Ott 2, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La salute come bene comune e la sostenibilità dei sistemi di assistenza sono temi che gli operatori sanitari si pongono a livello planetario, specialmente con il progressivo aumento della durata media della vita e l’aumento del fabbisogno di cure. Come prendere in carico, in maniera efficace ma al tempo stesso sostenibile, la persona malata? E anche: c’è un nesso tra spiritualità e salute globale della persona? Di questi temi si è parlato al convegno organizzato da Health Dialogue Culture, rete internazionale di professionisti della sanità, nata nel 2003 per contribuire, attraverso un confronto vitale con la scienza, a una cultura rispettosa della vita, della dignità e integrità di ogni persona, in una prospettiva di promozione della salute, individuale e sociale. Ispirata al carisma dell’unità del Movimento dei Focolari, Health Dialogue Culture propone spazi di riflessione sempre collegati alla prassi, da cui trarre linee di pensiero, come contributo al dibattito sulla necessità di creare nuovi paradigmi dei sistemi sanitari. Il congresso si è svolto in continuità con altri precedenti eventi sullo stesso tema, e in particolare con quello svoltosi a Padova (Italia), nel 2013, dal titolo Quale medicina: tra globalizzazione, sostenibilità e personalizzazione delle cure, e con la Carta etica che ne aveva raccolto i risultati.
Tra i nuovi paradigmi di cura della persona malata, sta assumendo un ruolo sempre più strategico la dimensione relazionale, ovvero il complesso di relazioni, a molteplici livelli (con i pazienti, fra professionisti sanitari, con le istituzioni) che ruotano attorno al tema della cura. Troppo a lungo ignorata nell’elaborazione di modelli socio-assistenziali, anche la dimensione spirituale, laddove applicata, esercita una influenza sostanziale sulla qualità della vita e sui risultati delle cure. Al congresso di San Paolo si è visto un programma articolato, con relazioni, laboratori, workshop,condivisione di esperienze e buone pratiche, con un dibattito proficuo su nuove metodologie per raggiungere equità e accessibilità dei servizi sanitari, a livello locale e globale.
«La vera scommessa di questo convegno – dicono gli organizzatori – è stata la ricchezza culturale e professionale dovuta alla pluralità dei relatori e dei partecipanti (oltre 270) e alla loro provenienza da Paesi che hanno standard assistenziali molto diversi, come Congo, Camerun, Norvegia, Venezuela, Cile, Paraguay, Uruguay, Benin, Amazzonia, Brasile, Repubblica Dominicana, Spagna, Regno Unito, Italia, Austria. Una particolare attenzione è stata rivolta ai temi della disabilità, dell’invecchiamento, come anche alle modalità per affrontare il dolore e la sofferenza mediante le cure palliative e la formazione degli operatori (la cura di chi cura). Durante il Congresso è stato attivato un programma specifico con sessioni interattive per studenti e giovani professionisti dell’area biomedica. Un giovane studente di medicina così commenta a conclusione dei lavori: «Esco da questo congresso con un cambiamento del mio pensiero sulla medicina, con idee diverse che mi rendono una persona migliore e con la certezza che queste idee mi faranno diventare anche un professionista migliore». Un medico brasiliano: «La scienza non è fredda e distante. Abbiamo imparato che si può fare scienza senza dimenticare l’essenza che ci unisce: l’amore». Maria Voce, presidente dei Focolari, ha inviato ai partecipanti un messaggio con l’augurio di «vivere la professionalità con un amore che genera la fraternità, tutti protesi al bene della famiglia umana». E ricordando una frase di Chiara Lubich: «L’equilibrio dell’amore sta nell’amare la singola persona vicina e lavorare per la comunità intera dal nostro angolo di vita». (altro…)
Ott 1, 2017 | Focolari nel Mondo
Ogni anno, il 1° ottobre, si festeggia la Giornata internazionale delle persone anziane, stabilita dalle Nazioni Unite fin dal 1990. L’obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza sui temi riguardanti gli anziani e mostrare apprezzamento per il contributo che danno alla società. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2050 la popolazione mondiale over 60 toccherà quota 2 miliardi. Il fenomeno della longevità arriverà comunque a coinvolgere gran parte dei Paesi del mondo con forti ripercussioni su molti aspetti della vita sociale ed economica. Gli anziani non sono solo un costo, specie in termini di assistenza, sono anche un grande contributo. Non a caso, il giorno successivo (per la Chiesa cattolica ricorrenza degli Angeli custodi), in molti Paesi si festeggiano i nonni. Senza di loro, autentici “angeli custodi” della famiglia, conciliare lavoro e accudimento dei figli sarebbe per le giovani coppie un problema davvero complicato. (altro…)
