Apr 26, 2017 | Cultura
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Otto Betz legt Gedichte zu immer aktuellen Lebensthemen vor. Seine konzentrierten begleitenden Texte bieten Hilfen zum besseren Verständnis an: Wer sind die Dichterinnen und Dichter, wissen wir etwas über den Entstehungszusammenhang, in welchen Bildern und Metaphern kommen die Verse auf uns zu, was sagen sie uns in unserem Zeit und Lebenskontext? Ein Buch für Freunde von Lyrik, für Nachdenkliche, für Ruhe-Suchende, für Tiefer-Schürfende – zum Nachsinnen, zur Horizonterweiterung, zur Unterbrechung des Alltags: Anregungen, dem nachzuspüren, was LEBEN ist, was m e i n Leben ist, eine Einladung, das Leben zu leben, mit allem, was dazugehört, es zu entdecken, zu durchdringen – und zu feiern! Aus der Einführung von Otto Betz: »Warum lesen wir Gedichte? Wahrscheinlich aus vielen Gründen. Aus Freude an der poetischen Sprache, der Rhythmik der Verse, den eigenwilligen Bildern, die Assoziationen wecken … Es ist kein Wunder, dass uns manchmal Verse oder Strophen ein Leben lang nachgehen, dass sie zu Deuteworten unserer Existenz werden. ln gewisser Weise brauchen wir die Poeten, weil sie etwas fertigbringen, worum wir auch ringen. Ein Gedicht nimmt mich mit auf eine Reise; es nimmt mir nicht die eigene Suche nach Sinn und Richtung ab, aber es gibt vielleicht Fingerzeige, weist auf Möglichkeiten hin … Etwas Neues stürzt in mein Leben, ich merke plötzlich, wie wenig ich weiß, wie bedürftig ich bin, hungrig nach einem größeren Horizont. Und jede gelesene Zeile kann meine Welt ausweiten und reicher machen …« Mit Gedichten von … Walter von der Vogelweide – Andreas Gryphius – Johann Wolfgang von Goethe – Friedrich Schiller – Theodor Fontane – Friedrich Hölderlin – August von Platen – Hugo von Hofmannsthal – Friedrich Rückert – Albrecht Goes – Hilde Domin – Rose Ausländer – Werner Bergengruen – Bertolt Brecht u. v. a. m. Aus dem Inhalt: I. Wer kann das Menschenschicksal deuten? II. Lebensreise III. All die Geschenke IV. Vom Wunder der Liebe V. Am Abend und am Morgen VI. Das Leiden an der Zeit – Die Freuden über die Zeit VII. Von der Stille und der Sammlung Verlag Neue Stadt[:]
Apr 26, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
Solo tre giorni mancano all’apertura, il 29 aprile, della Settimana Mondo Unito 2017 con l’atteso Meeting internazionale dei Giovani per un Mondo Unito a Loppiano (Italia). Oltre 500 giovani sono ai blocchi di partenza. “United World Project” (progetto mondo unito) è lo slogan che li muove e che declinano in tutte le possibili modalità di comunicazione. Ma in che cosa consiste questo progetto di cui vogliono essere portavoce? Una rete di innumerevoli gesti, contagiosi e coraggiosi, che gettino ponti, aprano strade di dialogo e di solidarietà, indichino percorsi di fraternità. «La crisi finanziaria, economica e soprattutto culturale che attraversa tutti i Paesi – si legge nel documento programmatico “Fraternità universale: chance per il mondo” – pone interrogativi epocali. Come dare un futuro di pace, libertà, giustizia ai popoli della terra? Vogliamo ripartire dall’unità della famiglia umana, indicare l’orizzonte della fraternità universale agli uomini e ai popoli. È questo il progetto della nostra vita». La frontiera che si estende dal Golfo del Messico all’Oceano Pacifico lungo 3.169 chilometri fortemente controllati, rappresenta plasticamente i sogni spezzati di tanti immigrati in cerca di un futuro. Nelle sue vicinanze, a Mexicali (ma lo stesso succede a Calexico, sul versante degli Stati Uniti), da alcuni anni è attivo un gruppo di giovani che, nonostante il muro, a un mondo senza muri ci crede davvero. «Abbiamo cominciato a cantare in un parco della nostra città situato proprio