Movimento dei Focolari
Brasile: la fraternità nell’azione politica per progettare il futuro

Brasile: la fraternità nell’azione politica per progettare il futuro

La celebrazione, che si è svolta alla Camera dei Deputati, presso il Parlamento di Brasilia lo scorso 7 dicembre, ha visto la partecipazione di oltre 200 deputati federali, a poche settimane dal recente insediamento dei nuovi organi legislativi e di governo. Il Presidente dell’assemblea parlamentare, on. Aldo Rebelo, ha inviato un messaggio. La notizia della sessione solenne in onore del Movimento politico per l’unità (Mppu) figurava anche sul sito istituzionale della Camera, all’interno del calendario ufficiale dei lavori. “Nel particolare momento storico che vive il Brasile, al crocevia di scelte politiche cruciali, sia sul piano nazionale che internazionale per il suo popolo come per numerosi paesi emergenti, ci siamo trovati a vivere una giornata davvero importante” – così l’on. Lucia Crepaz, Presidente del Mppu  internazionale, al rientro dal suo viaggio. “Nel corso della sessione ho ascoltato deputati di partiti diversi interrogarsi e prendere posizione sulla fraternità universale, principio ispiratore del Mppu. E devo dire che, se negli ambienti della politica a volte la si considera una categoria fragile, inadatta alla faticosa composizione degli interessi, lì al contrario è emersa ancora una volta la sua capacità di progetto, di farsi contenuto e metodo politico, guida delle azioni personali  quotidiane come di grandi trasformazioni politiche”. La piccola storia del Mppu è stata tratteggiata dall’On. Luiza Erundina, che ha ricordato anzitutto il messaggio di Chiara Lubich consegnato ai parlamentari nel 1998 da Ginetta Calliari – una delle prime compagne della Lubich, confondatrice dei Focolari in Brasile. In seguito, nel 2001, la fondazione del Movimento politico per l’unità, a cui è seguita l’espansione nei diversi Stati del Brasile, con una serie di iniziative politiche in tutto il territorio e nelle sedi politiche istituzionali, che non hanno mancato di coinvolgere anche il Parlamento a Brasilia. Nelle due giornate successive, la Convention del Mppu ha accolto altre decine di politici e amministratori, funzionari, cittadini interessati e studiosi, provenienti da 25 Stati del Brasile, per tracciare i prossimi percorsi di azione, a partire da quanto realizzato dal 2001 ad oggi. Per l’occasione, messaggi di partecipazione sono giunti anche dai centri nazionali Mppu di Argentina, Uruguay e Paraguay, dove questa esperienza procede similmente già da qualche anno. Il Movimento Politico per l’Unità – Nato per iniziativa di Chiara Lubich nel 1996, può essere definito un laboratorio internazionale di dialogo politico che riunisce politici appartenenti a schieramenti diversi e operanti nei più vari contesti sociali e politici, che trovano nel Carisma dell’unità una fonte di ispirazione e di motivazioni universali per operare congiuntamente a favore del bene comune. (altro…)

Natale 2006 – La contestazione dei più piccoli: “Hanno sloggiato Gesù”

Natale 2006 – La contestazione dei più piccoli: “Hanno sloggiato Gesù”

