Ott 4, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
La strage più grande avvenuta sulle coste italiane: oltre 500 i profughi a bordo di un “barcone della morte”, di cui solo 155 tratti in salvo. Espressioni di dolore ed indignazione si alzano dal Papa e dagli esponenti delle massime istituzioni italiane.
«La strage a Lampedusa interpella il mondo e coinvolge tutti noi”, afferma Maria Voce nel suo messaggio di cordoglio. “Il sentimento espresso da papa Francesco davanti all’orrore della strage – continua la presidente – (…) raccoglie anche il sentire profondo del Movimento dei Focolari». Una tale immane tragedia «esige una profonda presa di coscienza sulle cause profonde delle immigrazioni e sulle ingiustizie sociali, politiche ed economiche che ne stanno alla base. La politica nazionale, europea e internazionale deve assicurare a tutti gli uomini che vivono sul pianeta la possibilità di una vita sicura e dignitosa in nome della comune umanità, che oltrepassa ogni frontiera e va al di là degli stessi ordinamenti giuridici quando essi ledono i diritti fondamentali delle persone». Simili stragi, conclude «spingono ancora di più singoli e gruppi a costruire capillarmente una cultura dell’accoglienza che apra gli occhi sulle quotidiane necessità degli altri». Questo l’impegno che si assumono gli aderenti dei Focolari e in particolare quanti già lavorano nei centri di accoglienza e di assistenza in molte città del Paese, come avviene nella provincia di Trento già da alcuni anni.
Inizia con un corso di italiano la storia di Cristina, Elena e Maria Norena, volontarie del Movimento dei Focolari, che si sentono chiamate in causa in prima persona dalla crescente presenza di fratelli in difficoltà. “Siamo nel maggio 2011– racconta Elena –, gli sbarchi si erano susseguiti a ritmo incalzante, facendo approdare circa 25.000 persone provenienti dalla Libia in guerra. Nella nostra provincia di Trento sono arrivati 200 profughi, quasi tutti giovani uomini, musulmani, tra i 18 e i 30 anni” . “Ho vissuto anch’io, colombiana, la mancanza di rapporti e di vita sociale – prosegue Maria Norena –. Questi ragazzi raccontavano della loro solitudine e soffrivano perché non conoscevano l’italiano. Subito le altre persone del nostro gruppo mi hanno sostenuta ed abbiamo iniziato insieme quest’avventura”. L’esperienza si allarga a macchia d’olio ed anche le istituzioni cominciano a sentirsi coinvolte. “Ci interessava concretamente assicurare un futuro a questi giovani – afferma Cristina –, così insieme a tutti coloro che offrivano la propria disponibilità abbiamo cominciato ad intervenire sui giornali locali, soprattutto sul giornale diocesano messo a nostra disposizione per dar voce a chi non ha voce. Anche il Vescovo ha sollecitato la comunità cristiana trentina ad occuparsi di questi ragazzi, nostri fratelli”. Nel frattempo l’amministrazione provinciale decide di prolungare il progetto, garantendo a ciascun profugo due anni di assistenza e sostentamento a partire dal suo arrivo. Alla fine dei due anni, però, i giovani dovranno lasciare gli alloggi. “Con l’intento di garantire ai ragazzi una dimora stabile – ricorda Maria Norena – abbiamo coinvolto le realtà parrocchiali e le comunità locali del Movimento dei Focolari sia per la raccolta di fondi, sia soprattutto per la ricerca di lavoro e l’integrazione di questi giovani nella società”. “Attualmente abbiamo ottenuto casa per i 16 nostri amici che personalmente conosciamo – commenta Cristina –. Sperimentiamo l’aiuto della Provvidenza, che ci accompagna nelle piccole o grandi esigenze: ci sono arrivate 4 biciclette necessarie perché uno degli appartamenti è lontano dalla città e non raggiungibile con l’autobus, e anche una lavatrice che si era resa indispensabile”. Un ragazzo, ospite di uno degli alloggi gestiti dal gruppo di volontari, ci ha scritto: “Vi ringrazio per tutto quello che state facendo, per la fiducia che avete verso di me e l’onestà che credete io abbia. Vi voglio un mondo di bene”. (altro…)