accanto al muro di confine. Un modo per portare un po’ di sollievo a chi transita da quelle parti. Il secondo passo è stato entrare nel carcere di massima sicurezza della città dove convivono 4mila persone, per offrire musica e canzoni. Dopo aver passato molti controlli, ci è stato permesso di condividere alcune ore con 130 detenuti radunati in un salone. Durante il pranzo ci hanno raccontato che la nostra era l’unica visita che avevano ricevuto nel corso di due anni». Nel 2016 una tappa della staffetta mondiale Run4unity si è svolta proprio accanto al muro. «Abbiamo voluto depositare la nostra bandiera lungo il muro come simbolo dell’unità che ci impegniamo a costruire con quanti vivono dall’altra parte». Comunicato stampa (altro…)
Apr 25, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
L’amicizia dei Focolari con la “Fazenda da Esperanca” è di vecchia data. Sin dalla nascita stessa della prima “Fazenda”. Correva l’anno 1983, quando Nelson Giovanelli, giovane brasiliano della città di Guaratinguetà (nell’entroterra di San Paolo), si avvicina ad un gruppo di giovani tossicodipendenti spinto dalle parole dell’apostolo Paolo: “Mi sono fatto debole con i deboli…”. Uno dei giovani si sente coinvolto e chiede aiuto per uscire dalla dipendenza della droga. Ne seguono tanti altri. Nelson conosce e vive la spiritualità dell’unità di Chiara Lubich. A lui si affianca Hans Stapel, francescano tedesco, che sostiene l’iniziativa fin dall’inizio. L’opera nascente si svilupperà, quindi, poggiata su questi “due carismi”, come ebbe a dire il papa emerito Benedetto XVI in visita alla comunità di Pedrinhas durante il suo viaggio apostolico in Brasile, nel 2007: il carisma dell’unità di Chiara Lubich e quello della povertà di S. Francesco di Assisi. Domenica 23 aprile 2017: un gruppo di 60 persone, giovani e adulti, è in visita al Centro internazionale del Movimento dei Focolari, a Rocca di Papa (Italia). In maggioranza provengono dal Brasile, ma ci sono anche rappresentanti di altri paesi latinoamericani come Uruguay, Argentina, Paraguay e Messico; Germania e Svizzera; Angola e Mozambico; e dalle Filippine. Con loro ci sono i 4 fondatori: Fra Hans Stapel, Nelson Giovanelli Rosendo dos Santos, Lucilene Rosendo, Iraci Leit, insieme al loro consiglio generale per l’Europa.
«Lo scopo di questo viaggio – spiega Fra Hans – è quello di fare conoscere in Europa l’esperienza della Fazenda. Offrire questa alternativa di aiuto ai giovani che oggi soffrono la schiavitù delle dipendenze. Oltre che in Italia, andremo in Svizzera, Germania, Francia, Polonia e Portogallo, cioè nei Paesi dove ci sono le Fazendas, e queste 60 persone daranno la loro testimonianza di vita. Da noi hanno trovato una vita nuova, per questo hanno deciso di intraprendere un’esperienza missionaria ed evangelizzatrice per tre mesi in Europa. Hanno fatto un grande sforzo per pagare il biglietto aereo, come segno concreto di una testimonianza gratuita». Per quale motivo vi recate al Centro del Movimento dei Focolari? «Perché è nostro grande desiderio – risponde Nelson Giovanelli – che abbiano l’occasione di conoscere le origini del carisma che ha dato radici alle Fazendas». E ricorda quando, nel 1990, scrisse una lettera a Chiara Lubich condividendo con lei questa sua chiamata ad amare “Gesù abbandonato nelle persone che si trovavano vittime delle droghe”. Chiara lo incoraggiò a seguire la spinta dello Spirito. Oggi sono oltre 124 Comunità di Vita sparse in diverse parti del mondo. Accolgono più di 3.000 giovani impegnati a liberarsi dalla dipendenza delle droghe, attraverso una personale riscoperta della dignità e dei valori della vita. In Europa ci sono 14 Fazendas e in questi mesi ne inaugureranno altre 4 (Francia, Polonia, Italia 2).
