Ott 28, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
La bruma che avvolgeva Assisi in mattinata, è rimasta tutto il giorno ad accompagnare Benedetto XVI ed i “pellegrini della verità e della pace” che si erano dati appuntamento per la giornata di riflessione, dialogo e preghiera nella città di Francesco e Chiara. Dopo il pranzo frugale nel convento della Porziuncola, adiacente alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, Benedetto XVI e i vari leaders hanno avuto modo di trascorrere più di un’ora in riflessione, meditazione e preghiera. Ad ognuno è stata offerta una stanza perché potesse farlo secondo la propria coscienza e gli insegnamenti della propria religione. Intanto gruppi di giovani camminavano in pellegrinaggio verso Piazza San Francesco, di fronte alla Basilica inferiore nella città alta. Qui, come già nel 1986 e nel 2002 si era allestito il palco per l’atto finale della giornata. L’arrivo di Benedetto XVI e delle varie delegazioni è stato salutato da grande entusiasmo. La piazza era gremita e presentava una varietà di colori dall’arancione degli indù al nero dei monaci giapponesi, il bianco di molti musulmani e del zoroastriano, al grigio e marrone di monaci e monache cattoliche: un colpo d’occhio davvero unico. E’ stato un momento solenne, d’impegno per la pace, scandito da interventi brevi in lingue diverse: francese, arabo, punjabi, russo, inglese, ancora in arabo parlato da un vescovo siro-ortodosso, e, poi, cinese, thai, giapponese, ebraico e, per finire, spagnolo. Dietro ogni lingua si celava un modo di credere ed un modo di parlare a Dio e agli uomini, soprattutto di pace. Chi prendeva l’impegno a vivere per la pace proveniva, spesso, da angoli di mondo ad alto potenziale di violenza. “Noi ci impegnamo” erano le tre parole che aprivano ogni dichiarazione, a mostrare un impegno comune al di là delle religioni, delle provenienze geografiche, culturali. Un impegno che ha toccato la decisione di sradicare le cause del terrorismo, di educare le persone a rispettarsi ed a stimarsi reciprocamente, a promuovere una cultura del dialogo, a difendere il diritto di ogni persona a vivere una degna esistenza, a riconoscere che il confronto con la diversità può diventare un’occasione per una migliore comprensione reciproca, a perdonarsi a vicenda per gli errori ed i pregiudizi, di stare dalla parte di chi soffre. E così via, fino a Guillermo Hurtado, professore messicano che, a nome degli umanisti laici, ha proclamato l’impegno con tutti gli uomini e le donne di buona volontà a costruire un mondo nuovo. Benedetto XVI ha sintetizzato l’appello corale riprendendo le invocazioni di Paolo VI e Giovanni Paolo II: “Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo, In nome di Dio ogni religione porti sulla terra Giustizia e Pace. Perdono e Vita, Amore!” Il simbolo della luce ha concluso la giornata come quella del 2002. Piccoli lumini sono passati fra i presenti, seguiti dallo scambio di un gesto di pace. Tutto nella più grande semplicità e sobrietà, come avevano insegnato Francesco e Chiara per le vie di pietra di questa cittadina simbolo, che da secoli dice al mondo che gli uomini e le donne possono essere fratelli e sorelle. Dall’inviato Roberto Catalano Leggi di più: L’articolo integrale: http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=331098 Intervista di Radio Vaticana a Michele Zanzucchi, direttore di Città Nuova: http://www.cittanuova.it/audio_dett.php?TipoContenuto=audio&idContenuto=331082 (altro…)
Ott 25, 2011 | Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Un’ispirazione – afferma la presidente dei Focolari Maria Voce sull’Osservatore Romano – che imprimerà di certo una nuova accelerazione e profondità nel vivere le proprie convinzioni religiose a servizio della pace. Urgente proprio oggi, quando, per assurdo, si diffonde la paura della religione, per sua natura fonte vitale di pace, imputandole la causa prima di molti conflitti, tensioni, fobie, intolleranze e persecuzioni a sfondo religioso che pullulano nel mondo». Le delegazioni, numerose e di alto profilo, partiranno da Roma, in treno, la mattina stessa del 27 ottobre, insieme con il Papa. Sul treno Frecciargento insieme ai leader di tutte le principali religioni del mondo, sarà presente anche Maria Voce, in rappresentanza di un Movimento che – fondato sul carisma dell’unità di Chiara Lubich – si è fin dalle orgini fortemente e naturalmente impegnato nel dialogo. Il Movimento conta al suo interno membri cristiani di 350 Chiese e comunità ecclesiali. Per la sua espansione universale, il dialogo è oggi aperto con tutte le principali religioni del mondo, non solo con singoli seguaci o leader religiosi, ma anche con leader e seguaci di vasti movimenti: come il movimento buddista della Rissho Kosei-kai che conta sei milioni di aderenti (Giappone), con il movimento dei musulmani afro-americani (USA) e con vari movimenti di ispirazione gandhiana del sud dell’India. Sono migliaia i seguaci di altre religioni che vivono, per quanto possibile, lo spirito del Movimento e si impegnano collaborando ai suoi scopi. Il dialogo si è anche aperto verso persone senza una fede religiosa come agnostici, indifferenti e atei. Questo dialogo nasce dall’incontro tra persone credenti e persone senza un riferimento ad una fede religiosa, accomunate però dal desiderio di collaborare per concorrere a comporre nella fraternità la famiglia umana. Emblematico, da questo punto di vista il fatto che ad Assisi Benedetto XVI ha voluto anche un gruppo di non credenti che “pur non professandosi religiosi, si sentono sulla strada della ricerca della verità e avvertono la comune responsabilità per la causa della giustizia e della pace in questo nostro mondo“. Quattro gli invitati che hanno accettato l’invito di Benedetto XVI. Sono filosofi, storici, professori di vari paesi del mondo. Tra loro c’è anche Walter Baier: economista austriaco, Coordinatore della Rete “Transform!”, un foro di ricerca europeo che raggruppa riviste e “think tanks” di sinistra. È membro del Partito Comunista Austriaco nonchè collaboratore del “Centro internazionale per il dialogo con persone di convinzioni non religiose” del Movimento dei focolari. “Una città-mondo senza mura si profila di fatto all’orizzonte, carica di speranza“. Si prefigura così l’evento di Assisi 2011. “Oggi – afferma ancora Maria Voce – il dialogo tra le religioni non può limitarsi ai leader, a studiosi e specialisti. Deve diventare un dialogo di popolo, un dialogo della vita, che si rivela sempre più indispensabile per la pacifica convivenza nelle nostre città e Paesi, trovandoci a vivere gomito a gomito con musulmani e buddisti, indù e sikh. È una cronaca da scoprire e forse da inventare, senza lasciarsi sgomentare dal rumore di fatti di intolleranza e violenza. È la testimonianza quotidiana che apre le strade”. “Seguiamo e preghiamo fin d’ora per il grande appuntamento ad Assisi nel prossimo ottobre. In attesa delle nuove sorprese che ci riserverà lo Spirito Santo”. (altro…)
Ott 19, 2011 | Chiara Lubich, Spiritualità
Giovanni Paolo II era appena giunto ad Assisi, quel 24 gennaio 2002. Si era subito recato nella Piazza san Francesco per accogliere i Rappresentanti delle Religioni del mondo insieme con le loro Delegazioni. Dopo il saluto pronunciato dal Papa e l’introduzione del Cardinale François Xavier Nguyên Van Thuân, i Rappresentanti hanno letto nelle rispettive lingue le testimonianze per la pace. Qui vi proponiamo quella di Chiara Lubich, che insieme ad Andrea Riccardi rappresentava la Chiesa cattolica. «Gesù per noi cristiani è il Dio della Pace. Per questo la Chiesa cattolica fa della pace uno degli obiettivi più sentiti. “Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra” esclamava Pio XII. Pacem in terris titolava un’enciclica di Giovanni XXIII. “Mai più la guerra” ripeteva Paolo VI all’ONU. E Giovanni Paolo II, dopo i terribili avvenimenti dell’11 settembre, indica la via per raggiungerla: “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”. L’intera Chiesa cattolica lavora alla pace. Tante sono le vie che persegue. Efficacissimi sono i dialoghi sulla via tracciata dal Concilio Vaticano II. Essi, perché generano fraternità, garantiscono la pace. Si attuano a livello universale e nelle Chiese particolari, come attraverso gruppi e Associazioni, Movimenti ecclesiali e Nuove comunità. La Chiesa svolge il primo tra i suoi stessi figli e figlie, innescando quella comunione richiesta ad ogni livello, che è pace assicurata. Attua un secondo irreversibile con le diverse Chiese e Comunità ecclesiali, dialogo che accresce la pace nella grande famiglia cristiana.
