Mar 24, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
«Prima d’ora, non mi era mai capitato di trovarmi così vicino al luogo di un attentato. Il mio ufficio, infatti, è a 300 metri dalla fermata della metro Maelbeek. Siamo ormai abituati a vederci passare davanti disastri e catastrofi durante notiziari quotidiani, ma la sensazione di essere passati davanti a quella fermata della metro in bici pochi minuti prima dell’attentato, di sentire tutto così vicino e di non sapere di preciso cosa fare e come comportarsi è tutt’altra cosa. Credo fermamente che un mondo di pace è possibile. Con il mio impegno nel Movimento dei Focolari, ma soprattutto attraverso le piccole azioni quotidiane cerco di agire con quello spirito di fraternità che è espresso anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Eppure man mano che le notizie arrivavano e gli ululati delle sirene si facevano più insistenti, mi sono trovato spiazzato. D’accordo, tutto era così vicino, ma ugualmente io intanto che potevo farci? Rimanere a rispondere ai tantissimi messaggi di amici e parenti che chiedevano notizie? Scendere in strada e andare ad aiutare chissà chi e in che modo? Continuare a lavorare come nulla fosse? Una situazione surreale nelle quale mi trovato impotente e disorientato. Mi veniva anche da interrogarmi sul senso di tutto ciò. Sui motivi che potevano spingere alcuni giovani come me ad odiare così tanto da essere pronti a sacrificare le loro vite pur di dare la morte a tanti passeggeri indifesi colti a caso nel momento di viaggiare insieme pigiati su un convoglio metropolitano. Mi domandavo che colpa avrei avuto io per morire se fossi stato lì insieme a loro. Domande alle quali tutte le teorie apprese durante l’università in scienze politiche non riuscivano a trovare una risposta soddisfacente. Ad illuminarmi è stato il ricordo della sera precedente, trascorsa insieme a diversi giovani che si impegnano anch’essi nel Movimento dei Focolari, con i quali avevamo rinnovato la promessa di essere insieme strumenti di fraternità e di dialogo laddove viviamo. Provando a mettere da parte il disorientamento, ho capito che se in quei momenti stavo vivendo (quasi) sulla mia pelle la guerra, a maggior ragione dovevo essere io in prima persona un artefice di pace ed ho cercato di darmi da fare, ad iniziare da quanti avevo accanto in quel momento. Colleghi, amici, conoscenti… nonostante lo sconcerto ed il terrore, mi ha colpito rendermi conto di non essere l’unico a pensarla così. Per quanto ognuno a modo suo, nessuno trovava parole di odio per l’accaduto, ma era convinto invece che fosse la via del dialogo l’unica strada possibile per rispondere ad atti tanto folli. Ho trovato vere come non mai quelle parole pronunciate da Chiara Lubich in occasione del conferimento del Premio UNESCO per l’Educazione e la Pace, il 17 dicembre 1996: “Chiunque desideri oggi superare le montagne dell’odio e della violenza, si trova di fronte a un compito pesante ed immenso. Ma ciò che è impossibile a milioni di individui isolati e divisi, sembra possibile a quanti hanno fatto dell’amore vicendevole, della comprensione reciproca e dell’unità la dinamica essenziale della loro vita”».
