Giu 24, 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
È partita la mostra itinerante “Chiara Lubich: protagonista di un nuovo tempo”, per commemorare la figura della fondatrice del Movimento dei Focolari, a cinque anni dalla sua scomparsa. Aeroporto, Mercato Pubblico, Consiglio Comunale, Assemblea Legislativa, associazioni di solidarietà, sono alcune delle tappe previste. Grande attesa anche nel Parco della Redenzione, nella settimana precedente alla Giornata Mondiale della Gioventù. La prima tappa ha avuto luogo dal 13 al 25 maggio nella Hall della Biblioteca Centrale della Pontificia Università Cattolica di Rio Grande del Sud. La vita e l’opera di Chiara Lubich sono state presentate attraverso sette banner che raccontano le origini del Movimento, i suoi primi passi e l’evoluzione di una vita evangelica che oggi si declina in diverse realtà sociali. Si passa dalla dimensione ecumenica del Movimento, con il profondo rapporto di amore reciproco con chiese cristiane e non cristiane, a quella con persone di convinzioni diverse. Un altro banner mostra la realtà dei giovani. Si evidenzia una nuova generazione che ha delle proposte concrete di rinnovamento della società, convinta che la fraternità universale, se vissuta e costruita giorno dopo giorno, porta alla vera realizzazione umana così freneticamente cercata dai giovani in forme diverse. La famiglia è un altro aspetto fondamentale per la trasformazione della società, per mantenere i valori più genuini che assicurano il senso della vita e dei rapporti sociali.
Nell’expo troviamo anche messo in rilievo un progetto che riguarda l’Economia di Comunione, lanciata proprio in Brasile nel 1991, in una delle visite di Chiara Lubich. La proposta: gestire aziende che siano economicamente sane e che cerchino, allo stesso tempo, di agire per combattere le disuguaglianze sociali e di favorire la formazione di una nuova mentalità imprenditoriale. Dall’economia alla politica. In questo campo il Movimento dei Focolari s’impegna a lavorare per il bene comune, avendo come base la categoria politica della fraternità. La politica, insomma, vissuta come servizio, “Amore degli amori” secondo una definizione di Chiara Lubich. Nel sociale, il progetto Associazione Famiglie solidali, che aiuta decine di bambini in un quartiere nella periferia della città. Progetti simili sono sparsi nel mondo e sono sorgente di speranza per tante famiglie che subiscono privazioni materiali e spirituali. Su un grande schermo, un video racconta la storia del Movimento. Ed ancora, ci sono spazi di condivisione di iniziative individuali e collettive che hanno alla base la regola d’oro (fare all’altro ciò che vorresti fosse fatto a te), presente in quasi tutte le religioni. La mostra continua in altri luoghi di rilevanza culturale della città di Porto Alegre, in cui poter conoscere la figura di Chiara, “protagonista di un nuovo tempo”; e le implicanze che il carisma dell’unità ha avuto e ha nei vari ambiti della chiesa e della società. (altro…)
Giu 22, 2013 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Il Comitato di Orientamento di Insieme per l’Europa con i suoi otto membri – appartenenti della Chiesa cattolica, ortodossa ed evangelica – si è incontrato nella sede romana della comunità di S. Egidio il 4 e 5 giugno scorsi. Scopo principale: confrontarsi sui frutti dell’anno trascorso e capire insieme le prossime tappe, cercando di leggere “lo spartito scritto in cielo” come amava dire Chiara Lubich. In molte delle 152 città collegate il 12 maggio 2012 è iniziata o si è incrementata una dinamica locale di vivace collaborazione tra Movimenti e Comunità di varie Chiese. In vari Paesi esiste, poi, un comitato nazionale di “Insieme per l’Europa” come una rete che sostiene questa comunione. Andrea Riccardi (fondatore della comunità di Sant’Egidio), sottolinea