Feb 17, 2011 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
16 febbraio: la mattinata è trascorsa nella località di Emmaus, a 27 km da Gerusalemme, nella pianura verso la capitale Tel Aviv. Si tratta di una delle tre località con lo stesso nome che potrebbero vantare di aver offerto la scena al passo che conclude il Vangelo di Luca: dopo la crocefissione, due discepoli di Gesù si trovano per strada ricordando i dolorosi fatti avvenuti, quando un uomo li si accosta e spiega loro le Scritture, riempiendo di pace i loro cuori. È “al momento di spezzare il pane” – racconta il Vangelo –, che i due riconoscono che si trattava dello stesso Gesù risorto. Maria Voce è stata ricevuta da Mons. Giacinto Marcuzzo, vescovo ausiliare dei Latini, titolare della sede di Emmaus-Nicopolis. Il vescovo ha confidato a lei e a tuta la delegazione del Centro del Movimento che l’accompagnava, che all’atto della sua elezione, ha scelto quella sede per vari motivi. Si tratta di una delle dodici diocesi cristiane che esistevano nei primi secoli in Terra Santa, riporta tutti i cristiani al punto dove tutto è ricominciato dopo la morte di Gesù e, non ultimo, il fatto che ancora giovane sacerdote aveva visto la distruzione del villaggio di Emmaus avvenuta nel 1967, dopo la Guerra dei Sei giorni. La presidente dei Focolari, da parte sua, ha raccontato al vescovo un fatto che la riguarda personalmente. Come molti sanno, spesso lei viene chiamata Emmaus all’interno del Movimento. “E’ stata Chiara stessa a darmi questo nome nel 1964. Era venuta a parlare ad un gruppo di giovani focolarine della realtà di Gesù fra noi, che realizza il passo di Matteo 18,20 ‘Dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro’, se ci impegniamo a vivere il comandamento nuovo reciprocamente. Nel mio entusiasmo giovanile avevo scritto a Chiara che desideravo dare la vita per realizzare quella frase. Lei allora mi diede questo nome, Emmaus, perché i due discepoli avevano vissuto e sperimentato la presenza di Gesù fra loro.” L’incontro è stato ricco di significato, in un luogo unico nella storia della primissima comunità di Gerusalemme. La messa celebrata da Mons. Marcuzzo e concelebrata da Giancarlo Faletti, copresidente del Movimento, è stata un momento ricco di comunione con spunti preziosi sui frutti della presenza di Cristo nel cuore della comunità. Il carisma di Chiara Lubich fortemente incentrato sulla presenza di Gesù fra gli uomini è venuto in luce proprio nei luoghi dove questo si realizzò vitalmente e storicamente. di Roberto Catalano (altro…)
Feb 17, 2011 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Per il testo completo, in italiano, rimandiamo a Città Nuova online
È il patriarca latino, mons. Foud Twal, che dà il tono agli appuntamenti che Maria Voce ha in agenda nella sua visita a Gerusalemme iniziata lo scorso 11 febbraio: «Le preoccupazioni della gente sono le nostre. Sembra che l’ascesa al Calvario non abbia mai fine qui in Terra Santa». Ma non bisogna scoraggiarsi: «La speranza non muore mai. Ad esempio, osservo di questi tempi che ci sono cento e più associazioni che raccolgono ebrei, cristiani e musulmani da queste parti. Tutta gente che vuole dialogare. Avverto che poco alla volta, forse a causa del tanto dolore patito, si comincia a parlare di “vicini” e non più solo di “nemici”». Maria Voce riprende: «Se nell’istinto di difesa delle persone entra una briciola di amore, ecco che si fa un passo in più, si va avanti», senza cedere alla disperazione. Conclude il patriarca: «Questa è la specialità di noi cristiani, seminare amore e andare avanti».
