione politica, in cui i giovani possono fare esperienza di una politica di comunione. Anche le città si mettono in rete: “Sono più di 100 quelle che, ad oggi, hanno aderito all’Associazione ‘Città per la fraternità”, ha riferito il sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, attuale presidente. E perché non le Regioni? Emblematico, dunque, che nell’ottica di una visione più solidale del nostro Paese, proprio a conclusione del convegno, il presidente del Consiglio regionale della Campania, Paolo Romano, abbia comunicato l’adesione unanime dell’Ente all’Associazione “Città per la fraternità”, siglandone il protocollo d’intesa. A cura del Movimento politico per l’unità Leggi anche Città Nuova online (altro…)
Giu 22, 2011 | Cultura, Focolari nel Mondo
«Nella DDR, dopo la svolta del 1989, non essendo più gratuita la partecipazione ad associazioni sportive, a causa del taglio delle sovvenzioni, molti giovani passavano negli ambienti neonazisti. E nessuno faceva niente. Disperato, sono andato addirittura dal prete cattolico, con il quale non avevo avuto mai niente a che fare in tutta la mia vita, per cantargliela: come mai la Chiesa non fa nulla?» È un allenatore della Sassonia, nella Germania orientale, a descrivere l’inizio di una ormai lunga amicizia con un sacerdote cattolico, pur non avendo un credo di tipo religioso. Cambio di scena. Un ex-ufficiale dell’armata del popolo e poi professore all’istituto superiore della sicurezza dello stato, cioè dei servizi segreti della DDR, partecipa al 50° anniversario del suo esame di maturità e incontra un collega di classe, che aveva intrapreso una strada tutta diversa. Si era fatto prete. Ma la diversità delle loro strade non ostacola l’amicizia che comincia a spuntare, anzi la favorisce. Il professore, infatti, ha iniziato già negli ultimi anni della DDR una ricerca intellettuale e per questo è stato rimosso dal suo posto di lavoro. La sua concezione di una società socialista non è compatibile con gli interessi del sistema al potere. Come altri, anche i due personaggi, l’allenatore e il professore della sicurezza dello stato, hanno poi trovato prospettive nuove nei raduni del Movimento dei focolari. Così nello scorso maggio hanno partecipato all’ incontro tra cristiani e persone senza un riferimento a una fede religiosa nel Centro Mariapoli di Zwochau, nelle vicinanze di Lipsia, (5 al 9 maggio 2011).

Centro Mariapoli di Zwochau
Hanno partecipato anche Claretta dal Rì, Nella Ammes e Franz Kronreif del centro del «dialogo con persone di convinzioni non religiose» del Movimento. Questo centro a Rocca di Papa coordina e sviluppa, su scala mondiale, il cammino comune di uomini con e senza riferimenti religiosi, sulla base di valori comuni e di un rispetto reciproco, che nasce dall’amore. Nessuno cerca di tirare l’altro sulla propria sponda di visione del mondo. Le cosiddette «nuove regioni» della Germania sono un terreno fertile per questo tipo di dialogo. In poche parti del mondo il fatto religioso ha un ruolo così insignificante nella vita degli uomini. Solo il 15-18% delle persone sono battezzate in una delle chiese cristiane, l’80% non ha alcuna affinità con una qualsiasi religione, con tendenza a crescere. Come dimostrano i due esempi, non c’è avversità contro la religione o le chiese. Ci sono dei punti d’incontro quando si tratta di questioni e valori in comune. I contenuti più centrali della religione trovano perfino interesse e suscitano stupore. Per i più sono semplicemente sconosciuti. È richiesto un dialogo con grande sensibilità che permette di scoprire i valori e gli ideali dell’altro e di trovare un linguaggio che riesca a veicolare i tesori dell’ una e dell’altra parte. «Il nostro scopo è il mondo unito. Non saremo tutti cristiani. La dimensione è molto più grande.(…) L’unica cosa che conta è l’amore». Così Chiara Lubich parlava del dialogo ai membri del Movimento. Quanto queste persone «religiosamente disarmoniche», per usare un termine di Max Weber, condividano questa visione della vita, costruire, cioè, un mondo unito nella fratellanza, lo evidenzia un momento dell’incontro a Zwochau. Uno scrittore e una giornalista erano appena ritornati da una crociera di qualche settimana. Gli scopi e i contenuti del Movimento a loro sembravano talmente interessanti e importanti che ne hanno parlato con i compagni di viaggio, convinti che sicuramente li conoscessero. «Ma neanche un cattolico bavarese col quale pranzavamo ne aveva sentito parlare prima!» hanno rilevato. Così hanno preso al volo l’invito di occuparsi loro stessi della diffusione dei valori comuni. Pochi giorni dopo, infatti, su iniziativa della giornalista è apparso un articolo sull’incontro di Zwochau e sugli «ospiti romani» in un giornale della regione. (altro…)
