Ott 19, 2015 | Focolari nel Mondo
Questo il titolo del 9° Forum dei giovani dell’UNESCO che precederà la Conferenza Generale dell’UNESCO. Anche Nancy Nanjala (Kenya) e Danilo Gomes (Brasile) saranno presenti al Forum in rappresentanza dei giovani di New Humanity, Ong che rappresenta il Movimento dei Focolari nelle organizzazioni internazionali. L’evento si svolgerà a Parigi, presso la sede dell’UNESCO, dal 26 al 28 ottobre 2015. (altro…)
Ott 19, 2015 | Focolari nel Mondo
Il premio, assegnato dalla Schengen Peace Foundation, era stato attribuito a New Humanity – Ong che rappresenta il Movimento dei Focolari nelle organizzazioni internazionali – in occasione del Forum mondiale dei giovani per la pace che le due organizzazioni avevano collaborato ad organizzare insieme al Rowad American College lo scorso maggio al Cairo, parte del progetto Living Peace che coinvolge oltre 80 mila studenti e 200 scuole in tutto il mondo nel progettare ed implementare azioni di educazione alla pace. «Dopo essere rimasti così colpiti dallo straordinario lavoro volontario di tanti giovani membri del Movimento dei Focolari – ha scritto il presidente del Forum e della fondazione, Dominicus Rhode – abbiamo spontaneamente deciso di assegnare il Luxembourg Peace Prize 2015 a New Humanity». «È una grande gioia per noi, perché questa è la ragione per cui New Humanity è nata – ha affermato il presidente dell’organizzazione, Marco Desalvo, nel ritirare il premio -: contribuire alla creazione dell’unità della famiglia umana, rispettando l’identità di tutti, e promuovendo uno spirito universale di fraternità. Questo è un riconoscimento per il quale siamo grati, ma soprattutto un incoraggiamento a proseguire il nostro lavoro». Nel presentare l’attività di New Humanity in zone «calde» come la Siria e il Medio Oriente, ma anche in tutta Europa, Desalvo – insieme alla vicepresidente Cecilia Landucci e alla rappresentante dei giovani, Anita Martinez – ha inoltre annunciato il lancio di una raccolta firme per una petizione da portare ai leader internazionali, fino alle Nazioni Unite: «In questo appello – ha precisato – chiediamo a tutti i governi di combattere la povertà estrema con un rinnovato impegno a ridurre le disuguaglianze, continuare gli sforzi per garantire a tutti l’istruzione di base, ridurre la spesa pubblica per gli armamenti così da liberare risorse per lo sviluppo, rivedere gli attuali sistemi di governo nel senso di un maggior controllo democratico delle politiche economiche e monetarie, e adottare nuovi sistemi di applicazione della legge per combattere la criminalità organizzata».
Il Forum Mondiale dei giovani per la Pace, all’interno del quale è stato consegnato il premio, è come una piattaforma a livello mondiale per migliorare lo scambio di buone pratiche tra associazioni e individui attivi nel settore della pace e riunisce un gran numero di professionisti di tutte le provenienze e da tutti gli angoli della Terra, che condividono la loro esperienza. Vari interventi intendevano rendere evidente come cercare alternative pacifiche ai conflitti hanno sempre risultati più efficaci, a tutti i livelli e sotto tutti i punti di vista, che le soluzioni di guerra. Sono anche state presentate testimonianze di rifugiati Siriani e di altri Paesi, di chi li ha accolti, e di altri che stanno portando il loro contributo, medico, artistico, spirituale per la pace. Il prossimo Forum si terrà a Florianopolis (Brasile) nel settembre 2016, e già è partito il lavoro di preparazione; un lavoro che è però il punto di arrivo di quello che è l’impegno nel quotidiano, come sottolineano le numerose impressioni e testimonianze raccolte dalle persone coinvolte. Una donna siriana, ad esempio, alla domanda su cosa direbbe agli amici dei Focolari che sono rimasti ad Aleppo, Damasco ed altre località della Siria, risponde: «La vita è preziosa. Se loro sono ancora in Siria, vuol dire che hanno ancora un dovere e un messaggio da portare lì. Chi attraversa ed esce dalla Siria, ha da continuare a lavorare, nello spirito di chi non può lasciare il Paese. Prego Dio continuamente di fermare la guerra e di salvarci da questa tragedia, per poter vivere in pace». (altro…)
