Lug 15, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
Um encontro muda a vida de Alberto. Leva-o a sair de sua pequena Salto (Uruguai), rumo à Argentina. Mais tarde, rumo à Itália, à África e ao Brasil. Leva-o, principalmente, a comprometer a própria vida com Deus e com o próximo. Médico, ele aprende a captar o sofrimento humano. https://vimeo.com/132712963 Este livro narra as duas longas semanas entre o desaparecimento até o encontro de seu corpo, contrapondo a voz dos que acompanham as investigações à voz de Alberto que, em seus últimos instantes, relembra sua vida, descobrindo o “fio de ouro” que liga toda essa trajetória: tudo é amor, e por amor vale a pena doar-se integralmente. vendas@cidadenova.org.br Coleção Retratos da Vida
Lug 15, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’amore in tempi di contabilità – Roma, Università degli Studi La Sapienza, 7 ottobre 2015 (scarica programma) L’amore al tempo della globalizzazione. Per un nuovo umanesimo Università LUMSA – Sala Convegni “Giubileo” Via Porta di Castello, 44 Roma, Università LUMSA, 15 ottobre, 2015 – ore 15,00-18,00 (scarica programma) Per informazioni: www.social-one.org Tel. 06 945407212 E-mail info@social-one.org
Lug 15, 2015 | Cultura
Riconoscere che l’amore ha una dimensione pubblica e non solo intima nella società globalizzata di oggi sembra un azzardo. Eppure, la nostra quotidianità è costellata di azioni, interazioni e relazioni che hanno come caratteristica fondante l’eccedenza, l’incondizionalità e la non contabilizzazione. Sta qui la sfida del libro: trovare ciò che già esiste nel sociale, per dargli un nome: amore-agape. Il libro è il risultato di un progetto avviato alcuni anni fa da un gruppo di studiosi di Social-One, con l’obiettivo di dare inizio ad un dialogo con la cultura e, in particolare, con alcuni tra i più autorevoli autori contemporanei della sociologia e del servizio sociale. I CURATORI Vera Araújo è coordinatrice del gruppo di sociologi e studiosi del servizio sociale Social-One. Gennaro Iorio è professore associato di sociologia all’Università di Salerno. Silvia Cataldi, ricercatrice di Sociologia all’Università di Cagliari. CONTRIBUTI DI: Axel Honneth, esponente di terza generazione della prestigiosa Scuola di Francoforte. Paulo Henrique Martins, Presidente dell’Associazione Latino-Americana di Sociologia. Luc Boltanski, Direttore di ricerca presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi. Michael Burawoy, già Presidente dell’International Sociological Association. Annamaria Campanini, già Presidente della European Association of Schools of Social Work.
Lug 14, 2015 | Famiglie, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Poca comunicazione, incapacità ad accogliere l’altro, a vedere il positivo della sua diversità, a stabilire la giusta distanza con le famiglie d’origine, spesso sono causa di crisi coniugali, in una società individualista che non crede nel matrimonio e nell’impegno di una relazione per sempre. L’esperienza del corso di Loppiano organizzato da Famiglie Nuove, volto a rafforzare l’unità di coppia (20-27 Giugno), quest’anno alla settima edizione, dimostra che la volontà di rimettersi in discussione, unita alla condivisione profonda con gli animatori e con le altre famiglie, e all’aiuto di esperti, possono far ripartire un rapporto che si è inceppato. Se c’è questo, anche le difficoltà più grandi si possono superare, come dimostra una coppia che si è ricongiunta dopo nove anni di separazione, offrendo una commovente testimonianza sul perdono incondizionato. Il cammino per “ritrovarsi” è però faticoso. «All’arrivo, i volti tesi e l’espressione triste delle coppie, più di ogni parola, descrivevano una profonda sofferenza», raccontano Marina e Gianni Vegliach, animatori di Famiglie Nuove. «Chi parlava di bisogno di ricerca di senso, chi di un coniuge sconosciuto, chi del dubbio se continuare il futuro insieme, altri dell’impossibilità di dialogo e chi confidava: ‘non riuscirò mai a perdonarmi’». «Man mano che ci addentravamo nel programma del corso dal titolo (Per)corso di luce nella coppia – continuano