Movimento dei Focolari
El castillo exterior

El castillo exterior

  El castillo exterior Lo nuevo en la espiritualidad de Chiara Lubich Jesús Castellano reflexionó largamente sobre el «castillo interior» de Teresa de Jesús como imagen de la relación entre Jesús y el alma, y la utilizó para describir la experiencia de la espiritualidad de Chiara Lubich y el Movimiento de los Focolares, que él mismo vivió. El «castillo exterior» es, para él, la comunidad que camina unida hacia la santidad, o sea, la unidad en Jesús. Los escritos e intervenciones reunidos en estas páginas son ejemplos emblemáticos de la reflexión de Jesús Castellano, un estímulo para crecer en la vida personal y comunitaria. Ciudad Nueva

Il giorno in cui Signora Aria partì

Il giorno in cui Signora Aria partì

Alberto Calabrese è un uomo di quarant’anni che vive di espedienti, insieme ai figli Luca e Matilde. La moglie se n’è andata anni prima, abbandonandoli all’improvviso. Un giorno, pur di farsi pagare per alcuni lavoretti da un certo Attilio Furnari, proprietario di una tipografia, si mette d’accordo con questi per farsi stampare 1000 copie di un romanzo scritto tempo prima. Aiutato dal figlio Luca, carica le copie sul cassone di un’Ape, e comincia a venderle porta a porta. Per Luca, è più di un’avventura, ed è in quell’estate del 1983 che matura l’idea di diventare scrittore. Sennonché, il ragazzo scopre che la piccola Matilde ha dato vita a un’amica immaginaria di nome Signora Aria, che viene a trovarla soprattutto di notte o quando lei rimane da sola in casa. Un breve romanzo di formazione, che parla della scrittura e dell’importanza della fantasia; dei valori e dei sentimenti inerenti la famiglia che devono unire le persone; dell’importanza di andare sempre incontro alla vita. Collana Narratori – Città Nuova Città Nuova Ed.

Le vie per un mondo unito

Le vie per un mondo unito

L’unità del mondo. Carissimi giovani, siamo noi così disattenti agli avvenimenti in cui ci troviamo immersi giorno dopo giorno, da non vedere come la nostra epoca è segnata da tensioni, da guerre, da guerriglie, dal pericolo addirittura d’una conflagrazione nucleare, da disunità di tutti i generi, da fenomeni di terrorismo, da rapimenti, dai mali più diversi, generati proprio dalla mancanza di amore e concordia fra gli uomini, da non vedere che parlare oggi d’unità è quasi un’utopia? […] Ma, grazie a Dio, non è solo questo che caratterizza la nostra epoca, non sta tutto qui quello che può essere sottoposto alla nostra attenta osservazione […] Il mondo tende senz’altro all’unità: è il suo destino o meglio: è il disegno di Dio su di esso. […] Alle vostre domande daremo le risposte non solo a voce, ma con la vita dopo questo Genfest, incamminandoci decisamente per le diverse vie che portano rimedio al mondo diviso unificandolo. Esse – solo per esemplificarne alcune – sono: la via dell’unità tra le generazioni, le razze, i gruppi etnici, fra i diversi popoli, fra l’est e l’ovest, fra il nord e il sud; fra i cristiani delle varie denominazioni, fra i fedeli delle religioni più diverse; la via dell’unità tra i ricchi e poveri per una comunione di beni; fra Paesi in guerra per la pace; la via dell’unità anche tra l’uomo e la natura; la via dell’unità con gli indifferenti, i soli, con chi soffre in qualsiasi modo; la via dello sviluppo, del progresso; la via dell’unità fra i vari Movimenti spirituali, fra le associazioni laiche; fra persone di diverse ideologie, di varie culture, ecc. E, come potete costatare, alcune fra queste sono vie che i giovani già battono, perché a loro congeniali. […] Essi vogliono camminare per le vie più diverse, ma ponendosi nella Via per eccellenza […] quella Via che è Cristo. Egli ha detto di sé: “Io sono la via” (Gv 14,6). E cosa dobbiamo fare per essere ben inseriti in questa Via e camminare così con frutto in tutte le altre vie? Essere Lui, altri Lui. Vivendo la Parola tutta la vita cristiana seminata in noi dal battesimo, rifiorirà pienamente. E a questa Parola potranno agganciarsi i giovani di tutte le Chiese o comunità cristiane. Essa – in molte sue espressioni – è accettata anche dai giovani di altre religioni e da chi in buona fede si pensa ateo. La Parola farà un blocco di tutti voi, rendendovi forti e infrangibili […] E allora – se sarete fedeli, se vi spargerete nel mondo come altrettanti Gesù – il programma: “Che tutti siano uno” non sarà una chimera, ma una realtà, che si avvicinerà sempre di più, anche per opera vostra. Fiorirà una primavera nel mondo. Vedremo miracoli. Potrà adempiersi nei vostri riguardi l’affermazione di Cristo: “Chi crede in me, farà a sua volta le opere che faccio io; anzi ne farà di più grandi” (Gv 14,12). (Brani dell’intervento di Chiara Lubich al Genfest. Roma (Palaeur), 29 maggio 1985) (altro…)

