Movimento dei Focolari
Interpretazioni di povertà

Consegna dei diplomi alla Scuola Loreto

20140702-7Una famiglia sana sviluppa legami positivi, personali e sociali che rappresentano il capitale umano primario per il benessere della società. È da questa premessa che nasce il progetto culturale “La famiglia in vista del bene comune”, promosso dalla “Scuola Loreto” di Azione per Famiglie Nuove Onlus.

L’obiettivo è chiaro: ripartire dalla promozione di una cultura della famiglia per sanare tante piaghe che derivano dalla disgregazione sociale causata dalla crisi e dalla privatizzazione dell’istituto familiare.

L’11 giugno scorso, sono stati consegnati gli attestati di “Empowerment familiare e interculturale” alle famiglie giunte per apprendere un nuovo stile di vita impostato sull’amore reciproco del Vangelo e approfondire la spiritualità dell’unità, insieme ad una specifica formazione sulle tematiche familiari.

20140702-6Il corso era cominciato il 16 settembre 2013 e si è articolato in due periodi formativi lungo l’anno: il ‘corso propedeutico’ (di 250 ore) e il ‘corso di Qualifica’ (600 ore). I partecipanti: otto interi nuclei familiari provenienti da Hong Kong, dalla Corea del Sud, Siria, Slovacchia, Messico e dal Brasile.

Le famiglie hanno ricevuto elementi di contenuto formativo, partecipato alle attività lavorative e alla vita della cittadella, vivendo nell’amore e nella comunione, per testimoniare a tutti – tornati nelle loro terre – l’esperienza vissuta.

Nota comune è stata quella di essersi ritrovati alla fine dell’anno come una unica grande famiglia. In tutte c’è il desiderio di condividere con tanti l’originale esperienza trascorsa in Italia.

La Scuola Loreto è stata fondata da Chiara Lubich a Loppiano nel 1982. Fino ad oggi 1.500 famiglie dei cinque continenti sono passati da questa singolare scuola diventando, poi, punto di riferimento per altre famiglie.

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Interpretazioni di povertà

[:es]San Juan XXIII

cubierta joseantonio (Page 1)Autor: Luis Marín de San Martín Sinopsis: Pocos papas han llegado como Juan XXIII al corazón de la gente. Su paso por la cátedra de Pedro, breve pero intenso y decisivo, supuso un cambio en el estilo y, sobre todo, el inicio de un proceso renovador y revitalizador de la vida cristiana en diálogo con el mundo contemporáneo. Su grato recuerdo perdura hoy no solo entre los católicos, sino también entre los miembros de otras Iglesias y religiones e incluso entre los no creyentes. Pero su nombre está especialmente ligado a la convocatoria e inicio del Concilio Vaticano II, el mayor acontecimiento eclesial del siglo XX. En estas páginas, el autor quiere dar a conocer a un Angelo Giuseppe Roncalli que miró el mundo con amor y ternura y mostró el verdadero rostro de una Iglesia familia de Dios. El papa Juan no fue el viento impetuoso, sino la brisa suave que anima y revitaliza, una bocanada de aire fresco que entró en la vida de las gentes y que provocó una renovación profunda, hasta el punto de constituir un antes y un después en la historia de la Iglesia. Sobre el autorLuis Marín de San Martín, OSA (Madrid, 1961), es doctor en Teología Dogmática. Se ha especializado en la figura y el magisterio de Juan XXIII. Es asistente general de la Orden de San Agustín, preside el Instituto de Espiritualidad Agustiniana y es profesor en la Facultad de Teología del Norte de España (Burgos). Tiene varias publicaciones de carácter histórico, teológico y espiritual. Editorial Ciudad Nueva – Madrid