i Vegliach – la spiritualità dell’unità dei Focolari, unita al percorso psicologico, alle esperienze, alle esercitazioni pratiche, ai colloqui e ai momenti di relax, ha favorito la trasformazione dei cuori e delle anime. E questo traspariva dal cambiamento dei volti e degli sguardi, adesso più sereni». «Siamo arrivati vuoti, ossessionati dalla parola fine, torniamo con la parola inizio», diceva una coppia. Tra le famiglie animatrici, due coppie che, avendo fatto il percorso negli anni passati, ora desiderano mettersi al servizio e con impegno, serietà e competenza hanno saputo entrare nel tunnel con chi era nel buio, incoraggiare e sostenere le coppie con la propria testimonianza. Durante il corso si affrontano i temi della conoscenza di sé, della diversità, del conflitto, dell’accoglienza. Si cerca di individuare proprio quella ferita particolare che richiede di essere affrontata, anche con un eventuale adeguato supporto psicologico. La condivisione con altre coppie aiuta a guardare la situazione personale da diversi punti di vista e trovare la forza e il coraggio necessari a ricostruire una relazione di qualità, uscendo da quella solitudine che fa apparire la crisi irreversibile. L’appuntamento quotidiano al Santuario della “Theotokos” e il clima speciale che si respira a Loppiano, la cittadella internazionale dei Focolari, a Incisa Valdarno (FI) – dove si apprende spontaneamente a mettersi nei panni dell’altro vivendo nella fratellanza – hanno contribuito positivamente alla riuscita del percorso, che ha aperto nuove possibilità per “vedere il domani insieme, condividendo alti e bassi”, “riscoprire il dialogo, la speranza e per ricominciare ad occuparsi l’uno dell’altro.” Come diceva qualcuno: «Ora abbiamo i mezzi per uscire dal riccio chiuso che eravamo e speriamo di continuare a usarli al momento giusto». Per consolidare i risultati, è previsto un week-end di verifica e valutazione invernale. Inoltre dal 24 al 27 settembre 2015 è in programma un incontro internazionale a Castelgandolfo aperto a non più di 60 tra animatori ed esperti, per avviare la possibilità di moltiplicare i (per)corsi di luce anche localmente. (altro…)
Lug 13, 2015 | Focolari nel Mondo

Emilio Bruzzone (a destra), con Domenico Salmaso, sull’Himalaya
«Sono passati 10 anni dalla “partenza” di Emilio, ma lui resta semplicemente nei nostri cuori. Ancora». A ricordarlo così è Giuseppe Ferraro, Tesan, trentino, uno degli amici toccati profondamente e personalmente dal suo amore semplice e concreto. «Quanti di noi di Loppiano – ma non solo – ha accompagnato in gite ed escursioni tra monti e ghiacciai! Per tutti – credo – l’aver conosciuto Emilio (e magari condiviso con lui un tratto di vita in Focolare o in vacanza) è stato l’incontro con un amico ed un fratello che ha segnato profondamente l’anima. Così è stato per me…». Emilio – che aveva fatto la sua scelta di vita donandosi a Dio nel Movimento dei Focolari – faceva l’idraulico e fino a 30 anni aveva vissuto a Genova. Antonella Ferrucci, un’amica, ricorda un episodio particolare: «Lui, amante della montagna ad un certo punto si è ammalato di artrite reumatoide; ogni giorno aveva febbre, debolezza…. La cosa che più gli pesava era non poter più salire le sue montagne, ma accettava tutto. Un giorno scrive a Chiara Lubich raccontandogli della sua situazione; dopo qualche tempo riceve la sua risposta: Chiara pregava con forza per la sua guarigione e lo invitava a fare lo stesso… immediatamente dopo Vincenzo parte per qualche giorno di riposo in montagna e –sulla parola di Chiara, contro ogni ragionevolezza – decide di portare con sé gli scarponi. Il giorno stesso… da un momento all’altro, la febbre è sparita, era guarito… i medici increduli». «Ho rischiato due volte la vita in montagna, in entrambi i casi su sentieri facili facili: è proprio vero che Dio ci chiama quando siamo pronti». Vincenzo Bruzzone (da tutti conosciuto come Emilio) lo ripeteva sempre agli amici. Il 13 luglio del 2005, a 68 anni, è morto precipitando dal ghiacciaio della Tribolazione (una delle vie che portano alla cima del Gran Paradiso), in Val d’Aosta.
