Ago 3, 2018 | Chiara Lubich, Cultura
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Einzigartig ist die Bibel: Zeugnis der Geschichte Gottes mit seinem Volk, sein lebendiges Wort – auch für hier und heute. Aus dem “Leben nach dem Wort” entspringen die Gedanken und Beobachtungen Chiara Lubichs (1920-2008), die in diesem Buch zusammengestellt wurden. In ihrer Tiefe und Einfachheit machen sie Lust, sich selbst auf die Spur dieses Wortes zu begeben. Denn es ist wie ein Licht von oben auf unser Leben und Zusammenleben. Aus dem Inhalt: Am Anfang: eine Geschichte – Staunen über das Wort Gottes – Zugänge – Freiheit und Orientierung – Wort, das Kreise zieht – Eine gemeinschaftsbildende Kraft… Verlag Neue Stadt[:]
Ago 3, 2018 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Spiritualità

Maria Voce
«Chiara Lubich era una ragazza ventitreenne che cercava un Ideale nella vita e l’aveva trovato in Dio, e per questo aveva scelto di vivere il Vangelo integralmente. Da questa sua scelta lei aveva capito che poteva derivare un cambiamento personale e intorno a lei, e quindi si era lanciata in questa rivoluzione evangelica. […] Chiara Lubich ci ha indicato una strada di santità che in questo momento viene guardata anche dalla Chiesa, che sta studiando l’eventuale sua canonizzazione. Ma non è solo questo. Chiara ci ha fatto capire che la santità si costruisce facendo la volontà di Dio, momento per momento; che la santità non è una questione di estasi, di miracoli, o di cose straordinarie. Facendo la volontà di Dio, momento per momento, tutti la possono raggiungere. Anche nel nostro Statuto c’è scritto, come primo e generale scopo, la “perfezione della carità”. Ma questa perfezione, che è poi la santità, si raggiunge momento per momento nella volontà di Dio che è varia per ciascuno, ad esempio per una mamma di famiglia è fare bene la mamma di famiglia, per uno studente è fare bene lo studente, ma può condurci a questa perfezione della carità. E questo, mi sembra, è un messaggio sempre attuale, che trascina le persone, perché non è una santità straordinaria fatta di immagini o di culto. Ma è costruire, attimo per attimo, un rapporto con Dio e con gli altri, nell’amore. Questo è il primo tratto fondamentale.
Il secondo è che questa santità, poi, deve servire agli altri. Non è una santità fine a se stessa, perché nessuno di noi vive per se stesso. Dio ci ha creati e redenti insieme. Gesù è venuto sulla terra per redimerci tutti come suo popolo, Chiesa, Corpo di Cristo, e quindi vuole che questa santità sia allargata all’umanità intera. Chiara ci lascia un messaggio che è quello di aprirsi a tutti, di non guardare nessuno come se fosse diverso da te, ma ognuno come se fosse tuo fratello. E questo “ognuno” significa la persona della stessa patria come di un’altra, il cristiano come il non cristiano, il credente come il non credente, chi comprende e accetta quello che dico e chi mi combatte, perché anche la persona che mi combatte è un fratello. Questo ci ha insegnato Chiara vivendolo in prima persona, avendo un cuore capace di accogliere ciascuno come se fosse l’unica persona al mondo, che fosse un capo di Stato o un bambino, un parente o un responsabile di un’altra chiesa o di un’altra religione. Chiara aveva per tutti lo stesso amore. E questo, io credo, è il messaggio più importante anche oggi, mentre vediamo rinascere tensioni, violenze, egoismi, indifferenze reciproche. Per costruire un mondo che, animato dal Vangelo, possa diventare il mondo della fraternità, della vera famiglia umana».
Sulla Via di Damasco, puntata del 28/07/2018 (altro…)
Ago 2, 2018 | Chiesa, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Brenda Drumm
Il Papa sarà con le famiglie radunate a Dublino nei giorni 25 e 26 agosto. È l’ospite più atteso. Del resto, scrive Brenda Drumm in un lungo articolo pubblicato dall’Osservatore Romano, l’Incontro mondiale delle famiglie «ha avuto sin dall’inizio il tocco personale del Pontefice: è lui che ha scelto l’Irlanda per ospitarlo, e ha indicato il tema dei lavori: “Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo”; e, soprattutto, ci ha dato l’esortazione apostolica Amoris laetitia come documento chiave con il quale confrontarci. E quando il 21 marzo Francesco ha annunciato che sarebbe venuto, il dibattito si è accentrato su ciò che la sua visita significherà per i fedeli, per le famiglie e i giovani, per la Chiesa e per il popolo. Il Pontefice trascorrerà la maggior parte del tempo qui in Irlanda con le famiglie e con le persone ai margini della società. E, sempre con le famiglie al centro delle sue intenzioni, si è riservato una pausa di preghiera al santuario mariano di Knock».
