Dic 8, 2013 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo
Prosegue da L’avventura dell’unità: Gli inizi/2
Le ragazze che abitano nel primo focolare, ma anche le persone che girano attorno a esso, avvertono in quei mesi un balzo di qualità nella loro vita. Hanno l’impressione che Gesù realizzi fra loro la sua promessa: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20). Non vogliono perderlo più, e tutto mettono in atto per evitare che la sua presenza svanisca per colpa loro. “Più tardi, molto più tardi – preciserà Chiara Lubich –, si capirà: ecco una riproduzione, in germe e sui generis, della casetta di Nazareth: una convivenza di vergini (e ben presto anche di sposati) con Gesù in mezzo a loro”. Ecco “il focolare”, quel luogo dove il fuoco dell’amore scalda i cuori e appaga le menti. “Ma per averlo con noi – così Chiara spiega alle sue compagne – occorre esser pronte a dare la vita l’una per l’altra. Gesù è spiritualmente e pienamente presente fra noi se siamo unite così. Egli che ha detto: “Siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda”(Gv 17,21)”. In effetti, attorno a Chiara e alle ragazze del focolare si susseguono le adesioni al progetto di unità che appare nuovo. E non mancano le conversioni, le più varie. Si salvano vocazioni in pericolo e nuove ne sbocciano. Ben presto, anche ragazzi e adulti cominciano a seguirle. Di quel periodo rimane memoria delle affollate riunioni del sabato nella Sala Massaia. Lì Chiara racconta esperienze di Vangelo vissuto e comunica le prime scoperte di quella che sarebbe diventata in seguito la spiritualità dell’unità. Il fervore cresce, cosicché già nel 1945 circa 500 persone – di tutte le età, uomini e donne, di ogni vocazione ed estrazione sociale – desiderano condividere l’ideale delle ragazze del focolare. Ogni cosa fra loro è in comune, così come accadeva nelle prime comunità cristiane.
Si legge nel Vangelo la frase: “Date e vi sarà dato” (Lc 6,38). Parole che si trasformano in esperienza quotidiana. Danno e ricevono. È rimasto un solo uovo per tutte? Lo porgono a un povero che ha bussato alla porta. In quella stessa mattinata, qualcuno lascia sulla soglia di casa un sacchetto… di uova! È anche scritto: “Chiedete e vi sarà dato”(Mt 7,7). Chiedono così ogni cosa per le molte necessità dei fratelli nel bisogno. E in piena guerra arrivano sacchi di farina, scatole di latte, barattoli di marmellata, fascine di legna, capi di vestiario. In focolare non di rado, con la tovaglia bella, a tavola siedono una focolarina e un povero, una focolarina e un povero… Il comportamento delle ragazze della “casetta” sbalordisce chi le incontra. Il giorno della festa di Cristo Re del 1945, Chiara e le sue compagne si ritrovano attorno all’altare, dopo la Messa. Si rivolgono a Gesù con la semplicità di chi ha capito cosa voglia dire essere figli. E lo pregano: “Tu sai come si possa realizzare l’unità, l’ut omnes unum sint. Eccoci qui. Se vuoi, usa di noi”. La liturgia del giorno le affascina: “Chiedi a me – recita il salmo 2 – e ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della Terra”. E così, nella loro semplicità evangelica, chiedono niente meno che “gli ultimi confini della Terra”: per loro Dio è onnipotente. Tutto ciò non poteva lasciare indifferente la città, allora di poche decine di migliaia di abitanti, né tanto meno la Chiesa tridentina. Mons. Carlo De Ferrari capì Chiara e la sua nuova avventura e la benedì. La sua approvazione e la sua benedizione accompagneranno il Movimento fino alla sua morte. Da quel momento, quasi impercettibilmente, si varcano le frontiere della regione, invitati a Milano, a Roma, in Sicilia. E fioriscono ovunque comunità cristiane sul tipo di quella sorta a Trento. Si andrà lontano. (altro…)
Dic 7, 2013 | Chiara Lubich, Spiritualità
Dic 7, 2013 | Centro internazionale, Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Il Movimento dei Focolari chiede l’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione di Chiara Lubich – 7 Dicembre 2013
È nella data simbolica del 7 dicembre, che la presidente dei Focolari Maria Voce annuncia l’imminente presentazione della richiesta al Vescovo di Frascati, mons. Raffaello Martinelli, di aprire la causa di beatificazione di Chiara Lubich. 7 dicembre 1943: data che ricorda la nascita del Movimento dei Focolari. In realtà, in quel giorno, come lei stessa racconta, Chiara Lubich non aveva in mente la fondazione di alcunché, ma solo il desiderio di seguire Dio. 7 dicembre 2013: sono passati 70 anni, e i frutti e le conseguenze impensate di quella donazione si sono manifestate in molti modi. La nascita di un’Opera, i Focolari appunto; il riconoscimento alla figura di Chiara di essere portatrice di un carisma, a beneficio di molti, e la sua fedeltà ad esso. Il giorno dei suoi funerali, il 18 marzo 2008, migliaia di persone da tutto il mondo le hanno reso omaggio, e le testimonianze di appartenenti a varie Chiese cristiane, fedeli di altre religioni, esponenti della cultura e del mondo laico e politico hanno sottolineato l’impatto del carisma di Chiara nella loro vita personale, e per il mondo che ciascuno rappresentava. 