Giu 20, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Quasi un centinaio tra giovani e meno giovani si sono incontrati al Centro Mariapoli di Castelgandolfo il 18 e 19 giugno per definire i punti chiave dell’evento. La provenienza molto variegata dei partecipanti – dal Brasile, alle Filippine, alla Cina, al Madagascar – ha permesso di avere una visione genuinamente “globale” dei contenuti e del programma, che non si limiterà al raduno all’Arena: su suggerimento e contributo dei giovani ungheresi, infatti, l’intenzione è quella di coinvolgere l’intera città, uscendo dalle mura del palasport e prevedendo dei momenti su strade, piazze e – soprattutto, dato il loro significato particolare per la capitale ungherese – ponti di Budapest. Fondamentale sarà il cammino di avvicinamento al Genfest durante l’anno che rimane, non solo per organizzare i dettagli dell’evento, ma anche per coinvolgere altri giovani e prepararsi ad un momento che vuole essere non un fine in sé, ma il culmine di un percorso di fraternità mondiale che non finisce lì: per questo ora parte il lavoro nelle singole nazioni. Non diciamo altro per non rovinare la sorpresa, ma per ora segnate le date sull’agenda: i Giovani per un Mondo Unito vi aspettano a Budapest dal 31 agosto al 2 settembre 2012. http://giovaniperunmondounito.blogspot.com/ [nggallery id=55] (altro…)
Giu 20, 2011 | Cultura
[:fr]
Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité[:]
Giu 20, 2011 | Non categorizzato
Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité
Giu 20, 2011 | Non categorizzato
Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité
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Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité
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Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité
Giu 20, 2011 | Non categorizzato
Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité
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Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité
Giu 20, 2011 | Non categorizzato
Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité
Giu 20, 2011 | Non categorizzato
Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité
Giu 20, 2011 | Non categorizzato
Cette biographie de Chiara Lubich (1920−2008) se fonde à la fois sur les témoignages récemment recueillis de ses premières compagnes et de ses premiers compagnons qui ont partagé avec elle une longue aventure humaine et spirituelle, et sur des documents écrits. A partir de là, l’auteur avance dans un récit chronologique qui part de l’Italie du Nord pour aller jusqu’aux confins de la terre. Le style ne se veut pas hagiographique et le propos ne confond pas la figure de la fondatrice des Focolari avec son œuvre. Pour la première fois, dans un livre accessible à tous, prend forme une existence à la fois extraordinaire et très simple, dans laquelle l’Évangile a été l’indiscutable point de référence. Le lecteur pourra ainsi rencontrer « personnellement » Chiara Lubich, sa foi et sa volonté, ses réalisations et les reconnaissances obtenues, mais aussi les doutes et les souffrances qui ne lui furent pas épargnés et que chacun de nous peut rencontrer. Armando Torno, né à Milan en 1953, est éditorialiste d’un des principaux quotidiens italiens, Il Corriere della Sera. Il a dirigé pendant douze ans les pages culturelles de Il Sole 24 ore et pendant trois ans celles de Il Corriere della Sera. Il a déjà écrit de nombreux livres, dont une quinzaine chez Mondadori. Source: Nouvelle Cité
Giu 20, 2011 | Non categorizzato
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Giu 20, 2011 | Cultura
Undici canzoni dedicate a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, alla sua storia, alle sue meditazioni e al vissuto di chi accoglie nella propria quotidianità la luce del suo carisma.