Ott 18, 2015 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo
«L’inculturazione è un’esigenza intrinseca del cristianesimo. Si tratta di processi difficili e complessi che hanno bisogno di tempo. Le persone stesse del posto sono particolarmente importanti. Vivendo con autenticità il Vangelo, esse che hanno già profondamente dentro la propria cultura, faranno quelle sintesi che poi doneranno agli altri, attraverso i costumi, le manifestazioni artistiche, le strutture del proprio popolo. Sono totalmente persuaso che la cosa importante sia Dio stesso. Ciò non significa, ovviamente, che si possa rimanere inattivi o indifferenti. Anche noi stiamo raccogliendo ad esempio, i proverbi africani o di altri popoli; pubblichiamo libri sulle grandi religioni nella nostra editrice; Chiara [Lubich] ha avviato in Africa una scuola sull’inculturazione e in seguito, ne ha fatto nascere un’altra nell’America Latina… Ma se uno pensasse che basti studiare le varie culture per poi fare il ciak con il Vangelo, percorrerebbe una strada sbagliata. Bisogna portare Dio, Lui è aperto e pienamente “interessato” a ciò che Egli stesso ha creato e sarà Lui a fare l’inculturazione. Naturalmente ci sono tante forme d’inculturazione, tanti tentativi che vanno incoraggiati e benedetti, però la vera inculturazione la fa Dio solo. Il contributo più alto che noi possiamo dare è quello di amare. Se ciascuno dona se stesso, perdendo il proprio io nell’altro ed accogliendo l’altro in sé, allora fiorisce in modo più bello e completo la personalità di ognuno. Così è tra i popoli: se si sa “perdere” la propria cultura per amore, aprendoci a Dio nel prossimo, “si salverà” il meglio di ogni cultura ed emergeranno e si arricchiranno non soltanto le qualità spirituali, ma anche quelle umane, culturali, etniche di ognuno di essi. All’inizio il cammino sarà lento, ma una volta trovata la strada certamente vi sarà un’accelerazione con grandi frutti». Pasquale Foresi Tratto da: Pasquale Foresi, Colloqui, Città Nuova Editrice 2009, pag.133-136. Raccolta di risposte date ai membri del Movimento dei Focolari tra gli anni 1990/98 (altro…)
Ott 17, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo
«Non sono mancati in questi anni, studi ed approfondimenti sia su Paolo VI, il “timoniere del Vaticano II”, che sulla Fondatrice dei Focolari. Ma non era ancora venuto il momento per approfondire l’intreccio provvidenziale dei rapporti intercorsi tra Giovanni Battista Montini e Chiara Lubich che risalgono, appunto, a quel periodo. Un Papa e una laica, una donna: cosa potevano avere in comune? La storia non finisce mai di sorprendere. E col concorso del lavoro svolto in comune dall’Istituto Paolo VI e dal Centro Chiara Lubich sono scaturite le due giornate di studio del 7/8 novembre 2014, che avevano come argomento Paolo VI e Chiara Lubich. La profezia di una Chiesa che si fa dialogo. In questo modo si è giunti all’attesa pubblicazione. Il libro, uscito alle stampe nel luglio 2015, ripercorre quelle giornate, che hanno permesso di conoscere, sotto prospettive di ambito storico, sociale, ecclesiale, ecumenico e teologico, il rapporto iniziato nel 1952 tra l’allora sostituto della Segreteria di Stato mons. Montini e Chiara Lubich, fino alla morte di Paolo VI nel 1978. Il percorso ha toccato periodi importanti sia per la