Ott 3, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Sono in piedi vicino al Carrello delle Emergenze, quando vedo 2 figure slanciate, perfettamente truccate e abbigliate. Dal fondo del corridoio arriva un bambino, con una tuta dalla misura un po’ troppo grande, esitante nell’andatura, stupito nello sguardo, con un aeroplano stretto al petto. Mi chiedo chi sia la madre, perché non somiglia a nessuna delle due, che tra l’altro rispondono in coro ad ogni domanda anagrafica e sulla salute del piccolo…mentre Vito, rigido sulla poltrona dell’ambulatorio, rifiuta con decisione lo scambio aeroplano/album figurine, proposto dall’infermiera nel tentativo di fargli distendere il braccio per il prelievo di sangue». È il racconto di Marina D’Antonio, un medico italiano, “innamorato del Vangelo”, come si descrive, che ha collezionato un’infinità di episodi con pazienti di ogni età e provenienza: filo conduttore, mettere da parte regole e imposizioni che spesso si nascondono dietro il camice bianco, e guardare alla persona che sta di fronte, facendosi carico della sua umanità. In questa storia il protagonista è un bambino. Lo raccontiamo, mentre alcune centinaia di medici e operatori sanitari si accingono a ritrovarsi a Padova (Italia) il 18 e 19 ottobre, per due giorni di congresso sul significato della medicina oggi, tra globalizzazione, sostenibilità, personalizzazione delle cure. «Di solito in questi casi – continua la dott.ssa – si cerca la collaborazione della madre… ed eccole partire all’unisono, pronte a disporsi una a destra ed una a sinistra di Vito. Una fa notare al bambino che l’aeroplano ha bisogno di disporsi sulla pista di decollo, la mia scrivania, per far salire il secondo pilota, un omino di plastica nera e rossa che magicamente spunta fuori dalla sua borsa. Vito accondiscende, in onore di una partenza regolarmente autorizzata dalla torre di controllo. Attendo il secondo incantesimo, che dovrebbe indurre Vito a permettere all’infermiera di affondare l’ago-farfalla nel suo avambraccio. Ed eccola lì, l’altra ragazza tira fuori un fiore di stoffa gialla ed una farfalla di stoffa rossa. “Guarda Vito, Brigidina la farfallina succhia un po’ di nettare da questo fiorellino…e quest’altra farfallina verde preferisce bere sul braccino di Vito…”. Il bambino si gira a guardare e l’infermiera velocissima con gesto professionale infila l’ago-farfalla. Il bambino smette di piangere e segue il volo della farfalla rossa che punta in picchiata verso il suo avambraccio, atterrando delicatamente un attimo dopo che l’infermiera ha applicato un cerotto colorato sul punto del prelievo e buttato via l’ago-farfalla nel contenitore dei rifiuti speciali. Resto ammirata nei confronti di queste 2 madri eccezionali. L’infermiera, sbigottita da un’affermazione delle due donne chiede : “Ma..perché..quanti ne avete di bambini ?!!”. Sorridono. “Be’… ora ne abbiamo15”. Spiegano di essere Educatrici assunte in una Casa Famiglia del territorio della nostra ASL. La madre di Vito è morta per AIDS. Il padre è attualmente in una Comunità di recupero per tossicodipendenti. Il Giudice Minorile tiene il bambino in Casa Famiglia fino a quando non avrà gli estremi legali per decidere se dichiararlo adottabile o no. Vito, 4 anni, stranamente non sa ancora parlare. Finito il lavoro non vado a pranzo, non torno a casa, cancello gli impegni del pomeriggio. Imposto sul navigatore l’indirizzo della Casa Famiglia, arrivo, suono impaziente il campanello e chiedo di poter fare qualcosa, qualunque cosa. Così è iniziata la mia avventura di volontaria a fianco di bambini abbandonati, maltrattati, spaventati…ma che accettano sempre la mia sfida: nonostante tutto, qualunque