Mar 24, 2016 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Le linee del Vangelo di Giovanni, e non solo di quello, convergono insieme nella frase che per me già da molto tempo ha un significato profondo e infinito: «Che tutti siano una cosa sola, come tu Padre sei in me e io in te, perché il mondo creda» (cf. Gv 17,21). È così che dobbiamo vivere. […] Queste sono le coordinate dell’unità che ho particolarmente a cuore: l’unità nelle nostre parrocchie, l’unità dei diversi servizi e ministeri, l’unità tra clero e laici, l’unità tra i presbiteri. L’unità diventa credibile solo se dimostra che non siamo noi i padroni, ma solo Lui è il Signore. Questa unità nell’ambito del ministero sacerdotale mi sta a cuore in modo speciale. Al tempo stesso devo menzionare l’unità della Chiesa, l’unità con coloro che si trovano al di fuori dei confini della nostra Chiesa cattolico-romana, l’unità fra tutti coloro che si riconoscono nella fede nell’unico Dio, il Vivente, e quindi con gli ebrei e i musulmani. Quell’unità fra la Chiesa e la società in cui l’una non si trova accanto all’altra in modo parallelo o non si contrappone all’altra, ma Chiesa e società entrano in un rapporto reciproco, mettendo in luce che l’unità che Dio dona è il lievito per la società, è il lievito che rende libero l’uomo. È l’unità che rende l’uomo pienamente uomo, perché egli può essere uomo in senso pieno solo laddove Dio ha il diritto di essere Dio in senso pieno, e quindi può donarci tutto ciò che vuole donarci. Ed Egli non vuole donarci nulla di meno del Suo intimo mistero: l’unità trinitaria. Ma questo non è un semplice programma, perché con i programmi non si va molto avanti. Deve piuttosto diventare vita […]. Anch’io devo cominciare a vivere questa unità. E per questo confido nel fatto che tutti voi cari fratelli e sorelle possiate aiutarmi, e che possiamo farlo insieme nella reciprocità». Mon. Klaus Hemmerle Da: W. Hagemann, Klaus Hemmerle. Innamorato della Parola di Dio, Città Nuova, Roma 2013, pp. 337-338 (altro…)
Mar 24, 2016 | Spiritualità
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«Se guardiamo il mondo con le mille ferite che lo colpiscono, l’unità e la pace possono apparire solo utopia.
Che la forza del Risorto, che ha sconfitto per sempre la morte, e quindi ogni morte, rafforzi in noi l’audacia di credere, sperare e agire perché nel mondo la fraternità sia la regola della convivenza tra popoli e culture diverse.
Auguri a tutti di Buona Pasqua, con Gesù risorto in mezzo a noi!».
Maria Voce (Emmaus)
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Mar 23, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

“A Bruxelles, Dieu pleure avec nous” © Michel Pochet
In un comunicato intitolato “A Bruxelles, Dio piange con noi”, il Movimento dei Focolari in Belgio afferma: «I drammatici attentati perpetrati martedì mattina all’aereoporto di Zaventem e nella metropolitana di Maelbeek, cuore del quartiere europeo di Bruxelles, hanno gettato tutti in profonda costernazione. Condividiamo il lacerante dolore di tutte quelle famiglie che piangono i loro cari e le sosteniamo con la nostra preghiera. Preghiamo anche per tutti coloro che, nel mondo intero, subiscono la violenza e per coloro che commettono tali atti insensati che sono in antitesi con la pace. Di fronte a una tale assurdità ci viene spontanea, dal cuore, una domanda : “Mio Dio ci hai forse abbandonati?”. La Passione di Cristo, che commemoriamo il Venerdì Santo, ci aiuti a credere che ogni sofferenza trova un’eco nel grido di abbandono di Gesù sulla Croce e la Resurrezione ci fa sperare nell’alba di un mondo migliore. Gli attentati di martedì 22 marzo sono un segnale eloquente che ci invita a raddoppiare il nostro impegno per far trionfare la pace, frutto della solidarietà e della fraternità. Una proposta: trovarci ogni giorno, ovunque siamo, per il TIME-OUT: un minuto di raccoglimento per la pace, a mezzogiorno». Fonte: Focolari Belgio online Leggi anche: Quel martedì a Bruxelles io c’ero (altro…)
Mar 23, 2016 | Focolari nel Mondo
Leggi anche: A Bruxelles, Dio piange con noi Quel martedì a Bruxelles io c’ero (altro…)
Mar 23, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
Di fronte alla situazione sempre più insostenibile di conflitto armato diffuso, ampie frange della società civile continuano a far rumore per frenare l’azione dei governi che sostengono con le loro scelte il traffico delle armi, individuata come una delle cause che impediscono la soluzione dei conflitti. Su questo tema è da tempo impegnato anche il Movimento dei Focolari in Italia, che attraverso la rivista Città Nuova e il Movimento politico per l’Unità, in particolare con le sue scuole di partecipazione politica, continuano a smascherare il coinvolgimento dell’Italia nella produzione bellica. Il Paese, infatti, sede di basi militari strategiche, continua a produrre armi di alta tecnologia che arrivano anche nei Paesi del Medio Oriente, come riportato da Città Nuova. Dai porti della Sardegna transitano bombe destinate all’Arabia Saudita, Paese interessato al conflitto siriano e alla guida di una coalizione impegnata nella guerra in Yemen, con migliaia di vittime, condannata dall’Onu.