Set 30, 2017 | Chiara Lubich, Spiritualità
https://vimeo.com/233845202 (altro…)
Set 29, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo
L’appuntamento 2017 del Laboratorio per l’Italia è dedicato al confronto con l’invito di papa Francesco ad agire sulle cause strutturali della iniquità che produce esclusione, guerre e diseguaglianze inaccettabili. È Francesco stesso che allarga le braccia e invita a «non aver paura di condividere con i profughi il viaggio e la speranza» a dimostrare quella “rivoluzione culturale” reale e non esibita che, secondo Piero Coda preside di Sophia, ci impone di uscire da un attendismo prudente e paralizzante. Come afferma l’economista Luigino Bruni, che interverrà nel momento centrale della manifestazione sabato 30 settembre 2017 alle ore 15.30, «la gratuità è la dimensione di ogni azione umana. Sarebbe un errore molto grave associare la gratuità al solo volontariato, all’economia sociale, affidarla a “specialisti” che si occupano del 2% della vita economica e sociale. E che cosa ne facciamo del restante 98%?». Il mercato speculativo della finanza – sottolinea Nicoletta Dentico di Banca Etica che interverrà nel dialogo con Bruni – conduce al «fatto che società come Goldman Sachs, Morgan Stanley o Barclays Capitals, scommettono sui prezzi del cibo che trattano come una delle commodities più promettenti, passando sopra ai diritti più elementari dell’umanità. Lo stesso vale per il petrolio, per il debito di interi Paesi». Restare indifferenti vuol dire essere «dalla parte dei briganti» afferma Aurora Nicosia, direttore di Città Nuova. È in tale prospettiva che si pone Chiara Peri, del Centro Astalli per i rifugiati, che interverrà a Loppiano Lab con Bruni e la Dentico, invitando «a vedere le migrazioni in un contesto globale, analizzando le cause prime: le strutture di peccato, le ingiustizie, l’esercizio del potere che le alimentano». Senza tale orizzonte di analisi e di azione non si comprende il percorso del movimento Slot Mob in Italia che sarà al centro del focus di LoppianoLab lo stesso sabato 30 settembre dalle ore 18 in poi. È la forza del legame sociale che si esprime premiando, con un consumo collettivo e festoso, gli esercenti liberi da quell’azzardo di massa che è oggi il «bancomat delle mafie», come dice il capo della Polizia Franco Gabrielli. «La “dea fortuna”- ha detto papa Francesco – è sempre più la nuova divinità di una certa finanza e di tutto quel sistema dell’azzardo che sta distruggendo milioni di famiglie del mondo. Questo culto idolatrico è un surrogato della vita eterna». «Il principale problema etico di questo capitalismo – precisa Francesco – è la creazione di scarti per poi cercare di nasconderli o curarli per non farli più vedere». Promosso da Città Nuova, Polo Lionello Bonfanti, Istituto Universitario Sophia e cittadella internazionale di Loppiano, LoppianoLab vuole offrire uno spazio di conoscenza e crescita a quei percorsi difficili, non perfetti ma appassionati e sinceri verso un modo giusto e libero di stare al mondo, dentro le contraddizioni e le speranze di questo nostro tempo. Programma di LoppianoLab 2017 Puoi collegarti allo streaming sulla pagina Facebook di LoppianoLab: Vedi lo streaming Ufficio Stampa: Stefania Tanesini Cell. +393385658244 Mail sif@loppiano.it
Set 29, 2017 | Focolari nel Mondo
Presso il Centro Maria Orsola, si svolgerà una giornata appositamente dedicata, dal titolo: “50 anni di storia e una passione per la Chiesa” . Insieme alla presentazione di alcune esperienze e a momenti artistici, ci saranno gli interventi del card. Joao De Aviz (prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, già arcivescovo di Brasilia), sul tema: “Dalle periferie del mondo al Vaticano”, e quello di mons. Giuseppe Petrocchi (arcivescovo dell’Aquila), su: “La vocazione del Movimento parrocchiale alla luce della Juvenescit Ecclesia”. Comunicato stampa Servizio Informazione Focolare (SIF) (altro…)
Set 29, 2017 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Spiritualità