Lug 12, 2015 | Centro internazionale, Famiglie, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Funzione precipua della famiglia è il crescere e moltiplicare: aumentare la vita; cooperare all’opera creativa del Creatore. La sua unità non s’interrompe, ma si aumenta e prolunga nella prole. Nella prole l’amore dei due sposi s’incarna; l’unità si fa persona: padre, madre, figlio formano una vita a immagine e somiglianza, in qualche modo, della divinità, da cui furono creati e sono vivificati. Tre punti per cui passa il circuito dell’unico amore, che parte e s’alimenta dall’amor di Dio». (Giordani, 1942) Qui Giordani, nel tracciare il profilo divino della famiglia, in certo modo anticipa quanto verrà poi dichiarato nei testi del Vaticano II sia nel sottolineare il privilegio degli sposi di «cooperare all’opera creativa del Creatore», sia nel vedere la famiglia come specchio della vita trinitaria, da cui ne trae il disegno. Una dottrina questa tanto cara a S. Giovanni Paolo II, che metterà a tema delle sue storiche catechesi sull’amore umano degli anni ‘80. Il 23 giugno scorso la Commissione preparatoria del Sinodo ha divulgato l’Instrumentum Laboris, sul quale il prossimo ottobre i padri sinodali saranno chiamati a riflettere, per poi proporre al Santo Padre possibili soluzioni da mettere in atto a favore delle famiglie. Il documento, incentrato sulla vocazione e la missione della famiglia, inizia con uno sguardo sulle molteplici problematiche che investono la famiglia oggi e le gravi sfide culturali e sociali che la minano. Ma non è solo di questi tempi l’avvertire di tali gravi criticità. Nel ’75 ci fu una lettera dell’episcopato del Quebec che conteneva un’analisi preoccupante in questo senso. Giordani ne fu molto colpito, al punto che in un suo scritto ne riportò alcuni passaggi, per poi offrire alle famiglie – alto e luminoso – il suo messaggio: «Le difficoltà della vita non schiacciano una famiglia ancorata a Dio; mentre in troppi casi la spazzano via perché ancorata solo al denaro. L’unione dei coniugi fa la loro forza: ma l’unione è frutto dell’amore. È perciò nel loro interesse terreno e celeste di amarsi, sfruttando le prove, i dolori, i disinganni per santificarsi. Il matrimonio non unisce soltanto gli sposi l’uno all’altro, in quanto sposi, padre e madre: li unisce a Dio. Questa unità in Dio, dell’uomo e della donna, dei genitori e dei figli, è il senso più profondo del matrimonio e della famiglia». (Giordani, 1975) A cura del Centro Igino Giordani Brani tratti da: Igino Giordani, Famiglia comunità d’amore, Città Nuova, Roma 2001 e Igino Giordani, La società cristiana, Città Nuova, Roma, 2010 (altro…)
Lug 11, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Al II incontro mondiale dei movimenti popolari
«Ho scoperto come il Papa privilegia gli esclusi. In qualche modo è anche la mia scelta, ma dalla sua proposta ho capito come a volte continuo ad escludere o mi ritrovo nel gruppo di quelli che stanno zitti di fronte a esclusioni o ingiustizie», dice Ana Maria Ceballos, assistente sociale in Bolivia. Un’impressione che parla di vera conversione verso gli esclusi, uno dei temi più forti di questa tappa di papa Francesco in America Latina. Così anche Nestor Ariñez di Cochabamba, che vive nella Casa de los Niños, un progetto sociale animato dalla spiritualità dell’unità: «A Palmasola il Papa ha detto: reclusione non è lo stesso di esclusione». Lì, nel centro penitenziario più grande della Bolivia colpisce «il suo ascoltare prima di tutto, e poi il dire che anche lui è un uomo che commette errori e che deve fare “penitenza”. Un messaggio di speranza per tutti i detenuti». «La visita del Papa in Bolivia ci lascia tanto da riflettere – continua – ma credo che resta con tanta chiarezza la sua opzione preferenziale per i poveri, questo motto della chiesa latinoamericana dato a Puebla nel 1979, ci ricorda che il vangelo porta la buona notizia a tutti, ma soprattutto agli esclusi e scartati della società. Ho sentito che il Papa parlava direttamente a noi». «Le sue parole sono una chiamata alla conversione – confida dopo l’incontro con sacerdoti, religiosi e consacrati Pat, una focolarina boliviana – ma è anche molto più di questo: la sua sola presenza in mezzo a tanti “fiori rari di ogni età” che un giorno hanno