Movimento dei Focolari
[:de]Ich liebe, also bin ich![:]

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Produktabbildung -
Herausgeber: Liesenfeld, Stefan
Einband: kartoniert
Abmessungen: 11 x 19 cm
Seiten: 64
Erscheinungsdatum: 10/2012
ISBN: 978-3-87996-953-1

Gedanken von Chiara Lubich (1920-2008) über Wert und Aktualität der Liebe zum Nächsten

Menschen, die lieben, prägen die Welt durch ihr bloßes Dasein. “Es ist die Liebe, die unser Wesen ausmacht. Wir sind, weil wir lieben. Wenn wir nicht lieben, verliert unser Leben Sinn und Geschmack. Wer kennt diese Erfahrung nicht?” (Chiara Lubich)

Die hier zusammengestellten Texte öffnen den Blick für die verändernde Kraft der Liebe, für ihre tausend Facetten, für ihre Himmel und Erde verbindende Tiefendimension.

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Austria: segnali di Chiesa viva

Gocce d’acqua viva. La storia di Riad

«All’età di dieci anni un evento ha portato ad una svolta decisiva la vita della mia famiglia e quella mia personale: mio padre fu sottoposto ad un’operazione molto seria al fegato. Ricordo alcune mattine d’estate, in cui lo accompagnavo, con mia madre, al lungomare di Siracusa (Italia) per una passeggiata. Dopo un breve periodo in cui sembrava riprendersi, come un temporale improvviso, sopravvenne la crisi. E una notte si addormentò per sempre. Quando vidi quel corpo immobile, dal volto più pallido del solito, non  riuscii a piangere.  Ero come impietrito.  Neanche un “perché?” passava per la mia testa di ragazzo di 10 anni, né ero capace di pregare.  Negli anni successivi mi resi conto che tutti i miei compagni avevano un papà che li proteggeva ed io no e quella situazione di orfanezza mi pesava molto. Cinque anni più tardi, attraverso un mio amico, conobbi persone che avevano fatto del Vangelo il loro codice di vita. Nel loro appartamento – il Focolare – una sera incontrai Marco, il primo giovane che  aveva seguito Chiara Lubich, che mi parlò nell’avventura dell’unità. Le sue parole piene di vita, di Vangelo vissuto nel quotidiano, mi colpirono, mi dissetarono. Non mi sentivo più orfano, anch’io ora avevo un Padre che si prendeva cura di me, anzi – me ne accorsi negli anni seguenti – avevo trovato cento padri, cento madri, cento fratelli (cfr. Mt 19,29). Compresi subito che dovevo mettere in pratica il Vangelo, così cominciai a scuola, ad ascoltare per amore quel professore un po’ noioso, a prestare i miei appunti ai compagni che ne avevano bisogno…. Alcuni anni più tardi, spinto da questa meravigliosa scoperta dell’amore personale di Dio, maturò in me il desiderio di donarmi a Lui e cominciò per me l’esperienza del focolare. Ho vissuto 26 anni nel focolare di Vienna e da lì brevi ma continui viaggi  in Cecoslovacchia e in Ungheria per incontrare i nostri amici. Erano gli anni in cui un muro ci separava, ma ci univa il Vangelo, perché di questo avevano sete, ancor più che della libertà. Non sono mancate le avventure in tutti quei viaggi. Una volta nella zona di confine, aprendo il bagagliaio della macchina per i consueti controlli, mi accorsi con spavento che per errore avevamo caricato una grossa valigia piena di filmati, scritti, diapositive della vita delle nostre comunità.  Tutto materiale ‘vietatissimo’. Stranamente la polizia diede un’occhiata superficiale (non notò la mia faccia terrorizzata) e ci disse che potevamo procedere. Tutto si risolse con grande gioia degli amici di Budapest per quelle apparecchiature necessarie per conoscere la diffusione del Vangelo in tutto il mondo. In questa e in tante altre situazioni, ho toccato con mano l’amore di Dio, che mi segue passo passo e sistema sempre quanto non si è fatto bene. A inizio settembre si è celebrato il Genfest proprio a Budapest. È stata per me una grande gioia. Ricordo gli incontri da ‘catacombe’ con diversi giovani, in casa di qualche famiglia: era ufficialmente proibito per più di 5 persone. Con alcune famiglie, giovani, sacerdoti, durante qualche fine settimana, in un casolare di campagna o al lago Balaton, lì, in mezzo a tanti turisti, avevamo modo di parlare della spiritualità dell’unità e delle esperienze di vita del Vangelo. Ebbene, tanti di loro ragazze e ragazzi, famiglie e sacerdoti si sono impegnati in questa nuova vita. Gesù con la sua forza e la sua luce entra sempre, anche a porte chiuse, allora come oggi». (altro…)

