Dic 29, 2018 | Nuove Generazioni
Anche quest’anno nell’approssimarsi del Natale c’è un gran fermento fra i bambini del Movimento dei Focolari che prendono sul serio e testimoniano l’invito ad accogliere Gesù in chi è in difficoltà.
Papa Francesco, a Natale del 2017, ci invitava a far sì che: “Il nostro cuore non sia chiuso come lo furono le case di Betlemme”. Prendendo sul serio l’invito del Papa, coadiuvati dagli assistenti, coinvolgendo genitori, insegnanti, compagni di scuola, l’azione “Hanno sloggiato Gesù” (HSG) si sta orientando al sostegno di progetti di accoglienza, per aiutare coloro che non sono accolti e soffrono per mancanza di pace, di giustizia, non hanno casa o sono costretti a lasciare la propria terra. In quest’unica “cornice” dell’accoglienza, si allestiscono piccoli atelier per confezionare le statuine di Gesù Bambino da offrire nelle strade, nelle piazze, nei luoghi più disparati e dire a tutti che il vero significato del Natale è Gesù che nasce per ogni uomo, oggi come ieri, e aspetta che lo accogliamo in tutti quelli che hanno bisogno. L’azione HSG condotta dai più piccoli, porta con sé i valori profondi del Natale: il dono di sé, la gratitudine, l’amore disinteressato, la generosità. Indirettamente rinforza tali valori anche negli adulti, nelle famiglie. Promuove competenze manuali, creative, immaginative, di collaborazione, di programmazione, di espressione, attraverso la realizzazione delle statuine. Sviluppa nei bambini una cittadinanza attiva, la solidarietà, la fraternità, anche attraverso la raccolta fondi destinata a fornire risposte concrete ai bisogni di altri bambini in diverse zone del mondo. Stimola il desiderio di dare. Sono molti infatti coloro che lasciano spontaneamente un’offerta per sostenere tali iniziative e tante sono le esperienze raccontate dagli adulti che ricevono il messaggio da questi piccoli che con amore vorrebbero trovare una casa per Gesù almeno durante il Natale. “Entrare in un supermercato ed essere accolti da dei bambini così sorridenti che ti offrono Gesù Bambino è sconvolgente”, ha esclamato un signore di Firenze. “Pensiamo di poter trovare tutto in un supermercato, ma mai avrei messo in conto di poter tornare a casa portando con me Gesù!”.
a cura di Rosi Bertolassi
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Dic 28, 2018 | Cultura
Un trimestrale rivolto a quanti operano a più livelli in ambito ecclesiale. «Sentieri di comunione e dialogo» è il sottotitolo che indica lo stile che caratterizza i contenuti. Nata in sinergia fra il Movimento dei Focolari e il Gruppo editoriale Città Nuova questa rivista, in edizione cartacea e digitale, esce con il suo primo numero in italiano e, prossimamente, con alcuni articoli in inglese. In futuro avrà edizioni anche in altre lingue. Si propone come strumento di formazione, sussidio per l’azione e fonte di ispirazione alla ricerca di vie e linguaggi nuovi per condividere il Vangelo con le donne e gli uomini del nostro tempo. Rivolta ad operatori e animatori pastorali, membri delle famiglie carismatiche (consacrati/e e laici), persone impegnate in parrocchia o in diocesi,in movimenti ecclesiali o aggregazioni, darà spazio anche ai rapporti tra le Chiese e fra le religioni, all’incontro tra convinzioni e culture diverse, al rinnovamento delle Chiese e della società. Ogni numero avrà un focus dedicato ad una particolare tematica. “L’espressione greca ekklesía significa ‘assemblea’, persone che si sanno chiamate a essere insieme protagoniste del cammino di un popolo. – si legge nell’editoriale del primo numero –Sentieri, come recita il sottotitolo, dice il carattere sperimentale e laboratoriale del progetto; comunione e dialogoindica la direzione in cui muove ma anche lo stile: vorremmo che le riviste, cartacee e digitali, nelle varie lingue in cui si concretizzerà, possano esprimere e servire una community”. Tra le sue firme:il teologo Piero Coda, Vincenzo Zani(Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica), Tiziana Longhitano sfp, il cardinale Giuseppe Petrocchi(arcivescovo de L’Aquila), l’esegeta Gerard Rossé, Brendan Leahy(vescovo di Limerick, Irlanda), Jesús Morán (co-presidente Movimento dei Focolari), l’esperto di vita consacrata Fabio Ciardiomi, l’esperta di comunicazioni Susana Nuin, colombiana, il teologo anglicano Callan Slipper, il teologo evangelico Stefan Tobler. Informazioni e abbonamenti: www.cittanuova.it – e-mail: ekklesia(at)cittanuova.it- abbonamenti(at)cittanuova.it (altro…)
