Ago 17, 2018 | Focolari nel Mondo
La celebrazione della Giornata Mondiale Umanitaria, scelta dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 2009 nell’anniversario del bombardamento, avvenuto il 19 agosto 2003, della sede delle Nazioni Unite a Baghdad, è un’occasione per ricordare gli operatori umanitari che in tutto il mondo, ogni giorno, con spirito di solidarietà, affrontano avversità e gravi pericoli. L’aiuto umanitario, secondo il diritto internazionale, si basa su una serie di principi, tra cui umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza. Agli operatori è garantito l’accesso nei paesi colpiti da crisi umanitarie, conflitti o disastri climatici, al fine di fornire un’assistenza immediata, che per molti fa la differenza tra vita e morte, e nel tempo un supporto psico-sociale volto a ricostruire le comunità e mantenere una pace durevole e sostenibile nelle aree di conflitto. (altro…)
Ago 16, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
«La Mariapoli di Calgary – scrivono Alizza e Norio dal Canada – ha visto la partecipazione di circa 120 persone, in particolare giovani e famiglie, per la maggior parte provenienti dalle provincie di Alberta, Saskatchewan, ma anche da Manitoba e dalla British Columbia. Nel programma c’è stata la presentazione dell’Esortazione Apostolica di Papa Francesco sulla chiamata alla santità nel tempo contemporaneo (“Gaudete et exsultate”), seguita da un dialogo aperto. La presentazione, curata dal Rev. A. Martens della diocesi di Calgary, ha suscitato in tutti la voglia di leggerla personalmente. Un’altra novità, nella “città basata sulla fede”, come è stata definita da una partecipante, è stata la serata di preghiera per la pace». «Siamo al termine – scrive la comunità di Chicago – della Mariapoli che si è tenuta per tutta la comunità del Midwest. Già l’anno scorso avevamo avvertito l’esigenza di cambiare il luogo e lo stile del nostro tradizionale appuntamento, che finora si era sempre svolto in un campus universitario nella città. La scelta è ricaduta su un centro posto sulle amene rive di un lago.
Il programma, dal titolo “Maria: la sua esperienza, la nostra esperienza” ci ha ricordato che nessuno di noi è immune dalle prove e dalle incertezze che Maria di Nazareth ha vissuto, mostrandoci come affrontarle. Il risultato? “L’atmosfera della Mariapoli sembrava quella di un pranzo di famiglia: rilassata, con molta flessibilità, improvvisazione (che significa anche sano umorismo) e una sensazione generale di pace”. “I temi svolti e la condivisione delle esperienze mi hanno aiutato a comprendere più in profondità Maria, i tempi difficili in cui è vissuta e il modo in cui è riuscita a superare le prove. Mi è piaciuto il gruppo di condivisione sul tema del ‘saper perder’. Questo non è un modo di pensare molto popolare nel mondo di oggi». «La nostra Mariapoli si è svolta nella Virginia dell’Ovest – scrive la comunità dei Focolari di Washington DC – con 160 partecipanti. I giovani, che costituivano oltre la metà dei partecipanti, da ospiti sono diventati protagonisti, e hanno messo a disposizione i loro numerosi talenti, dall’aspetto tecnico all’accoglienza e alla gestione dei gruppi».
Nel Tennesse, USA, una settantina i partecipanti provenienti da vari Stati del sud est: Maryland, Georgia, Tennessee, Arkansas, Alabama, Florida, Texas, oltre che dall’Indiana e da New York. «Abbiamo dedicato molto tempo a costruire rapporti, e persino a guardare un paio di partite del campionato del mondo di calcio… La presenza dei più piccoli è stata un dono, sempre i primi a raccontare i loro atti d’amore concreto. Abbiamo approfondito il “sì” di Maria, il suo “portare Gesù al mondo”. Mentre era in corso la serata finale, un ragazzo che alloggiava nello stesso centro ha voluto dare un contributo alla serata. Un papà: “Sono rimasto colpito dall’amore di mio figlio, 7 anni. Mentre ero impegnato a preparare la serata finale, lui è andato a prendere la cena e me l’ha portata”. E un bambino: “Perché non stiamo qui un mese intero?”». Ricca di foto è la lettera inviata dalla Bulgaria: «È già la seconda volta che la Mariapoli si svolge nei Balcani centrali, con circa ottanta persone da 1 a 85 anni. Prima che iniziasse, nel Monastero ortodosso che si trova lì accanto c’era una festa dedicata alla Madonna. Incontrandoci lì, l’Abate ha insistito che ci vedessimo la domenica successiva con tutti i mariapoliti. Siamo stati un’unica famiglia: cattolici, ortodossi e protestanti (battisti)».
