Gen 28, 2014 | Parola di Vita
“Beati i puri di cuore perché vedranno Dio Anzitutto, secondo Gesù, vi è un mezzo sovrano di purificazione: “Voi siete già mondi in virtù della Parola che vi ho annunziato” (Gv 15,3). Non sono tanto degli esercizi rituali a purificare l’animo, ma la sua Parola. La Parola di Gesù non è come le parole umane. In essa è presente Cristo, come, in altro modo, è presente nell’Eucaristia. Per essa Cristo entra in noi e, finché la lasciamo agire, ci rende liberi dal peccato e quindi puri di cuore. Dunque la purezza è frutto della Parola vissuta, di tutte quelle Parole di Gesù che ci liberano dai cosiddetti attaccamenti, nei quali necessariamente si cade, se non si ha il cuore in Dio e nei suoi insegnamenti. Essi possono riguardare le cose, le creature, se stessi. Ma se il cuore è puntato su Dio solo, tutto il resto cade. Per riuscire in questa impresa, può essere utile, durante la giornata, ripetere a Gesù, a Dio, quell’invocazione del Salmo che dice: “Sei tu, Signore, l’unico mio bene!” (Cf Sal 16,2). Proviamo a ripeterlo spesso, e soprattutto quando i vari attaccamenti vorrebbero trascinare il nostro cuore verso quelle immagini, sentimenti e passioni che possono offuscare la visione del bene e toglierci la libertà. Siamo portati a guardare certi cartelloni pubblicitari, a seguire certi programmi televisivi? No, diciamogli: “Sei tu, Signore, l’unico mio bene” e sarà questo il primo passo che ci farà uscire da noi stessi, ri-dichiarando il nostro amore a Dio. E così avremo acquistato in purezza. Avvertiamo a volte che una persona o un’attività si frappongono, come un ostacolo, fra noi e Dio e inquinano il nostro rapporto con Lui? E’ il momento di ripeterGli: “Sei tu, Signore, l’unico mio bene”. Questo ci aiuterà a purificare le nostre intenzioni e a ritrovare la libertà interiore. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” La Parola vissuta ci rende liberi e puri perché è amore. E’ l’amore che purifica, con il suo fuoco divino, le nostre intenzioni e tutto il nostro intimo, perché il “cuore” secondo la Bibbia è la sede più profonda dell’intelligenza e della volontà. Ma c’è un amore che Gesù ci comanda e che ci permette di vivere questa beatitudine. E’ l’amore reciproco, di chi è pronto a dare la vita per gli altri, sull’esempio di Gesù. Esso crea una corrente, uno scambio, un’atmosfera la cui nota dominante è proprio la trasparenza, la purezza, per la presenza di Dio che, solo, può creare in noi un cuore puro (Cf Sal 51,12). E’ vivendo l’amore scambievole che la Parola agisce con i suoi effetti di purificazione e di santificazione. L’individuo isolato è incapace di resistere a lungo alle sollecitazioni del mondo, mentre nell’amore vicendevole trova l’ambiente sano, capace di proteggere la sua purezza e tutta la sua autentica esistenza cristiana. “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio Ed ecco il frutto di questa purezza, sempre riconquistata: si può “vedere” Dio, cioè capire la sua azione nella nostra vita e nella storia, sentire la sua voce nel cuore, cogliere la sua presenza là dove è: nei poveri, nell’Eucaristia, nella sua Parola, nella comunione fraterna, nella Chiesa. E’ un pregustare la presenza di Dio che comincia già da questa vita “camminando nella fede e non ancora in visione” (2 Cor 5,7) fino a quando “vedremo faccia a faccia” (1 Cor 13,12) eternamente.
