Dic 15, 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Nella situazione che la Siria sta vivendo – lacerata in un conflitto nutrito dall’ignoranza, dalla divisione e dal settarismo confessionale -, come padre e marito ho dovuto decidere se rimanere nel Paese che amo o emigrare per il bene della mia famiglia. Alcuni mesi fa avevo comprato i biglietti aerei e cominciato le pratiche necessarie per la partenza, ma, in fondo al cuore, non ero tranquillo, anche se avevo un’opportunità di lavoro a Beirut. Sentivo di avere una missione da offrire alla mia gente e al mio Paese. In quel momento la situazione ad Aleppo, la mia città, non era così grave ma tutti sentivamo che il peggio stava per arrivare. E, infatti, la situazione è precipitata rapidamente. Inizialmente, ho deciso che sarebbero partiti per Beirut mia moglie e i miei figli e io sarei rimasto da solo ad Aleppo. Ma mia moglie non era d’accordo: «O ce ne andiamo tutti o rimaniamo tutti insieme!». Così, invece di lasciare il Paese per proteggerci dal caos e dalla morte, abbiamo scelto insieme come famiglia, di rimanere. Non sono una persona abituata a pregare, ma ho sentito in quel momento che Dio mi chiedeva qualcosa. Sono andato in Chiesa ed ho offerto a Lui la mia vita e la vita della mia famiglia: « Il nostro futuro è nelle Tue mani». Mi ha invaso una grande pace interiore, nonostante la tensione che si respirava.
Con degli amici cristiani abbiamo cercato di capire i bisogni della nostra comunità provando a rispondervi attraverso aiuti, anche semplici. Un giorno, mentre lavoravo al restauro della Chiesa, mi sono trovato a parlare con il parroco delle difficili condizioni di vita di tante famiglie e del problema di trovare il latte per i bambini. Subito ci siamo messi alla ricerca di questo nutrimento di base, ma sui mercati non ce n’era più. Alla fine, siamo riusciti ad averne soltanto quattro scatole. Come fare per assicurare il latte ai bambini di quelle famiglie che appartenevano alla classe media ma che ora non avevano più alcuna entrata? Senza programmi in testa abbiamo iniziato ad annotare le necessità. All’inizio, nella lista figuravano ben 300 famiglie! Abbiamo chiesto a tanti delle donazioni, ricevendo soltanto 300 L.S. (pari a quattro dollari). Era impossibile fare qualcosa con una somma così irrisoria, ma è stato proprio in quel momento che una persona, venuta a conoscenza di questa situazione, è intervenuta coprendo tutti i bisogni immediati tramite la Caritas della Siria! Un giorno ho preparato un cesto di alimenti, come fosse per la mia famiglia. Poi l’ho portato ad una persona che, sorpresa, non lo voleva. Ma quando le ho detto: «Questo cesto l’ho preparato per me e quel che è mio è tuo», commossa lo ha accettato. Nel frattempo, le famiglie bisognose erano aumentate, passando da 300 a 1.500, per cui non riuscivamo ad assicurare nemmeno i prodotti di prima necessità. Abbiamo pensato, allora, di chiedere aiuto all’Organizzazione umanitaria “Mezzaluna Rossa”. Quando ci hanno chiesto se offrivamo il sostegno a gente di tutte le confessioni, era presente, per caso, una persona che conosceva il Centro per i bambini sordomuti che gestisco con mia moglie e sapeva che ci occupiamo di musulmani e cristiani allo stesso modo. Ha fatto, così, un cenno di assenso al responsabile della Associazione che ci ha consentito di aver accesso ai loro magazzini. Grande è stata la sorpresa per la grande quantità di aiuti ricevuti!» Jean (Aleppo) Fonte: Città Nuova online (altro…)
Dic 14, 2012 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Quando ci prendono in giro – «Un giorno ho avuto zero in matematica, e le mie amiche mi hanno preso in giro. Il maestro mi ha punito ed io ho pianto. Un altro giorno le mie amiche hanno avuto zero in geografia ed io ho avuto 10. Mi sono avvicinata a loro per consolarle, ho cominciato a giocare con loro e così si sono consolate». (Rita – 9 anni, Repubblica Centrafricana) Chiedete e vi sarà dato – «Una domenica a Messa, il parroco chiedeva dei soldi per qualcosa. Tornando a casa ho chiesto alla mamma, perché non avevo capito bene. Mi ha spiegato che chiedeva un contributo da parte di tutti per poter ingrandire la chiesa, troppo piccola per tutti i fedeli. Io non avevo soldi, ma avrei voluto aiutare. Ho chiesto a Gesù. Un po’ di tempo dopo ho ricevuto la mia pagella. Ero la prima della classe. Mio papà era molto contento perché ero stata brava. Mi ha dato 2000 frs ed io li ho messi in una busta per dare il mio contributo per la chiesa». (Raissa -9 anni, Repubblica Centrafricana) Se Dio è amore, anche noi dobbiamo amarci – «Nella mia classe c’è una bambina che non condivide mai niente con gli altri anche quando potrebbe. In questi giorni veniva a scuola con un libro rotto. Ha chiesto ai compagni: «Qualcuno ha dello scotch per riparare il mio libro?» I miei compagni le hanno risposto: «Lo scotch ce l’abbiamo, ma non te lo diamo, perché tu non ci dai mai niente!» Ma io ho detto: «Io glielo do lo stesso il mio scotch perché Dio è Amore. Ci ama. Anche noi dobbiamo amarci». E ho detto alla compagna:«Ecco lo scotch. Posso aiutarti ad aggiustare il tuo libro, ed ho sentito la gioia nel mio cuore». (Rainatou – 8 anni, Repubblica Centrafricana) Non devi avere paura – «Trascorriamo giorni penosi tra gli scontri in strada e la pace minacciata. Alcune delle famiglie si sono organizzate per diffondere segni di concordia, e anche i bambini partecipano. Magda, 8 anni, ha cominciato a mettere da parte alcune delle sue cose per donarle ai rifugiati. Un’amica ha voluto fare lo stesso. Hanno preparato insieme un bel pacco, da distribuire insieme agli adulti. Arrivato il momento della consegna, la situazione in città si era aggravata. La famiglia di Magda non è fuggita proprio perché la bimba voleva portare a termine la sua iniziativa. C’erano degli scontri sotto casa loro, e Magda ha detto alla mamma: “Tu non devi avere paura. Forse Dio ci fa vivere questo per farci vedere un miracolo”». Come i primi cristiani – «Viviamo momenti pericolosi, ma nonostante questo, un gruppo di bambine, che hanno in cuore i bambini della Siria, hanno voluto fare qualcosa per aiutarli. Un’idea è stata: fare biscotti e torte da vendere. Il parroco, venendone a conoscenza ha detto: “Voi che siete piccoline siete quasi come i primi cristiani, che si aiutavano tra di loro quando erano in necessità”. Il giorno della vendita hanno conquistato il cuore di tutti: dalla signora, che ha preparato una torta di alta pasticceria con la bandiera della Siria, alla coppia che ha fatto arrivare una busta con €1.000 , anche se non aveva potuto comprare la torta, perché, dopo la prima Messa, erano già state tutte vendute. In Egitto i bambini sono stati i pionieri della comunità dei Focolari nell’aiuto alla Siria». Voi siete mie sorelle – «In spiaggia abbiamo incontrato un signore che portava tante borse. Era stanco. Lo abbiamo fatto sedere sulla nostra sdraio. Aveva sete e ci ha chiesto dell’acqua naturale. Mamma aveva solo quella gassata, allora io l’ho chiesta ad una vicina di ombrellone. Quel signore ci ha ringraziato: “Grazie di tutto, voi siete mie sorelle!”. Io ho guardato la mia mamma e le ho detto: “Mamma ti ricordi di quella canzoncina? Chi ci passa accanto è Gesù… che un giorno mi dirà ‘Grazie per quando mi hai sorriso e ti sei preso cura di me!’” Allora mi sono ricordata che nel cuore di quel signore c’era Gesù». (Benedetta – Italia) (altro…)
Dic 13, 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Il 7 dicembre 1943, Chiara Lubich non aveva in cuore nessuna intenzione di fondare un movimento. Semplicemente «sposava Dio», si consacrava a Lui e questo era tutto per lei. Solo più tardi si attribuì a quella data l’inizio simbolico del Movimento dei Focolari. In ogni caso, come scrisse Chiara in seguito, in quel giorno «la gioia interiore era inspiegabile, segreta, ma contagiosa». A Brasilia, il 7 dicembre scorso, il Senato Federale riunito in seduta plenaria , ha voluto ricordare, con una solenne cerimonia, quella data e la fondatrice dei Focolari Chiara Lubich. Erano presenti personalità della politica brasiliana. Presieduta dal senatore Wellington Dias, la sessione solenne tenutasi nell’Aula del Senato, ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Luiza Erundina – membro del Congresso, del senatore Pedro Simon, del deputato dello Stato di Amazonas José Ricardo Wendling, del giudice federale Reinaldo Fonseca e del Segretario per la Giustizia ed i diritti umani dello Stato di Acre Nilson Mourao. Monsignor Marcony, parroco della Cattedrale di Brasilia, ha portato il suo saluto.

