Movimento dei Focolari
I.U.S. – Sophia Global Studies

I.U.S. – Sophia Global Studies

Il corso (18 ore complessive) che si svolge nell’Aula Magna e Auditorium di Loppiano (Firenze) indaga il ruolo delle città come laboratori di integrazione europea e dei cittadini come primi attori nel processo di riflessione e rilancio del progetto europeo.  Le lezioni presenteranno lo stato del processo di integrazione europea, rifletteranno su concetti centrali quali integrazione, autonomia, inclusione e cittadinanza europea e introdurranno al sistema di governance europeo con particolare attenzione alla dimensione locale e regionale. Nei workshop in programma i partecipanti saranno invitati a confrontarsi e a condividere le proprie competenze ed esperienze in merito. Il corso sarà aperto dalla prolusione pubblica di Romano Prodi dal titolo: “L’Europa di oggi. Quale Europa domani?”. Le lezioni saranno condotte da Léonce Bekemans, titolare della Cattedra Jean Monnet Ad Personam “Globalizzazione, Europeizzazione e Sviluppo Umano” Il modulo è rivolto a professionisti, docenti delle scuole primaria e secondaria e studiosi, amministratori e operatori della comunicazione. Docenti e dirigenti scolastici potranno usufruire della Carta del docente (MIUR 170/2016) 15 borse di studio sono a disposizione per giovani fino ai 30 anni (a coprire le spese di iscrizione, vitto, alloggio). Partner dell’evento – che è co-finanziato dalla Fondazione per Sophia – è il programma “Cattedra Jean Monnet” dell’Unione Europea. Download brochure Per info ed iscrizioni: globalstudies@iu-sophia.org Comunicazione – Relazioni Esterne Istituto Universitario Sophia Movimento politico per l’unità (altro…)

Meccanismo Computazionale e Intelligenza

Meccanismo Computazionale e Intelligenza

Il testo, qui presentato in traduzione italiana, oltre a costituire un vero e proprio classico dell’intelligenza artificiale, pone pro­blemi ancora rilevanti, e a volte dimenticati, di filosofia della mente, a cominciare dalla problematicità del significato della domanda che chiede se “le macchine possano pensare”. Il test dell’“imitazione” ideato da Turing vuole appunto essere un approccio, privo di pregiu­dizi e libero da concezioni aprioristiche, alla scottante e tutt’oggi in­quietante questione. Prendendo spunto dal testo e da uno dei proble­mi più pressanti che il matematico attribuisce a menti umane distinte da possibili intelligenze artificiali, quello del “solipsismo”, il saggio di Cimmino propone una serie di passi argomentativi che affrontano infine la questione solipsista – dalla discussione dell’idea che l’emulazione dell’intelligenza umana possa essere considerata un passo decisivo per l’identità mente/macchina, alle difficoltà del naturalismo riduzionista, fino alla natura dell’intenzionalità e il suo rapporto con il tempo. Proprio il carattere intrinsecamente temporale della mente permette, secondo l’autore, di indicare una prospettiva che, oltre a chiarire alcune delle tante difficoltà che gravano sulla “mente intenzionale”, sembra in grado di evitare l’imbarazzante que­stione del solipsismo. L’AUTORE: Alan Mathison Turing (1912-1954), una­nimemente considerato una fra le intelligenze più brillanti e poliedriche del secolo scorso, oltre che figura morale di livello, è noto soprattutto per l’i­deazione della macchina che prende il suo nome e per gli studi sulla computabilità. I suoi interessi, hanno toccato campi – oltre quelli della matematica e dell’informatica – che vanno dalla genetica allo studio del cervello umano. IL CURATORE: Luigi Cimmino insegna Gnoseologia delle Scienze Umane e Paradigmi Etici all’Università di Perugia. Curatore, assieme ad altri, di una collana su Cinema e letteratura e di una rivista online (Studiumbri), è presidente dell’Istituto di Politica. Fra le pubblicazio­ni di questi ultimi anni: Introduzione all’epistemolo­gia della mente, 2012 (Rubbettino) e Intenzionalità ed esperienza del tempo 2014 (Aguaplano). Di entrambi i testi è in corso una nuova edizione. La collana IDEE FILOSOFIA – Raccoglie saggi di uno o più autori capaci di entra­re nel vivo del dibattito filosofico contemporaneo. Gli autori e gli argomenti sono tali da costituire una prova della perenne vitalità della filosofia, quando essa si fa interprete delle più genuine istanze dell’intelletto umano. Città Nuova Ed.