Chiara Lubich
Gen 27, 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
Sono arrivati con grandi sogni, alla Mariápolis Lia (Argentina), i 71 studenti provenienti da Messico, Honduras, Guatemala, El Salvador, Costa Rica, Cuba, Colombia, Ecuador, Venezuela, Perù, Bolivia, Paraguay, Cile, Italia e Argentina. Dal 6 al 14 gennaio: giorni per approfondire e trovare risposte alle loro inquietudini. Il percorso accademico della Summer School 2014 (in spagnolo “Escuela de Verano”), promosso dall’ Istituto Universitario Sophia insieme ad un gruppo di professori latinoamericani, ha affrontato varie discipline con uno sguardo nuovo. Teologia Biblica. La ricerca dell’autenticità del testo evangelico ha messo in rilievo il messaggio rivoluzionario e trasformante delle parole di Gesù. Scienze economiche. Fiducia, reciprocità e gratuità nei rapporti interpersonali hanno dimostrato la loro efficace importanza nella performance economica. Sociologia. Persona e società, nella prospettiva storica, sociologica e nei documenti del magistero della Chiesa latinoamericana, hanno aperto nuovi orizzonti a partire dalla categoria del dono e della interculturalità. L’America latina r
eclama cambiamenti profondi: il ritorno alle proprie radici, il riconoscimento delle sue ricchezze e delle culture dei popoli originari, la sfida delle disuguaglianze sociali, riuscire a trasformare in dono la sua contrastante diversità. L’arte, valida via d’interculturalità, si é presentata attraverso una mostra con opere di diversi paesi ed il concerto “Musica della Speranza”:prima mondiale dell’opera “Hablata Oblata Opus 265” del compositore Mario Alfagüel (Costa Rica). Un brano di musica contemporanea con testi di grandi pensatori latinoamericani, con due direttori in scena, che ha fatto le delizie del pubblico. Gli studenti della prima edizione (2013) hanno presentato 29 saggi in sette discipline e 12 progetti, evidenziando, attraverso diversi metodi consoni alle loro scienze, che è possibile pensare a partire da un nuovo paradigma: la cultura della fraternità. Daniela del Cile ha presentato il progetto: “Un nuovo sguardo del sapere in salute: cosa è uguale e differente nella medicina mapuche (popolo originario del sud del Cile-Argentina) e la medicina tradizionale? Confronto della medicina tradizionale ed i popoli originari”.
Christopher del Messico un suo lavoro dal titolo: “Fraternità fra le righe: un approccio al suo uso nel discorso politico messicano” “Questo progetto – spiega – ha, come fine, sviluppare un’analisi del concetto di fraternità come elemento del discorso nell’attuale sistema politico messicano”. “Siamo in tanti ma siamo uno. Oggi sento l’America latina come una via senza frontiere che unisce il nord ed il sud in un unico sogno: la fraternità”,afferma Carlos dell’Argentina. Si parte con una grande sfida: portare avanti dei progetti di trasformazione sociale nelle singole regioni del Continente, che saranno presentati nella prossima edizione 2015. (altro…)
Gen 26, 2014 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Chiara Lubich ha ravvisato sempre in Pasquale Foresi un particolare ruolo nello sviluppo del Movimento dei Focolari: quello dell’incarnazione del carisma dell’unità, e per questo lo considera, insieme a Igino Giordani, cofondatore del Movimento. Pasquale Foresi nel 1949, anno della sua conoscenza di Chiara e del Movimento, era un giovane alla ricerca. Dopo aver sentito la vocazione al sacerdozio, frequentava il seminario di Pistoia e il Collegio Capranica a Roma. Racconta: «Ero contento, soddisfatto della mia scelta. Ad un dato momento però, ho avuto non una crisi di fede, ma un semplice ripensamento. (…) Mi è sorto così il dubbio di potermi avviare al sacerdozio con queste difficoltà in cuore e ho sospeso momentaneamente lo studio. È stato a quel tempo che ho conosciuto il Movimento dei Focolari (…). Notavo, nelle persone che vi appartenevano, una fede assoluta nella Chiesa cattolica e contemporaneamente una vita evangelica radicale. Ho capito così che quello era il mio posto e ben presto l’idea del sacerdozio è ricomparsa». Sarà il primo focolarino sacerdote. Dopo di lui, altri focolarini sentiranno questa particolare chiamata al servizio del Movimento. Pasquale riconosce nei primi passi mossi da Chiara Lubich e le sue compagne “una polla evangelica sgorgata nella Chiesa”, ed inizia un sodalizio che lo conduce, rivestito del ministero sacerdotale, a dare un fondamentale contributo allo sviluppo del Movimento come stretto collaboratore della fondatrice. Riguardo ai principali comp