Riproposto con frequenza triennale, l’evento, che è promosso dal Dicastero della Santa Sede per i Laici, la Famiglia e la Vita, riunisce famiglie di tutto il mondo per far festa, pregare e riflettere insieme sull’importanza del matrimonio come fondamento della vita personale, della società e della Chiesa. L’incontro si articolerà, dopo l’inaugurazione ufficiale il 21 agosto, con un congresso di tre giorni, in cui vi saranno programmi diversificati per giovani e adulti e intrattenimento per i bambini, culminanti nella condivisione di esperienze di fede alla presenza del Papa. La maggior parte del programma si svolgerà a Dublino, mentre altri eventi correlati, compresa l’accoglienza, avranno luogo su tutto il territorio irlandese. I numeri dell’evento, secondo Drumm, sono lusinghieri: «La risposta della gente è stata travolgente. Già da tempo tutti i biglietti necessari per gli avvenimenti in programma sono stati prenotati: 37.000 per il congresso pastorale, 77.000 per il Festival delle famiglie, 45.000 per la visita a Nostra Signora di Knock, 500.000 per la messa di chiusura. Numeri all’interno dei quali si possono leggere dati interessanti: arriveranno in Irlanda famiglie da 116 paesi, per un totale di circa 15.000 partecipanti internazionali; migliaia di famiglie convergeranno a Dublino da tutto il paese. Saranno circa 6.000 i giovani di età inferiore ai 18 anni e 10.000 i volontari impegnati per assicurare la riuscita dell’incontro. Ma dietro le cifre ci sono le persone: famiglie di tutto il mondo che si riuniranno per celebrare le loro gioie e per discutere alcune delle molte sfide affrontate in un mondo che cambia rapidamente». E continua: «Papa Francesco sa cogliere perfettamente la realtà della vita familiare di oggi, con le difficoltà di ogni giorno. Capisce che come genitori facciamo quotidianamente del nostro meglio l’uno per l’altro e per i nostri figli, e comprende anche che le famiglie non sono perfette». Cos’è la famiglia per Papa Francesco? Ricorda Drumm: «“L’ospedale più vicino, la prima scuola per i giovani, la migliore casa per gli anziani”. E se anche “a volte i piatti possono volare”, il Papa ci ricorda “quanto sarebbe più felice la nostra vita di famiglia se capissimo l’importanza delle parole “per favore”, “grazie” e “scusa”. Il Pontefice rimane appassionatamente convinto che la famiglia continui a essere “una buona notizia” per il mondo. Crede che nelle realtà spesso complesse e disordinate della vita familiare moderna la grazia e l’amore di Gesù Cristo siano vivi in una galassia di atti quotidiani di gentilezza, tenerezza, generosità e fedeltà, spesso vissuta eroicamente tra immensa fragilità umana e travolgenti sfide sociali. In una società facilmente incline alla violenza, la famiglia continua a tenere insieme le nostre vite e il mondo stesso». Le citazioni dell’articolo di Brenda Drumm, responsabile media e comunicazione dell’Imf 2018, sono tratte da Osservatore Romano, 27 luglio 2018, pag. 8. (altro…)
Ago 1, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il più piccolo Una vicina di casa, in pena per lo scarso profitto scolastico del suo bambino, non sapeva come aiutarlo nei compiti. Per lavorare, infatti, usciva di casa alle 5,30 del mattino e tornava solo la sera. Le ho proposto allora di mandarlo da me a studiare con il mio. Non era facile, perché dovevo aiutare anche l’altro figlio più grande e tenere il più piccolo, di appena un anno. Ma sono stata felice di poter essere d’aiuto a qualcuno. M. M. – Venezuela
Fabbrica di armi Finalmente avevo trovato un lavoro, in una fabbrica dotata di sofisticati sistemi di sicurezza. Ero incredulo, e consideravo ormai finiti i nostri problemi. Dopo poco venni a conoscenza di un particolare che mi era stato tenuto segreto: quella fabbrica costruiva armi. Mi chiesero se avevo problemi di coscienza, e disinvoltamente risposi di no. Non avrei mica risolto io il problema, oltretutto rinunciare avrebbe significato tornare in strada. Ma non ero più in pace con me stesso. Parlandone con mia moglie e alcuni amici, capii qual era la scelta da fare. Mentre tornavo a casa, di nuovo disoccupato, piangevo senza freno, ma in fondo alla mia anima c’era anche una gioia insolita. Avevo messo davanti a tutto il mio essere cristiano, quindi uomo di pace. Non potevo immaginare che di lì a poco mi sarebbe stata offerta la possibilità di un altro lavoro, gratificante e soprattutto in linea con la mia coscienza. D. R. – Italia Con animo diverso Nostro figlio era tornato da un periodo di vacanza vissuto in un modo che come genitori non potevamo approvare. Abbiamo deciso di parlargli dopo cena, decisi a dirgli che o cambiava stile o se ne doveva andare via da casa. Per tutto il giorno mi sono chiesta se quell’aut aut fosse veramente per il suo bene. Ne ho anche parlato con delle mie amiche, e il dubbio