Ago 11, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Anche alcuni monaci buddhisti che frequentano il Focolare la conoscevano bene. Benedetta era una donna che si lasciava avvicinare e conoscere, senza timore e con delicatezza. Sapeva accoglierti e da lei potevi andare in qualsiasi momento. Un problema, grande o piccolo, una necessità urgente, una cosa bella da condividere: lei non si scandalizzava di nulla, conosceva bene l’animo degli uomini e delle donne e li sapeva amare. Un vescovo una volta disse di Suor Benedetta che era “una suora d’oro e d’argento” per tutto il denaro che sapeva trovare per i poveri. Andando all’estremo nord della Thailandia era d’obbligo passare da lei e ‘chiacchierare’ un po’, come diceva lei. Gioiva di tutte le notizie della ‘sua grande famiglia’, come amava chiamare il Movimento, e ridonava questa vita a tante altre persone. Magari poi trovavamo in una delle Mariapoli estive persone a cui lei aveva parlato dello spirito dell’unità, oppure qualcuno che passava in focolare a trovarci perché ne aveva sentito parlare da Sister Bene. Insomma, Benedetta era una vera ‘madre spirituale’ che ha donato tanta vita soprannaturale a tanta gente presente al suo funerale, partecipato da vescovi, sacerdoti e da un foltissimo ‘popolo di Dio’ che ha riempito all’inverosimile la chiesetta di Wien Pa Pao, col convento adiacente, dove lei abitava.
Sister Bene, al secolo Benedetta Carnovali, classe 1925, è stata una colonna per il Movimento: tanti dei membri che compongono oggi la comunità dei Focolari in Thailandia sono stati avvicinati personalmente da lei (anche buddhisti). ‘Una vera suora di Maria Bambina ed una vera focolarina’, come è stata definita da qualcuno: una suora ‘fuori dal comune’, sempre di corsa per portare qualcosa a qualcuno e al tempo stesso ‘ferma’ ad amare personalmente chi incontrava. Un’amica che ti chiamava per farti gli auguri d’onomastico, anche se ogni anno la sua voce si faceva sempre più flebile, ma non la sua forza interiore. Avvicinandola non si aveva mai l’impressione di disturbarla: sembrava che aspettasse solo te e non avesse altro da fare. E non era così, a giudicare, per esempio, da tutte le adozioni ‘a distanza’ che portava avanti personalmente, fino ai suoi ultimi giorni. Sister Bene, ha conosciuto la spiritualità dell’unità da un religioso, nel 1963, e da quel momento ha dato la sua vita affinché tanti, in Myanmar, dove era in quel periodo, e poi in Thailandia (dopo che tutti i religiosi furono espulsi dal regime), potessero conoscere ed iniziare a vivere questa via dell’unità. Trasferitasi poi in Thailandia, ha continuato ed approfondito la sua amicizia con i Focolari. Quando aveva, raramente, l’occasione di poter passare qualche giorno con noi, si nutriva avidamente dei discorsi di Chiara Lubich. Come tutti coloro che realmente seguono Dio, Suor Benedetta ha incontrato anche lei la sua notte, ‘la tempesta’ nel seguire Gesù e l’ha affrontata da vera discepola di Gesù, con una carità eroica. Profondamente unita con Vale Ronchetti, una delle prime focolarine, è andata avanti, in mezzo a molte incomprensioni: “Com’è possibile che una suora faccia parte di un movimento laico?”, si è spesso sentita chiedere; e ad altre piccole e grandi ‘persecuzioni’ umanamente assurde. Eppure, sicuramente e misteriosamente, Dio si è servito anche di queste per rendere Suor Benedetta sempre più suora, sempre più ‘figlia spirituale di Chiara’ (come lei diceva spesso) e quell’apostola dell’unità che non ha pari nel sud est asiatico a giudicare dai frutti che ha portato. Ci lascia un’eredità di carità, di dolcezza, di tenerezza e di grande forza, d’amore e di servizio agli ultimi: alla gente della tribù Akha, per esempio. Ci lascia quel sorriso tipico di chi sperimenta che è possibile trasformare il dolore in Amore e ne fa il suo motivo di vita. Suor Benedetta è ‘volata’ in cielo all’età di 90 anni, dopo aver ascoltato la canzone che lei amava tanto: ‘Solo grazie’; è morta consumata ma serena, come aveva sempre vissuto; nella pace perché certa, che ‘quelle braccia’ che l’hanno accolta fin da bambina (lei era orfana dei genitori) e portata avanti nella sua vita di religiosa, la stavano aspettando per l’ultimo abbraccio e l’ultimo tratto di viaggio: il più importante. Una donna meravigliosa, insomma, che testimonia che anche oggi ci si può far santi. Luigi Butori (altro…)
Ago 10, 2015 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Giovani di 5 religioni e di varie denominazioni cristiane, appositamente selezionati come leader emergenti in campo ambientale, si sono dati appuntamento alla cittadella Luminosa dei Focolari (Stato di New York-USA) per riflettere sulla salvaguardia del pianeta inteso come casa comune. Guidati dalle idealità di Religions for Peace (RFP) e dei Focolari, il Teach-in è iniziato con un’analisi sulla realtà attuale dell’ambiente e il forte legame tra la stabilità globale e il cambiamento climatico. Un fenomeno, quest’ultimo, che richiede una nuova presa di coscienza anche nell’ottica, sottesa dal titolo dato a questi tre giorni, della pace nel mondo. E che forse troverà soluzione proprio grazie alla sinergia fra gli appartenenti ai diversi contesti religiosi. È quanto auspicavano gli organizzatori del Teach-in che si è svolto a fine luglio. Pur nella varietà dei loro credo, sono giunti alla comune consapevolezza che ogni sforzo per l’ambiente sarà tanto più efficace quanto più sarà fatto ‘insieme’. Tra gli interventi, quello del Rev. Richard Cizik (New Evangelical Partnership) e del rabbino Lawrence Troster, bioeticista, il quale ha affermato che “entro il 2050 potremmo avere 50 milioni di rifugiati climatici, con gravi conseguenze sulla pacifica convivenza fra i popoli”. A queste parole ha fatto eco Asma Mahdi, oceanografo e membro di Green Muslims, evidenziando che sono proprio i Paesi a maggioranza islamica i più vulnerabili: «In Bangladesh, ad esempio, se il livello del mare dovesse continuare ad innalzarsi, entro il 2050 il 17% del territorio risulterà allagato, costringendo 18 milioni di persone a spostarsi altrove». Cifre allarmanti queste, come alcune isole polinesiane a rischio di sommersione.
Fra i relatori c’era anche mons. Joseph Grech, della Rappresentanza della Santa Sede presso le Nazioni Unite, che riportando alcuni tratti dell’enciclica di Francesco «Laudato sì», ha sottolineato come l’economia e l’ecologia camminino di pari passo, proprio perché ogni nostra azione ha sempre un impatto sulla natura. Del medesimo avviso si sono dichiarati tre ricercatori ambientali di tre diverse Università americane: Robert Yantosca (Harvard), Valentine Nzengung (Georgia) e Tasrunji Singh (Ohio), per i quali le rispettive convinzioni religiose sono diventate fattore motivante e guida nell’impegno scientifico a favore dell’ambiente.
