Feb 1, 2021 | Centro internazionale
La nuova presidente del Movimento dei Focolari per i prossimi sei anni è Margaret Karram, nata ad Haifa (Israele) nel 1962.
L’elezione, per la quale sono necessari almeno i due terzi dei presenti, è avvenuta domenica 31 gennaio ed è stata approvata dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, come richiesto dagli Statuti dei Focolari. La nuova Presidente – che per Statuto deve essere sempre una donna – guiderà il Movimento nei prossimi 6 anni. A causa della pandemia l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari che ha votato la nuova Presidente si sta svolgendo interamente online. Iniziata il 24 gennaio scorso si concluderà il prossimo 7 febbraio 2021. È la terza Assemblea generale dopo la morte della fondatrice Chiara Lubich. Vi partecipano 359 persone da tutto il mondo, in rappresentanza delle diverse culture, generazioni, vocazioni, appartenenze ecclesiali e fedi religiose presenti nel Movimento dei Focolari. Alla elezione della Presidente seguono, il 1° febbraio, l’elezione del Copresidente, che per Statuto deve essere un focolarino sacerdote, e l’elezione dei consiglieri che collaborano al governo centrale del Movimento. Seguirà comunicato stampa.
Lorenzo Russo – Ufficio Comunicazione dei Focolari
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Feb 1, 2021 | Chiara Lubich
Per amare Dio ed amare i fratelli abbiamo sempre e solo un momento: quello attuale. È questo uno dei concetti nei quali Chiara Lubich si è dimostrata “maestra” di una pedagogia geniale quanto semplice. Impegnarsi a vivere bene il presente si rivela per ciascuno un metodo che permette di realizzarsi e raggiungere la felicità. […] C’è, anche fra i nostri, chi compie il suo Santo Viaggio dopo lunga attesa e chi lo compie in un baleno, quando meno se l’aspetta. E allora vien da chiedersi: Come sarà per noi? E torna spontaneo concludere: è bene essere sempre preparati. In che maniera? Rimanendo in grazia di Dio e vivendo con pienezza l’attimo presente. È stato per questo […] che ho desiderato in questi ultimi giorni fissare ancora la mia attenzione proprio su quell’aspetto così tipico della nostra spiritualità che consiste nel concentrarsi a vivere il momento presente. E con il pensiero sono riandata a tante frasi colte ad esempio, dai santi, che ci spronano a metterlo in pratica alla perfezione. Ricordate? Diceva Caterina da Siena: “La fatica che è passata noi non l’abbiamo, però ch’è fuggito il tempo; quel ch’è a venire, non l’abbiamo, però che non siamo sicuri di avere il tempo”[1]. E così invitava a vivere il presente. E Teresa di Lisieux: “Tu lo sai, mio Dio, che per amarti […] non ho altro che l’oggi”[2]. E ho ricordato anche un motto che ci è stato utile nel passato e che ricordavamo facilmente perché ogni sua parola, in italiano, comincia con la s: “Sarò santa se sono santa subito”. Ma, sempre in questi giorni, ho notato che questo modo di vivere la vita è caro anche ad altri santi, che lo consigliano con calore. “Fortunata quell’anima – scriveva Paolo della Croce – che riposa ‘in sinu Dei‘, senza pensare al futuro, ma procura di vivere momento per momento in Dio, senz’altra sollecitudine che di far bene la sua volontà in ogni evento…”[3]. “Fortunata quell’anima…”. Noi possiamo far nostra questa fortuna, perché è della nostra spiritualità vivere così. È vivendo il presente che si possono adempiere bene tutti i nostri doveri. È vivendo il presente che le croci diventano sopportabili: non per nulla si consiglia questa pratica a coloro che s’avvicinano alla morte. È vivendo il presente che si possono cogliere le ispirazioni di Dio, gli impulsi della sua grazia che arrivano nel presente. […] Viviamo, dunque, il presente! […] Viviamo il presente alla perfezione! Ci troveremo alla sera di ogni giorno ed alla sera della vita carichi di opere buone compiute e di atti d’amore offerti. […]
Chiara Lubich
(in una conferenza telefonica, Rocca di Papa, 23 ottobre 1986) Tratto da: “Vivere il presenta alla perfezione”, in: Chiara Lubich, Conversazioni in collegamento telefonico, Città Nuova Ed., 2019, pag. 258. [1] Caterina da Siena, Epistolario, II, Paoline, Alba 1966, p. 97. [2] S. Teresa di Gesù Bambino, Opere complete, LEV, Città del Vaticano 1997, p. 626. [3] Paolo della Croce, Lettere, I, Tipografia Pontificia nell’Istituto Pio IX, Roma 1924, pp. 645-646. (altro…)