detto il proprio sì a Dio, mi ha spinto ad un maggiore impegno nella santità, che poi è vivere con coerenza la scelta fatta». «Anche dalla Bolivia, papa Francesco ha parlato a tutto il mondo», scrive Lucas Cerviño, 11 anni in Bolivia, docente di Missionologia e teologia interculturale. «Nella messa a Santa Cruz c’erano tanti latinoamericani di Paesi vicini che hanno ascoltato il suo richiamo a non cadere nella disperazione di fronte alle difficili situazioni che ci presenta il mondo e che ci porta all’esclusione». Al II incontro dei movimenti popolari papa Francesco – di fronte a c’erano rappresentanti di diversi continenti che lo hanno accolto con entusiasmo e attenzione – ha indicato chiaramente la strada per il rinnovamento sociale, sia locale che globale. «Terra, Tetto e Lavoro – continua Cerviño – sono diritti sacri che ci permettono di dialogare con tutti per contribuire al bene della casa comune. Francesco ha sottolineato chiaramente ai membri dei movimenti sociali e popolari che la cosa fondamentale è il processo, l’avviare processi, per un’economia al servizio dei popoli, per unire i popoli nella strada della pace e della giustizia e per la difesa della madre terra». «Infine – conclude Cerviño – ha lasciato al popolo boliviano una consegna chiara e bella: «La Bolivia sta attraversando un momento storico: la politica, il mondo della cultura, le religioni sono parte di questa bella sfida dell’unità. Questa terra dove lo sfruttamento, l’avidità, i molteplici egoismi e le prospettive settarie hanno oscurato la sua storia, oggi può essere il tempo dell’integrazione. E bisogna camminare su questa strada. Oggi la Bolivia può creare, è capace con la sua ricchezza di creare nuove sintesi culturali. Come sono belli i Paesi che superano la diffidenza malsana e integrano i diversi, e che fanno di questa integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Che bello quando sono pieni di spazi che collegano, interagiscono, favoriscono il riconoscimento dell’altro! La Bolivia, nell’integrazione e nella sua ricerca di unità, è chiamata ad essere “questa multiforme armonia che attrae” e che attrae sulla strada verso il consolidamento della patria grande». (altro…)
Lug 11, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Publicamos un artículo de “Ciudad Nueva” de julio en su edición de Uruguay-Paraguay que nos habla de cómo se está preparando la Iglesia paraguaya para la visita de Papa Francisco que está por concretarse.
Fiesta, oración y gracia
Miles de “hinchas albirrojos” concurrieron el 5 de junio al estadio Defensores del Chaco en una vigilia de oración de Corpus Cristi que preparó el espíritu a la venida del Papa al país
América Latina siempre se caracterizó por sus colores, sus ritmos, su diversidad y por su religiosidad. Justo en el medio de este gran continente, se encuentra el Paraguay, cuya cultura se traduce, entre tantas cosas, en una ferviente religiosidad popular. Esta característica se hará notar cuando nuestro país sea anfitrión de Su Santidad el Papa Francisco durante los días 10, 11 y 12 de julio. Entre tantos preparativos logísticos, a semanas de su llegada, el 6 de junio se llevó a cabo en Asunción una vigilia de Corpus Christi. Alrededor de 25.000 personas se congregaron en el máximo escenario futbolístico del Paraguay, el Estadio Defensores del Chaco, para orar por el éxito de la visita del Santo Padre al país. El programa, de 4 horas, lleno de música y alabanzas, resultó ser “una preparación espiritual y física” para los días de su presencia en el país, según comentaba mons. Edmundo Valenzuela, Arzobispo de Asunción y coordinador general de la visita del Papa. Semanas antes ya corrían por las redes sociales las invitaciones a la “vigilia papal”, puesta bajo el lema “Hinchas de Dios, hinchas del Papa”. Los organizadores lanzaron el desafío de llenar el estadio como se llenaría para un partido de fútbol e invitaron a ir vestidos como unos verdaderos hinchas, con remeras de “la albirroja” y banderas del Paraguay. El viernes 6 de junio a las 17:30, las calles cercanas al estadio ya estaban abarrotadas de autos y de centenares de personas que cantaban, gritaban y corrían dirigiéndose al lugar en cuestión, creando un clima de euforia total propia de días en los que se disputa algún partido importante.