‘In uscita’ è la parola chiave che ha condotto la seconda parte del Teach-in e che ha permesso di delineare una serie di comportamenti da mettere in atto. John Mundell dei Focolari, titolare di una società di consulenze ambientali, ha fornito una panoramica di iniziative compreso il “Cubo della Terra”, le cui 6 facce riportano validi suggerimenti quotidiani per rinnovare e conservare un ambiente sano. C’è stata anche la visita a dei progetti di bonifica presso la vicina Federal Reserve Esuarine. Aaron Stauffer, direttore esecutivo di RFP, a conclusione ha affermato: “È stata una testimonianza del potere di cooperazione multireligiosa e di pace”. E Raiana Lira, brasiliana, che sta concludendo il suo dottorato in ecologia: “abbiamo sperimentato di avere almeno due cose in comune: un intenso interesse per la sostenibilità del pianeta e una credenza religiosa che ci offre le giuste motivazioni per prendercene cura. Ciascuno di noi eravamo venuti con le nostre convinzioni ed idee personali ed ora ci ritroviamo tutti uniti nel comune obiettivo di tanti: la tutela della terra e dei suoi abitanti”. (altro…)
Ago 9, 2015 | Centro internazionale, Spiritualità
«Stare ai campi, attendere alla vita delle piante, partecipare, dentro gli ampi silenzi, segnati dai cicli solari e lunari, all’opera di creazione della vita naturale, è compito, anch’esso, quasi sacerdotale, che vuole raccoglimento e sacrificio: vuole il coraggio di sapersi sentire a tu per tu con la propria anima, dentro l’aspettazione dell’universo e, nei contatti con la natura, che è un miracoloso vivaio, sapersi sentire, senza stramazzare, alla presenza di Dio». (FIDES, luglio 1938) «Ci volle una bellezza e una purezza superiore all’ideale umano perché l’uomo salisse sino a contemplare Maria. Fu lei che lo tirò su: e in quella contemplazione sbocciarono le aspirazioni più belle dell’anima, che cercarono di fermarsi in espressioni d’arte, le più alte mai raggiunte. La maternità, la tenerezza muliebre, la rassegnazione e la pietà trovarono in Maria un modello, e un alimento: e l’umanità ne nutre la sua passione più bella, nei momenti che più si solleva oltre la brutalità, per un impeto di divinizzazione». (FIDES, marzo 1938) «La rivoluzione cristiana non fece complotti, non sovvertì istituti, non uccise tiranni: ma immise nell’organizzazione fatiscente del mondo antico, nella famiglia logora, negli istituti giuridici affetti da decrepitezza, nei rapporti sociali intossicati dalla cupidigia, un fermento nuovo: il fermento dell’amore, che li rigenerò: quello per cui, di colpo, davanti al padrone venne a trasfigurarsi la natura dello schiavo, davanti all’uomo assunse un valore nuovo la donna, davanti al greco e al romano s’avvicinò dalle sue distanze abissali il barbaro e l’operaio». (FIDES, febbraio 1943) «II cristiano cosciente – il santo – è uno che utilizza il tempo con una cura d’ogni attimo, sommando quante più opere nello spazio breve, per l’onore del Capo di casa, per il buon nome comune, per la salute dei fratelli. Questa attività, questo apporto, si chiama nel linguaggio corrente apostolato. Un cristiano che non ne fa, nei modi e nel tempo consentitigli, è un cristiano che ignora il suo posto nella Chiesa: che ignora la Chiesa. La Chiesa nell’atto che vive, agisce: fa azione. Noi diciamo fa azione cattolica. E questa si fa in mille modi: c’è posto per tutti. La può fare un poeta e la può fare un deficiente; un anacoreta e un cenobita, un capo di famiglia e un caposezione, il metropolitano in istrada e il ciabattino in bottega». (FIDES, ottobre 1938) Fonte: Centro Igino Giordani (altro…)