la responsabilità di continuare ad uscire fuori senza essere autoreferenziali, citando Papa Francesco. È la “cultura dell’incontro” – ribadisce la presidente dei Focolari Maria Voce riferendosi ancora a Papa Francesco -, “la cultura di amicizia e di apertura all’altro che sperimentiamo in questo cammino di comunione e che dà speranza al nostro Continente e non solo”. Reduce da un viaggio in Germania, racconta di incontri con varie personalità che vedono in ‘Insieme per l’Europa’ un esempio capace di unire i cuori. Gerhard Pross, del Convegno di responsabili/Ymca, racconta di come il 23 maggio 2013, nell’Accademia cattolica di Stuttgart-Hohenheim si sono incontrati rappresentanti della Chiesa evangelica in Germania, della Chiesa cattolica e di altre Chiese, su invito di alcuni Movimenti e Comunità unite nella rete di “Insieme per l’Europa”. Il presidente della EKD (Evangelischen Kirche in Deutschland) Nikolaus Schneider, l’arcivescovo Robert Zollitsch (Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca), il vescovo Gerhard Feige e il vescovo regionale Heinrich Bedford-Strohm nei loro interventi hanno incoraggiato a contribuire ad un intenso e aperto scambio sulle questioni ecumeniche, particolarmente attuali per il 50° della chiusura del Concilio Vaticano II e in vista dell’anniversario della Riforma nel 2017. Alcuni elementi emersi sono: il ritorno a Cristo come centro comune; la comune rielaborazione della storia a livello regionale e nazionale; il porre segni di riconciliazione e la coscientizzazione alle sensibilità della Chiesa dell’altro. Christophe D’Aloisio (Syndesmos) ha presentato, in un’interessante visione, l’attualità di alcune comunità ortodosse in Europa. La fitta agenda dell’incontro del 4 giugno prevedeva varie tematiche. Si è cercato, come ha suggerito Padre Heinrich Walter, del Movimento Schönstatt, di mettere a fuoco il progetto di Dio su ‘Insieme per l’Europa’. Guardare alle “periferie esistenziali”, alle povertà materiali e spirituali che affliggono l’Europa per contribuire al bene comune con i carismi ricevuti da Dio: è questa una delle priorità. Tra l’altro si mette in programma per l’anno prossimo un convegno per esperti e responsabili di Movimenti interessati allo sviluppo di un’economia equa.

Incontro con il Card. Stanislaw Rylko
Regna fra tutti un clima solenne, che si fa preghiera quando si legge il versetto del Vangelo di Giovanni: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35). È questo passo di Giovanni che, a partire dal 2001 a Monaco di Baviera divenne la base dell’agire tra responsabili di Movimenti e Comunità di varie Chiese e che rende possibile e sempre straordinariamente nuovo il cammino di ‘Insieme per l’Europa’. Il 5 giugno mattina, i responsabili presenti a Roma sono stati ricevuti dal card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Egli ha incoraggiato i progetti, sottolineato il contributo che le comunità e i movimenti possono dare per risvegliare la responsabilità per l’Europa unita e messo in evidenza la “novità” che la dimensione ecumenica di ‘Insieme per l’Europa’ sta diffondendo. «È Dio che deve tornare al centro della vita dell’uomo – ha affermato – e Dio torna quando gli uomini si lasciano toccare da Dio». Il cardinale ha individuato nei carismi luoghi in cui Dio tocca gli uomini e li trasforma, rendendoli testimoni credibili del Vangelo. (altro…)