Un percorso in musica dallo slancio delle origini fino all’esplosione di gioia di chi scopre qual è il più grande valore della vita: amarsi scambievolmente così da meritare la presenza di “Gesù in mezzo”, presenza che Lui ha promesso laddove due o più sono uniti nel Suo nome, cuore della spiritualità della Lubich.
Dedicato a Chiara. Segui l’intervista a Daniele Ricci,
cliccando qui.
Giu 18, 2011 | Famiglie, Focolari nel Mondo
“Non ci spaventa un figlio che viene da lontano e che avrà tratti somatici, colore della pelle, cultura e modi di vivere diversi dai nostri – dicono Maria Pina e Angelo Caporaso – Anzi, ci entusiasma poter donare il nostro amore, aprire la nostra casa e il nostro cuore a bambini toccati dal dramma dell’abbandono.” La voce delle famiglie, gli aspetti socio-culturali e politico-istituzionali dell’intercultura al convegno dal titolo “Se ami il mio paese, ami me – percorsi interculturali nell’adozione internazionale” (11 e 12 giugno 2011 Castel Gandolfo Roma), svolto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. L’incontro promosso da Azione per Famiglie Nuove onlus era rivolto agli addetti ai lavori (assistenti sociali, psicologi, insegnanti, operatori del settore, politici, ecc.) e, in modo particolare, alle coppie orientate all’adozione. Gli interventi di rappresentanti e referenti esteri di alcuni Paesi in cui AFN opera hanno messo in luce il lavoro che viene svolto nel Paese d’origine dei bambini dalle Autorità centrali estere e dagli operatori di AFN. Il punto di vista dei bambini e ragazzi adottati è emerso dalle varie riflessioni e in particolare dalle testimonianze di due ragazze gemelle brasiliane adottate nel 1984, oggi una psicologa e un’assistente sociale. “Il mondo delle adozioni è un laboratorio di esperienze, ci porta nell’orizzonte delle differenze. Include dinamiche relazionali che aiutano ad essere pionieri di un mondo dove tutti, persone e popoli sappiano reciprocamente adottarsi.” Così Giuseppe Milan, professore di pedagogia interculturale all’Università di Padova, che ha evidenziato l’importanza della rete tra famiglie che “facilita il contatto-incontro e l’accompagnamento educativo e può dare una via di salvezza all’acrobata senza rete: il bambino adottato.” Secondo il professor Alberto Lo Presti, è necessario ripartire dal concetto di bene comune, un valore che si è perso nelle società moderne e “potrà realizzarsi facendo lievitare quel comune fino al punto di includervi ogni uomo.”
“L’adozione oggi si colloca a differenza di anni fa in una società multiculturale di fatto dove l’immigrazione diviene sempre più stabile. Tuttavia tale realtà è accompagnata da ansie e preoccupazioni che investono anche le coppie adottive.” Ha detto la Prof.sa Milena Santerini, ordinario di Pedagogia sociale e interculturale alla Cattolica di Milano, dirigente dell’Ente Autorizzato per le adozioni internazionali, ACAP-Sant’Egidio. “I genitori sensibili devono pensare il bambino/a adottato che viene da un’altra cultura… come una persona in crescita, con alcuni tratti innati, varie esperienze fatte già nei primi mesi o anni, ma soprattutto aperto al cambiamento e alle influenze dall’esterno.” “Il nostro percorso adottivo è iniziato in un momento in cui la nostra vita era molto ricca di esperienze e orientata al sociale.” – Rita e Mario Navarrete sono una famiglia multietnica: la bambina del Vietnam, adottata all’età di 6 anni, lui dell’America Latina e lei europea. – “L’impatto con Yngat non è stato leggero…Ognuno di noi ha dovuto superare ostacoli interiori che nemmeno credeva di avere e questo lavoro costante ci ha maturato come persone. Certo abbiamo anche chiesto aiuto nei momenti più delicati, rivolgendoci ai servizi cittadini ed anche frequentando gruppi di famiglie con le quali condividiamo le esperienze di vita. Un cammino che continua.” La sfida adottiva è complessa quanto affascinante. Richiede di essere aperti all’umanità e disposti ad andare oltre le proprie aspettative. Occorre accogliere il bambino così come è, perdendo i propri schemi di riferimento culturali e comportamentali, affinché possa prendere avvio il reciproco scambio di doni genitori-figli, nella costruzione di una comune appartenenza entro la complessa rete familiare e sociale. Quando un figlio arriva da lontano, Città Nuova n.11/2011 (altro…)
