31 Lug 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Frodo, Bilbo, Sam, los hobbits y el mago Gandalf, los personajes creados por J. R. R. Tolkien, son los protagonistas de dos grandes obras de la literatura universal: El Hobbit y El Señor de los Anillos. Presentamos este breve libro en el cual Ives Coassolo, profundo conocedor de la materia, nos introduce en el fecundo epistolario de Tolkien, ordenado y comentado, para descubrir aspectos novedosos sobre los personajes de la Tierra Media y el significado de la aventura del Anillo. Sin rebuscamientos, con entusiasmo genuino y contagioso, será una lectura feliz para cualquier lector amante o aficionado de la obra tolkeniana: un aporte tan ameno como enriquecedor. Datos del autor: Ives Coassolo, tiene 34 años, estudió Ciencias de la Educación y vive en Italia. A su tareas de profesor de religión, agrega una gran pasión por el teatro y la literatura, en especial por la obra de J.R.R. Tolkien. En 2007 con un grupo de amigos dio vida a la Asociación Senderos Tolkenianos. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
11 Lug 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Al II incontro mondiale dei movimenti popolari
«Ho scoperto come il Papa privilegia gli esclusi. In qualche modo è anche la mia scelta, ma dalla sua proposta ho capito come a volte continuo ad escludere o mi ritrovo nel gruppo di quelli che stanno zitti di fronte a esclusioni o ingiustizie», dice Ana Maria Ceballos, assistente sociale in Bolivia. Un’impressione che parla di vera conversione verso gli esclusi, uno dei temi più forti di questa tappa di papa Francesco in America Latina. Così anche Nestor Ariñez di Cochabamba, che vive nella Casa de los Niños, un progetto sociale animato dalla spiritualità dell’unità: «A Palmasola il Papa ha detto: reclusione non è lo stesso di esclusione». Lì, nel centro penitenziario più grande della Bolivia colpisce «il suo ascoltare prima di tutto, e poi il dire che anche lui è un uomo che commette errori e che deve fare “penitenza”. Un messaggio di speranza per tutti i detenuti». «La visita del Papa in Bolivia ci lascia tanto da riflettere – continua – ma credo che resta con tanta chiarezza la sua opzione preferenziale per i poveri, questo motto della chiesa latinoamericana dato a Puebla nel 1979, ci ricorda che il vangelo porta la buona notizia a tutti, ma soprattutto agli esclusi e scartati della società. Ho sentito che il Papa parlava direttamente a noi». «Le sue parole sono una chiamata alla conversione – confida dopo l’incontro con sacerdoti, religiosi e consacrati Pat, una focolarina boliviana – ma è anche molto più di questo: la sua sola presenza in mezzo a tanti “fiori rari di ogni età” che un giorno hanno detto il proprio sì a Dio, mi ha spinto ad un maggiore impegno nella santità, che poi è vivere con coerenza la scelta fatta». «Anche dalla Bolivia, papa Francesco ha parlato a tutto il mondo», scrive Lucas Cerviño, 11 anni in Bolivia, docente di Missionologia e teologia interculturale. «Nella messa a Santa Cruz c’erano tanti latinoamericani di Paesi vicini che hanno ascoltato il suo richiamo a non cadere nella disperazione di fronte alle difficili situazioni che ci presenta il mondo e che ci porta all’esclusione». Al II incontro dei movimenti popolari papa Francesco – di fronte a c’erano rappresentanti di diversi continenti che lo hanno accolto con entusiasmo e attenzione – ha indicato chiaramente la strada per il rinnovamento sociale, sia locale che globale. «Terra, Tetto e Lavoro – continua Cerviño – sono diritti sacri che ci permettono di dialogare con tutti per contribuire al bene della casa comune. Francesco ha sottolineato chiaramente ai membri dei movimenti sociali e popolari che la cosa fondamentale è il processo, l’avviare processi, per un’economia al servizio dei popoli, per unire i popoli nella strada della pace e della giustizia e per la difesa della madre terra». «Infine – conclude Cerviño – ha lasciato al popolo