Interpretazioni di povertà

Focolari: Assemblea generale 2014

2470028Dal 1° al 28 settembre 2014 avrà luogo l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari. Tra i suoi compiti eleggere la presidente, il copresidente, le e i consiglieri generali che resteranno in carica per i prossimi sei anni, deliberare sulle istanze e proposte giunte dalle varie parti del mondo, definire le grandi linee di orientamento del prossimo periodo. Nelle parole della presidente Maria Vocel’Assemblea è chiamata ad esprimersi su argomenti fondamentali per la vita dell’intero Movimento” e ad essa ci si avvia “con un senso di gratitudine a Dio per quanto si è vissuto insieme nei sei anni trascorsi”. Saranno 494 i partecipanti all’Assemblea generale che rappresenteranno le varietà geografica, di impegno e di generazioni proprie dei Focolari. Accanto ai cattolici ci saranno 15 rappresentanti di altre confessioni cristiane, di religioni non cristiane e di culture non religiose, che accompagneranno i lavori dell’Assemblea e esprimeranno le proprie prospettive, indispensabili per la vita e l’azione del Movimento. Gli ultimi sei mesi hanno visto, in tutto il mondo e con diverse modalità, un susseguirsi di iniziative per facilitare riflessioni, analisi e bilanci nelle comunità dei Focolari sull’operato del Movimento, sulle sue sfide e prospettive, allo scopo di far giungere temi e proposte sulle quali impostare i lavori dell’Assemblea. 20140630-01Tale processo di partecipazione si è concretizzato in più di 3.000 istanze, ognuna espressa in un massimo di 100 parole, che indicano – spiega Maria Voce – “la vitalità di un popolo in cammino ed in crescita”. Un gruppo di giovani dei Focolari, riuniti in un convegno internazionale, hanno approvato un manifesto con le loro proposte consegnato alla presidente, in seguito a un lavoro di riflessione nei cinque continenti. L’insieme delle istanze è stato reso funzionale da una commissione preparatoria e verrà inviato ai partecipanti all’Assemblea. Tale commissione è composta da venti persone, rappresentative dell’attuale Centro internazionale, delle diverse diramazioni dei Focolari e delle regioni del mondo in cui esso è presente. L’Assemblea generale dei Focolari è il più importante organo di governo del Movimento e si riunisce ordinariamente ogni sei anni. Quella precedente si è tenuta nel luglio 2008, tre mesi dopo la morte della fondatrice Chiara Lubich. (altro…)

Luglio 2014

“In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qua­lunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Avrai letto nel Vangelo che Gesù raccomanda più volte la preghiera e insegna come si fa ad ottenere. Ma questa, sulla quale poniamo oggi l’attenzione, è veramente originale. Essa, perché possa ottenere una risposta dal cielo, esige più persone, una comunità. Dice: «Se due di voi». Due. È il numero più piccolo che forma una comunità. A Gesù dunque importa non tanto il numero quanto la pluralità dei credenti. Anche nel giudaismo – ti sarà noto – si sa che Dio apprezza la preghiera della collettività, ma Gesù dice qualcosa di nuovo: «Se due di voi… si accorderanno». Vuole più persone, ma le vuole unite, pone l’accento sulla loro unanimità: le vuole una sola voce. Devono mettersi d’accordo sulla domanda da fare, certamente; ma questa richiesta deve poggiare soprattutto su una concordanza dei cuori. Gesù afferma, in pratica, che la condizione per ottenere quanto si chiede è l’amore reciproco tra le persone.

“In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qua­lunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Ti potrai chiedere: «Ma perché le preghiere fatte in unità hanno maggiore accesso presso il Padre?». Il motivo, forse, è perché sono più purificate. A che cosa infatti è ridotta, spesso, la preghiera se non ad una serie di domande egoistiche che ricordano più i mendicanti presso un re, che non i figli presso un padre? Quanto invece si chiede insieme agli altri è certamente meno macchiato da un interesse personale. A contatto con gli altri si è più propensi a sentire anche le loro necessità e a condividerle. Non solo: ma è più facile che due o tre persone capiscano meglio che cosa chiedere al Padre. Se si vuole quindi che la nostra preghiera sia esaudita è meglio stare esattamente a quanto Gesù dice, e cioè:

“In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qua­lunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Gesù stesso ci dice dove sta il segreto dell’efficacia di questa preghiera. Esso è tutto in quel «riuniti nel mio nome». Quando si è uniti così c’è fra noi la Sua presenza e tutto ciò che si chiede con Lui è più facile ottenerlo. Infatti Gesù, presente dove l’amore reciproco unisce i cuori, è Lui stesso che chiede con noi le grazie al Padre. E puoi pensare che il Padre non ascolti Gesù? Il Padre e Cristo sono una sola cosa. Non ti sembra splendido tutto questo? Non ti dà certezza? Non ti dà fiducia?

“In verità vi dico: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qua­lunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”.