Ago 8, 2015 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Ginevra, rue de Montbrillant n.3 Come ogni venerdì, mi reco al “Jardin de Montbrillant”, un luogo d’accoglienza e d’incontro per persone bisognose di questa città cosmopolita, dove è possibile consumare dei pasti. Oggi, come di consueto, accogliamo a mezzogiorno circa 150 persone di ogni nazionalità. La sala è già piena e tutto sembra svolgersi nel migliore dei modi. Fra gli abitudinari di questa folla variegata noto sempre qualche volto nuovo. Il mio compito è trovare un posto per ciascuno, negoziare con l’uno o cl’altro perché accetti un nuovo vicino, evitare che le tensioni degenerino in modo che il pasto possa venire consumato con tutta tranquillità, cosa non sempre facile dato lo stato fisico e psichico della maggior parte dei nostri ospiti. Ma a me interessa soprattutto riuscire a creare un contatto fraterno, confortare chi appare triste, depresso, ascoltare chi si sente angosciato, ridare speranza … Insomma, creare un’atmosfera di famiglia affinché tutti si sentano amati così come sono, al di là della diversità di età, nazionalità e religione. Mentre siamo a tavola, la porta della sala si apre e arrivano tre nostri amici arabi accompagnati da due nuovi venuti. Noto subito l’espressione minacciosa e dura del loro volto. Appena entrati, urlano che vogliono sgozzare tutti i presenti e dare fuoco al locale. Il motivo: si sentono gravemente offesi dalle caricature del Profeta apparse sulla stampa nei giorni precedenti, notizia principale dei giornali. Subito l’atmosfera si fa tesa e circolano propositi violenti. Vedo già volare piatti e piovere colpi. Occorre intervenire senza indugio perché la situazione può degenerare pericolosamente. Ma che dire, cosa fare? Mi sento impotente, ma riconosco in questa acuta sofferenza e nella nostra società che difende la libertà assoluta, a scapito dei valori profondi, il grido dell’Uomo-Dio sulla croce: “Mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. E’ lui che si presenta ora, attraverso la reazione dei due seguaci dell’Islam. Metto tutto nelle sue mani e mi alzo per andare loro incontro. Dichiaro di condividere la loro pena e propongo di parlarne, ma dopo aver mangiato, se lo ritengono importante. Al mio invito pacato, si lasciano convincere a sedersi a tavola; di colpo l’aggressività scema e ritorna la tranquillità come se ciascuno avesse capito le motivazioni che hanno determinato quello scoppio di rabbia. Il pranzo termina nella calma. Resto accanto ai due per far sentire loro tutto il calore di cui sono capace. Dopo il pranzo, si scusano per le parole pronunciate e manifestano rammarico per aver esternato propositi di vendetta. Segue ancora un momento di scambio sulla nostra rispettiva fede nel pieno rispetto e comprensione reciproca. Prima di partire mi abbracciano, grati per essere stati ascoltati. Ora i loro volti distesi esprimono tutt’altri sentimenti che all’inizio. (Paquita Nosal – Ginevra) Fonte: Città Nuova – n.13/14 – 2015 (altro…)
Ago 7, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
[:zh]https://vimeo.com/131558378 Polonia Boguslaw Musiolik, EKa 社會長 presidente società EKa (波蘭語+意大利語字幕): ……1991年,共融經濟計畫也傳到波蘭。起初,我們對這個概念不大認同,覺得是共產主義的一種回浪。不久,我們才瞭解到這完全是另一回事。共融經濟的理念幫助我們為別人著想。這種意識大大感染了我們。 不久,我們認識了兩位從Slesia來的青年。他們做糧食批發,也對共融經濟抱有很大的期望。我們便決定合作創辦一家共同企業。雖然我們從事的部門都各自不同,共融經濟的概念卻把我們緊緊地聯合在一起,產生強而有力的協同效應。公司發展得非常順利。 旁述:共產主義倒臺後,海外資金開始湧入波蘭。外資的巨型購物中心和超級市場,與本地商場形成劇烈的競爭。很多公司都倒閉。 Robert Szczepanski, CdA EKa (波蘭語+意大利語字幕): 當時危機四伏,不少公司沒有支付我們,所以我們要抵償相當的損失。不幸,正就在這一段時期,我中了風,一年半不能上班。當其他合夥人協力去推進營業時,我只可以為他們祈禱。 Alojzy Lazar (波蘭語+意大利語字幕): 有一家倒閉了的公司欠我們好幾萬波幣 (zloty)。我們有兩個選擇,用法律途徑追討債項, 或與他們展開對話。看見他們非常困難的處境,我們選擇了第二途徑。 旁述: 結論就是Eka聘用了債主的四名職工,他們又把店舖的物業轉讓給Eka, 包括店主的馳名製作 Zurek 濃湯, 是一味以黑麥製成的傳統食品,用家庭企業方式製造。 Alojzy Lazar (波蘭語+意大利語字幕): 由於這些變動,今天我們的產品也包括了Zurek 和Smalek湯, 也是我們最暢銷的兩種食品。 Robert Szczepanski (波蘭語+意大利語字幕): 現在我們一共有40名員工,六名波蘭合夥人和一名德國合夥人。我們一年接收九百萬波幣的訂單。我覺得經營一家以共融經濟價值觀為本的企業是非常值得的。[:]
Ago 7, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