iti a lui affidati, scrive lo stesso Foresi: «Perché sacerdote, sono stato incaricato di tenere i primi rapporti del Movimento dei Focolari con la Santa Sede. Altro mio compito particolare, nel tempo, è stato quello di seguire, lo sviluppo del Movimento nel mondo e di collaborare, direttamente con Chiara, alla stesura dei vari Statuti. Ho ancora potuto dar vita e seguire opere concrete al servizio del Movimento, quali il ‘Centro Mariapoli’ per la formazione dei membri a Rocca di Pappa, la cittadella di testimonianza a Loppiano, la casa editrice Città Nuova a Roma e altre opere che si vennero poi moltiplicando nel mondo». Ma c’è ancora un aspetto particolare della sua vita accanto a Chiara, che forse rappresenta meglio degli altri il suo particolare apporto allo sviluppo del Movimento. Scrive: «È nella logica delle cose che ogni nuova corrente di spiritualità, ogni grande carisma, abbia dei risvolti culturali a tutti i livelli. Se si guarda la storia si constata come ciò si è sempre avverato, con influssi nell’architettura, nell’arte, nelle strutture ecclesiali e sociali, nei vari settori del pensiero umano e, specialmente, nella teologia». Infatti, egli è intervenuto innumerevoli volte con la parola e con lo scritto a presentare la teologia del carisma di Chiara nella sua dimensione sociale, spirituale, sottolineandone con autorevolezza la novità, sia in ordine alla vita che al pensiero. Dalle sue pagine scaturisce “un acume di analisi, un’ampiezza di vedute e un ottimismo nel futuro, resi possibili dalla sapienza che proviene da una forte e originale esperienza carismatica, oltre che da quegli abissi di luce e di amore, di umiltà e fedeltà, che solo Dio può scavare nella vita di una persona”. (dalla Prefazione di “Colloqui”, domande e risposte sulla spiritualità dell’unità). (altro…)
Gen 25, 2014 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Sono insegnante in una scuola primaria cattolica», scrive Eliane della Repubblica Centrafricana, «e, da quando conosco la spiritualità dell’unità, ho sentito di dover mettere in pratica il Vangelo, anche quando ciò comporta andare contro corrente rispetto ai comuni e diffusi modi di fare».
«Quando sul nostro Paese si è profilata la minaccia della guerriglia – prosegue – ho proposto ai miei alunni di fare insieme il “Time Out”, un momento di preghiera in cui, uniti a tanti altri in tutto il mondo, chiediamo il dono della pace, lì dove si combatte e nel cuore di ogni uomo. Così ogni giorno, anche noi ci fermiamo e preghiamo”». I bambini della sua scuola hanno l’abitudine di acquistare dall’insegnante creta o gesso per i lavori da svolgere. Eliane dà a ciascuno quanto deve, mentre un altro insegnante invece di dare un bastoncino di gesso a testa al costo di 25 franchi, lo divide a metà così da avere un guadagno che poi usa per comprare il proprio pranzo. Notando il comportamento di Eliane, il collega gliene chiede il motivo: «Gli ho fatto capire che questo modo di agire non era corretto perché i bambini meritano la giustizia ed anche perché Gesù ha detto: “Tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”(Mt. 25,40)». Anche il prefetto agli studi viene a conoscenza dello stile di vita di Eliane, ed è per lei una nuova occasione di esprimere le sue convinzioni. «Dopo un po’ di tempo – racconta – lui e sua moglie mi hanno chiesto di fare da madrina alla loro figlia più piccola. Ho accettato con gioia ed ora sento di far realmente parte della loro famiglia».
Successivamente, i colleghi propongono il nome di Eliane come candidata per l’elezione della delegazione del personale, sotto la supervisione dell’Ispettore del Lavoro. Oggi svolge questo ruolo che consiste nel mediare e vigilare sul buon andamento della scuola e mantenere il rispetto dei diritti e dei doveri da parte di tutti. Ad Eliane viene anche affidato il segretariato di una associazione di solidarietà che raggruppa le donne che gravitano attorno alla scuola, con lo scopo di formare le giovani in materia di prevenzione di malattie ed igiene personale. Anche questo gruppo di Solidarietà delle Donne decide di aderire al “Time Out”. «Oggi, – conclude Eliane – molte voci si innalzano per chiedere la Pace non solo per l’Africa Centrale ma per il mondo intero». (altro…)
Gen 24, 2014 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Il padre spirituale, un giorno, chiede a Chiara: “Quale fu il momento in cui il Signore sofferse di più?”. “Nell’orto degli Olivi, suppongo”. “No, a mio parere, sofferse di più sulla croce, quando emise il grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46; Mc 15,34)”. Egli uscì, e Chiara discorrendo con Dori (una sua allieva, tra le prime a seguirla, n.d.r.) e poi con altre cominciò a polarizzare il suo amore – e il suo studio – su quel grido: su quel momento d’angoscia, in cui Cristo si era sentito abbandonato persino dal Padre, per il quale s’era fatto uomo. “Sono convinta che Gesù abbandonato sarà l’ideale che risolverà tutti i problemi del mondo: esso si diffonderà sino agli ultimi confini della terra”.