«…Questo mondo ricco si è “accalappiato” il Natale e tutto il suo contorno, e ha sloggiato Gesù! Ama del Natale la poesia, l’ambiente, l’amicizia che suscita, i regali che suggerisce, le luci, le stelle, i canti. Punta sul Natale per il guadagno migliore dell’anno. Ma a Gesù non pensa». Da queste parole di Chiara Lubich, nella meditazione “Hanno sloggiato Gesù”, è nata una singolare iniziativa, promossa dai più piccoli del Movimento dei Focolari: i e le gen 4. Ogni Natale, dal 1996, sfidando il freddo dell’inverno e del consumismo sfrenato, offrono Gesù bambino sulle piazze principali, nei centri commerciali delle grandi città. Quest’anno per la loro azione “Hanno sloggiato Gesù”, sono andati alla conquista del Central Park di New York, sono a Roma a Piazza del Popolo, nella centralissima Via Po a Torino… Dal Centro Gen 4 mondiale sono partiti più di 8.000 piccoli cestini, destinati a fare da culla al piccolo Gesù che troverà casa dalla Spagna al Giappone, dall’Africa alla Svezia. Ecco alcuni flash da varie parti del mondo: Torino – Portare tanti Gesù bambino Avendo sentito al telegiornale la notizia che alcune catene di supermercati hanno abolito dalle loro vendite i presepi in quanto “poco commerciabili”, Margherita, una bambina di Torino, ha esclamato: «Quest’anno dobbiamo portare tanti, tanti Gesù bambino!». Germania – E ritorna con due buste I e le gen 4 della Germania hanno la loro bancarella in un mercatino di Natale. Un uomo si avvicina, prende in mano una statuetta di Gesù bambino, lo guarda, lo riguarda … ma poi si allontana senza prendere niente. Le gen 4 decidono di regalarglielo. Lo raggiungono in fretta: “Ti vogliamo regalare questo!”. I suoi occhi si illuminano. Racconta che ha perso il lavoro e per questo non ha i soldi per prendere una statuetta, poi li saluta e va a casa. Dopo un po’ ritorna con due buste. Anche lui vuole regalare qualcosa ai gen 4. Nella prima busta trovano una preghiera che ha copiato per loro, e nella seconda, una lettera che dice: “Ciao carissimi bambini! Voglio ringraziarvi per il più grande dono che esiste. Non lo dimenticherò mai. Mi avete fatto una grande sorpresa! Auguro a tutti un buon Natale e bei regali”. Dallas (Texas) – Neanche il tempo di fermarsi Davanti ad un alto grattacielo pieno di uffici, i e le gen 4 di Dallas  sono riusciti per la prima volta ad avere il permesso di offrire Gesù Bambino. Ma non è facile: le persone passano frettolose, mormorando: “No, thank you!” o domandano: “Cosa sono? Biscotti?”. “Come mai tutte queste persone non hanno neanche il tempo di fermarsi per portare Gesù a casa?” si chiedono sgomenti i gen 4. E chiedono a Gesù di aiutarli a far arrivare a tutti il suo amore: non importa se non arrivano i soldi per i poveri, sanno di essere lì per portare Lui nel mondo. Non si danno per vinti: preparano dei cartelloni colorati che mostrano alle persone, offrendo Gesù Bambino come regalo di Natale e cantando canzoni natalizie. Ora le persone si fermano e prendono Gesù Bambino. Una signora che voleva prendere una statuetta si è resa conto di aver dimenticato a casa il portafoglio. Senza indugio, i gen 4 subito glielo regalano, e lei se ne va commossa e felicissima. Anche i gen 4 sono felici: ancora una volta Gesù ha trovato casa. Al momento di contare i soldi, si ricordano di dover dare il 10% alla ditta davanti alla quale hanno offerto Gesù Bambino. Tutti insieme vanno nell’ufficio del direttore che, toccato, dice di non volere niente: vuole dare anche lui il suo contributo perché attraverso i gen 4 i soldi arrivino a chi ne ha bisogno. Trento – Siete invitati tutti a casa mia Silvia e Monica si trovano per fabbricare i Gesù Bambino di gesso: perché non invitare anche i loro amichetti? Silvia prepara dei bigliettini: “Sabato pomeriggio siete invitati tutti a casa mia per fare Gesù Bambino” e il giorno dopo li distribuisce a tutti i suoi compagni di classe. Il sabato sono in dieci all’opera! Prima di cominciare, Silvia e Monica fanno vedere a tutti un video dove i gen 4 spiegano come è nata l’azione “Hanno sloggiato Gesù”. Nessuno vorrebbe più tornare a casa e si lasciano con la promessa di ritrovarsi presto. Pisa – Un atto d’amore lo posso fare anch’io! Un distinto signore, trovandosi davanti Lorenzo che gli offre  il piccolo Gesù, ha risposto: «Non mi interessa, io sono ateo» e Lorenzo: «Io sono un gen 4. Cosa vuol dire ateo?».  «E cosa vuol dire gen 4?» ribatte il signore. «I gen 4 sono quelli che fanno gli atti d’amore». «Anche se non credo, un atto d’amore lo posso fare anch’io!» conclude il signore, e prende un Gesù bambino lasciando una generosa offerta. (Altri episodi sono raccolti nel libro “Hanno sloggiato Gesù”, Città Nuova 2005) (altro…)

Brasile: la fraternità nell’azione politica per progettare il futuro

Buon Natale e felice Anno nuovo!