cosa sia accaduta o accadrà, noi continuiamo a giocare. Comincio a giocare con loro. Un pomeriggio, nel grande prato intorno alla Casa Famiglia che, per motivi di sicurezza è stata costruita in un posto isolato, è atterrato un uomo con il suo deltaplano colorato. Vito mi ha guardata e, indicando il deltaplano, ha pronunciato “Babbo”. La sua prima parola, densa come un intero discorso, toccante come anni di attesa a scrutare il cielo. La sua prima parola, regalata a me. Vito voleva andar via, con il suo babbo che sarebbe arrivato dalle nuvole. E finalmente, qualche giorno fa, è successo davvero». (altro…)
Ott 2, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Giovani e adulti dei Focolari di Córdoba (Argentina), insieme ad un gruppo della parrocchia di , s’impegnano da circa 4 anni nella Pastorale Rom con la locale comunità. “L’inizio non è stato facile – racconta Teresa –. Dovevamo superare paure e pregiudizi per entrare nel settore abitato dai Rom. Successivamente, però, siamo andati a visitare le loro case, a conoscerli, imparare i loro nomi, organizzare feste di compleanno, andarli a trovare quando erano ammalati in ospedale o quando nasceva un bambino”. Questi semplici gesti hanno, pian piano, costruito rapporti di amicizia. “Abbiamo scoperto – continua Eduardo – che alla maggioranza dei Rom piace molto ascoltare la parola di Dio ma che, essendo in gran parte analfabeti, non potevano leggerla. Abbiamo, quindi, tradotto nella loro lingua alcune delle principali preghiere, come il Padre Nostro e l’Ave Maria. Un’altra sfida, sempre in quest’ambito, è stata quella di portare avanti il progetto di scolarizzazione per i bambini. In questo progetto lavorano insieme alcuni docenti ed il gruppo della pastorale Rom”. L’8 aprile è la festa internazionale del popolo Rom, una festa sconosciuta ai più, finché il gruppo parrocchiale non ha iniziato ad approfittare di questa giornata per dare loro visibilità con una Messa speciale per loro. “I nostri nuovi amici – continua Teresa – hanno un profondo senso della vita comunitaria, e così ogni anno vengono realizzati due ‘incontri ponte’ che diventano momenti importanti di comunione tra Rom e ‘Creoli’ (così veniamo chiamati da loro in Argentina)”. In questi incontri si crea un forte clima di fraternità, favorito da momenti artistici o di riflessione, organizzati spesso insieme ad altre istituzioni come il Centro di Circoscrizione o l’Istituto di Culture Originarie. “L’anno scorso – ricorda Eduardo –, bambini e giovani, sia Rom che creoli, hanno dipinto un murale con il disegno di un ponte, e la frase: Rom e creoli: in Gesù siamo fratelli”. Per continuare questo cammino con maggiore preparazione, diversi membri del gruppo hanno partecipato alla Scuola Sociale organizzata dai Focolari, presso la cittadella argentina “Mariapoli Lia”. Hanno anche organizzato un incontro con Lucas Cerviño, focolarino missiologo, per riflettere su cosa significhi dialogare partendo da spazi sapienziali e interculturali. Attualmente si sono contattate altre parrocchie che hanno nel loro territorio delle comunità Rom. Un gruppo pioneristico, nel panorama dell’impegno “pastorale” con i Rom in Argentina, che muove ancora i primi passi. (altro…)
Ott 1, 2013 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
La Parola di Vita di ottobre ripropone il tema dell’amore al prossimo, che ha un’infinità di sfumature. Una in particolare, sembra suggerita dalle parole del testo: «Se, come dice san Paolo, l’amore vicendevole è un debito, occorrerà avere un amore che ama per primo come ha fatto Gesù con noi. Sarà, quindi, un amore che prende l’iniziativa, che non aspetta, che non rimanda». Nelle esperienze che seguono, semplici fatti di vita quotidiana, emerge la scelta di «un amore concreto, che sa capire, prevenire, che è paziente, fiducioso, perseverante, generoso».
