Movimento dei Focolari

Parola di vita – Marzo 2017

In tante parti del pianeta, ci sono guerre sanguinose e che sembrano interminabili, e che coinvolgono le famiglie, le tribù e i popoli. Gloria, vent’anni, racconta: “Abbiamo avuto notizia che un villaggio era stato bruciato e molti erano rimasti senza più nulla. Con i miei amici ho iniziato una raccolta di cose utili: materassi, vestiti, alimenti; partiamo e dopo otto ore di viaggio incontriamo le persone nella desolazione. Ascoltiamo i loro racconti, asciughiamo lacrime, abbracciamo, confortiamo… Una famiglia ci confida: “La nostra bambina era nella casa che ci hanno bruciato e ci è sembrato di morire con lei. Ora nel vostro amore troviamo la forza di perdonare gli uomini che ne sono stati la causa!”. Anche l’apostolo Paolo ha fatto un’esperienza: proprio lui, il persecutore dei cristiani1, ha incontrato sul suo cammino, in modo totalmente inaspettato, l’amore gratuito di Dio, che poi lo ha inviato come ambasciatore di riconciliazione in suo nome2. E’ diventato così testimone appassionato e credibile del mistero di Gesù morto e risorto, che ha riconciliato a sé il mondo perché tutti potessero conoscere e sperimentare la vita di comunione con Lui e con i fratelli.3 E, attraverso Paolo, il messaggio evangelico ha raggiunto e affascinato persino i pagani, considerati i più lontani dalla salvezza: lasciatevi riconciliare con Dio! Anche noi, nonostante gli errori che ci scoraggiano o le false certezze che ci illudono di non averne bisogno, possiamo lasciare che la misericordia di Dio – un amore esagerato! – guarisca il nostro cuore e ci renda finalmente liberi di condividere questo tesoro con gli altri. Daremo così il nostro contributo al progetto di pace che Dio ha su tutta l’umanità e sull’intera creazione e che supera le contraddizioni della storia, come suggerisce Chiara Lubich in un suo scritto: “(…) Sulla croce, nella morte del suo Figlio, Dio ci ha dato la prova suprema del suo amore. Per mezzo della croce di Cristo, Egli ci ha riconciliati con sé. Questa verità fondamentale della nostra fede ha oggi tutta la sua attualità. E’ la rivelazione che tutta l’umanità attende: sì, Dio è vicino con il suo amore a tutti e ama appassionatamente ciascuno. Il nostro mondo ha bisogno di questo annuncio, ma lo possiamo fare se prima lo annunciamo e lo riannunciamo a noi stessi, sì da  sentirci  circondati da  questo amore, anche  quando tutto farebbe  pensare il contrario (…) Tutto il nostro comportamento dovrebbe rendere credibile questa verità che annunciamo. Gesù ha detto chiaramente che prima di portare l’offerta all’altare dovremmo riconciliarci con un nostro fratello o sorella se essi avessero qualcosa contro di noi (cf Mt 5,23-24) … amiamoci come lui ci ha amati, senza chiusure e pregiudizi, ma aperti a cogliere e apprezzare i valori positivi del nostro prossimo, pronti a dare la vita gli uni per gli altri. Questo è il comando per eccellenza di Gesù, il distintivo dei cristiani, valido ancora oggi come ai tempi dei primi seguaci di Cristo. Vivere questa parola significa divenire dei riconciliatori”.4 Vivendo così, arricchiremo le nostre giornate con gesti di amicizia e riconciliazione nella nostra famiglia e tra le famiglie, nella nostra Chiesa e tra le Chiese, in ogni comunità civile e religiosa a cui apparteniamo. Letizia Magri

  1. Cfr. At 22,4
  2. Cfr. 2 Cor 5,20.
  3. Cfr. Ef 2,13ss.
  4. versione integrale in Città Nuova 1996/24, 37.

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Chiara ci ha insegnato l’Amore

