Mar 8, 2014 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
“Desde la vida de la Palabra la urgencia de comunicar. Hacia una verdadera cultura del encuentro”. Con este lema, del 17 al 23 de febrero se desarrolló en la diócesis de Anse à Veau- et Miragoane, Haití, el Seminario Interdiocesano de Comunicación, organizado por el Departamento de Comunicación del CELAM (Consejo Episcopal Latinoamericano). Los participantes, 79 en total, llegaron de ocho de las diez diócesis haitianas: Les Cayes, Gonaïves, Cap-Haitien, Jeremie, Hinche, Port-aut-Prince, Port-de-Paix y de la diócesis sede. El Seminario, que había sido pedido por Mons. Pierre A. Dumas, obispo de Anse à Veau et Miragoane, fue desarrollado por un equipo de 5 comunicadores de distintos países de América Latina y el Caribe (Argentina, Perú y Cuba) pertenecientes a Netone de América Latina. Los profesores, después de un año de trabajo a distancia para preparar juntos el programa y cada uno de los temas, llegaron a Haití con algunos días de anticipación, lo que les permitió sumergirse en la realidad del pueblo y la Iglesia local.
“Visitamos Radio-Tele Soleil -cuentan- que está funcionando en una sede provisoria en Puerto Príncipe ya que el edificio del Arzobispado donde tenía sus estudios, fue destruído durante el terremoto y murieron varios de sus colaboradores. Es la más importante emisora de la Iglesia católica con cobertura nacional. También pudimos recorrer el centro de Puerto Príncipe, con la Catedral destruida por el terremoto del 2010, casi como un símbolo del dolor de este pueblo”.
El seminario superó todas las expectativas: en 5 jornadas intensas se partió desde la visión trinitaria de la comunicación con la propuesta de la vida de la Palabra, aún antes del hecho comunicativo. Así cada mañana se iniciaba con intercambio de experiencias sobre cómo cada uno había tratado de vivir la frase del Evangelio propuesta el día anterior y la meditación de una nueva frase para ese día. Cada día eran muchos los que contaban a todos cómo habían tratado de poner en práctica el Evangelio. Después se fueron afrontando los distintos medios de comunicación con exposiciones teóricas y talleres: radio, prensa escrita, teatro, televisión e internet. El diálogo, las preguntas, los talleres contaban con muchísima participación e integración de todos. El idioma (se exponía en castellano, las diapositivas y los temas escritos estaban en francés y la traducción era en créole) no significó una barrera para nadie. La Eucaristía final, presidida por Mons. Pierre Dumas, fue un momento de mucha alegría y emoción. Se había construido entre todos un espacio de humanidad renovada.
“Para nosotros –dice el equipo de Netone– fue la posibilidad de cambiar la mirada sobre este pueblo maravilloso, que muchas veces no es reflejado así en los medios de comunicación de nuestros países. Nos hemos enamorado de la sencillez, la alegría, el entusiasmo y la esperanza de los haitianos. Constatamos ser una misma Iglesia, que comparte como hermanos la reciprocidad entre América Latina y el Caribe. Nos llevamos de Haití mucho más de lo que fuimos a dar”.