La zia “cancellata” – «Ho una zia alla quale ero molto affezionata. Durante le vacanze andavo da lei con alcune mie amiche per aiutarla nei lavori dei campi. Ero la sua nipote prediletta, ma quando mi sono sposata le cose sono cambiate: non ha mai voluto venire nella mia casa e non ha mai visto i miei figli. Mi ero così arrabbiata che per quindici anni non ho più messo piede da lei. L’avevo totalmente cancellata dalla mia vita. Ultimamente, leggendo nel Vangelo «Ama il prossimo tuo», dicevo fra me e me: mi manca una cosa grande, il perdono verso la zia. Sono tornata al villaggio e ho convinto la mamma di accompagnarmi da lei perché non ricordavo più la strada. Quando siamo arrivate, mi sentivo il figliol prodigo. Abbiamo tutte e due pianto di gioia. Lei ha accettato con gioia quello che le avevo portato. Separarci è stato difficile e mi ha salutato diverse volte. La pace è tornata tra noi e ora mi sforzo di tenere sempre acceso il fuoco dell’affetto in famiglia e attorno a me». S. P. – Africa Accoglienza – «Avevamo ricevuto una lettera del nostro figlio sposato che ci chiedeva ospitalità, senza dirci il motivo che lo spingeva a lasciare la sua famiglia e a tornare da noi. La nostra sorpresa è stata grande, ma, nonostante gli interrogativi e le preoccupazioni che ci tormentavano, abbiamo cominciato a preparare la stanza per accoglierlo il meglio possibile e lo abbiamo ricevuto con serenità, rispettando il suo dolore. Dopo un po’ di tempo lui ha iniziato ad aprirsi, comunicandoci i suoi problemi, le sue difficoltà. L’abbiamo ascoltato con il cuore aperto senza indagare né dare consigli. Circondato dall’amore e dalla fiducia, è riuscito a riflettere con tranquillità e a prendere la decisione di tornare a casa. Forse Dio si è servito di noi per aiutarlo a ricomporre la sua famiglia». N. C. L. – Perù
Dopo-sci – «Una mattina bussa alla porta una giovane albanese che mi chiede dei vestiti e delle scarpe. Io preparo subito qualcosa sotto gli occhi dei bambini che mi vedono andare venire dal corridoio. Dopo mi accorgo che accanto all’uscio c’è un paio di dopo-sci cui mo figlio Gianni tiene tanto. Mi chiedo come mai sono lì: «Li regalo alla signora – dice – per i suoi bimbi, tanto ormai non nevica più». Siamo ai primi di ottobre. È proprio vero che la generosità nasce nei figli, se la vedono nei genitori». F. P.-Italia La borsa – «Immigrato in Europa, un giorno noto per strada una signora con delle borse pesanti: «Signora, ti posso aiutare?». E lei: «No, faccio da sola». «Ma io voglio aiutarti». «Va bene, prendi questa borsa». Mi invita in casa e mi offre la cena. Attraverso questa famiglia che mi ha accolto bene ho poi trovato lavoro. Spesso quelli come me hanno dei problemi concreti: trovare lavoro, casa, mezzi di sostentamento; ma a volte c’è bisogno solo di una chiacchierata, di un numero di telefono per chiedere aiuto nei momenti difficili. La solidarietà che ho trovato nelle famiglie cristiane mi ha fatto capire che Dio è padre di tutti, ama tutti come figli». L. E.-Marocco Fonte: Il Vangelo del giorno, ottobre 2013, Città Nuova Editrice (altro…)
Set 30, 2013 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Aldo Stedile, ‘Fons’, ci ha lasciato la notte del 30 settembre, all’età di 88 anni. Insieme a Marco Tecilla e altri due giovani, aveva dato inizio a Trento – con pochissimi mezzi – al primo focolare maschile della storia. Quanti l’hanno conosciuto, lo ricordano col suo sorriso, la sua prorompente vitalità, la sua passione per l’Ideale dell’unità, il suo ottimismo. “Dall’intimo di chi che crede in me, sgorgheranno torrenti di acqua viva” (Gv 7,38): da questa frase che ha guidato la sua vita gli fu attribuito il nome ‘Fons’ [fonte in latino], con cui è conosciuto da tutti nel Movimento. Fons, secondo di una famiglia di dieci figli, è nato nella valle del Terragnolo nel Trentino il 3 luglio del 1925. Aveva un notevole talento artistico come pittore e, se non fosse scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, sarebbe andato a studiare Belle arti a Firenze. Nel 1948 conosce attraverso Valeria Ronchetti (Vale) l’esperienza del Movimento dei Focolari. Lui stesso racconta: “L’incontro con lei è stato per me una rivelazione, un vero incontro con Dio. Tutto è cambiato da quel momento”. E successivamente, dopo che Vale gli ha parlato di Gesù Abbandonato: “Ora ho capito tutto, questa è la soluzione. Questo mi mancava…! Capii che sarebbero venute le difficoltà, prove, dubbi, incomprensioni, fallimenti, ma nulla più mi avrebbe fatto paura. Sentivo dentro di me una forza nuova e serena”.