Gen 29, 2021 | Centro internazionale
Come ha vissuto, Maria Voce, il suo ruolo di prima presidente alla guida dei Focolari dopo Chiara Lubich? In una intervista del 27 gennaio scorso a Vatican News, parla dell’attualità del Movimento e della sua grande sintonia con Papa Francesco. Ne pubblichiamo ampi stralci. Certamente presiedere una realtà così vasta e complessa come quella del Movimento dei Focolari a cui aderiscono nel mondo 2 milioni di persone, in 182 Paesi, non deve essere un’impresa da poco. L’attuale presidente uscente è Maria Voce, nata in provincia di Cosenza, avvocato, con studi di teologia e di diritto canonico. Ai microfoni di Vatican News, racconta qual è stata l’esperienza da lei vissuta per 12 anni alla guida del Movimento. Gioie e dolori, conquiste, forse qualche fallimento, limiti e opportunità: di tutte queste cose, probabilmente è fatta anche la vita del Movimento sempre, ma anche in questi ultimi anni. Se dovesse dire, in estrema sintesi, qual è la sua realtà oggi, che cosa direbbe? Lo vedrei come un albero, un albero che forse ha un pochettino perso i suoi fiori e le sue foglie, forse è diventato un po’ autunnale come immagine, però un albero che mantiene intatta la sua radice molto forte e questa radice è capace di mantenere in sè la linfa e il calore per nutrire i semi di questo albero stesso che sono ormai sparsi nel mondo intero su tutti i continenti, e quindi ha la possibilità di continuare a nutrirli e a farli germogliare, come in effetti stanno già germogliando in tante parti. In questo momento lo vediamo, magari nell’inverno, nel calore dell’inverno, ma è in inverno che i semi maturano sotto terra per poi fiorire in primavera, e mi sembra che sia un albero che sta preparando la nuova primavera dell’Opera. Papa Francesco e il Movimento dei Focolari: è evidente una grande sintonia nell’ottica dell’accoglienza del dialogo, della necessità di costruire un mondo diverso. In particolare proprio l’appello del Papa alla fraternità della famiglia umana trova il Movimento in prima linea con i dialoghi con gli appartenenti alle altre religioni, anche con i non credenti. Lei come vede il contributo del Movimento in questo senso? Lo vedo essenziale, perché è stato sempre essenziale in Chiara fin dagli inizi: certamente per la grazia del carisma dell’unità ricevuto dallo Spirito Santo, lei dall’inizio sentiva veramente di accostare ogni persona con spirito di fraternità e così ha fatto sempre quando ha incontrato chiunque, i cattolici prima di tutto – dai monsignori che la interrogavano, come abbiamo visto nel film, ai poveri di Trento – , come ha fatto quando ha incontrato persone di altre Chiese, di altre religioni o persone senza nessuna religione. In tutti Chiara ha incontrato dei fratelli e delle sorelle e li ha trattati da fratelli e sorelle: questo Chiara ci ha insegnato e questo rimane nel Movimento, e questo noi vediamo che è una forza straordinaria. Noi l’abbiamo visto anche in questi giorni in preparazione dell’assemblea, durante la quale abbiamo visto in prima linea le persone che appartengono al Movimento, di Chiese e religioni diverse, senza un credo religioso esplicito ma di buona volontà, che si sono messi innanzitutto a testimoniare questa potenza dell’amore che è capace di creare relazioni a tutti i livelli, che è capace di superare i conflitti, che è capace di farti trovare insieme fra persone di un’altra religione, fino a ieri magari nemiche l’una dell’altra, e che come persone si ritrovano a parlare insieme, a pregare insieme, a cercare insieme il senso della vita, il senso della pandemia, il senso del vivere per gli altri, del compiere azioni solidali per gli altri. L’abbiamo visto nelle loro parole di sapienza, nella loro attenzione a quello che il Movimento sta preparando, nel loro partecipare attivamente alla preparazione dell’assemblea con i loro suggerimenti, con la loro vita, perché evidentemente ispirate dallo stesso Spirito Santo che agisce al