Giu 22, 2013 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Noi stiamo bene. Da Damasco e da Aleppo vi salutiamo! In questo momento un gruppo di noi è ad un incontro di giovani, che si fa ormai da due mesi regolarmente in una parrocchia, perché vogliono conoscere l’ideale dell’unità. Certo, la “notte” nel Paese si fa sempre più scura, non si sa fino a quando ce la faremo a resistere sia a livello di stress, che a livello economico. I prezzi sono alle stelle, la gente nella grande maggioranza pensa solo a garantirsi il cibo, perché tutto il resto è diventato superfluo e questo per persone abituate a lavorare è come uno schiaffo, sentono che anche la loro dignità è stata calpestata da questa guerra. In tante località o quartieri poi si convive con il rischio, quando si esce di casa, ci si chiede: rientreremo? Ci sono poi i due Vescovi e i due sacerdoti rapiti di cui non si sa assolutamente nulla e per i quali si levano preghiere incessanti come per le altre persone rapite. Ma in questa “notte”, ve lo possiamo assicurare, c’è una luce molto forte e sono le parole di Gesù, l’insegnamento di Chiara Lubich, che ci ripete di vivere l’attimo presente, di amare, restare uniti, tenere viva la presenza spirituale di Gesù tra noi. E allora ecco il miracolo che davvero ci stupisce: viviamo “fuori di noi”, per gli altri, non pensiamo che ad amare, a disarmarci continuamente di fronte ai risentimenti o anche alla rabbia che si può provare nel cuore, a migliorare i rapporti tra noi e con tutti. Questo ci fa restare in una certa normalità, ci dà la pace e in tanti sentiamo che è proprio qui il nostro posto, perché proprio qui si può portare l’unità e la serenità, e di questo la gente è assetata. Un giovane che fa il servizio militare e lavora negli uffici, in un posto che subisce molti attacchi, ci ha raccontato che durante uno degli ultimi, molto forti, mentre scappava con i colleghi nel rifugio, si è reso conto che uno di loro era stato colpito e giaceva a terra. Per un attimo il dubbio: “Torno indietro ad amare questo fratello o continuo a scappare?”. Nel cuore, chiara, una voce che gli diceva: “Non avere paura, Io sono con te”. È tornato indietro, si è tolto la camicia per arrestare il sangue che scendeva dalla gamba e ha aspettato, sotto i colpi, l’arrivo dell’ambulanza. In questo momento in cui ci sentiamo uniti a tutti voi, vorrei ringraziare ciascuno degli aiuti che ci arrivano in vari modi e che ogni volta ci commuovono. Sono un segno di quella realtà di famiglia che ci accompagna sempre. Sono preziosissimi, ci permettono di fare sentire a Gesù nel fratello quell’amore che ognuno di voi ha per Lui, di consolarLo, di darGli la forza di resistere e non disperare. Se siamo qui è perché voi e tanti con voi ci siete e ci sono, e allora quindi un grandissimo grazie, grazie e un saluto speciale da tutti qui, dalla Siria». Maria Voce, a nome delle migliaia di persone collegate via internet, risponde: «Anche noi siamo qui perché voi ci siete, e continuiamo a essere insieme a portare avanti tutto insieme, a pregare, a sostenervi in tutti i modi che possiamo!». Si possono far arrivare aiuti concreti alla Siria attraverso l’AMU (Associazione Mondo Unito). Le coordinate bancarie le trovate sul sito dell’AMU-Emergenza Siria. (altro…)
Giu 21, 2013 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La zona del Veronese era stata flagellata dal maltempo, mettendo i corsi d’acqua a rischio di esondazione; il 17 maggio Giuseppe nella cantina della propria abitazione è stato travolto da una massa di acqua e fango fuoriuscita dal torrente Mezzane che aveva rotto gli argini poco più a nord. A fianco dei volontari della protezione civile e delle forze dell’ordine impegnati nelle ricerche, si sono avvicendati dalla primissima ora moltissimi conoscenti e membri del Movimento dei Focolari di cui Giuseppe e la moglie, Maria Grazia, da molti anni facevano parte. Questa immediata, spontanea, viva testimonianza di amore concreto, nello spalare, sgombrare, pulire è stata anche un’espressione di gratitudine verso la vita di Giuseppe, spesa nell’amore e nella donazione verso la moglie e le due figlie, verso altre famiglie, nell’ambito professionale e nella parrocchia. «La sua è stata una vita donata nell’amore. Vorremmo vivere questo momento in