All’inizio degli anni ’60 fu pioniere della diffusione dei Focolari in Belgio, Svizzera, Austria e Germania, dove visse per 20 anni. Assieme a Bruna Tomasi, corresponsabile con lui del Movimento nell’Europa centrale, diedero vita alla cittadella ecumenica di Ottmaring, nei pressi di Augsburg, in Germania. Nel 1963 fu ordinato sacerdote insieme ad Antonio Petrilli. Negli anni ’80 assunse a Roma la direzione della branca dei Volontari di Dio e dall’inizio degli anni 2000 ricoperse diversi incarichi nel Consiglio generale del Movimento. Negli ultimi anni si è manifestata una malattia che lo ha man mano debilitato, «ma senza intaccare mai le corde più profonde della sua anima», scrive Maria Voce nel darne notizia ai membri del Movimento. «Quando nel febbraio del 2010, dovendo fare un test per valutare le sue capacità cognitive, il medico gli ha chiesto di scrivere di getto una frase di senso compiuto, lui ha subito scritto: amare sempre, dovunque, tutti!».
Fons ci ha lasciato mentre sono presenti a Rocca di Papa gli oltre 200 partecipanti all’incontro annuale dei delegati dei Focolari delle varie regioni del mondo. Nella camera ardente allestita nella cappella del Centro Internazionale a Rocca di Papa, egli riceve quindi un commosso e grato omaggio dal mondo intero, per la sua testimonianza di gioioso e autentico seguace del carisma dell’unità. I funerali avranno luogo mercoledì, 2 ottobre 2013, alle ore 15, al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Via S. Giovanni Battista De La Salle). (altro…)
Set 30, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Si è tenuto dal 9 all’11 settembre scorso l’incontro preparatorio della seconda edizione della EdeV – Escuela de Verano, per l’America Latina, promossa dall’Istituto Universitario Sophia (IUS), che si svolgerà nel gennaio 2014 con il titolo “Fondamenti epistemologici per una cultura della fraternità”.
Il Seminario si è svolto a O’Higgins, presso la Mariapolis Lia, centro del Movimento dei Focolari nella provincia di Buenos Aires, dove, in una serie di lezioni e dialoghi, si è andato intessendo il contributo dei presenti, docenti universitari e giovani studiosi. Il preside di Sophia, Piero Coda, ha tracciato le linee metodologiche qualificanti l’Università che s’ispira al carisma dell’unità, chiamata anzitutto a favorire, attraverso la vita e l’episteme, quell’evento dell’incontro con Dio Trinità in Gesù, che permetta di illuminare le conseguenze culturali e sociali che traducono oggi la novità del Vangelo in una storia nuova di trasformazione. Di particolare luce e speranza per la ricerca scientifica e la formazione universitaria in America Latina – continente giovane, esuberante, capace di lotta e di rischio, anche perché segnato da forti diseguaglianze – si è rivelato l’obiettivo di enucleare la finalità di ogni attività accademica: articolare sapienza e scienza nella logica di una formazione che abiliti i giovani a intraprendere percorsi di pensiero e di pratica sociale ispirati ai principi di fraternità, reciprocità, equità e sviluppo integrale.