Stesso sfondo di sofferenza ma anche di fiducia nel colloquio che la presidente ha con il vescovo luterano Munib Younan, presidente della Federazione luterana mondiale: «Avverto nella gente – esordisce – la forte tentazione di occuparsi solo di cose materiali. No, qui c’è bisogno di Dio». E specifica: «Abbiamo bisogno di una profonda spiritualità, per i nostri figli e per noi stessi, una spiritualità profondamente evangelica». Maria Voce fa notare come una tale spiritualità auspicata dal vescovo sia naturalmente ecumenica. Al Patriarcato armeno apostolico, Maria Voce s’intrattiene con il vescovo Aris Shirvanian. «Dobbiamo essere uniti per difendere la Chiesa cristiana – dice –, ma non posso dire che esistano problemi particolari per noi armeni, perché continuiamo a vivere per mantenere la nostra fede, la nostra eredità». Maria Voce sottolinea la grandezza di questa vocazione. «Sì – riprende il vescovo – bisogna difendersi, ma ancor più cercare di essere “ponti” tra le Chiese, ponti tra le religioni, ponti tra i popoli».
Calorosa accoglienza, alla libanese, all’arcivescovado maronita della Terra Santa, una comunità di circa 10 mila fedeli, soprattutto in Galilea, con il vescovo mons. Paul Nabil Sayah. Il vescovo maronita sottolinea l’importanza della dimensione pastorale dell’azione delle Chiese cristiane in Terra Santa, in particolare nella famiglia e per la famiglia: «Non si dà mai abbastanza spazio all’educazione, che per noi è la vera priorità. Con una buona educazione poi si può sperare di arrivare alla pace». Il desiderio di cooperare viene ribadito anche da Maria Voce.
Infine, visita di rilievo al patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, dove Sua Beatitudine il patriarca Theophilos III riceve Maria Voce e i suoi collaboratori. Chi conosce la storia sa bene tutti i conflitti che hanno opposto in passato le diverse Chiese presenti in Terra Santa. Il clima è certamente migliorato, anche se parlare di un “vero ecumenismo” è ancora talvolta difficile. Ma nel colloquio tra il patriarca e la presidente si respira il desiderio di “alzare il tono della discussione”, ancorandosi «all’unità dei cristiani “in Cristo”, nel suo amore», come precisa Theophilos III. Maria Voce spiega cosa voglia dire “unità” per i focolarini, «l’unità che Gesù ha chiesto alla sua Chiesa». di Michele Zanzucchi Fonte: Città Nuova online Leggi anche: Reciproca simpatia – Incontro di Maria Voce e Giancarlo Faletti con i rappresentanti dei Movimento e delle nuove comunità Pace ora! Pace dopo! – Incontro col Rabbino Kronish Dall’11 al 20 febbraio in Terra Santa – Il programma del viaggio di Maria Voce e Giancarlo Faletti 1956: Ho visto la Terra Santa – Dal diario di Chiara Lubich (altro…)
Feb 17, 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Da ieri mi trovo a Gerusalemme con Maria Voce. Nella sua fittissima agenda ci sono anche vari appuntamenti con persone di tradizione ebraica e musulmana. Sono incontri che desiderano ribadire l’impegno al dialogo a tutti i livelli. Oggi si è svolto il primo di questi incontri con il rabbino Ron Kronish, fondatore e direttore dell’Interreligious Coordinating Council of Israel (ICCI). Alle ore 15 ci troviamo con il Rabbino Ron Kronish. Si tratta di un vecchio amico del Focolare, come lui stesso si definisce. L’ufficio dell’ICCI si trova in un quartiere non lontano dal centro di Gerusalemme, sulla vecchia strada di Betlemme, ancora molto trafficata e piena di vita. L’ICCI è un’organizzazione fondata nel 1991, la sera prima dello scoppio della prima guerra del Golfo. Era il 16 gennaio e tutti in Israele avevano le maschere anti-gas, un clima di paura per la guerra prossima. A Ratisbonne, proprio il centro che ho visitato questa mattina, in uno scantinato si incontrarono alcuni uomini di dialogo che, nonostante la guerra, decisero che il mondo ha bisogno della pace. Il centro lavora a diversi livelli, ma soprattutto per i giovani e le donne. Il suo scopo, infatti, è la formazione alla pace. Si tratta di creare una mentalità alla base proprio per essere coscienti che ci sono conflitti – in particolare qui Kronish si riferisce a quello fra Israeliani e palestinesi – e che non si possono risolvere facilmente, ma