Movimento dei Focolari

Luglio 2013

«Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso»* Chi ama però non evita soltanto il male. Chi ama si apre sugli altri, vuole il bene, lo fa, si dona: arriva a dar la vita per l’amato. Per questo, Paolo scrive che nell’amore del prossimo non solo si osserva la legge, ma si ha «la pienezza» della legge. «Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» Se tutta la legge sta nell’amore del prossimo, occorre vedere gli altri comandamenti come mezzi per illuminarci e guidarci a saper trovare, nelle intricate situazioni della vita, la via per amare gli altri; bisogna saper leggere negli altri comandamenti l’intenzione di Dio, la sua volontà. Egli ci vuole obbedienti, casti, mortificati, miti, misericordiosi, poveri… per realizzare meglio il comandamento della carità. «Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» Ci si potrebbe chiedere: come mai l’Apostolo omette di parlare dell’amore di Dio? Il fatto è che l’amore di Dio e del prossimo non sono in concorrenza. L’uno, l’amore del prossimo, è anzi espressione dell’altro, l’amore di Dio. Amare Dio, infatti, significa fare la sua volontà. E la sua volontà è che amiamo il prossimo. «Tutta la legge trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» Come mettere in pratica questa parola? È chiaro: amando il prossimo; amandolo veramente. Ciò significa: dono, ma dono disinteressato, a lui. Non ama, colui che strumentalizza il prossimo per i propri fini, anche i più spirituali, come può essere la propria santificazione. Occorre amare il prossimo, non noi stessi. È indubbio, però, che chi ama così si farà santo davvero; sarà «perfetto come il Padre», perché ha compiuto il meglio che poteva fare: ha centrato la volontà di Dio, l’ha messa in pra­tica: ha adempiuto pienamente la legge. Non saremo forse esaminati alla fine della vita unicamente su questo amore?

Chiara Lubich


Parola di vita pubblicata in Città Nuova, 1983/10, p.40.

La chiesa e le sfide di oggi / 1

Siria: nella notte del dolore, il miracolo della solidarietà

«Noi stiamo bene. Da Damasco e da Aleppo vi salutiamo! In questo momento un gruppo di noi è ad un incontro di giovani, che si fa ormai da due mesi regolarmente in una parrocchia, perché vogliono conoscere l’ideale dell’unità. Certo, la “notte” nel Paese si fa sempre più scura, non si sa fino a quando ce la faremo a resistere sia a livello di stress, che a livello economico. I prezzi sono alle stelle, la gente nella grande maggioranza pensa solo a garantirsi il cibo, perché tutto il resto è diventato superfluo e questo per persone abituate a lavorare è come uno schiaffo, sentono che anche la loro dignità è stata calpestata da questa guerra. In tante località o quartieri poi si convive con il rischio, quando si esce di casa, ci si chiede: rientreremo? Ci sono poi i due Vescovi e i due sacerdoti rapiti di cui non si sa assolutamente nulla e per i quali si levano preghiere incessanti come per le altre persone rapite. Ma in questa “notte”, ve lo possiamo assicurare, c’è una luce molto forte e sono le parole di Gesù, l’insegnamento di Chiara Lubich, che ci ripete di vivere l’attimo presente, di amare, restare uniti, tenere viva la presenza spirituale di Gesù tra noi. E allora ecco il miracolo che davvero ci stupisce: viviamo “fuori di noi”, per gli altri, non pensiamo che ad amare, a disarmarci continuamente di fronte ai risentimenti o anche alla rabbia che si può provare nel cuore, a migliorare i rapporti tra noi e con tutti. Questo ci fa restare in una certa normalità, ci dà la pace e in tanti sentiamo che è proprio qui il nostro posto, perché proprio qui si può portare l’unità e la serenità, e di questo la gente è assetata. Un giovane che fa il servizio militare e lavora negli uffici, in un posto che subisce molti attacchi, ci ha raccontato che durante uno degli ultimi, molto forti, mentre scappava con i colleghi nel rifugio, si è reso conto che uno di loro era stato colpito e giaceva a terra. Per un attimo il dubbio: “Torno indietro ad amare questo fratello o continuo a scappare?”. Nel cuore, chiara, una voce che gli diceva: “Non avere paura, Io sono con te”. È tornato indietro, si è tolto la camicia per arrestare il sangue che scendeva dalla gamba e ha aspettato, sotto i colpi, l’arrivo dell’ambulanza. In questo momento in cui ci sentiamo uniti a tutti voi, vorrei ringraziare ciascuno degli aiuti che ci arrivano in vari modi e che ogni volta ci commuovono. Sono un segno di quella realtà di famiglia che ci accompagna sempre. Sono preziosissimi, ci permettono di fare sentire a Gesù nel fratello quell’amore che ognuno di voi ha per Lui, di consolarLo, di darGli la forza di resistere e non disperare. Se siamo qui è perché voi e tanti con voi ci siete e ci sono, e allora quindi un grandissimo grazie, grazie e un saluto speciale da tutti qui, dalla Siria». Maria Voce, a nome delle migliaia di persone collegate via internet, risponde: «Anche noi siamo qui perché voi ci siete, e continuiamo a essere insieme a portare avanti tutto insieme, a pregare, a sostenervi in tutti i modi che possiamo!». Si possono far arrivare aiuti concreti alla Siria attraverso l’AMU (Associazione Mondo Unito). Le coordinate bancarie le trovate sul sito dell’AMU-Emergenza Siria. (altro…)