di là dei confini, al di là di tutte le barriere. Quindi ho l’impressione che sia questo il contributo che il Papa sente e su cui può contare, ma non solo il Papa, tutta la Chiesa e tutta l’umanità, perché si sente che c’è un bisogno estremo di questa fraternità e che il Movimento ha una grazia speciale per costruirla proprio per il carisma di unità che viene da Chiara. A proposito di relazioni, lei ha detto recentemente una cosa molto forte, di aver capito cioè che per il Movimento è necessaria una svolta quella di comprendere che Dio non è soltanto Amore, ma anche Trinità… Certamente Dio è Trinità, ciò vuol dire che Dio in se stesso è relazione. Quindi vuol dire che tutti quelli che cercano Dio, per trovarlo devono costruire relazioni e io non credo che ci sia nessuno che non cerchi Dio: cercherà la verità, Dio è anche la verità, cercherà la bellezza, ma Dio è anche bellezza, cercherà la bontà nel mondo, ma Dio è anche la bontà, Dio è tutto quello che qualsiasi essere umano può cercare e può trovare se costruisce relazioni, e di questo io credo che tutti sono capaci, perché tutti sono creati a immagine di Dio e quindi a immagine di Dio Trinità. Per Statuto l’Opera di Maria avrà sempre come presidente una donna. Credo che il Movimento sia una delle poche realtà in cui essere donne è un vantaggio, si potrebbe dire. Però è anche un bel segnale per la società civile e anche per la Chiesa… Devo dire che resto perplessa di fronte a questa parola “vantaggio”, perché a dire la verità essere alla testa di un Movimento come il nostro, significa veramente essere la prima a servire, la prima a moltiplicare gli atti d’amore, la prima ad accettare qualsiasi sfida, qualsiasi cosa e a superarla con l’aiuto di Dio e con l’aiuto dei fratelli. Quindi, in un certo senso, può essere un vantaggio essere ritenuti capaci di essere eletti, però non mi sembra che noi lo viviamo in questo spirito, e non mi sembra che le focolarine che sono le uniche che possono aspirare, se vogliamo dire così a questo, lo vivano così, ma piuttosto con uno spirito di amore e di servizio all’Opera di Chiara che tutti sentono di continuare a servire con l’amore con cui Chiara l’ha amata e guidata e servita. Poi certamente, però, io penso che sia anche una testimonianza di quella uguaglianza, di quella fraternità profonda, di quella pari dignità, che va al di là delle differenze sessuali, che Dio ha portato nel mondo quando ha creato l’uomo a sua immagine e l’ha creato maschio e femmina. Quindi uniti in questa complementarietà che deve rispettare la diversità e che quindi deve far emergere l’uno e l’altro nella propria capacità di donare, che sarà sicuramente diversa perché Dio ha fatto due esseri diversi, ma fatti per stare insieme e per costituire insieme l’umanità a sua immagine e somiglianza. In questo senso, penso che sia un segno di progresso ed è qualcosa che sta emergendo sempre di più sia nella Chiesa, sia nella società, ma penso che non è altro che il manifestarsi sempre più chiaro di quello che è il profilo mariano della Chiesa, quel profilo che dice di Maria che è donna, madre, ma anche regina, anche fondatrice insieme al Figlio della Chiesa sul calvario, corredentrice dell’umanità, principio di unità per tutti. In questo senso, allora, penso di sì che è un privilegio che il Movimento può vantare e che può offrire alla Chiesa e al mondo come esempio e come apripista, in un certo modo. Maria Voce che cosa augura oggi all’Opera di Maria per il futuro? All’Opera io auguro come Chiara, la fedeltà massima al Vangelo, cioè una fedeltà che può giungere fino all’eroismo, perché è una fedeltà a vivere il Vangelo concretamente. E direi per quest’Opera che continua il suo cammino, fedeltà a quella parola del Vangelo che Dio ha voluto pronunciare mandando questo carisma cioè la parola “unità”, quindi fedeltà a quell’unità che deve essere totale, che deve essere capace di vivere relazioni come si vivono nella Trinità, per testimoniare al mondo che Dio c’è, che attraverso l’Opera può ancora portare la fraternità più al largo nella Chiesa e nel mondo per contribuire a compiere quella preghiera di Gesù: “Padre, che tutti siano una cosa sola”.