Dic 27, 2018 | Focolari nel Mondo
Venticinque anni di presenza dei Focolari in terra albanese “Noi che abbiamo seguito gli sviluppi del Movimento nel mondo e in Albania abbiamo notato la risposta concreta dei Focolari al bisogno di noi albanesi, alla nostra esigenza di unità”. Lo afferma Donika Omari, pubblicista e traduttrice albanese, di convinzioni non religiose, in occasione del venticinquesimo anniversario dell’arrivo della spiritualità dell’unità nel ‘Paese delle aquile’. Una terra, quella albanese, che ancora soffre per divisioni sociali, regionali, ideologiche e religiose: nel Paese vi sono musulmani, con la presenza della confraternita religiosa sufi dei bektashi; cristiani, in maggioranza cattolici e ortodossi; e molte persone che non si riconoscono in un credo religioso. “Il messaggio di unità di Chiara Lubich che supera divisioni di qualsiasi tipo tra le persone – continua Donika Omari – è stato salutare per la nostra terra”.
Il primo focolarino arrivato in terra albanese fu Gigi Franco e giunse a Durazzo nel 1991, accolto da una famiglia. Poi l’arrivo di un secondo focolarino, l’apertura del focolare maschile a Tirana e, alcuni anni dopo, anche di quello femminile. Da allora è andata formandosi una comunità della quale oggi fanno parte cristiani, musulmani e persone senza un credo religioso. “Lo spirito del ‘farsi uno con il prossimo’, la fratellanza tra le persone senza distinzione di categoria sociale, razza, nazionalità, ideologia – spiega ancora Donika Omari – sono messaggi che mi hanno attirato fin dall’inizio in questo Movimento. Si sente tale bisogno per il nostro Paese dove vecchi e nuovi sconvolgimenti, hanno ostacolato la normalizzazione delle relazioni umane”. Un cammino che ha conosciuto anche momenti molto dolorosi, come la guerra in Kosovo nel 1999. Allora tutto il Movimento nel mondo si mobilitò per raccogliere aiuti, contribuire all’accoglienza di oltre 500.000 profughi ed intervenire, dopo la guerra, per la ricostruzione. Per i venticinque anni dei Focolari, a Tirana è stato realizzato un evento pubblico nell’Aula Magna dell’università cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” e si è presentata anche la traduzione albanese del volume di Chiara Lubich “Una via nuova”. Duecento i partecipanti con rappresentanze da Kosovo e Macedonia. Presenti il Nunzio Apostolico Mons.Charles Brown, l’arcivescovo della Chiesa cattolica Mons. Frendo, il vescovo Asti Bakallbashi della Cattedrale ortodossa di Tirana, il Prof. Shehu, musulmano, docente di Pedagogia all’Università di Skopje. “Questo anniversario è nel segno della continuità e dello sviluppo – dice Livio Brianza che ha vissuto nel focolare di Tirana per dodici anni –. Mi ha dato gioia vedere, nonostante la presenza invasiva del consumismo e l’ansia per un futuro precario che porta tanti a pensare di espatriare, l’attaccamento anche nei più giovani, ai valori familiari e sociali della società albanese”. La Presidente dei Focolari, Maria Voce, ha inviato un messaggio nel quale esprime alla comunità albanese dei Focolari l’augurio che: “alimentati e fortificati dal continuo amore reciproco contribuiate con accresciuto impegno a fare ‘risplendere d’oro’ le vostre città per la presenza sempre più intensa tra voi dell’amore degli Amori”. “Venticinque anni fa volevo cambiare il mondo – dice Madi Roço, albanese, esperta legale nelle legislazioni ambientali – era sicurissima che avrei visto il mondo unito con i miei occhi. Ho ancora lo stesso sogno, forte e chiaro. Vedere la ‘famiglia’ dei Focolari cresciuta e unita mi ha ‘armata’ di coraggio per andare avanti”.