Giu 17, 2011 | Cultura
In un periodo in cui fine vita, testamento biologico, diritto alla morte sono parole ricorrenti nell’agenda dei politici di varie nazioni, “Vivere” la morte è stato proprio l’argomento del seminario promosso dall’Associazione Medicina Dialogo Comunione (MDC), che si è svolto lo scorso 14 giugno a Palazzo San Macuto, a Roma. Fin dal titolo, il seminario si proponeva di sottolineare che anche quando la malattia è inguaribile, la persona malata è sempre curabile, perchè la vita è tale fino all’ultimo istante. Oltre un centinaio gli specialisti in ambito medico e bioetico intervenuti all’appuntamento. Il dibattito, sul tema dell’assistenza nelle fasi terminali della vita, moderato dalla dr.ssa Francesca Giordano, (Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma), è stato aperto dal prof. Roberto Bernabei, direttore del Dipartimento di Scienze Geriatriche del Policlinico Universitario A.Gemelli e membro del Consiglio Superiore di Sanità. «La morte fa parte della vita e la società oggi si deve riappropriare del significato profondo del morire. Anche i medici sono “programmati” per guarire, non per accompagnare il paziente alla morte, che viene spesso vissuta come una sconfitta, se non come un fallimento professionale».

La dr.ssa Flavia Caretta
«Eppure durante il fine vita siamo interpellati proprio nell’aspetto più profondo e cruciale dell’arte medica» – ha fatto seguito la dr.ssa Flavia Caretta, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Presidente di Medicina Dialogo Comunione – «si è al di là del sapere scientifico e tecnologico. Infatti, la medicina si attua fin dalle sue origini nell’ambito della relazione e della comunicazione». E poi, l’Ospedale, ancora oggi il luogo dove si muore più frequentemente. Il dr. Alberto Marsilio, medico di medicina generale di Strà (Venezia) ha ricordato che «se ciò è comprensibile per la malattia acuta, è invece doveroso chiedersi se è un luogo adatto per un paziente affetto da una malattia inguaribile». Il medico di famiglia conosce il paziente e la sua famiglia, ma c’è necessità di un supporto della rete territoriale. Una sfida ulteriore di umanità e di qualità di ascolto reciproco si presenta quando il malato non è in grado di prendere decisioni per sé, e il medico – come ha spiegato la dr.ssa Mariagrazia Arneodo, dell’Opera don Guanella di Roma – si trova a confrontarsi con un suo rappresentante legale, tutore o amministratore di sostegno. E di fronte alle paure del paziente per una morte sempre più “tecnologica”? Il prof. Luciano Sandrin, Preside dell’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum”, psicologo, ha messo in luce la speranza, come variabile importante nell’esperienza del malato e nel percorso della cura, che va diversamente declinata e continuamente rinegoziata. È importante che i medici siano preparati a questo, ma di fatto nel corso del curriculum di studi in medicina, c’è scarsa considerazione del fine vita. Lo hanno sottolineato due giovani specializzande – la dr.ssa Maria Chiara Tuccio dell’Università di Pisa e la dr.ssa Maria Friso dell’Università di Roma, Tor Vergata – chiedendo maggiori opportunità di dialogo e di confronto su questo argomento. Dopo aver fatto il punto della situazione sul testamento biologico, il prof. Massimo Petrini, docente di Bioetica e consultore del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ha tracciato alcune linee conclusive, sottolineando il rischio che le direttive anticipate di trattamento riducano la relazione medico-paziente ad un rapporto di tipo legalistico. Si richiede quindi una maggiore attenzione e cura al processo del morire nell’ambito dell’assistenza. Per questo serve formazione a tutti i livelli, cominciando dalle scuole di medicina alla formazione post-laurea. Le risposte ai nuovi dilemmi etici difficilmente possono essere preordinate e regolamentate, ma dovrebbero maturare in ogni singola situazione, in una relazione terapeutica autentica.