boliviano una consegna chiara e bella: «La Bolivia sta attraversando un momento storico: la politica, il mondo della cultura, le religioni sono parte di questa bella sfida dell’unità. Questa terra dove lo sfruttamento, l’avidità, i molteplici egoismi e le prospettive settarie hanno oscurato la sua storia, oggi può essere il tempo dell’integrazione. E bisogna camminare su questa strada. Oggi la Bolivia può creare, è capace con la sua ricchezza di creare nuove sintesi culturali. Come sono belli i Paesi che superano la diffidenza malsana e integrano i diversi, e che fanno di questa integrazione un nuovo fattore di sviluppo! Che bello quando sono pieni di spazi che collegano, interagiscono, favoriscono il riconoscimento dell’altro! La Bolivia, nell’integrazione e nella sua ricerca di unità, è chiamata ad essere “questa multiforme armonia che attrae” e che attrae sulla strada verso il consolidamento della patria grande». (altro…)
8 Lug 2015 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Una grande esplosione di entusiasmo attraversa il popolo boliviano per l’arrivo del Papa. Per una generazione di giovani si tratta di una vera novità, perché dopo 27 anni è la seconda volta che un Papa raggiunge questa terra andina e amazzonica. La Chiesa ha preparato i fedeli in modi diversi: molti si sono organizzati come volontari per aiutare i pellegrini che da tutto il paese giungeranno a La Paz, ma soprattutto a Santa Cruz de la Sierra, per ascoltare il messaggio di Francesco. A La Paz, dove il Papa sosterà alcune ore, alla gente viene chiesto di vestirsi di bianco. Si preparano regali di ogni tipo, come l’ostia fatta di quinoa, un cereale andino, oppure tessuti con figure andine preparati per l’occasione. A Santa Cruz, dove Francesco rimane più a lungo, le delegazioni stanno arrivando da anche dai paesi limitrofi. In questa città nell’Amazzonia boliviana, che ospiterà anche il 2° incontro mondiale dei Movimenti popolari, si è preparato un grande altare in legno scolpito con figure raffiguranti gli edifici delle missioni dei Gesuiti arrivati in Bolivia durante la colonizzazione spagnola. «Siamo in partenza per Santa Cruz, per la messa e per l’incontro con tutti della vita consacrata» – scrivono dal focolare di Cochabamba, sede del Movimento dei Focolari in Bolivia. Anche i membri dell’opere sociali che il Movimento porta avanti nel Paese – l’asilo “Clara Luz” a La Guardia che accoglie a 150 bambini e il Centro “Rincón de Luz” per la promozione integrale di 60 ragazzi e le loro famiglie – sono in attesa dell’incontro di papa Francesco con i movimenti sociali e del discorso che indirizzerà loro.
Il popolo boliviano è profondamente religioso, ricco di quella pietà popolare che tanto piace recuperare e mettere in luce a Francesco. Lì c’è la radice dell’identità cattolica del paese che aspetta con entusiasmo la visita de vescovo di Roma. A questo riguardo spiega Alfonso Alarcon, giornalista boliviano, «il Paese mantiene una forte predominanza di questa fede in tutta la sua geografia e settori sociali».«Sebbene negli ultimi anni sia incrementata la presenza di chiese evangeliche, soprattutto pentecostali, e le riforme dello Stato abbiano permesso che emergessero alcune pratiche rituali andine, è altrettanto certo che nelle principali feste religiose permangano le ferventi e numerose devozioni cattoliche». Queste realtà del Paese non sono estranee a papa Bergoglio, che a Buenos Aires ha avuto molte opportunità di incontrare le comunità di boliviani che vivono, commerciano e si sono stabiliti da generazioni nei barrios della capitale. Secondo Alarcon due “miracoli politici”, inimmaginabili un po’ di tempo fa, hanno preceduto l’arrivo di Francesco in Bolivia: «uno sforzo manifesto e ampio da parte del governo di riconquistare la fiducia dei fedeli e delle istituzioni cattoliche. Il secondo miracolo è vedere insieme leader politici che fino a qualche anno fa non potevano stare uno accanto all’altro, compreso il presidente».