 Natale. L’Invisibile si è reso visibile. Il Verbo si è fatto carne. La luce ha brillato tra le tenebre. Se Dio è disceso in terra per noi, non c’è dubbio che ci ama! Se Dio ci ama tutto è più leggibile: dietro i tratti oscuri dell’esistenza si può scoprire la mano amorosa di Lui, un perché spesso a noi ignoto ma un perché d’amore. Chiara Lubich (altro…)

Amicizia islamo-cristiana. Un seme di speranza

Nel deserto fiorisce la fraternità. E’ il titolo del libro appena pubblicato da Città Nuova editrice. Matilde Cocchiaro, l’Autrice, attraverso la testimonianza di quanti, cristiani e musulmani, lo hanno conosciuto, ripercorre la vita e l’esperienza di Ulisse Caglioni, seme di speranza per il futuro di questa terra. IL VOLUME – «…È stata la fedeltà di Ulisse all’amore evangelico del prossimo che ha permesso di scoprire e di vivere profonde amicizie islamo-cristiane, ponendo su questo cammino un segno di Dio»: sono le parole dell’arcivescovo di Algeri, Mons. Henry Teissier, alla notizia della morte di Ulisse Caglioni (1943-2003). Di umili origini bergamasche, Ulisse all’età di 20 anni incontra e aderisce alla spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari. Nel 1966, dopo essersi consacrato a Dio all’età di 23 anni, gli viene proposto di andare in Algeria. Inizia così un’avventura che durerà più di 30 anni segnata da un fecondo “dialogo della vita” con il mondo musulmano. Un dialogo fatto di poche parole, ma intessuto di piccoli gesti d’amore, di attenzione all’altro, di rispetto, di ascolto. Un dialogo che frutta rapporti profondi e induce chiunque egli avvicina a fare altrettanto.

Parola di Vita – Dicembre 2006

Il poeta che compone il canto da cui è tratta la Parola di vita è stato in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme. Avrebbe voluto rimanervi, come le rondini che vi hanno fatto il nido, ma è dovuto tornare alla sua terra. Pensa con nostalgia alle “amabili dimore” del Signore dove ha sperimentato la presenza di Dio. Decide allora di tornare e si rimette in viaggio per salire a Gerusalemme. Sarà un “santo viaggio” che lo porterà nuovamente “davanti a Dio”. Come in tutte le culture e le religioni il viaggio diventa una parabola della vita.
Il “santo viaggio” è il simbolo del nostro itinerario verso Dio. Siamo infatti diretti verso una mèta che non dovremmo chiamare “morte”, ma “incontro”, perché inizio di una nuova Vita nell’incontro con Dio. Tutti vi siamo destinati, chiamati da Lui.
Perché, allora, non impostare la nostra esistenza in relazione al traguardo che ci aspetta? Perché non fare dell’unica vita che abbiamo, un viaggio, un viaggio santo, perché Santo è Colui che ci attende?
Sì, tutti siamo chiamati a divenire santi secondo il cuore di Dio ; quel Dio che ci ama uno per uno di amore immenso e ha sognato e disegnato per noi un doveroso cammino da seguire, e un traguardo preciso da raggiungere.

«Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio»

Certo, siamo figli del nostro tempo che ama l’attivismo, a volte sfrenato, l’efficienza, che valorizza alcune professioni e ne sottovaluta altre, che copre di silenzio certi momenti della vita per paura, nell’illusione di cancellarli…
Forse, anche a noi, influenzati o abbagliati da simili tendenze, può succedere di sprecare inutilmente energie. E può accadere che si vedano inutili i giorni di riposo, superflui i momenti di preghiera, o si considerino le malattie e le varie difficoltà, che Dio permette per un suo fine d’amore, intralci alla propria vita.
Come incamminarci o riincamminarci seriamente nel santo viaggio? Non è difficile scoprirlo: fare non la nostra volontà, ma la volontà di Dio; seguirla nel momento presente della vita, consapevoli che – e questo è un grande dono – per ogni azione che compiamo in questa maniera c’è una grazia speciale che la accompagna, la “grazia attuale”, che illumina l’intelligenza e inclina al bene la nostra sensibilità e la nostra volontà.
Anche chi non ha un preciso credo religioso può fare della sua vita un capolavoro, intraprendendo con rettitudine un cammino di sincero impegno morale.

«Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio»

Se la vita è un “santo viaggio” lungo il tracciato della volontà di Dio, il nostro cammino domanda di progredire ogni giorno. L’amore che ci spinge invita a crescere, a migliorare. Non possiamo accontentarci di come abbiamo vissuto ieri. “Oggi, meglio di ieri”, possiamo ripeterci ogni tanto…
E quando ci fermiamo? Quando retrocediamo, ricadendo negli errori o anche solo nella pigrizia? Dobbiamo abbandonare l’impresa, scoraggiati dai nostri sbagli? No, in questi momenti la parola d’ordine è “ricominciare”.
Ricominciare, mettendo nella misericordia di Dio questo nostro passato con i suoi sbagli, i suoi peccati.
Ricominciare, ponendo tutta la fiducia nella grazia di Dio più che nelle nostre capacità. Non dice la Parola di vita che troviamo in Lui la nostra forza? Ogni giorno ripartiamo come fosse il primo.
E soprattutto camminiamo insieme, uniti nell’amore, aiutandoci gli uni gli altri. Il Santo sarà in mezzo a noi e Lui si farà nostra “Via”. Lui ci farà capire più chiaramente la volontà di Dio e ci darà il desiderio e la capacità di attuarla. Uniti tutto sarà più facile ed avremo la beatitudine promessa a chi intraprende il “santo viaggio”.

«Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio»

Mi viene qui in mente una persona amica.
Enzo Fondi ha 22 anni quando a Roma, nel 1951, decide di impegnarsi interamente per Dio nel nascente Movimento dei Focolari. Dopo la laurea in medicina e chirurgia lo troviamo a lavorare come medico in un ospedale di Lipsia, e testimoniare, anche al di là della “cortina di ferro”, l’amore evangelico. E' ordinato sacerdote. Passa negli Stati Uniti per portare lo stesso messaggio.
Negli ultimi anni l’impegno nel dialogo interreligioso, che il Movimento attua, lo porta in luoghi e ad impegni diversi, ma sempre unico il progetto: seguire Dio nella sua volontà. Completa il “santo viaggio”  la sera dell'ultimo dell'anno 2001; viene trovato davanti al computer, al lavoro, col capo poggiato sul tavolo, il volto sereno senz'ombra di dolore. Più che morto sembra passato dolcemente da una “stanza” all'altra.
Quindici giorni prima della morte aveva scritto: “Le ultime volontà, il testamento. Per me, è l'ultima volontà di Dio quella che Lui vuole da me adesso. Non ce n'è un'altra. Lasciare fatta in perfezione l'ultima volontà di Dio, qualunque essa sia, quella è la mia ultima volontà. Non so quale sarà poi veramente l'ultima volontà di Dio che farò nella vita. Una cosa però so: che, come per quella di questo attimo, avrò la grazia attuale che mi aiuta a farla tanto in quanto mi sarò esercitato nello sfruttare questa grazia vivendo bene il presente.”
       

Chiara Lubich

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Migliorano le condizioni di salute di Chiara Lubich

