Ago 27, 2018 | Cultura
Il significato e i gesti del Battesimo sorgente della vita nuova in Cristo, dalla quale fluisce l’intera vita cristiana. Un libro agile e colorato per accompagnare genitori, madrine e padrini nel cammino di preparazione al Battesimo di un bambino. Un volume che spiega, in modo semplice e chiaro, il significato di questo Sacramento e dei suoi simboli: l’acqua, il cero, la veste bianca, il sacro crisma. A.A. V.V. Città Nuova ed.
Ago 27, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Sarà la struttura “Mondo migliore”, nel Comune di Rocca di Papa, a sud di Roma, ad accogliere un centinaio di migranti sbarcati dalla nave Diciotti a Catania, in Italia. Lo ha affermato Papa Francesco, di rientro dall’Irlanda, durante la conferenza stampa sul volo Air Lingus. Il “Mondo Migliore”, in precedenza un centro congressi gestito dai padri oblati, è ora un Centro di accoglienza straordinaria (Cas). «Saranno accolti lì, il numero credo che sarà più di cento, e lì cominceranno a imparare la lingua italiana e a fare quel lavoro che si è fatto con i migranti integrati» ha spiegato il Papa.
Ago 26, 2018 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sposati da 31 anni, con cinque figli e la prima nipotina in arrivo, Gianni e Maria Salerno ne avrebbero tante di storie da raccontare e anche di suggerimenti pratici da offrire, specie alle coppie più giovani, sul tema dell’educazione dei figli. Ma per il loro contributo al Panel sulla “gioia e le sfide dei genitori nell’educare oggi”, tema centrale all’incontro di Dublino, che sta affrontando in un clima di festa e di preghiera argomenti importanti – quali il ruolo della tecnologia nella famiglia, il rapporto con la fede, le molteplici connessioni con il lavoro, l’economia, l’ambiente – hanno scelto di farsi portavoce del patrimonio di vita e di esperienza maturata in tanti anni dalle Famiglie Nuove dei Focolari, di cui da due anni sono i responsabili. Una “famiglia di famiglie”, che attinge alla spiritualità dell’unità di Chiara Lubich come una bussola che segna il nord nel cammino a volte faticoso della vita. Intervistati dal quotidiano cattolico “Avvenire”, Gianni e Maria hanno sintetizzato il loro intervento a Dublino: «Vorremmo sottolineare alcune “parole chiave” che ci sembrano molto utili nel rapporto con i figli e che possono essere vissute ovunque, in tutti i Paesi del mondo, indipendentemente dalla cultura cui apparteniamo. La prima è distacco. I figli non sono nostri, sono prima di tutto figli di Dio. È un atteggiamento che spinge a cercare il loro bene, nel rispetto della libertà di ciascuno, aiutandoli a scoprire il disegno di Dio per la loro felicità. Un’altra parola centrale è accompagnamento: facendo sentire la nostra vicinanza, i figli possono affrontare le difficoltà senza sentirsi soli, e si formano in questo modo alla responsabilità, all’impegno, all’allenamento costante della volontà. Vi è poi un verbo che è sempre stato fondamentale, nell’esperienza nostra e in quella di tante famiglie in tutto il mondo con cui siamo in contatto. Ed è ricominciare. Quando si sbaglia, quando vi è una difficoltà o l’amore viene a mancare, possiamo sempre mettere un punto e andare a capo, chiedendo scusa se magari abbiamo esagerato in un rimprovero, che spesso per i genitori è più un’occasione di sfogo che un intervento educativo.