cresceva. Forse, pensavo, occorreva saper aspettare, aggiungere amore nel nostro rapporto, come Gesù ci insegna. Dopo averne parlato con mio marito, ci siamo disposti con animo diverso, non più per imporre la nostra posizione. “Parlaci di te…”. Abbiamo parlato due ore, ci siamo sentiti liberi di dirgli tutto quello che pensavamo. Ci ha ascoltato fino in fondo e, pur non condividendo le nostre idee, ci ha fatto partecipi dei suoi travagli. Abbiamo ringraziato Dio per averci guidato. C. W. – Austria Un tipo sospetto Nel paesino dove ci siamo trasferiti per il lavoro non conosciamo nessuno. Le colleghe mi dicono anzi di non dare confidenza a nessuno, perché ci vive gente poco raccomandabile. Mio marito, con il suo carattere estroverso, inizia presto a parlare con diverse persone, soprattutto con un signore che incontra ogni giorno dal giornalaio. Le colleghe, nuovamente, mi mettono in guardia e mi avvisano che quella persona, in particolare, ha avuto seri problemi con la giustizia. Qualche giorno dopo la nostra bambina si sente male e peggiora velocemente. Mi sento smarrita. In quel momento mio marito si ricorda che quel signore incontrato dal giornalaio gli aveva regalato una piantina dove erano indicati tutti i numeri di pubblica utilità, compreso ospedale, medico e farmacista. Tutto è risultato facile grazie alla cartina del “tipo sospetto”. Per me è stata una forte lezione: l’amore verso il prossimo viene prima di ogni giudizio. L. S. – Italia (altro…)
Lug 31, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
https://vimeo.com/272754445 (altro…)
Lug 31, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Secondo la tradizione, una notte di luglio del 1216, San Francesco chiese a Dio il perdono delle colpe di quanti, pentiti, si recassero alla “Porziuncola”. Papa Onofrio III stabilì il “Perdono di Assisi” nella giornata del 2 agosto, oggi esteso a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo, e anche alle chiese francescane. Il 1° agosto, ci sarà la celebrazione di “Apertura del Perdono” (dalle ore 12 del 1° agosto e fino alle 24 del 2 agosto). Seguirà la tradizionale Veglia di preghiera serale, con processione “aux flambeaux” (con torce). I giovani della XXXVIII Marcia Francescana, provenienti da tutte le regioni d’Italia e da alcune nazioni estere, varcheranno la porta della “Porziuncola” dopo aver camminato, per oltre una settimana, guidati dal tema “Con un nome nuovo”. Infine, la Piazza della Basilica sarà la location di cinque eventi/spettacoli (Gloriosus Francisuc con Michele Placido, Concerto dell’Orchestra sinfonica russa, In viaggio con Maria, Concerto del Perdono della Banda della Gendarmeria Vaticana, il balletto Le due vie). (altro…)
Lug 31, 2018 | Cultura
Il s’agit d’une figure atypique que ce Léon Bloy (1846-1917), chrétien passionné, virulent anticlérical, à l’oeuvre peu appréciée de son vivant et pourtant citée depuis par de grandes figures, jusqu’au pape François. Il fallait un médiateur pour pénétrer dans cette oeuvre violente, fougueuse, et en saisir la finesse et le prophétisme. L’oeuvre de Bloy se présente comme une vigoureuse réaction contre la « baisse de tension » spirituelle qui caractérise son époque. Fidèle à l’enseignement paulinien selon lequel il faut devenir fou aux yeux des hommes pour atteindre la Sagesse divine, l’écrivain vivifie son oeuvre par une foi active, qui ne se contente pas de faux-semblants. Elle vise à détruire toute influence mondaine, pour devenir, à rebours des pharisiens « immobiles et contents d’eux-mêmes », un de ces chrétiens, « en très petit nombre », qui sont « des torrents jamais satisfaits ». Nouvelle Cité
Lug 31, 2018 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
«Viviamo in un mondo che davvero è diventato un villaggio: complesso e nuovo, ma un villaggio. L’umanità vive oggi come fosse un piccolo gruppo. E, se è così, potrebbe vivere, veramente, nella fraternità. Ma come farla fiorire?» Chiara Lubich Conosci il nuovo sito web: www.unitedworldproject.org Con nuovi i contenuti: Watch, Workshop, Network «UWP, promosso da New Humanity, vuole contribuire a realizzare il mondo unito mappando, promuovendo e mettendo in rete le buone pratiche, i processi, le iniziative personali e collettive, le azioni piccole o grandi, quotidiane o straordinarie che contribuiscono a rendere il mondo un luogo di pace, più fraterno e unito» recita nei suoi obiettivi. Entra nella rete del United World Project! (altro…)
Lug 30, 2018 | Cultura, Nuove Generazioni
A sostegno delle schede del terzo anno: la Guida per i catechisti di Emilia Palladino
L’obiettivo è di fornire ai catechisti strumenti di formazione e di approfondimento attraverso parole chiave, brevi incursioni in ambito pedagogico, psicologico, teologico, con proposte di canzoni, film, libri, attività, giochi con cui arricchire la proposta dei bambini.