Il monaco buddista Phramaha Thongratana Thavorn prima delle esequie di Chiara Lubich – 18 Marzo 2008
«L’eredità di Chiara è una delle più grandi benedizioni spirituali del nostro tempo», ha affermato il rabbino di Gerusalemme David Rosen. E Samuel Kobia, già segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese: «Concentrandosi sulla spiritualità dell’unità, [lei] ha avuto un profondo impatto sul movimento ecumenico». «Chiara non è solo vostra, è anche nostra. Anzi, lei è del mondo intero», sono le parole di Phramaha Thongratana Thavorn, monaco buddista tailandese. «La sua esperienza di un cristianesimo scevro da ogni dogmatismo e tutto risolto nel mandatum novum [comandamento nuovo] è così una grande lezione per credenti e non credenti», scrive il filosofo Massimo Cacciari. Nella Chiesa cattolica è consuetudine presentare ai propri fedeli, come stimolo di vita cristiana, persone che si sono distinte per una particolare testimonianza di fede e di amore verso Dio. Questo avviene in seguito ad un processo canonico di verifica, che guarda anche al patrimonio di vita, di pensiero e di azione della persona, e che può essere iniziato non prima di cinque anni dalla morte. In questi anni, pensando a Chiara e alla sua eredità, persone comuni e autorevoli, cattolici e appartenenti ad altre chiese, religioni e culture – pur nella diversità delle loro rispettive visioni – hanno espresso l’augurio che potesse avvenire così anche per lei. Un riconoscimento volto ad incoraggiare maggiormente cristiani e non, ad un ulteriore impegno morale e spirituale per il bene dell’umanità. Uno stimolo a far proprio il desiderio, ripetutamente espresso da Chiara, di santificarsi insieme, per proporre alla Chiesa non la santità di un individuo, ma la santità del popolo. 
© CSC Media
In un’intervista a Città Nuova del Marzo 2013, il copresidente dei Focolari, Giancarlo Faletti, alla domanda sulla diversa visione sulla proclamazione di santità di una persona da parte dei cristiani non cattolici, che pure fanno parte del Movimento, così rispondeva: «Penso che questa nuova esperienza non abbia da arricchirsi della possibile grandezza celebrativa della beatificazione o canonizzazione, ma abbia da evidenziare la presenza di Dio in una persona, intuire cosa ha operato in lei», e – attraverso la sua testimonianza – in tanti. Per info e approfondimenti: comunicato stampa – biografia Chiara Lubich (altro…)
Dic 7, 2013 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
http://vimeo.com/80976960 «Mi è stato chiesto di ricordare, oggi, 7 dicembre ’73, il giorno 7 dicembre ’43, che abbiamo sempre considerato data ufficiale dell’inizio del Movimento. Si tratta della mia consacrazione a Dio. Per i più giovani e per i nuovi – penso – sia cosa gradita descrivere quel semplice giorno. Cercherò di farlo guardando al fatto, opera del Signore, e non alla mia persona. Immaginate una ragazza innamorata; innamorata di quell’amore che è il primo, il più puro, quello non ancora dichiarato, ma che incomincia a bruciare l’anima. Con una sola differenza: la ragazza innamorata così, su questa terra, ha negli occhi la figura del suo