Questa convinzione si doveva consolidare, di anno in anno, nelle prove d’ogni sorta, mercé cui il suo ideale si impiantava tra gli uomini. Gesù abbandonato così divenne l’amore di Chiara. E divenne l’amore – l’ideale, lo scopo, la norma – dell’Opera di Maria (o Movimento dei Focolari, n.d.r.). Un giorno ella ci spiegò: “Se, quando sarò anziana cadente, verranno dei giovani a chiedermi di definire loro, stringatamente, il nostro ideale, con un filo di voce risponderò: È Gesù abbandonato!”». Fonte: “Erano i tempi di guerra…”, Chiara Lubich – Igino Giordani, Città Nuova Ed., Roma, 2007, pp. 122-123. (altro…)
Gen 22, 2014 | Chiara Lubich, Spiritualità
«Oggi compio 46 anni. Il doppio di quando ho iniziato a vivere l’Ideale [la spiritualità che emana dal carisma dell’unità, ndr]. Sono contenta perché d’ora in poi sarà più il tempo vissuto con l’Ideale che quello senza. Ma ho bisogno, o mio Dio, di ributtare la mia vita nel tuo cuore. Ho bisogno di incenerire il mio essere nelle fiamme ardenti dello Spirito Santo che, per tutta l’eternità e fin d’ora, dobbiamo ringraziare per averci indicato questa via dell’amore: amare, amare sempre, amare tutti. Alla fine di ogni giornata poter dire: ho sempre amato». (Diario del 22 gennaio 1966) «Parlando di Gesù, san Paolo scrive: «e ha dato se stesso per me» (Gal 2, 20). Ognuno di noi può ripetere quanto dice l’Apostolo: per me. Mio Gesù, se sei morto per me, per me, come posso dubitare della tua misericordia? E se a quella posso credere con la fede che m’insegna che un Dio è morto per me, come posso non rischiare ogni cosa per contraccambiare questo amore? Per me. Ecco la formula che annulla la solitudine dei più soli, che india ogni povero uomo svalutato dal mondo intero, che riempie ogni cuore fino al limite e lo fa traboccare su chi non sa o non rammenta il lieto Annunzio. Per me. Per me, Gesù, tutti quei dolori? Per me quel grido? Oh! Tu certo non lascerai perdere la mia e tante povere anime, ma tutto farai se non altro… perché troppo ti siamo costati. Tu mi hai generato al Cielo come mia madre alla terra. Tu pensi sempre e solo a me come a ciascun altro. Tu mi dai il coraggio della mia vita cristiana più che se avessi l’universo intero alle spalle che mi spinge. Per me. Sì, per me. Ed allora, Signore, lascia che ti dica anch’io, soprattutto per gli anni che mi rimangono: per Te». (Chiara Lubich, L’essenziale di oggi. Scritti spirituali/2, Città Nuova, Roma 1997, p. 11). _ (altro…)
Gen 21, 2014 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Sono cresciuta vicino a Liverpool nel nord-ovest dell’Inghilterra. Ricordo quando ero ragazza che la domenica c’erano delle processioni, o dei cattolici o dei protestanti, e io andavo con altri ragazzi a buttare i sassi addosso ai cattolici. A 18 anni ho cominciato a lavorare nel nascente mondo dell’ ecumenismo che, in Inghilterra, iniziava fra le varie Chiese. Non era facile perché tanti adulti temevano l’apertura verso i cattolici, per cui ci mettevano degli ostacoli. In un momento di scoraggiamento, ho lanciato una sfida a Dio: “Fammi conoscere delle persone entusiaste dell’unità”. Il giorno dopo vado in chiesa ad una funzione per i giovani. Il predicatore ci racconta una storia: “Erano i tempi di guerra e tutto crollava …”. È la storia di Chiara Lubich e della nascita del Movimento dei Focolari. Mentre parla mi brucia il cuore. Interrompo il suo discorso: “Dove sono adesso quelle ragazze? Sono forse morte?”. “No – risponde – Non lo sai? Sono qui a Liverpool”. Sono andata di corsa a cercarle. Più che tre giovani straniere, in focolare ho trovato il Vangelo vivo. Mi sembrava di nascere di nuovo e di iniziare da capo la mia vita. Volevo cominciare anch’io a vivere il Vangelo, a mettere Dio al primo posto. Ma c’erano tanti pregiudizi da superare! Intanto, cominciavo a sperimentare che l’amore supera le barriere. In quel lontano 1965 cattolici e persone di varie Chiese, desiderose di vivere la spiritualità dell’unità, si sono raccolte a formare una famiglia.