Cosa fare allora? Il lavoro di un anno, accompagnato da esperti di geopolitica internazionale, ha portato alla stesura di un appello dalle richieste concrete, presentato ai deputati e senatori disponibili: • Il rispetto della legge 185/90, sul «controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento». In particolare si chiede di interrompere l’esportazione e il transito sul territorio nazionale di armi dirette a Paesi in conflitto o che stanno commettendo gravi violazioni dei diritti umani. • Lo stanziamento di fondi per la riconversione a fini civili dell’industria bellica, con riferimento a quanto stabilito nell’art. 1 comma 3 della legge 185/90. • La trasparenza e il controllo delle transazioni bancarie relative ad importazioni, esportazioni e transito di armamenti. A queste si aggiungono anche la richiesta dell’inserimento nell’agenda politica dei temi dell’integrazione e dell’accoglienza, e dell’investimento di maggiori risorse nella cooperazione internazionale. I giovani promotori dell’incontro del 16 marzo sono ben consapevoli dei poteri in gioco e dell’apparente giudizio, anche benevolo, di ingenuità che accompagna le loro istanze, ma, come dicono, «riteniamo di avere una responsabilità, dovuta proprio agli ideali che ci muovono, e quindi non possiamo tacere né guardare passivi la realtà che ci circonda. Lavoriamo nel nostro quotidiano per costruire la fraternità e da qui partiamo per interpellare i governanti». La riflessione in Parlamento è stata arricchita dal contributo di Pasquale Ferrara, diplomatico e docente universitario di relazioni internazionali, di Shahrzad Houshmand, teologa islamica che insegna alla Pontificia università gregoriana, del direttore di Città Nuova Michele Zanzucchi, e del professor Maurizio Simoncelli, cofondatore dell’Istituto di ricerche internazionali archivio disarmo.
Alle radici c’è la spiritualità di Chiara Lubich, che ancora nella sua Trento ha visto gli orrori della seconda guerra mondiale, e che in tutta la sua vita, attraverso il dialogo con persone di fedi e culture diverse, ha gettato semi di una convivenza pacifica. Chiara, appena 28enne, aveva messo piede nel Parlamento italiano per incontrare Igino Giordani, nel 1948. «L’augurio è che i giovani possano incidere sull’agenda politica, come abitanti del presente e del futuro» dichiara Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’Unità in Italia (MPPU). «I giovani ci pongono delle domande, provocatorie, esigenti, e chi è sul campo politico vuole accoglierle, impegnandosi in prima persona nelle proprie scelte di voto, ma anche avviando una riflessione seria per dare concretezza alle risposte». Per incidere ancor di più sull’agenda politica, l’MPPU Italia ha in programma di organizzare a Montecitorio nei prossimi mesi, un Laboratorio di ascolto reciproco e condivisione sull’appello dei giovani, con la partecipazione di parlamentari, esperti, giovani e rappresentanti del Governo. Leggi anche: Non possiamo tacere davanti alla guerra Costruire la pace, ogni giorno (testo dell’appello) Produzione di armi. Una questione di coscienza Armi, utopia e principio di realtà (altro…)
Mar 22, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
“Il più bello, il più commovente concerto che ho visto”. “La vostra musica fa bene all’anima”. “Non posso più essere indifferente al mondo che mi circonda: devo fare qualcosa”. Con questi e altri accenti, gli spettatori hanno espresso la loro approvazione a “On the other side” (dall’altra parte), l’ultimo concerto della band internazionale Gen Verde, presentato a Hong Kong, Macao e in 4 città di Taiwan (Haulien, Taipei, Kaoshiung e Taichung).
Gen Verde, una band tutta al femminile composta da una ventina di elementi provenienti da 14 Paesi di 4 continenti. Donne che ricoprono tutti i ruoli: autrici, cantanti, musiciste, ballerine, addette alle luci, al mixer audio-video, al management, ecc. Donne che, in teatri e stadi gremiti e carichi di partecipazione, offrono un repertorio intrecciato di storie personali, appelli, evocazioni, col quale dare voce al loro ideale di unità, presentato come elemento base per far camminare l’umanità verso la fraternità universale. Al ritmo di un’avvolgente pop music dai toni più vari, si susseguono i brani, completati da coreografie che ne rafforzano il significato; mentre sullo schermo si accendono le parole-chiave, assemblate da grafica e immagini di grande impatto artistico.