Cristina Tomelleri
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Dic 25, 2018 | Chiesa
Con una solenne celebrazione è stata avviata, il 10 dicembre, nella cattedrale di Teramo, in Italia, la fase diocesana del processo di beatificazione del giovane dei Focolari. Nell’anno in cui la Chiesa ha dedicato una grande attenzione ai giovani, il suo nome “da bambino” è risuonato, il 10 dicembre, sotto le volte della cattedrale di Santa Maria Assunta, nel cuore dell’antica Teramo, in Abruzzo, come un modello per tutti. Nello stesso giorno della sua nascita, la solenne e affollata celebrazione torna a far parlare di Pietrino Di Natale, studente liceale di soli 17 anni, scomparso nel 1984 in “concetto di santità”. Non era ancora maggiorenne quando annegò tra le onde di fronte a Silvi, paese costiero poco lontano da casa sua. Ma da allora, ogni anno, il 20 agosto, una folla sempre più numerosa si raduna nel piccolo cimitero di Colledara per ricordare e perpetuare, come un testimone che deve passare di mano in mano, il suo esempio di “piccola pietra” angolare, di cristiano pienamente realizzato. Ragazzo “della porta accanto”, portava il nome del padre, Pietro, morto per un incidente di lavoro prima ancora che lui nascesse. Cresciuto nel paese di Ornano Piccolo, che si era stretto, come la cresta protettiva delle montagne circostanti, intorno alla giovane mamma Adelina, a 11 anni Pietrino entra in contatto con la spiritualità dei Focolari. L’incontro, fondamentale nella vita del ragazzo, avviene attraverso due giovani parroci, don Gianfranco De Luca, attualmente vescovo di Termoli-Larino, e don Giovanni D’Annunzio, oggi responsabile del Movimento Diocesano. Ne ricava in dono una certezza illuminante, quella dell’amore di Dio, che lo porta a cercare intensamente Gesù nella vita di tutti i giorni. Di lui scriveva, recentemente, don Giovanni D’Annunzio: «Il cuore di Pietrino era solo per Dio. Una tappa fondamentale è stata la sua partecipazione al congresso dei ragazzi dei Focolari, nel 1978. (…) Al ritorno ho notato che era slanciato nel vivere in profondità ogni attimo. Era iniziata la corsa verso la santità». Nei prossimi mesi verranno raccolte le testimonianze di chi lo ha conosciuto. Intanto, un’agile biografia (Teresa D’Orsogna, Pietrino Di Natale. … sono scattato ad amare…, ed. Palumbi, 2018) ci avvicina ancora di più ad un ragazzo che continua a ispirare molti giovani, e non solo, a seguire Gesù nella strada dell’unità.
Chiara Favotti
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Dic 21, 2018 | Centro internazionale
Auguri di Natale di Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari https://vimeo.com/307656826 E’ Natale! Se io guardo intorno a me nelle città ma anche nei media in genere, mi domando: “Ma che cos’è Natale?”. E sento un frastuono, perché è pranzi, doni, addobbi, luci, mercatini…, e questo frastuono mi sembra che voglia coprire – senza riuscirci – il grido di dolore e di sofferenza di tanta parte dell’umanità che chiede solidarietà, rispetto, accoglienza, pace, giustizia. In definitiva chiede amore. E l’uomo non glielo sa dare; ma Dio sì, Dio lo sa dare e lo dà da Dio. E quel Bambino che vediamo nel presepe in questo Natale, come in tutti i Natali, ci dice proprio l’amore di Dio, un Dio che ama talmente l’uomo da farsi come lui, da farsi piccolo, indifeso, da affrontare tutte le sofferenze, non solo da affrontarle ma da viverle, tutte le sofferenze dell’umanità fino alla morte. Un Dio che in questo modo, venendo a vivere fra gli uomini, ridice il suo “sì” all’umanità per ricongiungerla ancora una volta a lui. Questo “sì” di Dio all’uomo è rappresentato in quel Bambino a Betlemme, in quel Bambino che gli uomini non vogliono più sentire neanche nominare. Sono stata in un Paese dove per mantenere tutto l’apparato del Natale senza riferirsi a Dio hanno inventato la “Festa dell’inverno” per fare tutto questo. Eppure questo Dio ama l’uomo, continua ad amare l’uomo e ce lo ridice ancora. E questo Bambino non solo ci mostra l’amore di Dio ma ci partecipa l’amore di Dio, ce lo dona, ce lo fa vivere, ci insegna come