amato; questa, non lo vede, non lo sente, non lo tocca, non ne avverte il profumo con i sensi di questo corpo, ma con quelli dell’anima, attraverso i quali l’Amore è entrato e l’ha invasa tutta. Di qui una gioia caratteristica, difficile a riprovare nella vita, gioia segreta, serena, esultante. Qualche giorno prima del 7 dicembre mi era stato detto di vegliare la notte precedente accanto al crocifisso per meglio prepararmi allo sposalizio con Dio, sposalizio che doveva avvenire nella maniera più segreta: ne eravamo al corrente Dio, io e il confessore. La sera ho tentato questa veglia, inginocchiata accanto al letto davanti a un crocifisso di metallo che ora ha mia madre. Ho pregato, mi sembra, per circa due ore. Ma giovane e poco convinta di certe pratiche che poi si sono manifestate non conformi alla mia vocazione, mi sono addormentata, dopo aver osservato che il crocifisso era tutto irrorato dall’umidità dell’alito della mia preghiera. Questo fatto m’è sembrato un simbolo: il crocifisso che avrei dovuto seguire non sarebbe stato tanto quello delle piaghe fisiche, che molte spiritualità hanno messo in rilievo, quanto quello dei dolori spirituali […] che Gesù aveva provato». [continua] Leggi il testo integrale in pdf (altro…)
Dic 6, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
La Colombia, insieme alle tante ricchezze naturali, è anche un Paese con gravi piaghe sociali fra cui una forte diseguaglianza fra pochi ricchi e molti poveri, numerose famiglie costrette a lasciare le loro case e città a causa della violenza, migliaia di casi di abusi sui minori… La fondazione Mundo Mejor, organizzazione no-profit, nasce a Medellín nel 1996 da un gruppo di persone del Movimento dei Focolari che hanno trovato nel Carisma dell’Unità la forza per affrontare le emergenze sociali intorno a loro. Non si poteva restare indifferenti davanti a queste realtà, anzi, cercando di incarnare la spiritualità di Chiara Lubich, sono nate delle risposte concrete: diversi progetti sociali che integrano azione e riflessione.
Il programma di assistenza all’infanzia, ad esempio, offre educazione integrale a bambini in condizione di vulnerabilità, tra i 2 ed i 5 anni. Quello di integrazione sociale che offre assistenza agli indigenti, cercando di costruire alternative e progetti di vita che permettano di reinserirli nel tessuto sociale e nel mondo del lavoro. In questa stessa direzione va il programma di inserimento nel mondo del lavoro, con l’offerta di una formazione professionale e di assistenza nelle località di appartenenza. Un programma sui diritti umani, dove si sviluppano strategie per rafforzare l’esercizio dei principali diritti dei bambini e delle loro famiglie Attualmente la Fondazione conta 155 impiegati, tra nutrizionisti, psicologi, maestri e personale amministrativo, prendendosi cura di circa 2.000 bambini e di 400 senza tetto. Steve Carty e la moglie Sandra – peruviani, due figli – si dedicano a tempo pieno in questo lavoro educativo-sociale. “La nostra sfida trascende l’attivismo – sottolinea Steve –, perché abbiamo compreso che la prima grande rivoluzione sociale nasce nel cuore di ogni persona”.