In Bolivia la Mariapoli, a forte presenza giovanile, si è conclusa con il Genfest dei giovani. «Un grande amore reciproco tra giovani e adulti ha permesso la realizzazione di queste due manifestazioni. In Mariapoli abbiamo fatto dei workshop sull’ecologia, l’economia di comunione, il dialogo, realizzando anche le coreografie e i giochi per il Genfest dell’ultimo giorno, una grande occasione per andare ben al di là dei nostri limiti, come recitava il titolo, e per parlare di Dio a tanti giovani!”». (altro…)
Ago 15, 2018 | Chiesa, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Hanno partecipato a tutti gli Incontri mondiali delle famiglie, da quello a Roma del 1994, e ora si apprestano a vivere l’evento di Dublino, dove offriranno la loro testimonianza al Congresso pastorale. Sono Anna ed Alberto Friso, già responsabili di “Famiglie Nuove”, realtà nata in seno al Movimento dei Focolari. Al microfono di Vatican News parlano delle sfide che le famiglie cristiane devono affrontare oggi e delle aspettative per l’Incontro di Dublino, illuminato dall’Amoris laetitia di Papa Francesco. Avete partecipato, come famiglia, a tutti gli Incontri mondiali, un quarto di secolo! Cosa è cambiato per le famiglie cristiane, secondo voi, in questi 25 anni? Anna Friso: L’accentuarsi, soprattutto nelle nuove generazioni, del fatto di non credere più nel “per sempre”. La sfida che dobbiamo raccogliere è quella di far percepire ai giovani che l’amore è una componente eccezionale della vita e che costituisce una fonte di felicità di cui la coppia è portatrice. Rivolgersi al matrimonio non significa perdere la libertà, ma ottenere una possibilità bella di vita! Alberto Friso: In modo particolare due aspetti caratterizzano l’oggi della nostra società: l’individualismo e il relativismo. Di fronte a queste spinte è venuta a mancare la coesione, l’unità nella coppia. Questo ha richiesto che noi cristiani, noi famiglie cristiane, guardassimo più in profondità nel disegno di Dio e vedessimo come Lui ci ha chiamati a vivere a sua immagine e somiglianza. Come famiglia che dà testimonianza di vita cristiana da così tanto tempo, cosa vi sentireste di dire a una giovane coppia che fa il passo del matrimonio, dell’amore per sempre? Alberto Friso: La cosa che ci sentiamo di dire è: tenete presente che l’amore che avete avvertito nel primo momento in cui avete sentito nascere questo sentimento è di una portata straordinaria, eterna! È una scintilla del valore più profondo che costituirà la base di tutta la vostra vita, anche quando verranno le tempeste, ed è l’amore di Dio. Quindi non vi sposate in due, ma in tre, perché Gesù sarà con voi! E questo, grazie a Dio, ha delle risposte. Poi, nella vita, questi giovani diventano loro stessi testimoni e collaboratori nel diffondere la gioia. Si sentono immagine di Dio e testimoni di questa realtà! Anna Friso: La sfida è non lasciarsi influenzare dalla cultura dominante, che fa vedere la centralità dei sentimenti oppure i diritti personali che prevalgono su quelli dell’altro, o del valore di coppia. Nel disegno del matrimonio c’è questo sigillo di felicità che è possibile portare a compimento proprio perché fa parte del destino della persona, del Dna della persona!