fare e ci invita a fare altrettanto, cioè ad essere per gli altri uomini la testimonianza dell’amore di Dio, e dare agli altri uomini l’amore di Dio, un amore come il suo, cioè un amore che non fa preferenze, un amore che arriva a tutti, un amore che non innalza steccati, che non ha pregiudizi, che non fa differenza fra nessuno; un amore che è capace di aprire il cuore, di aprire le mani, di aprire le braccia, di aprire la borsa, di aprire la casa. Se un amore così vive fra gli uomini allora è Dio stesso che vive fra gli uomini, e lui è l’unico capace di far casa a tutti, di far famiglia con tutti, di rendere tutti fratelli, di far veramente festa. E questo è Natale. Se noi viviamo così questo è il vero Natale per noi. E’ questo Natale che io vorrei vivere e che vorrei augurare a tutti. Buon Natale! (altro…)
Dic 20, 2018 | Cultura
Un premio a chi si impegna a fare azioni di fraternità nel territorio che amministra, a chi cerca di tradurre in azione politica e impegno civile questo valore universale. Sono aperte fino al 15 gennaio 2019 le iscrizioni o le proposte di candidatura al “Premio Internazionale Chiara Lubich per la fraternità” che ogni anno viene e assegnato ad Enti Locali (Province, Regioni, Comunità Montane, ecc.) di ogni parte del mondo e di qualunque dimensione. Vengono premiati progetti che istituiscono o diffondono, nel territorio principalmente locale, ma anche nazionale e internazionale, pratiche di fraternità universale, secondo le diverse accezioni di significato di tale principio; stimolano i cittadini a impegnarsi per il bene comune e a partecipare alla vita della comunità civile; favoriscono la crescita di una cultura della cittadinanza attiva e inclusiva. E che favoriscono sinergie: tra Amministrazioni, comunità locali e società civile organizzata (associazioni, gruppi, comitati, ecc.) con ricadute in tali realtà.Le azioni devono essere rappresentative di un modo di amministrare il territorio non episodico, consapevole del valore della fraternità. I progetti possono essere esposti attraverso elaborati di testo, elaborati ipertestuali e/o multimediali, elaborati audiovisivi. Tutte le candidature e/o le segnalazioni (con relativo materiale in allegato) devono essere inviate alla Presidenza dell’Associazione “Città per la Fraternità”, c/o Comune di Castel Gandolfo, Piazza Libertà, 7 – 00040 Castel Gandolfo – Roma (Italia). I materiali (se la dimensione ne consente l’invio digitale) possono essere spediti via mail a: associazionecittafraernita(at)gmail.com oppure info(at)cittaperlafraternita.org Nella domanda vanno indicati: nome del Comune/Ente/organizzazione, dati del Sindaco in carica, indirizzo completo e contatti; il nome del progetto o dell’iniziativa ed un abstract di massimo di tre cartelle A4; un allegato (nelle forme previste) che descriva il progetto e il suo processo. La premiazione avverrà a S. Maria Capua Vetere- Caserta (Italia) nel febbraio 2019. Per informazioni: Associazione Città per la fraternità – telefono +39 340 4182127 – +39 347 4573988; e-mail: associazionecittafraternita(at)gmail.com- info(at)cittaperlafraternita.org. (altro…)
Dic 19, 2018 | Focolari nel Mondo
La cittadella dei Focolari in Argentina compie 50 anni. Pat Santoianni, Cecilia Gatti, Adriana Otero e Israele Coelho ne raccontano la vocazione: i giovani. Ha da poco compiuto Cinquant’anni la cittadella di O’Higgings in Argentina, quella tra le 25 Mariapoli permanenti nel mondo dedicata alla formazione dei giovani. E non poteva nascere sotto una stella migliore, perché tutto è iniziato proprio nel 1968, l’anno della contestazione giovanile. Oggi O’Higgins è conosciuta nel mondo come Mariapoli Lia, in onore di Lia Brunet, ragazza coraggiosa e dalla mentalità aperta sul mondo, pioniera di questa cittadella dei Focolari in terra americana; è stata una delle prime che a Trento, fin dagli anni ’40, ha condiviso con Chiara Lubich ideali e vita. Fino ad oggi oltre 3.500 giovani da tutto il mondo hanno fatto la “experiencia”, cioè la scelta di trascorrere da alcuni mesi fino ad un massimo di due anni nella cittadella lavorando, studiando e