Città Nuova Ed.
Lug 30, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Improntato sul “cosa faccio nella mia vita?”, uno dei sette workshop che si sono svolti a seguito del Genfest ha affrontato il tema delle scelte per la vita, della propria “Life direction”. «La costruzione di questo workshop – raccontano gli organizzatori, adulti insieme a un gruppo di giovani di varie parti del mondo – era già iniziata dallo scorso febbraio con incontri via Skype: un’esperienza davvero edificante, assunta da tutti con serietà, responsabilità e creatività». «Arrivando a Tagaytay e conoscendoci di persona, ci siamo resi conto quanto era alta in tutti l’aspettativa. Anche i numeri attesi al workshop erano alti: dei 1000 iscritti ai sette laboratori, 250 giovani avevano scelto Life Directions. Provenienti da vari paesi del mondo, si parlava in 16 lingue diverse». La conduzione del programma, snella e graduale verso contenuti sempre più “profondi” e in cui le esperienze erano il fattore principale, è stata preparata e portata avanti dagli stessi giovani della cittadella asiatica, e il filo conduttore era il “motto quotidiano”: un pensiero da mettere in pratica durante la giornata.
«Il primo giorno è stato aperto con “Open your heart”: un invito ad aprire il cuore alla vera felicità, cercando di togliere quanto poteva essere di impedimento per vivere con intensità l’attimo presente. Si sono presentate quattro esperienze in modi e situazioni diverse sul tema della felicità trovata grazie all’amore vissuto, o scoperta dopo la ripresa in seguito alla caduta o, ancora, in situazioni dolorose e difficili. Lo scambio in piccolo gruppi ha permesso di verificare quanto erano calate in profondità e quante domande e aspettative ciascuno portava con sè». «Il secondo giorno – continuano –, il motto era “What is the call” (cos’è la chiamata) in cui era richiesta la nostra partecipazione in modo più attivo nel presentare il senso della “chiamata” con un linguaggio comprensibile per poter essere accolta, associandola a tre parole chiave: capire, ascoltare, scegliere. Quindi, la storia con Dio di cinque personaggi biblici: Samuele, il giovane ricco, il figlio prodigo, Maria e Pietro. Una coppia di sposati, un religioso, un’impegnata nel mondo professionale e una focolarina sono stati intervistati sulle tre parole chiave. «In gruppi più piccoli si è potuto approfondire il senso di ciascuna di queste chiamate, interagendo anche con domande e risposte».
«Il terzo giorno si puntava in alto con il motto: “Aim high”. Abbiamo lasciato la parola a Chiara Lubich che racconta della sua chiamata ai giovani a Barcellona nel 2002. Le domande, stavolta scritte, poco a poco affollavano la cassetta messa a disposizione e che sono state la materia con cui si è animato il pomeriggio, con interviste ancora ai nostri invitati: ognuno sottolineava la bellezza della propria vocazione nell’ottica dell’unica chiamata all’amore. Un’ora e mezza che è volata!» «In questi quattro giorni – scrivono gli adulti – abbiamo visto giovani con la sete di un rapporto con Dio, in profonda ricerca, apertura e ascolto. Anche pieni di sofferenza, di dubbi e paure, tutto in un clima di grande semplicità e serenità. Abbiamo avvertito che qualcosa di nuovo è avvenuto: un’esperienza di luce che ha aperto una nuova strada di dialogo con i giovani sulla chiamata ad una vocazione radicale». Qualche impressione dei presenti: «Era proprio quello di cui avevo bisogno a questo punto della mia vita. Vivere il momento presente, aprire le mie porte, fare passi radicali oltre noi stessi, è quello che mi porto via». «I giovani che hanno raccontato della loro scelta di seguire Gesù in modo totale mi dà il coraggio di fare scelte solo per amore». «Per me era importante capire come rispondere alla chiamata: capire (che Dio mi ama), ascoltare (la voce dentro) e decidere (di seguire Gesù). Sono tanto felice per questa esperienza. Grazie!» (altro…)