A Dublino ovviamente l’Amoris laetitia avrà un ruolo particolarmente importante. Cosa sta dando questa Esortazione post-sinodale alle famiglie cattoliche, ma non solo? Alberto Friso: In modo particolare ci sprona a testimoniare, con la vita, la realtà cristiana dell’amore di Dio. Di fronte al mondo non dobbiamo tanto difendere un’idea, un pensiero, un valore; dobbiamo testimoniare che Dio è carità e che la carità è nel profondo del cuore, anche di chi si trova nelle crisi più nere e profonde. Anna Friso: Noi l’abbiamo apprezzata tantissimo proprio per la sua luminosità e anche per la sua concretezza, che non scende a patti con la dottrina, ma sa comprendere e porgere la mano a chi si trova ferito dalla vita. E a queste persone, in particolare, dà la speranza di poter raggiungere una strada anche di felicità pur nelle traversie, nelle difficoltà. La sua bellezza è proprio essere un inno all’amore. Noi abbiamo visto in questo documento tutta la tenerezza della Chiesa. Credo che sia proprio un regalo per le nuove generazioni che si sposano. Fonte: Vatican News, 10 agosto 2018 Audio dell’intervista (altro…)
Ago 15, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Venerdì 28 settembre, si svolgerà presso il Polo Lionello Bonfanti di Loppiano (FI), la Convention Italiana dell’Economia di Comunione, appuntamento annuale promosso dal sistema EdC alla vigilia della nona edizione di LoppianoLab dal titolo “Dal sogno all’impegno. Educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal ’68 (Loppiano, 29-30 settembre). «Bisogna puntare a cambiare le regole del gioco del sistema economico-sociale» ha ribadito con forza Papa Francesco agli imprenditori ed economisti che hanno aderito al progetto di Economia di Comunione incontrandoli a Roma il 4 febbraio 2017. «Sulla scia di questo invito, l’intento della Convention 2018 è quello di approfondire e rilanciare la visione dell’economia, dell’imprenditore e del concetto di sviluppo maturati nei 27 anni di storia dell’Economia di Comunione, da quando cioè è stata fondata nel 1991 da Chiara Lubich a San Paolo (Brasile)» spiega Giorgio Del Signore, presidente della E.diC. Spa, società di gestione del Polo Bonfanti (Burchio – Firenze). «Di fronte a una prassi e a una cultura economica tanto negative per l’ambiente naturale come per quello umano (non da ultima la scarsa accoglienza verso i migranti), è necessario riscoprire l’economia come dimensione che libera la persona e come dimensione che dà origine alla comunità. Occorre in tal senso porre l’uomo e la qualità delle sue relazioni al centro di ogni processo di creazione di valore, nell’impresa come in ogni ambito del vivere civile». La Convention, in altre parole, metterà meglio a fuoco la novità dell’Economia di Comunione, talvolta conosciuta in modo parziale dai suoi stessi sostenitori, ricostruendo il quadro di una visione e un approccio economico orientati a promuove l’uomo, valorizzare il creato e generare comunità. In un tempo in cui i giovani imparano che l’economia è qualcosa di generato in primo luogo dai politici, dalle banche e dalle multinazionali, la Convention vuole mostrare buone prassi di vita civile e imprenditoriale diffuse in tutta Italia nelle quali sono in primo luogo le comunità e le imprese che da esse nascono a generare sostenibilità, valore e bene comune. Programma LoppianoLab 2018_ Ufficio stampa LoppianoLab: Elena Cardinali – mob: 347.4554043 – 339.7127072– ufficiostampa@cittanuova.it Tamara Pastorelli – mob: 338.5658244 – 335.6165404 – ufficio.comunicazione@loppiano.it Web: www.loppianolab.it – Facebook: www.facebook.com/loppianolab – Twitter: @LoppianoLab Gruppo Editoriale Città Nuova – www.cittanuova.it Polo Lionello Bonfanti – www.pololionellobonfanti.it – Istituto Universitario Sophia – http://www.sophiauniversity.org– Loppiano – www.loppiano.it Movimento dei Focolari in Italia: http://www.focolaritalia.it/
Ago 14, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità
Marie, première disciple du Christ, Parole de Dieu en actes, mère ouverte sur toute l’humanité dans sa diversité, si grande et pourtant si proche, elle est si belle, Marie. “On ne saurait parler d’elle : on la chante”, écrit dans l’un de ses plus beaux textes de méditations Chiara Lubich, fondatrice du mouvement des Focolari, mouvement également connu dans l’Eglise catholique sous le nom d’Oeuvre de Marie. Loin des clichés, ce livre dévoile en Marie la plus belle des fleurs de l’humanité et la propose simplement comme modèle. A la suite de Chiara Lubich, laissons-nous guider par Jésus qui, du tabernacle devant lequel elle lui demandait pourquoi il ne l’avait pas laissée sur terre comme il le fit pour lui-même dans l’Eucharistie, lui répondit : ” Je ne l’ai pas laissée parce que je voudrais la revoir en toi (en vous). Même si vous n’êtes pas immaculés, mon amour vous purifiera, vous rendra vierges. Et vous ouvrirez un coeur de mère à l’humanité qui, aujourd’hui comme alors, a soif de Dieu et de sa mère.” Nouvelle Cité