S
arà perché alcuni brani sono stati presentati nelle lingue locali rendendone diretto il messaggio. Sarà ancora perché nei giorni precedenti il concerto, in tre di queste città, con l’appoggio della locale comunità del Focolare hanno coinvolto studenti delle scuole superiori e università nel progetto “Start Now” e col linguaggio universale della musica hanno portato i giovani ad un dialogo oltre le diversità per costruire “insieme” lo spettacolo. Sta di fatto che ad ogni esibizione, la partecipazione e l’entusiasmo sono stati molto vitali. Nel senso che i partecipanti hanno voluto impegnarsi con le artiste nel messaggio da esse lanciato.
I giovani asiatici hanno dimostrato una grande sensibilità nell’accogliere il messaggio del Gen Verde. Anche a questa latitudine si è confermata, l’attesa delle nuove generazioni di voler condividere ciò che vivono, uscendo dagli stereotipi nella ricerca di legami improntati alla fiducia e all’altruismo. “Tanti di loro – racconta un’artista del gruppo – ci confidavano la fatica di vivere in una società competitiva nella quale si è sempre sotto pressione. Nello stesso tempo dimostravano una spiccata sensibilità ai temi dell’ambiente, della pace, della fraternità universale, del dialogo con tutti”. “Ci avete dato coraggio, energia, entusiasmo, speranza”, ha lasciato scritto al Gen Verde uno di questi giovani. E una ragazza: “Dappertutto ci spingono ad essere i primi della classe; da voi abbiamo imparato che dobbiamo seguire la nostra coscienza ed essere veri”. E un imprenditore: “Guardando i giovani questa sera dico: con giovani così Hong Kong è salva!”. Dopo le sanguinose sommosse che pochi giorni prima avevano traumatizzato la città, il concerto aveva riacceso in lui la speranza.
Vivere per un mondo più unito là dove siamo. È questo il messaggio che resta in fondo al cuore di chi si imbatte col Gen Verde, di qualsiasi cultura e credo esso sia. Perché in ciascuno di essi rimane la convinzione che insieme c’è davvero la forza per fare del mondo un posto migliore. Foto galleria Hong Kong Foto galleria Taipei (altro…)
Mar 21, 2016 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo
5.3.2016 – Brescia (Italia) Presso l’Università cattolica, convegno “Paolo VI e Chiara Lubich, la profezia di una Chiesa che si fa dialogo”, organizzato con la collaborazione dell’Istituto Paolo VI in continuità alle ‘Giornate di studio’ tenutesi a Castel Gandolfo nel novembre 2014. Fra i relatori: mons. Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica; Lucia Albignente, responsabile del settore ‘storia’ del Centro Chiara Lubich; d. Angelo Maffeis, presidente dell’Ist. Paolo VI; Franco Monaco, politico e giornalista; Alberto Lo Presti, prof di Teoria politica all’Istituto Universitario Sophia. 6.3.2016 – Vicenza (Italia) ‘Oltre i confini’, convegno interreligioso presso il Centro A. Onisto – Borgo S.Lucia, 51. Parleranno il vescovo emerito di Aleppo mons. Armando Bortolaso, l’imam delle comunità islamiche del Veneto dr. Kamel Layachi e Rita Moussallem del Centro per il dialogo interreligioso dei Focolari. L’evento si concluderà con un flashmob in Piazza dei Signori. 6.3.2016 – Olomouc (Repubblica Ceca) Nella sala dell’arcivescovado si svolgerà un programma culturale dedicato alla figura di Chiara Lubich come tessitrice di pace. Al termine, in cattedrale, l’arcivescovo mons. Jan Graubner celebrerà la S. Messa. 8.3.2916 – Ischia (Italia) All’auditorium polifunzionale dell’isola, dalle 19, 30 serata sul tema Lavoro e dintorni (dignità, legalità, donna, ecc.). Intervengono Patience Mollè Lobè (ingegnere civile del Camerun), Antonio Diana (imprenditore). Modera Carlo Cefaloni (giornalista Città Nuova esperto problematiche del lavoro). 