che, tuttavia, si può lavorare per la pace di domani. Lo slogan non è tanto Peace now!, ma Peace later! Per questo soprattutto le giovani generazioni devono essere ingaggiate a riconoscere l’altro, ad ascoltarlo e scoprirlo e, alla fine, vederlo non come un nemico ma come un prossimo da accettare nella sua diversità. Le esperienze di questi vent’anni di corsi tenuti all’interno di Israele con ragazzi e giovani musulmani, ebrei e cristiani sono ricchissime. Solo il 5% abbandona questi corsi, gli altri arrivano alla fine, segno dell’interesse e dell’impegno, ma anche fonte di speranza perché ormai sono migliaia ad aver beneficiato di questa nuova visione. Nel parlare con Maria Voce Ron Kronish non nasconde che il mondo è cambiato dal 1991. Allora la pace era vicina, sembrava ormai possibile poterla realizzare. Oggi è molto più lontana. Dobbiamo esserne coscienti, ma non perdere la speranza. Anche Maria Voce ha raccontato dell’impegno dei Focolari in campo formativo e della consonanza di idee e di metodologia con l’ICCI. Kronish ha chiesto di continuare la collaborazione e, soprattutto, di farlo coi giovani e teen-agers. (di Roberto Catalano, tratto da Città Nuova online – www.cittanuova.it ) (altro…)
Feb 16, 2011 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Spiritualità
Benedetto XVI, nell’udienza del 9 febbraio li ha salutati con gioia: “Sono lieto di questa opportunità che vi è offerta per confrontare esperienze ecclesiali di diverse zone del mondo, ed auguro che queste giornate di preghiera e di riflessione possano portare frutti abbondanti per le vostre comunità”. Le loro riflessioni si sono svolte “sulla scia del carisma di Chiara Lubich – come ha detto in apertura il card. Miloslav Vlk, moderatore del convegno – che è in profonda sintonia con il carisma del vescovo” e continuava: “Si tratta di saper accogliere l’Amore di Dio che vuole il bene dell’umanità facendosi vicino ad ogni uomo”.
“La spiritualità di comunione, eco del Concilio Vaticano II che è tutto incentrato sulla Chiesa mistero di comunione…, è portata avanti dal Movimento dei focolari in modo carismatico”, ha sottolineato il card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi. Di fronte alle sfide che si presentano alla Chiesa oggi, in particolare nei Paesi di antica tradizione cristiana, ma anche in molte altre parti del globo, i vescovi hanno voluto dar voce a nuove risposte che lo Spirito Santo ha suscitato negli ultimi anni, come la comunione e la collaborazione tra nuovi e antichi carismi, il dialogo ecumenico e interreligioso, il dialogo con la cosiddetta cultura laica. Il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ha evidenziato il passaggio da una società multiculturale a quella interculturale che sa integrare le diverse culture e fedi, come dimostra l’esperienza appena avviata col “Cortile dei Gentili”, espressione coniata da Benedetto XVI in riferimento al dialogo fra fede e cultura. La tavola rotonda che ha preceduto il suo intervento, rispecchiando questa interculturalità, ha messo in relazione le varie dinamiche presenti nelle nostre società, guardate dal punto di vista dell’economia (prof. Stefano Zamagni), della mistica (P.Fabio Ciardi), dei rapporti sociali (prof. Vera Araújo) e internazionali (prof. Vincenzo Buonomo). In linea col tema del convegno, Maria Voce, presidente del Movimento dei focolari, ha centrato il suo intervento su I disegni di Dio nel pensiero e nella vita di Chiara Lubich. A chiusura del convegno 25 vescovi si sono recati, sabato 12 e domenica 13 febbraio, alla cittadella internazionale dei Focolari, Loppiano (nei pressi di Firenze), che con i suoi 900 abitanti testimonia che una società guidata dal Vangelo è possibile. Tra i diversi appuntamenti, l’incontro con l’Istituto Universitario “Sophia”, ormai al suo terzo anno di corsi interdisciplinari. (altro…)