(altro…)
Mar 4, 2014 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nuova musica tra noi «Quando ho conosciuto il Vangelo, ho capito che dovevo amare. Da chi cominciare? Dalla mia insegnante di musica, che non sopportavo. In classe avevo detto ripetutamente che cosa pensavo di lei e lei per questo, più volte, aveva convocato mia madre e si era lamentata di me. Un giorno, dopo la lezione, ho chiesto di parlarle. Credendo che volessi contestare il voto che mi aveva dato, non voleva ricevermi. Le ho risposto che desideravo solo chiederle scusa e che avevo capito che nella vita possiamo cercare di amare tutti. Anche se all’inizio mi ha frainteso, ho continuato a raccontarle di me, del mio nuovo rapporto con Dio, pur sapendo che lei non è credente. Il nostro colloquio è continuato ed ero davvero felice. Da allora abbiamo stabilito un buon rapporto, e sto scoprendo in lei tante cose positive che prima non immaginavo». (Veronica, Rep. Ceca) La bellezza del controcorrente «Lavoro in un salone di bellezza, con altre parrucchiere ed estetiste. Il salone è sempre affollato da numerose clienti. Si fanno molte chiacchiere, a volte capita pure di sentire qualche lamentela o discussione. Cerco di vivere anche qui quello che ho imparato dal Vangelo. Aiuto una collega che sta facendo da sola un lavoro pesante, tengo il phon a un’altra. Quando fa troppo caldo, preparo qualcosa da bere per tutto lo staff. Capita alle volte che entrino delle signore ricche, accompagnate da una loro inserviente, e la lascino fuori al caldo. Allora le faccio entrare in un angolino fresco e offro loro da bere. Ogni tanto qualcuna mi guarda incuriosita, nel salone non si usa far così. Ma il Vangelo mi dà il coraggio di andare contro corrente. E poi vedo che nessuno mi ha mai fatto osservazioni. L’amore silenzioso non disturba». (Razia, Pakistan) Social Ice Cream
«Un gelato per socializzare: l’anno scorso la formula era piaciuta! Attorno ad un gelato si erano riuniti gli abitanti della nostra strada. Quest’anno abbiamo detto: perché non allargare l’iniziativa a tutte le famiglie dei dintorni? Nel nostro quartiere vivono famiglie provenienti da vari paesi. Siamo tutti indaffarati e sempre di fretta. Eppure basterebbe poco per conoscersi, scambiarsi un saluto, instaurare nuovi rapporti di vicinato. Già mentre invitavamo personalmente ogni famiglia, bussando casa per casa, si sentiva nell’aria la curiosità e il desiderio di conoscersi. Alla serata, che si è tenuta all’aperto sulla nostra strada, sono venute più di sessanta persone di ogni età. Oltre al gelato, ognuno ha voluto portare qualcosa da condividere, in un clima di amicizia, sottolineata dallo sfondo musicale, una scelta di melodie di tutte le varie etnie dei partecipanti. Da allora per strada o nei negozi ci salutiamo con affetto e complicità. C’è qualcosa che ci accomuna. Ci conosciamo meglio, condividiamo le notizie, belle o meno che siano. Uno dei nostri vicini, quando ha saputo che alcune famiglie avevano bisogno di mobili, ha regalato la sua camera da pranzo, ancora in ottime condizioni. È bastato un gelato per creare una piccola comunità». (Vince e Maria, Canada) Da “Una Buona Notizia,”, Città Nuova Editrice, Roma 2012, (altro…)
Gen 30, 2014 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
È un anno speciale per l’ecumenismo il 2014: sono passati infatti 50 anni dalla pubblicazione della Unitatis Redintegratio, il documento del Concilio Vaticano II che promuove l’unità fra tutti i cristiani. In esso si denuncia la divisione, che “non solo si oppone apertamente alla volontà di Cristo, ma è anche di scandalo al mondo e danneggia la più santa delle cause: la predicazione del Vangelo ad ogni creatura”. 50 anni in cui tanti passi sono stati fatti da parte delle Chiese cristiane: nel chiedersi scusa, nel riconoscersi fratelli, nel provare a superare – anche dal punto di vista teologico – le questioni più spinose. 50 anni di dialogo della vita. E così, la Settimana di Preghiera 2014 – preparata dai cristiani del Canada – assume un significato speciale, dove anche le piccole manifestazioni, lette in questo orizzonte più grande, acquistano e danno potenza al cammino comune.