Chiara ci ha insegnato l’Amore

Cosa ha significato per voi conoscere Chiara Lubich e quali riflessi ha avuto, su di voi e sulla vostra famiglia, il rapporto con lei e la sua spiritualità? Danilo:« Nell’ambiente nel quale siamo cresciuti Anna Maria ed io, le abitudini secondo la tradizione erano molto forti. La famiglia c’era, ma spesso era unita per una convenzione sociale. Conoscendo Chiara abbiamo capito che essere cristiani era innanzitutto una scelta. Per questo abbiamo sofferto parecchio per liberarci da tutto un modo di pensare di allora, dall’attaccamento al proprio ruolo, alla propria cerchia, al titolo professionale. Ero incamminato ad essere un grande ingegnere ma, per vivere il Vangelo con radicalità, abbiamo cominciato ad ospitare i poveri, a far la comunione dei beni; tutte cose che erano uno scandalo, perché rompevano con le consuetudini di una città borghese. Così i miei genitori non hanno capito la nostra scelta e si sono opposti. Ricordo un giorno che sono andato a parlare in un paese di montagna, perché ero anche presidente diocesano degli uomini cattolici. Avevo un dolore grande, l’anima spaccata. Subito dopo, sono andato in chiesa e mi sono trovato di fronte una statua di Gesù abbandonato. Mi è stato subito chiaro che per essere cristiano bisogna passare anche attraverso questi momenti dolorosi».

Famiglia

La Famiglia Zanzucchi

Igino Giordani (Foco) nel ‘56 vi scriveva che “anche i coniugati sono in grado di attuare la loro chiamata alla perfezione della carità”. Potreste commentare questa letterina? Anna Maria: «Chiara aveva capito profondamente che anche gli sposati sono chiamati alla santità. Per vivere così, ci siamo dovuti staccare da un’idea di famiglia che c’era allora e fare ciascuno di noi una scelta personale, anche i figli. Lei ha seguito con amore i singoli componenti della famiglia, ha messo in luce la chiamata personale di ciascuno perché fossimo una famiglia che vivesse in famiglia la frase del Vangelo “Dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt, 18,20). Foco ha dato un grosso contributo a mettere in luce la parte divina della famiglia, valorizzando anche la parte umana, perché ha amato sua moglie in modo straordinario fino all’ultimo momento. Amava anche i nostri figli, ce li curava, ci faceva capire la grazia che avevamo. Gli sembrava di dover ritornare al tempo dei primi cristiani, dove si diceva che anche gli sposati sono dei consacrati con in meno il celibato, ma tutti di Dio». Eravate presenti quando Chiara ha fondato il movimento Famiglie Nuove, il 19 luglio 1967.  Cosa avete colto in quel momento? Anna Maria:« Era la prima scuola dei focolarini sposati. Chiara ad un certo punto ha compreso che poteva nascere qualcosa di nuovo. Sin da quando l’ho conosciuta, a Tonadico nel ‘53, avevo avuto l’impressione che guardasse all’umanità. Adesso ci spalancava davanti un orizzonte vasto,  affidandoci il mondo della famiglia, le situazioni familiari dolorose e difficili, gli orfani che amava particolarmente, ma i fidanzati… Fin dai primi tempi Chiara ha avuto a cuore i giovani che si preparavano al matrimonio, valorizzava quello che vivevano, faceva crescere l’amore per il fidanzato/a. Voleva che capissero che l’amore è un dono di Dio e che anche le difficoltà che possono provare hanno uno scopo. Li ha innamorati dell’amore, quello vero, e anche con noi sposati ha fatto così». Avete visto nascere Famiglie Nuove e avete incontrato famiglie di tutto il mondo, che hanno trovato nella spiritualità dell’unità una risposta alle sfide della famiglia nel loro contesto. Cosa è stato per voi? Anna Maria:« Ci sentivamo dentro questa realtà dell’amore che lei aveva per tutte le famiglie. Chiara valorizzava la cultura e le caratteristiche dei diversi Paesi e tradizioni locali, ma poi andava alla radice dell’Uomo, all’essere umano creato da Dio. L’esperienza che abbiamo fatto andando in giro per il mondo è stata straordinaria, perché ci si sentiva fratelli, come avessimo vissuto insieme tutta la vita. Si andava dai ricchi e dai poveri. Nelle Filippine e in Brasile, ad esempio, siamo stati nelle favelas dove le strade sterrate sono larghe un metro e mezzo e le casette sono delle stanze combinate in qualche modo. Anche lì è arrivato l’ideale dell’unità». Quale è il dono più grande che Chiara  ha portato nella vostra famiglia ? Anna Maria:«Chiara ci ha fatto sentire l’amore e ci ha insegnato cos’è, con tutte le sue caratteristiche: che ama per primo, che si fa uno con l’altro. Ci ha fatto vedere la bellezza dell’unità, vissuta con lei e tra noi. Ci ha messo anche nelle condizioni per avere questa gioia, pienezza, forza nell’ affrontare le difficoltà, i fallimenti, che ci sono nella vita di famiglia. Ci ha dato una luce così forte, da vedere che chi ha generato questa unità nel mondo è Gesù abbandonato, che ha accolto il dolore per amore e ce l’ha donata come una realtà viva. Questa è stata la base per capire anche come educare e crescere i nostri figli».  Giovanna Pieroni (altro…)