Ago 14, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Maria non è facilmente capita dagli uomini, anche se tanto amata. È più facile infatti trovare in un cuore lontano da Dio la devozione verso di Lei che la devozione verso Gesù. È universalmente amata. E il motivo è questo, che Maria è Madre. Le madri, in genere, specie dai figli piccoli, non sono «capite», sono amate, e non è raro il caso, anzi frequentissimo, che anche un uomo di ottant’anni muoia pronunciando come ultima parola: «mamma». La mamma è più oggetto d’intuizione del cuore che di speculazione dell’intelletto, è più poesia che filosofia, perché è troppo reale e fonda, vicina al cuore umano. Così è di Maria, la Madre delle madri, che la somma di tutti gli affetti, le bontà, le misericordie delle mamme del mondo non riesce ad eguagliare. Gesù sta in certo modo più di fronte a noi: le sue divine e splendenti parole sono troppo diverse dalle nostre per confondersi con esse; sono anzi segno di contraddizione. Maria è pacifica come la natura, pura, serena, tersa, temperata, bella; quella natura lontana dal mondo, in montagna, in campagna, al mare, nel cielo azzurro o stellato. Ed è forte, vigorosa, ordinata, continua, inflessibile, ricca di speranza, perché nella natura è la vita che riaffiora perennemente benefica, ornata dalla vaporosa bellezza dei fiori, caritatevole nella ricca abbondanza dei frutti. Maria è troppo semplice e troppo vicina a noi, per esser «contemplata». Ella è «cantata» da cuori puri e innamorati che esprimono così quello che di meglio è in loro. Porta il divino in terra soavemente come un celeste piano inclinato che dall’altezza vertiginosa dei Cieli scende alla infinita piccolezza delle creature. È la Mamma di tutti e d’ognuno, che sola sa balbettare e sorridere al suo bimbo in una maniera unica e tale che, pur piccolo, ognuno sa già godere di quella carezza e rispondere col suo amore a quell’amore. Maria non si comprende perché è troppo vicina a noi. Lei, destinata dall’Eterno a portare agli uomini le grazie, gioielli divini del Figlio, è lì appresso a noi ed attende, sempre sperando, che ci si accorga del suo sguardo e si accetti il suo dono. E se qualcuno, per sua ventura, la comprende, lo rapisce nel suo Regno di pace, dove Gesù è re e lo Spirito Santo è il respiro di quel Cielo. Di là, purificati dalle nostre scorie e illuminati nelle nostre oscurità, la contempleremo e la godremo, paradiso aggiunto, paradiso a parte. Di qua meritiamo che ci chiami per la «sua via» onde non rimanere piccoli nello spirito, con un amore che è solo supplica, implorazione, richiesta, interesse, ma, conoscendola un po’, poterla glorificare». Fonte: Centro Chiara Lubich (altro…)
Ago 13, 2018 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Ago 13, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Il referendum che si è tenuto in Catalogna (Spagna) il 1° ottobre 2017, in vista di un’eventuale indipendenza dal resto del Paese, ha dato vita ad una stagione politica e sociale di sconvolgimenti politici e di fortissima tensione civile che ha coinvolto in modo diretto tutte le fasce della popolazione, i giovani “in primis”. Martì è catalano e viene da una città vicino a Barcellona, ma si è trasferito a Madrid dove studia. È un Gen, condivide cioè gli ideali di unità dei Focolari con altri ragazzi provenienti da diverse regioni della Spagna. Racconta che “nonostante questo valore comune, anche con loro i primi tre mesi a Madrid non è stato facile. Inoltre, nella residenza in cui vivevo venivo maltrattato perché ero l’unico catalano. Con i Gen discutevamo moltissimo e ci arrabbiavamo di continuo. Un giorno, però, abbiamo deciso di risolvere questa situazione, parlando tra noi ed ascoltandoci per davvero. Era questa la cosa più importante da fare, lo stavamo capendo: al di là delle nostre idee non potevamo perdere il dialogo tra noi; la cosa più importante era capirci e rispettarci. Non posso dire che da allora la strada sia stata più semplice, ma abbiamo capito che quando ci mettiamo nella disposizione di vero ascolto i problemi si risolvono, non quando vogliamo imporci”.