11.3.2016 – Caserta (Italia) Tra musica, testimonianze, teatro, presso la Reggia di Caserta (dalle 19,30) si terrà una riflessione sul pensiero e la vita della Lubich dal titolo: ‘L’attrattiva del tempo moderno’. Con la collaborazione della Diocesi e della Direzione della Reggia. 11-12.3.2016 – Fontem (Camerun) Workshop tematici (musica, disegno, poesia, performances teatrali) su “Chiara e la pace” predisposti per gli alunni delle 20 scuole che hanno aderito al progetto “educazione alla pace”. Premiazione dei migliori lavori e dei più significativi gesti di pace degli stessi studenti, presenti autorità civili, tradizionali e religiose. 11.3.2016 – Rosario (Argentina) Il convegno presso l’Università Cattolica Argentina (UCA) rifletterà sull’apporto del carisma dell’unità all’educazione. Fra gli interventi la prof. Nieves Tapia, coordinatrice del Centro LatinoAmericano per l’apprendimento del Servizio Solidale (CLAYSS). 12.3.2016 – Garden Grove, California (USA) Messa in Christ Cathedral celebrata dal vescovo Kevin William Vann della diocesi di Orange. Nel pomeriggio, presso Academy Gym, convegno sulla multiculturalità cui intervengono rappresentanti di varie etnie e religioni. 12.3.2016 – Caracas (Venezuela) Presentazione della figura di Chiara come costruttrice di dialogo e di pace, insignita del Premio Unesco per la Pace 1996. L’evento si svolge all’Ist. di Teologia per l’Educazione Religiosa (ITER) presenti persone di varie Chiese. 12.3.2016 – Brasilia (Brasile) Presso l’Auditorium dell’UNIP (Università Paulista) alle 15,30 presentazione di Chiara Lubich, premio UNESCO per la Pace 1996. Seguono tre momenti di riflessione: costruire la pace nei rapporti interpersonali, nel dialogo fra chiese e religioni e, in collaborazione con l’Istituto di Migrazione e Diritti Umani (IMDH), con migranti e rifugiati. Come biglietto d’ingresso è richiesto 1 kg di cibo per gli immigrati di Haiti. 12.3.2016 – Todi (Italia) A 10 anni dal conferimento a Chiara Lubich della cittadinanza onoraria, dalle 15,30 nella sala del Consiglio, convegno: “Una economia umanizzata’, che darà modo di riflettere sul progetto Economia di Comunione ideato dalla Lubich. Oltre al sindaco della città, interverranno la presidente della Regione Umbra, il card. Ennio Antonelli, il prof Giuseppe Argiolas e due imprenditori: Andrea Cruciani e Antonio Baldaccini. 12.3.2016 – Sarajevo (Bosnia Erzergovina) La facoltà teologica terrà una Giornata aperta su Chiara Lubich dal titolo: “Il messaggio di dialogo e di pace”. Saranno presenti anche persone di altre confessioni cristiane, di altre fedi, e di convinzioni non religiose. In cattedrale il card. Vinko Pujic, arcivescovo di Sarajevo, presiederà l’Eucaristia. 12.3.2016 – Castel Gandolfo (Roma, Italia) Alla presenza di personalità ecclesiastiche e civili, presso il Centro Mariapoli (Via De La Salle) alle 17,30 si rifletterà sul tema: “La cultura del dialogo come fattore di Pace”. Oltre a numerose testimonianze, prenderà la parola anche la presidente dei Focolari Emmaus Maria Voce. Alle 18,30 seguirà un’ora di concerto della band internazionale Gen Verde. 12.03.2016 – Solingen (Germania) Centro Mariapoli “Zentrum Frieden”: Con il titolo “Vivere insieme in diversità” l’MPPU (Movimento politico per l’unità) tedesco invita ad una tavola rotonda con politici e amministrativi della città. Seguirà il dialogo con i cittadini sul problema dell’integrazione dei profughi. 12.3.2016 – Genova (Italia) In un percorso di approfondimento dell’enciclica ‘Laudato si’, nella sala del Minor Consiglio di palazzo Ducale si tratterà il tema: “Le religioni dialogano per la Pace e per l’Ambiente”. Interverranno Huseim Salah (presidente della Comunità islamica di Genova), Giuseppe Momigliano (Rabbino capo di Genova) Gnanathilaka Mahauswewe (monaco buddista), Andrea Ponta (ingegnere ambientale), Roberto Catalano (centro del Dialogo interreligioso dei Focolari). 