Deputata Luiza Erundina (PSB-SP)
Guliana Fonseca, a nome dei Focolari, ha letto, poi, il messaggio della presidente del Movimento, Maria Voce, che ringrazia ” quanti hanno promosso, sostenuto e concretizzato l’iniziativa” . Menziona, tra le varie realizzazioni del Movimento in Brasile, le tre cittadelle di testimonianza e, in modo speciale, il progetto dell’economia di comunione (EDC) “nato nel 1991, proprio nel contesto sociale brasiliano e che ormai si sta affermando in tante altre parti del mondo“. “Colgo l’occasione – conclude il messaggio – per rinnovare I’impegno a collaborare con tanti “uomini e donne di buona volontà”, perché la società sia orientata verso forti valori etici, come la giustizia, l’uguaglianza, la libertà, la solidarietà, il bene comune, la pace (… ). Per la costruzione di una civiltà che mira a fare dell’umanità una grande famiglia, nel pieno rispetto delle culture e tradizioni religiose”. Hanno preso la parola anche Sergio Previdi, presidente del Movimento politico per l’unità brasiliano (MPPU) , e André Rodrigues Pereira, che a nome dei giovani dei Focolari ha presentato l’ “United World Project” lanciato al Genfest 2012. Fonte / galleria fotografica: www.focolares.org.br (altro…)
Dic 12, 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
«La violenza – racconta Willie ai 12.000 giovani radunati al Genfest 2012 di Budapest – si è impossessata del Messico a causa del narcotraffico: la paura, l’odio e la sfiducia avvolgono molte delle nostre città. Alcune famiglie, avendo subito forti minacce, si sono viste obbligate a nascondersi o a fuggire in altre città. Sono scoppiate lotte violente tra bande rivali per impadronirsi del potere su un certo territorio, provocando veri e propri massacri di molti giovani innocenti in bar, discoteche e in altri posti pubblici. Uno dei giovani assassinati è stato mio cugino Mauricio, che, tornando dall’inaugurazione di un bar, è stato ucciso, con altri giovani, da un gruppo di “narcos” che hanno sparato tra la folla. È stato un colpo molto forte per me, ho sperimentato sconcerto e rabbia. Due giorni dopo, mentre ci trovavamo riuniti in famiglia, è arrivato un parente che si sentiva soddisfatto perché era stata fatta giustizia: avevano, infatti, trovato i corpi di 10 giovani, presunti colpevoli del massacro. Ho sperimentato un dolore ancora più grande perché, nonstante la gravità del fatto, per me era chiaro che non è con la vendetta e l’odio che si sarebbe risolta la situazione. Potevo scegliere se cominciare ad odiare anch’io o provare a rompere il cerchio della violenza con il perdono. Ho scelto quest’ultima via: potevo continuare a costruire rapporti di fraternità con quelli che mi stavano accanto anche se mio cugino non era più vicino a me. Con un gruppo di Giovani per un Mondo Unito che mi ha sotenuto in questo difficile momento, abbiamo continuato con forza e più decisione ancora, le numerose iniziative che stavamo portando avanti per diffondere la cultura della non violenza. Siamo certi che, insieme, si può frenare l’odio e ridare al nostro Paese quel clima di pace, armonia e ospitalità che, da sempre, caratterizza il popolo messicano. Il nostro primo appuntamento è stata “la festa dell’amicizia”, che puntava proprio a suscitare rapporti nuovi e positivi. Con i fondi raccolti abbiamo aiutato un giovane rimasto paralizzato in seguito ad un incidente. Un’altra iniziativa: siamo andati allo stadio di calcio per distribuire calcomanie e cartelli con il messaggio “La pace nasce dall’Amore”. Ma oltre le tante iniziative, crediamo che siano soprattutto i tanti piccoli gesti quotidiani di pace che generano, in silenzio, un clima di fraternità anche a Torreón» Da Genfest 2012
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Dic 11, 2012 | Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo
Nella sessione di laurea svoltasi il 12 novembre scorso, a discutere la tesi in filosofia politica è stata Preeyanoot Surinkaew, prima studentessa buddista dell’Istituto Universitario Sophia. Ha proposto un lavoro dal titolo: “L’idea di fraternità politica di Buddhadasa Bhikkhu”. Lo studio verteva sull’idea di fraternità presente nel pensiero di uno tra i monaci buddisti tailandesi più influenti del XX secolo (1906-1993), il quale ha saputo elaborare il concetto del “Dhammic Socialism”, una visione delle possibili applicazioni sociali del buddismo, nel quale l’idea di fraternità risulta centrale e innovativa. Il “Dhammic Socialism” non ha a che fare con le forme occidentali del socialismo, ma esprime, invece, l’idea di interdipendenza che lega tra loro tutte le realtà naturali, esseri umani compresi, rimarcando una profonda coerenza con gli insegnamenti del buddismo Theravada. Lo studio condotto dalla candidata, conosciuta da tanti come ‘Metta’ (un termine religioso buddista che significa ‘compassione’), è partito dalla ricchezza del paradigma culturale insito nell’idea di fraternità proposta da Chiara Lubich. Tale visione, da una parte ha aiutato a evidenziare la fraternità presente nel pensiero di Buddhadasa; dall’altra, ha interpretato l’Occidente sulla base della radice sapienziale cristiana, giungendo a mettere in luce aspetti positivi che, nella storia dei rapporti tra Occidente e culture asiatiche, spesso non sono ancora adeguatamente emersi. Ha puntualizzato in modo chiaro il relatore, Antonio M. Baggio: “La tesi costituisce un contributo rilevante alla reciproca conoscenza e comprensione tra cristianesimo e buddismo e, per certi aspetti, costruisce alcuni strumenti utili per un rinnovato rapporto tra Occidente e Oriente”. La misura di quanto sia stato impegnativo e fecondo il percorso tracciato dal lavoro, è parso evidente anche in sede di discussione, laddove più volte si è avuta la netta sensazione di vedere valorizzate pienamente due tradizioni di pensiero nate da radici religiose, improntate a ciò che orienta la storia dei popoli al dialogo e alla pace e impegna ogni persona ad utilizzare la parte migliore di sé per costruire paradigmi di accoglienza ed incontro.
Senza irenismi, né confusioni dottrinarie si è parlato dell’idea di fraternità politica di Buddhadasa Bhikkhu, dei concetti chiave di un pensiero ricavato da scritti finora sottostimati o strumentalizzati e che Metta ha saputo leggere e rivalutare: la sapienza, come vuoto mentale che apre a quanto sta fuori di sé e favorisce la relazione reciproca; la concentrazione, come liberazione dall’egoismo individualistico e perfetto equilibrio tra intelletto, istinti ed emozioni; la moralità, condizione essenziale dell’interrelazione perché fondata sull’equilibrio tra rispetto e gentilezza amorevole. Da queste basi si è impostato il dialogo tra le due tradizioni, descrivendo chiaramente come Chiara Lubich e Buddhadasa hanno avuto un desiderio comune: generare un “Gesù vivo” e un “Buddha vivo” nel cuore dell’umanità di oggi. Se il paradigma della fraternità è vitale nelle persone, genera nuove soluzioni, offre o almeno lascia intravvedere una prospettiva globale che, anche dentro l’ambito politico, illumina le questioni individuali e le armonizza in una visione più ampia. Fonte: Istituto Sophia online (altro…)
Dic 10, 2012 | Cultura
Novena di Natale Nell’Anno della Fede, l’Autore ci propone un percorso di riflessione sul Natale come luogo di annuncio dell’amore di Dio. Ogni cristiano è chiamato ad essere testimone della Parola, a far sperimentare agli altri quanto è grande l’amore di Dio per ciascuno. Tutti siamo chiamati ad annunciare, con la vita prima e poi con la parola, la “buona notizia” che Gesù, abitando in mezzo a noi, illumina la nostra esistenza, dà senso alle nostre giornate. Una lettura ricca di gioia e di speranza da tradurre in vita vissuta. Uno strumento di preparazione al Natale per singoli e comunità. Ordinazioni: Città Nuova Editrice (altro…)
Dic 10, 2012 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Con sezioni dinamiche ed un disegno agile, il nuovo sito web della Mariapoli Lia, la cittadella del Movimento dei Focolari immersa nella Pampa argentina, si presenta completamente rinnovato. La nuova veste digitale permette all’internauta di essere informato su quanto succede nella cittadella, dei suoi programmi e delle varie attività. La galleria fotografica costantemente attualizzata, consente di visitare virtualmente i diversi luoghi della Mariapoli. Attraverso il menù di navigazione, si possono conoscere le origini della cittadella, le diverse scuole che ospitano coloro che vengono per sperimentare la vita del Vangelo 24 su 24 ore, ma anche i laboratori di lavoro, gli alloggi e il progetto di Economia di Comunione che si sviluppa nel Polo antistante “Solidaridad”.