Le condizioni di salute di Chiara Lubich sono in progressivo miglioramento. Ricoverata al Policlinico Agostino Gemelli di Roma il 2 novembre scorso per insufficienza respiratoria causata da un episodio infettivo polmonare, Chiara Lubich è stata dimessa dal reparto di terapia intensiva. Il Direttore del reparto, prof. Massimo Antonelli, ha dichiarato che “la risposta positiva alle terapie ha consentito il raggiungimento di un quadro clinico stabile e soddisfacente”. Viva è la gratitudine del Movimento per le cure prestate, per la disponibilità e la competenza del Direttore e dei suoi collaboratori. Il 21 novembre, aveva fatto visita a Chiara il cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, dopo aver presieduto la S. Messa per l’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Insieme ad una nuova benedizione del Papa, le ha consegnato a suo nome un rosario. Il giorno successivo Chiara Lubich ha ricevuto la visita del prof. Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università Cattolica. Tra i messaggi che giungono ogni giorno: Il Capo del Governo italiano,  Romano Prodi, auspica che “il suo ‘soggiorno’ in ospedale sia molto breve”, perché – aggiunge – “c’è troppo bisogno di lei…”. Hanno scritto anche la Presidente dell’Irlanda, Mary McAleese, parlamentari europei, italiani e brasiliani di diversi schieramenti, vari sindaci, tra cui il sindaco di Roma, Walter Veltroni e Alberto Pacher, sindaco di Trento, città natale di Chiara, che esprime la vicinanza della città per la sua salute. Il Segretario Generale del Consiglio mondiale delle Chiese, il pastore metodista Samuel Kobia, auspica che Chiara possa “riprendere le sue attività al servizio della Chiesa e del mondo”. E così il rev.do Ishmael Noko, Segretario generale della Federazione Luterana mondiale. Frère Alois, successore di Frère Roger Schutz, fondatore della Comunità ecumenica di Taizé, in una lettera ricorda la profonda comunione tra il priore e Chiara Lubich. Espressioni di augurio e assicurazione di preghiere sono giunte dal Segretario Generale della Conferenza mondiale delle religioni per la pace (WCRP), dr. William Vendley, da amici ebrei, tra cui rabbini e personalità di Israele, Argentina e Stati Uniti. Il rabbino-capo di Roma, Riccardo Di Segni, augura “che il suo corpo sia forte come il suo spirito e possa superare questa crisi”. Amici musulmani, indù e buddisti, in vari Paesi, pregano per Chiara, tra cui leader di movimenti e organizzazioni, come molti afro-americani, insieme al loro leader, l’Imam W.D. Mohammed e all’Imam Pasha della Moschea di Harlem (New York); dall’India, Didi Athawale, Presidente del movimento Swadhyaya Family, assicura “preghiere speciali”. Tra i buddisti, Nichiko Niwano, Presidente del Movimento giapponese Rissho Kosei-kai, invoca “la benedizione di Dio e di Buddha”, perché – scrive – “la tua leadership continui ad essere faro di speranza per milioni di uomini nel mondo”. (altro…)

Brasile: la fraternità nell’azione politica per progettare il futuro

Per combattere insieme una delle malattie più diffuse in Camerun

L’assistenza sanitaria, in Camerun, pur avendo fatto negli ultimi anni passi da gigante nella cura della malattia del sonno e nel far nettamente abbassare il tasso di mortalità infantile, manca degli strumenti adeguati per la prevenzione e la cura di altre patologie, come il tumore ginecologico – fra le principali cause di mortalità per le donne. I mezzi però esistono: si tratta solo di condividerli. Per questo l’Amu (Azione per un Mondo Unito) ha lanciato un progetto di cooperazione internazionale sanitaria, con l’obiettivo di creare all’interno dell’ospedale di Fontem e nel dispensario di Fonjumetaw, in Camerun, un Centro Oncologico di riferimento regionale e dare il via ad un programma di prevenzione e trattamento per il tumore ginecologico. Il progetto, accolto dalla Regione Toscana, che ha messo a disposizione l’esperienza delle proprie strutture sanitarie e un cospicuo finanziamento, prevede l’educazione sanitaria della popolazione, la formazione professionale del personale sanitario locale, l’installazione di attrezzatura medica, ed ha alla base una cultura sanitaria fondata su un nuovo agire medico, che metta al centro il senso della vita, la dignità e il valore della persona, il rapporto  salute-malattia sia  nella dimensione personale che sociale. Patrocinato dal Ministero della Salute, e con la collaborazione di Azienda ospedaliera di Firenze-Careggi, Asl 4 di Prato, Università di Firenze, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, Associazione Culturale “Medicina Dialogo Comunione”, l’iniziativa è stata presentata lo scorso 25 novembre presso la sede Rai di Firenze, nel corso di un convegno scientifico che ha visto la partecipazione di 150 persone, fra specialisti, rappresentanti delle istituzioni e medici camerunensi. Presenti anche la dott.ssa Laura Bazzini, medico dell’ospedale di Fontem, toscana e da oltre 10 anni in Camerun, e il dott. John Ivo Robert Leke, Presidente Società Camerunese di Ginecologia e Ostetricia, dell’Università di Yaoundè.   L’ospedale di Fontem – Nato negli anni ’60 per iniziativa del Movimento dei Focolari, dispone oggi di 115 posti letto e cura ogni anno circa 30 mila persone, per le patologie più comuni nella zona. Ultimamente è stato aperto un reparto per la cura dell’Aids. Il dispensario di Fonjumetaw, che dista da Fontem 20 kilometri ed è collegato all’ospedale, ha 13 posti letto e dispone di un reparto maternità e di un ambulatorio per pazienti esterni. Tuttavia, nonostante il prezioso livello dell’assistenza offerto, nei due presidi manca ancora uno spazio specifico per le patologie tumorali e spesso queste patologie vengono scoperte soltanto quando lo stadio è avanzato, se non addirittura terminale. Per ulteriori informazioni email: laurafalchi@tiscali.it www.azionemondounito.org

