2 Ott 2013 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale
Giovani e adulti dei Focolari di Córdoba (Argentina), insieme ad un gruppo della parrocchia di , s’impegnano da circa 4 anni nella Pastorale Rom con la locale comunità. “L’inizio non è stato facile – racconta Teresa –. Dovevamo superare paure e pregiudizi per entrare nel settore abitato dai Rom. Successivamente, però, siamo andati a visitare le loro case, a conoscerli, imparare i loro nomi, organizzare feste di compleanno, andarli a trovare quando erano ammalati in ospedale o quando nasceva un bambino”. Questi semplici gesti hanno, pian piano, costruito rapporti di amicizia. “Abbiamo scoperto – continua Eduardo – che alla maggioranza dei Rom piace molto ascoltare la parola di Dio ma che, essendo in gran parte analfabeti, non potevano leggerla. Abbiamo, quindi, tradotto nella loro lingua alcune delle principali preghiere, come il Padre Nostro e l’Ave Maria. Un’altra sfida, sempre in quest’ambito, è stata quella di portare avanti il progetto di scolarizzazione per i bambini. In questo progetto lavorano insieme alcuni docenti ed il gruppo della pastorale Rom”. L’8 aprile è la festa internazionale del popolo Rom, una festa sconosciuta ai più, finché il gruppo parrocchiale non ha iniziato ad approfittare di questa giornata per dare loro visibilità con una Messa speciale per loro. “I nostri nuovi amici – continua Teresa – hanno un profondo senso della vita comunitaria, e così ogni anno vengono realizzati due ‘incontri ponte’ che diventano momenti importanti di comunione tra Rom e ‘Creoli’ (così veniamo chiamati da loro in Argentina)”. In questi incontri si crea un forte clima di fraternità, favorito da momenti artistici o di riflessione, organizzati spesso insieme ad altre istituzioni come il Centro di Circoscrizione o l’Istituto di Culture Originarie. “L’anno scorso – ricorda Eduardo –, bambini e giovani, sia Rom che creoli, hanno dipinto un murale con il disegno di un ponte, e la frase: Rom e creoli: in Gesù siamo fratelli”. Per continuare questo cammino con maggiore preparazione, diversi membri del gruppo hanno partecipato alla Scuola Sociale organizzata dai Focolari, presso la cittadella argentina “Mariapoli Lia”. Hanno anche organizzato un incontro con Lucas Cerviño, focolarino missiologo, per riflettere su cosa significhi dialogare partendo da spazi sapienziali e interculturali. Attualmente si sono contattate altre parrocchie che hanno nel loro territorio delle comunità Rom. Un gruppo pioneristico, nel panorama dell’impegno “pastorale” con i Rom in Argentina, che muove ancora i primi passi. (altro…)
19 Ago 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Senza categoria
Abito in una piccola città vicino a El Paso, in Texas (USA), al confine con il Messico. Anche se è un posto che non offre tante possibilità, io sono cresciuto con i principi basati sull’arte di amare, che mi hanno insegnato nel centro educativo dei Focolari che frequentavo da bambino. Crescendo, abbiamo iniziato un gruppo giovanile di Ragazzi per l’Unità. Questo gruppo, anche se piccolo, aveva un impatto sulla città. Abbiamo chiamato il nostro primo progetto “colorare la nostra città”, lanciato da Ragazzi per l’Unità in tutto il mondo. Questo non voleva dire dipingere la città, ma portare gioia e tanta energia positiva. Una delle iniziative è stata quella di piantare degli alberi presso le stazioni di autobus. Queste piante non solo forniscono più ossigeno per l’ambiente, ma provvedono anche l’ombra per i cittadini che aspettano l’autobus. Altre iniziative: la raccolta di materiale scolastico per i bambini in Messico, l’invio di lettere di sostegno alle vittime del terremoto di Haiti e, recentemente, delle visite ad un centro per gli anziani per farli compagnia. Abbiamo sempre ricevuto il sostegno del nostro sindaco, il quale non solo ci ha dato i vari permessi per i nostri progetti ma anche il suo appoggio per realizzare un cambiamento positivo nella città. Anche se El Paso è abbastanza sicura, a causa della sua posizione al confine, le persone sono continuamente esposte alla violenza, all’ingiustizia e alla povertà. Perciò volevamo trovare il modo per trasmettere i valori di pace, fratellanza e l’amore per i giovani, non