https://vimeo.com/131217663 (altro…)
Ago 6, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Spiritualità
Così è dell’editoriale a sua firma del 20 aprile 1958. Con scrittura incisiva ed efficace, Chiara Lubich tratteggia le impressioni riportate da una visita all’Expo ‘58 di Bruxelles nella primavera di quell’anno. Si era recata in Belgio per la settimana di Pasqua: il Movimento iniziava proprio allora a muovere i suoi primi passi oltre la cerchia delle Alpi, nel cuore dell’Europa. Si comprende allora la grande impressione suscitata dalla visita: «Il 17 aprile – scrive Chiara Lubich – s’è aperta la mostra internazionale di Bruxelles. […] È qualcosa di colossale. Le più grandi potenze, i più grandi Stati dei cinque continenti sono andati a gara nello sfoggiare il meglio della loro genialità. […] Alla vista di queste costruzioni modernissime, arditissime nelle linee, nei colori, nelle luci, ma spesso composte in un sano e artistico equilibrio, con espressioni architettoniche le più varie, le più strane, non si può non rimanere ammirati. […] Il padiglione, che ha attirato la nostra attenzione però in modo particolare, è stato quello della Santa Sede. Si erge quasi di fronte a quello sovietico ed accanto a quello americano. È denominato “Civitas Dei”. Porta nel cuore una chiesa, improntata a uno stile snello e armonico, forse perché ricco di contenuto, molto elegante e modernissima. […] Lì sotto s’erge un altare, dove saranno celebrate di continuo delle Sante Messe. […] Gesù vivo, quindi, che continuamente s’immola per tutti, e la parola della verità di un Re che non è di questo mondo, sono le ricchezze esposte a Bruxelles dalla “Città di Dio”, mentre accanto, fra il resto, un rompighiaccio atomico, lo Sputnik II, una monumentale statua di Lenin occuperanno il Padiglione sovietico; un teatro gonfiabile e molte espressioni dell’arte moderna e del folklore il padiglione americano. Sì, Gesù alla mostra di Bruxelles, come un giorno Gesù alle nozze di Cana. Il Figlio dell’Uomo non disdegna di mescolarsi a tutte le faccende umane e, attraverso l’armonioso suono delle campane, farà arrivare il ricordo dell’eterno e del divino a tutti coloro che si sono lì riuniti, ad esaltare le capacità dei popoli, che Egli ha creato. Gesù che muore sull’altare per tutti, anche per quelli che di Lui non si curano, gonfi magari della loro scienza, delle loro scoperte, o che, addirittura, Lo combattono. Gesù, che insegna ancora la Verità attraverso coloro di cui ha detto “chi ascolta voi ascolta Me”. Questi i doni, il «prodotto» della Chiesa Cattolica, che Lo continua. Gesù Eucaristia, il frutto della Chiesa, come già un tempo Gesù di Nazareth, il frutto del purissimo seno della Vergine Maria. E lì all'”Expo ’58”, come in ogni nostra chiesa, Gesù cercherà di saziare la sete di luce, di amore, di ardimento, di potenza, negli uomini. Gesù espone Se stesso, o meglio il suo concreto amore, e si offre per salvare gli uomini anche lì, dove tutto parla di energia atomica, di tecnica, di invenzioni, di novità. È Lui la più grande novità, l’eterna scoperta, mai scoperta; Colui Che rimarrà, anche quando nei secoli nessuno ricorderà i particolari della mostra di Bruxelles, come nessuno oggi sa il nome degli sposi di Cana. Sta lì per non lasciare delusi, per riempire il vuoto che si creerà in molte anime – nonostante lo sciorinamento delle ricchezze più belle di oggi – quando si sarà sperimentata la vanità di tutto, anche del meglio, che non sia radicato in Dio […]». Fonte: Centro Chiara Lubich. Leggi il testo integrale (altro…)
Ago 5, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
Una nobiltà nascosta, nutrita di gesti semplici, poco eclatanti. Una naturale gentilezza e amabilità, una viva intelligenza del cuore che lo portavano a tessere rapporti veri e profondi con tutti.