Giu 16, 2011 | Centro internazionale, Cultura, Spiritualità
Vedi tutti gli interventi su video (WebTV Camera Deputati)
Servizio fotografico: T. Arzuffi
«La politica è fatta per il popolo e non il popolo per la politica. Essa è un mezzo, non è un fine. Prima la morale, prima l’uomo, prima la collettività, poi il partito, poi le tavole del programma, poi le teorie di governo». Esordisce con questa citazione di Giordani, Gianfranco Fini, presidente della Camera del Parlamento italiano, aprendo l’incontro dedicato al deputato popolare, che ha ben conosciuto i tempi difficili delle persecuzioni fasciste, le atrocità della guerra, l’incertezza della ricostruzione.
Siamo nella Sala della Lupa, il 14 giugno 2011, affollata da 200 persone. Davanti a questo pubblico Fini ha poi individuato tre capisaldi nell’agire di Giordani: dignità dell’uomo, libertà, lavoro. Battaglie da lui condotte talvolta in anticipo sui tempi e a rischio incomprensioni come per la legge sull’obiezione di coscienza. Il presidente della camera ricorda anche una sua battaglia personale andata a vuoto: la richiesta al Parlamento europeo di non disconoscere il ruolo del cristianesimo nelle radici dell’Europa. La sconfitta politica, le incomprensioni hanno un gusto amaro, certo, ma Giordani, in momenti critici della storia parlamentare pur tra urla e contrasti ideologi fortissimi riesce a far primeggiare ragionevolezza, umanesimo, spirito cristiano che convince anche i marxisti. Lo ricorda in vari passaggi, Alberto Lo Presti, direttore del Centro Giordani che ne tratteggia la figura, lasciandogli in più momenti la parola attraverso filmati di suoi interventi. Da Montecitorio al mondo era il titolo scelto per il momento commemorativo ad indicare l’universalità del messaggio di Giordani, ma al contempo la particolarità di un incontro che svoltosi proprio a Montecitorio, capovolse letteralmente la sua vita, rendendolo irriconoscibile agli stessi compagni di partito.
I particolari di questo incontro con Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei focolari, che trasmise a Giordani la passione per l’unità e per un vangelo che entra nella storia e può risolvere anche per le problematiche sociali più complesse, li racconta Maria Voce, attuale presidente del movimento. «(Chiara) avvicinava Dio: lo faceva sentire Padre, fratello, amico, presente all’umanità» cita Maria Voce che esplicita la visione politica di Chiara Lubich, centrata sul principio di fraternità che «consente di comprendere e far proprio il punto di vista dell’altro così che nessun interesse e nessuna esigenza rimangano estranei».«Ci vuole un patto di fraternità per l’Italia – è l’auspicio della presidente dei Focolari, perché il bene del Paese ha bisogno dell’opera di tutti». L’eredità della Lubich e di Giordani, raccolte dall’Mppu (Movimento politico per l’unità), propone a parlamentari e politici, amministratori e funzionari, studiosi in tutto il mondo,di declinare il principio di fraternità, all’interno dell’agire politico. Come si applica praticamente lo spiegano appunto due parlamentari italiani, di opposte parti politiche che hanno accolto questa sfida. Giacomo Santini, senatore del Popolo delle libertà, ammette la difficoltà nel «considerare fratello chi dall’altra parte dell’emiciclo ti ha insultato pochi minuti prima, come provocatoriamente la Lubich invita a fare» eppure è possibile e Giordani lo ha dimostrato restando nella trincea politica, nelle contrapposizioni ideologiche, ma nel rispetto della diversità. Letizia De Torre, deputato del Partito democratico ricorda un Giordani «sicuro delle proprie convinzioni, ma non arroccato, capace di vedere il positivo, capace di dialogo». Ora raccogliere la sua eredità significa per la De Torre «ricostruire una democrazia della comunità e non del 50 per cento più uno, una democrazia della reciprocità nel Parlamento e nel Paese». 