Dopo la sessione del Seminario dedicata alla valutazione dei risultati della prima edizione della Escuela de Verano (dicembre 2012 – gennaio 2013), il gruppo di esperti ha definito i temi della seconda edizione, che vedrà la partecipazione di 80 studenti da tutta l’America Latina, 50 dei quali per la prima volta. Certi che ogni cosa nuova, anche un “nuovo pensiero”, nasce dal dono di sé, i partecipanti – provenienti da Argentina, Bolivia, Colombia, Ecuador, Messico, Paraguay, Perù, Venezuela – si sono voluti impegnare in prima persona stilando e sottoscrivendo un patto: trapiantare le proprie radici culturali nello spazio di novità e comunione dischiuso in Gesù, per alimentare con la linfa dell’amore trinitario e mettere in comunicazione l’eredità preziosa di cui ciascuno è portatore. (altro…)
Set 30, 2013 | Focolari nel Mondo
Aldo Stedile ci ha lasciato questa notte, all’età di 88 anni. Originario del Trentino, è stato tra i primissimi a seguire Chiara Lubich agli inizi del Movimento, costituendo con Marco Tecilla, il primo focolare maschile, nel 1949. “Dall’intimo di chi crede in me, sgorgheranno torrenti di acqua viva” (Gv. 7, 38): da questa frase evangelica che ha guidato dall’inizio la sua vita gli è stato attribuito il nome ‘Fons’ [fonte in latino], con cui è conosciuto da tutti nel Movimento. Al Centro internazionale dei Focolari è stata allestita la camera ardente. I funerali saranno celebrati mercoledì 2 ottobre alle ore 15 presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Via S. Giovanni Battista De La Salle). (altro…)
Set 30, 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Dal 6 al 9 settembre si è svolto nella Mariapoli Lia la Cittadella del Movimento dei Focolari in Argentina, un Seminario intitolato “In dialogo, per una Antropologia Trinitaria per i nostri popoli” organizzato dal CELAM (Consiglio Episcopale Latino-americano). Una ventina di esperti provenienti da Messico, Brasile, Nicaragua, Bolivia, Argentina, Paraguay, Uruguay e Italia. Da segnalare la presenza di due vescovi e di Mons. Piero Coda, preside dell’Istituto Universitario Sophia (IUS), con sede a Loppiano (Italia). I lavori sono stati aperti da Piero Coda che, successivamente, ha offerto un contributo, molto significativo, dal titolo: “Trinità e Antropologia, appunti per una fenomenologia teologica”, basato sull’esperienza mistica di Chiara Lubich. Fin dall’inizio, l’incontro è stato caratterizzato dalla sfida di adottare una metodologia di lavoro basata sul dialogo e sulla comunione. Infatti, dopo la presentazione dei vari temi è seguito, sempre, uno spazio di condivisione con le riflessioni dei partecipanti. Il seminario è diventato così un vero e proprio laboratorio “del pensare insieme”. La Cittadella Lia, testimonianza di vita evangelica, si è dimostrata il luogo ideale per vivere un’esperienza di questo genere.“Questo posto è importantissimo per la proposta tematica, perché qui diventa realtà”, ha commentato, colpito da quanto vissuto, un esperto della Bolivia. I partecipanti, infatti, sono stati avvolti dall’amore reciproco vissuto dagli abitanti della cittadella, come espressione concreta dei “rapporti trinitari”.