Adriana Masotti
Qui l’intervista integrale (altro…)
Gen 21, 2021 | Centro internazionale
Si svolgerà online, dal 24 gennaio al 7 febbraio prossimi, l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari. Si procederà al rinnovo delle cariche della Presidente, del Copresidente, degli organi direttivi e si definiranno le linee d’orientamento e d’azione per i prossimi sei anni. Preceduta da un percorso formativo e informativo a cui hanno partecipato le comunità dei Focolari nel mondo, domenica prossima, 24 gennaio 2021 prenderà il via la terza assemblea generale dei Focolari, dopo la morte della fondatrice Chiara Lubich. L’Assemblea, che doveva svolgersi a inizio settembre 2020, è stata rinviata a causa della pandemia; il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ne ha consentito il posticipo e l’intero svolgimento in modalità telematica. Percorso partecipativo Vi parteciperanno 362 persone da tutto il mondo, in rappresentanza delle diverse culture, generazioni, vocazioni, appartenenze ecclesiali e fedi religiose presenti nel Movimento dei Focolari. Al fine di incoraggiare il più ampio coinvolgimento possibile, l’attuale Presidente Maria Voce ha costituito nel febbraio 2019 una commissione preparatoria che ha avuto i compiti di raccogliere proposte di argomenti da trattare in assemblea; individuare nominativi di candidati per le elezioni e preparare il programma. Elezioni della Presidente, Copresidente, consiglieri Con un sistema di voto telematico, il 31 gennaio si procederà all’elezione della Presidente[1], mentre il 1° febbraio verrà eletto il Copresidente e il 4 febbraio sarà la volta dei consiglieri che coadiuvano la Presidente nelle diverse funzioni di governo del Movimento. Sarà lei stessa, poi, a distribuire gli incarichi. Un altro compito dell’Assemblea generale è la delibera su argomenti proposti dal Centro del Movimento, presentati su iniziativa della Presidente, del Consiglio generale, di una sezione, branca o movimento. Ogni partecipante all’Assemblea può proporre che siano esaminati altri argomenti. Di cosa si parlerà? Le oltre 3.000 proposte arrivate da tutto il mondo in merito alle tematiche da trattare in Assemblea e le linee che il Movimento dovrebbe seguire nei successivi sei anni, ben rappresentano la vivacità del popolo dei Focolari, ma anche la coscienza del “cambiamento d’epoca” in atto, come ebbe a dire papa Francesco nel 2018, incontrando la comunità dei Focolari a Loppiano. Le numerose istanze sono state ordinate in quattro filoni tematici: l’attualizzazione del carisma tramandato dalla fondatrice; la cultura che deriva dal carisma dell’unità; la risposta alla crisi ambientale e alla pandemia; il lavorare insieme con le nuove generazioni. Come ha recentemente affermato in un’intervista l’attuale Copresidente dei Focolari, Jesús Morán, uno spazio di dialogo e dibattito verrà riservato anche al tema degli abusi sia nella relazione del sessennio della Presidente che aprirà l’assemblea, che in un intervento ad hoc del Copresidente. Pur nella diversità delle voci, emerge la generale necessità di individuare percorsi di fraternità nuovi e attualizzati, capaci di rispondere alle sfide e alle domande dell’umanità di oggi sia a livello globale che locale. Notizie e aggiornamenti sui lavori dell’Assemblea saranno disponibili quotidianamente sulla pagina Web dei Focolari e in successivi comunicati stampa. Stefania Tanesini – +39 3385658244 [1] Come è fissato negli Statuti, a presiedere il Movimento sarà sempre una donna. Questo per sottolineare il suo profilo mariano e la sua connotazione prevalentemente laicale e così “conservare il disegno che Dio ha avuto su di esso per averne affidato l’inizio e lo sviluppo a una donna.” Come si legge negli Statuti, “la sua sarà soprattutto una presidenza della carità, perché dovrà essere la prima ad amare e cioè a servire i propri fratelli, ricordando le parole di Gesù: “… chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” (Mc 10,44). (altro…)