12.3.2016 – Manfredonia (Italia) 7^ edizione del ‘Premio Chiara Lubich Manfredonia’. Saranno presenti Vera Baboun, sindaco di Betlemme e Pasquale Ferrara (diplomatico e Segretario generale dell’ist. Universitario europeo di Firenze). Info 12.3.2016 – Milano (Italia) “Me attraverso te”. Titolo questo che sottolinea come il cercare la pace ci porti vicini all’altro e, al tempo stesso, ci renda più vicini a ciò che siamo veramente. L’evento si compone di tre momenti distinti, ciascuno della durata di mezz’ora che si replicheranno in tre luoghi in orari diversi, per dar modo di partecipare a ciascuno dei tre: Basilica di Sant’Ambrogio, Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, Istituto Gonzaga. Info 13.3.2016 – Bujumbura (Burundi) Presso il Liceo Scheppen de Nayakabiga, dialogo sul tema: “Misericordiosi come il Padre celeste, costruttori di pace”. Fra i relatori l’arcivescovo di Bujumbura mons. Evariste Ngoyagoye. 13.3.2016 – Vung Tau (Vietnam) Nel corso del convegno annuale dei Focolari in Vietnam (la Mariapoli), alla presenza del vescovo mons Joseph Tran Văn Toan, che presiederà la celebrazione eucaristica, presentazione del documentario su Chiara Lubich “Storia, carisma, cultura”. 13.3.2016 – Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) Nell’Aula Magna dell’Università cattolica, alla presenza di personalità religiose (anche di altre Chiese e di altre fedi), del mondo accademico e di quello diplomatico, si parlerà di Chiara come donna di Pace. Interverrà il rappresentante UNESCO nella Repubblica Democratica del Congo. 13.3.2016 – Kikwit (Repubblica Democratica del Congo) Il sindaco della città aprirà l’evento presso la Scuola dei Gesuiti dove, presenti autorità civili e religiose, si rifletterà sul tema della Pace alla luce del carisma dell’unità. Lo stesso cliché sarà tenuto lo stesso giorno a Goma, Lubumbashi e in altre 16 cittadine della Repubblica Democratica del Congo. 13.3.2016 – San Salvador (El Salvador) Dalle 9 alle 12, tavola rotonda presso l’Università F. Gavidia (auditorium Edificio E) su “La pace che nasce dal dialogo”. 13.3.2016 – Lisbona (Portogallo) Presso il Centro Cultural Franciscano, tavola rotonda su ‘Chiara e la pace’ con membri della Commissione nazionale Giustizia e Pace (dr. Pedro Vaz Patto, presidente; dott.ssa Graça Franco e António Marujo giornalisti). 13.3.2016 – Melbourne (Australia) “Costruire la pace nel proprio ambiente” è il filo conduttore della celebrazione che si svolgerà al Centro Mariapoli con testimonianze di accoglienza ai rifugiati. Presentazione del documentario di Mark Ruse: “Politics for unity: making a world of difference”, presenti il vicario generale dell’arcidiocesi mons. Greg Bennet e leaders dei Movimenti ecclesiali che operano in Australia. 14.3.2016 – Verona (Italia) Al palazzo Gran Guardia assegnazione del “Premio Fraternità Chiara Lubich per una cultura di pace”, presenti Sharharzad Houshmand (teologa musulmana) Giuseppe Milan (docente Università di Padova), Aurora Nicosia (giornalista). 14.3.2016 – Houston, Texas (USA) “Unità nella diversità”. È questo il titolo della conferenza interreligiosa che si terrà alle 19 presso l’Università di St. Thomas, preceduta dalla celebrazione nella cappella di S. Basilio della Messa cattolica celebrata dall’Arcivescovo di Galveston-Houston, mons. Fiorenza. Fra i relatori, oltre all’arcivescovo, l’imam Qasin Ahmed (Istituto Islamico), il rabbino Steve Morgen (Congregazione Beth Yeshurum), Therese Lee (Focolari). Info 14.3.2016 – Manila (Filippine) Nel quadro delle celebrazioni del 50° dell’arrivo dei Focolari in Asia, presso l’Università De La Salle, simposio sul tema: “Il carisma dell’unità un’eredità senza tempo”. Numerose personalità religiose e civili condurranno la riflessione sul contributo di Chiara Lubich all’unità tra le Chiese, tra le religioni e nel sociale, e sulla reciprocità evangelica, caratteristico stile di vita che crea brani di fraternità. 