Così era
Pier Giorgio Colonnetti (1930-2013). Così lo ricordano tutti. Così ritorna nelle parole dell’amico Franz Coriasco che nel volume ne riscostruisce la vita: la famiglia d’origine, piemontese, colta (il padre è lo scienziato Gustavo Colonnetti), di illustri frequentazioni (tra gli altri, Laterza, Casati, Gobetti, Croce); l’infanzia e l’adolescenza serene; il lavoro nella fabbrica Olivetti di Ivrea e l’impegno nel sindacato fino all’incontro con la spiritualità del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich, alla quale aderirà insieme alla moglie Simonetta. Inizia per lui una nuova importante stagione di vita: l’impegno in prima linea nella realtà internazionale delle Famiglie Nuove; Presidente per 11 anni della ONG AMU, Azione Mondo Unito, il lavoro in Umanità Nuova, punta avanzata dell’ecosistema focolarino nel sociale, il dialogo con gli altri Movimenti nella Chiesa. Ed.
Città Nuova
Ago 5, 2015 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Con la realizzazione della seconda parte si è concluso il Corso per Educatori nei Seminari a Loppiano, del biennio 2014-2015, frequentato da una ventina di sacerdoti di Brasile, Kenia, Nigeria, Tanzania, Indonesia, Tailandia, Italia, Olanda, Spagna e Malta. “Guardando complessivamente il corso, mi sembra di poter dire che l’obiettivo di proiettare la luce del carisma dell’unità sul mondo della formazione nei seminari è sostanzialmente riuscito.” “La partecipazione al corso mi ha reso più attento al significato e al valore del mio servizio ecclesiale come formatore, particolarmente nella prospettiva di una chiesa-comunione: anche dal tipo di formazione che si vive nei seminari dipende il volto della Chiesa di domani.” “Questo corso mi interpella a vivere questo modello di vita contemplato insieme; a lasciarmi plasmare dalle circostanze, dai fratelli , a cambiare il mio modo di pregare , di pensare. Restare legato spiritualmente e per quanto possibile concretamente negli scambi virtuali e diretti con l’équipe che lo promuove e con tutti i partecipanti”. Sono alcune impressioni dei partecipanti. Il Corso si è strutturato in quattro settimane nell’arco di un biennio. Nella seconda parte, quella realizzata quest’anno, si è passati al concreto degli aspetti della formazione, suddividendola in sette grandi aree: Dono di sé e comunione; Apertura all’altro: dialogo e testimonianza; Unione con Dio: interiorità e santificazione; Vita a corpo mistico e corporeità; Armonia personale e edificazione della comunità; Sapienza, studio e cultura; Comunicazione e media al servizio della comunione. Tenendo sempre come filo conduttore del corso il trinomio preghiera-vita-pensiero, si è lavorato con un coinvolgimento reciproco tra i partecipanti e i relatori. Inoltre, corsi come questi si sono svolti a Bangkok, nel 2013, con una sessantina di partecipanti provenienti dei paesi al sud della Cina. E ne sono previsti altri simili nelle Filippine, in Kenia, Costa d’Avorio, in Brasile e Colombia. Negli ultimi 8 anni sono passati da questi corsi circa 200 formatori di seminari, provenienti da una trentina di paesi di quattro continenti. (altro…)
Ago 4, 2015 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Programma LoppianoLab 2015