La parola passa poi agli studenti delle scuole di partecipazione animate in tutto il mondo dal movimento politico, che aprono gli orizzonti della speranza e del rinnovamento, partendo magari da situazioni di crisi estrema come ad esempio in Argentina. Carlos, in Italia per conseguire una specializzazione in diritto del lavoro racconta che durante la crisi del 2000, quando il suo paese era sul lastrico, la scelta di investire in formazione politica poteva sembrare utopica e non certamente risolutiva dei drammi quotidiani: oggi ha fruttato 200 amministratori locali che nell’ottica della fraternità provano a dare risposta ai problemi del Paese, mentre le scuole si sono moltiplicate fino alla Terra del fuoco.
Anche in Brasile, la denuncia delle diseguaglianze sociali e dell’opprimente povertà non è stata ritenuta sufficiente da Daniel, giornalista che sta frequentando un master di Scienza politica all’Università Sophia di Loppiano. Ritornare alla logica del servizio, di una coscienza formata al bene comune, di un chinarsi fino in fondo sui problemi del proprio paese sono state le linee guida della sua scelta di impegno mutuate proprio dall’esperienza del movimento politico e dal pensiero di Giordani, che dalla piccola aula di Montecitorio, in modo magari da lui stesso mai immaginato, è ora un maestro di vita e di impegno in tutto il mondo. (altro…)
Giu 15, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
A conclusione del suo intervento durante il convegno promosso dal centro dei Focolari per il dialogo con persone di convinzioni non religiose nell’aprile 2011, così racconta Lancerotto: «
Mio nonno insieme ad un suo figlioletto stava partecipando ad uno sciopero di braccianti agricoli nella campagne della bassa veneta, nell’Italia del nord, all’inizio degli anni venti, quando, sotto una grande quercia ancora esistente, veniva ucciso con una fucilata da un agguerrito proprietario terriero. Mia nonna Maria, detta “la riccia”, si trovò da sola ad accudire sette bambini in condizioni di estrema povertà, vivendo un lunghissimo periodo di dolore e di grandi sacrifici senza tuttavia trasmettere ai figli alcun sentimento di rivalsa. Un suo figlio, mio zio, di nome Libero, alla fine della seconda guerra mondiale, mosso da spirito di vendetta covato in tutti quegli anni di sofferenza, cercò e trovò l’assassino, ma ne ebbe pietà vedendolo povero e con la famiglia allo sbando. Se ne andò risparmiandogli la vita.

Silvano Lancerotto
Non perdonando certo, ma facendo prevalere nel suo animo la vita, così come aveva visto nell’insegnamento materno. Io provo oggi ad immaginare questa scelta avvenuta in circostanze particolari e storicamente datate e a trasferirla dal piano delle scelte personali dell’individuo al piano delle scelte degli Stati e della Politica, come in certe situazioni a noi contemporanee e conflittuali: es. Medio ed Estremo Oriente, Africa, ecc. Sarebbe certamente un bel passo avanti se la scelta di mio zio, maturata nella sua coscienza di uomo, divenisse prassi acquisita e praticata nella coscienza collettiva della società». Questa “piccola storia”, secondo Lancerotto, va nella stessa direzione del messaggio di Chiara Lubich. «È un messaggio – afferma – che agisce sulle coscienze; mira alla trasformazione della società partendo dalla trasformazione dell’individuo. Condivido la strada da lei indicata quando afferma che il dialogo esige che ognuno: individui, movimenti, stati, ceda qualcosa di sé per vedere, leggere e soprattutto ascoltare la complessità e la pluralità dei valori del mondo contemporaneo, per entrare in relazione con essi, scoprirne i rispettivi meriti, realizzare progetti comuni pur nelle legittime e propulsive diversità». (altro…)