compagnia di Dio, Mistero di Amore trinitario. E lasciarci confortare dalla sua Parola di verità». Così mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, si è espresso nell’omelia della messa funebre per Giuseppe Maschi, il 21 maggio scorso. Quel giorno l’intero paese di Lavagno si è stretto attorno a Giuseppe ed ai suoi familiari. Mons. Zenti è rientrato appositamente da Roma dove era impegnato nei lavori della Conferenza Episcopale, ed ha presieduto la cerimonia concelebrando insieme a 14 sacerdoti, alla presenza del Prefetto di Verona Perla Stancari, il Presidente della Provincia Giovanni Miozzi, il sindaco di Lavagno Simone Albi e numerosi rappresentanti delle Forze dell’ordine. «Giuseppe era un uomo generoso, pieno d’amore – afferma mons. Zenti nell’omelia -; lo può testimoniare la sua famiglia, la parrocchia dove era collaboratore, soprattutto come catechista insieme alla moglie, e l’ambito civile. Lo potete testimoniare voi, accorsi così numerosi. Per ispirare la sua vita all’amore ha fatto parte della famiglia dei Focolari, il cui carisma è appunto l’attuazione concreta, nella ferialità, del comando del Signore: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi’». «Sono qui con voi – continua il vescovo – anch’io avvolto come voi nel silenzio cupo dell’anima, nel buio angoscioso del cuore, come quello provato da Gesù sulla croce: “Si fece buio su tutta la terra… Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Su questo silenzio facciamo risuonare e su questo buio facciamo scendere la Parola di Dio, che come lampada rischiara i passi nostri barcollanti nel groviglio di interrogativi esistenziali che ci attanagliano e mostrano l’insufficienza della ragione di fronte al mistero dell’uomo, specialmente di fronte al mistero della morte». E il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una lettera letta alla fine della cerimonia dal prefetto Stancari, manifesta «vicinanza ed affetto alla famiglia Maschi colpita negli affetti più cari da questo grave lutto. Con essa, anche a tutti i cittadini di Lavagno che hanno subito danni dall’alluvione che ha colpito il paese». Concetti ribaditi nel telegramma inviato dal presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta: «Il mio commosso e fraterno saluto e la mia vicinanza alla famiglia di Giuseppe Maschi e a tutti i cittadini di Lavagno». (altro…)
Giu 20, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Sulla scia del costante invito di Papa Francesco a lasciarci stupire dall’amore sempre nuovo di Dio, trentadue vescovi amici dei Focolari provenienti da Corea, Mongolia, Filippine, Thailandia, Myanmar, India, Pakistan, Giappone, Taiwan, Sri Lanka, si sono incontrati a Seoul (Corea) dal 22 al 25 maggio per confrontarsi ed immergersi nella realtà viva della “Chiesa-comunione”. Le nazioni che compongono il continente asiatico sono diverse per lingua, etnia, religione, tradizioni, e anche le situazioni che vive la Chiesa stessa sono assai varie. I vescovi hanno colto in questa multiformità una opportunità di arricchimento reciproco: “Abbiamo dato ampio spazio alla comunione spirituale e alla conoscenza reciproca – scrivono –. Siamo così venuti a scoprire un’enorme ricchezza di vita, tradotta in tante esperienze molto concrete scaturite dal Vangelo vissuto nei diversi ambienti: seminari, parrocchie, luoghi di persone emarginate dalla loro disabilità o povertà materiale. L’amore a Gesù nel fratello è stata la molla che ci ha spinto ad avvicinare i nostri prossimi e a cercare di lenire, per quanto possibile, le loro piaghe”. Anche la Nuova Evangelizzazione è stata oggetto di riflessione: essa richiede una conversione personale ed un nuovo annuncio dell’amore di Dio alle popolazioni asiatiche attraverso il dialogo con le molteplici tradizioni religiose e l’apertura radicale verso coloro che soffrono.