Francesco incontra i neocatecumenali

Francesco incontra i neocatecumenali

Il 5 maggio a Tor Vergata (Roma) Papa Francesco incontrerà i membri del Cammino neocatecumenale. L’occasione dell’incontro internazionale è data dai 50 anni della sua presenza a Roma. 150mila i partecipanti attesi da 134 nazioni. Il Papa invierà 36 nuove “missio ad gentes”: gruppi che porteranno il Vangelo in zone secolarizzate o con una piccola presenza cristiana. Francesco benedirà anche 20 comunità delle parrocchie di Roma che hanno già concluso questa forma di iniziazione cristiana. L’incontro, che si concluderà con il canto del “Te Deum”, sarà guidato dall’équipe internazionale del Cammino neocatecumenale, composta da Kiko Argüello, padre Mario Pezzi e Ascensión Romero. (altro…)

La “Casa dei bambini” di Damasco

La “Casa dei bambini” di Damasco

“La Maison des enfants” a Damasco, © Zéna.

«Una bomba è esplosa a pochi metri da casa mia. Avrei dovuto essere nel luogo dell’esplosione, per raggiungere il mio lavoro. Ma quel giorno ero in ritardo di dieci minuti. Un segno del destino». La sua voce è chiara e calma, in un francese quasi perfetto. Una serenità che contrasta con il suono di bombe e aerei che punteggiano la vita quotidiana della capitale, Damasco. Zéna, nata in Libano 35 anni fa, è arrivata in Siria lo scorso luglio. Membro del Movimento dei Focolari, ha deciso di unirsi al paese in guerra dopo una lunga riflessione. Nel suo paese natale, ha vissuto la guerra e le bombe. «Tenevo tutto dentro di me. Avevo paura. Ma un giorno ho cominciato a vedere le cose in modo positivo. Mi sono rivolta a Dio e sono venuta a Damasco con i Focolari». I primi sei mesi è vissuta sotto i bombardamenti. «Fino a dicembre gli attentati erano quotidiani, ma riuscivamo ancora a vivere», racconta. «Fino a quel giorno di gennaio, quando una bomba è caduta a pochi metri da casa. In Siria, nonostante il coraggio degli abitanti, la paura e il pericolo non sono mai lontani. A Damasco, nel quartiere povero di Douela, Zéna lavora alla “Maison des enfants”, gestita dai membri del Movimento in collaborazione con altri. Il centro comprende quattro classi di 90 bambini, di età compresa tra 6 e 10 anni. Otto gli insegnanti, tutti giovani laureati siriani. «L’abbiamo chiamata la “Casa dei Bambini” perché vogliamo essere una famiglia per loro. Abbiamo molte richieste che non riusciamo ad accogliere. Accogliamo i bambini più poveri, tanti dei quali hanno perso i genitori o hanno subito violenze. Devono essere circondati da adulti che li amino». A febbraio, la “Maison” ha dovuto chiudere per diverse settimane a causa di un attentato. «È stato un momento terribile. Quando ai bambini viene chiesto se hanno paura dei bombardamenti, la maggioranza risponde evasivamente, rifiutando spesso la realtà. C’è molta sofferenza legata alle conseguenze della guerra». Il centro è stato riaperto all’inizio di aprile, con grande gioia degli studenti: «Sono molto felici di venire, invece sono tristi quando devono andarsene». La vita è tornata in Siria. Ora il Paese è quasi interamente sotto il controllo del governo siriano. «Durante i fine settimana, i bar sono aperti fino all’una o alle due del mattino. Le persone sono stressate, hanno bisogno di sfogarsi». Zéna vive alla “Porta Est – Bab Sharqi” di Damasco, nella città vecchia. Nel quartiere sono cadute poche bombe in sette anni, tuttavia ci sono i segni di lunghi anni di conflitto. «Oggi c’è poco lavoro. Molti giovani partono, vanno in Europa o in Libano per evitare di prestare servizio militare o per trovare lavoro. In Siria per un uomo ci sono otto o dieci donne». Il Movimento dei Focolari, svolge serenamente la sua missione. «Qui i cristiani sono protetti dal governo. Siamo molto rispettati. Dopo sette anni di guerra, le chiese orientali hanno potuto svolgere le processioni pasquali nelle strade. Alla fine del conflitto – continua – sarà proprio il popolo siriano a ricostruire il Paese. Il cantiere è enorme. Damasco non è distrutta, ma nelle regioni di Aleppo e Homs il danno è ingente. La lira siriana ha perso molto del suo valore e molte famiglie benestanti sono diventate povere. Le élite sono sparite, ci sono solo persone in grande difficoltà. Come possono trovare qui un lavoro i giovani laureati? Nonostante questo, molti sono rimasti. Credono nel recupero del loro paese». Prima della ricostruzione fisica e della ripresa economica, la Siria dovrà sradicare i conflitti armati nel suo territorio. Zéna è convinta che la fine della guerra sia vicina. «Se non ci sono interventi esterni, sono certa che la guerra sul suolo siriano finirà prima della fine del 2018. Dobbiamo restituire il lavoro e ridare dignità alle persone. Spero davvero che, a poco a poco, tornino le aziende e anche i turisti. Dobbiamo dare una nuova motivazione ai siriani. A partire dai bambini, pilastri della futura società». I “suoi” bambini, appunto. Oggi tocca a Zéna preparare il pranzo. «Sono il futuro della Siria. Ogni giorno, vengo a lavorare con una gioia indescrivibile». Fonte: imprimaturweb.fr (altro…)