Anche Alba è catalana e racconta che il periodo post referendario è stato per lei e gli altri Gen come una prova del fuoco: “Sui social c’erano commenti molto forti sulle ragioni politiche dell’una o dell’altra parte, scritte da alcuni Gen, che mi ferivano profondamente, ma non mi ero fermata a pensare se anche il mio modo di esprimermi poteva far male a chi non la pensava come me. È stato in quei giorni che ho iniziato a riflettere su cosa significasse per noi quel che spesso ci diciamo, e cioè che siamo disposti persino a morire gli uni per gli altri. Quando avremmo dovuto mettere in pratica questa promessa? Sentivo che il momento era adesso.
Ci siamo così incontrati da tutta la Spagna per chiarirci, anche se non è stato facile perché eravamo tanti ed era impossibile dirci tutto. Con alcuni abbiamo continuato a parlare, come ad esempio con Laura. Ricordo che con lei la situazione era delicata perché non sapevamo come affrontare il problema senza ferirci a vicenda. Quando lei mi ha proposto di fare un patto, cioè mettere l’amore al di sopra di ogni altra cosa, mi ha spiazzata! Nessuno mi aveva mai fatto una proposta del genere, ma ha funzionato perché da quel momento in poi siamo riuscite a dialogare. L’obiettivo non era difendere la nostra idea, ma prenderci cura l’una dell’altra senza ferirci e, allo stesso tempo, lasciare all’altra lo spazio di esprimersi. Questa esperienza mi ha fatto vedere la situazione politica in modo diverso, mi ha fatto capire che l’importante non è avere ragione, ma capire che oltre le idee dell’altro c’è sempre la persona, e questa è la cosa più importante. Ancora oggi le nostre opinioni non sono cambiate, la pensiamo sempre diversamente e questo non è facile. A volte ci dobbiamo chiedere scusa, ma parlando arriviamo alla conclusione che sia le cose positive che quelle negative fanno parte dell’esperienza. L’incomprensione ora si è trasformata in qualcosa di più grande; non è rassegnazione, non è solo rispetto. È quella rosa che vale di più di tutte le spine messe insieme”.
https://youtu.be/33yAro_Cxsk?t=1440 (altro…)
Ago 12, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
https://vimeo.com/275110733 (altro…)
Ago 10, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Maria Santissima è “Sede della Sapienza” in quanto accolse Gesù, Sapienza incarnata, nel cuore e nel grembo. Col “fiat” dell’Annunciazione, ella accettò di servire la volontà divina, e la Sapienza pose dimora nel suo seno, facendo di lei una sua discepola esemplare. La Vergine fu beata non tanto per aver allattato il Figlio di Dio, quanto piuttosto per aver nutrito se stessa col latte salutare della Parola di Dio». (S. Giovanni Paolo II, Angelus, 4 settembre 1983) «Per comprendere bene questo santo canto di lode (Il Magnificat), bisogna precisare che la benedetta Vergine Maria parla in base alla sua esperienza, essendo stata illuminata e istruita dallo Spirito Santo; nessuno, infatti, può capire correttamente Dio e la Sua parola, se non gli è concesso direttamente dallo Spirito Santo. Ma ricevere tale dono dallo Spirito Santo, significa farne l’esperienza, provarlo, sentirlo; lo Spirito Santo, insegna nell’esperienza come in una scuola, all’infuori della quale nulla s’impara se non parole e chiacchiere. Dunque la santa Vergine, avendo esperimentato in sé stessa che Dio opera grandi cose in lei, per quanto umile, povera e disprezzata, lo Spirito Santo le insegna questa grande arte comunicandole la sapienza…» (Martin Lutero, Commento al Magnificat, introduzione) «La Madonna è Sede della Sapienza, non perché ha parlato, non perché é stata un dottore della chiesa, non perché é stata seduta in cattedra, non perché ha fondato università; è sede della sapienza perché ha dato al mondo Cristo, la Sapienza incarnata. Ha operato un fatto. Così pure noi: avremo la sapienza se vivremo in modo che Gesù sia in noi, sia fra noi, ci sia di fatto». (Chiara Lubich, Una via nuova, Città Nuova, 2002, p.145) «Maria vive non da se stessa soltanto, ma da una profondità più profonda. Lo Spirito Santo in lei: da lui promana non solo suo Figlio, contenuto e frutto del suo essere; da lui promanano il compimento e la forma della sua stessa vita». (Klaus Hemmerle, Brücken zum credo, p. 265) (altro…)