Chiesa sia per il Movimento dei Focolari con la spinta carismatica che lo contraddistingueva fin dai primi passi compiuti nella città di Trento. Dalla verifica degli anni ‘50 sono emersi i forti dubbi dell’autorità ecclesiastica nei confronti della novità costituita dal Movimento ed il loro superamento all’inizio degli anni ‘60 con le prime approvazioni. Qui Paolo VI ha avuto un ruolo fondamentale con il suo impegno personale nella progressiva configurazione giuridica e istituzionale del Movimento. Un argomento ancora poco conosciuto, ma di grande interesse, è legato alla presenza dei Focolari nei Paesi dell’Europa dell’Est, fin dai primi anni ‘60, in piena Guerra Fredda, assieme all’intensificarsi di importanti contatti in campo ecumenico realizzatisi nello stesso periodo. Quanto esposto, è stato ampiamente documentato da una folta corrispondenza epistolare tra Chiara e Paolo VI e da quanto la Lubich ha scritto nel suo diario in seguito alle udienze private con papa Montini. Accanto a queste due figure è venuto in evidenza anche il ruolo di Igino Giordani, amico personale di Paolo VI il quale, ancora giovane monsignore a Roma, soleva frequentare la casa dell’allora bibliotecario del vaticano, futuro membro della Costituente e cofondatore del Movimento dei Focolari a fianco di Chiara Lubich. Maria Voce, presidente dei Focolari, ha evidenziato che «c’è una consonanza profonda che si rivela in modo speciale nella finissima capacità spirituale di Paolo VI nel cogliere nel carisma donato da Dio a Chiara Lubich l’agire dello Spirito Santo nel momento cruciale della celebrazione del Concilio Vaticano II che si apre al dialogo a 360°. Incontrando Chiara, egli ascolta, valorizza, incoraggia. Colpito nel 1964 dal carattere ecumenico del Movimento, esorta: “Come Lei ha aperto un dialogo con i cristiani non cattolici, così faccia anche con chi non ha fede”». «È una storia – nota Don Angelo Maffeis, presidente dell´Istituto Paolo VI – i cui inizi risalgono a ben prima della stagione del Vaticano II e che merita di essere ricostruita per illuminare il retroterra di contatti personali e di esperienze ecclesiali che ha gradualmente fatto maturare gli orientamenti proposti da Paolo VI nel corso del pontificato». Gli altri contributi – Andrea Riccardi, Alberto Monticone, Lucia Abignente, Paolo Siniscalco, Joan Patricia Back, Alberto Lo Presti, Adriana Cosseddu e Piero Coda – hanno illuminato sotto vari aspetti «la grandezza della profezia di una Chiesa che si fa dialogo». Due carismi si sono incontrati, si sono riconosciuti ed hanno lavorato insieme per rendere la Chiesa “casa di comunione”, e per ciò in dialogo col mondo. Il volume Paolo VI e Chiara Lubich. La profezia di una Chiesa che si fa dialogo è curato da Paolo Siniscalco e Xenio Toscani ed è edito da “Studium”». Caterina Ruggiu (altro…)
Ott 16, 2015 | Chiesa, Famiglie, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sono sposati da 23 anni e hanno due figli adolescenti. Formati nella fede dalle famiglie di origine con solide basi cristiane, si sono conosciuti in quartiere della periferia di Bogotà dove con altri giovani si spendevano per l’impegno sociale: «Lì giocavamo con i bambini, insegnavamo agli adulti a leggere, offrivamo gratuitamente servizi medici e dentistici». Si tratta di Los Chircales, quartiere dove adesso ha sede il Centro sociale Unidad, animato dal Movimento dei Focolari di cui anche i Rojas fanno parte: «Gli ostacoli non sono mancati – afferma la coppia colombiana che è intervenuta con una testimonianza al Sinodo sulla famiglia – a cominciare dalla preoccupazione personale e dalla paura di andare in questi quartieri e ambienti così degradati. Ma la volontà di servire questi fratelli è stata più forte delle nostre fragilità».