Nelle “Fazendas da Esperança”, delle persone volontariamente si dedicano, con impegno e gratuità, al servizio dei giovani e costituiscono la comunità della “Famiglia della Speranza”. «Mio padre era alcolista, non credevo nell’amore … – racconta Priscila, giovane argentina –. Quando ho trovato e mi sono impegnata come volontaria nella Fazenda, ho recuperato il rapporto con lui, dopo 15 anni di lontananza. L’ho perdonato e pian piano lui ha lasciato l’alcol. Il perdono per me è tutto, la sintesi della mia vita: Dio lo trovo nell’amore che dono». Jesús Morán, copresidente dei Focolari, ha portato i saluti di Maria Voce e li ha ringraziati per la loro testimonianza evangelica. Augurando a tutti di «essere sempre prossimi all’uomo sofferente, a Gesù abbandonato, perché “tutti siano uno”, cominciando dagli ultimi» Il loro soggiorno in Italia prevede la visita alla città di S. Francesco e alla cittadella internazionale di Loppiano, dove parteciperanno al Meeting “Pulse” e alla consueta festa dei giovani del 1° maggio. (altro…)
Apr 25, 2017 | Cultura
Il senso del dolore, l’unione con Dio e la preghiera, l’impegno a testimoniare la fede, il rapporto con la Chiesa, la libertà. Sono solo alcuni dei temi che in occasione delle più varie manifestazioni giovanili, Chiara Lubich ha approfondito in un dialogo “a tu per tu”, personale e profondo con i giovani per i quali ha sempre mostrato una particolare predilezione. Nelle risposte l’invito potente a vivere con radicalità la vita indicando in Gesù la strada per una piena realizzazione umana e spirituale. (altro…)
Apr 24, 2017 | Focolari nel Mondo
Programma: 2 Maggio – Seminario di Comunione e Diritto: “Il Diritto come strumento di integrazione in una società multi-culturale”. 5 Maggio – Incontro con S.E. Arcivescovo di Malta Mgr. Charles J. Scicluna. – “Dialogo o dialoghi? Uno stile di vita” : discorso in occasione della ricorrenza del 40° anniversario della Commissione Ecumenica Diocesana. 7 maggio – Partecipazione al Forum “The State of Europe”. (altro…)
Apr 24, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
«I rifugiati non sono numeri che riempiono i telegiornali ma sono persone da accogliere anche nella loro dimensione umana di donne e uomini ai quali sono stati negati sentimenti e progetti». È la convinzione cui sono giunti i 18 giovani di 5 paesi europei e del Medio Oriente, riuniti a Bad Urach (Germania), dal 12 al 17 marzo, per la seconda tappa del progetto Host Spot, promosso da New Humanity e Starkmacher, insieme ad altre associazioni, e co-finanziato dal programma Erasmus+ (UE). Host Spot persegue due obiettivi: Host richiama l’accoglienza e Spot la realizzazione di brevi video-documenti per incidere sull’opinione pubblica.
Nella prima fase del progetto, tenutasi in Giordania nell’agosto 2016, i giovani avevano potuto raccogliere dalla viva voce dei rifugiati siriani e iracheni – ospiti di Caritas Giordania – le drammatiche storie della loro migrazione forzata, documentandole con registrazioni video. Un’esperienza che li ha resi consapevoli delle reali motivazioni che li hanno spinti a lasciare il proprio Paese, dei rischi che hanno corso durante l’esodo, del precario arrivo nella nuova terra. L’idea di rendere nota questa dolorosa situazione aveva preso corpo già nei giorni di Amman. I giovani si erano infatti convinti che portare alla ribalta queste informazioni, avrebbe potuto dare al dibattito in corso, incentrato per lo più su strategie politiche e costi economico-sociali, una visione veritiera del fenomeno della migrazione; un loro concreto apporto, attraverso una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Nell’incontro a Bad Urach si è puntato a sviluppare nei giovani delle competenze tecniche nel campo della comunicazione e della produzione di documentari sociali. Erano presenti anche alcuni esperti che lavorano a contatto diretto con i rifugiati, i quali hanno fornito molte informazioni sulla situazione in Germania e sui sistemi europei di hosting. Un contributo importante per una conoscenza corretta della situazione, spesso riportata dai media in modo parziale e manipolato. I giovani partecipanti portavano con sé il proprio bagaglio culturale e la visione della migrazione che si vive e si affronta nel loro Paese. Si sono messi in gioco, in un esercizio di riflessione e ascolto, per accogliere e capire il pensiero dell’altro; convinti che il contributo che avrebbero realizzato in quei giorni, anche se piccolo, avrebbe portato un cambiamento. Il successo di questa fase del programma è di aver realizzato un apprendimento internazionale in un clima di condivisione fra giovani di culture e lingue diverse. Attraverso workshop, seminari, dibattiti, sono crollati molti dei pregiudizi e stereotipi che sia europei che medio orientali avevano gli uni verso gli altri, scoprendo che, nonostante le diversità, ci sono molti valori comuni. Come risultato concreto sono stati prodotti tre video-spot da condividere con i coetanei dei loro Paesi, per incoraggiarli a fare esperienze simili, diventando così anch’essi promotori di cambiamento. La terza e ultima tappa del progetto si terrà in Egitto a fine ottobre 2017. Su Facebook (altro…)
