Movimento dei Focolari
Van Thuân, un vescovo clandestino

Van Thuân, un vescovo clandestino

Venerdì 5 luglio, a Roma, si chiuderà il processo diocesano di beatificazione e canonizzazione del cardinale François Xavier Nguyên Van Thuân. Vietnamita, cattolico, fu rinchiuso 13 anni nella carceri di Saigon, appena nominato arcivescovo della capitale. Nel 1998 Giovanni Paolo II lo vuole presidente di Giustizia e pace.  Città Nuova editrice segnala alcuni titoli pubblicati, che raccontano la sua intensa e profonda esperienza umana e spirituale sotto un regime ostile alla fede e messo in crisi dalla sua testimonianza. VIVERE LE VIRTÙ alla luce della Scrittura e del Concilio Vaticano II (2012) Una raccolta di alcuni dei pensieri del Cardinal Van Thuan composti clandestinamente in carcere che tematizzano le virtù cristiane, di cui lui stesso è stato testimone coraggioso e coerente.  IL CAMMINO DELLA SPERANZA testimoniare con gioia l’appartenenza a Cristo (2010) «Questo libro è come una fonte fresca, limpida, inesauribile. È grondante di Vangelo. Per le sue mille massime, lo intitolerei: «Mille gocce di Vangelo»” (dalla presentazione del Card. Roger Etchegaray) Scritte nel corso dei suoi 13 anni di carcere, ricopiate clandestinamente, queste pagine di diario sono state il sostegno di migliaia di persone. Il manoscritto è giunto fino a noi grazie ai boat people, in fuga dal Vietnam e che grazie a questi scritti hanno trovato coraggio, fede e speranza pur nel dramma. Lucia Velardi (ed.) SPERA IN DIO! 100pagine di F.-X. Nguyên Van Thuân (2008) L’invito coerente, semplice e al tempo stesso solenne a non chiudere le porte alla speranza, ma anzi a coltivarla in sé e a suscitarla intorno a sé. DIECI A DA RICORDARE NELLA VITA Un itinerario di meditazione e di preghiera (2013, in uscita) A come Adorare, Ascoltare, Amare, Accettare…10 A che richiamano atteggiamenti chiave dell’essere cristiani. Un breve ma profondo itinerario di preghiera e meditazione nella forma della “decina”, più che della “novena”, sull’esempio di un grande testimone del nostro tempo. François Xavier Nguyên Van Thuân, dopo gli studi a Roma, dal 1967 è stato vescovo di Nhatrang (Vietnam). Nel 1975 è nominato arcivescovo coadiutore di Saigon (Hochiminhville). Viene arrestato poche settimane dopo perché accusato di complotto e di piani sovversivi contro il governo comunista. Dei suoi tredici anni in prigione, nove li ha trascorsi in isolamento. Liberato nel 1988, nella quaresima del 2000 Giovanni Paolo II lo invita in Vaticano per gli esercizi spirituali alla Curia Romana. L’anno successivo lo nomina cardinale. È morto a Roma il 16 settembre 2002. (altro…)

Testimonianza del Card. Van Thuan

 Il Card. Van Thuan racconta in pochi densi minuti, la storia della catena e della croce che portava. Costruite nei giorni della prigionia, continuando a riconoscere in ciascuno un fratello, a partire dagli stessi carcerieri. (altro…)

Van Thuân, un vescovo clandestino

Essere educatori

Partendo dall’originale esperienza della giovane maestra Silvia Lubich (la fondatrice dei Focolari, più nota come Chiara) il volume si apre a tematiche pedagogiche attualissime: il valore della tradizione e dell’innovazione, la formazione delle coscienze, le questioni aperte dai nuovi saperi, la richiesta di nuove competenze, il bisogno di rinnovamento della didattica, la centralità della relazione educativa, dell’accettazione e del dialogo. Il volume contiene il dvd La maestra Silvia non aveva la matita rossa http://vimeo.com/50673907 con interviste agli ex alunni di Chiara Lubich. Attraverso l’ascolto di queste interviste ci si potrà introdurre in un ambito poco conosciuto della sua vita e riflettere su come tante problematiche e scelte educative di allora si ripropongano nella loro piena attualità e urgenza. Michele De Beni, psicoterapeuta e pedagogista, è stato docente di Educazione degli Adulti, Scuola Internazionale di Scienze della Formazione (SISF),Venezia. Da anni collabora al Master “Intercultural Competence and Management”, Centro Studi Interculturali, Università di Verona ed è attualmente coordinatore del Progetto interuniversitario e interassociativo di “Educazione interculturale”, in collaborazione con l’Università di Skopje (Macedonia). È autore di numerose pubblicazioni. Per Città Nuova ha pubblicato Comunicare per amare (Roma 2006) e Educare. La sfida e il coraggio (2010) e dirige con Ezio Aceti e Giuseppe Milan la collana Percorsi dell’educare. (altro…)