«Ci siamo sposati – dicono ripercorrendo tratti della loro storia – e molto presto la grazia del sacramento si è manifestata». Caratteri molto diversi: Luis, “un tipo tranquillo”, Maria Angélica “un vulcano”. «Sapevamo che l’amore umano svanisce facilmente: gli anni passano e l’incanto iniziale diminuisce. Per questo era importante irrobustirci nutrendo il nostro amore con l’amore di Dio che ci insegnava ad amare nelle piccole cose di ogni giorno». «Per me significava non aspettare sempre di essere servito – confessa Luis – ma piuttosto aiutare a lavare i piatti o ascoltare con attenzione quando lei voleva raccontarmi qualcosa. Da parte sua M. Angelica vedeva con me le gare della Formula 1…». «Abbiamo sperimentato che nutrendoci dell’Eucaristia, avvicinandoci al sacramento della confessione e stando in questo atteggiamento di amore reciproco, Gesù si fa presente in mezzo a noi e abbiamo così la luce per educare e correggere i nostri figli, come pure la forza di affrontare le difficoltà che si presentano». «Poco tempo fa abbiamo avuto una forte discussione e l’unità fra noi è andata in frantumi. Quella sera ci siamo addormentati senza chiederci scusa», una delle tre parole che per papa Francesco non possono mancare nella vita di coppia: «Ho telefonato il giorno dopo a Lucho – racconta Maria Angélica – e gli ho chiesto scusa per avergli risposto male. È stata l’occasione per aprire un dialogo profondo fra di noi. Certamente siamo fragili, ma proprio per questo vogliamo impegnarci a ricominciare ad amare ogni volta che ci sbagliamo». Insieme ai vescovi e ai sacerdoti di alcune città della Colombia, con altre famiglie e giovani, hanno organizzato una serie di visite ad alcune comunità povere: «L’idea era di condividere le nostre esperienze e offrire una certa formazione in famiglia. Alcune di queste coppie ci hanno confidato il loro desiderio di accostarsi al sacramento del matrimonio».

Intervista con Rome Reports (inglese)
«Nell’accompagnamento alle coppie di fidanzati fatto di condivisione delle reciproche storie, del vivere insieme anniversari e momenti conviviali, dell’ascolto di interrogativi o timori, vediamo che questa vicinanza stimola non pochi giovani a prendere coraggiosamente la decisione di scegliere Dio come centro della propria vita, a vivere aspetti come la castità nel rapporto di coppia, a rendersi utili agli altri in necessità, dedicando tempo ed energie». «La nostra esperienza – concludono – ci porta a confermare che come è la famiglia, così sarà la società. Sappiamo che le famiglie sono chiamate a cose grandi, per questo ogni giorno chiediamo alla Sacra Famiglia la grazia di restare fedeli all’amore, per essere costruttori di una società più umana e al tempo stesso più divina. Sogniamo che, con il contributo di tutti, l’umanità si trasformi realmente in una famiglia». (altro…)
Ott 15, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Siamo dolorosamente colpiti e seguiamo con profonda preoccupazione quanto sta avvenendo in Siria, in Iraq, a Gerusalemme e in Cisgiordania, dove assistiamo ad una escalation della violenza che coinvolge civili innocenti e continua ad alimentare una crisi umanitaria di enormi proporzioni. La guerra porta distruzione e moltiplica le sofferenze delle popolazioni», aveva detto Francesco lo scorso 9 ottobre durante i lavori del Sinodo sulla famiglia. «Grazie per le vostre preghiere per la situazione dolorosa che stiamo vivendo in Terra Santa», scrive la comunità dei Focolari sul posto. «L’odio chiama la violenza e la violenza ancora altro odio moltiplicato… così si crea un circolo vizioso che non sa fermarsi. La situazione è quella che i media trasmettono ogni giorno. I nostri delle due parti, come tanta altra gente, sono rattristati e si sentono impotenti davanti al male. Cerchiamo di essere prudenti nel muoverci, moltiplichiamo le nostre preghiere, ci impegniamo a seminare amore attorno a noi con un sorriso o un atto gentile… ». «Continuiamo a pregare e costruire la pace – concludono – sperando che il desiderio di riconciliazione prevalga». (altro…)
Ott 15, 2015 | Focolari nel Mondo
https://www.youtube.com/watch?v=jzQhcqVjfD4&feature=youtu.be (altro…)
Ott 14, 2015 | Focolari nel Mondo