Sarai ora certamente interessato a sapere cosa vuole Gesù che tu chieda. Egli stesso lo dice chiaramente: «qualunque cosa». Non c’è quindi nessun limite. E allora metti anche questa preghiera nel programma della tua vita. Forse la tua famiglia, tu stesso, i tuoi amici, le associazioni di cui fai parte, la tua patria, il mondo che ti circonda mancano di innumerevoli aiuti perché tu non li hai chiesti. Accordati con i tuoi cari, con chi ti comprende o condivide i tuoi ideali e, dopo esservi disposti ad amarvi come il Vangelo comanda, così uniti da meritare la presenza di Gesù tra voi, chiedete. E chiedete più che potete: chiedete durante l’assemblea liturgica; chiedete in chiesa; chiedete in qualsiasi luogo; chiedete prima di prendere decisioni; chiedete qualsiasi cosa. E soprattutto non fate in modo che Gesù resti deluso dalla vostra noncuranza, dopo avervi dato tanta possibilità. Gli uomini sorrideranno di più, gli ammalati spereranno; i bimbi cresceranno più protetti, i focolari familiari più armoniosi; i grandi problemi potranno essere affrontati anche nell’intimo delle case… E vi guadagnerete il Paradiso, perché la preghiera per i bisogni dei vivi e dei morti è anch’essa una di quelle opere di misericordia che ci saranno richieste all’esame finale.

 Chiara Lubich

Pubblicata su Città Nuova 1981/15-16, pp.40-41.

Interpretazioni di povertà

Focolari: sulla via del cristianesimo sociale

201406Paris2Al culmine di un anno di celebrazioni dei 60° anni del Movimento dei Focolari in Francia, il 4 giugno scorso si è svolto, presso l’Istituto Cattolico di Parigi, un simposio sull’apporto del Movimento nella Chiesa e nella società francesi. Davanti ad un pubblico variegato, si è cercato di rispondere alle domande: “Chi sono i Focolari?” e “Qual è il loro coinvolgimento nel mondo di oggi?”. Pur non tacendo su alcuni aspetti critici, come la poca visibilità, i relatori hanno messo in luce il contributo positivo dei Focolari alla società francese. «Non ci sono tanti movimenti che hanno raggiunto ‘in salute’ la sessantina d’anni di esistenza», ha affermato il sociologo della religione Jean-Louis Schlegel, nel suo intervento.

Padre Lethel

Padre François-Marie Léthel

Il simposio è iniziato con padre François-Marie Léthel, carmelitano e professore di teologia presso il Teresianum (Roma): ha spiegato il parallelo tra tra santa Teresa d’Avila e il suo “castello interiore” (la preghiera, il centro dell’anima) e Chiara Lubich, col suo “castello esteriore” (l’amore per il prossimo). Non ha esitato a designare la fondatrice dei Focolari come «una delle più grandi mistiche di tutti i tempi». 201406Paris1Laurent Villemin, professore di teologia presso l’Istituto Cattolico di Parigi, ha evocato la passione  nel dialogo tra cristiani: «molto presto tradotta in ecumenismo pratico» e che «fino alla fine della sua vita non ha rinunciato al lavoro per l’unità visibile della Chiesa». Portando l’esempio concreto della dinamica di Insieme per l’Europa“, Gérard Testard, membro del Comitato Internazionale, ha dichiarato che «I Focolari hanno un’influenza e danno un contributo decisivo alla comunione tra movimenti». 201406Paris4Mons. Teissier, arcivescovo emerito di Algeri, ha ricordato quanto si vive in questo Paese dove i musulmani, in particolare i giovani «hanno trovato nel Movimento dei Focolari una risposta alla loro attesa interiore» restando «fedeli alla loro identità di musulmani». Il presidente delle Settimane sociali di Francia, Jérôme Vignon, ha sottolineato il carattere «precursore e fecondo dell’Economia di Comunione», definendo «visione rivoluzionaria» il contributo dei Focolari all’evangelizzazione: non tanto quella di «far diventare cristiani i nostri fratelli», ma quella di «far loro gustare la gioia dell’amore reciproco, la preoccupazione per il prossimo». Tutti aspetti in cui i Focolari possono arricchire il cristianesimo sociale francese, a condizione di non “nascondersi”. «Non abbiate paura – ha concluso Laurent Villemin – di portare avanti questa ricerca di una vera spiritualità per dei veri laici». (altro…)