solo a El Paso ma anche a Ciudad Juárez, città che consideriamo “sorella”, situata dall’altro lato e considerata una delle città più pericolose del Messico. Così ci siamo impegnati per lanciare un programma radiofonico proprio a Ciudad Juárez. Ci sono voluti tre mesi per ottenere l’approvazione, ma alla fine abbiamo creato un’ora di programma chiamato “Ragazzi per l’unità – Dove solo l’amore può cambiare il mondo”. Per più di un anno, ogni settimana attraversavamo il confine con il Messico per andare in onda. Abbiamo condiviso le nostre iniziative e le nostre esperienze su come abbiamo cercato di praticare l’arte di amare nella vita quotidiana. All’inizio il programma era dedicato ai ragazzi ma poi abbiamo deciso di aprire il nostro messaggio a tutti. Gli ascoltatori inviavano i loro feedback attraverso il telefono o messaggi postati sul sito web della radio. Una volta, abbiamo ospitato un evento live. Siamo andati ad un ristorante a El Paso dove la radio trasmetteva in diretta. Ci hanno offerto un’ora di programma. La serata consisteva in giochi, condivisione della Parola di Dio e delle nostre esperienze su come ci siamo impegnati ad amare gli altri. I programmi radiali erano belli e divertenti, ma non sempre era tutto facile. Infatti, alcuni fra di noi hanno abbandonato il gruppo, ma non ci siamo lasciati scoraggiare, anzi abbiamo cercato di mantenere più vivo ancora il principio di amarci fra noi. Dopo circa un anno, però, si sono aggiunti altri ragazzi ed i nostri eventi hanno ripreso con forza! L’iniziativa più recente si chiama “Teens Got Talent Show”, per promuovere l’unità e lo spirito di servizio. Abbiamo invitato i giovani a condividere i loro talenti con la comunità. L’evento si è svolto due volte in una biblioteca locale e una in un centro per anziani. Alcuni, hanno dimostrato di avere dei talenti incredibili e, la cosa più bella: non si aspettano di essere pagati con dei soldi, ma solo con l’applauso di una folla felice. Jose Castro Fonte: www.livingcitymagazine.com (altro…)
12 Lug 2013 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Provengono dai paesi e dalle culture più diverse: Albania, Ucraina, Georgia, Marocco, Senegal, Romania, Nigeria, Bielorussia. Come tanti altri loro connazionali hanno lasciato spesso situazioni drammatiche dietro di sé, e i propri cari, nella speranza di un lavoro e di una prospettiva di vita. Sono approdati ad Acquaviva delle Fonti, una cittadina in provincia di Bari che, come altre del Mezzogiorno d’Italia è diventata meta o punto di passaggio di sogni e desideri. Qui la comunità dei Focolari già da tempo si sente interpellata da questa presenza: “Avevamo in cuore – scrivono – di far sì che i tanti stranieri/migranti potessero sentirsi accolti nella nostra città”. Si intessono rapporti personali, si creano legami di amicizia che superano barriere e diffidenze: “tre anni fa – proseguono – abbiamo pensato di organizzare un momento di festa da vivere tutti insieme nel periodo natalizio, perché potessero respirare in qualche modo il senso della famiglia, anziché la solitudine e l’emarginazione che tanti purtroppo sperimentano”. I rapporti si sono radicati, l’incontro natalizio è diventato una consuetudine: “a quella che abbiamo chiamato ‘festa dei popoli’, i nostri amici si sentono liberi di estendere l’invito ad altri loro amici stranieri, che siamo ben felici di accogliere”.
Quest’anno erano presenti una cinquantina di persone di tutte le età e di diverso credo religioso: “Grazie al clima familiare già istaurato in precedenza e subito rinnovato, spontaneamente sono venute fuori esperienze vissute all’arrivo in Italia, mettendo in comune gioie e sofferenze”. La proposta di vivere la “regola d’oro” – fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te – come base per costruire la fratellanza universale come punto in comune nella diversità del credo religioso è stata accettata e fatta propria da tutti, perché si sperimenta come “l’amore reciproco abbatte ogni distanza. Nel buffet che ha concluso la serata, accanto a quanto preparato dalla comunità, vi erano piatti tipici delle diverse terre di provenienza, preparati dai nostri amici; la gioia più grande era sperimentare cosa significa essere una famiglia”.