Oggi la fondazione Mundo Mejor è un’istituzione riconosciuta come un valido interlocutore per il mondo politico, artistico, sociale e sportivo; è partner di altre organizzazioni che l’hanno scelta per la sua trasparenza e attenzione all’altro, nello spirito della fraternità. Riconoscimenti importanti sono venuti dal Comune di Medellìn, dalle autorità regionali e dal Senato della Repubblica di Colombia. Da poco, poi, è stato firmato un accordo con il Club UNESCO Heritage, con sede a Valencia in Spagna. (altro…)
Dic 5, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«La rivoluzione sociale, all’inizio di una nuova era, cominciò da una fanciulla quindicenne. Ma una rivoluzione integrale, tale cioè che comprendesse non solo il corpo, ma anche lo spirito, non solo il tempo, ma anche l’eternità. Questa fanciulla si chiamava Maria. Un’ebrea d’un villaggio squalificato, da cui si credeva che non potesse uscire nulla di bene: Nazareth. Al principio del grande mutamento ci fu dunque una donna. Viveva in un tugurio, conosceva la miseria delle famiglie stipate in grotte e viventi tra sacrifici. Partecipava la profonda, impetuosa sete e fame di giustizia sociale del suo popolo. Nel seno di questa fanciulla germogliò l’artefice della rivoluzione sociale. Il figlio di Dio stava per nascere uomo, quale figlio di Maria. La purezza perfetta si stava incarnando col sangue puro di quella stessa purezza, nella persona di lei tutto era degno, e non poteva esserci in lei ombra di colpa originale. Ora questa fanciulla, che in se stessa già significava la più sbalorditiva rivoluzione, essendo la più umile delle creature era stata scelta alla più alta delle mansioni, ed essendo la più ignota delle donne doveva divenire la donna più invocata dalle generazioni. Ancella umile e, nello stesso tempo cuore forte. Si appoggia alla potenza di Dio. È la donna perfetta: la donna completa. Senza macchia e senza paura. Pronta al sacrificio, ma sicura della giustizia, tutta amore e perciò tutta libertà. La sua bellezza ha avvolto la donna di luce nuova, che nella sua scia si è rilevata. La Madonna ha innalzato nei secoli la donna, ha messo in una luce divinizzante la funzione della madre. La sua maternità dolce è così universale che in ogni tempo i popoli l’hanno chiamata Nostra Donna – Nostra Signora. Dopo che il Padre mise tra noi la Madre, la convivenza prese un’aria di casa, e lo starci è una festa. Poiché la degenerazione dell’umanità cominciò con una donna, quando il Creatore volle purificare gli uomini scelse ancora una donna, e da lei ricominciò. Scelse Maria di Nazareth, una donna senza macchia». Igino Giordani in: Le Feste, Società Editrice Internazionale, 1954. (altro…)
Dic 5, 2013 | Chiesa, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Portare nella propria diocesi e nella propria Chiesa la ricchezza dell’esperienza fatta: questo l’intento dei 33 vescovi ortodossi, di antiche Chiese orientali, anglicani, metodisti, luterani e cattolici di diversi riti, al termine del 32° Convegno ecumenico promosso dal Movimento dei Focolari e svoltosi a Gerusalemme dal 18 al 22 novembre. Ad esplorare il tema del convegno “La reciprocità dell’amore tra i discepoli di Cristo” hanno contribuito approfondimenti teologici e spirituali, ma anche un fraterno e sincero scambio di esperienze tra i vescovi. Momento centrale dell’incontro: un patto stretto tra loro di tendere costantemente a vivere rapporti improntati al Comandamento Nuovo: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”, perché“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete l’amore gli uni per gli altri” (Gv 13,31-35). Il luogo scelto, molto significativo: la chiesetta “In Gallicantu” che costeggia il sentiero che porta dal Cenacolo al torrente Cedron, secondo la tradizione percorso da Gesù dopo l’ultima cena. Legato, quindi, a quel suo comandamento dell’Amore e alla preghiera al Padre per l’unità dei suoi. Il Patriarca latino S. B. Faoud Twal, ha salutato un gruppo di vescovi durante la preparazione del Convegno. Di rilievo anche l’incontro con il Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III. Egli ha considerato la venuta dei vescovi a Gerusalemme una benedizione. “Per i cristiani della Terra Santa – ha sottolineato – è un incoraggiamento incontrare vescovi uniti, pur di diverse Chiese. È anche un sostegno forte per noi, perché segno palese che non siamo dimenticati. Voi non solo parlate di dialogo ma siete un dialogo vivo”. Si sono approfonditi i due recenti documenti varati in ambito ecumenico: “La Chiesa: verso una visione comune” della commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese, e il documento della commissione congiunta delle Chiese luterana e cattolica: “Dal conflitto alla comunione”, in vista del giubileo dei 500 anni della Riforma. I vescovi sono stati informati anche dell’esperienza di comunione e collaborazione nella rete di Insieme per l’Europa che vede il convergere di circa 300 movimenti e comunità cristiane di varie Chiese attorno ad attività comuni, nel rispetto delle rispettive peculiarità. Insieme per l’Europa è ritenuta da specialisti una reale speranza perché espressione del cosiddetto ecumenismo della vita, che il Concilio ha ritenuto la base di ogni altro tipo di ecumenismo. Il 21 novembre: i vescovi hanno reso partecipi della loro esperienza di comunione, ormai decennale, i 120 presenti, tra cui personalità religiose, rappresentanti di movimenti e comunità delle varie Chiese presenti in Terra Santa. Sono venuti a conoscenza a loro volta di iniziative costruttive, promosse spesso da laici, per migliorare i rapporti tra le Chiese e con le comunità non cristiane del loro Paese. Ogni giorno la visita a qualche luogo sacro, ha reso presente la vita di Gesù. In particolare a Betlemme, dove si era radunata anche la comunità locale del Movimento dei Focolari, che – come ha affermato Helmut Sievers – “ha fatto sperimentare a tutti la luminosa presenza del Salvatore nel mondo d’oggi”.
