Movimento dei Focolari
Témoin de l’espérance : Le testament du cardinal Van Thuân

Témoin de l’espérance : Le testament du cardinal Van Thuân

Le 15 décembre 1999, Jean-Paul II fit appeler Mgr Nguyên van Thuân et lui dit :”Pour la première année du troisième millénaire, c’est un Vietnamien qui prêchera les Exercices spirituels à la Curie Romaine.” Et le Pape conclut par ces mots :”Donnez-nous votre témoignage !”. Imprégné de l’Evangile de l’espérance, l’auteur procède par anecdotes et paraboles, en référence à sa dure et lumineuse expérience. A sa manière originale, il nous fait respirer les parfums de l’Asie à travers les grands thèmes de la spiritualité chrétienne, avec des méditations aux titres suggestifs : les défauts de Jésus, le monde d’aujourd’hui, Dieu et non les oeuvres de Dieu, l’art d’aimer… C’est le Pape lui-même qui conclut cette retraite accessible à tous. A lire également le récit de sa captivité : Van Thuan, libre au-delà des verrous de Teresa Gutierrez. Nouvelle Cité

Crollo a Limete (R.D. Congo)

Crollo a Limete (R.D. Congo)

Il Movimento dei Focolari segue con apprensione l’evolversi delle notizie riguardanti l’incidente avvenuto ieri pomeriggio (27 agosto 2018) nella cittadina di Limete, a nord di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Qui il crollo improvviso di un silos contenente tonnellate di frumento ha distrutto ampi reparti dell’ospedale Moyi Mwa Ntongo, costruito nel 2006 dal Movimento stesso. Incerto il bilancio delle vittime, che conterebbe almeno due morti, fra cui  una donna addetta al servizio lavanderia, e alcuni feriti e dispersi, come pure la valutazione dei danni alle strutture e alle attrezzature. In una nota riportata dalla testata locale Actualite.cd, la direzione sanitaria dell’ospedale riferisce che “pazienti gravemente malati e gravemente feriti sono stati trasferiti con urgenza negli ospedali più vicini” e che la priorità in questo momento è quella di estrarre chi è ancora sotto le macerie e dare sostegno alle persone coinvolte. Significativi i danni alle strutture, con la distruzione dei reparti di radiologia, diagnostica e altri servizi. Da appena due anni nel centro ospedaliero erano stati inaugurati un reparto di maternità e pediatria e una sala operatoria. Il crollo del silos di proprietà della società FAD Congo avrebbe interessato anche edifici circostanti fra cui una fabbrica, causando altre vittime. Diverse autorità, tra cui il sindaco del comune di Limete, sono giunte sul posto. Il Movimento dei Focolari esprime profonda partecipazione, si unisce al dolore delle vittime e assicura la propria vicinanza spirituale alle famiglie coinvolte. (altro…)

70° dell’incontro di Chiara Lubich con Giordani

70° dell’incontro di Chiara Lubich con Giordani

Promosso dal Movimento dei Focolari con il Centro Chiara Lubich, il Centro Igino Giordani e il Movement politics & policy for unity. Il Convegno è a numero chiuso a causa dei posti limitati della sala. Sarà possibile seguire in differita il video dell’evento, disponibile sulle home-page dei siti e social media: http://www.centrochiaralubich.org/ https://www.focolare.org/ http://www.iginogiordani.info/ https://www.facebook.com/Igino-Giordani http://www.mppu.org https://www.facebook.com/mppu.int/   Vedi la locandina con il programma             (altro…)