Gen 20, 2021 | Centro internazionale
Intervista a Jesús Morán Cepedano, copresidente del Movimento dei Focolari dal 2014, responsabile secondo gli statuti dell’Opera di Maria per le questioni morali e disciplinari (a cura di Lorenzo Prezzi e Marcello Neri, fonte SettimanaNews). Come copresidente del movimento dei Focolari lei ha incontrato le vittime di abusi a Nantes in Francia il 18 settembre scorso. Può raccontare quello che è successo e le sue reazioni? Siamo stati convocati da tre delle vittime di Jean-Michel Merlin, un focolarino francese che ha commesso abusi, questo dopo diversi contatti che abbiamo avuto negli ultimi anni, per fare il punto della situazione e concludere come possibile e in maniera giusta per loro la vicenda. È stata un’esperienza molto forte, per tutti noi del movimento che eravamo lì e per me in modo particolare, perché è stato un contatto con il dolore vivo, il dolore puro di chi è stato abusato. Non è stata la prima volta che entravo in contatto con vittime di abusi, ma in precedenza non avevo mai fatto un’esperienza così intensa di rapporto col dolore. Inoltre, è stata un’occasione molto penosa per noi nel constatare la misura delle nostre mancanze – soprattutto per quanto riguarda il caso Merlin. Questo per ciò che concerne l’accompagnamento delle vittime, il prendersi carico delle situazioni, il disorientamento che abbiamo avuto come movimento – e anche, a riguardo, il ritardo nell’intraprendere passi adeguati alla situazione e ai fatti. È stata un’esperienza che, secondo me, ha rappresentato uno spartiacque: a partire da questo rapporto personale con le vittime è cambiata molto la visione di questo dramma. Il lavoro che avevamo già intrapreso per prendere delle misure adeguate davanti ai casi di abuso nel movimento dopo l’incontro di Nantes si è accentuato ancora di più. La presidente, Maria Voce, ha preso la parola e espresso la volontà di fare totale chiarezza. In quali occasioni? Secondo gli statuti dell’Opera di Maria, il copresidente è quello che si deve occupare delle questioni morali e disciplinari perché le forme di vita nel movimento siano in accordo con la dottrina della Chiesa. Si tratta di un compito specifico suo, ma questo viene sempre fatto in unità e pieno accordo con la presidente. In questo senso, Maria Voce ha sempre sostenuto tutto il mio lavoro già da anni. Ci sono state, poi, due occasioni particolari in cui ci siamo espressi insieme. Una prima volta il 26 marzo 2019, con una lettera scritta a tutti i membri del movimento nella quale si riconoscevano pubblicamente le nostre mancanze, il fatto che gli abusi si erano verificati anche all’interno dell’Opera di Maria: affermando il nostro impegno vincolante, soprattutto con le vittime, per riparare tutto quello che c’era da riparare. Una seconda volta, più recentemente, ci siamo espressi ancora insieme in un collegamento mondiale nel corso del quale abbiamo chiesto pubblicamente perdono a tutte le persone che hanno subìto degli abusi nel movimento dei Focolari – sia in campo sessuale, minori, sia abusi di autorità o di potere. Qual è stato l’impatto sui membri dei Focolari e del movimento posti davanti alla rivelazione di casi di abuso? La prima reazione in tanti è stata quasi di incredulità e di sconcerto: è stato un impatto molto forte, perché per tantissimi era impensabile che questi fatti così dolorosi avessero potuto verificarsi in un movimento così fortemente contrassegnato dall’amore reciproco, dove la relazione ha un rilievo spirituale centrale. Ci sono dei capisaldi del movimento che