Guarda video (Franciscan Media Centre)
Telepace:
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Dic 4, 2013 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo
Il 7 dicembre del 1943 è ricordato come la data ufficiale della nascita, a Trento, del Movimento dei Focolari, realtà che nel tempo avrebbe assunto rilevanza e sviluppi allora del tutto impensabili. In quel giorno Chiara Lubich si consacrò a Dio nella chiesetta del Colleggetto dei Padri Cappuccini, momento estremamente significativo, ma personale: di fatto, quel passo avrebbe dato vita ad una comunità di persone, le più varie, ispirata dal Vangelo, aperta alla città di Trento, prima, e, molto presto, al mondo, una comunità planetaria di oltre 2 milioni di persone. Chiara, più tardi, spiegava così il senso del loro agire, di quell’impegno che allora, in tempo di guerra, da personale divenne subito comunitario: «Il tutto era partito con un programma ben preciso: volevamo concorrere a risolvere il problema sociale della nostra città». 58 anni dopo Chiara Lubich tornando a Trento, nel 2001, segna una tappa storica nel suo rapporto con la sua città natale che lei invita ad essere «ardente d’amore», ricordando uno sguardo che agli albori del Movimento lei e le sue compagne avevano gettato sulla città: «Mi trovavo in un punto alto della città e, contemplando il suo panorama, ho avvertito in cuore un forte desiderio: vedere Trento tutta accesa d’amore, dell’amore vero, di quello che lega fratello a fratello, quello che il carisma dell’unità avrebbe potuto realizzare. E quest’idea dava – ricordo – pienezza al mio cuore… » In occasione del 70° anniversario, il Movimento intende offrire alla città di Trento un evento che nel ricordare quel passo compiuto, in totale solitudine, dalla allora maestra Silvia Lubich, possa presentare ai nostri concittadini alcuni dei frutti maturati in 70 anni da quel seme sparso in tutto il mondo grazie alla spiritualità dell’unità. In modo particolare, si intende, con l’evento del 7 dicembre, dare voce e spazio a tanti che, ciascuno con il proprio specifico apporto e con il proprio specifico stile, concorrono, come diceva Chiara, a costruire la fraternità. Per questo, porteranno il loro saluto e la loro testimonianza, cittadini comuni e rappresentanti delle istituzioni trentine: Comune, Provincia Autonoma di Trento, Regione, e con essi la Cooperazione e l’Arcidiocesi, tutti impegnati nel proprio ambito a rendere Trento più solidale, più ospitale, più modello di convivenza. Programma e info su http://www.comune.trento.it/Citta/Vivi-la-citta/Eventi-in-citta/Chiara-Lubich-70-anni-da-quel-si (altro…)
Dic 4, 2013 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Provvidenza Mio marito ha un’impresa edile e, poiché le banche hanno bloccato i finanziamenti, per due anni è rimasto senza lavoro. Tra ristrettezze economiche sempre più grandi e momenti di scoraggiamento, speravamo nella provvidenza di Dio. All’inizio dell’anno scolastico le bambine avevano bisogno dei libri e non sapevamo come fare. Una mattina arriva una nostra amica a dirci che, avendo ricevuto dei soldi inattesi, ha pensato che forse potevano esserci d’aiuto, sapendo il momento che stavamo attraversando: «Ce li ridarete quando potrete». Un mese fa sono stati sbloccati i mutui, ma la grave situazione economica ci impediva di pagare regolarmente i dipendenti. Un amico ha parlato con loro, a nostra insaputa, ed ha esposto il problema chiedendo se erano pronti a lavorare senza percepire la paga. Tutti hanno accettato. Si avvicinava Natale e ci è arrivato un pagamento arretrato del tutto inaspettato. Con grande gioia lo abbiamo diviso tra i dipendenti. Attraverso un parente, poi, la provvidenza non ci ha abbandonati. (E.M. – Italia)