“A Cáceres abbiamo vissuto un’ora di preghiera con i fratelli della Chiesa evangelica”, scrivono Paco e Pilar, cattolici, dalla Spagna. “È stato bello pregare in unità il Padre Nostro. Una grande esperienza”. “Anche in Ecuador”, scrive Jackeline Reyes, “abbiamo partecipato ad un ottavario di celebrazioni ecumeniche. Si sente un forte spirito di fraternità e gioia profonda. È un cammino di speranza”. A Pozzuoli (NA), si è vissuto un intenso momento ecumenico tra cattolici ed evangelici della Chiesa battista, con un’inaspettata partecipazione. Maria Clara Tortorelli racconta: “Per la prima volta c’era non solo il Pastore, ma il “popolo”. Eravamo tante “persone della porta accanto”. E ci siamo riconosciuti, poi, nel posto di lavoro, nel proprio rione, al mercato, in ospedale…e tutto è stato più semplice. È scattato un rapporto di fiducia. I canti sono stati animati dai musicisti dei vari gruppi. Un’orchestra improvvisata, ma affiatata perché ognuno aveva imparato i canti dell’altro. Momento suggestivo è stato la presentazione dei doni: la Bibbia come segno della Parola, un fascio di fiori esprimenti la bellezza e l’armonia dell’unità nella diversità, una pergamena con il testamento di Gesù, il TAO e un grembiule come segno del servizio”.
E restando in Italia, in Sardegna, nella chiesa greco ortodossa di Quartu Sant’Elena, erano presenti, per l’occasione, contemporaneamente i pastori e i rappresentanti di tutte le chiese di Cagliari: la chiesa luterana, la chiesa battista, la chiesa avventista, e i sacerdoti della chiesa greco ortodossa, della chiesa russa ortodossa e di quella rumena ortodossa. Durante l’ottavario le varie chiese hanno promosso incontri di preghiera secondo il proprio stile: i battisti hanno realizzato uno studio biblico della lettera di Paolo ai Corinzi, gli avventisti un momento di riflessione e canti sui testi suggeriti per la settimana di Preghiera, così pure i seminaristi cattolici del seminario regionale di Cagliari. Gli ortodossi hanno proposto i vespri, mentre domenica 19 si è svolta la celebrazione ecumenica, preparata da una commissione mista delle varie chiese e animata da un coro ecumenico. Una settimana, scrivono Anna e Vittorio, “in cui sono cresciuti moltissimo i rapporti personali con i rappresentanti delle chiese, rapporti che pure vanno avanti fraternamente da tanti anni”. E chissà ancora quanti fatti di (stra)ordinaria fraternità si sono vissuti in tutto il mondo durante la Settimana Ecumenica. Ti invitiamo a raccontare la tua storia di ecumenismo inviando un commento a www.focolare.org! (altro…)
Gen 18, 2014 | Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Vancouver. Preghiera nella Chiesa anglicana
A Vancouver, in un contesto ricco di comunità cristiane di diverse Chiese, la Settimana di preghiera per l’unità si costruisce insieme. Avviare rapporti di reciproca conoscenza e collaborare in azioni concrete, vedendo in ogni esponente di un’altra Chiesa un fratello o una sorella da amare: nasce da questa esigenza il percorso di Marjeta Bobnar, incaricata dal 2012 di coordinare le relazioni ecumeniche e interreligiose dell’Arcidiocesi di Vancouver, Canada. Il territorio affidatole è costellato dalla presenza di comunità cristiane di numerose Chiese: anglicani, pentecostali, luterani, mennoniti e non solo. “I primi passi – racconta – si sono diretti sia nell’allacciare rapporti nuovi con le diverse comunità, sia nella sensibilizzazione ecumenica tra i cattolici”. In questo cammino determinante e costante è stato il sostegno dell’Arcivescovo J. Michael Miller e della comunità dei Focolari cui Marjeta appartiene. Già durante la preparazione della Settimana Ecumenica dello scorso anno, si sono colti alcuni frutti di questo rinnovato slancio: “La maggioranza delle parrocchie cattoliche – prosegue – non aveva contatti con le altre chiese ma hanno comunque mostrato il desiderio di raggiungere ed invitare i membri delle altre comunità cristiane presenti nei loro quartieri. Così ad esempio si è stabilito il contatto con un pastore luterano molto aperto al dialogo ecumenico”. 