Dovremmo cercare sempre di calarci in quello che i figli stanno vivendo. Solitamente usiamo un’espressione, camminare nelle loro scarpe, che esprime il desiderio dei genitori di sentire sulla propria pelle le loro emozioni, paure e difficoltà, esercitando un ascolto profondo e accogliente, prima di dare risposte affrettate. L’esempio, la condivisione e il dialogo sono fondamentali: in una famiglia si dovrebbe poter parlare di qualsiasi argomento e i genitori dovrebbero darne prova, captando con le loro antenne i messaggi anche non verbali lanciati dai figli che a volte, specie in età adolescenziale, suonano come delle vere e proprie provocazioni. Ancora: dedicare loro del tempo. Quanta fatica richiede, magari la sera, al termine di una giornata di lavoro, specie quando le idee non coincidono. Dovremmo lasciarci interpellare senza paura da loro e dal loro “mondo”, anche quando incalzano preoccupazioni di vario genere sulla salute, le compagnie che frequentano, la scuola o il futuro. Quando ciò avviene noi cerchiamo di fare tesoro di un consiglio prezioso: quello di occuparsi e non preoccuparsi, per evitare che la nostra ansia li renda più insicuri e meno liberi. Ciò che possiamo fare sempre, alla fine, è pregare per loro, affidandoli all’amore di Dio. Ci sono casi in cui i figli diventano ribelli, rifiutano il rapporto con i genitori, mettendo in atto comportamenti violenti, scelte discutibili, a volte gravi. Questo fa soffrire e destabilizza. La ferita dell’insuccesso educativo brucia e ci si chiede, come genitori: dove abbiamo sbagliato? Anche in questi casi dobbiamo ricordarci che si è genitori per sempre, e che la porta del nostro cuore va mantenuta sempre aperta. Non è facile, ma possiamo prendere come esempio da imitare Gesù crocifisso e abbandonato, che ha offerto il Suo dolore, trasformandolo in Amore. Come Lui, anche noi possiamo consumare la nostra sofferenza continuando ad amare concretamente i nostri figli e ogni prossimo che ci passa accanto, nella certezza che alla fine sarà l’Amore a vincere». (altro…)
Ago 24, 2018 | Spiritualità

Mosaico del pittore Paolo Scirpa (Centro Internazionale del Movimento dei focolari, Rocca di Papa)
«La vergine Maria […] è riconosciuta e onorata come la vera madre di Dio e del Redentore. Redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita della somma carica e della dignità di madre del Figlio di Dio, e perciò figlia prediletta del Padre e il tempio dello Spirito Santo; per questo dono di una grazia eminente precede di molto tutte le altre creature, celesti e terrestri». (Lumen Gentium, 53) «Ella primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza». (Lumen Gentium, 54) «La beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione con il Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette ritta, soffrì profondamente col suo Figlio unigenito e si associò con animo materno al sacrificio di lui…». (Lumen Gentium, 58) «L’amore e la venerazione della Madre di Dio è l’anima della pietà ortodossa, il suo cuore che riscalda e vivifica tutto il corpo. Il cristianesimo ortodosso è la vita in Cristo e in comunione con la sua Madre purissima […] l’amore a Cristo che non si può disgiungere dall’amore della Madre di Dio […] Chi non venera Maria non conosce nemmeno Cristo, e una fede in Cristo che non include la venerazione della Madre di Dio, è un’altra fede, un altro cristianesimo di quello della chiesa». (S. Bulgakov: L’Ortodossia, p. 356) «In Maria è presente il sì dell’umanità intera, e questo sì incondizionato è una coppa che si offre, che accoglie e che trasmette. E così lei, che visse l’ora di Dio, che pronunciò più volte il sì dell’accettazione, che portò in sé il verbo, è ora Madre della misericordia, Salute degli infermi e Rifugio dei peccatori, regina degli apostoli e della pace, Madre di tutti noi e immagine vivente della Chiesa». (Klaus Hemmerle, Scelto per gli uomini, p. 156) (altro…)
Ago 23, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Droga a scuola Dovevo occuparmi di un alunno che aveva fatto uso di stupefacenti. In questo caso si è puniti con una settimana di espulsione dalla classe. Per evitare il rischio che questo gli consentisse ancora più tempo per stare con cattive compagnie, ho fatto in modo che durante quel periodo potesse frequentare una comunità, e a scuola, dove gli era consentito venire, sono rimasta con lui tutto il tempo, in biblioteca. L’ho aiutato a seguire il programma svolto in classe, perché non restasse indietro. È stato un lavoro molto impegnativo che mi ha aiutato a comprendere la concretezza dell’amore verso il prossimo. M.M. – Spagna Nuovo