Sabato 23 settembre 2017, presso l’Aula Magna dell’Istituto Universitario Sophia (IUS): fin dai messaggi introduttivi di Mons. Buoncristiani, Arcivescovo di Siena, e della Dott.ssa Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari e Vice Gran Cancelliere dell’Istituto Universitario Sophia, è apparsa evidente la sintonia e la vicinanza tra le due figure carismatiche che hanno offerto non solamente allo spazio ecclesiale, ma all’intera società civile dei rispettivi periodi, un esempio di feconda contaminazione tra spiritualità e incarnazione, nel continuo operare dentro le sfide del vivere comune. Marco Luppi, moderatore del convegno, in apertura ha rimarcato la continuità tra le proposte dell’”allegra brigata” dei Caterinati e la spiritualità dell’unità dei Focolari, ricordando come vari capisaldi del pensiero della santa senese – l’unicità della scelta di Dio, il valore generativo della volontà di Dio, l’importanza del vivere il momento presente – siano stati ripresi e riattualizzati da Chiara Lubich. Si è ricordato che lo stesso Igino Giordani, co-fondatore del Movimento dei Focolari, si sia inizialmente incamminato sul percorso tracciato dall’esperienza di Caterina, affascinato dalla dimostrazione di una santità alla portata di tutti e dal messaggio di universalità che era contenuto nel suo modo di proporre la scelta cristiana. Celebre il nesso “Io – il fratello – Dio”, promosso da Giordani come fecondo processo di interrelazione che completa la dimensione antropologica con l’apertura spirituale alla paternità divina nell’accezione cristiana. Fulcro del convegno sono state le due relazioni centrali. Suor Elena Ascoli O.P., con il suo tema “La mistica dell’incontro”, ha ripercorso la dimensione intima e concreta della “mistica del fuoco” in Caterina. La speranza cristiana, nella senese, diviene un vero cammino vocazionale alla ricerca del senso del vivere al servizio della società, della Chiesa. 381 lettere, svariate raccolte di inni e preghiere fanno di Caterina la santa dell’incontro e del dialogo, animato dalla coscienza di chi scopre che quel “fuoco interiore”, il rapporto con Dio, rappresenta un patrimonio che moltiplica il suo valore se si dona, se costruisce una dinamica relazionale di amore concreto al prossimo, se contribuisce alla costruzione del vivere associato, nella ricerca del bene comune.
Piero Coda, preside di Sophia, nella sua relazione dal titolo “L’ Amore vero e il vero Amore”, ha proposto un’originale lettura dell’incontro generativo tra le radici francescane di Chiara Lubich e il periodo caterinate di Giordani, incontro che si riflette nel periodo fondativo del Movimento dei Focolari come esperienza di rinnovamento cristiano, capace di dare vita ad una realtà nuova nella Chiesa e nella società. Il “patto” tra carismi genera un’originalità che sottolinea il dinamismo della reciprocità come cassa di risonanza per la dimensione dell’unità e diviene fulcro di una proposta al servizio dell’umanità. La “mistica del fuoco” in Chiara Lubich, recuperata da Coda in alcuni passaggi dello scritto “Resurrezione di Roma”, ricorda proprio come l’impeto dello slancio interiore, individuale, fiorisce nella dinamica comunitaria: «È Dio che di due fa uno, ponendosi a terzo come relazione tra essi: Gesù tra noi». In chiusura la comunicazione del dott. Aldo Bernabei, rappresentante del gruppo romano dei Caterinati, ha ripercorso il cammino congiunto tra la sua associazione e il Movimento dei Focolari nell’animazione pluridecennale del progetto “Insieme per l’Europa”, manifestazione che lavora stabilmente alla costruzione di uno spirito europeo che riconosca l’anima cristiana tra i propri valori fondativi, percorso che unisce più di 500 tra chiese, movimenti, comunità e associazioni. (altro…)
Set 28, 2017 | Centro internazionale