In Nigeria una scuola diventa una Mariapoli

In Nigeria una scuola diventa una Mariapoli

20170224-03Il St Joseph’s College si è trasformato, per tre giorni, in un piccolo laboratorio di fraternità: i giovani studenti (dai 9 ai 18 anni) hanno vissuto fianco a fianco con i professori, le loro famiglie, ma anche con tanti, giovani, adulti, anziani, provenienti da altre città. La Mariapoli è stata animata dai membri della comunità locale di Jos, ma anche da altre comunità come quelle di Abuja (viaggiando per 4 ore) e Onitsa (12 ore). C’erano anche alcuni giovani dei Focolari di Lagos. Nella Nigeria, Paese dalle distese sconfinate, i lunghi viaggi, a volte irti di pericoli, sono spesso un ostacolo. Ma per sostenere la Mariapoli nel St Joseph’s College, nessuno si è fermato. E la scuola ha aperto i suoi cancelli per accogliere giovani e meno giovani, studenti, insegnanti, operai. Tra i “mariapoliti” c’è anche John Maigari, ex docente ed ex allievo della scuola, oggi in pensione, che era stato anche uno dei responsabili del dipartimento dell’educazione della Diocesi. John Maigari aveva sperimentato egli stesso, molti anni prima, la vita di una Mariapoli, dove ognuno guarda all’altro come fratello e cerca di amare e di servire. Ora, dopo tanti anni, ormai in pensione, il professor Maigari voleva far sperimentare quella stessa vita agli alunni della sua scuola. E la proposta è stata accolta. 20170224-01Così, per tre giorni, la scuola ha cambiato pelle. I momenti di riflessione e di approfondimento si sono saldati con l’esperienza concreta. Divisi in gruppi, gli studenti di varie età hanno vissuto fianco a fianco con gli insegnanti e con tutti gli altri ed hanno condiviso i vari momenti della giornata: insieme hanno cucinato, lavato i piatti, sistemato la sala che ospitava il convegno, pulito i bagni ed il parco della scuola. Per qualcuno era la prima volta: non avevano mai fatto nulla di simile. Anche il preside del collegio ha lavato i piatti! Un grande libro, preparato per gli studenti, ha accolto le loro parole ed i loro commenti. “Racconta” tre giorni di vita vera! Quel ritiro ha cambiato la loro vita, dicono. “L’unità vissuta in quei giorni ci ha colpiti fin dal primo momento che avete messo piede nella nostra scuola”. Unità che le parole di Chiara Lubich e la testimonianza dei membri dei Focolari ha loro trasmesso. 20170224-02“Mi  sento molto felice ed entusiasta – scrive Nipps –, perché questi giorni sono stati meravigliosi. Ho fatto tante esperienze e sono stato colpito in modo speciale dall’amore e dall’unità che il team delle persone che animavano il programma avevano fra loro”. “Prima la mia vita non era completa – racconta Keivin –  perché non sentivo per niente che Dio è vivo ed esiste davvero. Ora credo veramente in Dio. “Questo ritiro non è come gli altri – aggiunge Daong –. Voi avete mangiato con noi, dormito nel nostro collegio”. In questa regione della Nigeria, per anni, si sono verificati molti episodi di violenza tra cristiani e musulmani: semi di odio hanno attraversato il Paese. I giovani studenti avevano alle spalle anche tutto questo. Nella Mariapoli di Jos, hanno potuto sperimentare un’ “altra via”: la potenza dell’arma dell’amore di Dio e dell’unità. (altro…)