Londra, 11 novembre 1996: Chiara Lubich con le focolarine e i focolarini anglicani, il vescovo anglicano Robin Smith, e l’Arcivescovo George Carey – allora Primate della Chiesa d’Inghilterra.
Ora è normale per noi trovare persone di diverse Chiese in tutte le vocazioni del Movimento. Ma allora l’idea di una protestante in una comunità di cattolici era inaudita. I tempi non erano ancora maturi per andare ad abitare insieme in focolare, come avevo sognato. Mi è parso, allora, che il mio mondo stesse crollando. Avevo scelto Dio e lui mi rifiutava. Avevo scelto il focolare e la sua porta mi si chiudeva. La mia vita divenne assurda, grigia, senza motivo. Ma in quel momento di buio, ho avvertito come una voce che parlava al mio cuore: “Tu non hai scelto me, io ho scelto te. Ma ti voglio intera, come io mi sto dando a te, intero. Non dare il tuo cuore al focolare, alla tua vocazione. Dallo a me. Sono io il tuo unico Bene”. In un lampo ho intravisto il fascino della vita di ogni persona che vuole portare l’unità. Una vita di aderenza totale a Gesù. Mi sono resa conto, pur tra le lacrime, che volevo scegliere, più di tutto, Lui, specie nel momento del suo abbandono. Quell’ombra, allora, si è sciolta in una grande luce. “Sì – mi sono detta – torno a casa mia, ma vado con Te”. La mattina dopo, però, vengo a sapere che a Londra mi aspetta una delle prime compagne di Chiara che mi propone di andare ad abitare con lei nel focolare! E così è stato. Gli anni successivi sono un capitolo a parte. La nascita del focolare anglicano dove abito con altre focolarine anglicane, altrettanto. Alla base della mia vita, però, rimane la scelta ogni giorno di Dio come l’unico mio Bene». (altro…)
Gen 20, 2014 | Cultura
Gen Verde Music Made To Be Played La prima novità del 2014: il 66° album. 14 canzoni e un pezzo strumentale. Fa da protagonista la contemporaneità e le sue grandi sfide, descritte e raccolte con uno sguardo lucido e positivo. Al centro rapporti umani, integrazione, dolore e paura del diverso, speranza in un futuro di dignità e pace. In poche parole: la nostra quotidianità. (altro…)
Gen 20, 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo
“Music Made To Be Played – racconta Nancy, dall’USA –, ha iniziato a prender forma durante le serate trascorse con le migliaia di persone, soprattutto giovani, che in questi ultimi 2 anni sono passati nella nostra sala prove presso il centro internazionale di Loppiano (Italia), dove abitiamo”. “Ogni pezzo – aggiunge Alessandra, italiana – parla di noi della voglia di rialzarsi e sollevare il mondo, delle domande e della forza dell’amore che c’è in ciascuno, capace di cambiare l’oggi della nostra vita come di quella dei popoli e della storia”. “Il nuovo album – spiega Colomba, della Corea – raccoglie l’esperienza del concerto che stiamo portando in tour, assieme alla ricchezza degli incontri e dei volti che sono la materia prima dei nuovi pezzi che presenta, come pure dei successi già noti ma interamente ri-arrangiati”. “Fa da protagonista la contemporaneità – incalza Adriana, brasiliana –e le sue grandi sfide, descritte e raccolte con uno sguardo lucido e positivo. Al centro rapporti umani, integrazione, dolore e paura del diverso, speranza in un futuro di dignità e pace. In poche parole: la nostra quotidianità”.