14.3.2016 – Roma – Santuario Divino Amore Ore 18,30 Santa Messa celebrata dal card. João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per la vita consacrata. Info 14.3.2016 – Trento (Italia) Presso la Fondazione Demarchi, presentazione del libro di I. Pedrini: “L’altro Novecento: nella testimonianza di Duccia Calderari”. La biografia di Duccia, una delle prime testimoni accanto alla Lubich nella nascita dei Focolari, darà modo ai relatori: Monica Ronchini ricercatrice, Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo storico del Trentino, Lucia Fronza Crepaz, ex parlamentare, di soffermarsi sulla figura di Chiara come costruttrice di pace. 14.3.2916 – L’Avana (Cuba) Presso il Centro culturale Fray Bartolomé de las Casas, presentazione della figura di Chiara in relazione alla pace, presente il nunzio apostolico Mons. Giorgio Lingua. Segue concerto del Gruppo di Musica Antica ‘Ars Longa’. 16.3.2016 – Roma – Camera dei deputati Presentazione di un manifesto con proposte concrete per la pace, il disarmo e la riconversione industriale. A ricevere in Parlamento i Giovani per un Mondo Unito, che insieme al Movimento Politico per l’Unità e le Scuole di partecipazione hanno promosso l’iniziativa, oltre a diversi parlamentari ci saranno la presidente della Camera Boldrini e il ministro degli Esteri Gentiloni. 16.3.2016 – Siviglia (Spagna) Presso il Seminario Metropolitano, il prof Manuel Palma, vice direttore del centro Studi Teologici di Siviglia, parlerà di Gesù principe della pace nella spiritualità di Chiara Lubich. Seguirà un excursus sulla pace nell’Islam tenuto dall’Imam Allah Bashar della moschea del re Abdul Aziz Al Saud di Marbella, Malaga), che parlerà anche del suo rapporto con la Lubich. 18-20.3.2016 –Milano – Fieramilanocity All’interno della fiera internazionale, spazio espositivo del progetto Economia di Comunione nel quale, in modi diversi, verrà presentato il messaggio di pace che la Lubich ancora oggi dà al mondo. Info 19.3.2016 – Perth (Australia) Nella Piazza di Northbridge, screening di un video clip sulla Pace realizzato dai giovani e raccolta firme per l’appello #Signup4peace. Programmi di animazione anche per i più piccoli. Sarà presente il vescovo ausiliare di Perth, Mons. Donald George Sproxton (altro…)
Mar 21, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Da oltre 40 anni – si presenta Livio della provincia di Cuneo (Italia) – porto avanti l’azienda di famiglia, alla cui guida ci sono anche mia moglie, i nostri 4 figli e, dall’estero, mia sorella. Insieme a 28 dipendenti ci occupiamo di trattamenti galvanici su manubri, serbatoi, marmitte per moto, parti di automobili, attrezzature per fitness, ecc. Un rivestimento che serve per l’estetica ma soprattutto per la resistenza alla corrosione. Da alcuni anni cerchiamo di attuare come azienda i principi dell’Economia di Comunione, un progetto che coniuga la necessità di generare profitto all’aspirazione di aiutare chi è nel bisogno, mettendo al centro la persona. E questo con i dipendenti, tra soci, con i clienti, i fornitori e anche con i concorrenti. Ad un lungo periodo di pressoché costante sviluppo, inaspettata sopraggiunge la grave crisi che tuttora coinvolge tante aziende come la nostra. Naturalmente non vogliamo darci per vinti e continuiamo a fare fino in fondo la nostra parte per cercare di acquisire nuove clientele. Senza mai smettere di credere in questo nuovo modo di intendere l’economia.