vanno in una direzione così contraria a ogni forma di abuso, come vedere Gesù nell’altro, la vita di unità, che spingono a ritenere impensabili abusi all’interno delle nostre realtà. Entrare in quella che Caterina da Siena chiamava la “casa della conoscenza di sé” è stato un processo doloroso per i membri del movimento: ossia, scoprire la nostra inadeguatezza, anche rispetto alla messa in pratica della vita di unità, del carisma. Ma si tratta di un processo fondamentale per scoprire la propria inadeguatezza e ripartire con una fiducia non più ingenua nei confronti di Dio e degli altri. Questa è stata fondamentalmente l’esperienza di tantissimi nel movimento – ce lo hanno scritto, lo hanno detto e comunicato. Le dimissioni dei responsabili francesi del movimento e il caso clamoroso di Jean-Michel Merlin sono sintomo di qualche fragilità nei processi formativi interni? Ovviamente sì, l’ho detto anche in una recente comunicazione ai membri del movimento: queste situazioni di abuso hanno messo in evidenza alcune fragilità negli itinerari formativi e quindi dobbiamo curare la formazione in tutte le fasi con un’attenzione maggiore alle persone. In modo particolare, dobbiamo fare un serio e vero discernimento vocazionale – e qui mi riferisco non solo ai consacrati, ma anche alla vocazione di qualsiasi persona che vuole prendersi degli impegni forti nel movimento. Un altro punto è quello di prendersi migliore cura e accompagnare le persone a cui si affidano ruoli di responsabilità, assicurando che abbiano una formazione integrale, che abbiano capacità relazionali adeguate, di ascolto e accoglienza, rispetto della persona. Riguardo a tutto questo, si tratta poi di stabilire modi di verifica del percorso formativo. La mia impressione è che per anni abbiamo messo una fiducia totale nella forza della spiritualità e del carisma, ma questo ci ha portato talvolta a trascurare in qualche modo alcuni aspetti umani di cui ora siamo consapevoli e che devono essere curati di più. Questo guardando sia al progresso delle scienze umane sia agli avanzamenti in questo campo che si stanno facendo all’interno della Chiesa. Quando si aprono le dighe delle testimonianze queste si moltiplicano. Lei ha la percezione che questo possa succedere anche nel movimento, ossia che dopo il caso Merlin possano emergere altre denunce di abusi? Sì, lo stiamo già verificando e ci stiamo preparando per questo, perché stanno arrivando altre denunce e qui bisogna fare un vero discernimento con le dovute verifiche. In alcuni casi, si tratta più di tensioni e di conflitti relazionali che non si possono configurare come vero abuso; in altri casi, si tratta invece di veri e propri abusi di cui non eravamo a conoscenza, che devono essere trattati in quanto tali con il dovuto rigore e attenzione. Si tratta di un processo di “purificazione della memoria” che vogliamo vivere con umiltà e speranza. Che strumenti avete messo in piedi per rispondere a queste denunce di abusi all’interno del movimento? Abbiamo due commissioni che si fanno carico di situazioni come queste: una Commissione per il benessere e la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, che opera già da alcuni anni con un regolamento interno che è stato rivisto ultimamente, e poi una Commissione indipendente dalle strutture di governo del movimento per la tutela della persona, ossia per adulti che possono subire abusi di autorità, potere e anche a sfondo sessuale. Questo secondo strumento è più recente, con meno esperienza rispetto alla prima Commissione, e proprio in questi giorni, dopo circa quattro anni di attività, sta redigendo un nuovo statuto alimentato dalle esperienze fatte fino a oggi, che sarà reso pubblico una volta giunto alla sua stesura definitiva. Questi due strumenti