sperimentandosi nella convivenza multiculturale, all’insegna della spiritualità dell’unità, per poi tornare alla propria vita, ma attrezzati di un bagaglio umano e di pensiero che apre mente e cuore su popoli e culture. “In questi anni abbiamo messo a punto un percorso formativo; – racconta Pat Santoianni, antropologa e corresponsabile della Formazione alla Mariapoli Lia – uno dei principi di questa proposta formativa riconosce che è l’intero corpo sociale che forma; è un percorso esistenziale-antropologico sul modo di percepire la vita, il pensiero, l’azione”. Adriana Otero, biologa, una delle coordinatrici del team di formatori, spiega che l’esperienza punta alla formazione integrale della persona: “Cerchiamo di essere costantemente sintonizzati sulle sfide e i rischi che le nostre società pongono ai giovani nei diversi campi: relazionalità, scelte, libertà, impegno sociale e civile, dialogo intergenerazionale e interculturale, tecnologia. Centrale è anche l’esperienza lavorativa che per molti è la prima”.
Al centro del percorso pedagogico della Mariapoli Lia c’è la relazione – interviene Cecilia Gatti, ricercatrice in Pedagogia: “L’educazione è relazione: è questo uno dei principi della Pedagogia che si ispira alla spiritualità dei Focolari e che ispira il nostro percorso. Di conseguenza è il rapporto con l’altro che mi permette di stringere legami, ripensare la mia vita, condividerla e costruire il tessuto sociale. Avere per scuola, una città fa sì che tutta la vita diventi occasione di apprendimento: ogni rapporto, ogni dialogo, ogni incontro”.
Infine, nell’epoca del Web 4.0 ci si domanda se la scelta di O’Higgins – piccolo borgo in mezzo alla Pampa argentina – funzioni veramente come luogo di formazione per questi giovani millennials. Israele Coelho, pedagogista brasiliano, corresponsabile per la Formazione e coordinatore del percorso per i giovani, risponde che è l’esperienza stessa a dimostrarne la validità: “Nonostante questo luogo lontano da tutto possa apparire un controsenso, continua a dimostrarsi adatto ai giovani, per andare in profondità con la propria storia, per far silenzio dentro e per interrogarsi sul proprio rapporto con Dio e con gli altri. Per molti di loro la ‘experiencia’ è un momento importante per fare o rifare le scelte fondamentali della vita”.
Stefania Tanesini
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Dic 18, 2018 | Collegamento
Al laboratorio “L’Ecopesce” e al punto vendita “E Nustren” non si scarta nulla: è la filosofia di questo piccolo polo che a Cesenatico (Italia) lavora e vende il pesce del Mare Adriatico, utilizzando la sola tecnologia del freddo. Sulla tavola del cliente arriva così un prodotto che, diversamente, non sarebbe valorizzato o, addirittura, scartato. Il tutto, mettendo la comunione prima dell’economia. https://vimeo.com/301224075 (altro…)
Dic 17, 2018 | Sociale
Christopher Jiménez, della comunità dei Focolari del Messico, racconta il lungo esodo dei migranti partiti dall’Honduras e da settimane ai piedi del muro che li separa dagli Stati Uniti. «Il 12 ottobre, una chiamata a raccolta attraverso i social network – afferma Christopher Jiménez, che collabora con l’associazione Promozione Integrale della Persona (PIP) – è diventata in breve tempo virale. Più di mille honduregni sono partiti da San Pedro Sula», città che per anni, fino al 2014, è stata considerata tra le più violente del pianeta. Tutto il mondo, da allora, sta assistendo a quello che da molti è stato definito un esodo biblico. «Una settimana dopo, mentre la carovana oltrepassava il confine con il Messico, numerose organizzazioni della società civile e agenzie governative si erano già messe in campo per fornire assistenza umanitaria, prima in Chiapas, quindi a Oaxaca e Veracruz». A quel punto, non si trattava più di un singolo contingente di migranti, ma di diversi gruppi che procedevano a ondate, a piedi o con mezzi di fortuna, attraversando il Paese per migliaia di chilometri. «A fine ottobre – prosegue Christopher – quando era ormai imminente il loro arrivo a Città del Messico, nella capitale, a causa di