Abdul del Senegal, a fine serata, invita alcuni della comunità a partecipare ad un incontro di preghiera in un paese limitrofo: “Grande è stata la sua gioia e la sua sorpresa nel vederci arrivare; c’erano 200 senegalesi musulmani, scalzi e seduti sui tappeti, che leggevano il Corano. Abdul ci ha presentato il loro capo spirituale e dopo due giorni ci ringraziava ancora una volta commosso della nostra visita”. Un altro gesto concreto è stato l’apertura di uno sportello di ascolto che l’intera comunità porta avanti per individuare esigenze e mettere a disposizione competenze, offrendo lezioni di italiano ai bambini ed ai loro genitori, o un aiuto per risolvere problemi burocratici o consulenze mediche di vario tipo. “Questa esperienza di famiglia – concludono – ed i frutti che ne scaturiscono, ci danno la certezza che il mondo unito non è utopia, ma realtà già viva in mezzo a noi”. (altro…)
24 Giu 2013 | Chiara Lubich, Cultura, Ecumenismo, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
È partita la mostra itinerante “Chiara Lubich: protagonista di un nuovo tempo”, per commemorare la figura della fondatrice del Movimento dei Focolari, a cinque anni dalla sua scomparsa. Aeroporto, Mercato Pubblico, Consiglio Comunale, Assemblea Legislativa, associazioni di solidarietà, sono alcune delle tappe previste. Grande attesa anche nel Parco della Redenzione, nella settimana precedente alla Giornata Mondiale della Gioventù. La prima tappa ha avuto luogo dal 13 al 25 maggio nella Hall della Biblioteca Centrale della Pontificia Università Cattolica di Rio Grande del Sud. La vita e l’opera di Chiara Lubich sono state presentate attraverso sette banner che raccontano le origini del Movimento, i suoi primi passi e l’evoluzione di una vita evangelica che oggi si declina in diverse realtà sociali. Si passa dalla dimensione ecumenica del Movimento, con il profondo rapporto di amore reciproco con chiese cristiane e non cristiane, a quella con persone di convinzioni diverse. Un altro banner mostra la realtà dei giovani. Si evidenzia una nuova generazione che ha delle proposte concrete di rinnovamento della società, convinta che la fraternità universale, se vissuta e costruita giorno dopo giorno, porta alla vera realizzazione umana così freneticamente cercata dai giovani in forme diverse. La famiglia è un altro aspetto fondamentale per la trasformazione della società, per mantenere i valori più genuini che assicurano il senso della vita e dei rapporti sociali.
Nell’expo troviamo anche messo in rilievo un progetto che riguarda l’Economia di Comunione, lanciata proprio in Brasile nel 1991, in una delle visite di Chiara Lubich. La proposta: gestire aziende che siano economicamente sane e che cerchino, allo stesso tempo, di agire per combattere le disuguaglianze sociali e di favorire la formazione di una nuova mentalità imprenditoriale. Dall’economia alla politica. In questo campo il Movimento dei Focolari s’impegna a lavorare per il bene comune, avendo come base la categoria politica della fraternità. La politica, insomma, vissuta come servizio, “Amore degli amori” secondo una definizione di Chiara Lubich. Nel sociale, il progetto Associazione Famiglie solidali, che aiuta decine di bambini in un quartiere nella periferia della città. Progetti simili sono sparsi nel mondo e sono sorgente di speranza per tante famiglie che subiscono privazioni materiali e spirituali. Su un grande schermo, un video racconta la storia del Movimento. Ed ancora, ci sono spazi di condivisione di iniziative individuali e collettive che hanno alla base la regola d’oro (fare all’altro ciò che vorresti fosse fatto a te), presente in quasi tutte le religioni. La mostra continua in altri luoghi di rilevanza culturale della città di Porto Alegre, in cui poter conoscere la figura di Chiara, “protagonista di un nuovo tempo”; e le implicanze che il carisma dell’unità ha avuto e ha nei vari ambiti della chiesa e della società. (altro…)
13 Giu 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
«Mentre a Gerusalemme si svolgevano le celebrazioni per la Settimana Mondo Unito, anche noi preparavamo alcune attività qui a Manila», raccontano i Giovani per un Mondo Unito (GMU) delle Filippine. Per loro, il collegamento con la Terra Santa è stato il punto di partenza per la settimana, piena di appuntamenti: 10 “frammenti di fraternità” (così sono chiamate le azioni dei Giovani per un Mondo Unito raccolte nello United World Project) in contemporanea, il 4 maggio a Manila, e al nord, a Baguio e in altre città. La settimana è cominciata con una festa per l’unità, chiamata BRIDGE (ponte): tutti collegati con Gerusalemme, poi con i GMU di altre città delle Filippine, e infine pronti a partire per le diverse attività previste: da programmi alimentari, ad azioni ambientali, a visite negli ospedali e tra i meno fortunati. 379 i giovani iscritti, solo a Manila.