Habitandando 2018, costruendo e abitando…

Habitandando 2018, costruendo e abitando…

Il progetto è iniziato nel 2015 che è andato delineandosi negli anni successivi come appuntamento fisso promosso da Dialoghi in Architettura in collaborazione con l’Università De la Salle di Bogotà e l’Università G.d’Annunzio di Pescara. “Il viaggio come metodo, il territorio come aula” sono le parole che accompagnano ogni Habitandando, anche se di anno in anno cambiano i luoghi visitati e il tema di approfondimento che li unisce. Habitandando infatti è  seguire un itinerario sotto forma di workshop nella conoscenza diretta dei territori a partire dalle sue sfide ma anche dalle buone pratiche. Il tema di quest’anno sarà: ri-conoscendo le radici, abitare il presente e le sue tappe  percorrono tutto l’Adriatico da Venezia fino ad Otranto. Regione per regione: Venezia-Ravenna; Le Marche (con la visita ad alcune aziende sul litorale; un seminario di studi a Montefalcone Appennino); L’Abruzzo (tappa all’ Università d’Annunzio di Pescara e ai laboratori Nazionali LNGS del Gran Sasso); Le Puglie (il Gargano, esperienze con i migranti tra Bari e Corato, il ‘tacco’ d’Italia). Il workshop è aperto a giovani architetti e docenti provenienti dalla Colombia, in rappresentanza dell’Università di ‘La Salle’di Bogotà (Colombia),  dall’Italia e non solo! E’ possibile partecipare a tutto il giro o partecipare anche ad un solo modulo del workshop. La partecipazione è gratuita. Le spese di vitto e alloggio sono a proprio carico e verranno fornite tutte le indicazioni sulla logistica.  Ogni tappa avrà un argomento specifico legato al contesto con visite, comunicazioni e momenti di socializzazione con istituzioni e comunità. Il 21 giugno 2018: una delle tappe del Worhshop itinerante sarà nelle Marche a Montefalcone Appennino. Amatrice, Arquata, Pescara del Tronto, non sono gli unici paesi del Centro Italia a trovarsi in momenti difficili. Ci sono centinaia di piccoli paesi appollaiati sull’appennino che si vedono minacciati non dai terremoti, dalle scosse ma dalla minaccia dello spopolamento. Sulla domanda su cosa può creare nuove opportunità soprattutto per i giovani per i ragazzi che sono vissuti e cresciuti in queste terre e che vogliono rimanerci, si fa strada il workshop, il laboratorio dinamico: “InComune” LABORATORIO DINAMICO. Fonte: Umanità Nuova Per informazioni: segr.architettura@focolare.org Invito: Habitandando 2018 (393 KB) Scheda di partecipazione 2018 (186 KB)  