Parola di vita – Settembre 2018

La Parola di questo mese proviene da un testo attribuito a Giacomo, figura di rilievo nella Chiesa di Gerusalemme. Egli raccomanda al cristiano la coerenza tra il credere e l’agire. Nel brano iniziale della lettera viene sottolineata una condizione essenziale: liberarsi da ogni malizia per accogliere la Parola di Dio e lasciarsi guidare da essa per camminare verso la piena realizzazione della vocazione cristiana. La Parola di Dio ha una forza tutta sua: è creatrice, produce frutti di bene nella singola persona e nella comunità, costruisce rapporti di amore tra ognuno di noi con Dio e tra gli uomini. Essa, dice Giacomo, è stata già “piantata” in noi. «Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza».  Come? Certamente perché Dio, fin dalla creazione, ha pronunciato una Parola definitiva: l’uomo è Sua “immagine”. Ogni creatura umana infatti è il “tu” di Dio, chiamato all’esistenza per condividere la Sua vita di amore e comunione. Ma, per i cristiani, è il sacramento del battesimo che ci inserisce in Cristo, Parola di Dio entrata nella storia umana. In ogni persona dunque Egli ha deposto il seme della sua Parola, che lo chiama al bene, alla giustizia, al dono di sé e alla comunione. Accolto e coltivato con amore nella propria “terra”, è capace di produrre vita e frutti. «Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza».  Luogo chiaro dove Dio ci parla è la Bibbia, che per i cristiani ha il suo vertice nei Vangeli. Occorre accogliere la Sua Parola nella lettura amorosa della Scrittura e, vivendola, possiamo vederne i frutti. Possiamo ascoltare Dio anche nel profondo del nostro cuore, dove avvertiamo spesso l’invadenza di tante “voci”, di tante “parole”: slogan e proposte di scelte, modelli di vita, come anche preoccupazioni e paure … Ma come riconoscere la Parola di Dio e darle spazio perché viva in noi? Occorre disarmare il cuore ed “arrenderci” all’invito di Dio, per metterci in un libero e coraggioso ascolto della Sua voce, spesso la più sottile e discreta. Essa ci chiede di uscire da noi stessi e di avventurarci per le strade del dialogo e dell’incontro, con Lui e con gli altri, e ci invita a collaborare per rendere l’umanità più bella, in cui tutti ci riconosciamo sempre più fratelli. «Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza».  La Parola di Dio infatti ha la possibilità di trasformare il nostro quotidiano in una storia di liberazione dall’oscurità del male personale e sociale, ma attende la nostra adesione personale e consapevole, anche se imperfetta, fragile e sempre in cammino. I nostri sentimenti e i nostri pensieri assomiglieranno sempre più a quelli di Gesù stesso, si rafforzeranno in noi la fede e la speranza nell’Amore di Dio, mentre i nostri occhi e le nostre braccia si apriranno alle necessità dei fratelli. Così suggeriva Chiara Lubich nel 1992: «In Gesù si vedeva una profonda unità tra l’amore che Egli aveva per il Padre celeste e l’amore verso gli uomini suoi fratelli. C’era un’estrema coerenza tra le sue parole e la sua vita. E questo affascinava e attirava tutti. Così dobbiamo essere anche noi. Dobbiamo accogliere con la semplicità dei bambini le parole di Gesù e metterle in pratica nella loro purezza e luminosità, nella loro forza e radicalità, per essere dei discepoli come li vuole Lui, cioè dei discepoli uguali al maestro: altrettanti Gesù diffusi nel mondo. E ci potrebbe essere per noi una avventura più grande e più bella?»1. Letizia Magri   1 C. Lubich, ‘Come il Maestro’, in «Città Nuova» 36 (1992/4), p. 33. (altro…)

Un popolo in fuga

Un popolo in fuga

«Secondo dati attendibili, nella sola giornata dell’11 agosto, 5.100 venezuelani hanno varcato la frontiera tra Ecuador e Perù. Un record che supera quello raggiunto nel maggio scorso, quando in un giorno c’erano stati 3.700 nuovi arrivi. Per questo motivo l’Ecuador ha dichiarato uno stato di emergenza migratoria». Roggero, nato in Venezuela da genitori italiani, conosce bene l’America Latina, dove ha vissuto quasi 40 anni ed ora nella capitale peruviana, dove vive dal 2015. Non solo Brasile, Colombia, Ecuador e Perù, ma anche Paesi più lontani come il Cile, l’Argentina e perfino l’Uruguay sono alle prese con un esodo epocale, che secondo molti osservatori rischia di provocare in quell’area una delle maggiori crisi umanitarie degli ultimi decenni. Le nuove norme di ingresso in Ecuador e Perù impongono da pochi giorni ai cittadini venezuelani di esibire un passaporto, impossibile da ottenere di questi tempi, al posto della carta d’identità. «Si tratta di una realtà difficilmente comprensibile se non si vive in prima persona. I venezuelani fuggiti in Perù potrebbero aver già raggiunto la quota di 400 mila persone. Sono fuggiti da un Paese attanagliato da una crisi gravissima, dove manca tutto, e sono qui per trovare un lavoro e mantenere il resto della famiglia rimasta in Venezuela. Ma a costo di grandi sacrifici. Sono disposti a tutto, fanno spesso la fame, trascorrono anche 3-4 ore al giorno in autobus per guadagnare pochi dollari. Molti dormono sul pavimento e soffrono il freddo perché non hanno nemmeno una coperta, o fanno la doccia con l’acqua fredda. Ma, perlomeno, sanno che chi è rimasto in Venezuela (moglie, figli, fratelli, nonni…) ha un tetto sopra la testa e può in qualche modo sopravvivere con i pochi dollari che arrivano dall’estero. Ormai, le “rimesse” che arrivano da fuori sono una voce importantissima nell’economia venezuelana». La comunità dei focolari, intanto, da vari mesi cerca di accogliere le persone che parenti o amici segnalano in arrivo o con cui per svariate circostanze è entrata in contatto. «Importante per noi – dice Silvano – è che trovino un’aria di famiglia. Se poi possiamo condividere del cibo, qualche giaccone, delle medicine, una coperta o delle indicazioni per ottenere il permesso di soggiorno temporaneo, meglio ancora. Il 12 agosto ci siamo incontrati per la terza volta nel focolare di Lima, insieme al Centro Fiore una delle nostre sedi operative. Eravamo in 23 persone, due terzi delle quali venezuelane. Prima di tutto, con chi voleva, abbiamo partecipato alla messa. Poi abbiamo offerto un pranzo, con due grandi tavolate. Prima di congedarci abbiamo visto una presentazione in video di Chiara Lubich, perché la maggioranza dei presenti non conosceva il Movimento. Un momento sempre commovente è quello dedicato alla distribuzione dei vestiti che generosamente la comunità locale raccoglie e ci fa pervenire. Abbiamo anche riso parecchio quando uno dei presenti ha visto che un altro indossava il suo giaccone, preso per sbaglio come uno degli indumenti “disponibili”. Questa inusuale contentezza celava realtà molto dure e ogni genere di storie dolorose, vissute prima, durante e dopo la fuga dal Venezuela. Parlarne e ascoltarle è diventato per loro un momento di liberazione. A qualcuno in emergenza abbiamo potuto offrire, nel frattempo, qualche giro di lavatrice. Due rockettari, amici di uno degli invitati, sono capitati lì per caso. Uscendo, colpiti dal rapporto che avevano visto tra tutti noi, ci hanno definito “persone di qualità”. Pare che questa definizione, nel mondo dei rockettari, almeno in Venezuela, sia il massimo elogio possibile. E non era ancora finita: da colui che meno te l’aspetti è giunto l’invito a fare una preghiera finale, tutti in circolo e presi per mano, davvero significativo! Quella stessa sera siamo venuti a sapere che l’ONU stima che 2,3 milioni di venezuelani siano già scappati dal loro Paese, dall’inizio della crisi. Quindi abbiamo ancora molto lavoro da fare. E per un bel po’». Chiara Favotti (altro…)