Sono andati a Sulyap ng Pag-asa, centro abitativo dove opera il Movimento dei Focolari nei sobborghi disagiati e affollati di Quezon City. I GMU svolgono regolarmente l’attività di sostengo alimentare. Al Sinag Hospital, che offre cure e servizi ai pazienti in risposta all’invito di Gesù nel Vangelo ad amare soprattutto i più poveri, hanno sperimentato che trascorrendo il proprio tempo con i pazienti, il resto dei loro problemi sono sembrati piccoli. Altra attività alla città dei ragazzi, una casa per centinaia di bambini di strada, gestito dal Dipartimento del Welfare. I giovani ne hanno incontrati 147 tra gli 8 e i 17 anni. Tempo trascorso insieme, cura, canzoni e ballo: i GMU hanno potuto condividere anche il loro segreto, “l’arte di amare”. E i bambini hanno a loro volta offerto alcune canzoni e danze. Il Munting Tahanan ng Nazareth ospita, invece, persone con handicap fisico e mentale. «Con la nostra visita – spiegano i GMU – volevamo condividere l’amore di Dio presente nei nostri cuori, chiunque noi siamo». Giovani donne vittime di abusi vivono a Marillac Hills, dove da tempo le ragazze dei Focolari vanno a trovarle. Per la fiducia accresciuta, in questa occasione il centro ha permesso che anche i ragazzi partecipassero.
E poi le azioni nei centri Bukas Palad (a mani aperte), espressioni sociali dei Focolari nate in risposta alla diffusa povertà, che col motto “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, forniscono servizi nel campo della salute, educazione e costruzione della comunità. I giovani sono stati sia nel Social Center di Tramo, Pasay e Tambo, Paranaque che a La Union nel nord. Nel primo, con i ragazzi del centro si è svolta un’azione ecologica per ripulire una zona vicino a un torrente, felici di rendere Tramo, il loro quartiere, un posto più pulito. Nel secondo, i giovani del nord delle Filippine hanno realizzato 6 diversi workshop dalla cucina alla pallacanestro, con 55 bambini. Altra attività, sempre nel nord, è stata l’azione ecologica per ripulire Pagudpud, una meta turistica molto frequentata. E ancora il Fazenda U-Day a Masbate, dove invitare gli amici a passare alcune ore insieme tra musica ed esperienze su come vivere e promuovere la fraternità. A conclusione della settimana i tanti giovani coinvolti si sono ritrovati per la giornata “BRIDGE 2.0, un progetto per l’unità”. Era il momento, finite tutte le attività, di prendere un impegno per il futuro: con una firma su una grande bacheca, ciascuno poteva scegliere di impegnarsi ad essere un ponte per un mondo unito. A sottolinearlo, i Giovani per un Mondo Unito delle Filippine, usano le parole di Maria Voce, che il 1° maggio ai giovani radunati a Loppiano, in Italia, aveva detto: «Dopo aver costruito un ponte, se non si cammina, rimane un materiale inerte, un materiale che non serve. E allora, il ponte serve proprio per unire. Serve proprio per incoraggiarvi ad attraversarlo per incontrarvi. Non vi stancate. Il ponte c’è per questo. Fare il primo passo significa voltarvi verso i giovani che avete affianco e dire, se potete, o dimostrare, che veramente siete pronti a fare qualcosa per loro, con loro». (altro…)