Si riscaldano i motori per l’avvio dell’VIII edizione di LoppianoLab, l’appuntamento annuale che vede riuniti cittadini, lavoratori, studenti, professionisti, imprenditori che raccolgono con coraggio le sfide del Paese: dalla ricostruzione economica e materiale, a quella culturale e formativa. Partito nel 2010, l’evento, che ha sede nella Cittadella internazionale dei Focolari di Loppiano (Incisa – Firenze), si terrà il 30 settembre e 1° ottobre. In un’intervista, il Professore Piero Coda, Preside dell’IUS (Istituto Universitario Sophia), ha affermato, a riguardo del tema della manifestazione, che sono fondamentalmente tre le direttrici di marcia lungo le quali muoversi per sconfiggere la logica delle “vittime” e dei “briganti” fuori e all’interno della Chiesa di Francesco: cellule, laboratori, educazione. Attraverso le cellule, si può «rigenerare il tessuto ecclesiale e sociale, dove si vive, si lavora, si studia, vivendo relazioni di trasparenza reciproca in cui ci si fa carico gli uni degli altri a partire da chi in qualunque forma è ai margini o addirittura scartato. Laboratori: immaginare con creatività e sinergia progetti di innovazione culturale, economica, sociale e politica segnati dall’impegno all’incontro, alla partecipazione, all’inclusione. Educazione: fare della scuola e dell’università una palestra di allenamento e di sperimentazione di una cultura lievitata dal Vangelo che sia reale strumento di trasformazione e segno di speranza». Un momento atteso, promosso dall’IUS, è la presentazione del libro Bernhard Callebaut, “La nascita dei Focolari. Storia e sociologia di un carisma (1943-1965)”, per la collana Per-corsi di Sophia dell’editrice Città Nuova, che vedrà la presenza di Jesús Morán (copresidente Movimento dei Focolari), Sharzad Housmand (teologa islamica) e Tiziano Vecchiato (Fondazione Zancan, Padova). In un’intervista, l’autore, docente di Fondamenti di Sociologia presso l’IUS, ha sottolineato come nel ricostruire dal punto di vista storico i primi tempi dei Focolari abbia improntato la ricerca, « con una chiave interpretativa di impronta sociologica, che mette in luce l’azione di una leadership carismatica contemporanea e la nascita e l’evoluzione di un “popolo” internazionale, quello del Movimento dei Focolari». La comparsa dei Focolari, quindi, nel panorama della storia italiana, viene interpretata in forma scientificamente apprezzabile come una “mobilitazione religiosa” che produce una “innovazione relativa”, una sorpresa per la Chiesa d’allora ma anche una realtà all’altezza dei segni dei tempi. Il professore Piero Coda sottolinea come la novità del Carisma dell’Unità presenta «una donna – ed è la prima volta – alla testa di un movimento ecclesiale laico, del cui spirito sono partecipi anche presbiteri, religiosi/e e persino vescovi; con una direzione centrale e collegiale per l’insieme del movimento, in forza di una spiritualità originale e moderna centrata sulla rilevanza esistenziale, ecclesiale e culturale, di “Gesù Abbandonato” e “Gesù in mezzo” – secondo il peculiare e inedito lessico inaugurato da Chiara Lubich». In allegato il programma della manifestazione
Set 28, 2017 | Parola di Vita
L’apostolo Paolo, mentre si trova in carcere a causa della sua predicazione, scrive una lettera alla comunità cristiana della città di Filippi. E’ stato proprio lui il primo a portare lì il Vangelo e tanti hanno creduto e si sono impegnati con generosità nella nuova vita, testimoniando l’amore cristiano anche quando Paolo è dovuto partire. Queste notizie danno a lui una grande gioia e per questo la sua lettera è piena di affetto per i filippesi. Egli dunque li incoraggia ad andare avanti, a crescere ancora come singoli e come comunità, e per questo ricorda il loro modello, dal quale imparare lo stile di vita evangelico: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”. E quali sono questi “sentimenti”? Come è possibile conoscere i desideri profondi di Gesù, per imitarlo? Paolo lo ha capito: Cristo Gesù, il Figlio di Dio, ha svuotato se stesso ed è sceso in mezzo a noi; si è fatto uomo, totalmente al servizio del Padre, per permettere a noi di diventare figli di Dio[1]. Ha realizzato la sua missione attraverso il modo di vivere di tutta la sua esistenza: si è continuamente abbassato per raggiungere chi era più piccolo, debole, insicuro, per risollevarlo, per farlo sentire finalmente amato e salvato: il lebbroso, la vedova, lo straniero, il peccatore. “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”. Per riconoscere e coltivare in noi i sentimenti di Gesù, riconosciamo prima di tutto in noi stessi la presenza del suo amore e la potenza del suo perdono; poi guardiamo a lui, facendo nostro il suo stile di vita, che ci spinge ad aprire il cuore, la mente e le braccia per accogliere ogni persona così com’è. Evitiamo ogni giudizio verso gli altri, ma invece lasciamoci arricchire dal positivo di chi incontriamo, anche quando è nascosto da un