Tutti i ponti del Genfest

Tutti i ponti del Genfest

«Andai a Budapest su suggerimento di mia zia. Mi fidai ancora una volta di lei, una persona speciale, aperta e disponibile, che mi era sempre stata vicino in quegli anni difficili. Tutto era cominciato in prima liceo. La scuola era impegnativa, ero entrata in una fase nuova, i primi problemi adolescenziali, gli amici che prendevano altre strade, le incomprensioni in famiglia, una trasformazione avvenuta forse troppo in fretta. Avevo conosciuto un ragazzo, era l’unico amico vero. Ma dentro di me sentivo crescere un baratro di angoscia. Ero sempre più sola, tranne alcuni momenti in cui qualcuno, senza fare domande, accoglieva i miei silenzi e condivideva un po’ di quel dolore. Finì la scuola. Intanto le amicizie diminuivano e gli scontri in famiglia aumentavano. E io dimagrivo. Quel disturbo alimentare e nervoso, che cercavo di nascondere a tutti, stava diventando, con il passare del tempo, una vera patologia. Mi stava togliendo la gioia di vivere, i colori, l’amore, la luce. Ero proiettata solo su me stessa e sulla solitudine che mi ero imposta di vivere. Fu allora che mia zia, della comunità dei Focolari, mi propose di andare insieme a Loppiano, la loro cittadella in Toscana. Pensai: “tre giorni non so dove, senza studio, senza scuola, lontano dalla mia realtà, così stretta. Tre giorni in cui devo soltanto pensare a come nascondere il cibo. Proviamoci!”. Fu quasi una carezza dopo mesi di aridità. Ovunque le persone mi accoglievano e abbracciavano con rispetto e delicatezza. Una di loro, dopo avermi ascoltato, mi parlò di Chiara Lubich. Mi accorsi che mi ero dimenticata di me stessa, dei miei problemi, ma soprattutto del cibo. Libera! Durante il viaggio di ritorno, pensavo che avrei voluto vivere sempre così, come in una grande famiglia. Ma riprendere la quotidianità non era affatto semplice, mi accorgevo di voler ricadere. E così avvenne. La testa sempre sui libri, la mente pronta alla programmazione di calcoli e inganni in cui far cadere tutti. Il peso diminuiva, la mia famiglia non mi riconosceva. Ma qualcuno, lo sapevo, stava pregando per me. Cominciai ad andare a messa la domenica, un po’ con la scusa di camminare, un po’ per allontanarmi da casa. Ero sempre stata credente, ma solo allora cominciai a pensare che Gesù mi poteva capire e accogliere senza giudizi. Durante il secondo e terzo anno di liceo la situazione peggiorò ancora. Ero sempre meno tollerante nei confronti dei miei e degli altri. La terapia psicologica che avevo cominciato non dava i frutti sperati. Riuscivo abilmente a tessere tele di inganni che mi portavano sempre più fuori strada. L’unico periodo di distrazione era l’estate, lontana da casa, con gli amici. Ma l’estate è breve, non potevo stare bene solo un mese l’anno. Alla fine di quell’estate, mia zia mi fece una nuova proposta: Budapest, Genfest 2012. Accettai, partii con altri cinque ragazzi della mia città, tra cui una compagna di classe. Fu per me un’emozione continua: migliaia di ragazzi davano voce a una sola anima. Un vero e proprio ponte, non solo tra nazioni e culture, ma anche tra me e la nuova vita che mi aspettava. Avevo di fronte una marea di ragazzi, dodicimila, pronti a condividere con me l’inizio di una nuova vita. Il“flashmob” con le sciarpe, su cui avevamo scritto dei messaggi, gli scambi con tanti ragazzi di altri paesi, le file per il pranzo, la marcia della fratellanza: mi sentivo parte di un’unità. Sarei potuta andare ovunque, ovunque sarei stata a casa. Con la mia compagna di classe, una volta tornate a casa, abbiamo cercato un contatto con la comunità dei Focolari nella nostra città. La strada che volevo percorrere era quella di Gesù. Non tutto era semplice, il problema dell’alimentazione aveva radici profonde, e le preoccupazioni della mia famiglia non andavano via. Ma sentivo di essere portatrice anch’io di una nuova luce. Vivendo una alla volta le parole del Vangelo, pian piano ho ripreso possesso della mia vita. Nel donarmi agli altri con tutta me stessa, ho scoperto che Dio mi ama immensamente e ha un grande progetto su di me». (altro…)

Pentecoste

La festa cristiana dell’effusione dello Spirito Santo su Maria e sui discepoli di Gesù si celebra a “Pentecoste”, e cioè nel cinquantesimo giorno dalla Pasqua. Si legge negli Atti degli Apostoli: «Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa (…) ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo» (Atti 2,1-4). Scrive Chiara Lubich in riferimento al carisma dell’unità: «Lo Spirito Santo è il dono che Gesù ci ha fatto perché fossimo uno come lui e il Padre. Senz’altro lo Spirito Santo era in noi anche prima, perché cristiani; ma qui c’è stata una nuova illuminazione, una sua nuova manifestazione dentro di noi, che ci fa partecipi e attori di una nuova Pentecoste, assieme a tutti quei movimenti ecclesiali che fanno nuovo il volto della Chiesa». (altro…)