Realizza un altro con le grandi Religioni del mondo, facendo leva, anche, sulla cosiddetta “regola d’oro”, presente in diversi Libri Sacri, che così è espressa nel Vangelo: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi anche voi fatelo a loro” (Mt 7, 12). Questa “regola d’oro”, sottolineando il dovere di amare i propri fratelli e sorelle, effettua porzioni di fraternità universale in cui signoreggia la pace. E infine il dialogo e la collaborazione in più campi con tutti coloro che, pur senza un riferimento religioso, sono uomini e donne di buona volontà per cui si può costruire anche con essi la pace. Varie espressioni, dunque, d’un unico grande dialogo, generatore di quella fraternità che può diventare, in questo difficilissimo momento storico, l’anima della vasta comunità mondiale, che paradossalmente oggi gente del popolo e governanti cominciano ad auspicare». Chiara Lubich, 24 gennaio 2002 (altro…)
Lug 13, 2011 | Centro internazionale, Dialogo Interreligioso, Spiritualità
Verso il nuovo incontro tra le religioni ad Assisi. Appuntamento con le sorprese dello Spirito.

Simposio interreligioso in Thailandia – 2010
Innanzitutto vorrei esprimere la mia, la nostra gioia e gratitudine a Papa Benedetto XVI per aver indetto il nuovo grande incontro nella città di san Francesco. È la gioia che nasce davanti a un’ispirazione che imprimerà di certo una nuova accelerazione e profondità nel vivere le proprie convinzioni religiose a servizio della pace. Urgente proprio oggi, quando, per assurdo, si diffonde la paura della religione, per sua natura fonte vitale di pace, imputandole la causa prima di molti conflitti, tensioni, fobie, intolleranze e persecuzioni a sfondo religioso che pullulano nel mondo. In questo tempo di grandi rivolgimenti, «le mura entro cui vivevano le varie civiltà con le loro culture si stanno sgretolando», come osserva il filosofo Giuseppe Zanghì. Ma nello stesso tempo «una città-mondo senza mura si profila di fatto all’orizzonte, carica di speranza». È la visione prospettata da Chiara Lubich a Londra nel 2004, davanti a una folta platea dove erano presenti rappresentanti di numerose religioni. In risposta all’interrogativo di quale futuro attende la società multiculturale, multietnica e multireligiosa del nostro tempo, di fronte ai rischi di scontro di civiltà. (…) Già negli anni Settanta, Chiara (…), parlando ai giovani a un congresso internazionale, aveva chiesto di «non chiudere gli occhi di fronte a questo travaglio dell’umanità ma di entrare coscientemente nella gestazione del mondo nuovo». «Siete qui — aveva aggiunto — per formarvi con una “mentalità mondo”, per divenire “uomo-mondo”». 
Chiara Lubich con un gruppo di monaci buddisti
(…) In questi venticinque anni la via aperta dal beato Giovanni Paolo II, in attuazione dell’insegnamento conciliare, ha fatto senza dubbio un grande cammino grazie all’azione dello Spirito Santo che intreccia mirabilmente parole d’insegnamento e gesti profetici dei Papi con la vita di molti testimoni, antichi e nuovi carismi, ordini monastici e nuovi movimenti ecclesiali, da Lui suscitati nella Chiesa cattolica e in altre Chiese e comunità ecclesiali. È Lui che guida la storia nello snodarsi di questo grande disegno di unità, nonostante le molte ombre che gravano sul nostro pianeta. Ne siamo testimoni. Anche per il nostro Movimento, quasi a sorpresa, si è aperta la pagina inesplorata del dialogo interreligioso. Chiara Lubich ha colto un segno dello Spirito Santo nell’interesse manifestato per la sua esperienza spirituale da parte di rappresentanti di diverse religioni presenti alla Guildhall di Londra nel 1979, quando le è stato conferito il premio Templeton per il progresso della religione. Da quel momento innumerevoli sviluppi sono avvenuti in più di 30 anni. (…) Quando Chiara nel 1972 aveva invitato i giovani a entrare da protagonisti nella gestazione del mondo nuovo, aveva consegnato loro quella che definiva «una potentissima arma d’amore», «il modello capace di ricomporre l’unità del mondo»: Gesù crocefisso che giunge a gridare l’abbandono del Padre. «A voi riviverlo per dare un avvio indispensabile e decisivo alla svolta che l’umanità sta affrontando».