cumulo di miserie e di errori e ci sembra di “perdere tempo” in questa ricerca. Il sentimento più forte di Gesù che possiamo fare nostro è l’amore gratuito, la volontà di metterci a disposizione degli altri con i nostri piccoli o grandi talenti, per costruire coraggiosamente e concretamente rapporti positivi in tutti i nostri ambienti di vita; è saper affrontare anche le difficoltà, le incomprensioni, le divergenze con spirito di mitezza e con la determinazione di trovare le strade del dialogo e della concordia. “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”. Chiara Lubich, che per tutta la vita si è lasciata guidare dal Vangelo e ne ha sperimentato la potenza, ha scritto: “Imitare Gesù significa comprendere che noi cristiani abbiamo senso se viviamo per gli altri, se concepiamo la nostra esistenza come un servizio ai fratelli, se impostiamo tutta la nostra vita su questa base. Allora avremo realizzato ciò che a Gesù sta più a cuore. Avremo centrato il Vangelo. E saremo veramente beati”.[2] Letizia Magri ________________________________________________ [1] Cfr. Gal 4,6: “E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!» ”. Anche Gv 1,12: “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”. [2] Cfr. C. Lubich, Beati quelli che si amano a vicenda, Città Nuova, 26, (1982), 6, p.43. (altro…)
Set 28, 2017 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Quando a mio marito, John, è stato diagnosticato l’Alzheimer la mia vita è cambiata. In un primo momento ero concentrata sul mio dolore e sul peso che dovevo affrontare. Solo in seguito, nell’incontro con persone che mi hanno permesso di sperimentare l’amore di Dio, ho capito che occuparmi di John era la cosa più importante della mia vita. Il cammino, però, è stato lungo. All’inizio ero molto spaventata e non riuscivo a gestire la situazione. Quando poi le condizioni di John sono peggiorate, non c’era nessuno attorno che mi potesse aiutare. Anche il medico di famiglia era in vacanza. Soffrivo senza sapere cosa fare per aiutarlo. Inoltre mi trovavo a dovermi occupare di tante altre cose, compresa la nostra situazione finanziaria. Mi sentivo sempre peggio e anche la salute ne ha risentito. Dopo tanto cercare un’agenzia ha trovato e mi ha offerto un “Care Support Worker”. Dopo quattro settimane è venuta una signora che ha capito la nostra situazione e mi ha dimostrato tanta disponibilità e sostegno. Mi sono sentita sollevata. Poche settimane dopo, sono stata invitata ad un convegno di 4 giorni organizzato dal Movimento dei Focolari. Ho potuto partecipare dato che è stato possibile ricoverare mio marito in una casa di cura. Una sera, partecipando ad un raduno di gruppo, qualcuno mi ha chiesto: “E tu, Pam, cosa fai?”. Non volevo rispondere e raccontare di tutti i miei guai e di quanto mi sentivo debole e sofferente. Ma poi, per non essere maleducata, ho cominciato a dire qualcosa e, a un certo punto, sono scoppiata a piangere. Era l’ultima cosa che avrei voluto fare in quel momento: attirare l’attenzione su di me. Subito però, tutti hanno cercato di confortarmi. Capivano le mie vicende e mi volevano dimostrare amore e compassione. All’inizio pensavo che mi sarei vergognata ma (cosa incredibile!) mi sono sentita sollevata e guarita! Non era cambiata la situazione in sé, ero cambiata io! Mi sono accorta, infatti, che curare mio marito era diventato per me un peso. Eppure Gesù ha detto: “Il mio giogo è soave e il mio peso è leggero.” Avevo bisogno che qualcuno mi ricordasse che Dio è Amore e che ci ama immensamente. Una volta messo Dio al primo posto nel mio cuore, nella mente e nell’anima, tutto si è rimesso nella giusta prospettiva. Mio marito malato ora rappresentava la cosa più importante. Sicuramente in situazioni come queste è importante la preghiera. Ma ciò che più mi ha aiutato ad uscire dalla mia situazione di sofferenza è stata la presenza spirituale di Gesù in mezzo a quel gruppo di persone. Mi hanno fatto sperimentare l’amore di Dio. La mia esperienza con John continua, ma ora so che posso contare sull’amore di tutti. Da: New City (Inghilterra) Agosto-Settembre 2017 (altro…)
Set 27, 2017 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Spiritualità
Sono lieta di rivolgere un saluto a tutti i partecipanti alla presentazione del libro:“Qui c’è il dito di Dio”. È il secondo volume della collana “Studi e Documenti” promossa dal Centro Chiara Lubich.