Le speranze di una rinascita del Venezuela e dell’umanità

In questo tempo si attende la rinascita di una umanità che sostituisca al grido della solitudine, dell’orfanezza e dell’angoscia, il grido della gioia, della bellezza e della speranza. Chiara Lubich e i focolarini sono impegnati proprio in questo rinnovamento”. Così il prof. Lombardi, rettore dell’Università Cattolica “Cecilio Acosta” di Maracaibo (Venezuela), presentando le motivazioni del riconoscimento conferito a Chiara Lubich: la laurea Honoris causa in Arte.

Nel 2003 l’Ateneo aveva assegnato a Chiara la laurea h.c. in Arte. Non essendo possibile consegnargliela personalmente, il prof. Angelo Lombardi e la sua signora sono venuti a Rocca di Papa. La consegna si è svolta, con molta semplicità e profondità insieme, al Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa, sabato 18 novembre 2006, alla presenza dei membri del Consiglio generale del Movimento.

Il prof. Lombardi ha spiegato con toccanti parole la motivazione del conferimento a Chiara Lubich di una laurea in Arte: “La bellezza – ha detto, tra altre cose – è il culmine, il pieno compimento, la realizzazione della persona. E’ questo che abbiamo colto in Chiara”. Poi ha aggiunto: “Mentre generalmente una laurea h.c. è un onore per chi la riceve, in questo caso si verifica il contrario: è un onore per l’Università che la conferisce”. A nome di Chiara Lubich, don Oreste Basso ha ricevuto la pergamena del riconoscimento, mentre la poetessa Lilia Boscán de Lombardi, moglie del rettore, con espressioni commosse, ha consegnato a Gisella Calliari, tra le prime compagne della fondatrice, un mazzo di orchidee bianche per Chiara, degente in questi giorni al Policlinico Gemelli di Roma.

L’Università Cecilio Acosta di Maracaibo è stata fondata nel 1982 dalla Chiesa cattolica locale. Ha indirizzo umanistico, con facoltà di filosofia, teologia, arte, musica, educazione, comunicazione e numerose specializzazioni. E’ in progetto l’ampliamento con altre facoltà.  Una sua caratteristica è l’educazione culturale a distanza in cui le tecnologie della comunicazione giocano un ruolo importante. Infatti, il 70 per cento dei 9.000 studenti sono sparsi in tutto il Paese e seguono questo tipo di insegnamento.

Rivista Nuova Umanità N. 6/2006

SOMMARIO

Editoriale

ESSERE CHIESA OGGI – di Piero Coda – L’obiettivo di questo editoriale è limitato: esso si propone di offrire qualche spunto per una riflessione più corale e approfondita sulla situazione della Chiesa cattolica oggi, guardando ad alcune sfide che la interpellano. Per sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda di quanto vive e patisce la Chiesa, ci si colloca in quel cammino impegnativo, e per molti versi inesplorato, da essa intrapreso col Concilio Vaticano II. Certo è che, con questo grande evento dello Spirito Santo, la Chiesa cattolica, senza nulla perdere della sua identità, si è anche impegnata a mostrare alla storia un volto nuovo. Un volto che solo poco per volta andiamo scoprendo e i cui tratti vengono in rilievo dall’esperienza di tutto il Popolo di Dio, dagli impulsi dello Spirito (i carismi) donati alla Chiesa prima e dopo il Concilio, dal rapporto della Chiesa con l’avventura di vita vissuta dagli uomini e dalle donne del nostro tempo. Un volto che, come intuisce il Concilio e come viene esplicitato da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, riflette in sé il volto di Maria, immagine e centro vivo della Chiesa di Gesù. Per semplificare il discorso, si sviluppa in questa luce l’indicazione che, per suggerimento di Paolo VI, ha fatto da criterio architettonico dei lavori e dei documenti del Concilio: il “chi è?” della Chiesa (e cioè la sua identità) e la Chiesa nel mondo di oggi (e cioè la sua missione).