agiscono a livello centrale; poi, per quanto riguarda la tutela dei minori ci sono anche delle commissioni regionali. Potrebbe essere che si vada in questa direzione anche per la tutela della persona, in collegamento con gli organismi centrali. Tutto questo lavoro lo stiamo portando avanti in dialogo con il Dicastero per i laici, perché sentiamo l’esigenza di migliorare sempre le procedure affinché sia ben chiaro come ci si possa rivolgere a questi organismi, come verificare i vari casi, quando ci sono propriamente degli abusi. Dovremmo poi istituire anche degli organismi di vigilanza a tutti i vari livelli. La commissione per la tutela dei minori già ce l’ha. In questi organismi di vigilanza ci saranno delle persone esterne al movimento per garantire una maggiore trasparenza. Può dire qualcosa a riguardo del mandato alla società britannica GCPS che riguarda un’indagine sull’insieme dei possibili abusi all’interno del movimento? Si tratta di un impegno preso con le vittime, con le quali ci siamo trovati a Nantes, dove loro hanno chiesto una commissione indipendente in senso totale, cioè non solo indipendente dal governo dell’Opera composta da membri che non esercitano alcun ruolo di governo, ma anche dall’Opera in quanto tale, ossia composta da persone che sono fuori dal movimento. Dopo una ricerca che è durata un paio di mesi, abbiamo individuato questa società britannica che, per il momento, si occuperà solo del caso Merlin – perché si tratta di un caso grave ed esemplare. Vedremo come evolvono le cose, abbiamo appena dato il mandato alla società britannica e stiamo iniziando a lavorare con loro. Il processo di indagine richiederà probabilmente un anno: sia sui fatti, perché dobbiamo ancora conoscere il numero reale di casi; sia per ciò che concerne le decisioni da prendere e le responsabilità da assumerci. Qual è il ruolo delle vittime in questa analisi interna? Il ruolo delle vittime è fondamentale: ad esempio, parteciperanno all’inchiesta che abbiamo affidato alla GCPS Consulting – soprattutto nella stesura dell’agenda operativa. Il contatto con le vittime è permanente, in questi mesi ho comunicato loro ogni passo che abbiamo intrapreso come movimento. Quindi le vittime partecipano a tutto il processo e stiamo sempre in contatto in ogni caso e in ogni situazione, nella misura del possibile. La prossima Assemblea generale del movimento, che si aprirà a fine gennaio, prevede una sorta di informativa su questi fatti? Sì, il tema degli abusi è incluso nella relazione del sessennio della presidente che aprirà l’Assemblea, ed è previsto anche un intervento ad hoc da parte del copresidente. In questo senso, il tema non sarà solo presentato ma anche approfondito e discusso nel corso dell’Assemblea. Lei sottolineava la grande fiducia nel carisma fondativo di Chiara, fiducia che ad esempio nella recente trasmissione televisiva su Chiara Lubich viene testimoniata anche a un pubblico molto ampio. Questo patrimonio viene rinnovato, messo alla prova, da questi eventi e in che maniera può essere riproposto? La trasmissione su Chiara, pur essendo una fiction con i limiti e i pregi del genere, è stata un grande dono per tutti noi, soprattutto per i membri più giovani del movimento che non hanno conosciuto una Chiara Lubich giovane. Penso che la fiction sia riuscita a mettere bene in risalto il vero frutto del carisma dell’unità, cioè un popolo nato dal Vangelo che vive per la fratellanza universale, con un accento sulla comunione e l’apertura all’umanità con l’attenzione ai dolori del mondo. Credo che siano temi di grande attualità. Ci troviamo davanti a una fiction, quindi, che può essere un grande stimolo per andare avanti nell’incarnazione del carisma nella Chiesa e nella società. Fonte: SettimanaNews (altro…)