Una rubrica è dedicata ai numerosi gruppi che passano durante l’anno, con foto, testimonianze ed impressioni rilasciate dopo aver vissuto, nei giorni trascorsi insieme ai suoi abitanti, la legge dell’amore reciproco.
Nell’aprile scorso, un’equipe audiovisiva dei Focolari (Centro Santa Chiara) ha realizzato un video documentario della cittadella in cui si mostrano lo sviluppo e le numerose attività della Mariapoli Lia. È ricco di interviste agli abitanti, tra cui tanti giovani di paesi diversi che vi trascorrono dei periodi più o meno lunghi. Completano il documentario un depliant fotografico ed un opuscolo dove si spiega in modo approfondito questo “miracolo fiorito in piena pampa argentina”. (altro…)
Dic 9, 2012 | Focolari nel Mondo
Il suo biglietto da visita è ancora vivo nella memoria di tanti: una vecchia Piaggio “Ape”, su cui viaggiava insieme a Dina, sua moglie, sfrecciando per le vie di Loppiano. Solare, energico, con la battuta sempre pronta e la profondità d’animo dei vecchi saggi, Giacomo Mignani ha coniugato l’età avanzata con un’umanità sempre più raffinata perché è cresciuta, ha vissuto e infine è morta con la semplicità e l’ardore di un bambino. Quindi sempre giovane, anche a 91 anni! Nato nel Dicembre 1913 in provincia di Bergamo, nel Nord Italia, Giacomo vive i drammi della guerra che toccano profondamente la sua famiglia con la morte di un fratello. Il matrimonio con Dina, celebrato nel 1947, mostra invece alcune crepe, come lui stesso raccontava: «Quando mi sono sposato ero impreparato e non troppo giovane; Dopo due mesi il mio matrimonio era già in crisi. Con Dina non litigavamo mai: non ci parlavamo, stavo anche due o tre mesi senza dirle nemmeno un ciao! Uscivo sempre col mio cane che era tutto per me. Ero cristiano solo la domenica, ma nel periodo della caccia per mesi non andavo a Messa». Nel 1964 Dina conosce i Focolari, durante una Mariapoli a Merano, e Giacomo nota alcune piccole e grandi attenzioni che Dina gli riserva e che mai ha avuto, nei suoi confronti, fino a quel giorno… «Prima che partisse per un ritiro a Roma, mi ha invitato a partecipare ad un incontro a Milano che si sarebbe tenuto in quegli stessi giorni. Se da Merano era tornata più buona, da Roma sarebbe tornata una “santa” – ho pensato – e il vantaggio sarebbe stato solo mio. Sono voluto andare a Milano per capire cosa avevano fatto a mia moglie».
E’ durante quella domenica che nella vita di Giacomo avviene la svolta: sente parlare di un Dio che è Amore e che non è un giudice cattivo, come ha sempre pensato. «Lui (Dio) mi ama, mi dà una mano. Ad un certo punto ho visto come il video della mia vita: io, a mia moglie, non volevo bene, la maltrattavo, e la colpa era mia (…). Il nodo che sentivo si è sciolto come neve al sole e mi è entrato un desiderio di vedere mia moglie così forte che mi pareva un’eternità aspettare fino al giorno dopo. Lunedì, a mezzogiorno, ho preso la bicicletta e, avendo fatto il bersagliere, ho fatto una volata ad andare a casa. Arrivo, metto la bicicletta in giardino, vado alla porta e mia moglie la apre. L’ho baciata e così, dopo diciotto anni, è cominciato il nostro matrimonio». Nella loro casa, prima sempre chiusa, vengono spalancate porte e finestre e Giacomo è sempre pronto anche a correre per aiutare chi ha bisogno, impegnandosi in tanti lavoretti. Fino al trasferimento a Loppiano, nel 1976, vissuto come una logica conseguenza del loro aver voluto mettere Dio al primo posto mettendosi a disposizione degli altri: «Io e mia moglie abbiamo avuto tre grazie. La prima è aver scoperto che Dio è Amore; la seconda è aver salvato il nostro matrimonio; e la terza è quella di essere a Loppiano». Instancabile lavoratore, ha vissuto per la Cooperativa di Loppiano come per la sua famiglia: migliaia sono i visitatori che lo ricorderanno nella vecchia tavernetta, appoggiato a una delle botti a raccontare la sua storia e degli ultimi sviluppi