Feb 15, 2011 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La pietra forata – Quando dalla costa azzurrissima del golfo di Beirut contemplavo la città a ridosso di colline costellate da migliaia di casette, e si riprendeva il volo verso il mare, per alzarci onde poter riaffrontare, ritornando, i primi monti della Palestina, non credevo che Gerusalemme e i Luoghi Santi avrebbero inciso così sul mio animo. (…) Sette giorni durò il mio soggiorno in Palestina. Non ricordo l’itinerario delle visite, ma i luoghi li ho impressi profondamente: Betfage, il Gallicantus, la scaletta di pietra del testamento di Gesù, il Getsemani, la fortezza Antonia, dove Pilato espose Gesù al pubblico dicendo:”Ecco l’uomo!”; il posto dell’Assunzione della Vergine; il luogo dell’ascensione, racchiuso in una “edicola”; poi Betania e la strada che da Gerusalemme porta a Gerico, menzionata nella parabola del Buon Samaritano; poi Betlemme…Tutta una serie di nomi dolcissimi, che né la vita né la morte riusciranno a cancellare. A sera calata, alzando gli occhi al cielo, grondante stelle cariche di luce, cieli che qui in Italia non si sognano nemmeno, sentivo una strana e logica affinità tra quel firmamento e quei luoghi. (…) Una vecchia strada di Gerusalemme, in salita, larga forse tre metri, riecheggiante le urla dei mercanti che, a destra e a sinistra vendevano la loro merce. Gente che andava e veniva sgomitandosi, indossando i costumi più vari dell’oriente e dell’occidente. Si salì, e lungo quel bazaar – così è chiamato dagli abitanti – ogni tanto ci veniva indicata una porta che non si sapeva se appartenesse ad una casa o ad una cappella: “Ecco una stazione, ecco la terza, ecco la quarta…Qui Gesù incontrò Maria, qui il Cireneo…”. Quella strada era la Via Crucis, quella che Gesù fece allora. Qualche metro più in su, ci fu annunciato: “Siamo al sepolcro: qui, in questa Chiesa, sostenuta da travature fortissime, antiestetiche, c’è quanto di più sacro si possa immaginare: il Calvario e il sepolcro”. Nell’animo un senso vivo di dolore e quasi di sgomento. Entrammo e infilammo una scaletta stretta stretta, lisa nel marmo dai milioni di pellegrini che la salirono, e ci trovammo di fronte ad un altare sul quale potevano celebrare anche i greco-ortodossi e gli armeni. Un cicerone ci mostrò attraverso un vetro, che custodiva una roccia, un buco, e disse: “In questo foro fu piantata la croce”. Inavvertitamente, senza dircelo, ci trovammo tutti in ginocchio. Io, per conto mio, ebbi un momento di raccoglimento. In quel foro fu piantata la croce… la prima croce. Se non ci fosse stata questa prima croce la mia vita, la vita di milioni di cristiani che seguono Gesù portando la loro croce, i miei dolori, i dolori di milioni di persone, non avrebbero avuto un nome, non avrebbero avuto un significato. Egli, che lì fu innalzato come un malfattore, diede valore e ragione al mare di angoscia da cui è toccata e, alle volte sommersa l’umanità e, non di rado, ogni uomo. Non dissi nulla a Gesù in quel momento. Aveva parlato quella pietra forata. Solo aggiunsi, come un bambino estatico: “Qui, Gesù, voglio piantare, ancora una volta la mia croce, le nostre croci, le croci di quanti ti conoscono e di quanti non ti conoscono” Stralci tratti da Scritti Spirituali 1 “L’attrattiva del tempo moderno” – Città Nuova, 3° ed.1991 (altro…)
Feb 14, 2011 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo
È l’incontro con alcuni rappresentanti dei movimenti ecclesiali presenti a Gerusalemme. Qui, dove la Grande Storia ha conosciuto un nuovo inizio, e anche la piccola “storia santa” di ogni gruppo cerca il suo spazio e la sua via specifica. Un centinaio i presenti, in una sala della Custodia di Terra Santa, appena dietro Porta Nova. Chemin Neuf, Béatitudes ed Emmanuel dalla Francia; Cançao nova, Figli di Maria, Obra de Maria e Comunità Shalom dal Brasile; Regnum Christi dal Messico; Associazione Giovanni XXIII, Comunione e liberazione e Focolari, dall’Italia (ma con dimensione internazionale) raccontano con semplicità la loro avventura, ognuna originalissima e nel contempo assai simile alle altre. Strade che alla fine, in pratica quasi tutte, lavorano nell’accoglienza: incrociano i pellegrini, operano per favorire la conoscenza della Terra Santa e dei suoi tesori (anche nelle dimensioni ecumeniche e interreligiose), e favoriscono il turismo ai luoghi santi. Numerosi movimenti e comunità, poi, si specializzano nell’evangelizzazione attraverso i media. E le attività comuni, di due o più comunità insieme, qui non sono eccezione.