Il titolo richiama una frase nota ai membri del Movimento dei Focolari: il primo riconoscimento da parte dell’arcivescovo di Trento, mons. Carlo de Ferrari, che quel qualcosa di nuovo che, in modo edificante e nello stesso tempo contrastato, stava nascendo nella sua diocesi, non veniva dagli uomini ma “dal dito di Dio”. Uno sguardo puro permetteva così al pastore di non fermarsi di fronte a considerazioni o a giudizi puramente “umani”, ma di penetrare più profondamente il sorprendente agire di Dio, che si manifestava attraverso la vita di un gruppo di giovani ragazze, e ciò 20 anni prima del Concilio Vaticano II. E la storia gli avrebbe dato ragione. Come membri del Movimento dei Focolari non possiamo non essere particolarmente grati a Mons. De Ferrari per il suo sapiente discernimento, che ha permesso a quel piccolo fuoco acceso di crescere e di estendersi poi in tutto il mondo. A distanza di 70 anni, questo lavoro di Lucia Abignente ci rende consapevoli di quanto l’intuizione dell’arcivescovo fosse profonda-mente radicata nella vita della Parola di Dio e il suo agire condito di umiltà, di perseveranza, di prontezza a pagare di persona, di profezia. Nella ricostruzione degli eventi, che in queste pagine ci viene offerta sulla base di un vasto apparato di fonti, scopriamo un filo d’oro. Circostanze propizie e avverse hanno permesso l’intessersi di un rapporto di comunione vivo, reale, tra Chiara Lubich e il “suo” vescovo, che ha dato senso a quell’alternarsi di “osanna” e “crucifige” – per dirlo con le parole che troviamo nelle lettere di entrambi – e l’ha fatto vivere a Chiara nell’amore a Dio e alla Chiesa. Queste pagine ce ne offrono una testimonianza autentica e coinvolgente.
Anche oggi essa costituisce un invito a prendere nuovamente coscienza del dono del carisma ricevuto e della potenzialità di una fondazione, che, come viene oggi riconosciuto, ha aperto una strada ai percorsi di altre realtà ecclesiali. Mi dà gioia costatare che la pubblicazione di questo libro avviene nell’anno dedicato dal Movimento dei Focolari all’approfondimento di Maria, uno dei cardini della spiritualità dell’Unità. Fu nel periodo di luce vissuto nell’estate 1949 (in cui lo Spirito diede a Chiara di contemplare la grandezza della Madre di Dio, di ammirarla nella sua bellezza unica, tutta rivestita della Parola di Dio), che si delineò anche il disegno di Dio sull’Opera nascente: Opera di Maria appunto. La vocazione, il timbro “mariano” di quest’Opera emerge da queste pagine, che ne danno prova – direi – inconfutabile, grazie al rinnovarsi del sì di Chiara ai piani di Dio: sì alla chiamata, sì all’annuncio di quell’Ideale che avrebbe penetrato la sua vita; sì alla disponibilità dell’offerta e immolazione del frutto generato, durante gli anni di studio da parte della Chiesa di Roma. Nel suo “fiat” dell’Annunciazione così come nel sì della desolazione ai piedi della croce Maria è il modello, la forma, in cui Chiara Lubich vive la sua divina avventura. Nel nostro tempo, in cui appare «una nuova e più esplicita consapevolezza del principio mariano nella Chiesa come sacramento di unità»[1], mi auguro che la testimonianza e il messaggio, trasmessi dal libro che oggi presentiamo, possano essere un dono per tutto il popolo di Dio e aiutino l’Opera di Maria ad esprimere la vocazione che la Chiesa le ha confermato negli Statuti: essere «…– per quanto è possibile – una presenza [di Maria] sulla terra e “quasi” una sua continuazione». [1] B. Leahy, Il principio mariano nella Chiesa, Città Nuova, Roma 1999, p. 46. (altro…)