Una veduta di La Paz
Nella generale dimostrazione di affetto per il Papa, non sono mancate alcune critiche per il rilievo che nel Paese si dà alla visita di un leader religioso, ma – continua Alarcon – bisogna dire che esistono molti altri, indifferenti, atei vari, che hanno applaudito alla visita, con argomenti che vanno dalla simpatia per l’enciclica “Laudato si’”, all’importanza che sarà data alla figura di Luis Espinal, sacerdote gesuita spagnolo, intellettuale, regista, giornalista e attivista della teologia della liberazione, assassinato durante la dittatura militare in Bolivia». Anche il pastore Gustavo Loza, rappresentante della Chiesa Metodista di Cochabamba, ha manifestato la vicinanza verso la figura di papa Francesco e lo definisce come un fratello che viene da uno stesso popolo: la sua presenza in Bolivia è piena di segnali di vita e di buone notizie. Loza riconosce inoltre l’importanza sul piano ecumenico dell’impegno per la giustizia e con i poveri, e dà grande valore al gesto che Papa Francisco farà in memoria di Luis Espinal a La Paz, un atto di riconoscenza verso qualcuno che ha dato la propria vita e che rappresenta tanto i cattolici come i non cattolici. «In ogni caso – conclude Alarcon – la visita di Francesco non passa inosservata e sicuramente porterà molta speranza ad una chiesa boliviana che ha bisogno di una parola di incoraggiamento dal suo pastore romano per continuare la sua missione in un Paese che sta subendo profondi cambiamenti».
6 Lug 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Voglio essere testimone della gioia del Vangelo e portarvi la tenerezza e la carezza di Dio, nostro Padre, specialmente ai suoi figli più bisognosi, agli anziani, ai malati, ai detenuti, ai poveri, a quanti sono vittime di questa cultura dello scarto». Papa Francesco si rivolge col cuore nel video messaggio ai “cari fratelli e sorelle di Ecuador, Bolivia e Paraguay” alla vigilia del viaggio che dal 5 al 13 luglio lo porta nelle tre nazioni sudamericane, nella preghiera che «l’annuncio del Vangelo giunga alle periferie più lontane e continui a far sì che i valori del Regno di Dio siano fermento della terra anche ai nostri giorni». https://www.youtube.com/watch?v=A5QEBJ8-IJw «Già dalla preparazione abbiamo intuito che questa visita sarebbe stata una grazia provvidenziale per il popolo di Dio in questa terra», scrivono Bernadita e Fabián, responsabili del Movimento dei Focolari in Ecuador. Inés Lovato è nella commissione organizzatrice. Pensa con gratitudine al cammino intrapreso nei soli due mesi di preparazione: «è stata una nuova scoperta conoscere membri di altri Movimenti e comunità ecclesiali, una ricchezza impressionante. Tutti ci sentiamo veri fratelli». In questo periodo hanno cercato di «testimoniare questo amore come preparazione per la grazia che sicuramente riceveremo». Tanti altri sono impegnati come volontari, migliaia in tutto il Paese: «Gioia, umiltà e amore, sono le tre consegne che la Chiesa ci ha dato per il volontariato», spiega Adriana Guallasamín, giovane volontaria, coordinatrice nel settore della formazione. Una missione di «annuncio, porta a porta, a contatto con tante persone lontane dalla Chiesa, ma che piano piano hanno aderito all’invito di aiutare nella logistica». «Sono grata a Dio – conclude – per questa opportunità unica di servizio alla Chiesa». Ad attendere la fitta agenda del papa, nella prima tappa in Ecuador (http://papafranciscoenecuador.com/) ci sono le due messe oceaniche a Guayaquil e Quito, un incontro con il mondo dell’educazione, con i rappresentanti della società civile, una visita alla casa di riposo delle Suore di Madre Teresa, un incontro con sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi e con i Vescovi del Paese. Oltre al saluto al Presidente Correa e alle visite alla cattedrale di Quito e alla chiesa della Compagnia. In Bolivia (http://www.franciscoenbolivia.org/) col motto di “rinnovamento e riconciliazione” lo aspetta invece – tra gli altri appuntamenti – il 2° Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari e la visita ai detenuti del Centro di Rieducazione di Palmasola. In Paraguay (https://franciscoenparaguay.org/) la visita ad un ospedale pediatrico e alla popolazione di un barrio della capitale, Asunción. E conclude con un incontro con i giovani sul lungofiume Costanera, “messaggero di gioia e di pace”, o per dirla in guaranì, lingua ufficiale del Paraguay insieme allo spagnolo, a sottolineare la varietà e preziosità culturale: Oguerúva vy’a ha py’aguapy. (altro…)
12 Apr 2015 | Chiara Lubich, Cultura, Dialogo Interreligioso, Spiritualità

Il Patriarca Bartolomeo
Un evento internazionale fatto di convegni e seminari in diverse capitali del mondo, per riflettere sulle prospettive che dal messaggio di unità portato da Chiara emergono oggi per la politica è stato il filo conduttore di molti degli appuntamenti che l’hanno ricordata. Ma il rapporto tra il carisma dell’unità e la politica non è l’unico aspetto sottolineato nel 7° anniversario di Chiara Lubich. Ad Istanbul il Patriarca Bartolomeo fa gli onori di casa per l’appuntamento – la presentazione dei libri di Chiara tradotti in greco – che coinvolge oltre un centinaio di rappresentanti del mondo ortodosso e cattolico. Nel suo discorso la indica come una delle «sante donne, che con il loro esempio, con il loro amore poggiato sulla filantropia divina e con la parola ispirata dallo Spirito Santo, continuamente sollecitano una “metanoia”, una conversione del cuore per tutta l’umanità sofferente».