Nella luce dell’ideale dell’unità

EQUILIBRIO DIVINO – di Chiara Lubich – In questo testo, datato anni Cinquanta,  di commento al brano di Luca 21,19, viene ripresa la versione della Volgata che, tradotta letteralmente, significa: «Con la vostra pazienza possederete le vostre anime» invece dell’attuale traduzione della CEI che suona: «Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime». LA COMPIUTA VERITA’ – di Pasquale Foresi – La conoscenza ha un significato esistenziale. Non ci può essere una vera conoscenza che non attinga pienamente l’io profondo di chi pensa. Così è stato infatti per ogni contributo veramente decisivo nella storia del pensiero umano e questa è anche una delle grandezze del cristianesimo, ma con una novità assoluta. Se infatti prima del suo avvento, una concezione filosofica implicava una scelta dell’esistenza, con il cristianesimo le filosofie vengono superate. Cristo presenta l’esistere ed il pensare in una sintesi completamente nuova, che è la sintesi rivelata. Inoltre il cristianesimo non propone una dottrina astratta, ma una Persona. La sintesi assoluta, la verità del cristianesimo, si trova nel Cristo, il Verbo di Dio che s’incarna nell’umanità, la Verità in una persona. Per questo lui è il Maestro, cioè non solo il portatore di una religiosità, ma anche la nuova “scuola” alla quale bisogna andare. Saggi e ricerche MUSICA, VERITÀ, DIO. RIFLESSIONI SU ALCUNE SIGNIFICATIVE TESTIMONIANZE – di Mauro Mantovani – Questo contributo intende proporre alcune brevi riflessioni a partire dalle significative testimonianze di itinerari esistenziali che, anche per mezzo dell’esperienza musicale (se non proprio attraverso di essa), sono approdati ad aprirsi al mistero e alla trascendenza. Se davvero la musica ha aiutato – e lo ha fatto meglio di altre esperienze – uomini e donne, pur nella sovrabbondante diversità delle loro storie e vicende individuali, ad indirizzarsi verso l’Assoluto e la verità che in esso abita, non è fuori luogo chiedersi quale sia, se c’è, il suo “segreto”. Facendo riferimento a figure assai variegate come Nietzsche, Claudel, Marcel, García Morente e Cioran, si può trovare una conferma su come l’esperienza musicale sia davvero in grado di suscitare momenti preziosi di verità, a partire dalla verità con se stessi, e di rapporto con la Verità.  È colpo del dardo, urto del cuore e marcatura a fuoco nell’intimo. LAS MENINAS DI DIEGO VELÁZQUEZ – di Peter Seifert – Il saggio propone una nuova lettura del celebre quadro Las Meninas di Diego Velázquez e mette in evidenza come le variazioni  pittoriche all’interno di questa grande tela siano un modo di giocare con le nostre percezioni. Viene anche sottolineato come certe tendenze atte a sconcertare lo spettatore siano profondamente radicate nell’opera dell’artista. Se non è sorprendente che un quadro dell’epoca barocca inviti ad un sorta di “memento mori”, in quest’opera è la struttura stessa della composizione ed il modo di dipingere che guidano alla  scoperta della transitorietà della nostra esistenza e non solo qualche simbolismo esteriore. Infine l’Autore allarga lo sguardo su una recente opera cinematografica in cui le opere d’arte vengono considerate come qualcosa di vivo e presente, piuttosto che soltanto come qualcosa di sepolto dalla storia. ESSERE FAMIGLIA. ESSERE GENITORI. TRA INDIVIDUALISMO E BISOGNO DI RELAZIONALITA’ – di Michele De Beni – Di fronte all’attuale crisi che attraversa la famiglia, non si può negare la necessità di una nuova centralità e presa di coscienza della suo tipico contesto costitutivo: la dimensione relazionale, consapevoli che questo nuovo scenario richiede di creare anche nuovi contesti formativi e di promozione della cultura della famiglia. Tra le più naturali risorse a disposizione va certamente individuato l’aiuto informale che le famiglie stesse e i vari gruppi che compongono le singole comunità possono offrire alla vita di coppia e familiare. Così, porsi in ascolto e in aiuto della famiglia non ha sempre e necessariamente come obiettivo la cura delle sue patologie. Molto spesso si tratta di valorizzarne piuttosto gli elementi positivi, la loro integrazione con nuove e più approfondite competenze, lo sviluppo di risorse che possono esser riattivate e potenziate. Si tratta di uno straordinario lavoro di rete, di mutuo aiuto tra famiglie, tra gruppi e tra gruppi e istituzioni, orientato a stimolare nuove strategie centrate su una cultura della reciprocità. E’ POSSIBILE LA FRATERNITA’ NELLO SPORT? – di Paolo Crepaz e Alois Hechenberger – I concetti di dialogo, amicizia, pace, sono da sempre presenti nella cultura dello sport, auspicati quale frutto della pratica sportiva stessa. A livello sportivo istituzionale la pace è spesso addirittura rivendicata come conquista possibile solo attraverso lo sport, lì dove, si afferma, avrebbero fallito finora religione e politica. Allo sport viene attribuita la capacità di sviluppare le relazioni sociali, di essere fattore di comprensione internazionale e strumento di pace, di essere «componente essenziale della nostra società», capace di trasmettere «tutte le regole fondamentali della vita sociale» e portatore di valori educativi fondamentali quali «tolleranza, spirito di squadra, lealtà». Lo sport, con forza, reclama abbinata a sé anche l’immagine di strumento di incontro e di fratellanza. Ma con quale effettiva convinzione, con quale reale spessore? Fair play e fratellanza sono davvero sinonimi? E’ possibile la fraternità universale nello sport? A queste domande ha cercato di dare risposte il seminario su Sport e fraternità, promosso da Sportmeet a Roma il 3 settembre 2006.