Torna venerdì 25 e sabato 26 settembre prossimi, LoppianoLab, il laboratorio nazionale di economia, cultura, comunicazione e formazione promosso dal Polo Lionello Bonfanti, dal Gruppo editoriale Città Nuova, dall’Istituto Universitario Sophia e dal Centro Internazionale dei Focolari di Loppiano. IN DIRETTA STREAMING molti eventi: Venerdì 25 e Sabato 26 settembre, Giunto alla sesta edizione, quest’anno l’appuntamento porta il titolo “Oltre la paura. Cultura del dialogo, cittadinanza attiva, economia civile”. Di fronte ai ripetuti episodi di cronaca nazionale e internazionale che su vari fronti sembrano “seminare” ansia e preoccupazione, LoppianoLab propone piste di riflessione e di azione. Dibattiti, workshop e tavole rotonde affronteranno temi di grande attualità: dal gender all’immigrazione, dall’economia al dialogo interculturale e religioso, dalle relazioni interpersonali al tempo dei social. LoppianoLab guarda all’attualità con l’obiettivo di offrire un contributo positivo alla vita politica, culturale, sociale ed economica della nostra società. Insieme, come sempre, alle reti di cittadini, imprenditori e lavoratori, giovani e adulti, docenti, artisti, politici, uomini e donne che lavorano per il bene comune del nostro Paese. I laboratori 2015. I tradizionali laboratori tornano anche nella presente edizione con diverse tematiche al centro della vita e del dibattito del Paese: famiglia, periferie, dialogo con l’Islam, identità sociale e comunicazione. Esperti, professionisti, esponenti del mondo culturale, politico ed economico dialogheranno con i partecipanti alla ricerca di piste di lavoro e prassi da implementare nei quattro ambiti che toccano quotidianamente la vita personale e collettiva delle nostre comunità. Famiglia sotto tiro – si parlerà di Gender, politiche familiari, coppie di fatto. Periferie esistenziali – al centrò sarà il dramma della povertà nel nostro Paese ma anche nelle diverse aree del pianeta. Si affronteranno anche le tematiche dell’emarginazione e dell’infanzia disagiata. Dialogo con i musulmani –problema o risorsa? Un’occasione unica anche per conoscere il fenomeno dell’Isis all’interno del panorama del terrorismo nello scacchiere mondiale. Identità sociale al tempo della comunicazione 2.0 – Uno sguardo lucido e qualificato alle nostre relazioni, incoraggiate, mediate o condizionate dall’uso dei Social Media. Promotore di questi incontri che all’interno della manifestazione fungono da punto di raccordo tra idee, progetti e prassi, è il Gruppo Editoriale Città Nuova, che, sempre il 26 settembre prossimo, presenterà attività e progetti nel corso di un incontro dal titolo “Un anno con Città Nuova”. Programma – Prenotazione online – Tutte le dirette streaming Previsti alloggi economici per giovani e famiglie. Informazioni allo (+39) 055.9051102. Comunicato stampa n. 1 Comunicato stampa n. 2 Comunicato Stampa n.3 Comunicato Stampa n.4 Comunicato Stampa n.5 Comunicato Stampa n.6 Notizie e possibilità di prenotarsi sui siti dei 4 enti promotori: www.cittanuova.it – www.pololionellobonfanti.it –www.loppiano.it – www.iu-sophia.org e sul blog di LoppianoLab: www.loppianolab.blogspot.it Città Nuova