La messa finale concelebrata, si è conclusa con un solenne patto di amore scambievole; e l’impegno di amare la diocesi altrui come la propria ha sancito la condivisione sperimentata. Per mantenere vivi ed accrescere i rapporti costruiti, molti dei presenti si sono ripromessi di sfruttare al meglio i mezzi più rapidi di comunicazione come skype e videoconferenze. L’arcivescovo di Bangkok Francis Xavier Kriengsak Kovithavanij, moderatore degli incontri dei vescovi amici dei Focolari, spiega che la condivisione delle diverse esperienze fatte nelle conquiste e nelle difficoltà della vita, ha creato rapporti fraterni di comunione profonda tra i partecipanti facendo sperimentare la presenza di Cristo Risorto tra tutti. Questa presenza ha donato nuova forza e gioia per riprendere il servizio nelle rispettive diocesi, con l’amore di pastori vicini al proprio gregge, seguendo l’esempio indicato da Papa Francesco. (altro…)
Giu 19, 2013 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Life, Love, Light ovvero vita, amore, luce. Questo trinomio abbinato al nome e all’esperienza di Chiara Luce Badano dai giorni della sua beatificazione, continua a correre sul Web grazie al sito ufficialmente dedicato alla giovane di Sassello – www.chiaraluce.org, apprezzato e visitato da persone di tutte le età; da alcuni giorni questo sito si presenta ampliato ed arricchito nella veste grafica, nei contenuti, nei servizi offerti. Tra le novità, l’attesa sezione LOVE che riguarda la spiritualità vissuta da Chiara Luce, l’aggiornamento delle iniziative portate avanti dalla “Fondazione Chiara Badano”, la sezione “A Sassello” riguardante il Centro di Spiritualità nella località de La Maddalena, frazione appunto di Sassello (Italia), paese natale di Chiara Luce. Inoltre in “Pubblicazioni” si segnalano novità editoriali, CD, DVD. È ampliata anche l’offerta linguistica con l’aggiunta della lingua portoghese. Denominatore comune è il desiderio di diffondere il messaggio di questa giovane testimone del Vangelo e farne “risplendere sul moggio” la cristallina luminosità. Chiara Luce è presente anche in facebook. La pagina è molto apprezzata e conta oltre 54.000 contatti; ma al di là dei numeri, la vita e la profondità di Chiara Luce contagiano e sollevano: “Sono un po’ giù di morale – commenta qualcuno – e appari tu con il tuo volto candido con il tuo sorriso genuino con i tuoi occhi pieni d’amore e come per magia il mio cuore si tranquillizza: grazie“. (altro…)
Giu 18, 2013 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria, Sociale
Stefano Comazzi, responsabile all’Azione per un mondo unito del settore progetti (AMU), ha visitato, insieme a CASOBU (la controparte locale di AMU), le principali località del Burundi raggiunte dai progetti che portano avanti nelle province di Ruyigi, Kayanza e Bujumbura. Ecco il suo racconto: «Nella zona rurale di Bujumbura, nel Comune di Mutimbuzi, c’è un campo per sfollati chiamato “Maramvya”, dove è in corso un nostro progetto a favore delle famiglie. Costretti per ben 2 volte a spostarsi nel giro di pochi mesi, gli sfollati hanno vissuto prima in un’area periferica di Bujumbura – un vero e proprio pantano -, poi in un terreno vicino all’aeroporto, nel Comune di Butirere. Il nuovo campo, però, è più lontano dalla città e più scomodo da raggiungere.
Da circa 4 mesi sono stati assegnati alle famiglie dei lotti di terreno sui quali potranno costruirsi le loro case. Ho potuto vedere che alcuni hanno già iniziato a tirare su qualche semplice casetta in mattoni di fango e paglia. Ma a molti mancano i mezzi necessari e c’è il rischio che la terra venga venduta per pochi soldi a speculatori interessati ad edificare immobili più grandi. Al momento della mia visita, sotto una grande tenda, era in corso una sessione di raccolta dei dati anagrafici da parte di un giovane incaricato da CASOBU, al fine di consentire la registrazione in Comune delle famiglie e dei minori, permettendo quindi l’accesso ai servizi sanitari e scolastici. Questa registrazione è piuttosto complicata perché la gente è passata sotto l’amministrazione di altri due comuni. In pratica è necessario verificare presso ciascuno di essi se non vi siano registrazioni precedenti ed eventualmente procedere alle rettifiche necessarie. Tutto questo processo avviene in modo manuale, e quindi richiede molto tempo e cura da parte degli operatori di CASOBU.