Come tutto quanto riguarda la cristianità, qui a Gerusalemme quest’incontro non ha innanzitutto dimensioni quantitative, ma qualitative. È la qualità dei rapporti che qui ha rilievo. «È forse anche un compito dei movimenti e delle nuove comunità quello di portare alla Chiesa cattolica e più in generale alla cristianità l’unico primato evangelico, quello dell’amore», spiega una giovane della comunità del Chemin Neuf. Si ritrovano movimenti presenti sul posto da decenni, ed altri invece sul posto da pochi mesi appena. Convivialità e fraternità: queste le note dell’appuntamento, avviato da Maria Voce col semplice racconto della sua vicenda.
Nel corso di un franco dialogo coi presenti, Maria Voce ha tratteggiato soprattutto il senso del dialogo tra movimenti e nuove comunità: «Qui mi trovo davanti a persone e gruppi che vogliono testimoniare quell’amore reciproco che costruisce la Chiesa». In particolare, rispondendo ad una domanda di un rappresentante di Comunione e liberazione, ha detto: «Certamente dopo la veglia di Pentecoste 1998», in piazza San Pietro, convocati da Giovanni Paolo II, «ci siamo sentiti collegati, uniti da un appello del Papa che invocava lo Spirito Santo. Da quel momento Chiara Lubich ha avvertito nel Papa il desiderio che i movimenti fossero più in comunione tra di loro». Per favorire «quella presenza carismatica che è “coessenziale” alla dimensione petrina». Così, da allora «dove c’è il Movimento dei focolari c’è anche questo desiderio di unità tra movimenti e nuove comunità». Ognuno col proprio carisma, «che è complementare a quello degli altri. La comunione non è uniformità… Se il nostro carisma è più bello, la Chiesa alla fine è più bella, perché i carismi sono doni che vanno messi in reciprocità». «Come vivere il dialogo ecumenico e interreligioso in Terra Santa?», ha chiesto una giovane brasiliana. «È uno stile di vita il dialogo – ha risposto Maria Voce –, più che qualcosa che si fa. È mettersi di fronte all’altro nell’amore». Amando disinteressatamente, sempre, per primi, tutti, anche gli altri cristiani, anche i fedeli di altre religioni. «Il dialogo per noi è sempre stato un dialogo tra persone, non tra ideologie o religioni… Perché in tutti gli uomini della Terra c’è amore». Poi «l’unità viene da Dio, che agli uomini ha chiesto solo di amarsi». di Michele Zanzucchi Programma viaggio: articolo (altro…)
Feb 14, 2011 | Centro internazionale, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dall’11 al 20 febbraio Maria Voce e Giancarlo Faletti si recheranno in visita in Terra Santa. Molti gli appuntamenti pubblici previsti, soprattutto con rappresentanti del mondo ecumenico e del dialogo interreligioso, oltre naturalmente ai membri dei Focolari in queste terre. Di particolare rilievo la conferenza all’Università Ebraica di Gerusalemme sul ruolo del dialogo nel promuovere la pace, in programma il 16 febbraio. «La mia fiducia è radicata anzitutto in Gesù che, proprio in questa Terra, ha dato la vita perché “tutti siano uno” – aveva dichiarato Maria Voce in un’intervista rilasciata alla rivista Terra Santa, nel marzo 2009 – Chi crede in Lui non può che impegnarsi con tutte le forze per realizzare la fratellanza universale, l’unità della famiglia umana. È questo l’impegno del nostro Movimento e di tanti altri», aveva detto rispondendo ad una domanda sulle prospettive della Terra Santa, e se essa possa davvero essere il luogo di un dialogo autentico tra le religioni. Il programma del viaggio prevede:
- Incontro con focolarine e focolarini della Terra Santa
- Visita al patriarca Latino di Gerusalemme, SB Mons. Foud Twal
- Incontro col vescovo luterano Munib Younan, presidente della Federazione Mondiale Luterana
- Incontro con il rabbino Ron Kronish, direttore dell’ICCI