Austria: segnali di Chiesa viva

Austria/3: 50 anni di unità

E finalmente, nel pomeriggio di sabato 19, l’atteso incontro con Maria Voce e Giancarlo Faletti  per la grande festa comune. L’appuntamento a pochi chilometri dalla capitale, presso il Multiversum di Schwechat, moderna struttura multi-funzionale che ospita concerti, eventi culturali e sportivi, fiere. Circa settecento i convenuti dalle nove regioni dell’Austria. Nel loro saluto iniziale, i responsabili nazionali del Movimento dei focolari, Maria Magerl e Andreas Amann, hanno espresso gioia, ma soprattutto gratitudine verso Dio, per Chiara Lubich e per la spiritualità dell’unità che, alla vita di molti, ha dato nuovo senso, profondità e pienezza. E gratitudine anche a quanti in questo cinquantennio hanno contribuito, ciascuno dal suo posto, allo sviluppo del Movimento. Motivo di particolare gioia in questa celebrazione era la presenza, talvolta dopo anni di assenza, di molti “costruttori e compagni di viaggio di una volta”. Nella prima parte dell’incontro, attraverso foto storiche e testimonianze anche filmate, quasi sfogliando un album di famiglia, sono state passate in rassegna le tappe fondamentali della storia dei Focolari in Austria. Per giungere al 2001, anno in cui Chiara ha trascorso dieci giorni in Austria, dando importanti indicazioni sui campi d’azione nei quali impegnare le forze della comunità focolarina. Una videoregistrazione con stralci del suo discorso al congresso dei sindaci “1000 città per l’Europa” (Innsbruck), ha fatto rivivere a molti dei presenti quell’evento così speciale. Ha chiuso questa retrospettiva il ricordo colmo di gratitudine dei tanti membri del Movimento d’ogni età e vocazione già arrivati nella Patria celeste. È seguito l’”oggi” dei Focolari in Austria, a cominciare dalla presentazione della Mariapoli permanente Giosi e del Centro Mariapoli Am Spiegeln. Tra i “tesori di famiglia”,  la testimonianza di Reinhard Domig: vittima, nell’agosto 2008, di una feroce rapina nel suo ufficio postale, ha perdonato il suo assalitore. Diverse le esperienze di “dialogo” all’interno della Chiesa cattolica, nel rapporto con cristiani di altre Chiese, ma anche con fedeli di altre fedi (musulmani soprattutto) e con persone di convinzione non religiosa, come da anni ormai è in atto con membri del Partito comunista. È un dialogo soprattutto della vita, attraverso lo scambio e la partecipazione ad azioni comuni come progetti d’integrazione per bisognosi o di pedagogia. Altre iniziative, a livello più culturale, riguardano  gli ambiti dell’economia, dell’ecologia, dello sport e della comunicazione. Dai più giovani abbiamo sentito illustrare i Social Day per senzatetto, anziani e bambini di rifugiati, la staffetta mondiale per la pace Run4unity e le azioni per consentire a dieci ragazzi indonesiani di partecipare al prossimo Genfest di Budapest. E tutto per un unico scopo: contribuire alla fratellanza in un Paese sempre più pluralistico come l’Austria. A questo punto, in risposta al desiderio di molti di conoscerla personalmente, Maria Voce ha preso la parola per un breve saluto. La festa è continuata dal palco con canzoni, giochi e altri numeri artistici; a seguire un ricco buffet. 2012-05-19-austria-festa-50anni-emmaus-saluta-walter-baier-cleaschiffmann-10La mattina di domenica 20, nuovo appuntamento al Multiversum, stavolta con i più impegnati della comunità. Il programma prevedeva, dopo una Messa animata dai canti dei gen, un incontro-dialogo con Maria Voce e Giancarlo Faletti. Semplici, illuminanti, incoraggianti le loro risposte ad alcune domande poste da giovani e adulti su argomenti riguardanti per lo più la testimonianza da offrire tra le sfide odierne per incidere più efficacemente nei vari ambiti della società. Tra la gioia comune, esplosa in un grande applauso, la presidente dei Focolari ha concluso con un augurio: «L’idea che la nostra è una vita, non una organizzazione, mi ha accompagnato sempre in questi anni e mi ha fatto capire cos’è la libertà dei figli di Dio. Non so se è una cosa azzardata, ma vorrei farvi un augurio di libertà, che vuol dire: liberarvi anche dal desiderio di essere efficienti, dall’esigenza di far bene le cose, dal ricordo di cose andate non come avreste desiderato, dalla situazione storica. Liberarvi, per avere la felicità di poter dire di sì a Dio e sapere che lui aspetta la vostra collaborazione, per fare di questa vostra Austria “ideale” un esempio di libertà vera, profonda; libertà che viene anche dal riconoscere e accettare i propri limiti, dal pensare che nonostante questi limiti possiamo fare qualcosa di buono (questo è ancora più difficile!), dal credere che al di là di essi e con essi agisce Dio. Agisce se gli diciamo di sì. E porta quel fuoco che dice la Parola di vita di questo mese che volge ormai al termine, ma abbiamo ancora un po’ di giorni per continuare l’incendio. Questo è il mio augurio: che siate liberi di appiccare il fuoco!». Dall’inviato Oreste Paliotti (altro…)