La chiesa e le sfide di oggi / 1

Giuseppe Maschi, testimonianza di amore concreto

La zona del Veronese era stata flagellata dal maltempo, mettendo i corsi d’acqua a rischio di esondazione; il 17 maggio Giuseppe nella cantina della propria abitazione è stato travolto da una massa di acqua e fango fuoriuscita dal torrente Mezzane che aveva rotto gli argini poco più a nord. A fianco dei volontari della protezione civile e delle forze dell’ordine impegnati nelle ricerche, si sono avvicendati dalla primissima ora moltissimi conoscenti e membri del Movimento dei Focolari di cui Giuseppe e la moglie, Maria Grazia, da molti anni facevano parte. Questa immediata, spontanea, viva testimonianza di amore concreto, nello spalare, sgombrare, pulire è stata anche un’espressione di gratitudine verso la vita di Giuseppe, spesa nell’amore e nella donazione verso la moglie e le due figlie, verso altre famiglie, nell’ambito professionale e nella parrocchia. «La sua è stata una vita donata nell’amore. Vorremmo vivere questo momento in compagnia di Dio, Mistero di Amore trinitario. E lasciarci confortare dalla sua Parola di verità». Così mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, si è espresso nell’omelia della messa funebre per Giuseppe Maschi, il 21 maggio scorso. Quel giorno l’intero paese di Lavagno si è stretto attorno a Giuseppe ed ai suoi familiari. Mons. Zenti è rientrato appositamente da Roma dove era impegnato nei lavori della Conferenza Episcopale, ed ha presieduto la cerimonia concelebrando insieme a 14 sacerdoti, alla presenza del Prefetto di Verona Perla Stancari, il Presidente della Provincia Giovanni Miozzi, il sindaco di Lavagno Simone Albi e numerosi rappresentanti delle Forze dell’ordine. «Giuseppe era un uomo generoso, pieno d’amore – afferma mons. Zenti nell’omelia -; lo può testimoniare la sua famiglia, la parrocchia dove era collaboratore, soprattutto come catechista insieme alla moglie, e l’ambito civile. Lo potete testimoniare voi, accorsi così numerosi. Per ispirare la sua vita all’amore ha fatto parte della famiglia dei Focolari, il cui carisma è appunto l’attuazione concreta, nella ferialità, del comando del Signore: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi’». «Sono qui con voi – continua il vescovo – anch’io avvolto come voi nel silenzio cupo dell’anima, nel buio angoscioso del cuore, come quello provato da Gesù sulla croce: “Si fece buio su tutta la terra… Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Su questo silenzio facciamo risuonare e su questo buio facciamo scendere la Parola di Dio, che come lampada rischiara i passi nostri barcollanti nel groviglio di interrogativi esistenziali che ci attanagliano e mostrano l’insufficienza della ragione di fronte al mistero dell’uomo, specialmente di fronte al mistero della morte». E il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una lettera letta alla fine della cerimonia dal prefetto Stancari, manifesta «vicinanza ed affetto alla famiglia Maschi colpita negli affetti più cari da questo grave lutto. Con essa, anche a tutti i cittadini di Lavagno che hanno subito danni dall’alluvione che ha colpito il paese». Concetti ribaditi nel telegramma inviato dal presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta: «Il mio commosso e fraterno saluto e la mia vicinanza alla famiglia di Giuseppe Maschi e a tutti i cittadini di Lavagno». (altro…)

La chiesa e le sfide di oggi / 1

Online il nuovo sito dedicato a Chiara Luce Badano

Life, Love, Light ovvero vita, amore, luce. Questo trinomio abbinato al nome e all’esperienza di Chiara Luce Badano dai giorni della sua beatificazione, continua a correre sul Web grazie al sito ufficialmente dedicato alla giovane di Sassello – www.chiaraluce.org, apprezzato e visitato da persone di tutte le età; da alcuni giorni questo sito si presenta ampliato ed arricchito nella veste grafica, nei contenuti, nei servizi offerti. Tra le novità, l’attesa sezione LOVE che riguarda la spiritualità vissuta da Chiara Luce,  l’aggiornamento delle iniziative portate avanti dalla “Fondazione Chiara Badano”, la sezione “A Sassello” riguardante il Centro di Spiritualità nella località de La Maddalena, frazione appunto di Sassello (Italia), paese natale di Chiara Luce. Inoltre in “Pubblicazioni” si segnalano novità editoriali, CD, DVD. È ampliata anche l’offerta linguistica con l’aggiunta della lingua portoghese. Denominatore comune è il desiderio di diffondere il messaggio di questa giovane testimone del Vangelo e farne “risplendere sul moggio” la cristallina luminosità. Chiara Luce è presente anche in facebook. La pagina è molto apprezzata e conta oltre 54.000 contatti; ma al di là dei numeri, la vita e la profondità di Chiara Luce contagiano e sollevano: “Sono un po’ giù di morale – commenta qualcuno – e appari tu con il tuo volto candido con il tuo sorriso genuino con i tuoi occhi pieni d’amore e come per magia il mio cuore si tranquillizza: grazie“. (altro…)