Il complesso Gen Verde: 21 artiste e professioniste provenienti da 13 Paesi del mondo, ognuna portatrice di una diversità culturale che sostanzia e rende unico il messaggio della band. In 47 anni di attività hanno al loro attivo oltre 1400 spettacoli tra concerti, eventi, workshop didattici realizzati in centinaia di tour in Europa, Asia, Sud e Nord America. Qual è il vostro scopo? Lo sintetizza Raiveth, del Panama, in una frase: “Contribuire alla diffusione di una cultura globale di pace, dialogo e unità, attraverso l’arte”. (altro…)
Gen 19, 2014 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Si considera il 7 dicembre 1943 l’anno di nascita del Movimento dei Focolari perché quel giorno, con un voto perpetuo di castità, Chiara Lubich ha “sposato Dio”. Ma la Fondatrice dei Focolari ha anche affermato che una data d’inizio potrebbe essere il suo viaggio, nell’ottobre del 1939, a Loreto, dove è custodita secondo la tradizione, la casa di Nazareth. L’atmosfera della famiglia che viveva in quella casetta fu, per Chiara, una “chiamata”: ripetere nel silenzio, come la famiglia di Nazareth, il più grande mistero della storia, la vita di Dio tra gli uomini. Da quel momento tutto è stato sempre una stupenda scoperta. Ma lei non è stata sola a stupirsi: con lei Natalia Dallapiccola, Giosi Guella, Marilen Holzhauser, Graziella De Luca, Vale e Angelella Ronchetti, Dori Zamboni, Gis e Ginetta Calliari, Silvana Veronesi, Lia Brunet, Palmira Frizzera, Bruna Tomasi… e, qualche anno dopo, Marco Tecilla, Aldo Stedile, Antonio Petrilli, Enzo M. Fondi, Pasquale Foresi, Giulio Marchesi, Piero Pasolini, Oreste Basso, Vittorio Sabbione… primi tra molti che comporranno la schiera che Chiara, a Loreto, per profetica previsione, seppe che l’avrebbe seguita. Le strade che hanno condotto le prime e i primi a imboccare la strada aperta da Chiara, oggi che il Movimento è definito in tutte le sue strutture,
manifestano che ognuno di loro era necessario al progetto di Dio, al carisma che stava prendendo “carne”. Non poteva essere che così per un carisma il cui carattere è l’unità, espressione della vita trinitaria. Persone delle più varie professioni guidate da una stessa voce che, nella carità, mettevano a servizio degli altri i loro talenti risvegliati dalla stessa carità. Dopo settant’anni, lo sviluppo del Movimento dei Focolari sembra spiegare l’affermazione di Gregorio Magno che la Scrittura “cresce con chi la legge” e «Come il mondo, la Scrittura non è creata una volta per tutte: lo Spirito la “crea” ancora, si può dire, ogni giorno, via via che la “apre”. Per una meravigliosa corrispondenza Egli la “dilata” nella misura in cui dilata l’intelligenza di colui che l’accoglie»(*). E nel caso del Movimento è stata la comunicazione di come ciascuno viveva il Vangelo a nutrire la comprensione delle stesse parole di Gesù. Parola vissuta e comunione, una pratica che traccerà una linea ascetica collettiva.
La vita compiuta di Chiara e di molti che con lei hanno accolto e accolgono la Parola, in questo tempo di epocali trasformazioni culturali, dimostrano quale sia il loro compito: “… fatti partecipi dei disegni di Dio sull’umanità, segnare sulla folla ricami di luce e, nel contempo, dividere col prossimo l’onta, la fame, le percosse, le brevi gioie”. Perché oggi, più che mai, la vera attrattiva è vivere “la più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo”. I primi compagni di Chiara hanno sperimentato ciò che il Concilio Vaticano II esprimerà così riguardo alla Chiesa: “[Lo Spirito] Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo” (LG,4). * Guido I. Gargano, Il libro, la parola e la vita, L’esegesi biblica di Gregorio Magno, San Paolo edizioni, 2013 (altro…)