Dentro le crisi – Una risposta alla crisi politica in atto in Congo sono sembrati i due incontri tenutisi nel Paese. A Lubumbashi sono intervenute 370 persone, cristiani e musulmani. I giovani dei Focolari hanno presentato in chiave artistica l’amore di Chiara per i poveri, il suo incontro con Igino Giordani, il suo «sogno»: l’unità della famiglia umana. La Messa è stata animata da una cinquantina di seminaristi. A Goma la giornata ha visto la partecipazione di 400 persone, con un folto gruppo di politici della provincia del Nord-Kivu e rappresentanti della società civile. Dopo l’incontro la RTNC ha diffuso l’evento in quattro lingue locali. E non sono mancate iniziative coraggiose in altri punti caldi del pianeta. In Nigeria, ad esempio, vari sono stati gli eventi: a Yola, dove numerosi sono i rifugiati, il vescovo ha celebrato la Messa per Chiara pregando per la pace; a Abuja e Lagos si sono tenute giornate preparate dai giovani per i giovani; a Onitsha un incontro con più di 300 persone fra adulti, giovani e bambini; a Jos, dove non si è potuta fare una grande giornata per un’esplosione avvenuta pochi giorni prima, un gruppo dei Focolari è andato a far visita ad un Istituto Penale Minorile. Il tema della pace è stato al centro anche della giornata organizzata a Bujumbura (Burundi) con oltre mille partecipanti. Nel programma, molte testimonianze hanno messo in rilievo la possibilità di vivere in armonia e costruire la pace anche dove non è facile. Presente la mattina l’arcivescovo mons. Evariste Ngoyagoye. In Centro America, il tema della politica rimane caldo. Dall’Honduras scrivono: «stanchi di una politica corrotta e bombardati da notizie violente che generano disanimo nella popolazione, abbiamo organizzato questo evento per dare il tipico apporto del carisma dell’unità, attraverso idee e testimonianze». Nel Salvador che attende la beatificazione di Romero, ci si è chiesti come si può vivere per l’unità pur in mezzo alla violenza. Tra le testimonianze, anche quella di Francesco, assalito da due ragazzi armati. È riuscito ad aprire con loro un dialogo parlando di Dio. I due delinquenti, spiazzati, hanno ritirato le armi e sono andati via. In Pakistan, a Karachi, Lahore, Rawalpindi, Dalwal – oltre mille persone in tutto – 4 celebrazioni con una voglia di speranza dopo i tragici eventi del 15 marzo a Yohannabad.