En medio de la multitud teñida de blanco y rojo, se multiplicaban los puestos de venta de todo lo alusivo al Paraguay y al Papa Francisco: remeras, banderas, sombreros, pulseras, rosarios, pósters y cuanto uno pueda imaginar. El programa iniciaba a las 18hs y se extendería hasta las 22, pero desde horas atrás centenares de personas ya fueron a reservar sus lugares. Para las 17.50 la mitad del estadio ya estaba lleno de grupos de colegios, de movimientos, parroquias, amigos, familias y sacerdotes, en su mayoría portando remeras de la selección de fútbol o flameando banderas nacionales o del Vaticano. La vigilia inició con el rezo del rosario, uniendo en un momento solemne a las miles de voces en las Ave María que dirigía un grupo de jóvenes desde el escenario ubicado a un costado de la cancha. Cada misterio iba acompañado de peticiones especiales, grabadas en vistosos carteles que iban subiendo en cada pausa, aumentando la fuerza de los feligreses en su oración. Al final del momento de oración, se elevó al cielo un rosario hecho con globos rojos y blancos, como queriendo hacer ver el invisible camino que toman nuestras plegarias para llegar a su destino. A continuación, animaron la noche diferentes grupos y movimientos católicos, traduciendo la fuerte correntada de entusiasmo y esperanza que se sentía en el aire en coloridos bailes y canciones llenas de alabanzas, glorias y agradecimientos, haciendo que los presentes se levantaran de sus asientos y extendieran las palmas al cielo, con la piel totalmente erizada y algunos hasta con lágrimas de felicidad en los ojos. Eran aproximadamente las 19hs y el estadio ya estaba llenándose por completo. La vigilia se había convertido en una verdadera fiesta de fe, alegre y exterior pero al mismo tiempo interior y solemne. Se sumaron también a la jornada diversos testimonios, como el de la mexicana Lianna Rebolledo, víctima de una violación que la dejó embarazada a los 13 años. Lianna narró su experiencia de decir no al aborto, y hoy alentaba a todas las mujeres que así también lo hagan. “Negarle la vida al niño no borra lo ocurrido”, decía. Como un gran cántico de “hinchas de Dios”, se rezó el Padre Nuestro en guaraní, ya que así lo rezará el Papa en la misa central que se dará en los días de su visita. Seguidamente el estadio y su hinchada albirroja vibró con la entonación del Himno Nacional y el Himno del Vaticano, de la mano del coro de niños de la ciudad de Luque, quienes recibirán también al Papa Francisco en su llegada. El sector platea del estadio se encontraba repleto de quienes serán los protagonistas escondidos detrás del telón durante la visita papal: los servidores. Hoy tenían preparada una sorpresa. A la señal del animador, todo la platea alzó en sus manos miles de papeles rojos, blancos, azules y negros, formando un enorme mosaico de la bandera paraguaya que en el medio decía claramente “Rezamos por vos”. Y, por si fuera poco, a la voz de una segunda instrucción, se voltearon los papeles rojos y azules y quedaron amarillos y blancos, para formar esta vez la bandera del Vaticano, con el mismo mensaje. El altar que se ha montado en el parque Ñu Guazú, donde se celebrará la multitudinaria misa del domingo por la mañana. Está compuesto por retablos elaborados con frutos de la tierra (espigas de maíz, limones, zapallos, etc.) Fue una gran demostración del cariño que este Papa latinoamericano despierta en los feligreses y del entusiasmo de la juventud por su venida.