Il Seminario si è rivelato importante anche perché ha permesso che la luce del carisma di Chiara Lubich, studiato ed espresso accademicamente dall’Istituto Universitario Sophia, venga conosciuto nelle Chiese dell’America Latina. I partecipanti hanno manifestato anche il loro interesse a mantenere le relazioni con Sophia, stabilendo accordi specifici. Durante la messa di chiusura P. Scannone, gesuita molto noto in America Latina, ha affermato: “Ringraziamo Dio di questa comunità di pensiero che si è stabilita tra noi, delle relazioni ‘pericoretiche’ che abbiamo vissuto, dove siamo morti al nostro io e resuscitati, dove abbiamo pensato e vissuto una reale comunità”. I lavori si sono conclusi con un breve omaggio a Mons. Klaus Hemmerle, precursore negli sviluppi dell’Antropologia Trinitaria. Il CELAM ha già programmato un altro evento di questo tipo per il 2014 ed ha deciso la pubblicazione dei lavori appena conclusisi. (altro…)
Set 30, 2013 | Cultura
“Amatevi gli uni gli altri come ho amato voi” (Gv 13,34-15,12): il comandamento nuovo di Gesù, riscoperto nella sua eterna attualità da Chiara Lubich, diventa, nella spiritualità del Movimento dei Focolari, la chiave di volta per un rinnovamento profondo nel vivere il Cristianesimo. In piena sintonia con quello che sarà il messaggio di comunione del Concilio Vaticano II, Chiara Lubich vede infatti nel comandamento dell’amore reciproco il cuore dell’antropologia cristiana. Attraverso scritti, pagine di diario, brani di conferenze la Lubich ne espone la dinamica vitale, la fondatezza, le difficoltà nel viverlo. E lo annuncia a tanti, cristiani e non cristiani, gruppi e popoli, come “la grande rivoluzione che siamo chiamati ad offrire oggi al mondo intero”. In questa stessa collana: La Parola di Dio (2011) Dio Amore (2011) L’amore al fratello (2012) (altro…)
Set 29, 2013 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
http://vimeo.com/75647683 «Dopo gli studi di stilista, ho lavorato per vari anni nel settore dell’abbigliamento. La Provvidenza ha poi voluto che lavorassi in un’organizzazione umanitaria con una religiosa del Movimento dei Focolari. Insieme abbiamo portato avanti dei progetti di insegnamento di cucito, ricamo e come stilista per le donne sfollate, aiutandole così a trovare un lavoro per sostenere le loro famiglie. Nel settembre 2012 si sono iscritte al corso 45 donne appartenenti a tutte le diverse confessioni presenti nel Paese (sunnite, sciite, cristiane, alaouite, druse) e di vari orientamenti politici. Una cosa sola le accomunava: erano sfollate e avevano perso tutto. Le tensioni tra loro erano molto forti ed evidenti, rifiutavano persino di trovarsi nello stesso posto. Un giorno nella Parola di Vita ho trovato la risposta, che è risultata come un monito: se volevo fare la volontà di Dio “che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi” e ci ama senza far differenze, anche la mia carità non doveva fare differenze. La mia priorità era di trattare ognuna come una persona degna di rispetto; abbiamo visto che pian piano le donne hanno cominciato a salutarsi, a parlare l’una con l’altra, ad avere un certo contatto. Col passare delle settimane, queste donne hanno cominciato ad accettare le loro differenze e a sconfiggere le diversità che invece fuori, nel Paese, si accentuavano. Condividevano preoccupazioni e dolori ed è nato tra loro un rapporto di vero amore. Il giorno della festa di Ramadan, con mia sorpresa, le ragazze cristiane hanno preparato una piccola festa a sorpresa per le musulmane. Le musulmane hanno fatto lo stesso per Natale. Quando è stato lanciato il time-out per la pace in Siria, ho pensato di proporre questo momento di silenzio e di preghiera a tutte. Sono stata molto sorpresa il giorno seguente sentendo che i loro cellulari suonavano a mezzogiorno per ricordare proprio il time-out! Nel giugno 2013, nel giorno della consegna dei diplomi, alla presenza di membri dell’Associazione internazionale e dei rappresentanti della Mezzaluna Rossa, è stato chiesto loro quali fossero stati i momenti più difficili durante l’anno. Una, a nome di tutto il gruppo, ha risposto che era quello il giorno più difficile, perché era l’ultimo giorno nel Centro. “L’unico posto – diceva – dove riusciamo a respirare e che ci ha sempre aiutato ad andare avanti, mettendo la pace nelle nostre famiglie e nei nostri cuori”. (altro…)