un grave problema idrico, era stata programmata l’interruzione dell’acqua potabile per oltre quattro milioni di abitanti. Eppure, nonostante i disagi e il freddo intenso, molte organizzazioni civili e religiose hanno risposto all’invito della locale Commissione per i diritti umani, allestendo un campo umanitario a ovest della città. Anche i Focolari hanno aderito. Una trentina di persone, tra cui medici, infermieri, studenti, casalinghe, si sono prodigate nei punti di soccorso e di distribuzione di pasti e indumenti. Nel frattempo, un altro gruppo ha organizzato una raccolta di generi di prima necessità e una associazione civile che si ispira allo spirito del Movimento ha offerto collaborazione tecnica e logistica». La mattina del 5 novembre, circa cinquemila migranti sono arrivati nella capitale. Nei giorni successivi, quasi diecimila persone hanno ricevuto accoglienza, cibo, coperte, vestiario. «Nonostante la solidarietà di molti, il loro passaggio non è stato esente da attriti e toni di violenza. Alcuni incidenti sono stati sul punto di provocare episodi gravi di xenofobia. Ora l’ondata di migranti attende con impazienza sotto il muro invalicabile che separa la città messicana di Tijuana dagli Stati Uniti. Ci aspettiamo giorni di grande incertezza. Ma nel loro passaggio, pur tra le insidie di un percorso molto complesso, hanno indicato al cuore del popolo messicano la direzione verso cui muove il loro sogno».
Chiara Favotti
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Dic 17, 2018 | Sociale
Anche se i riflettori mediatici si accendono a intermittenza sul dramma che continua a consumarsi alla frontiera tra Messico e USA, sono molte le persone e le organizzazioni, tra cui i Focolari, che non abbandonano i migranti. Nelle ultime settimane, notizie e immagini della colonna composta da migliaia di persone in marcia dall’Honduras verso il confine con gli Stati Uniti hanno fatto il giro del mondo. «In questa regione, il fenomeno migratorio è molto comune» ci ha spiegato Sandra Garcia-Farias Herrera della comunità dei Focolari del Nord-ovest del Messico. «Mexicali e Tijuana sono città di confine, cresciute proprio per l’alto numero di persone arrivate qui con il sogno di entrare negli Stati Uniti. Ma quello a cui abbiamo assistito nell’ultimo mese non ha precedenti. La popolazione stessa non comprende come il fenomeno sia arrivato a queste proporzioni e cosa abbia spinto tante famiglie a lasciare tutto, anche in avverse situazioni climatiche, e mettersi in viaggio. Qui la strada finisce, e il loro sogno sembra infrangersi. Le strade e i luoghi pubblici sono diventati accampamenti. La confusione è grande, abbiamo assistito ad azioni di violenza, alla chiusura dei varchi di ingresso agli USA, al posizionamento di filo spinato sopra il muro, al dispiegamento ingente di forze di polizia a presidio dei confini, anche con elicotteri e veicoli speciali che prima non avevamo mai visto. Sembra che stia per scoppiare una guerra. La mancanza di informazioni sulle ragioni che li hanno spinti a partire, ma anche le notizie diffuse dai media e dai social network hanno suscitato tra gli abitanti del Messico sentimenti contrastanti, anche di ostilità e sdegno, fino a episodi di xenofobia». Mentre alcuni giovani dei Focolari stanno cercando il modo di poter entrare nei campi destinati ai migranti, in quest’ultima tappa del loro percorso messicano, altri li hanno avvicinati per strada, cercando di capire le loro motivazioni, ma soprattutto le loro necessità. Una famiglia ha accompagnato in macchina fino a Tijuana due donne con bambini piccoli, per evitare loro un percorso molto difficoltoso. Altri ancora, che lavorano in un centro educativo, hanno proposto agli studenti un cambio di atteggiamento culturale, per manifestare ai migranti la solidarietà e il senso di fraternità dovuti ad ogni uomo. «La priorità è ora anche quella di contrastare la confusione dilagante e gli atti di intolleranza che ne sono derivati, anche tra i giovani. Occorre diffondere la cultura dell’accoglienza».
Chiara Favotti
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