El altar que se ha montado en el parque Ñu Guazú, donde se celebrará la multitudinaria misa del domingo por la mañana. Está compuesto por retablos elaborados con frutos de la tierra (espigas de maíz, limones, zapallos, etc.)
A las 20.30 se dio inicio a la Santa Misa celebrada por mons. Edmundo Valenzuela, y el aroma a incienso se expandió por todo el lugar, como las potentes 500 voces del coro papal acompañado por la Orquesta Sinfónica Nacional que en conjunto brindaban al estadio un clima celestial y solemne. Al finalizar la misa, continuó el programa con la adoración eucarística y la procesión del Corpus Christi, para la cual se armó una alfombra floral de 350 metros que rodeaba toda la cancha, con diferentes mensajes escritos en ella, por la cual pasó la eucaristía. Luego de unas intensas cuatro horas, el grupo musical Los Nazarenos entonó el himno oficial de la visita del Papa, “Gracias, Santo Padre”, cerrando una jornada en la que, si bien se rezó por el éxito de la visita papal, también se abrieron nuestros ojos ante una posible nueva sociedad, fruto de una revolución no política ni social o económica, sino fruto de la fuerza del amor y de la fe. Sitio oficial de la visita de Francisco a Paraguay
Lug 11, 2015 | Dialogo Interreligioso, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
https://vimeo.com/131208339 (altro…)
Lug 9, 2015 | Focolari nel Mondo
Europa, immigrazione, terrorismo, famiglia, crisi economica, ma anche cultura e sviluppo: di questo si parlerà alla sesta edizione di LoppianoLab, il 25 e 26 settembre prossimi a Loppiano (FI). Sarà possibile seguirla via streaming anche da casa in alcuni momenti del programma. Come da tradizione, saranno le diverse anime del Paese – cittadini, mondo politico, economico e culturale – a darsi appuntamento per riflettere, progettare e agire sulle grandi sfide dell’attualità. Perché se in queste ore l’Europa è alle prese con la sfida dell’unità del continente, il mondo sta facendo i conti su più fronti con la paura, nemico subdolo e “liquido”, che prende forme inattese e sconcertanti: il consenso popolare trasversale riscosso dai gruppi terroristici più disparati; la gravissima situazione in Siria e in Libia, i fatti di Parigi, di Copenaghen, di Tunisi; la perdurante crisi economica che stravolge Paesi quali la Grecia e i tassi di disoccupazione crescenti; la corruzione dilagante che investe larghi strati della pubblica amministrazione; la questione del gender che abbatte certezze millenarie sull’uomo e sulla donna, solo per citarne alcune. Gli appuntamenti principali:
- “Un’idea di persona, un’idea di società, un’idea di economia” (25 settembre alle 21,00) nel quale l’Istituto Universitario Sophia in collaborazione con il Gruppo Editoriale Città Nuova offrirà un’occasione di riflessione sull’attualità del pensiero di Antonio Rosmini.
- Il convegno centrale di LoppianoLab (26 settembre ore 15.30), che darà voce alla società civile, alla politica, all’economia e alla cultura.
- La Convention nazionale dell’Economia di Comunione promossa dal Polo Lionello Bonfanti (25-26 settembre) dal titolo “Generare e rigenerare. Imprese, Beni Comuni, Persone”.
- Sono in programma anche i tradizionali laboratori di Città Nuova su problematiche di grande attualità: Alleanza uomo-donna (e bambino). Separazioni, monogenitorialità, uteri in affitto e bambini invisibili. 2. Internet ci rende stupidi o intelligenti? 3. Le periferie esistenziali. Povertà, emarginazione, infanzia disagiata. 4. Dialogo con i musulmani. Utopia o realtà al tempo dell’ISIS e del terrorismo?
Comunicato stampa n. 1 Comunicato stampa n. 2 Comunicato Stampa n.3 Comunicato Stampa n.4 Comunicato stampa n.5 programma_LoppianoLab 2015 Info: Blog: http://www.loppianolab.blogspot.it Facebook: www.facebook.com/loppianolab Twitter: @LoppianoLab