È Lui, il Signore crocifisso e risorto, la chiave che apre il dialogo anche nelle situazioni più difficili. (…) Inaspettata è stata la richiesta a Chiara di parlarne di fronte a grandi assemblee di buddisti a Tokyo, di monaci e monache buddiste in Thailandia, di musulmani ad Harlem, alle popolazioni animiste in Camerun. Oggi il dialogo tra le religioni non può limitarsi ai leader, a studiosi e specialisti. Deve diventare un dialogo di popolo, un dialogo della vita, che si rivela sempre più indispensabile per la pacifica convivenza nelle nostre città e Paesi (…). È la testimonianza quotidiana che apre le strade: (…) dovunque conosciamo cristiani e musulmani che testimoniano che si può passare dalla paura dell’altro alla scoperta dell’altro, e si può incidere sulla fraterna convivenza nelle città. (…) Seguiamo e preghiamo fin d’ora per il grande appuntamento ad Assisi nel prossimo ottobre. In attesa delle nuove sorprese che ci riserverà lo Spirito Santo. Maria Voce, Presidente del Movimento dei focolari Leggi l’articolo completo
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Ott 14, 2010 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso
«Auguro alla Famiglia francescana di realizzare l’Ideale di S. Francesco e di S. Chiara, cioè l’Unità (sorretta dalla povertà), fra loro, con tutte le famiglie religiose del mondo, vecchie e nuove, nella profonda unità con la Chiesa istituzionale per far felice Gesù, essendo altre Maria!», così Chiara Lubich si esprimeva nell’album del visitatore del sacro convento il 26 ottobre 2000 al termine dell’incontro fra la grande Famiglia francescana e il Movimento dei Focolari avvenuto nella basilica di San Francesco in Assisi. Un evento che fu fortemente voluto dalle famiglie e dagli ordini religiosi dopo l’esperienza della Pentecoste del 1998, quando – convocati da Giovanni Paolo II – i movimenti e le nuove comunità si trovarono in piazza San Pietro per condividere, per la prima volta tutti insieme, un momento di forte comunione. Il prossimo 23 ottobre 2010, sempre nelle basiliche di S. Francesco e S. Chiara, un nuovo appuntamento, dal titolo Carismi in comunione. I movimenti ecclesiali e le famiglie religiose si incontrano, che si prefigge di vivere un’ulteriore esperienza di comunione tra i Carismi, condividendo e approfondendo il cammino intrapreso negli ultimi anni. Nulla a che fare con una commemorazione, quest’appuntamento che questa volta vede coinvolti altri movimenti, aggregazioni ecclesiali, altri ordini e istituti religiosi, è piuttosto una nuova opportunità di mostrare la bellezza del profilo carismatico «coessenziale al profilo istituzionale della Chiesa» secondo un’espressione di Giovanni Paolo II. Promotori dell’evento sono la diocesi di Assisi, le Famiglie francescane dell’Umbria, l’USMI e la CISM dell’Umbria e il Movimento dei Focolari. Carismi in comunione, è allora l’occasione per mostrare al mondo, che anche oggi la Chiesa è, come disse Chiara Lubich: «sempre più una, più attraente, più calda, più familiare, più dinamica, più mariana, più carismatica». Un albero in fiore – come rappresentato dal logo – che sempre può arricchirsi di una varietà maggiore di fiori, espressione di carismi suscitati anch’essi dallo Spirito lungo i secoli. comunicato stampa programma (altro…)