stile in casa Conduciamo, insieme ad un’altra coppia, degli incontri per fidanzati. Un giorno, prima di andare ad uno di questi appuntamenti, è scoppiata una lite con nostro figlio. Mia moglie ed io ci siamo messi in viaggio ugualmente, ma non eravamo tranquilli. Dopo qualche chilometro ci è stato chiaro che non avevamo nulla da offrire ai fidanzati. Fermata l’auto, ho telefonato a nostro figlio chiedendogli perdono per il modo in cui ci eravamo comportati. Ma una volta ripartiti, mia moglie mi ha fatto notare il tono sbrigativo col quale gli avevo parlato. È iniziata allora una discussione tra noi. Dopo altri chilometri eravamo ormai consapevoli di non essere in grado di testimoniare l’amore reciproco. Così abbiamo telefonato all’altra coppia per avvisare che tornavamo indietro. Appena rientrati a casa, abbiamo spiegato a nostro figlio, stupito, perché eravamo tornati indietro. La lezione ci è servita per stabilire in famiglia uno stile di vita diverso. K.E. – Repubblica Ceca Gita scolastica Mentre ero in gita, durante il pranzo al sacco mi sono accorto che molti miei compagni buttavano via il cibo ancora intatto. Per me è stato uno choc. Il giorno dopo, durante il pranzo, ho giocato d’anticipo: passando tra i compagni, ho recuperato il cibo che non era stato nemmeno toccato e con quello ho riempito una busta e l’ho portata a un senzatetto, che era poco distante. N. – Italia Trasferimento Dopo 35 anni di servizio il vescovo mi ha chiesto di trasferirmi in un’altra parrocchia. Ne è seguito un momento di buio interiore, vissuto in preghiera. Poi ho capito che non dovevo guardare le cose solo dal mio punto di vista. Così gli ho dato la mia disponibilità. Così, di colpo, la paura della novità e le preoccupazioni per la mia salute sono svanite. Mi è sembrato chiaro, non era un favore che avevo fatto a qualcuno, ma una grazia che stavo ricevendo. Con questo stato d’animo la vita nella nuova parrocchia è cominciata su fondamenta ben più solide, diverse da quando avevo cominciato il ministero, tanti anni prima, da giovane prete. E.B. – Slovenia Un piccolo gesto d’amore Ero venuto a sapere che un collega era stato ricoverato. Per alcuni mesi, ogni fine settimana, al rientro da un corso che stavo frequentando in un’altra città, andavo a trovarlo. I suoi genitori erano venuti da un’altra regione per stargli vicino. Ho pensato che sarebbe stato un sollievo per loro cenare una sera in pizzeria. Quella sera ho fatto mia tutta la loro ansia e al ritorno li ho accompagnati nel loro alloggio. Mi hanno confidato che dal giorno del ricovero del figlio non avevano mai trascorso una serata così bella. A. – Italia (altro…)
Ago 23, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
L’alluvione nel Kerala, Stato dell’India meridionale, ha provocato più di 400 vittime e circa 750 mila sfollati. Le operazioni di soccorso e assistenza si portano avanti in mezzo a grandi difficoltà a causa dell’inaccessibilità di alcune zone colpite. In certi casi si è costretti a lanciare cibo e acqua dagli elicotteri perché le strade e i ponti sono stati distrutti dalle devastanti inondazioni. Dalla comunità locale dei Focolari scrivono: «Siamo di ritorno da Trichy (a 300 Km circa dal Kerala), dove si è svolta la Mariapoli con le persone dei gruppi della Parola di vita, sparsi in un raggio di 120 km. In cuore, però, avevamo le persone del Kerala travolte dalle fortissime piogge. Siamo ancora nel periodo del monsone, vento caldo che provoca questi tifoni tropicali. Per quanto sappiamo le persone del Movimento stanno bene. C’era in programma un ritiro per sacerdoti a Trivandrum (nel sud del Kerala), ma l’abbiamo dovuto cancellare perché i viaggi non sono sicuri e tanti sacerdoti prenotati sono coinvolti nella tragedia. Nel fine settimana, le nostre comunità locali si sono impegnate a raccogliere generi alimentari e oggetti di prima necessità da inviare alle zone colpite. Contiamo sulle vostre preghiere». Anche Papa Francesco ha pregato per le vittime e perché “non manchi a questi fratelli la nostra solidarietà e il concreto sostegno della comunità”. (altro…)
Ago 23, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