La lampada Avevo sempre cercato un buon rapporto con mia suocera, persona molto difficile. Mio marito me lo aveva sempre detto, e se il rapporto con la madre era difficile per lui, figurarsi per me. Volevo ignorarla. Non ero in pace però: il Vangelo dice di “amare tutti”, e in quel “tutti” è compresa anche la suocera. E allora, una telefonata per sentire come stava, portarla in giro in macchina, invitarla a pranzo una volta la settimana… Un po’ alla volta sono cadute le barriere e sono diventata la sua confidente e accompagnatrice alle visite mediche, dove mi presentava come il suo angelo custode. A quasi ottant’anni ha cominciato ad interessarsi a una vicina sola che aveva bisogno di compagnia, e a preparare regolarmente dolci per la parrocchia. Mi diceva: «Da te ho capito quanto fa bene sentirsi ricordati». Un giorno mi ha confidato: «Questa lampada mi è molto cara perché me l’ha lasciata mio nonno. È uno dei pochi ricordi di famiglia: quando sarò morta sono contenta che resti a te…». Ora questa lampada è in casa nostra e ci ricorda che solo l’amore resta. (I.B. – Svizzera) Fonte: Il Vangelo del giorno, dicembre 2013, Città Nuova Editrice. (altro…)
Dic 3, 2013 | Chiara Lubich, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Uno slancio considerevole per il movimento ecumenico. Questa è l’impressione del segretario generale del CEC, pastore Rev. Olav Fykse Tveit, al termine dei lavori della 10ª Assemblea Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che si tiene ogni 7 anni. 2.760 i partecipanti registrati (delegati di Chiese, consiglieri, organizzazioni partner, visitatori, giornalisti e ospiti), ma in 5.000, di cui molti dalla Corea, si sono presentati per vivere questa esperienza ecumenica unica. Presenti, tra gli altri, Karekin II, Patriarca e Catholicos supremo di tutti gli armeni, l’arcivescovo di Canterbury Welby. Il Patriarca ecumenico Bartolomeo I ha mandato un videomessaggio. La Chiesa cattolica, pur non essendo membro del Consiglio ecumenico delle Chiese, vi collabora attivamente tramite il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, presente a Busan con una delegazione qualificata. Il card. Kurt Koch ha letto un messaggio di Papa Francesco. In rappresentanza del Movimento dei Focolari – invitato come consultore insieme ad altri movimenti, gruppi e realtà ecumeniche – erano presenti Joan Back del Centro Uno, segreteria internazionale per il dialogo ecumenico dei Focolari e Peter Dettwiler, pastore riformato svizzero, incaricato per l’ecumenismo della Chiesa riformata del cantone di Zurigo. La collaborazione dei Focolari col CEC risale al 1967. Chiara Lubich fu invitata tre volte nella sede di Ginevra per condividere la spiritualità dell’unità, e ancora oggi viene riconosciuto l’importante contributo che essa può dare, come ha detto il Rev. Tveit, ringraziando la presidente dei Focolari Maria Voce per il messaggio inviato.

Joan Back e Peter Dettwiler (al centro) insieme ad un gruppo di partecipanti
“Una bellissima atmosfera di fraternità tra Chiese – ha sottolineato Joan Back -. Anche se non condividono identiche posizioni in materia di ecclesiologia o morale, possono incontrarsi, pregare e anche lavorare insieme”. È stato presentato, infatti, un documento di grande importanza: “La Chiesa: verso una visione comune” prodotto dal Dipartimento Fede e Costituzione, un testo di convergenza redatto da teologi di Chiese con ecclesiologie molte diverse fra loro. Migrazione, giovani generazioni, mondo multi religioso e crescita della realtà pentecostale, sono le sfide per l’ecumenismo messe in evidenza. Fra queste, alcuni sono temi oggetto di dichiarazioni ufficiali dell’Assemblea. Il messaggio conclusivo ha indicato la priorità per i prossimi 7 anni: “camminare insieme in un pellegrinaggio per la giustizia e la pace” . Esso riflette lo spirito dell’evento e gli impegni presi che “comprendono sempre i tre compiti: servizio, testimonianza missionaria e riflessione teologica”, ha spiegato Walter Altmann, pastore luterano in Brasile e moderatore uscente del Comitato Centrale. Al termine, i 150 componenti del Comitato Centrale appena insediati, hanno eletto all’unanimità l’anglicana Agnes Abuom di Nairobi (Kenia) come moderatrice. (altro…)