Apr 22, 2017 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
https://vimeo.com/147830026 (altro…)
Apr 21, 2017 | Focolari nel Mondo

Apr 21, 2017 | Nuove Generazioni
Se potessimo vedere il mondo da lontano, con uno zoom potentissimo, come talvolta possono fare gli astronauti, vedremmo il nostro pianeta pacifico e addirittura privo di frontiere. A distanza ravvicinata, invece, le immagini di cui disponiamo trasmettono i dettagli di ogni possibile divisione, odio e prevaricazione. A volte, guardare la nostra storia e il nostro pianeta da troppo lontano, o da troppo vicino, rischia di falsare la realtà e depistare il giudizio. Quale sarà la giusta distanza per non perdere di vista la traiettoria verso cui muove la nostra umanità? L’economia, la sociologia, le scienze naturali, la filosofia, interrogandosi sulle trasformazioni dell’era contemporanea, convergono su alcuni principi. Come l’interdipendenza: tutto quanto accade in un luogo può avere conseguenze altrove. Ogni singolo frammento o porzione di umanità svela il suo potenziale più alto nell’appartenenza a un destino comune. Non ci si salva da soli, né si può stare bene, arroccati dentro un guscio, se tutto intorno c’è una diffusa sofferenza. «Che il mondo si convinca che è chiamato all’unità» è la sfida che Chiara Lubich ha lanciato ai Giovani per un Mondo Unito nel 1985. Da oltre vent’anni, i giovani per un mondo unito si nutrono di questa visione del bene comune e operano per dare loro attuazione. Attirati dalle infinite possibilità della fraternità, dall’unico possibile destino della storia e dell’umanità contemporanea, centinaia di giovani di diverse nazionalità stanno accorrendo a Loppiano (Italia). Le loro iniziative, a livello planetario, convergono nella Settimana Mondo Unito che, dal 1995, rappresenta una vetrina delle azioni di fraternità in atto nel mondo. Azioni che confluiscono a loro volta nell’United World Project con l’obiettivo di attirare l’attenzione della società civile e delle istituzioni internazionali verso una cultura della fraternità. (altro…)
Apr 21, 2017 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un lavoro migliore «In seguito a un incidente avevo perso un buon posto di lavoro e lo stipendio di mia moglie non bastava a mandare avanti la famiglia. Tuttavia la provvidenza non ci ha mai abbandonati, facendoci trovare al momento giusto dei lavoretti che ci permettevano di tirare avanti. La sera, assieme ai figli, chiedevamo nella preghiera un aiuto, non solo per noi, ma anche per quanti erano nel bisogno. Sei mesi dopo l’incidente, proprio quando la situazione economica nel nostro Paese era diventata più critica, ho trovato un lavoro migliore di quello perso». J.L. – Uruguay La stanza accanto «Ero in ospedale, in uno stato di prostrazione e oscurità, a causa del mio stato di salute e anche per le medicine che prendevo. Non sapevo cosa fare per venirne fuori. Sento un suono di campanello: qualcuno nella stanza accanto chiamava l’infermiera. Mi sono alzato per vedere se potevo dare un aiuto. Si trattava semplicemente di porgere a un malato dell’acqua. Mi sono fermato accanto al suo letto, interessandomi a lui e cercando di ascoltare profondamente le sue parole. Non so come, ma di colpo mi sono sentito più leggero». T. d. M. – Italia Un dono inatteso «Sposati da 50 anni, abbiamo vissuto, come dice il Qoelet, il tempo della gioia e il tempo del dolore. In un momento di particolare ristrettezza, una sera contavamo i pochi soldi rimasti e stavamo riflettendo su cosa fosse meglio comprare per dar da mangiare ai figli. In quel mentre, ci telefona un amico: sarebbe passato da noi perché, avendo ricevuto in regalo due tacchini, ne voleva regalare uno a noi. È proprio vero che abbiamo un Padre che non ci abbandona mai». T. e R. – Polonia Imprevisti «Viaggio spesso per lavoro, per cui devo farmi un programma dettagliato delle cose da fare, pronto però a cambiare certe mie previsioni. Ho notato infatti, con sorpresa, che l’imprevisto, se colto dalle mani di Dio, risulta poi migliore di ciò che avrei programmato. Questo “far spazio” a Lui non solo quando viaggio, ma in tutte le altre circostanze, è una vera scuola a rimanere vigilanti. Di fronte alla bellezza del suo programma, anche quando mi costa perdere il mio, devo riconoscere che il Regista invisibile sa indicarmi qual è la mia vera realizzazione, la mia felicità». T.M. – Polonia (altro…)