dell’azienda, ma anche a incoraggiare una persona per una situazione difficile, a dare quel sorriso che ha cambiato a molta gente non solo la giornata, ma una vita intera. Il 21 ottobre 2004, proprio nello stesso giorno in cui 13 anni prima è morta Dina, Dio lo prende con Sé, con delicatezza, mentre si addormenta sul divano di casa. I piedi sul tavolino, l’immancabile pipa ancora tra le mani. Giacomo è partito così e, c’è da scommetterci, sarà arrivato Lassù di corsa con quell’Ape carica dei volti di tutte le persone che ha amato e sostenuto. L’offerta dei frutti più preziosi proprio come ha sempre fatto in quell’antica taverna. Paolo Balduzzi (altro…)
Dic 8, 2012 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Per gli antichi Cristo voleva dire re. Ma Cristo fu un re fuori dallo schema accettato: ché nacque in una stalla da una figlia di contadini, tra bestiame e pastori. Dove gli altri sovrani incombevano dall’alto, calando da troni per dominare, Egli venne dal basso, dallo strato ultimo, per servire: sotto a tutti, per essere il servo universale. E in questo servizio fece consistere la sua regalità. Tutto è semplice e incantevole, come un idillio in questa nascita d’un bambino nel cuore della notte ventosa – nel cuore della notte dei tempi -; un bambino inviato a salvamento. Ché il mondo aveva bisogno d’esser salvato. Era carico di male, come intriso d’una malattia, una febbre in cui l’umanità si disfaceva. E Gesù portò la salute, e ripristinò la vita, e debellò la morte. Quando apparve il Salvatore, una grande luce rischiarò la notte. Resta la notte, ma resta anche la luce; e nel cristianesimo è sempre Natale. Non si cede alla morte: si ricomincia sempre. E Natale porta, tra le lagrime, la gioia, perfino oggi. Disceso Dio tra noi, noi risaliamo a Dio; Egli si umanizza e noi ci divinizziamo; il punto d’incontro è il Cuore di Lui. Dalla sua nascita nacque un popolo nuovo. Come annunziò l’angelo ai pastori sbigottiti: – Non temete; ecco vi reco l’annunzio di una grande allegrezza che sarà per tutto il popolo. Per tutto il popolo, allegrezza: nessuno è escluso, di nessuna classe o razza o lingua o colore; ché dove avvengono discriminazioni, lì incide la morte. La Chiesa ci sta per Cristo; perché Cristo, come è nato per tutti una notte a Betlemme, rinasca ogni giorno per ciascuno; e ci chiede che non lo respingiamo, ma gli apriamo l’ospitalità del cuore: fosse pure squallido, come una stalla. Penserà Lui a trasformarlo in un tempio gremito di angeli. (altro…)
Dic 8, 2012 | Chiara Lubich, Spiritualità

VIDEO: Chiara Lubich su “Maria nell’esperienza del Movimento dei focolari”
«Signori cardinali e Signori vescovi, il punto cardine della nostra spiritualità che sono stata invitata a presentare quest’anno è Maria. Non mi accingerò certamente a parlare di Lei come converrebbe per la creatura più eccelsa del mondo: questo è compito così vasto e così impegnativo che solo la Chiesa può svolgere attraverso i secoli. Dovrò solo esporre brevemente quel tanto che, con lo spirito del Movimento, noi abbiamo compreso di Maria, delle sue ricchezze venute maggiormente in evidenza durante la nostra storia. Tratterò perciò il tema: “Maria nell’esperienza del Movimento dei Focolari“. Maria è stata presente a noi fin dagli albori del Movimento e anche prima che esso iniziasse ufficialmente ad esistere. Molti di loro sanno come la prima intuizione di ciò che doveva nascere – era allora il lontano 1939 – si ebbe nella casa della Madonna, a Loreto in Italia. È stato lì che compresi come il Signore aveva preparato una via nuova – quella da noi chiamata la “quarta strada” – per una nuova famiglia spirituale nella Chiesa: i focolarini. È stato in quel luogo che ebbi l’intuizione che una schiera di vergini avrebbe seguito questa strada. Sì, Maria era lì fin da Loreto con la sua silenziosa presenza ad attendere tutti quelli che l’avrebbero seguita nell’Opera sua. (leggi tutto) (altro…)