Circa la situazione dell’accesso all’acqua, vi è un solo punto di distribuzione pubblico, con una fontana che dista circa mezzo chilometro dall’insediamento, dove ho visto una piccola folla di donne e bambini. Dai loro racconti risulta che spesso le code iniziano al mattino presto, anche alle tre, e l’attesa dura molte ore. La pressione dell’acqua è infatti insufficiente, e l’attesa per riempire le taniche dura a lungo. Parlando con il sindaco abbiamo saputo che è allo studio un progetto per l’intera area nord della città, con tubature di diametro e portata adeguate ed una cisterna di raccolta dell’acqua proprio vicino al campo. Tuttavia, nell’attesa che tale progetto trovi concreta realizzazione, CASOBU valuterà eventuali soluzioni temporanee che possano in qualche modo alleviare il disagio della popolazione nel rifornirsi di acqua.» Fonte: Azione per un Mondo Unito online Scheda del progetto Come collaborare: Burundi, Campo sfollati Maramvya (altro…)
Giu 16, 2013 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Quando si è lasciato spogliare della fede in Dio, l’uomo ha subìto la più grande truffa. Dove poi egli non è stato spogliato della fede in Dio, talora l’ha perduta lo stesso per essersene dimenticato. Ora l’uomo paga spesso il prezzo di queste lunghe dimenticanze, in fondo si è dimenticato del suo stesso essere uomo. Sta in una casa che non riconosce più per sua, e difatti gli è divenuta prigione. Sta con uomini, in cui non ravvisa più i fratelli, il legame che li vincola è formato dal segreto di sfruttarsi l’un l’altro. Va in una scuola, legge giornali, osserva prodotti di una scienza, per cui la verità gli è deformata, sì che ha finito col non conoscere più l’oggetto e col dubitare del soggetto, è trattato e si tratta come un fantasma. Questa dimenticanza si ricapitola nella dimenticanza di Dio. Se si riconosce Dio, si diventa liberi verso gli uomini in terra. Questi uomini risultano allora fratelli, e l’unico sentimento dovuto loro è l’amore. Ritrovando l’uomo, torniamo a vederne la sua dignità. Nei suoi limiti vediamo la sua grandezza, mentre ne constatiamo la miseria. Esso può crollare, ma resta stirpe d’un Dio. La miseria è sua, la grandezza gli è conferita da Uno più grande. Il quale vuole che nella prova noi cresciamo su noi stessi, che utilizziamo la sciagura per esercitare le grandi virtù, giustizia, carità, pietà; che valorizziamo la morte per la vita, la povertà economica per la ricchezza spirituale, al punto che il nostro patrimonio sia tutto patrimonio dello spirito, e la nostra dignità non dipenda dallo stato economico, ma dalla forza del carattere, dalla rassegnazione eroica, dalla vittoria che per noi e in noi il bene riporta sul male. Allora siamo produttori di vita. Questa è la prova a cui assistono cielo e terra, e il cui scioglimento apre un’eternità. Se si passa tra le miserie immiserendoci anche nell’anima, se si reagisce al negativo abbrutendoci, se si crolla prostrandoci nella disperazione e logorandoci, noi sciupiamo stupidamente la nostra fatica, sporchiamo senza dignità le nostre lacrime, denutriamo l’anima. L’amore eroico trasforma il dolore in letizia, le nostre pene diventano strumento per esercizi spirituali: le sciagure pongono a ciascuno un’esigenza di santità, e cioè di umanità perfetta, essendo perfezionata dalla grazia. Tratto da: Igino Giordani, La rivolta morale, Capriotti Editore, Roma 1945 www.iginogiordani.info (altro…)
Giu 15, 2013 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Un noto rabbino, partecipante all’incontro di dialogo ebreo-cristiano promosso dal Movimento dei Focolari (svoltosi presso il Centro Mariapoli di Castelgandolfo, Roma), ha spiegato che la storia della comprensione tra le due religioni si è sviluppata in tre livelli di azione. Il livello 0, e cioè quello nel quale persone di ambedue le religioni si presentano e si conoscono. Il livello 1 fa un passo in più: c’è rispetto e mutua comprensione. La paura che l “altro” ci interpelli ancora non esiste. Il dialogo del secondo livello, invece, propone che le persone coinvolte siano pronte a che l’altro – ebreo o cristiano – influisca realmente con le proprie convinzioni religiose e lo trasformi positivamente. Non si tratta – ovviamente – di mettere in discussione l’identità religiosa di ciascuno e meno ancora di sincretismo. La proposta consiste nell’utilizzare un linguaggio spirituale in cui tutti, in modi diversi, possano ritrovarsi. Devo dire che frequento da anni eventi interreligiosi ma