Spazio letterario  

«Nuova Umanità» continua nelle sue pagine l’apertura di spazio dedicato alla produzione letteraria. ECO – di  Claudio Guerrieri

In dialogo

Riportiamo il testo degli interventi svolti in parallelo durante il 1° Simposio «Ebrei e Cristiani in dialogo» organizzato dal Movimento dei Focolari e tenutosi a Castel Gandolfo (RM) dal 23 al 26 maggio 2005, nella sessione dedicata al tema della relazione tra Dio e l’uomo nella tradizione cristiana ed ebraica. DIO E L’UOMO NELLA TRADIZIONE CRISTIANA   – di Jesus Castellano Cervera – L’Autore – scomparso prematuramente nel giugno scorso e che vogliamo qui ricordare con affetto per tutti gli anni di collaborazione con la rivista –, presenta alcuni pensieri che sono propri della tradizione cristiana rappresentata soprattutto da  alcuni mistici i quali manifestano un profondo senso di Dio e della sua trascendenza ed immanenza, e fedeli alla tradizione della Scrittura del primo Testamento e all’insegnamento di Gesù, sotto l’azione dello Spirito Santo di Dio, continuamente ci riportano a questo profondo senso religioso,  proprio delle Scritture Sacre della tradizione ebraica e cristiana. Le loro parole sono parole di esperienza, di intuizione spirituale, di forte senso del divino, come le parole dei profeti d’Israele, autentici testimoni del Dio vivente, che vivono alla sua presenza e percepiscono la sua rivelazione nel mormorio soave della contemplazione. LA RELAZIONE TRA DIO E L’UMANITÀ NELLA TRADIZIONE EBRAICA – di Irene Kajon – Maimonide e Hermann Cohen, due tra i filosofi più importanti dell’ebraismo, pongono nello spirito di giustizia e di carità, che si esprime nelle opere, ciò che unisce l’uomo a Dio: di qui lo stretto legame tra l’amore dell’uomo verso Dio, che si identifica con il conoscere e assumere come norme i Suoi attributi, e l’amore dell’uomo per l’altro uomo, il vicino e il lontano.

Libri

Todeschini affronta il ruolo che ha avuto il carisma francescano nella nascita dell’economia di mercato. Ne risulta un quadro sorprendente e  affascinante, che mostra come la povertà scelta volontariamente dai francescani creò le premesse culturali e poi anche teoriche per la comprensione della nascente economia di mercato. Todeschini mostra che l’etica economica moderna è stata il prodotto di un processo interno alla cristianità, nel quale il carisma di Francesco ha svolto un ruolo decisivo. INDICI «NUOVA UMANITA’» 2006 –  a cura di Antonio Coccoluto NUOVA UMANITÀ XXVIII –  Novembre-Dicembre  – 2006/6, n.168