«Seguiamo da vicino e con trepidazione la vicenda della nave Diciotti, approdata a Catania da due giorni e con a bordo 177 persone cui non è concesso sbarcare. L’ennesimo caso, purtroppo, che in questi mesi ha messo a dura prova la cultura dell’accoglienza che come italiani ci ha sempre contraddistinto», si legge nel comunicato stampa del 22 agosto a firma di Rosalba Poli e Andrea Goller, responsabili del Movimento dei Focolari in Italia. Essi sostengono «la necessità di percorsi condivisi a livello europeo e la ricerca di soluzioni non improvvisate». Ma evidenziano «la grande preoccupazione per le vicende umane di persone che fuggono da fame, guerre, morte». E chiedono «per quanti si trovano nella stessa loro condizione, la dignità che non è stata finora riconosciuta né nei Paesi di origine, né in quelli che li hanno visti passare, né nel nostro che li ha visti approdare». Il comunicato si conclude con un appello ai politici «di ogni estrazione, perché mettano da parte diatribe fra schieramenti e interessi particolari, e collaborino in nome dell’appartenenza comune alla razza umana che viene prima di ogni altra distinzione e separazione». Leggi anche: “A-mare (o amare) il prossimo” (in italiano) (altro…)
Ago 22, 2018 | Chiesa, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Cinquanta e più anni fa neppure noi conoscevamo la provenienza del nostro amore. Ci bastava saperci incamminati in un’avventura senza fine, stupiti che le nostre diversità fossero così calibrate, piacevoli e complementari da farci sentire, seppur differenti, meravigliosamente uguali. Sentivamo di essere pronti a tutto, convinti che nessuno si amasse come noi, perché noi avevamo inventato l’amore. Non era trascorso un anno dal fatidico sì, che già qualche ombra cominciava ad oscurare il nostro orizzonte. Lavoro, fatica, routine… Si sa, l’innamoramento ad un certo punto finisce. È stato allora che qualcuno ci ha svelato che la sorgente di ogni amore è Dio, che è amore. Avremmo dovuto saperlo, perché nel pronunciare il patto nuziale Lui era lì con noi e da allora si era addirittura stabilito in mezzo a noi. Ma noi eravamo ignari di tanta fortuna, non sapevamo che questa sua presenza facesse parte del ‘pacchetto’! Lui, l’abbiamo capito dopo, dà a noi tutto di sé, chiedendo in cambio soltanto una piccola cifra quotidiana: che ci amiamo col suo stesso amore. L’innamoramento finisce? Al suo posto deve subentrare l’amore. Perché se la fede è una virtù per così dire interiore, l’amore è il suo compimento esteriore, visibile. L’amore è più grande di tutto: più della fede, più della speranza. Di queste due virtù nell’altra Vita non c’è più bisogno. L’amore, invece, resta anche in Paradiso. È l’amore che fa dei due una sola carne, una sola entità intoccabile e indissolubile, un ‘noi’ aperto all’Assoluto. L’amore deve giungere al paradosso di sapersi fare nulla per vivere l’altro. Solo così il nostro amore può rispecchiare il suo disegno originario.
Il ‘noi’ di coppia è il primo e vitale frutto della fecondità del nostro amore. La complementarietà del maschile con il femminile, che si esprime nei mille gesti quotidiani del servizio reciproco e della tenerezza, fino alla pienezza dell’intimità dei corpi, si attua anche nella condivisione di spazi, di tempi, di impegni: un noi che sa andare in uscita, verso i figli prima di tutto, e verso gli altri. Il noi è il modo tipico degli sposi di evangelizzare, ponendosi di fronte agli altri quale esempio fra i tanti, mai come un modello di famiglia ideale, che non esiste. La nostra unica chance è l’amore, anche se ci sentiamo imperfetti, anche se ci sembra di aver sbagliato tutto. L’importante è credere che nell’attimo presente possiamo essere la persona giusta per l’altro, e lo siamo nel momento in cui decidiamo di amarlo così com’è, senza pretendere che cambi, mettendo in atto le tre parole ‘magiche’ che ci insegna Papa Francesco: permesso, grazie, scusa. Si dice che la famiglia stia oggi attraversando la più tragica delle sue crisi. Non rimpiangiamo i bei tempi andati. Il tempo favorevole è oggi. È nella famiglia che si accende la vita. È lì dove si impara a condividere, a gioire e soffrire, a conoscere la malattia e affrontare la morte. L’amore la rende il luogo dell’impossibile. Lo testimoniano le tante famiglie che accolgono i figli anche se disabili, che li adottano proprio perché tali, che ospitano i genitori anziani, che aprono le loro case ai migranti, che cooperano al riscatto dei figli preda di dipendenze. In questi cinquant’anni e oltre, la vita ci ha insegnato tante cose. Abbiamo imparato a gioire e a pregare, ad accogliere e a sperare. Abbiamo sbagliato tante volte, ma con la Sua grazia e nel perdono, abbiamo ricominciato. Nel rimettere continuamente nelle mani di Dio il nostro amore, Egli non ha mai esitato, come a Cana, a cambiare la nostra povera acqua in vino generoso, rendendolo prodigiosamente disponibile anche a chi sta intorno a noi. Ed ora, nonostante il trascorrere degli anni che attenua la passione ed evidenzia i limiti dei nostri caratteri, continuiamo fiduciosi ad attingere alla Sua inesauribile sorgente, felici di sentirci compagni e complici fino alla fine. (altro…)