mai avevo partecipato ad uno simile a questo. Poche volte si vedono insieme 4 rabbini di diverse correnti dell’ebraismo e un folto gruppo di laici esperti delle tematiche tipiche del dialogo (30 persone dell’Argentina, USA, Italia e Uruguay), che lavorano con una metodologia totalmente originale. Di solito ogni partecipante parla della sua religione, commenta i propri testi e fa riferimento ai propri autori. Questa volta i cristiani hanno commentato i testi ebraici e gli ebrei i testi cristiani. Non sono state delle riflessioni prese dal bagaglio di pensatori o teologi noti nei propri ambiti, ma sono stati piuttosto approfondimenti incentrati nell’impatto che questi documenti hanno prodotto nel lettore: un impatto spirituale, in modo particolare, di profondo contenuto. Si sono visti, sotto una lente diversa da quella abituale, i testi della spiritualità ebraica e i testi che appartengono al patrimonio spirituale lasciato da Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Uso una metafora presa dal mondo della cibernetica. È ormai noto che il web 2.0 ci aprirà, a breve, nuove forme di comunicazione attraverso la rete: il “dialogo 2.0” è anche un passo in avanti. Questo implicherà lasciare da parte le sicurezze acquisite finora per integrare gli elementi di sempre in un modo nuovo. Sarà più adatto per l’edificazione di forme più profonde di incontro interreligioso e, in definitiva, per la costruzione di una società più fraterna. L’abbiamo sperimentato durante questi giorni. Da Francisco Canzani Leggi anche: Quando il dialogo è uno stile di vita “Ho appreso da Bergoglio cosa vuol dire il momento della morte” Si fa dialogo interreligioso per “diventare persone migliori” Conoscere è amare. Il dialogo “cuore a cuore” (altro…)
Giu 14, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Sembra ieri quando abbiamo iniziato a collaborare con il progetto Fraternità con l’Africa – racconta un gruppo di volontari dei Focolari della Spagna -. Era l’aprile 2009 e per la diffusione del progetto abbiamo organizzato diverse attività nel nostro paese, Aljucer (Murcia), che si sono concluse con una cena di beneficenza. Ora siamo già alla quinta edizione». Il progetto nasce nel 2006 a Budapest: nel corso del Volontarifest, evento internazionale che raccolse migliaia di persone nella capitale ungherese, col motto “La terra è un solo paese. Siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino”, si lanciò un progetto che promuove borse di studio per i giovani africani in diversi ambiti, insieme all’idea di fare delle proprie città, posti nei quali “brilli” la cultura della fraternità. Un gruppo di volontari di Aljucer, lì presente, decide di aderire alla proposta.
«Ci siamo sentiti chiamati in causa, e nel 2007 abbiamo iniziato a dare forma legale ad un’associazione che ci aiutasse a raggiungere l’obiettivo: Aljucer, un paese che promuova la cultura della fraternità. Molte le attività realizzate da allora, anche con altre associazioni, ma la nostra attività principale continua ad essere il progetto Fraternità con l’Africa». Ogni anno affisioni di manifesti, coinvolgimento degli esercizi commerciali, che spesso collaborano nella diffusione del progetto donando prodotti per il sorteggio alla cena di beneficenza, dalla quale ricavare fondi per le borse di studio.
«La cena annuale per il progetto Fraternità con l’Africa è un appuntamento atteso. Si aggiungono sempre nuove persone. Non avevamo mai superato le 90 persone ma questo anno eravamo 125, un numero “importante” per un paese come il nostro, colpito come molti altri dalla crisi». Si spiega il funzionamento del progetto: il numero delle borse di studio assegnate, i fondi raccolti, gli ambiti educativi promossi e le esperienze degli studenti. Alla fine, in un clima di festa, sorteggio dei regali, e conclusione con la collaborazione artistica di alcuni artisti locali. Con una novità: la gradita presenza di Carlos Piñana di Cartagena, chitarrista di “flamenco” e professore del Conservatorio Superiore di Murcia, che insieme a quattro suoi alunni ha dato vita ad un recital di chitarra “flamenca”. «Siamo contenti – continuano i protagonisti della vicenda – perché crediamo che questi eventi siano serviti per promuovere un po’ di più la cultura della fraternità. Cultura che ci fa uguali, che ci fa sentire fratelli, motivo più che sufficiente per lavorare gli uni per gli altri, gli uni con gli altri.» Fonte: www.amu-it.eu Aljucer, un paese che promuove la cultura della fraternità (altro…)