Vangelo vissuto: “Come liberi figli di Dio”

Fabbrica di cioccolatini Durante l’estate sono andata con una mia amica in Germania per lavorare in una nota fabbrica di cioccolatini, ma siamo state accolte con molta freddezza dai 400 dipendenti. In particolare, una signora, che lavorava alla mia stessa catena di inscatolamento, era molto scontrosa nei miei confronti. Un giorno proprio lei ha commesso un errore che poteva costarle molto. Quando è arrivato il responsabile del reparto, senza pensarci troppo ho dichiarato che ero stata io a sbagliare. Mi sono presa un severo rimbrotto, con la prospettiva, alla prossima mancanza, di perdere il lavoro. Ma ero contenta: l’avevo fatto a Gesù. Quel gesto ha impressionato i miei colleghi. Da allora l’atmosfera è cambiata, abbiamo cominciato a trattarci tutti in maniera più cordiale, e quando è arrivato il momento di partire ci è sembrato di lasciare una vera famiglia. Krisztina – Romania Un grande novità Durante un incontro in parrocchia, ero rimasto colpito dalla gioia e dalla semplicità di un gruppo di ragazzi, più o meno della mia età. Per uno come me, abituato a ricorrere a Dio solo nei momenti di necessità, sentir parlare di Lui come Amore era una novità. Senza troppi ragionamenti, nei giorni successivi ho provato a fare come loro. Come prima cosa mi sono messo ad aiutare nelle faccende di casa e a badare alle esigenze della mia sorellina. Una domenica ho rinunciato persino ad andare alla partita di calcio per montare una tettoia con papà. A scuola, contrariamente alla mia abitudine di studiare per conto mio, ho aiutato una compagna a ripassare insieme. Daniel – Argentina Al supermercato Sono andata al solito supermercato, in vista di una cena con una trentina di giovani a casa nostra, e dato che sarei stata impegnata in un convegno di più giorni, ho pensato di fare una grossa spesa da lasciare a casa. Mentre sto mettendo le cose sul nastro alla cassa, vedo la signora dietro a me con pochi oggetti. La invito a passare avanti. Dopo di lei, c’è una signora anziana con 10 pacchetti di fazzoletti in mano. Le dico se vuole passare avanti anche lei. Mi dice che suo marito è andato a prendere una confezione d’acqua. Arrivato il marito, sposto le mie cose e li faccio passare. Finalmente tocca a me! Ma arriva un giovane che ha comprato una cassettiera, perciò in braccio ha uno scatolone pesante, e penso che sia amore far passare anche lui. Comincio a riempire le mie tante borse. Alla fine la ragazza della cassa tira fuori lo scontrino e dice: “Oggi lei non paga niente!”. Penso: una battuta? La cassiera mi chiede: “Come si chiama?” Rispondo: “Chiu”. Sento l’altoparlante che annuncia: “Oggi la signora Chiu ha vinto una spesa di 107 euro!” Non avevo calcolato questa probabilità, avevo solo amato i prossimi che erano in fila dietro a me! Chiu – Hong Kong Negozio di alimentari Gestisco un negozio di generi alimentari e sono abituato, quindi, all’ambiente del commercio, dove come prima cosa conta il profitto, non la persona in sé. Ho conosciuto alcuni cristiani che cercano di mettere in pratica il comandamento di Gesù. Ho pensato: se sono riusciti loro, perché non provarci anch’io? La mattina dopo ho pensato: non voglio più pesare la merce con due carte spesse, da oggi ne uso solo una leggera. Ho provato una grande gioia e libertà, ho capito che, amando, mi si aprivano orizzonti nuovi Beppino – Italia (altro…)