Nelle sedi istituzionali – A Seul numerosi deputati e persone impegnate nell’amministrazione pubblica si sono date appuntamento al Parlamento per un bilancio del percorso verso una politica di fraternità intrapreso dieci anni fa; a Madrid è stata la sede del Parlamento Europeo ad ospitare un seminario su «Un mondo, molti popoli abbracciando la diversità»; mentre Strasburgo (Francia), sede di istituzioni europee, ha ospitato tre giorni di eventi sul tema della fraternità come categoria politica. A Roma il convegno «Chiara Lubich: l’unità e la politica» si è svolto nell’Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati. Numerosi i politici presenti alla tavola rotonda organizzata a Toronto, incentrata sulla visione di Chiara della politica. A Solingen (Germania), invece, tema centrale del convegno è stata la cultura della fraternità in tre campi molto attuali: i rifugiati, la pace, il dialogo con altre culture. Oltre cento i partecipanti di varie confessioni e religioni, e di diverse nazionalità. «Il pensare e l’agire politico di Chiara Lubich» è stato il tema intorno al quale si sono svolti i lavori di un altro evento dedicato a Chiara: il convegno di Curitiba (Brasile), dove è stato stampato anche un francobollo commemorativo. Il Parlamento della Provincia di Córdoba (Argentina) ha ricordato Chiara approvando il decreto di riconoscimento postumo alla sua opera. Approfondimenti sulla politica anche in altre città d’Italia, in Ungheria, Repubblica Ceca, Portogallo, Svezia, Usa, Honduras, Messico, Colombia, Tanzania, Kenya. In vari ambiti – Ma in occasione del 14 marzo 2015 per ricordare Chiara non si è parlato solo di politica. Arte e cultura sono state al centro di numerosi ed originali eventi. A Durban (Repubblica Sudafricana) si è svolta la terza edizione del «Chiara Lubich Memorial Lecture» con la partecipazione di Ela Gandhi, nipote del Mahatma Gandhi; mentre a Maracaibo (Venezuela) l’Università Cattolica «Cecilio Acosta» (UNICA) ha realizzato un concorso per la IV Biennale d’Arte Chiara Lubich. Rivolto ad artisti professionisti, studenti e amatori, ha dato la possibilità di esporre le proprie opere nella Piazza della Repubblica. In vari Paesi preparare e realizzare gli eventi legati al 14 marzo ha dato l’occasione di riunirsi. Ne sono un esempio i due appuntamenti di Cuba: a L’Avana con oltre 200 persone e a Santiago de Cuba con 150: le comunità locali hanno preparato le giornate per presentare il Movimento dei Focolari e offerto le loro testimonianze sull’incidenza della spiritualità dell’unità in tanti ambiti della vita personale e sociale. A Cochabamba in Bolivia con 120 persone. A Città del Messico e il territorio di Nezahualcoyotl si è ricordata Chiara nel corso della Mariapoli. In Vietnam, sia a Ho Chi Minh City al sud, come nel piccolo villaggio di Ngo Khe (Ha Noi), al nord, si sono stretti intorno all’altare per rinnovare «davanti a Dio e a Chiara, il nostro impegno a portare avanti con fedeltà la sua consegna», scrivono. In Myanmar, a Yangon, dove la maggioranza dei membri dei Focolari non ha mai conosciuto Chiara di persona, ma si sente attirata dal suo carisma. Anche in Thailandia, sia a Bangkok che a Chiang Mai, la famiglia dei Focolari si è riunita. 600 persone in Slovacchia, tra Kosice e Bratislava. «Le testimonianze dei membri di altre Chiese – raccontano – e delle persone senza riferimenti religiosi, ci hanno fatto vedere come Chiara appartenga a tutti. Il rettore dell’Università di Trnava, Prof. Peter Blaho, che nel 2003 aveva conferito a Chiara il dottorato honoris causa in teologia, ha condiviso i ricordi dell’incontro con lei. A Fontem (Camerun) in 500 da tutti i villaggi circostanti la cittadella, a ricordare “Mafua Ndem”, Chiara Lubich. Il tema scelto era “L’ impatto dell’Ideale dell’Unità nei vari aspetti della vita sociale”. I giovani del collegio hanno presentato le loro esperienze sul “dado della pace”: «Da quando abbiamo introdotto il dado nelle nostre classi – scrivono – sono diminuiti i furti, l’assenteismo, il rendimento scolastico è migliorato, ognuno si cura degli oggetti dell’altro, c’è più tolleranza e ci perdoniamo più facilmente. È cresciuta la condivisione tra gli studenti….». Momenti di preghiera – Alle celebrazioni eucaristiche in varie parti del mondo molte le personalità civili e religiose presenti. Tra i numerosi interventi di Vescovi e Cardinali nelle diverse celebrazioni, riportiamo quella del card. Angelo Scola di Milano che ha detto tra l’altro: «Il nostro impegno di oggi è raccogliere con rinnovata consapevolezza il sogno che ha animato la vita e il pensiero di Chiara, costruendo spazi di fraternità ovunque ci troviamo e privilegiando le necessità del prossimo che ci sta accanto e di quello lontano che vive in Paesi dove ci sono guerra e violenza. Vorremmo, in questo modo, essere testimoni autentici del carisma che Dio ha dato a Chiara, essendo a servizio della Chiesa e dell’umanità». (altro…)