In the Ray of God’s Love

In the Ray of God’s Love

In-the-Ray-of-Gods-LoveEach of us has a ray that burst forth from the Father’s heart when he spoke our name with the word Love. If we follow this ray, which is his will for us, what he lovingly desired, and continues in each moment to desire for us, we will become what we are in the mind of God from all eternity. It’s a matter of corresponding to his will, adhering to it, moment by moment, until the day when it will literally lead us back to the sun, to the Father…. Chiara notes how the rays draw nearer and nearer to each other until they become one in the sun. As we do the will of God, we will become closer and closer to each other, until we are all one in the sun, in God. (From the introduction) Published by New City Press – Philippines Enquiries and orders

Philippines: Course on Interreligious Dialogue entitled “Harmony among Peoples and Religions Today”

Philippines: Course on Interreligious Dialogue entitled “Harmony among Peoples and Religions Today”

SOR2017On March 2-5, 2017,the School of Dialogue with Oriental Religions (SOR) will hold another important Pan-Asian formation course at the Mariapolis Center, Tagaytay City. The theme of the said course is “Harmony among Peoples and Religions Today” with Cardinal Luis Antonio Tagle as the main speaker. It will coincide with the conclusion of the 50th anniversary of the arrival of the Focolare Movement in Asia. The course will highlight the inter-religious experience of the Focolare with some major religions of Asia: Hinduism, Buddhism and Islam. You may email sortagaytay@gmail.com for more information. For registration online: https://docs.google.com/forms/d/1J_pnKb_gRa5_ilw7-1H7wBc6jbmoRrs3zm_sC319P18/edit?usp=drive_web  

Prima Mariapoli a Dubai

Prima Mariapoli a Dubai

Mariapolis Dubai_02 «Ci troviamo in questi paesi degli Emirati arabi per motivi di lavoro – racconta Claudia –. I nostri  ambienti di lavoro sono spesso caratterizzati da una forte competitività, accompagnata da difficoltà di integrazione e spesso con mancanza di tempo per  rapporti interpersonali semplici e autentici. La Chiesa cattolica a Dubai è viva, giovane, gioiosa, e senza complessi. La messa quotidiana, con più di 2000 fedeli – in maggioranza filippini, pakistani e indiani – è molto partecipata e seguita con grande raccoglimento. Anche nella nostra comunità locale siamo tutti stranieri e cerchiamo di dare una testimonianza evangelica nei vari ambienti dove ci muoviamo, portando l’amore e l’unità intorno a noi. Siamo in tanti a conoscere e vivere la Spiritualità dell’unità che abbiamo incontrato nei nostri paesi di origine. E cerchiamo di proporla a chi ci rimane vicino proprio come rimedio alla vita frenetica e individualista che qui si vive. Di fondamentale importanza è per noi l’incontro mensile della Parola di Vita. La leggiamo insieme, cerchiamo di approfondirla e condividiamo le esperienze che nascono dal metterla in pratica. Il passaggio di Maria Voce e Jesús Morán, nel gennaio 2016 mentre si recavano in India, ha dato un nuovo impulso a questa nostra esigenza di portare a tanti l’ideale dell’unità, rimanendo in rete fra tutti». «Così è stato naturale coinvolgere tutte le persone con le quali siamo in contatto a partecipare e vivere l’esperienza della Mariapoli che abbiamo preparato con tanta cura – spiega Amjad –. Il 27 e 28 gennaio scorso, 65 persone provenienti da 12 Paesi (4 del Medio Oriente, Pakistan, Filippine, Brasile, Giappone, Italia e Camerun) ci siamo dati appuntamento a Ras Al Khaimah, un Emirato vicino a Dubai, per vivere la nostra prima Mariapoli in queste terre. L’emozione era grande! Per alcuni sembrava un vero sogno  ritrovarsi finalmente insieme dopo tanto tempo, accolti nella parrocchia di Padre Willy, originario dalle Filippine. Il titolo scelto, “Unity in diversity”, rifletteva molto bene le realtà e le sfide che tutti viviamo». «Mi ha tanto colpito – scrive un giovane dell’India – quanto abbiamo sentito da Chiara Lubich sulla “tecnica” per costruire l’unità. Ora voglio metterla in pratica». E una donna filippina: «Scoprire che Gesù, nel momento in cui si sente come abbandonato dal Padre, può diventare “chiave di unita” nella misura in cui cerco di imitarlo, mi ha riempito di speranza». In un clima di grande gioia si sono condivise gioie e difficoltà, sia negli incontri di gruppo che in sala, e l’esigenza di una vita condivisa con altri. Ci sono stati momenti  di gioco, di preghiera, una  serata “interculturale” con un programma ricreativo: canzoni, video, rappresentazioni, danze … che coinvolgevano tutti.  «Una particolare attenzione è stata data  anche ad un programma dedicato ai bambini, diversi dei quali non volevano più tornare a casa…», racconta Claudia. «È stata come un “oasi” spiega Amjaddove ciascuno ha ritrovato una famiglia con la presenza spirituale di “Gesù vivo”.»  «In questi giorni mi si è risvegliata la fiamma di questo ideale che ho conosciuto tanti anni faconfida un brasiliano –; ora voglio donare questo “fuoco” ad altri». «Ci sembrava alla conclusione – scrivono Mia e Michel – che chi tornava nei loro Paesi o Emirati come Oman, Qatar, Bahrain, portasse con sé un “pezzo di fraternità” vissuta nella Mariapoli. Era evidente  il desiderio in ognuno di continuare a vivere così nei propri ambienti, portando a tutti la speranza. Ora, attraverso i social media, ci manteniamo collegati in una rete viva, cercando di aiutarci a vivere gli uni per gli altri, aperti a tutti» (altro…)

Taiwan – 1° Simposio buddhista-cristiano

Il convegno è promosso dalla Providence University in collaborazione con il Dharma Drum Arts, l’ Istituto Universitario Sophia dell’italia, Fu Jen Catholic University di Taiwan e altre istituzioni accademiche in Taiwan e all’estero. Tra i partecipanti figurano, il professor del Dharma Drum delle Arti e Scienze, così come docenti di Sophia dall’Italia, professori e studiosi delle università degli Stati Uniti, monaci e studiosi provenienti da Thailandia, Giappone, Corea del Sud e altri gruppi religiosi. Dal 2004, il Movimento dei Focolari tiene un simposio buddhista-cristiano ogni due anni in diverse città. I Simposii tra Buddhisti (Mahayana e Theravada) e cristiani sono stati tappe importanti per rafforzare la reciproca fiducia sulla base del rispetto per l’altro e lavorare insieme per realizzare  questo primo incontro a Taiwan. (altro…)