Van Thuân, un vescovo clandestino

Onestà, un valore aggiunto

«Circa due anni fa, nel giro di tre mesi, la mia dentatura si deteriora in modo drammatico. Vado dal dentista chiedendo un preventivo per i vari interventi da fare. Un colpo al cuore! Sono ben 10.000 Franchi svizzeri. Condividendo la decisione con mia moglie, vista l’urgenza, si decide di accettare il preventivo del medico e di procedere con le cure. La cura dura alcuni mesi e quindi abbiamo il tempo di prepararci all’importante spesa. Alla penultima seduta dal dentista vengo informato che sono subentrate alcune difficoltà e che quindi la spesa sarebbe aumentata per un totale di Fr. 11.280. Per restare nel preventivo mi propone di pagare Fr. 10.000 in ‘nero’. Probabilmente la proposta del dentista nasce dal desiderio, dato che sono suo cliente da tantissimi anni, di farmi risparmiare. Chiedo di dare la risposta alla prossima seduta perché ne voglio parlare ancora con mia moglie e decidere insieme. La spesa già preventivata era già grande per noi e 1.280 Franchi in più sono una grossa cifra. La tentazione di risparmiare è tanta! Subentra il pensiero che una parte potrebbe servire per aiutare qualcuno, o che si potrebbe darli in beneficenza, e tante altre scuse. Alla fine però decidiamo che come cristiani è giusto pagare la fattura completa. Dando la risposta al dentista, abbiamo cercato di volergli bene, ringraziandolo per la sua premura verso di noi per non metterlo in imbarazzo spiegandogli la ragione della nostra scelta. La provvidenza non si è fatta attendere! Lo scorso aprile nel compilare la dichiarazione dei redditi ho inserito la fattura del dentista. L’8 giugno, la risposta nel “date e vi sarà dato” giunge puntuale, con l’arrivo della cartella delle tasse per l’anno fiscale 2012. Dal riepilogo delle varie voci: federali, cantonali e comunali, ho costatato che per l’anno fiscale 2012 le mie tasse risultano inferiori di Fr. 1.611,25 rispetto a quelle dell’anno prima. Calcolando la differenza 1.611,25 – 1.280 ho risparmiato 331,25 Franchi!». (altro…)

Trento, città della pace

http://vimeo.com/68603474 10 anni fa i bambini di una classe hanno iniziato con la loro maestra a tirare “il dado dell’amore”. Oggi, l’iniziativa si è estesa ai bambini di tutte le classi di Trento. I loro “atti d’amore” pubblicati sul giornale del Comune arrivano nelle case delle famiglie della città. E anche quest’anno l’appuntamento per tutti è stato in piazza Duomo. Il servizio con le immagini di Paolo Holneider e Donato Chiampi.  (altro…)

Luglio 2013

«Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso»* Chi ama però non evita soltanto il male. Chi ama si apre sugli altri, vuole il bene, lo fa, si dona: arriva a dar la vita per l’amato. Per questo, Paolo scrive che nell’amore del prossimo non solo si osserva la legge, ma si ha «la pienezza» della legge. «Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» Se tutta la legge sta nell’amore del prossimo, occorre vedere gli altri comandamenti come mezzi per illuminarci e guidarci a saper trovare, nelle intricate situazioni della vita, la via per amare gli altri; bisogna saper leggere negli altri comandamenti l’intenzione di Dio, la sua volontà. Egli ci vuole obbedienti, casti, mortificati, miti, misericordiosi, poveri… per realizzare meglio il comandamento della carità. «Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» Ci si potrebbe chiedere: come mai l’Apostolo omette di parlare dell’amore di Dio? Il fatto è che l’amore di Dio e del prossimo non sono in concorrenza. L’uno, l’amore del prossimo, è anzi espressione dell’altro, l’amore di Dio. Amare Dio, infatti, significa fare la sua volontà. E la sua volontà è che amiamo il prossimo. «Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» Come mettere in pratica questa parola? È chiaro: amando il prossimo; amandolo veramente. Ciò significa: dono, ma dono disinteressato, a lui. Non ama, colui che strumentalizza il prossimo per i propri fini, anche i più spirituali, come può essere la propria santificazione. Occorre amare il prossimo, non noi stessi. È indubbio, però, che chi ama così si farà santo davvero; sarà «perfetto come il Padre», perché ha compiuto il meglio che poteva fare: ha centrato la volontà di Dio, l’ha messa in pra­tica: ha adempiuto pienamente la legge. Non saremo forse esaminati alla fine della vita unicamente su questo amore?

Chiara Lubich


Parola di vita pubblicata in Città Nuova, 1983/10, p.40.