Viviamo insieme il Vangelo – Il rito del Battesimo

Viviamo insieme il Vangelo – Il rito del Battesimo

Il significato e i gesti del Battesimo sorgente della vita nuova in Cristo, dalla quale fluisce l’intera vita cristiana. Un libro agile e colorato per accompagnare genitori, madrine e padrini nel cammino di preparazione al Battesimo di un bambino. Un volume che spiega, in modo semplice e chiaro, il significato di questo Sacramento e dei suoi simboli: l’acqua, il cero, la ve­ste bianca, il sacro crisma. A.A. V.V. Città Nuova ed.

Migranti della “Diciotti” a Rocca di Papa

Sarà la struttura “Mondo migliore”, nel Comune di Rocca di Papa, a sud di Roma, ad accogliere un centinaio di migranti sbarcati dalla nave Diciotti a Catania, in Italia. Lo ha affermato Papa Francesco, di rientro dall’Irlanda, durante la conferenza stampa sul volo Air Lingus. Il “Mondo Migliore”, in precedenza un centro congressi gestito dai padri oblati, è ora un Centro di accoglienza straordinaria (Cas). «Saranno accolti lì, il numero credo che sarà più di cento, e lì cominceranno a imparare la lingua italiana e a fare quel lavoro che si è fatto con i migranti integrati» ha spiegato il Papa.

Maria e la Chiesa

Maria e la Chiesa

Mosaico del pittore Paolo Scirpa (Centro Internazionale del Movimento dei focolari, Rocca di Papa)

«La vergine Maria […] è riconosciuta e onorata come la vera madre di Dio e del Redentore. Redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita della somma carica e della dignità di madre del Figlio di Dio, e perciò figlia prediletta del Padre e il tempio dello Spirito Santo; per questo dono di una grazia eminente precede di molto tutte le altre creature, celesti e terrestri». (Lumen Gentium, 53) «Ella primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza». (Lumen Gentium, 54) «La beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione con il Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette ritta, soffrì profondamente col suo Figlio unigenito e si associò con animo materno al sacrificio di lui…». (Lumen Gentium, 58) «L’amore e la venerazione della Madre di Dio è l’anima della pietà ortodossa, il suo cuore che riscalda e vivifica tutto il corpo. Il cristianesimo ortodosso è la vita in Cristo e in comunione con la sua Madre purissima […] l’amore a Cristo che non si può disgiungere dall’amore della Madre di Dio […] Chi non venera Maria non conosce nemmeno Cristo, e una fede in Cristo che non include la venerazione della Madre di Dio, è un’altra fede, un altro cristianesimo di quello della chiesa». (S. Bulgakov: L’Ortodossia, p. 356) «In Maria è presente il sì dell’umanità intera, e questo sì incondizionato è una coppa che si offre, che accoglie e che trasmette. E così lei, che visse l’ora di Dio, che pronunciò più volte il sì dell’accettazione, che portò in sé il verbo, è ora Madre della misericordia, Salute degli infermi e Rifugio dei peccatori, regina degli apostoli e della pace, Madre di tutti noi e immagine vivente della Chiesa». (Klaus Hemmerle, Scelto per gli uomini, p. 156) (altro…)