Vancouver. Preghiera nella Chiesa cattolica
Durante i momenti di preghiera proposti molti testimoniavano la gioia di essere insieme, ed il desiderio di dialogare e conoscersi di più. Tanti hanno voluto mantenere i contatti per approfondire i rapporti e coinvolgere più persone per i successivi incontri. “Per la Settimana di preghiera che è ormai alle porte – continua Marjeta –, insieme alla diocesi anglicana abbiamo programmato alcuni incontri che daranno la possibilità di riunire anglicani e cattolici per condividere le esperienze ma anche per porsi interrogativi. Dall’inizio del 2013 si è formato un gruppo misto di preparazione composto da 3 anglicani e 3 cattolici: è stata una bellissima esperienza costruire i rapporti del gruppo, ascoltandoci fino in fondo. Inoltre, siamo in contatto costante con i responsabili delle Chiese e comunità ecclesiali luterana, United Church of Canada, mennonita, pentecostale e Chiesa apostolica armena. Nel collaborare a costruire i vari momenti di preghiera o di approfondimento, riceviamo risposte molto entusiaste ed anche gratitudine per l’unità sperimentata”. (altro…)
Mag 2, 2013 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
http://vimeo.com/68288688
Presso l’Hotel Sheraton di Chicago, allestito per l’occasione, sono arrivati quasi 500 partecipanti da tutto il Nord America, da Santo Domingo, dall’Austrialia e dall’Europa. Il collegamento internet ha registrato un altro migliaio di contatti.
Expo 2013 ha mostrato i volti dell’America creativa, laboriosa, coraggiosa, quella dei singoli e delle comunità che si mettono in rete, e conoscendosi, condividono un percorso comune. Durante le sessioni plenarie non si sono presentati né temi, né relazioni, né tavole rotonde: solo brevi carrellate di esperienze per introdurre gli otto laboratori del sabato pomeriggio. Musica, lavoro, arte, fede, salute, educazione, ecologia, impegno civile, media e comunicazione: il cambiamento positivo è cominciato da questi ambiti. «È un cambiamento che comincia dalle relazioni, dai rapporti che si creano tra le persone che costruiscono il tessuto sociale» – ha dichiarato il card. Francis George, arcivescovo della città, intervenuto per un saluto. «Ed è questo l’augurio che vi faccio anche da qui in avanti: di continuare a costruire unità a tutti i livelli, anche se è necessario rischiare, perché questo è ciò che serve di più alla società di oggi».
Un rischio che ha corso, tra gli altri, anche Carol Spale, che vive a Chicago: in una situazione di difficoltà per la sua famiglia, ha ricevuto l’aiuto gratuito di alcuni vicini, provocando una reazione a catena che oggi vede tutto il suo quartiere impegnato a favore dei più bisognosi della città, coinvolgendo tutti i livelli dell’amministrazione. Anche questa è reciprocità.
E Marisol Jimenez, che a Santo Domingo porta avanti la scuola Cafè con Leche, che oltre ad assicurare pasti e istruzione a oltre 500 bambini, svolge un ruolo fondamentale per il ristabilimento dell’armonia sociale nei quartieri più poveri della città. Così succede anche in Canada, così succede in tutto il Nord America che qui a Chicago si è riunito per guardarsi in faccia, fare il punto della situazione, e trarre nuovo coraggio per ripartire e continuare a portare avanti le azioni più varie su tutto il territorio. Fonte: Umanità Nuova online : Expo 2013, creare la rete dalle piccole cose
Expo 2013 – Galleria di foto
(altro…)