Il 5 settembre il Gen Rosso International Performing Arts Group ha iniziato la tournee con la Fazenda da Esperança che celebra in 6 città diverse l’approvazione definitiva dell’opera di Frei Hans, Nelson, Lucy e Iraçi chiamata Familia da Esperança. Prima tappa: Palmas, al centro geografico del Brasile, città di recente formazione e capitale del nuovo stato di Tocantins. 9 workshops (scenografia, teatro, musica, hip-hop gang, hip hop combination, Festao, strong moves, percussioni e broadway) e 2 serate con un totale di 2300 persone, presenti anche la TV Globo (Nazionale), il Direttore della TV Anhaguera, il Direttore del Giornale locale, il Prefetto, l’Arcivescovo e 2 vescovi. Seconda tappa dal 14 al 20 settembre : Caxias nello stato di Maranão con attività in prevalenza agricole. Terza tappa a Manaus (21-25 settembre) poi Garanhuns nello Stato del Pernambuco. E in ottobre a Casca nello Stato del Rio Grande do Sul, fino al 17 e, di seguito a Guaratinguetá nello stato di San Paolo e a Guarapuava nello Stato del Paraná. Tappe del TOUR in Brasile Facebook (altro…)
Ott 14, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Il Nobel 2015 assegnato ad Angus Deaton per i suoi studi sullo sviluppo economico, sul benessere, sulla diseguaglianza, sui consumi e sulle determinanti della povertà è un segnale molto importante: dopo alcuni anni in cui, in piena crisi finanziaria, Stoccolma ed i suoi consulenti continuavano a premiare gli economisti che avevano studiato e promosso l’economia e la finanza e avevano contribuito a generare la crisi, col Nobel a Deaton si torna a premiare, nel luogo più importante per la scienza contemporanea, scienziati sociali a tutto tondo, continuatori della scienza politica o civile che è all’origine dell’economia moderna. La politica di Stoccolma è stata alquanto bizzarra negli ultimi anni: dal 2010 al 2013, mentre il capitalismo stava rischiando di implodere sotto una crisi finanziaria mai conosciuta prima di allora, i Nobel per l’Economia sono stati assegnati ad alcuni economisti tra i maggiori teorici di quel paradigma economico e finanziario che stava mostrando tutti i suoi drammatici limiti. Come se, durante un’estate con il più alto numero di incendi dolosi mai registrati, venissero assegnati premi a coloro che studiano tecniche sofisticate di accensione avanzata di incendi. Ecco perché questo Nobel e anche, in misura diversa, quello dello scorso anno assegnato al francese Jean Tirole potrebbero indicare una prima inversione di tendenza essendo Deaton molto più simile a premi Nobel come Amartya Sen, Joseph E. Stiglitz, Elinor Ostrom che ai più recenti Eugene Fama e Lloyd Stowell Shapley. Non dobbiamo dimenticare che la crisi finanziaria ed economica che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo non è indipendente dalle teorie economiche degli ultimi decenni, perché a differenza degli astrofisici le cui teorie non modificano le orbite dei pianeti, gli economisti e le loro le teorie condizionano fortemente le scelte economiche. Negli ultimi anni i migliori dipartimenti di economia del mondo si sono riempiti di economisti sempre più matematici, con una formazione umanistica sempre più scarsa, espertissimi di modelli iper-specializzati e non più capaci in massima parte di avere una visione di insieme del sistema economico, e quindi di associare i loro modelli con la realtà economica e sociale. Inoltre il premio a Deaton che fa seguito a quello dato a Tirole, potrebbe indicare un ritorno di una teoria economica più europea, più attenta alla dimensione sociale della professione, una maggiore sensibilità per i temi del benessere collettivo e non solo dei profitti e delle rendite individuali. Questa possibile alba troverà però il suo mezzodì se i prossimi Nobel vedranno più economisti filosofi e meno economisti matematici, come scriveva già nel 1991 l’economista inglese Robert Sugden: “L’economista oggi deve tornare a essere più filosofo e meno matematico”. Un invito che allora non fu raccolto dalla professione, ma forse siamo ancora in tempo. Angus Deaton poi è ancora un economista che sa scrivere libri, non solo articoli matematici. Consiglio a tutti il suo ultimo libro “La grande fuga”, nel quale il neo laureato Nobel si domanda, da autentico scienziato sociale e legittimo erede del suo compatriota Adam Smith (filosofo ed economista) se l’umanità potrà conoscere in futuro una stagione di progresso senza disuguaglianza, una domanda fondamentale quando oggi il prezzo del progresso lo stiamo pagando con una crescente disuguaglianza nel mondo e una diminuzione di felicità. L’economia potrà tornare ad essere una scienza morale amica della società se tornerà a porsi questa e simili domande, abbandonate troppo velocemente per rispondere ad altre domande molto più facili e molto meno utili al progresso umano». Luigino Bruni www.edc-online.org (altro…)
Ott 14, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
https://vimeo.com/140569851 (altro…)