Nel 2014 sono nostri ospiti, quali potenziali clienti, tre esponenti di un importante gruppo automobilistico tedesco. Dopo la presentazione tecnica dell’azienda a cura dei figli e altri collaboratori, vedendo che i visitatori sono ben impressionati ed incuriositi, parliamo dell’Economia di Comunione e del suo sviluppo nel mondo. Raccontiamo loro anche della nascita in Europa di AIEC ed in Italia di AIPEC (di cui sono presidente): due associazioni di imprenditori che nel fare impresa si ispirano alla “cultura del dare”. Alla fine, nel proporci un’interessante commessa, che dura tuttora, dichiarano: “Siamo sorpresi nel constatare che, nonostante la vostra realtà produttiva abbia forze limitate, siate riusciti a realizzare un processo galvanico di per sé molto complesso”. A fare la differenza saranno sì i sistemi di lavorazione che in tanti anni di serio lavoro siamo riusciti a mettere a punto, ma anche il racconto di alcune esperienze fra cui l’assunzione, in un momento di poco lavoro, di alcuni immigrati e di due giovani che per motivi diversi attraversavano serie difficoltà e dell’impegno di tutti noi a vivere con loro rapporti di fraternità anche fuori l’orario di lavoro. Altro fattore di differenza pensiamo sia anche il nostro “privilegiare i rapporti” nel sano distacco dal voler fare business a tutti i costi».
«Sono amministratrice di un’azienda di lavorazione meccanica – incalza Enrica di Torino (Italia) –. Anche noi abbiamo 28 dipendenti. Mio padre, col quale ben presto ho cominciato a collaborare, mi ha trasmesso i valori della condivisone e dello spirito di sacrificio; e l’impegno a migliorarsi sempre. Nel 2000 le commesse si sono ridotte al minimo, ma non è stato licenziato nessuno e a Natale, per mancanza di liquidità, si è deciso di pagare le tredicesime con le nostre disponibilità personali. Nel 2003 ecco un lavoro estero importante. Con mio padre ci buttiamo con coraggio, coinvolgendo e responsabilizzando tutti i dipendenti. Si lavora molto per ottenere la fiducia di banche, fornitori, clienti e la compattezza dell’organico è la carta vincente. Tre mesi dopo, veniamo travolti dalla grande crisi e dalla malattia di mio padre. Grazie a Dio posso contare sull’aiuto di molti e dopo un anno e mezzo di Cassa Integrazione, tutti i dipendenti rientrano in azienda. Ma sono stanca ed oppressa da tutto ciò.
È a questo punto che vengo a sapere di AIPEC, costituita appunto nel 2012, e di questi imprenditori che sento vicini perché al proprio modo di lavorare vogliono porre come valore aggiunto la “cultura del dare”. Inizio così a partecipare ai loro incontri, confrontandomi con loro e con varie categorie sociali. Mi sento accolta, incoraggiata, consigliata, fino ad accettare, recentemente, un incarico nel direttivo AIPEC. Insieme agli altri eletti, scopro sempre più la bellezza e la responsabilità di portare avanti un’azienda nella quale lavorare al massimo per mantenere una stabilità economica e nello stesso tempo condividere rapporti, mettersi in ascolto, dare un aiuto concreto. Perché il dono porta frutto ed è frutto che rimane». (altro…)
Mar 20, 2016 | Cultura
Para Chiara Lubich la oración es una expresión de la unión con Dios y al mismo tiempo un camino para alcanzarla. Se alimenta del amor al prójimo y al mismo tiempo, lo motiva. Este aspecto de la vida espiritual también está dentro del carisma de la unidad; en él encuentra su genuina expresión y sus características más originales. Fuera de este contexto podría ser mal interpretado. La enseñanza de Chiara sobre la oración ya fue sintetizada en el libro Rezar como ángeles. Ella también ofreció una clara exposición en sus temas sobre launión con Dios. Este libro pretende ser, simplemente, una mirada sobre cómo rezaba Chiara. Después de una breve introducción sobre la oración en general (I), se ofrece una mirada sobre la oración en la vida de Chiara (II) seguido de una entrevista sobre el tema a Eli Folonari (III). Luego, hay una selección de pensamientos de Chiara sobre la oración (IV) y se concluye con algunas oraciones escritas por ella (V). Se trata apenas de una pequeñísima contribución que, esperamos, suscite el deseo de una profundización posterior y, sobre todo, de imitar a Chiara en su oración. Datos del autor: Fabio Ciardi (1948) es sacerdote de los Misioneros Oblatos de María Inmaculada y es profesor ordinario en el Instituto de Teología de la vida consagrada Claretianum, de Roma. Ha publicado diversos libros en Ciudad Nueva y es el compilador de numerosos textos de Chiara Lubich publicados también en nuestra editorial. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires