Feb 21, 2015 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Nostra figlia, dopo una dolorosa e cocente delusione (il fallimento della relazione col suo ragazzo), vive con noi assieme alla sua bimba. Spesso è amareggiata aggressiva. Una mattina, per una sciocchezza, tratta male me e i fratelli, urla e se ne va al lavoro sbattendo la porta. Rimango male, mi sembra che abbia passato ogni limite. Questo trattamento non ce lo meritiamo. Ma cosa fare perché lei senta il mio amore? Preparo un pranzo di festa, faccio un dolce, metto la tovaglia più bella… Quando torna, la saluto come se non fosse successo nulla. Lei sorride e sento che non solo ho perdonato, ma proprio ho dimenticato. L’armonia torna fra tutti». (R. B. – Italia)
«Sabato. I miei genitori ed io stavamo per chiudere il nostro negozio di alimentari quando sono entrati due tipi incappucciati che ci hanno intimato di aprire la cassaforte. Papà, pensando all’ennesima rapina con armi-giocattolo, li ha invitati ad andarsene. E invece è partito un colpo che lo ha ferito in modo non grave. Dopo la fuga dei banditi, in un attimo mi è sono ricordato che esiste gente diversa, che si prodiga per i ragazzi di un quartiere a rischio di un’altra città siciliana. Ho deciso allora, assieme ad amici, di fare anch’io qualcosa per impedire a qualche ragazzo di entrare nel giro della malavita. Con una certa esitazione, mi sono addentrato in un quartiere a rischio e, una volta conosciuti i reali problemi del posto, ho preso contatto con l’amministrazione comunale, con le famiglie di alcuni agenti di scorta uccisi… È nato un gruppo che vuol dimostrare, soprattutto ai più giovani, che esiste un mondo senza violenza, migliore. Quel sabato mi ha cambiato la vita». (M. – Sicilia, Italia ) «Avevo 12 anni quando i miei genitori si sono separati. Fra tanto dolore, uno in particolare non mi dava pace: non riuscivo a perdonare papà per averci lasciati formandosi un’altra famiglia. All’inizio, quando chiamava al telefono, non volevo neanche rispondergli. Finché un giorno, chiesto aiuto a Gesù, ho trovato il coraggio per dimostrargli che non ce l’avevo con lui. La festa del papà me ne ha data l’occasione. Quando gli ho portato il mio regalo, l’ho visto commuoversi. Mi ha confidato che, al di là di tutto, per lui la cosa più importante erano e rimanevano i figli. Da quel momento è stato come aver riaperto a lui la porta del cuore. In seguito, sapendolo molto solo, mi è venuto spontaneo parlargli di Dio, che ama ognuno immensamente. Si è rasserenato e ha espresso il desiderio di approfondire l’argomento. L’esperienza con papà mi sta facendo capire che tutti possono sbagliare, ma che ognuno deve avere la possibilità di rialzarsi». (H. – Brasile) (altro…)
Feb 20, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Giovanni Martinelli è un piccolo-grande uomo», scrive Michele Zanzucchi su Città Nuova online dopo un colloquio telefonico col vescovo di Tripoli. «Un uomo di coraggio che, nonostante un grave problema di salute che l’ha colpito due anni fa, continua “testardamente” a voler rimanere nella sua Libia, per accudire come un pastore amoroso le sue pecore, ormai ridotte a un manipolo di filippine che lavorano negli ospedali come infermiere e che “non possono” lasciare il Paese». Riportiamo da Città Nuova online alcuni passaggi della telefonata: «Non ho nulla di particolare da dire – esordisce –, siamo diventati orfani dell’ambasciatore partito. Ma lo ripeto, non ho nulla da dire, siamo qui perché Gesù ci vuole qui. Sono al servizio di questo popolo, non sono qui per chissà quale potere». E la comunità cattolica? «La comunità cristiana esiste ancora, siamo tranquilli». Siete tranquilli? «Abbiamo appena celebrato la messa, Dio è con noi, perché dobbiamo temere? ». Anche il vicario apostolico, padre Sylvester, è ancora a Bengasi? «Certamente – risponde mons. Martinelli –, anche lui dice che si può ancora restare per essere vicini a questo popolo così provato». Che cosa ipotizzate per il futuro? «Le previsioni sono molto difficili da fare, anzi è meglio non farne, perché troppe volte abbiamo fatto ipotesi che poi non si sono realizzate. Meglio vivere giorno dopo giorno, anzi momento dopo momento. Nel momento presente c’è tutto. In quel momento incontro Gesù, incontro i fratelli, amo questo popolo». Come è la situazione a Tripoli? «Mi sembra abbastanza calma, non ci hanno proibito niente. Il clima è tranquillo e pacifico. Non c’è grande pericolo a circolare durante il giorno. Certo, la sera stiamo a casa». Paura? «Per il momento non abbiamo avuto minacce dirette. Stiamo a vedere come si svilupperanno le cose. Forse ci taglieranno la testa… Ma io gliela darò su un piatto, perché sono qui per morire per la mia gente». Come vede il ruolo dell’Italia in questa vicenda? «Si è molto impegnata, in particolare l’ambasciatore, per tenere aperto il canale del dialogo tra le diverse tribù, tra le diverse fazioni. L’Italia ha fatto finora propaganda di pace». Come vede un intervento armato straniero? «Non credo proprio che sia la soluzione». Nel 2011, quando spiravano venti di guerra, lei disse che se ciò fosse accaduto la Libia rischiava di esplodere nelle sue divisioni tribali e politiche. Ma purtroppo gli europei sembravano sicuri che la democrazia elettiva avrebbe contagiato positivamente il Paese… «La prudenza sarebbe stata utile, allora come ora. La diplomazia internazionale dovrebbe fare la sua parte per rimettere assieme i pezzi della Libia. Non si debbono imporre visioni politiche che non appartengono a questa gente». Poi riprende e conclude: «Se si viene qui solo con le armi e senza una forte volontà di dialogo, non serve a nulla. Bisogna venire qui per amare questo popolo, non per fare gli interessi degli occidentali, non per sfruttare il petrolio e altre risorse. Qui ci si può venire solo se si ha la volontà di dialogare coi musulmani. Io sono qui per questo e per null’altro scopo». Fonte: Città Nuova online (altro…)
Feb 19, 2015 | Cultura
En agosto de 1942, en una gran estufa de metal, arden unas hojas llenas de apuntes. Las ha escrito Pío XII con letra menuda. En esos días, en los Palacios Vaticanos se hacen desaparecer o se ponen a buen recaudo otros documentos. Por Roma circula una voz cada vez más insistente: Adolf Hitler planea invadir la Ciudad del Vaticano y arrestar al Papa. Más vale prepararse para lo peor. ¿Cómo se ha llegado a esto? Y ¿qué más deben temer Roma y Europa antes de librarse de la nube negra del nazifascismo? Una sugestiva narración de los hechos dramáticos de la Segunda Guerra Mundial a través de los «ojos» de Pío XII y de su gran antagonista, Adolf Hitler, con un estilo que aúna la sólida reconstrucción histórica con el magnetismo del relato. EL ARCHIVO SECRETO DEL VATICANO Más de mil años de historia en 85 km de anaqueles. El Archivo Secreto del Vaticano, al servicio de la Santa Sede desde hace 400 años, es uno de los centros de investigación histórica más importantes y célebres del mundo. Un cofre de tesoros incomparables: millones de legajos y pergaminos a disposición de estudiosos de cualquier nacionalidad y credo religioso. Sobre el autor Mario Dal Bello, redactor de la revista Città Nuova, ha podido acceder al Archivo Secreto del Vaticano. Fruto de su investigación es esta crónica que se lee como una novela y esclarece hechos históricos aún poco conocidos. Docente de literatura italiana y de historia, es periodista, crítico de arte, cine y música y colabora con diversas revistas culturales. Editorial Ciudad Nueva – Madrid
Feb 19, 2015 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Un gruppo di 80 giovani cristiani e musulmani. Un argomento: multiculturalismo, diverse religioni, dialogo. Una domanda: ti importa? Un format: quello di “Regenerate”, due giorni nell’Hertfordshire, in un clima rilassato dove si possono affrontare anche temi scottanti. Protagonisti sono i giovani dei Focolari di Inghilterra e Irlanda, quest’anno insieme a un gruppo della Islamic Unity Society con i quali da mesi cresce l’amicizia e la stima reciproca, e con cui hanno svolto diverse iniziative, da sessioni di studio al piantare alberi per la pace. I partecipanti hanno ascoltato l’esperienza diretta del Dr. Mohammad Ali Shomali, Imam e direttore del centro Islamico di Inghilterra, che ha parlato in video conferenza da Parigi. Ha incoraggiato il gruppo a “creare opportunità di dialogo con ciascuno: il dialogo è ciò che ci caratterizza come esseri umani. Accettare di dialogare con qualcuno diverso da noi non ci sminuisce, ma ci fa più veri verso noi stessi”.
Ospite d’onore Angela Graham, giornalista che ha lavorato per la BBC. Cresciuta nell’Irlanda del Nord, a partire dalla propria esperienza ha incoraggiato i giovani a diventare “persone di dialogo” nei propri ambienti e cercare di costruire ponti con persone di culture e fedi diverse. Durante il weekend del 14 e 15 febbraio, nel Focolare Centre for Unity che li ospitava a Welwyn Garden City, si sono svolti anche workshop su vari temi: dal dialogo interreligioso ai social media, dalla politica all’impegno civile. «Impressionante sperimentare che qui c’è gente così appassionata a vivere e lavorare con Dio», afferma Mohammed Mozaffari, uno dei giovani musulmani della Islamic Unity Society. E Lucia, del gruppo dei Giovani per un Mondo Unito: «Le differenze non sono un ostacolo, ma un aiuto per costruire qualcosa insieme». «Anche chi aveva più difficoltà ad identificarsi con una fede formale – raccontano Nino e Mil, tra gli organizzatori – si è trovato a proprio agio, costruttore con tutti». E l’appuntamento non è passato inosservato alle autorità civili: «È incoraggiante vedere giovani adulti di diversi background culturali e religiosi impegnarsi reciprocamente nel dialogo – afferma il consigliere comunale Michal Siewniak – e cercare insieme risposte su come vivere in armonia in una società multiculturale e multi religiosa». (altro…)
Feb 18, 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Spiritualità

Paolo Giusta
«La vita e il pensiero di Chiara Lubich hanno introdotto una novità radicale, che supera una volta per tutte la concezione del potere come dominio. Il concetto del potere come la cima solitaria di una piramide è sempre presente, e talvolta dominante: spesso tendiamo a pensare che un uomo solo al comando, con una visione chiara e la forza di imporla sia la soluzione migliore, più rassicurante […]. Chiara ha sempre avuto un senso elevato e un rispetto assoluto del potere […]. Allo stesso tempo, i suoi rapporti con le persone al vertice della gerarchia, civili (capi di Stato e di governo, presidenti delle istituzioni europee) o religiose (papi, patriarchi, …) non hanno mai avuto nulla di servile. Al contrario, il suo rispetto per l’autorità si esprimeva in modo creativo, offrendo idee e proposte, in un atteggiamento di dialogo e di stimolo, e mettendo la sua persona e le risorse del Movimento [dei Focolari ndr] a disposizione di progetti a vantaggio della società, soprattutto dei più poveri. Corresponsabilità. Nell’esercizio del potere all’interno del Movimento da lei fondato, Chiara ha voluto […] una gestione collettiva della responsabilità, in linea con la spiritualità di comunione, tipica del suo carisma. Solo alla presidenza del movimento, in particolare per motivi giuridici, vi è una sola persona, e Chiara ha voluto che fosse una donna, sul modello di Maria, madre di Gesù, che non aveva alcun potere tranne quello dell’amore […]. Questa è una delle idee chiave del carisma di Chiara: esiste la gerarchia, ha un ruolo insostituibile, ma è sullo sfondo; ciò che emerge è che siamo tutti, prima di tutto, fratelli e sorelle, tutti figli di un unico Dio, che è amore […]. Tutti alla scuola di Gesù, l’unico vero maestro. Una leadership collettiva. Ho avuto la chance di assistere in prima persona al modo in cui Chiara stessa esercitava il suo ruolo di leader nella preparazione dei due incontri dei movimenti e comunità cristiani di diverse Chiese a Stoccarda nel 2004 e nel 2007 […]. Mi ha colpito il modo in cui dava spazio ad ognuno, alle sue idee e alle sue domande. Era come se fosse all’ascolto di una parola che Dio avrebbe potuto pronunciare per bocca di uno dei partecipanti […]. Prendeva ogni parola sul serio e la sottoponeva alla decisione comune, un vero esempio di leadership collettiva in azione […]. Esercitare il proprio ruolo e fare spazio all’altro. È l’essenza della concezione di Chiara del potere, come pure il suo aspetto paradossale: la persona che detiene una posizione di potere deve esercitare pienamente il suo ruolo (essere), e contemporaneamente fare totalmente spazio all’altro, compreso il sottoposto (non essere). Allo stesso tempo tutti, qualunque sia il loro ruolo e posizione nella gerarchia, portano un contributo indispensabile (essere) e, donandolo, lo perdono perché non possono imporlo (non essere). È una dinamica che crea comunione, l’unità nella diversità. L’unità in effetti per Chiara non è mai statica, qualcosa che cancella le componenti, ma ogni volta nuova e sorprendente perché sempre in un movimento vitale, a immagine di Dio e del rapporto d’amore fra le tre persone della Trinità […]. Risolvere insieme i conflitti. Un esempio pratico dell’esercizio del potere come amore, come Chiara lo intende, è la gestione e la risoluzione dei conflitti. Di fronte a un conflitto ci sono diverse opzioni: scansare la difficoltà di affrontarlo, lasciare che il capo decida per tutti, oppure decidere di mettersi insieme in cammino, con tutte le persone coinvolte dal conflitto: una marcia lunga e forse dolorosa, per attraversare il conflitto e venirne fuori, non con una decisione individuale, ma avendo fatto una esperienza insieme. Questa soluzione non viene dall’alto né semplicemente dal basso, ma è il risultato di uno sforzo comune in cui ognuno dà il suo pezzo di verità, al fine di raggiungere una soluzione comune». Leggi il testo integrale Chiara Lubich Politcs for Unity Making a world of difference Marzo 2015 Info: http://www.politicsforunity.com/ (altro…)
Feb 18, 2015 | Cultura
Suggerimenti per imparare a sperimentare la carità in famiglia, “luogo” fondamentale per una cultura della solidarietà e della condivisione: il progetto si colloca nel quadro della campagna sul diritto al cibo promossa a livello internazionale grazie all’appello di papa Francesco e rilanciata da Caritas Italiana insieme ad altri organismi cattolici con il titolo “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro”. Il tema rappresenta anche l’elemento centrale dell’impegno di Caritas per Expo 2015. Un percorso fatto di esperienze, riflessioni, accoglienza, composto da un opuscolo, un libro per bambini, un salvadanaio. A completamento, un POSTER scaricabile dal sito www.caritas.it. Opuscolo per famiglie: il pane di ogni giorno (cf. Lc 11,3) Per approfondire i temi della campagna “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro”, promossa da Caritas Italiana e da una trentina di organismi. Il tema è il PANE, cibo di ogni giorno da consumare in fraternità, scelto da Gesù che per noi si è fatto pane. In un momento in cui a molta parte della popolazione mondiale non è garantito né cibo, né acqua, né libertà, né pace, diventa un invito a tutti coloro che vogliono contribuire a cambiare la situazione. Salvadanaio Per un gesto di solidarietà concreta verso l’altro che diventa “parte della mia famiglia”. In cartoncino componibile. Libro per bambini Il pane di ogni giorno: cinque storie da mangiare Attraverso cinque leggende che narrano l’origine del cibo quotidiano di comunità diverse e lontane, i bambini sono invitati a scoprire una comune fraternità. Ricette dolci, salate, speziate, arricchite con gli ingredienti più vari, identificano la cultura dei popoli che per necessità o fantasia le hanno inventate. L’Autrice – Cosetta Zanotti collabora con diverse case editrici italiane e molti suoi volumi sono tradotti anche all’estero. È l’ideatrice dei testi per l’infanzia di Caritas Italiana. Ha diretto la collana Parole per dirlo delle Edizioni San Paolo. Relatrice in numerosi convegni dedicati alla formazione di animatori e insegnanti, collabora con il mensile Messaggero di Sant’Antonio e per la stessa rivista cura una rubrica di fiabe della tradizione popolare. È direttore artistico del Festival Mangiastorie. L’illustratore – Giuseppe Braghiroli grafico e illustratore per la pubblicità e l’editoria, collabora con diverse case editrici italiane e con la mostra internazionale di illustrazione “Le immagini della fantasia”. Ha pubblicato con Erickson, Città Nuova e Giunti. Dal 2000 le sue illustrazioni sono state selezionate ed esposte in diverse mostre e manifestazioni di settore. Conduce corsi e laboratori sul disegno e l’illustrazione.
Feb 17, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande che si richiamano per spiegare l’universo, l’applicazione di scoperte come il “bosone di Higgs” in campo medico, tecnologico, sociale. Di questo ha parlato la scienziata Fabiola Gianotti, prossimo direttore Cern di Ginevra, il 15 febbraio a Loppiano, davanti a 800 persone tra scienziati, cultori del mondo scientifico, artisti, amici, famiglie e circa duecento studenti di scuole superiori. Insomma, pare che la scienza sia tornata di moda in questo 2015 in cui la gente è ancora attanagliata dalla crisi economica, ma ricerca al contempo «spazi d’infinito, che rimettano a fuoco chi siamo, quale sia la nostra dignità e missione nella vita», a dire da uno dei presenti. Merito certamente di scienziati come la Gianotti, ma anche di appuntamenti come il premio “Renata Borlone, donna in dialogo”. Evento di alto valore educativo in cui fede e cultura si intersecano dando vita ad un’occasione di crescita personale e sociale. Molti i messaggi di congratulazioni giunti alla dott.ssa Gianotti, tra cui quello di Maria Voce: «L’associazione culturale Renata Borlone e l’Istituto Universitario Sophia (IUS) si sono uniti al coro di generale plauso, sottolineando in particolare i valori ai quali la dott.ssa ispira la sua vita di donna e di scienziata». La presidente dei Focolari sottolinea “la consonanza di ideali e d’intenti tra queste due figure” (Gianotti e Borlone), pur nella diversità di ambiti. «Si parla del bosone di Higgs come del luogo che dà consistenza a tutte le altre particelle – afferma Lida Ciccarelli, postulatrice della causa di beatificazione di Renata Borlone –. Anche Renata innamorata, oltre che della scienza di tutto ciò che riguarda l’umanità, aveva trovato il luogo, il campo che ha dato spessore a tutta la sua vita e significato alle sue giornate: è Dio. E come la scienziata si appresta a sollevare per noi il velo sul mondo della scienza – ha continuato – lei ha trovato in Dio colui che le ha rivelato ‘il fratello’ che le chiedeva amore, accoglienza, comprensione, condivisione delle gioie e dei dolori, con un cuore di carne. Ha vissuto in questo spazio divino e chi la sfiorava, ritrovava la dignità di scoprirsi figlio di Dio».
La terza edizione del premio è destinato ai cultori della ricerca scientifica e punta a promuovere il dialogo con quanti, anche in campo accademico, s’impegnano per una cultura che rispetti la dignità della persona umana. La motivazione del conferimento a Fabiola Gianotti, viene letta dal prof. Sergio Rondinara dello IUS: “Per le sue alte qualità professionali, per la passione mostrata nella ricerca scientifica e per le capacità umane mostrate nel fruttuoso coordinamento dell’elevato numero di scienziati e ricercatori presenti nell’esperimento ATLAS presso il Cern”. Il premio è un opera dell’artista cinese Hung e rappresenta un acceleratore di particelle in miniatura. L’intervento della dott.ssa Gianotti è un’intensa ed appassionata esposizione che cattura la sala, accompagnando i presenti in un tour virtuale dentro l’universo dell’infinitamente piccolo, quello delle particelle elementari ed in particolare del bosone di Higgs, scoperto a fine 2012 grazie al lavoro costante di 3.000 scienziati di 38 Paesi e alla tecnologia dell’acceleratore di particelle LHC (Large Hadron Collider), lungo 27 Km, che si snoda a un centinaio di metri sotto terra tra la Svizzera e la Francia. «Qualcuno di voi si chiederà: ma chi se ne importa delle masse delle particelle? – afferma la scienziata –. In realtà questa domanda è molto vicina alla nostra vita perché se le particelle non avessero le masse che hanno, noi non saremmo qui. Se l’elettrone non avesse massa, l’atomo non starebbe assieme e dunque non ci sarebbe la chimica, non ci sarebbe la materia come la conosciamo. Quindi noi siamo qui grazie anche a questo meccanismo di Higgs». Riguardo alle applicazioni degli acceleratori di particelle, spiega che vengono utilizzati ampiamente in campo medico per la cura dei tumori. La dottoressa conclude che la ricerca al Cern affronta domande fondamentali sulle particelle elementari e quindi sulla struttura e l’evoluzione dell’universo, importanti per la ricaduta sulla vita quotidiana. «Ma la conoscenza fondamentale – conclude – è importante di per sé, perché è uno dei diritti-doveri irrinunciabili dell’uomo, al di là delle applicazioni concrete, un po’ come l’arte che è tra le espressioni più elevate dell’uomo come essere pensante. Quindi negare l’importanza assoluta di queste attività umane, significa snaturare la natura umana stessa».
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Feb 16, 2015 | Cultura
The Interior Castle, also known as the Book of Mansions, is considered Teresa of Avila’s greatest and most mature explanation of the spiritual journey. For Teresa, growing spiritually is traveling inwards to the centre of our being where God dwells, yet too few set out with resolution to reach the Divine Presence. Read more
Feb 16, 2015 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
I timbri sui documenti ci sono tutti: ora è figlio a tutti gli effetti. Un figlio su cui riversare quella piena d’amore che i genitori adottivi da sempre hanno in serbo. Anni di attesa e traversate sull’oceano non li hanno fermati. Dopo un primo fugace incontro in cui figlio-genitori si sono ‘riconosciuti’, trascorsa una breve convivenza in hotel all’estero, finalmente sono a casa. Un’esperienza esaltante, unica, quella di veder concluso l’iter adottivo che però, più che una conclusione, ha tutte le sembianze di un inizio. In salita. Superato il primo impatto, mille interrogativi assalgono i neo diplomati genitori adottivi, che spesso si trovano spiazzati. Per loro nasce a Grazzanise (Caserta) “Famiglie di cuore”. Nato da un’idea di Azione per Famiglie Nuove onlus (AFN) e col contributo dell’Istituto Banco di Napoli Fondazione, il progetto prevede l’attivarsi a Napoli di uno sportello di consulenza gratuita per le famiglie adottive della Regione Campania che offre consulenze di esperti o semplicemente la possibilità di confrontarsi con altre famiglie. Si attiveranno altresì dei corsi gratuiti nei quali le lezioni teoriche si alterneranno a incontri sociali per favorire lo scambio di esperienze fra famiglie e la loro messa in rete anche con altre associazioni presenti sul territorio. L’adozione continua a rimanere una sfida aperta, anche perché a tutt’oggi ancora troppi minori in stato di abbandono continuano a permanere negli istituti, nel nord come nel sud del mondo. Sfida che Chiara Lubich, già nel lontano 1967 aveva voluto raccogliere invitando le famiglie che la seguivano a “svuotare gli orfanotrofi”. Ed è così che una miriade di famiglie, con o senza figli, hanno aperto casa e cuore a chi una famiglia non l’aveva, favorendo il rimarginarsi, in quel bambino che è stato accolto come figlio, della spaccatura subita con l’abbandono. «Con questa iniziativa – spiegano i coniugi Gravante, responsabili della sede AFN onlus Campania – si intende dotare le famiglie di quegli strumenti che, potenziando le loro risorse, le aiutino a crescere come famiglie-mondo, capaci cioè di aprirsi alla diversità che il figlio venuto da lontano inevitabilmente porta con sé. Diversità di patrimonio genetico e di cultura. È un percorso affascinante ma impegnativo, come lo è il ripercorrere insieme al bambino l’abisso del suo vissuto e aiutarlo a riappacificarsi con esso». Ad AFN, come ad ogni altro ente autorizzato per le adozioni internazionali, è richiesto di seguire la famiglia per i primi tre anni del post-adozione, ma spesso questa tempistica non è sufficiente. Il processo di integrazione del bambino nella nuova famiglia e il suo inserimento nelle strutture sociali del territorio, possono richiedere molto più tempo. Le famiglie adottive, lungi dal lasciarle sole, hanno bisogno del rapporto con altre famiglie come loro, per riuscire ogni giorno a riscoprire la valenza della scelta fatta e ritrovare l’iniziale entusiasmo di progettare il futuro, in un percorso frutto della condivisione. E di condivisione e solidarietà ha parlato al lancio del progetto anche Andrea Turatti, Presidente AFN, sottolineando come questo binomio sia proprio la realtà che anima l’associazione: «Siamo contenti di poter offrire, grazie anche alla generosa partecipazione dell’Istituto Banco di Napoli, questa opportunità per il territorio campano. Un territorio che merita. Infatti, degli 850 bambini che hanno trovato una famiglia attraverso AFN, ben 180 sono stati accolti in Campania. Ed è la maturità di questo territorio che ha consentito di far partire un progetto che vogliamo esportare anche nel resto d’Italia, e non solo, quale contributo ad una società solidale. Il 27 febbraio ci sarà infatti ad Ascoli il lancio del medesimo progetto per le famiglie adottive delle Marche». Per informazioni: Depliant AFN AFN – Azione per Famiglie Nuove onlus www.afnonlus.org Sede territoriale Campania Via S. Leucio, 71 – 81046 GRAZZANISE (Caserta) Tel. 0823.991772 adozioni.caserta@afnonlus.org C.F. 92012120587 (altro…)
Feb 14, 2015 | Chiesa, Focolari nel Mondo
«Una predicazione che non denunci il peccato non è predicazione del Vangelo», affermava in uno dei suoi discorsi mons. Romero. Il suo martirio, avvenuto il 24 marzo 1980 mentre celebrava l’Eucaristia nella cappella dell’ospedale per malati terminali in cui risiedeva, ha dato forza a molte famiglie salvadoregne che hanno perso familiari e amici durante la guerra civile che è sopraggiunta spietata dopo la sua morte. E ancora oggi la sua testimonianza è un forte richiamo alla pace, alla fratellanza e alla riconciliazione di cui il popolo ha tanto bisogno. «La notizia della firma di papa Francesco sul decreto che riconosce il martirio per “odium fidei” di mons. Oscar Arnulfo Romero, ha fatto esultare il popolo. I vescovi hanno fatto suonare a festa le campane di tutte le chiese di El Salvador per manifestare il grande giubilo», scrive Filippo Casabianca, dalla sede dei Focolari in Centro America. «Da quando Bergoglio è diventato papa – spiega – si è cominciato a sperare che, conoscendo le urgenti necessità dei poveri e le oscure trame di alcuni regimi dittatoriali latinoamericani, avrebbe sbloccato l’iter della causa. Ne segue adesso la proclamazione solenne in data da stabilire, a San Salvador». Quale il retroscena di questo blocco? «L’opera missionaria della chiesa in quel periodo era attraversata da tensioni che ondulavano da una fedeltà genuina alle indicazioni del Concilio di vicinanza agli ultimi, alla tentazione di chi riteneva legittima l’associazione con i movimenti di stampo marxista. Di ciò si volle accusare Romero, fino ad arrivare a silenziare la sua voce». Ma, nel Salvador, anche la spiritualità dei Focolari affonda le sue radici nell’humus degli orrori della guerra. Infatti risalgono alla fine degli anni ‘70 le prime visite dei focolarini approdati dalla Colombia, fino alle prime Mariapoli, nel 1982, nella cittadina di Santiago di Maria.
«Le strade di collegamento erano pattugliate alternativamente dai guerriglieri o dall’esercito – continua Filippo – così da dover usare mezzi di fortuna per spostarsi o sottoporsi a interrogatori che potevano finire con il reclutamento forzato. La guerra era seguita alla morte di Romero ed il suo messaggio era vivo in tutti». «Le parole, la dottrina e la testimonianza di mons. Romero – racconta Reynaldo, fra i primi giovani del Movimento – risuonavano con forza in chi ebbe la fortuna di trovare l’Ideale dell’unità, particolarmente per il richiamo all’opzione preferenziale per i poveri». Era un forte richiamo alla coerenza cristiana, visto con perplessità da alcuni, abbracciato da tanti, manipolato alle volte. «L’esempio di Mons. Romero, unito all’incontro con l’esperienza di Chiara Lubich e le sue compagne, durante la seconda guerra mondiale a Trento, ci fece accogliere in un modo più puro il Carisma dell’unità e ci aiutò ad andare controcorrente». Un controcorrente che si manifesta ancora oggi nell’impegno sociale del Movimento dei Focolari in Salvador. Il recupero di carcerati, ad esempio, si svolge nell’ambito della Pastorale carceraria della Chiesa e coinvolge un’equipe dei Focolari: visitano regolarmente il tristemente famoso carcere di Mariona, che ospita i più pericolosi capi della criminalità e del narcotraffico. Attualmente, avvicinano circa 180 persone che scontano pene diverse, attraverso incontri attorno alla “Parola di Vita”, con gruppi di 18 persone ciascuno. Nell’ultimo incontro qualcuno diceva: «chiedo perdono a miei compagni di cella perché li ho trattati con violenza, ma voglio cambiare». Altre attività sono rivolte all’inclusione sociale in un paesino a rischio. La situazione si è fatta pericolosa ed il parroco ha consigliato i membri del Movimento di essere cauti. In altre due città si sostengono asili e attività di dopo scuola orientati a frenare la diserzione scolastica, condizione che favorisce il reclutamento criminale. Sull’esempio di Romero, in Salvador e non solo, si ravviva il desiderio di essere fedeli al Vangelo che spinge a vivere per tutti, e in particolare per i piccoli, i poveri e gli ultimi. (altro…)