Ago 22, 2018 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
È giunta nei giorni scorsi dal distretto di Lebialem, in Camerun, a firma del presidente dell’organizzazione Lecudo (Lebialem Cultural Development Organisation), Mbeboh John, una lettera di saluto e ringraziamento alla presidente dei Focolari, Maria Voce, e al copresidente Morán, per la scelta dei focolarini di rimanere sul posto, accanto a «vecchi, malati, bambini, uomini e donne che si sono rifugiati nel centro Mariapoli», nonostante i rischi che tale scelta comporta. Da quasi due anni, nelle regioni anglofone del Camerun, situate nel Nord-ovest e nel Sud-ovest, dove si trova anche la cittadella di Fontem con l’ospedale “Mary Health of Africa”, fondato nel 1964 per volere di Chiara Lubich, è in atto un conflitto armato tra gruppi separatisti anglofoni ed il governo centrale del Paese, a maggioranza francofona. Lo scorso anno un gruppo radicale ha dichiarato l’indipendenza della zona anglofona. Sono seguite – come hanno denunciato i vescovi del Camerun – “violenze disumane, cieche, mostruose e una radicalizzazione delle posizioni”. È in questo contesto che s’inserisce la scelta dei Focolari di restare accanto al popolo Bangwa, che «ci riporta – scrive il presidente Mbeboh John – all’arrivo del Movimento, quando Chiara decise di combattere tre guerre: contro la malattia del sonno indotta dalla mosca tse-tse, contro la povertà educativa e contro quella materiale» del popolo Bangwa. Leggi la lettera (in inglese) (altro…)
Ago 21, 2018 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo
«Pensavo che mi chiedessi aiuto e sono inciampato in questo abbraccio. Le tue braccia larghe infreddolite attendevano il mio calore, il richiamo di un gesto gentile. Come terra che aspetta pioggia, come tempio che respira preghiera, come un sorriso che ambisce alle labbra, come bagaglio che spera in un viaggio. Non è possibile che tutto finisca così, non può essere. Se hai compiuto questo viaggio e sei approdato nel mio porto, ti voglio vivere ancora, sempre. Se la mia strada è arrivata a te, voglio che mi accompagni ancora per un pezzo. Ti voglio vedere invecchiare, sentirti parlare la mia lingua sempre meglio. Voglio sentirti confidare con la mia sposa come fosse tua madre e ridere con i miei figli come fossero tuoi fratelli. Voglio assistere all’abbraccio con tua madre, quella che ti ha partorito, con le tue sorelle, con tuo fratello. Ti prego. Ascoltami. Apri gli occhi. Sorridi. Ti insegnerò un altro trucco di magia. Metti sulle mie mani le tue cellule impazzite: le farò sparire come monete, come carte. E al loro posto, te ne rimetterò di nuove, sane. E il tuo corpo ricomincerà a funzionare come un meccanismo precario e incredibile. Non ho frasi importanti da dirti, pensieri da ricordare, gesti memorabili. Ho parole scartate, concetti dimenticati prima ancora di essere partoriti, segni insignificanti. Non siamo mai pronti per un distacco, non è mai il momento giusto, non riusciamo a concepire l’assenza. Anche se mi hai raccontato che il tuo Dio ti aspetta radioso, che la morte è una soglia naturale da attraversare per arrivare alla fase successiva dell’esistenza, che siccome non hai fatto del male a nessuno nell’aldilà sarai premiato. Anche se io credo fermamente che morire è una risalita alle origini, come ha insegnato Maria: un meraviglioso, inesausto, perdersi in Dio. Nonostante tutto questo, io non voglio che tu te ne vada. Ho bisogno di parlarti ancora, di ascoltarti, di risolvere insieme i problemi. Con te: osare, sfidare il vento contrario, pretendere, dialogare, aspirare al paradiso vivendo l’inferno, promettere e mantenere. È inutile girarci intorno: non sono pronto per vederti morire, per seguirti con lo sguardo mentre giri l’angolo buio delle cose che si vedono e t’infili nel tunnel della luce di ciò che non conosciamo. Non sono pronto e riesco soltanto a prenderti la mano e a guidare la tua bocca e la mia nella preghiera verso l’unico Padre. Perché ciò che è naturale al divino, è oscuro agli uomini. Assegniamo nomi diversi, costruiamo precetti. Ma, alla fine, ciò che conta è l’amore verso gli altri. Ci siamo conosciuti per un caso, per quelle circostanze minime che cambiano la direzione della nostra vita, per un respiro più lungo, per una porta girevole che si è aperta i un momento piuttosto che in un altro. Ma adesso ti sento fratello e, mentre spero con tutte le mie forze di rivederti sveglio, comincio con te a dire: Padre Nostro …».
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