- Visita al Patriarcato Armeno ortodosso: incontro con il vescovo S.E. Aris Shirvanian
- Visita al patriarca Greco ortodosso S.B. Theofilos III
- Messa e visita alla Scaletta, il luogo dove Gesù rivolse al Padre la preghiera per l’unità, magna charta della spiritualità focolarina
- Visita all’Arcivescovo Maronita della Terra Santa Mons. Paul Nabil Sayah
- Incontro con la vice sindaco di Gerusalemme Sig.ra Neomi Tzur
- Conferenza all’Università Ebraica di Gerusalemme sul tema: “Il ruolo del dialogo nel promuovere la Pace”
- Incontro interreligioso
- Visita alle moschee sulla spianata del Tempio
- Visita al Delegato Apostolico S.E. Mons. Antonio Franco
- Incontro con la comunità dei Focolari
- Incontro con Mons. Elias Chakour, Arcivescovo greco- cattolico della Galilea. Da lì il viaggio proseguirà con tre giorni di ritiro del consiglio generale dell’Opera di Maria, e un successivo pellegrinaggio. A fine febbraio è previsto inoltre un appuntamento dei Giovani per un Mondo Unito della Terra Santa.
Foto dell’arrivo in Terra Santa, 11 febbraio: [nggallery id=15] (altro…)
Feb 11, 2011 | Non categorizzato
Feb 11, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Domenica 27 febbraio 2011 S. E. Mons. Mario Meini, vescovo di Fiesole presiederà, a Loppiano, la cerimonia di chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione di Renata Borlone, focolarina corresponsabile della cittadella dei Focolari per oltre vent’anni (1967/1990). Con essa si darà l’avvio alla successiva fase romana presso la Congregazione delle Cause dei Santi. La conclusione del processo giunge dopo un intenso e prezioso lavoro del Tribunale diocesano per ascoltare i testimoni e quello di coloro che hanno raccolto tutti i documenti possibili per conoscere la vita, le virtù e la sua fama di santità. Renata nasce il 30 maggio del 1930 a Civitavecchia. Trascorre un’infanzia serena, circondata dall’amore dei suoi, in una famiglia ricca di valori umani. In continua ricerca della verità, si iscrive alla facoltà di chimica: aspira a “lavorare in un laboratorio e collaborare ad una grande scoperta”. All’età di 19 anni l’incontro con il Movimento dei focolari: “Mentre una giovane focolarina parlava della nuova vita evangelica nata in quegli anni a Trento, avvertii con tutto il mio essere che Dio esiste, che Dio mi ama immensamente”. La pervade una luce profonda: è quel Dio-Verità che cerca! Renata decide di spendere per Lui la sua vita. Due mesi dopo conosce Chiara Lubich che le conferma la chiamata a seguire Dio e a vivere perché “tutti siano uno” (cf Gv. 17,21). Inizia così la sua straordinaria avventura che per 40 anni la vede protesa ovunque a testimoniare il Vangelo, contribuendo ad edificare questa nuova opera della Chiesa.
Nel 1967 arriva a Loppiano, dove nella radicale fedeltà al carisma dell’unità contribuisce in modo unico allo sviluppo della prima cittadella dei Focolari; mentre è guida sicura per più di mille giovani che si incamminano sulla via del focolare. A 59 anni, l’annuncio di una grave malattia. E’ per lei di luce la frase del Vangelo “Chi crede in me non morrà in eterno” e trasforma così l’ultimo tratto del suo cammino terreno in uno straordinario inno alla Vita. Pur nella sofferenza, Renata ripete fino all’ultimo istante: “Sono felice, voglio testimoniare che la morte è Vita”. Il 27 febbraio 1990 si spegne serenamente. Renata è stata un dono specialissimo per tanti e lo continua ad essere muovendoci a credere che è possibile fare qualcosa in più per migliorare il mondo. Chi ha avuto la fortuna di conoscerla ha sperimentato la vicinanza di un Dio che è Amore, una maternità spirituale che sa accogliere e sempre perdona. Galleria di Foto – Renata Borlone (altro…)
Feb 11, 2011 | Non categorizzato